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Eataly Lingotto, nuova campagna informativa su riciclo imballaggi

TORINO (ITALPRESS) – Spesa consapevole e in qualche modo più sostenibile: è partita la nuova campagna promossa a Eataly Lingotto da Conai e dai sette Consorzi di filiera per il riciclo dei materiali di imballaggio. Secondo un recente studio Conai, infatti, nel fare acquisti agroalimentari gli italiani tengono in considerazione diverse caratteristiche ambientali del packaging: sono attenti alle informazioni sulla raccolta differenziata presenti sul packaging (il 54% del campione le cerca spesso o sempre), alle informazioni sulla riciclabilità dell’imballaggio (oltre il 50% controlla con elevata frequenza che la confezione sia riciclabile) e alla presenza di altre informazioni ambientali come – fra gli esempi – il contenuto di materiale riciclato, l’utilizzo di materia proveniente da foreste gestite responsabilmente o la carbon footprint (il 50% considera spesso o sempre queste informazioni). La nuova campagna informativa arriva sugli scaffali di Eataly Lingotto dove chi fa la spesa ora può ottenere nuove informazioni sul packaging dei prodotti da acquistare: cartellini e targhe raccontano i sette materiali di imballaggio, le loro caratteristiche e come possono trovare una seconda vita, se accuratamente differenziati. Quello rivolto da Conai e dai Consorzi Comieco, Corepla, Coreve, Ricrea, Rilegno, Cial e Biorepack è uno stimolo importante in una sede in cui da sempre la spesa è un momento di riflessione e consapevolezza: essere attori informati e attivi sul riciclo, separando correttamente carta e cartone, plastica, vetro, acciaio, legno, alluminio, e plastica biodegradabile e compostabile. In Italia, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, nel 2020 è stato avviato a riciclo il 73% dei rifiuti di imballaggio. “Per il nostro Paese è un record, che supera di oltre tre punti percentuali i risultati dell’anno precedente – commenta il presidente Conai Luca Ruini – E’ stato realizzato grazie ai cittadini, che hanno differenziato e che continuano a farlo sempre meglio: la campagna informativa a Eataly Lingotto ce lo ricorda”. “Informare ed educare alla consapevolezza è sempre stata una delle missioni di Eataly – spiega Sabrina Torti, Head of Partnership di Eataly – Siamo felici di aprire le porte a questa iniziativa che aggiunge un’opportunità di riflessione tangibile al momento della spesa”.
(ITALPRESS).

La Bocconi lancia il lab sulla rigenerazione urbana sostenibile

MILANO (ITALPRESS) – Se c’è un settore che non è entrato in crisi con il Covid-19, questo è la rigenerazione urbana sostenibile. I grandi operatori del real estate non hanno annunciato riduzioni degli investimenti che promettono di coniugare sviluppo economico e transizione ecologica. A Milano, unica città italiana tra le global cities capaci di attrarre grandi investimenti internazionali nel settore immobiliare, nel prossimo decennio ce ne sono già in programma per 13 miliardi di euro per una superficie lorda di 4,3 milioni di mq tra trasformazioni urbane e edilizie (Rapporto 2019 e 2020 sul mercato immobiliare di Milano – Scenari Immobiliari). Università Bocconi lancia il Sustainable Urban Regeneration (SUR) Lab, che si propone di studiare, analizzare e promuovere lo sviluppo della rigenerazione urbana sostenibile, con il contributo di quattro partner attivi nel settore: Hines, Prelios, Milanosesto e Intesa Sanpaolo.
‘Per rigenerazione urbana sostenibile – spiega il direttore di SUR Lab, Edoardo Croci – si intendono interventi che non prevedono consumo di suolo, assicurano elevati standard di efficienza energetica, contribuiscono alla circolarità e ricorrono a soluzioni basate sulla natura. Questo approccio consente di generare valore individuale e sociale e di accrescere non solo il capitale infrastrutturale, ma anche quello umano, sociale e ambientalè.
Nelle città si concentrano, inoltre, gli investimenti per la transizione ecologica previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, proprio in ambiti quali la rigenerazione urbana, la riqualificazione del patrimonio edilizio e la mobilità sostenibile. In ambito europeo la recente iniziativa Driving Urban Transition vede le aree urbane come fulcro delle misure di contrasto al cambiamento climatico, aumento della resilienza e redistribuzione delle funzioni in una logica di prossimità e circolarità dei processi metabolici.
