ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta la sessione plenaria di chiusura del Seminario nazionale, iniziato il 7 settembre scorso, con la quale è terminato il primo momento di confronto pubblico sul progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco tecnologico, dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), avvenuta il 5 gennaio scorso.
L’incontro è stato aperto dagli interventi di Vannia Gava, Sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica, Ivan Scalfarotto, Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Gilberto Pichetto Fratin, Vice Ministro dello Sviluppo Economico, ed Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Sogin. Hanno partecipato ai lavori: Maurizio Pernice, Direttore di ISIN, Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione; Simon Morgan, Responsabile del Gruppo di Lavoro sul decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi di WENRA, Western European Nuclear Regulator’s Association; Bengt Hedberg, Curatore del Report “SRLs for the disposal of radioactive waste” di WENRA; Rebecca Tadesse, Direttrice della Divisione decommissioning e gestione dei rifiuti radioattivi di NEA, Nuclear Energy Agency; Gilberto Dialuce, Presidente di Enea, Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; Stefania Ravazzi, Docente di Analisi delle politiche pubbliche presso l’Università di Torino, Dipartimento di culture, politica e società; Simona Fabiani in rappresentanza della CGIL; Angelo Emilio Colombini in rappresentanza della CISL; Antonio Cozzolino, in rappresentanza della UIL; Fabio Chiaravalli, Direttore della Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin e Luigi Perri, Presidente di Sogin che ha chiuso i lavori.
“Il Seminario nazionale, tappa fondamentale della prima fase della localizzazione del Deposito Nazionale, è stato un momento significativo di corretto confronto democratico con tutti gli attori interessati alla realizzazione dell’opera – ha affermato Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica. I lavori si sono svolti nella massima trasparenza e hanno permesso di spiegare le ragioni per cui l’Italia, come avviene nel resto d’Europa, debba farsi carico di una gestione in sicurezza dei propri rifiuti radioattivi. Le esperienze all’estero – ha concluso – testimoniano che infrastrutture analoghe a quella che dobbiamo realizzare nel nostro paese rappresentano un’occasione unica per lo sviluppo sociale ed economico del territorio che deciderà di ospitarla”.
“Il Seminario Nazionale – ha commentato Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Sogin – è stato un momento di confronto significativo con i territori di riferimento. L’ampia partecipazione dei cittadini e dei principali stakeholder ci ha consentito di rispondere ai diversi interrogativi che ruotano attorno alla realizzazione del Deposito e di sottolineare, una volta di più, la necessità di tale infrastruttura per il Paese al fine di chiudere il ciclo del nucleare italiano e gestire in maniera più sostenibile e sicura i rifiuti radioattivi, inclusi quelli prodotti dalla medicina nucleare, dall’industria e dalla ricerca scientifica”.
“Ringrazio i partecipanti al Seminario Nazionale per gli eccellenti contenuti posti a fattor comune in queste settimane passate insieme – ha dichiarato Fabio Chiaravalli, Direttore della Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin. Ritengo che lo scopo preposto sia stato raggiunto al meglio. E’ stata acquisita dai territori una ragguardevole mole di documenti tecnici di dettaglio, anche dal punto di vista della cultura e delle tradizioni dei luoghi, – ha aggiunto – che costituirà un efficace contributo nell’ambito delle attività per la stesura della prossima Carta Nazionale delle Aree Idonee”.
I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, trasmessi in diretta streaming sul sito www.seminariodepositonazionale.it e presenti su Youtube, sul sito Sogin Channel. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono svolte sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le regioni coinvolte dalla CNAPI: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.
Oltre 160 i partecipanti al Seminario Nazionale, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di Enti locali, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori, di singoli cittadini, e di relatori tecnico-istituzionali.
Nel corso della prima fase della consultazione pubblica e del Seminario sono state formulate circa 200 domande, che hanno ricevuto tutte una risposta, o per iscritto o in forma orale durante la diretta. Sono stati approfonditi diversi temi tra cui la rispondenza delle aree individuate nella CNAPI ai requisiti internazionali stabiliti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e a quelli nazionali individuati dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione). Inoltre, sono stati illustrati gli aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e i benefici economici e di sviluppo territoriale collegati alla realizzazione dell’opera e alle misure compensative previste.
