PARMA (ITALPRESS) – Cosa c’è dietro a un biscotto, una merendina o un pacco di pasta Barilla? Ingredienti diversi ma una stessa strategia produttiva e un approccio sostenibile al “fare impresa” che, dal 2022, tutti potranno scoprire in un luogo speciale, l’agriBosco Barilla. Una passeggiata nell’agriBosco permetterà di apprezzare come Barilla intende il proprio ruolo nel mondo, valorizzando ingredienti e materie prime di grande qualità e rispettosi dell’ambiente. Ci saranno campi di girasole (che ci ricordano la scelta di eliminare l’olio di palma, per ragioni legate al miglioramento nutrizionale dei prodotti), campi di grano tenero con fiori e casette per le api e altri insetti impollinatori (che presentano i principi e i valori espressi dalla “Carta del Mulino”) e di grano duro per la pasta, che Barilla coltiva in modo sostenibile, nel segno dell’agricoltura di precisione, con rotazioni colturali che minimizzano il consumo del suolo e le emissioni di gas serra.
Nel raccontare la strategia di sostenibilità di Barilla, che dalla natura prende ciò che serve per fare i propri prodotti e vuole restituirle altrettanto valore, nell’agriBosco i campi agricoli coesistono e “fanno mondo” con un bosco che ospita quasi tremila alberi di specie autoctone tra filari e aree riforestate, per portare bellezza al paesaggio e ripristinarne la biodiversità perduta. E ancora, campi verdi, percorsi naturalistici, che rendono questo progetto unico: un luogo che aggiunge un altro elemento entusiasmante al percorso che Barilla, da tempo, ha intrapreso sulla sostenibilità e dove poter celebrare la bellezza della natura.
Con una superficie pari a 23 ettari (più di 30 campi da calcio) di terreno fino a ieri brullo e deserto, il progetto dell’agriBosco non è solo un’iniziativa di riqualificazione ambientale: è anche un gesto d’amore per la natura da parte delle persone Barilla, un luogo di incontro tra agricoltura, animali e piante, anche da tramandare alle generazioni future.
La nascita dell’agriBosco, annunciata in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (21 novembre), è stata possibile grazie alla collaborazione tra Barilla e due partner autorevoli: Legambiente, l’associazione ambientalista che da oltre 40 anni è protagonista di progetti di sviluppo sostenibile e tutela del territorio, e AzzeroCO2, che in Italia ha promosso decine di progetti di forestazione per la mitigazione degli impatti ambientali e la compensazione delle emissioni. Mentre assieme al Consorzio Forestale KilometroVerdeParma sono state scelte le tipologie di alberi che cresceranno nell’agriBosco.
Secondo le stime di AzzeroCO2, l’agriBosco Barilla assorbirà oltre 13mila kg di CO2 ogni anno per i prossimi 100 anni. Per dare un’idea, 13.000 kg di CO2 sono tanti quanti quelli emessi, ad esempio, per fare il giro dell’equatore oltre 100 volte con un’auto di media cilindrata.
I lavori di riqualificazione e riforestazione sono iniziati a primavera 2021. Alle verifiche e ai saggi archeologici è seguita, ad aprile, la piantumazione di 1.070 piante forestali e 200 piante pronto effetto. E in questi giorni, con la posa di quasi 1.600 ulteriori alberi e arbusti, il totale delle aree riforestate sarà di oltre 54mila metri quadrati.