Il nuovo laboratorio, diretto da Edoardo Croci, professor of practice in Bocconi, raccoglie competenze interdisciplinari (economisti, urbanisti, geografi) e si muove lungo le direttrici della ricerca, didattica e disseminazione.
Il programma di ricerca seguirà un ambizioso piano quinquennale, con il primo anno dedicato ai nuovi modelli di lavoro e di vita del dopo pandemia. La nuova realtà potrebbe, infatti, rafforzare alcune tendenze già in atto verso l’aumento degli spazi verdi e pubblici, la riduzione degli spostamenti attraverso la condivisione di servizi sia abitativi che lavorativi, la collaborazione tra pubblico e privato.
Il SUR Lab nasce dalla consolidata attività di ricerca della Bocconi sulle tematiche della sostenibilità urbana su finanziamento dalla Commissione Europea: MAtchUP: Maximizing the Upscaling and replication potential of high level urban transformation strategies, Expanding PadovaFIT! Home Solutions e URBAN GreenUP: New Strategy for Re-Naturing Cities through Nature-Based Solutions.
La didattica si espliciterà in un MOOC disponibile dal 2022, attualmente in fase di realizzazione, e in un insegnamento opzionale di “Economics of sustainable urban regeneration” per gli studenti dei bienni (Master of Science).
La disseminazione, infine, si baserà sul sito www.surlab.unibocconi.eu che, dal prossimo anno, comprenderà un atlas, ovvero una repository delle best practice di rigenerazione urbana sostenibile, raccolte anche con l’aiuto dei partner, attivi in molteplici mercati internazionali e prevede workshop e convegni sul tema.
Il SUR Lab rappresenta la Bocconi quale partner dell’iniziativa europea New European Bauhaus, volta a rilanciare le città europee come luoghi di creazione di cultura, bellezza e opportunità di sviluppo in coerenza con i principi dell’European green deal.
“Come Hines siamo entusiasti del progetto SUR Lab che abbiamo promosso insieme a Intesa Sanpaolo, Milanosesto e Prelios con Università Bocconi, per favorire la condivisione di competenze e conoscenze sui processi di rigenerazione urbana, sempre più strategici per un futuro sostenibilè, dice Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head of Hines Italy.
‘Inclusione, mobilità, digitalizzazione, servizi alle persone, benessere nell’abitare e nei luoghi di lavoro sono imprescindibili quando si pensa allo sviluppo urbano e alla creazione di nuove community – aggiunge -. Il SUR Lab introdurrà a livello internazionale un nuovo paradigma di analisi, raccolta dati e sviluppo di best practice sulla riqualificazione delle città in chiave sostenibile. Siamo orgogliosi che un’iniziativa così innovativa parta proprio dall’Italia, con un partner accademico di eccellenza che punta molto a far crescere i giovani talenti e formarli anche per le nuove professioni dell’industria immobiliare. Per Hines contribuire a ridisegnare il tessuto urbano delle città già oggi significa portare il proprio know-how e visione ESG nei progetti di trasformazione del nostro territorio, come testimoniano i nostri progetti MilanoSesto e nell’area ex Trotto di San Siro a Milanò.
‘Un fattore chiave per rilanciare la crescita del post pandemia è rappresentato dagli investimenti in infrastrutture sostenibili, in particolare gli interventi per la rigenerazione delle aree urbane e suburbane, dove risiede oltre la metà della popolazione mondiale, con un contributo di oltre l’80% al PIL globale – commenta Carlo Messina, consigliere delegato e CEO – Intesa Sanpaolo -. Grazie alle caratteristiche del nostro Paese, dobbiamo cogliere la straordinaria opportunità che ci si presenta oggi e investire in progetti volti a migliorare la qualità della vita nelle nostre città e a rafforzare la mobilità, accorciando così le distanze fisiche e quindi quelle sociali. Per affermare le nostre capacità ed eccellenze, abbiamo bisogno di una piattaforma di investimenti per le infrastrutture sostenibili e la rigenerazione urbana dove capitalizzare partnership ed esperienze, maturate nei progetti strategici realizzati negli ultimi anni nel nostro Paese. Intesa Sanpaolo è diventata un riferimento a livello internazionale, grazie ai finanziamenti infrastrutturali sostenibili posti al servizio della crescita del Paese e il progetto MilanoSesto ne è l’esempiò.