Il Seminario Nazionale si concluderà il 15 dicembre con la pubblicazione del resoconto complessivo dei lavori. Si aprirà così la seconda fase della consultazione pubblica, della durata di trenta giorni, durante la quale potranno essere inviate eventuali altre osservazioni e proposte tecniche finalizzate alla predisposizione della proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI), che terrà conto dei contributi emersi nelle diverse fasi della Consultazione Pubblica. Al termine di questa fase, con la pubblicazione della CNAI, le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento.
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Rifiuti radioattivi, terminato il seminario sul Deposito nazionale
Rivoluzione green per le scuole di Fiumicino, stop a emissioni di CO2
FIUMICINO (ROMA) (ITALPRESS) – Il Comune di Fiumicino ed Engie avviano un progetto per rendere energeticamente sostenibili e autonomi gli edifici scolastici. Già al fianco dell’Amministrazione per la gestione e l’efficientamento dell’illuminazione pubblica, Engie si occuperà della totale riqualificazione degli impianti di energia termica ed elettrica delle scuole del territorio: asili nido, scuole dell’infanzia, elementari, medie. Gli interventi porteranno alla totale conversione “Full electric” degli impianti termici, ad una produzione energetica efficiente, alla realizzazione di un sistema di gestione completamente automatizzato. L’obiettivo principale è quello di eliminare la produzione di combustibili gassosi e di alimentare tutti gli edifici con energia integralmente autoprodotta, grazie ai pannelli fotovoltaici installati sulle scuole. Il progetto consentirà di azzerare le emissioni di CO2 delle scuole rendendole totalmente carbon neutral.
Gli interventi saranno molteplici e notevolmente impattanti, in termini di sostenibilità ambientale. Nel dettaglio: riqualificazione di 31 centrali termiche attraverso l’installazione di pompe di calore ad alta efficienza eliminando così le vecchie caldaie a gas; installazione di 31 impianti fotovoltaici, che produrranno energia verde utilizzata direttamente dalle scuole, in modo da far diventare energeticamente autonomo ogni edificio; sostituzione di circa 8300 lampade degli edifici scolastici, sia all’interno sia all’esterno, con nuove lampade a led; creazione di un sistema di telecontrollo con il quale saranno monitorati, analizzati e ottimizzati tutti i consumi energetici; installazione di circa 2.200 valvole termostatiche; istituzione di un call center dedicato per interventi d’emergenza e per la gestione della manutenzione degli impianti.
Un progetto ambizioso, di totale riqualificazione elettrica e termica, che permetterà alle scuole di Fiumicino di diventare un modello virtuoso di efficienza energetica.
Il vantaggio economico ed energetico è rilevante. Verranno risparmiati all’ambiente l’equivalente di circa 650 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) di energia termica ed elettrica, pari alla riduzione di emissioni in atmosfera di quasi 1.400 tonnellate di CO2 all’anno.
Gli interventi di efficienza porteranno anche un risparmio economico per il Comune, nell’arco della durata del contratto, pari a 400mila euro rispetto alla spesa storica.
“La sfida che abbiamo davanti per salvare il Pianeta è enorme e ci dà una grande responsabilità specialmente verso le nuove generazioni. Come amministrazione, fin da subito, abbiamo attuato politiche di tutela dell’ambiente e di innovazione sul piano del risparmio energetico – dice il sindaco Esterino Montino -. Dalla raccolta differenziata che è arrivata all’80%, al rinnovamento totale dell’illuminazione pubblica con 9000 punti luce a LED, ai 30km di piste ciclabili per incentivare forme alternative e sostenibili di mobilità. Oggi, a tutto questo a cui stiamo tuttora lavorando, aggiungiamo questa importantissima partnership che riguarda tutte le scuole del nostro territorio con una grande azienda come Engie. Un progetto ambizioso che rivoluziona le scuole rendendole autonome dal punto di vista energetico. Tutti gli edifici scolastici saranno dotati di impianti fotovoltaici per la riduzione di energia elettrica, di lampade a LED e di pompe di calore ad alta efficienza. Vogliamo che le nostre ragazze e i nostri ragazzi crescano in scuole green, che guardino al futuro del Pianeta e al loro futuro come una sola cosa”.