L’area riqualificata darà vita ad un luogo d’incontro aperto a tutti, uno spazio verde per la comunità locale e per le persone Barilla, che verrà inaugurato in primavera 2022, dove poter svolgere attività ricreative e sociali, ad esempio con la possibile condivisione di orti e frutteti aziendali. L’agriBosco sarà anche un parco didattico per le scuole, le associazioni e il mondo del volontariato, con percorsi tematici sull’agricoltura sostenibile, l’apicultura, la tutela della biodiversità e la gestione virtuosa del ciclo delle acque. Un progetto che è quindi un percorso in divenire, che negli anni crescerà e si svilupperà grazie agli stimoli che arriveranno anche dalle persone Barilla, da anni impegnate nel promuovere a tutti i livelli dell’organizzazione cambiamenti positivi in azienda e non solo. Le persone Barilla sono già parte attiva di un progetto che nasce vicino alla sede centrale dell’azienda e unisce idealmente tutti gli 8.400 collaboratori del Gruppo. Ad esempio, uno dei primi contributi in questo senso è stata la progettazione di sentieri e percorsi accessibili a tutti e privi di barriere, che renderanno l’agriBosco un luogo inclusivo e aperto alla diversità.
Il pensiero ispiratore dell’agriBosco ha origine da altri progetti con cui il Gruppo Barilla rende concreto il suo impegno in favore della natura e dell’ambiente: la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra di prodotti e processi; la riforestazione e tutela di 6 aree boschive italiane con Gran Cereale; l’utilizzo di fibra vergine da foreste gestite in modo responsabile per le confezioni in cartoncino della pasta Barilla; la “Carta del Mulino” con la coltivazione sostenibile di grano tenero, la tutela della biodiversità e degli insetti impollinatori; e i progetti di Carbon Neutrality con Gran Cereale, Mulino Bianco, Wasa e Harrys, solo per citarne alcuni.
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Agricoltura sostenibile e natura insieme, nasce l’agriBosco Barilla
Roma, partita al Nomentano la messa a dimora di 25 nuovi alberi
ROMA (ITALPRESS) – E’ partita al quartiere Nomentano di Roma la messa a dimora di 25 nuovi alberi, resa possibile dalle donazioni dei cittadini e dal contributo di Intesa Sanpaolo. Si tratta dell’ultima iniziativa dell’Associazione di tutela ambientale Daje de Alberi. Per la prima volta sulle strade della Capitale ci sono decine di nuovi alberi attraverso la sinergia tra pubblico e privato.
La seconda raccolta fondi, organizzata in maniera chiara e trasparente sulla piattaforma digitale Gofundme.com, ha superato quota 2000 euro in pochi mesi nonostante il periodo di crisi economica legata alla pandemia, con donazioni da diversi quartieri della Capitale e da altre zone d’Italia.
Ligustri e Cipressi i tipi di alberi scelti secondo le esigenze delle diverse zone con la consulenza del Servizio Giardini di Roma Capitale.
“La particolarità del nostro progetto – ha sottolineato il giovane presidente dell’Associazione Lorenzo Cioce, poeta e scrittore – non consiste esclusivamente in un meccanico piantare nuovi alberi e curare gli alberi esistenti, ma soprattutto nello stimolare la socialità del quartiere, coinvolgendo la cittadinanza”.
Un approccio locale di azione in un’ottica mondiale di mitigazione degli effetti devastanti dei cambiamenti climatici in città, come gli allagamenti e le ondate di calore e siccità.
All’evento erano presenti Cristiana Avenali, responsabile Ufficio di Scopo Piccoli Comuni e Contratti di Fiume della Regione Lazio, Francesca Del Bello, presidente del Municipio Roma2 con il vicepresidente Emanuele Gisci, l’assessore all’Ambiente Rosario Fabiano e il consigliere Marco Dolfi.
Fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo il sostegno pieno e convinto di Intesa Sanpaolo. “Avere città sempre più verdi e con l’aria più pulita, in grado di migliorare la nostra salute e la qualità della nostra vita, è diventato un obiettivo condiviso da cittadini, aziende e istituzioni – commenta Pierluigi Monceri, responsabile della direzione regionale Lazio e Abruzzo -. Sostenere l’Associazione Daje de Alberi, permettendo di piantare nuovi alberi in alcuni quartieri di Roma, è stato un modo per tradurre il nostro impegno per l’ambiente in un’azione concreta e tangibile a vantaggio della città. Intesa Sanpaolo vuole infatti coniugare il proprio mestiere di banca con l’impegno quotidiano a lasciare un segno positivo nella società, a cominciare dall’ambiente. E’ una scelta che portiamo avanti anche attraverso l’offerta di prodotti bancari con ricadute positive sull’ambiente, come investimenti ESG e finanziamenti green”.