‘Come Prelios abbiamo deciso di sostenere il SUR Lab, insieme a partner di assoluta eccellenza come Hines, Intesa Sanpaolo e Milanosesto, perchè si tratta di un vero e proprio laboratorio di idee all’avanguardia, capace di intercettare le evoluzioni del mercato immobiliare che stanno convergendo verso un principale asse valoriale: i criteri ESG – afferma Fabrizio Palenzona, Presidente del Gruppo Prelios -. Sia lato investitori e operatori del settore, sia guardando agli utenti finali del ‘prodotto real estatè, si tratta di aspetti che guidano ormai tutte le attività e ne caratterizzano gli interventi. Sono un fattore determinante per il successo di qualsiasi progetto immobiliare, nuovo o di rigenerazione, com’è il caso di MilanoSesto. Per noi di Prelios è anche estremamente stimolante e strategico poter dialogare con le nuove generazioni di studenti della Bocconi, non solo in un’ottica di talenti da portare a bordo, ma per condividerne la visione, le prospettive e le idee, sia come utenti sia anche come futuri creatori delle città del domanì.
‘Insieme a Hines, Prelios e Intesa Sanpaolo stiamo realizzando uno dei più importanti interventi europei di rigenerazione urbana – afferma Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Milanosesto S.p.A. – un’area di quasi 1,5 milioni di mq che fino a un quarto di secolo fa ospitava il principale stabilimento produttivo delle Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni che, per inciso, rappresenta la più grande bonifica di terreni in Europa compiuta interamente da privati. Per dimensioni territoriali, volume d’investimento e qualità dei soggetti coinvolti si tratta chiaramente di una delle più straordinarie opportunità a livello internazionale di lavorare ‘sul campò alla realizzazione concreta della transizione verso la sostenibilità ambientale e sociale nel campo della rigenerazione urbana. La partnership con Bocconi per il SUR Lab è uno degli strumenti per cogliere pienamente tale opportunità’.
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Decreto clima, 20 mln per il trasporto scolastico sostenibile

ROMA (ITALPRESS) – E’ online sul sito del Mite (https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/TrasportoScolastico/dd_350_02.11.2021.pdf )la graduatoria dei progetti per il trasporto scolastico sostenibile finanziati dal “Decreto Clima”, che ha stanziato 20 milioni di euro. Il finanziamento, destinato ai Comuni con più di 50 mila abitanti interessati dalle procedure di infrazione comunitaria sulla qualità dell’aria, prevede la realizzazione di nuove linee di trasporto scolastico da attivare mediante scuolabus e/o miniscuolabus ad alimentazione ibrida o elettrica di nuova immatricolazione.
Diciannove i progetti ammessi, il cui valore va da circa 400 mila euro a 1 milione e 200 mila euro.
I Comuni interessati sono distribuiti in nove regioni: quattro in Toscana (Carrara, Viareggio, Massa e Firenze), tre in Campania (Aversa, Castellammare di Stabia e Caserta), tre in Sicilia (Ragusa, Catania, Bagheria), due in Emilia Romagna (Modena e Ferrara), due in Puglia (Taranto e Brindisi), due nel Lazio (Guidonia e Tivoli), uno ciascuno in Lombardia (Vigevano), Piemonte (Alessandria) e Marche (Ancona).
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Pnrr, MiTe firma accordo per il verde urbano ed extraurbano da 330 mln

ROMA (ITALPRESS) – Il ministero della Transizione ecologica ha firmato il progetto per la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano prevista dal Pnrr (Misura M2C4.3-Investimento 3.1) insieme a Ispra, Cufa, Istat e Centro interuniversitario di ricerca “Biodiversità, Servizi ecosistemi e Sostenibilità” (Cirbises) dell’Università Sapienza di Roma.
Il Progetto, del valore complessivo di circa 330 milioni di euro, è uno degli importanti impegni previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
In linea con le Strategie nazionali e dell’Unione europea, il progetto prevede una serie di azioni su larga scala rivolte principalmente alle quattordici città metropolitane italiane per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini attraverso lo sviluppo di boschi urbani e periurbani.