“Siamo onorati che l’Amministrazione comunale di Fiumicino ci abbia rinnovato la sua fiducia scegliendoci come partner in questo percorso virtuoso verso la decarbonizzazione – afferma Claudio Galli, direttore Area Lazio di Engie Italia -. Abbiamo avviato con il Comune un piano energetico che permetterà alle scuole di trasformarsi in un vero e proprio modello di sostenibilità, attraverso le energie rinnovabili e le tecnologie mirate all’abbattimento degli sprechi. L’efficienza energetica è strategica per la qualità della vita delle nostre città. Il progetto ‘green’ di Fiumicino renderà le scuole totalmente sostenibili e ciò consentirà una forte riduzione del loro impatto sull’ambiente, paragonabile a 1.000 auto in meno in circolazione nella città. Sviluppare progetti nelle scuole ha per noi, inoltre, un valore non solo ambientale, ma anche sociale e culturale, poichè rappresenta un’opportunità di sensibilizzazione delle nuove generazioni e delle loro famiglie alla riduzione delle CO2, una missione in cui Engie è impegnata quotidianamente per accelerare la transizione a un mondo carbon neutral”.
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Si chiude il “1° Meeting dei Comuni Plastic free”, focus sul Lazio
ROMA (ITALPRESS) – Una grande partecipazione di pubblico, in presenza e da remoto, per il “1° Meeting dei Comuni #PlasticFree” appena concluso, organizzato dal Comune di Tivoli e Fondazione UniVerde, con il patrocinio di ANCI Lazio e inserito tra le iniziative della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR). Un incontro a cui hanno preso parte con interventi in sala e collegamenti digitali in diretta, decine di Comuni di tutta Italia, con un focus particolare per quelli del Lazio. Grazie a tale iniziativa e alle testimonianze dei vari primi cittadini si è generato un confronto costruttivo tra le varie amministrazioni circa le misure da adottare per rendere efficace l’applicazione della “Direttiva UE n° 904/2019 Single Use Plastic”, in vigore dal 1 gennaio 2024. Un appuntamento che ha fatto da apripista e per il quale è già stata fissata una seconda data: il prossimo meeting si terrà il 15 gennaio al Comune di Sorrento.
Altri Comuni italiani, come Marcianise e Fiano Romano si sono offerti di ospitare le prossime tappe, per aprire nuovi confronti sul tema. Hanno portato la loro testimonianza attiva con un intervento, in presenza e da remoto, i sindaci e altri rappresentanti istituzionali dei Comuni di Viareggio, Sorrento, Marcianise, Pomezia, Fiano Romano e Piano di Sorrento.
“Quello di oggi è stato un incontro importante perchè, non solo segue di poco il G20 e il Cop26 che hanno avuto queste tematiche, ma soprattutto in quanto è il primo che si tiene in Italia tra sindaci che hanno emanato e stanno emanando disposizioni in materia di plastic free – afferma il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti -. L’iniziativa odierna che ha riunito i sindaci, quali rappresentanti delle comunità di diverse regioni d’Italia, può essere vista come un importante punto di partenza, di stimolo nei confronti dei governi nazionali, grazie al quale è stata data la possibilità di verificare quali siano i provvedimenti che le amministrazioni comunali possono adottare in materia di rispetto ambientale e di affermazione di una nuova coscienza ecologica”.
“I sindaci sono i più diretti rappresentanti delle istituzioni a contatto con i problemi quotidiani delle città e dei territori, ed è da loro che può venire, com’è stato effettivamente in questo caso, un contributo importante: intanto – sottolinea – la presa di consapevolezza del fatto che il problema si può e si deve incominciare a risolvere sul campo, perchè, probabilmente, senza la spinta che viene dal territorio si corre il rischio di creare una cesura tra istituzioni e comunità. Ho proposto al parterre dei sindaci e della fondazione Univerde di trasformare il meeting odierno in un tavolo permanente per scambiarci informazioni sulle esperienze messe in atto città per città, per migliorare la nostra azione sul territorio. Ringrazio il presidente Pecoraro Scanio, tutti i sindaci che oggi hanno voluto condividere ambizioni e problematiche e tutti coloro che, in Italia e nel mondo, si adoperano per tutelare il pianeta, passando dalle parole ai fatti”.
Il presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, gli fa eco sull’importanza del ruolo delle amministrazioni comunali nella salvaguardia ambientale. “I Comuni hanno un ruolo fondamentale nel percorso verso la transizione ecologica e digitale. Questo primo momento d’incontro a Tivoli dei Comuni #PlasticFree va salutato come un’occasione per meglio coordinarsi e diffondere best practice normative e organizzative, partendo dai territori. L’amministrazione di Tivoli ha lavorato molto sul tema della raccolta differenziata, dell’obiettivo zero waste e anticipando la messa al bando dell’uso di plastica e del monouso. E’ importante costruire meeting di coordinamento dal basso soprattutto di fronte alle grandi difficoltà che incontrano le conferenze internazionali e i momenti di dibattito nazionali, anche nel diffondere scelte positive per l’ambiente e la comunità”.
