FIRENZE (ITALPRESS) – Oltre 45.000 studenti, più di 2.000 classi, quasi 14.000 ore di lezione, 30 educatori professionali e 104 Comuni coinvolti. Torna fra i banchi di scuola ‘Ri-Creazione. Da oggetto a rifiuto e ritornò, il progetto di educazione ambientale promosso da Sei Toscana, il gestore dei rifiuti della Toscana del sud. Alla presentazione del progetto, oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, sono intervenuti le assessore regionali Monia Monni (ambiente) e Alessandra Nardini (istruzione) e il presidente di Sei Toscana Alessandro Fabbrini.
Dopo il grande successo degli anni passati, è tutto pronto per la settima edizione del progetto che anche quest’anno propone agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, percorsi didattici su rifiuti e ciclo dei materiali per stimolare i ragazze e ragazzi alle buone pratiche, a casa e a scuola.
“Credo con convinzione che la cultura della sostenibilità, l’informazione e la formazione sulle tematiche ambientali siano fondamentali per portarci verso un mondo più verde – dice l’assessora Monni -. Insegnarle e coinvolgere i bambini e i ragazzi delle scuole è il primo passo per diffondere le buone pratiche. Spesso, e lo dico da mamma, sono i nostri ragazzi a spiegare a noi adulti che è possibile condurre stili di vita più sostenibili partendo proprio dalle piccole cose: risparmiare acqua, fare la differenziata, riutilizzare e riciclare ciò che getteremmo via. Ringrazio Sei Toscana e il suo presidente, Alessandro Fabbrini, per questo bellissimo progetto che coinvolgerà i cittadini del futuro”.
L’offerta formativa, articolata con percorsi tematici rivolti alle diverse fasce d’età delle classi coinvolte, si arricchisce quest’anno con un nuovo percorso incentrato sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
“La sostenibilità ambientale – spiega l’assessora Nardini – è tra le più grandi sfide che abbiamo davanti. Le ragazze e i ragazzi in tutto il mondo stanno dimostrando una forte consapevolezza della necessità di un mutamento delle politiche a fronte del cambiamento climatico; tutte e tutti siamo chiamati dare il nostro contributo per rispettare e salvare il nostro pianeta. Non ne abbiamo uno di riserva. Per questo ogni iniziativa che punta a educare al rispetto dell’ambiente le studentesse e gli studenti, fin dal primo ciclo, dalla primaria, riveste un’importanza particolare e perciò voglio ringraziare Sei Toscana per l’impegno nel diffondere la cultura della sostenibilità nelle scuole”.
“Sei Toscana è sempre più impegnata sui temi dello sviluppo sostenibile – aggiunge il presidente Fabbrini -, convinta di voler fare la propria parte per contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 definita dalle Nazioni Unite. Non solo attraverso lo svolgimento dei servizi ambientali, ma anche coinvolgendo a più livelli i cittadini e, come in questo caso, essendo di supporto al sistema formativo-scolastico del territorio. L’obiettivo è di offrire ai ragazzi sempre nuovi spunti di riflessione su queste tematiche, integrando il prezioso lavoro svolto in classe dagli insegnanti”.
“Ri-creazione” intende promuovere anche la responsabilità civica e l’impegno quotidiano per la tutela dell’ambiente, accrescendo la consapevolezza nei ragazzi sui temi legati al ciclo integrato dei materiali. Si basa sulla presenza in aula e sulla partecipazione a lezioni, laboratori e visite ai centri di raccolta comunali e agli impianti di trattamento della Toscana del sud (rese possibili grazie alla disponibilità delle società gestori). Data la situazione sanitaria, studenti e insegnanti possono avvalersi anche della piattaforma didattica www.ri-creazione.it con videolezioni, video-laboratori, schede di approfondimento e materiale di autovalutazione.
Gli insegnanti che desiderano partecipare possono iscriversi gratuitamente su www.ri-creazione.it. Per maggiori info: [email protected]. Il termine ultimo delle iscrizioni è il 31 ottobre.