L’obiettivo è piantare almeno 6,6 milioni di alberi (per 6.600 ettari di foreste urbane), individuando luoghi e quantità secondo il principio di utilizzare “l’albero giusto nel posto giusto” e contribuendo a: preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità (in linea con la Strategia europea per la biodiversità) e i processi ecologici legati a ecosistemi pienamente funzionali; contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle aree metropolitane, aiutando così a proteggere la salute umana; contribuire a ridurre le procedure di infrazione sulla qualità dell’aria; recuperare i paesaggi antropizzati, valorizzando le aree interne in diretta relazione ecologica con le aree urbanizzate (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali) e il sistema di aree protette presenti nelle immediate vicinanze delle aree metropolitane; frenare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili.
Le città italiane, infatti, sono sempre più esposte ai problemi legati all’inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini (oltre 65.000 morti premature all’anno in Italia solo per le particelle PM2,5). Ciò rende importante l’attuazione di misure volte alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione del territorio in ambito urbano. A sottoscrivere l’accordo il direttore generale per il Patrimonio naturalistico Antonio Maturani, il direttore generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Alessandro Bratti, il vice comandante dell’Arma dei Carabinieri, Comando unità forestali ambientali e agroalimentari, Davide De Laurentis, il direttore della direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali dell’Istituto nazionale di statistica, Sandro Cruciani, e il direttore del Centro interuniversitario di ricerca “Biodiversità, Servizi ecosistemici e sostenibilità” Mauro Serafini.
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Stromboli, un nuovo modello per interpretare il parossismo del 2019

ROMA (ITALPRESS) – I dati del monitoraggio del vulcano Stromboli sono stati analizzati con un nuovo approccio dagli scienziati. Lo studio ha evidenziato possibili ulteriori segnali e meccanismi da attenzionare nelle fasi di “irrequietezza” del vulcano (cosiddetta unrest). E’ questo lo spunto offerto dalla ricerca “The 2019 Eruptive Activity at Stromboli Volcano: A Multidisciplinary Approach to Reveal Hidden Features of the “Unexpected” 3 July Paroxysm”, recentemente pubblicata sulla rivista internazionale ‘Remote Sensing’ di MDPI.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con Roberto Scarpa dell’Università di Salerno e con Carmelo Ferlito dell’Università degli Studi di Catania, è stato effettuato analizzando a posteriori i segnali che hanno preceduto il parossismo di Stromboli del 3 luglio del 2019.
“Osservando da un nuovo punto di vista i dati che vengono normalmente acquisiti a Stromboli dalle nostre reti di monitoraggio multiparametriche”, spiega Mario Mattia, ricercatore dell’INGV e primo autore della ricerca, “siamo stati in grado di ricostruire la sequenza della fase di unrest del vulcano che ha preceduto l’evento del 3 luglio 2019”.
Analizzando l’insieme dei dati a disposizione (dati geodetici, satellitari, delle telecamere, dati termici e di deformazione del suolo acquisiti tramite strumenti ad alta precisione), i ricercatori hanno scoperto dei possibili cambiamenti nello stato del vulcano evidenziabili nei momenti immediatamente precedenti la crisi parossistica.
“I parossismi come quello del 3 luglio sono particolarmente pericolosi poichè producono dei segnali estremamente difficili da interpretare: si pensi, ad esempio, al conteggio del numero delle esplosioni o degli eventi VLP, ovvero eventi sismici a bassa frequenza tipici dei vulcani attivi, che non vanno incontro a un incremento significativo nelle fasi precedenti un parossismo”, prosegue Mattia. “Partendo da queste considerazioni, ci siamo concentrati su alcuni specifici parametri, come i segnali ad alta frequenza registrati dai dilatometri, ovvero dei sensori posti in foro profondo a circa 200 metri sotto la superficie che misurano le più piccole variazioni delle deformazioni del suolo: abbiamo notato che questi segnali corrispondevano effettivamente a quelli VLP registrati dai sismografi, tuttavia presentavano una forma d’onda specifica che, prima del 3 luglio, è improvvisamente cambiata”.
Inoltre, utilizzando un algoritmo automatico sono state rianalizzate le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza presenti a Stromboli. In tal modo, i ricercatori hanno notato un incremento nell’intensità e nell’energia delle esplosioni del vulcano già a partire da circa un mese prima del parossismo di inizio luglio.