Per Francesco Girardi, amministratore unico di Asa Tivoli Spa, “è un onore aver potuto condividere l’organizzazione di questo evento con la Fondazione UniVerde, per cui ringrazio il suo Presidente e mentore ispiratore dell’ecologismo nazionale degli ultimi 2 decenni in Italia, Alfonso Pecoraro Scanio”. “Ringrazio personalmente i suoi collaboratori che, unitamente ai nostri responsabili della Comunicazione Istituzionale, Mauro Tufano e Veronica Timperi, hanno reso tangibile tutto questo. Ringrazio a nome di tutti i dipendenti di Asa il sindaco Proietti per aver dimostrato ancora una volta quanto l’ecologia sia importante per tutti i cittadini di Tivoli. Sono loro, unitamente a tutti gli altri concittadini rappresentati dai sindaci che ci hanno onorato della loro presenza, partecipando e condividendo il loro percorso da tutta Italia, che possono orientare in modo decisivo l’offerta di mercato inerte e che tenta troppo spesso di porre freno al progresso. Non c’è gesto più generoso e intelligente che si possa fare in favore dei nostri figli e dei nostri nipoti di quello fatto oggi pensando solo ai vantaggi ambientali di domani: reimpariamo la lezione dei nostri nonni che in famiglia piantavano giovani alberi della cui frutta avrebbero potuto godere non loro stessi, ma i propri nipoti in futuro”, ha aggiunto.
Un plauso all’iniziativa arriva dal presidente di Anci Lazio, il sindaco di Monterotondo Riccardo Varone. “L’attenzione alle tematiche green è uno sguardo ad un futuro ormai prossimo, in cui l’impegno deve essere legato alla sostenibilità ambientale. Il pianeta che viviamo è uno e uno soltanto, dobbiamo fare il possibile e l’impossibile, se necessario, per preservarlo. Se da una parte dobbiamo lavorare sul fronte delle emissioni di gas serra, dall’altra la partita decisiva si gioca sulla plastica e l’enorme quantità che ne esiste nel mondo, purtroppo anche nel nostro ciclo alimentare. Il lavoro è gravoso e richiede l’impegno di tutti, l’iniziativa di Tivoli è la buona pratica da prendere a esempio per un territorio più pulito e proiettato al futuro”.
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Sace e Deutsche Bank insieme per la crescita sostenibile di Sartorilegno
ROMA (ITALPRESS) – Sartorilegno cresce rendendo i propri processi produttivi sempre più circolari ed efficienti grazie a SACE e Deutsche Bank. L’azienda trentina, che si occupa della produzione di imballaggi in legno da materia prima locale, ha ricevuto un finanziamento di 3 milioni di euro, erogato da Deutsche Bank e coperto da SACE tramite garanzia green. Il finanziamento è destinato all’acquisto e all’installazione di un impianto per la produzione di pellet da scarti di legno provenienti dalle lavorazioni di Sartorilegno, la quale rafforza così il proprio impegno in termini di economia circolare e valorizzazione delle risorse locali, sviluppando un processo di utilizzo della stessa virtuoso ed ecosostenibile. L’impianto, parte di un più ampio piano di investimenti, permetterà l’abbattimento delle emissioni inquinanti causate dal trasporto su gomma della segatura e cippato di legno che, a valle del processo di lavorazione del legno, erano precedentemente inviati a terzi non potendo essere riutilizzati in loco.
Sartorilegno, attiva dal 1981, è un’azienda tutta italiana e un punto di riferimento nella produzione di imballaggi in legno. Nel tempo ha raggiunto una posizione di leadership nel settore attraverso continui investimenti in innovazione e ricerca e sviluppo finalizzati alla valorizzazione/utilizzo ottimale della materia prima legno, seguendo i principi cardine della sostenibilità e della rigenerazione ambientale delle foreste.
Gli interventi finanziati, grazie all’impatto positivo in termini di mitigazione del cambiamento climatico, rientrano negli obiettivi del Green New Deal, il piano che promuove un’Europa circolare, moderna, sostenibile e resiliente. In questo ambito, SACE riveste un ruolo centrale nell’attuazione del Green New Deal sul territorio italiano, come previsto dal Decreto Legge “Semplificazioni” di luglio 2020 (76/2020).