Altri 10 alberi saranno messi a dimora nei prossimi giorni a Pietralata in collaborazione con il Comitato Popolare Monti di Pietralata.
Daje de Alberi è un progetto di riforestazione e rigenerazione ambientale e sociale per la città metropolitana di Roma Capitale basato sul bene comune e la bellezza.
L’Associazione no profit nata nel 2021, dopo anni di esperienza nel mondo del volontariato del fondatore Lorenzo Cioce, ha ottenuto ottimi risultati grazie ad altre raccolte fondi digitali per piantare nuovi alberi.
L’innaffiamento e la cura costanti degli alberi viene assegnata ai volontari dell’Associazione, residenti e commercianti. Una riappropriazione del bene comune e di condivisione sociale che si accompagna a un messaggio ecologico ed empatico importante, trasmesso alla città e non solo: il motto dell’associazione “Condivìde et Albera”.
Daje de Alberi ha un approccio olistico verso la cura del bene comune. Grazie al digital vengono presentate diverse segnalazioni alle autorità competenti e periodicamente vengono organizzati eventi di tutela ambientale dei territori coinvolti nei progetti di riforestazione.
“Gli alberi, alleati del benessere del pianeta, sono esseri viventi generosi e meravigliosi e non semplici oggetti d’arredo cittadino”, questo uno dei principi fondamentali dell’associazione.
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Pnrr, Cingolani incontra Carabinieri “Tempi stretti, c’è bisogno di voi”
ROMA (ITALPRESS) – “Bisogna realizzare il Pnrr in tempi stretti. Dovremo essere perfetti e velocissimi. Sono misure che andranno a impattare enormemente sul funzionamento del Paese e non possiamo fallire. Abbiamo bisogno di voi”. Lo ha detto stamattina il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla presentazione all’Arma dei Carabinieri della missione del Pnrr “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. A questa missione, come ha spiegato il ministro, sono destinati 69 miliardi di euro di investimenti europei, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa ed inclusiva. All’incontro erano presenti i vertici dell’Arma, gli addetti del comparto della Tutela forestale, ambientale e agroalimentare e gli Ufficiali frequentatori del 14° corso di specializzazione per “Addetti al Comando Carabinieri Tutela ambientale e la transizione ecologica”.
A inizio lavori, il ministro Cingolani ha sottoscritto con il Comandante generale dell’Arma, Gen. C.A. Teo Luzi, un protocollo d’intesa che coinvolge anche i ministeri degli Affari esteri, della Difesa e delle Politiche agricole per promuovere il comparto di specialità dell’Arma, riqualificando il Centro di addestramento forestale di Sabaudia a Centro di eccellenza interazionale in materia ambientale, forestale, di biodiversità e di gestione di aree naturali, a connotazione addestrativa.
Nel corso dell’incontro è stata presentata al ministro una serie di progetti, come il sito www.unalberoperilfuturo.it, realizzato dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità.
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Wwf “Approccio ecosistemico e inclusivo per tutelare il Mediterraneo”
ROMA (ITALPRESS) – La nuova Strategia per la biodiversità 2030 dell’Unione Europea prevede che entro il 2030, il 30% dei mari europei sia protetto, di cui il 10% rigorosamente protetto. Per il WWF questo obiettivo è da intendersi sotto un approccio inclusivo di una serie di fattori che interagiscono tra loro, attuando una protezione efficace di ogni aspetto di conservazione (habitat, specie e le componenti che garantiscono il funzionamento degli ecosistemi). Sebbene se ne sia parlato poco, la Pianificazione dello Spazio Marittimo (MSP, Maritime Spatial Planning) è lo strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di buono stato ambientale richiesti dalla Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino (MSFD, Marine Strategy Framework Directive) e per conseguire gli obiettivi della nuova Strategia per la biodiversità 2030 dell’UE.