“A partire da queste nuove letture dei dati già in nostro possesso, quindi, abbiamo proposto un modello denominato ‘push and gò”, aggiunge il ricercatore. “Tale modello prevede la presenza di due tipologie di magma nel sistema di alimentazione del vulcano: una più profonda, estremamente ricca in gas, e una più superficiale che tende a cristallizzare, diventando impermeabile e formando una sorta di ‘tappò nel cratere. Nel momento in cui si ha un aumento del flusso di gas, questo inizia ad esercitare una pressione sulla parte sovrastante e, quando la pressione non viene più sopportata, ha origine il parossismo”.
Secondo i ricercatori, è stato possibile rintracciare nei dati dei dilatometri i segnali dell’aumento di viscosità del magma superficiale: con il progredire del processo, le forme d’onda registrate sembrerebbero aver mutato la loro morfologia, presentando via via una forma sempre più smorzata e indicando – questa è l’ipotesi – che qualcosa nella parte più superficiale del sistema di alimentazione dello Stromboli stava cambiando.
“Riteniamo che questo approccio e questo modello proposto possano essere molto promettenti per il monitoraggio dello Stromboli”, conclude Mattia. “Si tratta, naturalmente, di un vulcano caratteristico, con un sistema di alimentazione molto piccolo e non confrontabile, ad esempio, con quello dell’Etna o di altri vulcani. Parossismi come quello del 3 luglio del 2019 sono, inoltre, eventi piuttosto rari, dunque per il momento disponiamo di un numero limitato di dati. Tuttavia, auspichiamo di poter estendere questo nostro studio anche alle esplosioni maggiori di Stromboli, ovvero a quelle esplosioni più forti della normale attività eruttiva ma non abbastanza da essere classificabili come parossismi. Questo ci consentirebbe di rafforzare la nostra ipotesi e di accrescere le conoscenze che abbiamo sulle fasi di unrest di questo vulcano”.
Tale contributo potrà essere utile in futuro per affinare gli strumenti di previsione e prevenzione di protezione civile ma, al momento, non ha alcuna implicazione diretta su misure che riguardano la sicurezza della popolazione.
(ITALPRESS).

Il packaging in carta protagonista del food delivery

MILANO (ITALPRESS) – Anche i ristoratori preferiscono gli imballaggi cellulosici: i pack in carta e cartone, combinando prestazioni, sicurezza e sostenibilità, si confermano validi alleati della transizione ecologica nell’ambito del food delivery, cresciuto del 17% nel 2020. I consumatori dimostrano di apprezzare sempre più la fruizione del cibo tra le mura domestiche e, in quest’ambito, la qualità del packaging è diventata una vera e propria variabile determinante nelle loro scelte. Ma i ristoratori come si sono adattati al delivery diretto? Che materiali utilizzano per i loro contenitori? Li sanno valorizzare appieno cogliendone le opportunità?
Per rispondere a queste domande Comieco, Consorzio Nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica, in collaborazione con la redazione de Il Gusto (Repubblica) e l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha indagato le scelte e le abitudini di chi il cibo lo prepara, analizzando i pack usati da 40 ristoranti italiani dislocati a Milano, Torino, Roma e Napoli e raccontando il mondo del food delivery dal punto di vista del ristoratore.
I materiali, le origini, le certificazioni e l’efficacia dei diversi tipi di imballaggi utilizzati nell’ambito della consegna del cibo a domicilio sono stati i temi al centro del dibattito di “Delivery, fra contenuto e contenitore. Il gusto della sostenibilità del packaging” organizzato nell’ambito della sedicesima edizione di Golosaria.
Tutti gli imballaggi osservati sono prevalentemente a base carta. Questa prima evidenza mette in luce come carta e cartone, grazie alle loro caratteristiche di compostabilità e riciclabilità siano materiali particolarmente adatti per l’utilizzo nel food delivery. A questo si aggiunge che carta e cartone sono costante oggetto di ricerca e innovazione al fine di coniugare sempre di più sicurezza del contenuto e sostenibilità del contenitore, confermandosi preziosi alleati nella lotta contro lo spreco alimentare grazie, per esempio, a soluzioni come la nanocellulosa, che garantisce una perfetta conservazione degli alimenti, un alto grado di riciclabilità e grandi possibilità di applicazione.