Infatti, la società guidata da Pierfrancesco Latini può rilasciare ‘garanzie green’ su progetti domestici in grado di agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere iniziative volte a sviluppare una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti. Dall’entrata in vigore del Decreto è stato istituito un team di specialisti trasversale alle varie funzioni aziendali, che racchiude professionalità diverse e complementari, in grado di rispondere a 360° alle esigenze di questa nuova operatività di SACE.
“Il finanziamento – sottolinea Luigi Sartori di Sartorilegno – rafforza la strategia di miglioramento continuo della nostra offerta sotto il profilo ambientale e conferma il nostro forte impegno verso il green. Innovazione e sostenibilità sono alla base di questa iniziativa, che si inserisce nel nostro percorso di investimenti nel perimetro dell’economia circolare”.
“Il nostro obiettivo – prosegue – è valorizzare pienamente all’interno delle nostre lavorazioni le risorse del territorio che ci circonda, limitando il più possibile i percorsi dei trasporti su gomma e le emissioni inquinanti. Tutti i processi produttivi che abbiamo messo in atto sono stati pensati e realizzati nell’intento di valorizzare la maggior risorsa del nostro territorio: il legno”.
“Sartorilegno – ha sottolineato Stefano Retrosi, Responsabile PMI Nord di SACE – oltre a essere un’eccellenza 100% Made in Italy nella lavorazione e nel riciclo del legno, è una delle prime PMI supportate da SACE con garanzia green, obiettivo raggiunto grazie alla stretta collaborazione tra la rete territoriale di SACE e Deutsche Bank. Questa operazione testimonia il nostro impegno verso le filiere strategiche presenti sul territorio e le realtà più piccole, che sono il cuore del tessuto produttivo italiano. Con questa operazione, inquadrata nel perimetro dell’economia circolare, rafforziamo il nostro sostegno alla transizione ecologica del Paese per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Agenda 2030”.
“Con questo finanziamento Deutsche Bank rafforza la sua già solida relazione con un’eccellenza italiana attiva nell’economia circolare, rinnovando al contempo la sua proficua collaborazione con SACE sul territorio italiano – ha detto Mirko Cecchetto, Head of Business Banking Italy, Deutsche Bank – Questa operazione conferma inoltre l’impegno dell’istituto in ambito ESG e il sostegno al settore produttivo italiano, dalle grandi imprese alle PMI”.
(ITALPRESS).
Amici della Terra “Serve un mix di azioni per la transizione energetica”
ROMA (ITALPRESS) – Al via la XIII Conferenza Nazionale per L’Efficienza Energetica, che si svolge il 23 e 24 novembre a Roma, appena dopo due eventi importanti per il futuro dell’uso dell’energia, il G20 e la COP26. Questi appuntamenti internazionali per la prima volta hanno aperto al superamento della narrazione ideologica e semplicistica secondo cui l’unica strada verso la transizione fosse l’installazione di rinnovabili elettriche di grandi dimensioni. Si è resa chiara la necessità di mettere in campo una molteplicità di azioni diverse e di investire in ricerca tecnologica, grazie anche all’intervento italiano con Mario Draghi che dichiara come “oggi raggiungere quegli obiettivi nel 2050 con le sole rinnovabili non è realistico. Ce l’ha detto la Commissione, l’han detto le Nazioni Unite…”.
“Come Amici della Terra abbiamo apprezzato almeno tre decisioni con queste caratteristiche, annunciate da Draghi già in conclusione del G20 di Roma – conferma la presidente dell’associazione Monica Tommasi nel discorso di apertura dei lavori -. I 100 miliardi annui di sostegno alle politiche dei paesi meno sviluppati, il ruolo della forestazione perchè l’obbiettivo net zero non può prescindere dal riassorbire parte delle emissioni, e la priorità data finalmente alla riduzione delle emissioni di metano, fronte sul quale come Amici della Terra siamo da anni attivi con studi e collaborazioni su più fronti”.
L’Italia nella definizione del nuovo Piano Nazionale integrato per l’Energia e il Clima (PNEC) richiesto dallo European Green Deal deve superare l’attuale impostazione e assumere realmente il principio #Primalefficienza.