Per questo oggi il WWF pubblica il paper di approfondimento per “Realizzare la pianificazione dello spazio marittimo attraverso l’approccio ecosistemico” con cui guidare le scelte di regolamentazione del governo.
L’Italia, insieme agli altri Stati membri dell’UE, avrebbe dovuto entro il 31 marzo 2021 implementare il proprio piano di gestione dello spazio marittimo. Purtroppo, a differenza di altri, non siamo stati in grado di rispettare questo impegno e siamo ancora ben lontani da raggiungere questo risultato.
Considerare un approccio ecosistemico e integrato alla tutela del Mediterraneo per il WWF non significa solo dover proteggere una superficie marina uguale o maggiore del 30% ma, anche scegliere in maniera più efficiente gli spazi, tenendo in considerazione gli aspetti ambientali e gli usi presenti e futuri dei settori marittimi in maniera da ridurre o mitigare dove possibile gli impatti cumulativi delle attività antropiche sulle risorse marine, inclusa la resilienza agli impatti dovuti ai cambiamenti climatici, e di ridurre al tempo stesso i conflitti per l’utilizzo di determinati spazi cercando di creare, ove possibile, sinergie tra settori diversi ma compatibili tra loro. Il “Marine Spatial Planning” quindi non si limita solo alla protezione dell’ambiente marino, ma mira allo stesso tempo a garantire una sostenibilità socioeconomica a lungo termine.
“Pur essendo uno dei maggiori hotspot mondiali di biodiversità marina e costiera, il Mar Mediterraneo è gravemente impattato da decenni di sviluppo economico non regolamentato, sfruttamento insostenibile delle risorse naturali e sviluppi costieri mal gestiti: molti dei settori marittimi appartenenti alla categoria della Blue Economy sono, secondo le previsioni, destinati ad espandersi notevolmente entro il 2030, e la crescente competizione per l’utilizzo di nuovi spazi porterà inevitabilmente sia a conflitti nell’uso dello spazio marittimo sia ad un aumento degli impatti cumulativi sulle risorse naturali e sugli ecosistemi marini, già duramente colpiti dal cambiamento climatico. Tuttavia, come le risorse marine, anche lo spazio marittimo è una risorsa limitata – afferma Giulia Prato responsabile Programma Mare in WWF Italia -. E’ quindi essenziale che tutti i Paesi europei e l’Italia in particolare si dotino al più presto di una pianificazione dello spazio marittimo basata sull’approccio ecosistemico, da sviluppare attraverso il coinvolgimento di diversi stakeholder, che salvaguardi importanti aree ecologiche, riduca la pressione negativa sull’ecosistema marino nel suo complesso e garantisca spazio per la natura”.
“Solo in questo modo – osserva – si potrà conservare la biodiversità marina e garantire la resilienza l del Mar Mediterraneo alla luce degli impatti dei cambiamenti climatici, oltre a supportare un’economia blu sostenibile”.
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Da Commissione Ue tre proposte su disboscamento, suolo e rifiuti
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha adottato tre nuove iniziative necessarie per concretizzare il Green Deal europeo. La Commissione propone nuove norme per frenare il disboscamento provocato dall’UE e altrettante nuove norme per facilitare le spedizioni di rifiuti all’interno dell’UE al fine di promuovere l’economia circolare, contrastare l’esportazione illegale di rifiuti e dei problemi da essi posti nei paesi terzi. La Commissione presenta anche una nuova strategia per la protezione del suolo volta a ripristinare, rendere resiliente e proteggere adeguatamente il suolo in tutt’Europa entro il 2050. Con le proposte odierne la Commissione presenta gli strumenti per passare a un’economia circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali nell’Unione europea e nel mondo. Per garantire che il mercato dell’UE accolga solo prodotti legali che non abbiano contribuito al disboscamento, il regolamento obbliga le imprese che intendono commercializzare questi prodotti a esercitare il dovere di diligenza. La Commissione utilizzerà un sistema comparativo per valutare i paesi e il rispettivo livello di rischio di disboscamento e degrado forestale connesso alle materie prime che rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento.