Non tutti i ristoratori sono ancora consapevoli delle potenzialità dell’imballaggio, a partire dalla comunicazione con il cliente: salvo poche eccezioni, la superficie dei contenitori non viene quasi mai utilizzata per dare informazioni sul ristorante, sulla storia o sulla filosofia del cibo che propone, o per comunicare le caratteristiche relative alla composizione dell’imballaggio e alla sua riciclabilità. Una possibilità dunque inespressa, ma che potrebbe essere utile per raccontarsi e farsi conoscere dal consumatore, soprattutto quando la relazione tra ristoratore e cliente è rappresentata proprio dall’imballaggio in cui il cibo è proposto, perchè viene meno la componente di comunicazione che, normalmente, è affidata al ristorante.
“La pandemia ci ha portato in eredità nuove modalità di acquisto e consumo: con circa 420 milioni di pacchi spediti nel 2020, l’e- commerce è cresciuto del 30% rispetto al 2019 – dichiara Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco -. Stesso boom è stato registrato anche nel settore del food delivery, con un giro d’affari nel 2020 di oltre 700 milioni di euro, +19% rispetto all’anno precedente”. 
In questo contesto – sottolinea – il packaging in carta e cartone è sempre più protagonista della raccolta, rappresentando oltre il 40% del flusso domestico. L’osservazione dei packaging utilizzati dai ristoratori per il delivery conferma come carta e cartone siano protagonisti perchè sostenibili e facili da riciclare. Ed i numeri lo dimostrano: l’Italia ha raggiunto l’87% di tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici, superando con 10 anni di anticipo gli obiettivi europei”.
“Di fronte ai cambiamenti climatici in atto e al progressivo spostamento delle modalità di consumo del cibo verso uno di tipo domestico, diventa sempre più fondamentale limitare l’impatto ambientale della componente packaging del food delivery – afferma Silvio Barbero, presidente dell’Università delle Scienze Gastronomiche del cibo -. Quindi dobbiamo affidarci a contenitori che, da una parte rispettino le qualità del cibo nel tragitto dal ristorante a casa nostra, ma, dall’altro, rispettino anche l’ambiente e la carta potrebbe rappresentare la giusta sintesi in questo senso. In ogni caso, resta fondamentale la ricerca e l’innovazione per progettare imballi che rispettino questi due asset e, al tempo stesso, favoriscano il loro riciclo a partire dalla loro stessa concezione: se un materiale è compostabile, non vuol dire che dobbiamo sentirci esenti dal dovere di riciclare il più possibile: se si può buttare nella carta, dev’essere buttato nella carta”.
Il ristoratore può utilizzare il packaging per fornire informazioni pratiche su come gestirne il fine vita ma una volta che l’ordinazione approda nelle case dei consumatori, tocca a loro porre attenzione, ad esempio, a come smaltire correttamente l’imballaggio per fare in modo che possa essere riciclato. Sono pochi e semplici gli accorgimenti da seguire in ottica di valorizzazione delle risorse e delle scelte compiute dal ristoratore, evitando di vanificare un prezioso impegno nei confronti della sostenibilità.
Ecco i principali.
Smaltisci correttamente il packaging in carta che contiene il cibo ordinato. Se l’imballaggio risulta pulito, deve essere smaltito nell’apposito contenitore di carta e cartone, ma se presenta evidenti macchie d’olio o residui di cibo, deve essere conferito nell’indifferenziato o nell’umido se certificato compostabile.
Attenzione allo scontrino! Se stampato su carta termica e sostanze che reagiscono al calore e possono generare problemi nelle fasi del riciclo, non va conferito con la carta.
E i tovaglioli di carta sporchi di cibo? Non vanno con la carta ma conferiti nell’umido.
E la carta per alimenti? Non va nel contenitore di carta e cartone, a meno che non sia indicato sulla confezione.
Ultimo gesto: prima di conferire l’imballaggio in carta nell’apposito contenitore, ricordati di appiattirlo per ridurne il volume.
Per ogni dubbio, si consiglia sempre di verificare anche le disposizioni del proprio comune di residenza.
(ITALPRESS).