Per fare cio il nuovo PNEC dovrà ruotare su un obiettivo globale di riduzione dell’intensità energetica basato su obiettivi settoriali di miglioramento dell’efficienza energetica collegati a corrispondenti obiettivi di aumento della competitività e crescita economica.
Gli Amici della Terra ripropongpno con forza il principio #primalefficienza “che in questi anni ha dimostrato di essere l’approccio trasversale che ha portato gli unici veri progressi, graduali ma concreti e misurabili, a fronte di investimenti grandiosi fatti a favore di eolico e fotovoltaico che hanno prodotto risultati bassi e sulle cui contraddizioni non si è mai avuto un dibattito pubblico serio. Contraddizioni – spiegano – che riguardano la dimensione locale con gli impatti paesaggistici, sulla biodiversità e per lo sviluppo rurale; e la dimensione globale con il consumo di suolo, con le nuove esigenze di estrazione mineraria che pongono enormi problemi di sostenibilità ambientale”, a cui è dedicata la sessione pomeridiana del primo giorno dei lavori.
“Vanno evitate quindi politiche che non tengano conto della realtà italiana, privilegiando solo le rinnovabili elettriche intermittenti. Percorsi di elettrificazione dei consumi velleitari, e la rinuncia a gestire al meglio il ruolo del gas naturale nella transizione rischiano di avere effetti controproducenti sul conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione – conclude Tommasi -. E infine non bisogna sottovalutare il pericolo che il populismo cavalchi le contraddizioni di politiche per la transizione non attente alla realtà sociale del paese”.
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Bayer e la onlus Plastic Free insieme per ripulire 5 città dai rifiuti
ROMA (ITALPRESS) – Bayer Italia continua il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale supportando l’Associazione Plastic Free Onlus, nata nel 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili sul tema della protezione ambientale e dei rifiuti dispersi in natura.
Tema che si lega allo scopo “Science for a Better Life” e alla visione “Health for All, Hunger for None” di Bayer che promuove un uso responsabile delle risorse per aiutare le persone e il pianeta a prosperare dando un contributo rilevante al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo delle Nazioni Unite.
Il Gruppo, impegnato nel settore delle Life Science, è quindi pronto a scendere in campo per ripulire cinque città italiane dalla plastica – in particolare quella monouso – e dai rifiuti, grazie alla sinergia con Plastic Free.
Torino, Firenze, Roma, Napoli e Reggio Calabria saranno le città protagoniste di questa iniziativa che si terrà domenica 28 novembre e che vedrà la partecipazione di volontari e dei dipendenti dell’azienda. Già in occasione della Giornata mondiale della Terra, l’azienda aveva incoraggiato l’adozione di comportamenti virtuosi e sostenibili per l’ambiente coinvolgendo i propri dipendenti nella piantumazione di 1650 alberi in diversi Paesi fra Africa e Sud America tra cui Tanzania, Ecuador, Guatemala e Kenya contribuendo così a catturare 356.500 kg di CO2.
“Oggi il mondo si trova di fronte ad una sfida senza precedenti, cioè garantire salute e benessere ad una popolazione mondiale in crescita – ha commentato Fabio Minoli, direttore della Comunicazione e Rapporti Istituzionali -. Tutti possiamo contribuire a preservare le risorse naturali trattandole in modo sostenibile e rispettoso. Partecipando alle raccolte di Plastic Free Onlus vogliamo sostenere l’importanza che assume l’impegno di ognuno per proteggere l’ambiente e tutelare la biodiversità. Invitiamo i cittadini di Firenze, Napoli, reggio Calabria, Roma e Torino a rispondere attivamente per rendere ancora più efficace questa lodevole iniziativa”,
Per partecipare è necessario registrarsi dal sito di Plastic Free www.plasticfreeonlus.it cercando gli appuntamenti nella sezione “eventi”.
(ITALPRESS).
Italcementi, meno CO2 con i combustibili alternativi per la produzione
MILANO (ITALPRESS) – Ridurre le emissioni di anidride carbonica generate dalla filiera del cemento e del calcestruzzo utilizzando combustibili alternativi al posto di quelli fossili durante il processo produttivo.
Tessuti, plastiche, carta e altri materiali non pericolosi, che non è più possibile riciclare nè riutilizzare in alcun modo, potrebbero diventare un’importante risorsa energetica per la produzione del cemento. Tuttavia, anche se l’industria è già tecnologicamente pronta, è frenata da ostacoli burocratici che non rendono pienamente attuabile una strategia fortemente voluta dalla filiera.