Con la revisione del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti, la Commissione realizza gli obiettivi dell’economia circolare e dell’inquinamento zero proponendo norme più rigorose per l’esportazione dei rifiuti, un sistema più efficiente per la circolazione dei rifiuti considerati risorsa e un’azione incisiva contro il traffico illegale. Le esportazioni di rifiuti verso paesi non appartenenti all’OCSE saranno limitate e autorizzate solo se i paesi terzi sono disposti a ricevere determinati rifiuti e sono in grado di gestirli in modo sostenibile. Le spedizioni di rifiuti verso i paesi OCSE saranno monitorate e potranno essere sospese se causano gravi problemi ambientali nel paese di destinazione. Infine la Commissione presenta oggi anche una nuova strategia UE per il suolo, un importante risultato tangibile del Green Deal europeo e della strategia UE sulla biodiversità 2030 per affrontare la duplice crisi del clima e della natura. Un suolo in buona salute è il fondamento del 95 % degli alimenti di cui ci nutriamo, ospita più del 25 % della biodiversità mondiale ed è il più grande serbatoio terrestre di carbonio del pianeta. Tuttavia, il 70 % dei suoli nell’UE non è in buone condizioni. La strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile del suolo e propone una serie di misure, sia volontarie che vincolanti: l’obiettivo è aumentare il carbonio nei terreni agricoli, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute. Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “Per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno”. Per Virginijus Sinkevicius, commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, ” Con le proposte odierne ci assumiamo le nostre responsabilità e concretizziamo i nostri impegni riducendo l’impatto che produciamo sull’inquinamento e sulla perdita di biodiversità nel pianeta”.
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Annuario Arpa, l’aria siciliana migliora e il mare è in buona salute
PALERMO (ITALPRESS) – L’aria siciliana migliora in termini di qualità e il mare è complessivamente in buona salute. E’ quanto emerge dai dati contenuti nell’Annuario dei dati ambientali 2021, elaborato dall’Arpa, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. «L’annuario – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Toto Cordaro – raccoglie e rielabora in 175 pagine i dati ambientali siciliani di norma riferiti al 2020 sulla base di 62 indicatori che ci danno una lettura chiara della situazione. Monitoraggio e controllo sono strumenti indispensabili per la tutela del territorio, per identificare criticità e definire priorità di azione». L’annuario è suddiviso in 9 capitoli che abbracciano altrettante aree tematiche: acque marino costiere, acque, qualità dell’aria, certificazioni ambientali, rifiuti, controlli ambientali, suolo e biosfera, ambiente e salute, agenti fisici con riferimento agli obiettivi fissati da Agenda 2030 che mirano allo sviluppo sostenibile.
Notizie positive in materia di qualità dell’aria in Sicilia. I dati di qualità dell’aria relativi a ossidi di azoto e benzene rilevati nel periodo del lockdown hanno confermato che il traffico veicolare costituisce la principale causa di inquinamento dell’aria negli agglomerati urbani. I dati di monitoraggio dell’Arpa nel corso del 2020 confermano sostanzialmente i dati del 2019. Fa eccezione la drastica riduzione della concentrazione media annua di arsenico nelle polveri sottili (PM10) nella stazione Priolo, che aveva raggiunto concentrazioni molto elevate nel 2018 e nel 2019. Nelle aree industriali si rilevano significative concentrazioni orarie di benzene e idrocarburi non metanici.