Nobel lombardo a scienziati che hanno scoperto l’idrogeno verde

MILANO (ITALPRESS) – Marcella Bonchio, Markus Antonietti e Pierre Joliot si aggiudicano l’edizione 2020-2021 del Premio Internazionale ‘Lombardia è Ricercà, il riconoscimento promosso da Regione Lombardia che assegna 1 milione di euro alla migliore scoperta scientifica nell’ambito delle ‘Scienze della Vità individuata da una giuria di 15 top scientist di livello internazionale. Il tema di quest’anno è la Sostenibilità Ambientale e Qualità della Vita. Alla cerimonia, che si è svolta al Teatro alla Scala di Milano, in occasione della ‘Giornata della Ricercà di Regione Lombardia, erano presenti il ministro dell’Università e Ricerca Cristina Messa, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e gli assessori regionali Fabrizio Sala (Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione), Raffaele Cattaneo (Ambiente e Clima), Melania Rizzoli (Formazione e Lavoro).
Alla consegna del premio è intervenuto anche Paolo Veronesi, figlio del professor di Umberto Veronesi, alla cui memoria è intitolata la Giornata. I ricercatori sono stati premiati per il processo che porta ‘energia pulita dalla fotosintesi artificiale ispirata ai meccanismi della naturà. Gli scienziati hanno lavorato per comprendere e massimizzare l’efficienza della fotosintesi per riequilibrare l’eccesso di emissioni di CO2 e allo stesso tempo realizzare sistemi in grado di riprodurre il cuore di questo processo naturale: la scissione dell’acqua nei suoi componenti, ossigeno e idrogeno, utilizzando solo la luce del sole. In questo modo, si ottiene un idrogeno completamente verde.
“Con questo riconoscimento – ha rimarcato il ministro alla Ricerca e Università, Maria Cristina Messa – Regione Lombardia avvicina ancor più scienza e società e dà prova del fatto che investire in ricerca premia e illumina presente e futuro”.
“Il nostro ‘Nobel per la ricercà – ha sottolineato il governatore di Regione Lombardia, Attilio Fontana – si conferma uno dei massimi riconoscimenti a livello internazionale: le ricerche premiate avranno delle ricadute importanti anche in Lombardia su un tema che tocca da vicino il benessere dei nostri cittadini”.
“Dopo le grandi difficoltà vissute a causa della pandemia è ancora più evidente l’importanza e la lungimiranza della scelta di Regione Lombardia di istituire questa celebrazione. Il nostro ringraziamento va a tutti coloro che dedicano la propria vita alla scienza, alla conoscenza, alla ricerca e all’innovazione in tutti gli ambiti”. Riguardo al tema della Giornata della Ricerca il governatore ha sottolineato che “è un argomento di enorme rilievo per il futuro dell’intero pianeta e per la salute e il benessere dell’umanità: contrastare i cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità, minimizzare gli sprechi, sviluppare fonti energetiche alternative e rinnovabili sono priorità non più rinviabili”. “In un periodo in cui l’ambiente è al centro dell’attenzione internazionale e il recente G20 ha stabilito di piantare mille miliardi di alberi entro il 2030 come contributo all’assorbimento della CO2 – ha commentato l’assessore regionale all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione, Fabrizio Sala – il Premio ‘Lombardia è Ricercà accende i riflettori su questo straordinario processo naturale, la fotosintesi, in grado di riequilibrare l’eccesso di CO2 prodotto dall’uso di combustibili fossili”.
“Le ricerche premiate – ha proseguito Sala – hanno anche come obiettivo un cambio di paradigma per la produzione diretta di combustibili solari e in particolare di ‘idrogeno ‘verdè, ottenuto cioè solo da fonti rinnovabili, come acqua e luce solare”. “Questa è una grande opportunità di lavoro per i nostri ricercatori che – ha aggiunto Fabrizio Sala – potranno collaborare con i vincitori negli studi da cui deriverà un nuovo impulso alla ricerca sui meccanismi della fotosintesi, per garantire in futuro uno sviluppo sostenibile, pulito e neutro quanto a emissioni di CO2”. “Come Regione Lombardia abbiamo appena approvato un piano triennale per la ricerca che cuba un miliardo e mezzo di euro che non ha eguali in Italia. Quindi nei prossimi mesi – ha concluso Sala – ci apprestiamo a investire moltissimo in questo settore e nel trasferimento tecnologico. La pandemia ha fatto capire l’importanza della ricerca scientifica a tutti i cittadini”.