«Bisogna intervenire soprattutto sul processo produttivo perchè da lì provengono i 2/3 delle emissioni di CO2 – ha commentato Roberto Callieri, amministratore delegato di Italcementi e presidente di Federbeton, in occasione di Made Expo, a Milano – e in particolare è fondamentale la sostituzione dei combustibili di natura fossile con quelli alternativi derivanti dai rifiuti, dai materiali che sono giunti alla fine del loro ciclo di vita e che possono essere riutilizzati per ottenere combustibili a basse emissioni, come a esempio, le biomasse. Questo porterebbe a ridurre del 12 per cento le emissioni di CO2 prodotte dalla filiera».
L’uso nelle cementerie del cosiddetto CSS (Combustibile solido secondario) ottenuto dall’attenta selezione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, eviterebbe di ricorrere a discariche, inceneritori e non obbligherebbe a portare gli scarti oltre confine per lo smaltimento. Ma soprattutto ridurrebbe l’importazione del petrolio dall’estero, migliorando il bilancio energetico nazionale e risparmiando CO2. Oltretutto, le alte temperature degli impianti di produzione del clinker evitano la formazione di ceneri e non interferiscono sulla qualità del prodotto.
Ma l’Italia è fanalino di coda in questo processo: nei Paesi europei più avanzati i combustibili alternativi sono largamente impiegati da decenni.
Il tasso di sostituzione dei combustibili fossili con i CSS nelle cementerie ha raggiunto il 79% in Austria, il 66% in Germania, il 46% in Francia e il 33% in Spagna. In Italia invece, la percentuale è ferma al 19.7%.
Ma oltre al processo produttivo, il cammino della carbonizzazione passa anche per lo sviluppo di prodotti sostenibili e di qualità.
«Il prodotto va di pari passo con la parte legata al processo e come Italcementi stiamo focalizzando la ricerca in tal senso – ha aggiunto l’Ad Callieri – a Made Expo presentiamo la nostra soluzione i.power RIGENERA per la rigenerazione delle infrastrutture esistenti e i.idro DRAIN, un calcestruzzo progettato per garantire il rispetto del ciclo naturale dell’acqua e ovviamente la linea eco.build caratterizzata da prodotti sostenibili e a bassa impronta carbonica».
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Torino, Amiat sceglie le favole contro l’abbandono dei rifiuti
TORINO (ITALPRESS) – Tre divertenti spot ispirati ad altrettante fiabe, che in rilette in chiave postmoderna, vogliono sensibilizzare i cittadini verso comportamenti più rispettosi dell’ambiente e contrastare il fenomeno dei rifiuti abbandonati, in particolare quelli ingombranti. E’ questo l’obiettivo che si è data Amiat, società del gruppo Iren, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), che nasce all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea. Le tre video pillole che verranno divulgate attraverso i canali social del Gruppo, e si ispirano a Raperonzolo, la Bella Addormentata nel bosco e Aladdin. Ogni scena, tuttavia, ha un epilogo diverso e del tutto inaspettato rispetto a quello tradizionale, proprio a causa di rifiuti abbandonati. Il perchè arriva nel finale: se tutti adottassero un comportamento responsabile, potremmo vivere davvero in un mondo da favola. D’intesa con il Comune di Torino, Amiat ha anche organizzato alcuni flash mob con attori professionisti, che ripropongono la scena de “La Bella addormentata”, con momenti interattivi che hanno coinvolto cittadini e studenti.
“Migliorare l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità è un obiettivo che la Città di Torino si prefigge insieme ad Amiat, agli istituti scolastici e ad altri enti e associazioni che già lavorano sul tema” dichiara Chiara Foglietta, assessora alla Transizione Ecologica e Digitale della Città di Torino. “Con questa campagna vogliamo sensibilizzare i cittadini in merito agli abbandoni di rifiuti, un comportamento scorretto, ma purtroppo diffuso, che ci costa vari milioni di euro l’anno” ha sottolineato Christian Aimaro, Presidente Amiat Gruppo Iren, evidenziando come “a Torino la raccolta differenziata è in continua crescita e dal 2020 ha superato il 50% e quest’anno si viaggia attorno al 54%, ma i dati ufficiali li daremo a fine anno” ha aggiunto.
(ITALPRESS).