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Educazione ambientale, al via in Toscana la VII edizione di “Ri-Creazione”
Sostenibilità, Sella azzera l’impatto delle emissioni di CO2
ROMA (ITALPRESS) – Il gruppo Sella azzera l’impatto delle emissioni di CO2, in anticipo rispetto al piano fissato per il 2024. L’obiettivo è stato raggiunto attraverso le iniziative sostenibili dedicate alla riduzione della propria impronta carbonica già attuate negli ultimi anni, a un piano di ulteriore mitigazione delle emissioni e all’adesione al progetto “Impatto Zero” di LifeGate, volto a mitigare in modo significativo l’impatto ambientale delle società del Gruppo e a compensare le emissioni residue. Tale progetto sostiene iniziative certificate a livello internazionale di assorbimento della CO2, di tutela ambientale, di promozione dell’economia circolare e di supporto alle comunità locali.
Sella è così tra i primi gruppi in Italia nel settore bancario e finanziario a raggiungere la cosiddetta “carbon neutrality”. Il percorso per arrivare a tale risultato è partito da un’analisi approfondita delle emissioni di CO2 calcolate sulla base di quelle prodotte dal Gruppo nel 2019, prima quindi che l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 imponesse un ripensamento delle modalità di lavoro con il ricorso allo smart working e alle relazioni da remoto, che hanno ridotto le emissioni. Tale misurazione ha quantificato in circa 13mila tonnellate di CO2 equivalenti la produzione annuale del gruppo Sella in Italia e all’estero.
L’intervento, che riguarda le emissioni di CO2 prodotte da oggi ai prossimi tre anni, coinvolge specifici ambiti di applicazione: le emissioni dirette e riconducibili ad attività interne alla società (come il consumo di gas per il riscaldamento o di carburante della flotta aziendale); le emissioni indirette e riconducibili a consumi energetici interni degli edifici (relativi all’elettricità acquistata) ed altre emissioni indirette collegate all’attività dell’azienda (come quelle riguardanti le trasferte dei dipendenti o l’acquisto di materiale e macchine per l’ufficio).
Già da diversi anni, il gruppo Sella ha deciso di orientarsi verso soluzioni a maggior efficienza energetica e a minor impatto ambientale. La totalità dell’energia elettrica utilizzata dal gruppo in Italia deriva da fonti rinnovabili certificate e il Gruppo contribuisce al proprio fabbisogno energetico anche grazie ai 17 impianti fotovoltaici installati sulla copertura di sedi e succursali sparse su tutto il territorio italiano.
La sede centrale a Biella, in particolare, è stata costruita seguendo moderni criteri di eco-sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale con l’installazione di impianti fotovoltaici e di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda, mentre l’edificio S32 a Milano, che ospita la community del Fintech District, ha ottenuto la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) “Platinum”, il livello più alto per gli stabili che fanno un utilizzo efficiente delle risorse energetiche.
A partire dal 2020, il gruppo Sella ha anche avviato il “Progetto Sostenibilità” con il duplice obiettivo di migliorare costantemente le proprie performance sociali ed ambientali ed essere promotore di una economia sostenibile, supportando i propri clienti nel processo di transizione verso una economia ad impatto ESG positivo. A tal fine Banca Sella, la principale società del Gruppo, ha stanziato un plafond da un miliardo di euro per finanziare i progetti delle imprese che contribuiscono ad avere un impatto concreto sui 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il “Progetto Sostenibilità” ha consentito la realizzazione di numerose iniziative di ulteriore mitigazione tra cui il ricorso all’utilizzo di materiale per ufficio a basso impatto ambientale e di carta certificata FSC, l’installazione di erogatori d’acqua gratuiti nelle sedi del gruppo e la distribuzione a dipendenti e collaboratori di borracce ecosostenibili dotate di un chip che fornisce via app la quantità di plastica risparmiata ad ogni refill e l’organizzazione di corsi per una alimentazione “sostenibile”.