“La Giornata della Ricerca – ha commentato Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi – è una ricorrenza ormai consolidata che non solo ci consente di rendere omaggio a grandi menti e idee innovative, ma ci rammenta che la ricerca scientifica è fondamentale per la qualità della vita di tutti noi e per la soluzione dei grandi problemi del nostro tempo”.
I laboratori lombardi che lavoreranno in stretto contatto con i tre vincitori del Premio faranno riferimento a primari centri di ricerca di questi atenei: Università degli Studi di Milano, Politecnico di Milano, Università Bicocca, Università di Pavia. Oltre a loro sarà coinvolto anche il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche. I beneficiari lombardi del Premio studieranno soluzioni innovative per rendere la fotosintesi più efficiente, chiarendone i meccanismi fondamentali e sviluppando alternative artificiali attraverso una ricerca focalizzata sui materiali fotosintetici e i dispositivi fotocatalitici.
Sarà uno sforzo unitario e interdisciplinare che affronterà l’interazione luce-materia, fondendo la nuova frontiera della biologia sintetica con i metodi della biofisica e creando nuovi materiali e nuovi dispositivi nanotecnologici per l’energia pulita.
“La ‘Giornata della Ricercà quest’anno – ha spiegato l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo – ha un premio dedicato allo sviluppo sostenibile, nella consapevolezza che si tratta di un tema che non riguarda solo l’ambiente ma attraversa trasversalmente tutte le attività e le politiche di Regione Lombardia. Un tema verso il quale dobbiamo tendere con decisione se vogliamo restare locomotiva del Paese”.
“Bisogna investire molto più nella ricerca per raggiungere traguardi ancora più prestigiosi – ha evidenziato l’assessore Melania Rizzoli – E sono certa che, proprio in ragione degli investimenti messi in campo da Regione Lombardia, avremo ricadute positive anche in termini di occupabilità dei giovani scienziati. Siamo al loro fianco, gli scorsi mesi ci hanno insegnato quale ruolo strategico rivesta la ricerca per il benessere di tutti noi”.
(ITALPRESS).

Varata la Moby Fantasy, il traghetto più grande e green del mondo

MILANO (ITALPRESS) – E’ stata varata questa mattina, presso il cantiere GSI di Guangzhou, la motonave Moby Fantasy, prima delle due unità di nuova generazione che entreranno in servizio a partire dal 2023.
Moby Fantasy è una nave da record: con i suoi 237 metri di lunghezza per 32 di larghezza e una stazza di 69500 tonnellate, può trasportare fino a 2500 passeggeri che alloggeranno nelle 550 cabine tutte con standard da nave da crociera, e grazie agli oltre 3800 metri lineari di garage può trasportare fino a 1300 auto o 300 camion; la potenza del motore è di 10,8 megawatt, per una velocità di crociera di 23,5 nodi, con punte di 25 nodi.
Moby Fantasy è il traghetto più grande del mondo e sarà uno straordinario volano per l’economia di Livorno, di Olbia e della Sardegna, creando oltre 500 posti di lavoro fra diretti e dell’indotto.
La rivoluzione nel concetto di traghetto così come lo conosciamo oggi, sarà in ogni particolare: arredi, dotazioni e cabine sono più simili a quelle di una nave da crociera rispetto a quelli che siamo abituati a conoscere sui ferries. Con ogni particolare studiato per assicurare massima qualità: nelle cabine e negli spazi comuni, come sempre tesi ad offrire ai viaggiatori i migliori standard possibili di servizi di bordo.
E importantissima, sia nella Moby Fantasy, sia nella sua nave gemella sempre in costruzione nei cantieri GSI, sarà l’attenzione alla tutela dell’ambiente e alla transizione energetica ed ecologica al centro delle scelte fatte a bordo: le navi sono infatti fornite di una serie di dotazioni che permetteranno di abbattere le emissioni. E ci sarà anche la possibilità di passare dall’alimentazione tradizionale a quella a gas naturale liquefatto GNL, il carburante più pulito esistente nel settore.
Con il varo di oggi si scrive una nuova, decisiva e importantissima pagina nella storia di Moby, ma anche in quella della marineria italiana e mondiale, con il varo del traghetto più grande e più green di sempre, che insieme alla nave gemella Moby Legacy sarà al centro del nuovo piano industriale e di sviluppo di Moby.
(ITALPRESS).