«I dati rilevati dalle stazioni sulla presenza di biossido di azoto e benzene negli agglomerati urbani, ridotti notevolmente durante i mesi di lockdown, ci dicono chiaramente che la riduzione del traffico (auto e navi) ha fatto scendere le concentrazioni – sottolinea Cordaro – a conferma di quanto disposto dal Piano regionale di qualità dell’aria che punta alla riduzione del 40 per cento del traffico nelle città, quale misura principe che i Comuni devono adottare per abbassare le emissioni gassose, che è l’auspicio del governo Musumeci».
«L’annuario – spiega Vincenzo Infantino, direttore generale dell’Arpa – è una fotografia di quello che è stato il controllo e il monitoraggio dell’ambiente nell’anno di riferimento, mostra lati positivi e negativi laddove si riscontrano situazioni positive vuol dire che si è fatto bene ma che si può migliorare, nei casi in cui i trend sono negativi i dati ci forniscono indicazioni su come agire per migliorare».
«Particolarmente funzionale e innovativa nel suo genere – spiega Cordaro – è l’applicazione legata al progetto Nose, finanziato dalla Regione, che rende il cittadino protagonista della tutela dell’ambiente in grado di segnalare la presenza di molestie olfattive. Nel 2020 le segnalazioni arrivate dalle AERCA, aree a elevato rischio di impatto ambientale, quali Gela, Milazzo e Siracusa hanno permesso di individuare 38 eventi odorigeni, di cui 9 a Siracusa e 29 a Catania, per molti dei quali è stato possibile individuare l’area di origine che l’ha causata».
Nel 2020 è stata realizzata anche la nuova rete regionale per il monitoraggio della qualità dell’aria previsto dal Piano di valutazione, con le sue 53 stazioni operative da luglio 2021. Di grande utilità i dati raccolti dalle due stazioni Arpa a Trapani e Siracusa per il monitoraggio sporopollinico che rileva quantità e tipologia di pollini e spore sia di interesse sanitario, per le allergie, che per scopi agronomici e ambientali.
Gode di buona salute dal punto di vista dello stato degli habitat il mare siciliano. Più nel dettaglio si assiste al miglioramento di una serie di parametri ma permangono ancora alcuni problemi legati alla presenza di microplastiche, migliora invece la situazione sulla presenza di alga tossica (Ostreopsis) sulle zone costiere che nel 2020 si è ridotta notevolmente rispetto al 2019. Per le acque interne, superficiali e sotterranee, il monitoraggio annuale mostra un trend stabile, la situazione rileva non conformità dal punto di vista microbiologico, e quindi le nostre acque hanno bisogno sempre di un sistema di potabilizzazione incisiva, probabilmente per problemi legati alla depurazione e alle pratiche agronomiche.
Relativamente alle variazioni del consumo del suolo, dall’annuario emerge che la Sicilia si attesta al settimo posto tra le regioni che nel 2020 consumano più suolo con più di 400 ettari. E’ Catania la prima città siciliana (più 34 ettari), all’ottavo posto fra le città italiane con la maggiore quantità di territorio trasformato in un anno. Positivo il dato sui controlli dei campi elettromagnetici: 27 gli interventi di controllo su sorgenti in 58 Comuni siciliani, nel 97 per cento dei casi i rilievi sono stati inferiori al limite di attenzione.
Sul fronte rifiuti un trend complessivamente in netto miglioramento si riscontra a livello regionale per la raccolta differenziata. Secondo i dati elaborati dall’Arpa, in Sicilia si passa da una raccolta differenziata media del 29,53 per cento del 2018 a una percentuale del 38,52 per cento, vale a dire oltre 680mila tonnellate di rifiuti urbani differenziati (secondo l’ultimo dato ufficiale rilevabile immesso al catasto regionale riferito al 2019); un trend positivo che alza di 9 punti la raccolta differenziata, pur permanendo le criticità delle aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania che si attestano su una media del 30 per cento. In generale dal 2014 si è passati dal 12,46 per cento al 38,52 per cento (del 2019) ovvero da 292mila a 860 mila tonnellate di rifiuti differenziati raccolti.