Tra le altre importanti iniziative previste vi è anche la progressiva sostituzione con modelli “green” dei veicoli della flotta aziendale e l’avvio di un progetto di forestazione in Italia. Il Gruppo, inoltre, sta portando avanti il progetto di un impianto idroelettrico ad acqua fluente a Biella che, sfruttando due salti geodetici disponibili, consentirà di mitigare il rischio idrogeologico e incrementare l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Il Gruppo Sella ha scelto il progetto “Impatto Zero” di LifeGate per mettere in atto il percorso triennale di riduzione della propria impronta carbonica e compensazione delle emissioni di CO2 equivalenti. Attraverso la tutela di foreste in crescita, sviluppando progetti di efficienza energetica e di produzione di energia rinnovabile, è stato possibile compensare le emissioni residue secondo quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.
Il gruppo Sella, tramite l’acquisto di crediti di anidride carbonica, sta già supportando tre specifiche iniziative in Europa, Africa e America centrale, certificate da enti internazionali, il cui andamento sarà oggetto di un monitoraggio continuo:
– in Romania è in corso un progetto di riduzione delle emissioni legate al riciclaggio della plastica, il primo certificato per la compensazione in Europa, che utilizza i rifiuti di PET per il riciclo abbattendo in modo significativo (fino al 48%) le emissioni di gas serra che sarebbero sviluppate per la produzione di prodotti in plastica;
– il progetto in Zimbabwe è dedicato alla protezione della foresta Kariba. Dal 2011 sono stati preservati quasi 785mila ettari dalla deforestazione e dal degrado del suolo, evitando di fatto il rilascio di oltre 3,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera ogni anno;
– in Guatemala si persegue l’obiettivo di proteggere il paesaggio della costa caraibica dello Stato (quasi 60mila ettari) e ridurre le emissioni di gas serra, promuovendola conservazione dell’ecosistema e le attività economiche pratiche e sostenibili.
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Sapienza prima in Italia per investimenti nella ricerca Green
ROMA (ITALPRESS) – Grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo per il programma “React-Eu” (acronimo inglese per “Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori dell’Europa) compreso all’interno “Recovery Plan”, la Sapienza mette a bando 117 nuove posizioni di ricercatore a tempo determinato e 320 ulteriori posti di dottorato, supportati da altrettante borse di studio, per lo sviluppo di progetti di ricerca e innovazione nei due settori strategici per la ripresa dopo la pandemia da Covid-19: quello dell’innovazione e delle tecnologie abilitanti e inclusive e quello del “green”, declinato come conservazione dell’ecosistema, sviluppo sostenibile e inclusivo, difesa della biodiversità, lotta al cambiamento climatico, diffusione dell’economia circolare, riduzione delle emissioni di CO2.
La misura, varata dal MUR (DM 1061/2021 e 1062/2021) lo scorso mese di agosto, intende favorire la diffusione di un approccio di maggiore interscambio tra il mondo della ricerca e il mondo produttivo, attraverso l’attivazione di percorsi di dottorato e progetti di ricerca su tematiche transdisciplinari, inerenti la “tween transition” che permea il piano di rilancio post-pandemico Next Generation EU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
La pubblicazione dei bandi è stata resa possibile grazie all’assegnazione dei finanziamenti europei del Ministero dell’Università e della Ricerca che per la Sapienza arrivano a circa 30 milioni di euro, ma anche grazie all’importante investimento dell’Ateneo che cofinanzia la misura per ulteriori 11,2 milioni di euro.
“Si tratta di un’opportunità unica che si traduce, in numeri, nel reclutamento di un totale di 437 giovani, tra ricercatori e allievi dei percorsi dottorali, per l’80% su tematiche green e per il restante 20% su quelle legate all’innovazione – spiega la Rettrice Antonella Polimeni – E’ un segnale importante che conferma l’impegno del primo ateneo romano e del più grande ateneo in Europa, in settori strategici per lo sviluppo e per il rilancio del Paese, nell’ottica di superare il gap mondo della ricerca e mondo imprenditoriale.