L’annuario dedica anche una sezione ai dati e numeri forniti dai 4 laboratori Arpa sul territorio, a Palermo, Ragusa, Catania e Siracusa, dove vengono conferiti e analizzati i campioni frutto delle attività di monitoraggio specifiche: nel 2020 analizzati 6.085 campioni e oltre 227 mila determinazioni eseguite, oltre a focus di approfondimento su alcune progettualità e attività di ricerca portate avanti dall’Agenzia.
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Emilia Romagna corridoio verde con “Mettiamo radici per il futuro”
BOLOGNA (ITALPRESS) – Prosegue senza sosta la campagna “Mettiamo radici per il futuro”, il piano della Regione per fare dell’Emilia-Romagna il “corridoio verde” d’Italia con la piantumazione entro il 2024 di 4,5 milioni di alberi in più, uno per ogni residente.
Obiettivi e programma della nuova fase della campagna, decollata il 1^ ottobre scorso, saranno illustrati dall’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo, sabato 20 novembre, nel corso dell’evento-itinerante “Un Po più verde”, a bordo della motonave Stradivari, lungo l’asta del grande fiume.
Sarà anche l’occasione per presentare le linee principali del grande progetto di rinaturazione del Po, finanziato dal Pnnr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che vede insieme le quattro regioni rivierasche: oltre all’Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto.
La giornata si concluderà con la premiazione dei progetti vincitori del bando forestazione urbana 2021 rivolto ai Comuni e delle best practice per la piantumazione.
Interverranno, tra gli altri, il segretario generale dell’Aipo (Autorità di bacino distrettuale del Po), Meuccio Berselli, il direttore dell’Agenzia interregionale per il Po, Luigi Mille, e il Comandante generale dei carabinieri forestali, Fabrizio Mari.
La giornata prenderà il via dal porto turistico di Boretto alle ore 10,30 a bordo della Stradivari. La partenza della motonave è prevista attorno alle ore 12 con rientro alle 14,30.
(ITALPRESS).
Snam, al via il podcast “Zhero – il segreto dell’acqua”
SAN DONATO MILANESE (TALPRESS) – Snam presenta il podcast “Zhero – Il segreto dell’acqua”, disponibile su tutte le principali piattaforme di ascolto (Spotify, Spreaker, Google Podcast, Apple Podcast) e su snam.it.
“Zhero” è liberamente ispirato all’omonimo libro per ragazzi di Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, edito da Salani.
I tre episodi, narrati da Cristiana Capotondi e scritti da Iole Masucci, si rivolgono a ragazzi e genitori e ruotano intorno ai temi dei cambiamenti climatici, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione scientifica e tecnologica. “Il racconto – ha dichiarato Cristiana Capotondi – è ambientato nella magica e incantata atmosfera di Venezia, dove i tre giovani eroi Giada, Serafina e Michele sono coinvolti in un’emozionante corsa contro il tempo per risolvere un mistero da cui dipende il futuro dell’umanità”.
Il progetto, lanciato nel mese della COP26, mira a sensibilizzare il pubblico sulla transizione energetica, illustrando i vantaggi ambientali dell’idrogeno verde prodotto tramite elettrolisi dell’acqua con fonti rinnovabili, e a incoraggiare lo studio delle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) tra i più giovani, in particolare tra le ragazze.
Il podcast “Zhero”, prodotto per Snam da Sirene Records a cura di Virginia Valsecchi e in collaborazione con DOING part of Capgemini, uscirà anche in lingua inglese, il prossimo 30 novembre.
(ITALPRESS).