I bandi prevedono che i giovani ricercatori e gli allievi dei percorsi dottorali dovranno concludere il proprio percorso mettendo alla prova sul campo le competenze acquisite nel triennio di ricerca, all’interno di un’impresa in Italia o all’estero per periodo compreso tra un minimo di 6 e un massimo di 12 mesi. I progetti proposti sono stati tutti condivisi con imprese di grandi, medie e piccole dimensioni, tra le quali – per citarne solo alcune – Leonardo, Thales Alenia Space, ENI, Merck, Bridgestone, NextChem. Numerosi sono anche i progetti che saranno sviluppati in collaborazione con le start up di Sapienza (oggi oltre 45), tra le quali alcune in forte crescita e in fase di scale up grazie anche ad investitori italiani e stranieri.
Tutte le informazioni e i bandi sono al link:
320 posizioni aggiuntive di dottorato di ricerca: https://www.uniroma1.it/sites/default/files/field_file_allegati/bando_pon_r_per_il_web.pdf
117 posizioni di ricercatore a tempo determinato, durata triennale
https://web.uniroma1.it/trasparenza/bandi_concorso_docenti/1152%2B1153%2B1484%2B1998
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Cingolani “La transizione ecologica creerà nuovi posti di lavoro”
ROMA (ITALPRESS) – “I primi due-tre anni bisognerà cambiare tutto, immaginiamo però quanti posti di lavoro creerà questo modello di transizione ecologica e l’investimento sulle nuove fonti di energia”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante la registrazione della prima puntata di ReStart, il programma di economia di Rai 2 in onda stasera alle 23.30.
Ma aumenteranno le bollette? “Il cambiamento costa – ha risposto il ministro alla conduttrice Annalisa Bruchi -, ma cresceremo meglio creando un nuovo tipo di economia e, ripeto, nuovi posti di lavoro. Attenzione a non dare il messaggio che la transizione fa aumentare la bolletta. L’aumento del costo dell’energia dipende dalla materia prima, il mercato è nervoso e questo influisce sui costi dell’energia. Stiamo lavorando a un provvedimento strutturale che cambi il sistema di calcolo delle bollette”.
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Una rete di scuole e imprese per transizione digitale ed ecologica
ROMA (ITALPRESS) – Una rete di 110 imprese italiane del Consorzio ELIS, ha deciso di avviare una collaborazione con una rete di scuole per promuovere la centralità dei temi legati alla transizione digitale ed ecologica negli istituti superiori.
E’ questo l’obiettivo del nuovo progetto sviluppato negli ultimi sei mesi durante la presidenza Snam del Consorzio ELIS, impegnato nell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e nella riqualificazione delle competenze di persone senza occupazione.
Il progetto partirà da un primo nucleo di scuole già identificate per poi estendersi a tutte quelle che vorranno aderire alla rete scuole/imprese. Il progetto si propone di trasmettere le conoscenze tecnico-scientifiche da cui dipenderà sempre più il futuro lavorativo dei giovani, promuovendo allo stesso tempo cultura umanistica e competenze non cognitive, come maturità emozionale, capacità relazionale, comunicazione verbale e non verbale. L’iniziativa, che partirà in via sperimentale da un gruppo di istituti nell’ambito dell’autonomia scolastica, mira a favorire la convergenza verso nuovi modelli e contenuti formativi, anche attraverso nuovi tirocini e laboratori ed esperienze all’estero, e lo scambio di esperienze e best practices tra scuole di diverse aree del Paese, utilizzando le nuove piattaforme digitali. Le aziende si metteranno anche a disposizione per progetti di sviluppo delle infrastrutture scolastiche in termini di efficienza energetica e digitalizzazione. “Il nostro progetto – spiega l’Ad di Snam Marco Alverà – nasce dalla volontà di un gruppo di imprese di collaborare con le istituzioni e con la scuola per aiutare le nuove generazioni a cogliere le nuove opportunità derivanti dalla rivoluzione digitale, ecologica e neuroscientifica. L’80% dei mestieri del futuro richiederà competenze in questi settori. Dopo sei mesi di confronto con presidi, docenti, studenti e famiglie, vogliamo contribuire, insieme alle istituzioni scolastiche, a disegnare un percorso educativo che combini standard internazionali, nuove metodologie didattiche, coniugando competenze e conoscenze scientifiche e umanistiche. La scuola – agiunge – oggi ha un ruolo sempre più centrale per il futuro dell’Italia, come dimostrano le significative risorse messe a disposizione dal Pnrr. Il nostro obiettivo è supportare questo percorso con un progetto concreto nell’interesse dei nostri giovani e dello sviluppo sostenibile di lungo periodo del nostro Paese”. Per Pietro Cum, Ad di ELIS, “elemento essenziale del progetto è la volontà di fare rete. Vogliamo ‘allargarè le mura di aule e istituti scolastici, mettendo i giovani a contatto con esperti e imprese che accendano in loro entusiasmo e progettualità e li aiutino a comprendere il valore di ciò che apprendono”.
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A Milano-Bicocca “IllusiOcean”, mostra dedicata all’ecosistema marino
MILANO (ITALPRESS) – La suggestiva biodiversità del mare e i segreti del suo meraviglioso ecosistema attraverso il linguaggio delle illusioni: fino al 31 gennaio 2022, l’Università di Milano-Bicocca ospita “IllusiOcean” la mostra ideata e coordinata da Paolo Galli, docente di ecologia dell’Ateneo, e realizzata in collaborazione con Mondadori Media e Museo Nazionale del Cinema di Torino. Tra gli scopi dell’esposizione dedicata al mare quello di sensibilizzare la società civile, le scuole di ogni ordine e grado, il mondo accademico e la comunità scientifica sull’importanza di raggiungere gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021-2030), in particolare l’Obiettivo 14: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine.
“Con IllusiOcean Milano-Bicocca compie un altro passo importante verso la ripartenza – ha sottolineato il prorettore vicario, Marco Orlandi – accogliendo scuole, famiglie e cittadini alla scoperta di un percorso espositivo dedicato al mare. Siamo felici di inaugurare questa mostra che grazie al linguaggio delle illusioni è, non solo divertente, ma anche in grado di far riflettere su una delle priorità fissate dall’Agenda 2030 dell’Onu: la tutela della salute del mare. Una sfida che vede impegnati ogni giorno i nostri ricercatori nello studio di soluzioni di sviluppo sostenibile per la salvaguardia dell’ecosistema marino”.
Per Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, “il rapporto tra uomo e mare è da sempre uno dei temi ricorrenti della storia del cinema – ha spiegato – il fascino del mondo sommerso si presta bene alle illusioni e agli effetti speciali. Siamo molto contenti di questa prestigiosa collaborazione, che ci permette di raccontare un altro affascinante tema della Settima Arte”.
Il percorso espositivo si presenta come un’esperienza interattiva lungo tre aree tematiche. La prima area si compone di quattro stanze e due corner, ognuno in grado di raccontare un aspetto riguardante il mare: dalla biodiversità degli ecosistemi marini tropicali al problema dell’inquinamento da plastica. Il viaggio inizia con il corner dedicato alla ‘Realtà Virtualè con visori 3D, prosegue con il ‘Sottomarino delle illusionì per immergersi tra i fondali delle Maldive, e la ‘Stanza degli specchì, un’incursione tra i banchi di meduse, progettata con il supporto del maestro vetraio di Murano, Fabio Fornasier, il quale ha realizzato meduse in vetro secondo la caratteristica lavorazione manuale e riprodotto gli oggetti di plastica che affliggono i nostri mari. Segue la stanza ‘Mare sotto i Riflettori, il cinema racconta gli oceanì nata dalla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Infine il ‘Labirinto dei segreti marinì dove i bambini dai tre a cinque anni potranno divertirsi a cercarli perdendosi tra le pareti di questa stanza speciale. Il secondo corner, ‘Messaggio in Bottiglià, riporta indietro nel tempo, a quando le lettere venivano racchiuse nelle bottiglie di vetro e consegnate alle correnti del mare che le portavano a riva: ogni visitatore potrà lanciare il proprio messaggio di speranza da lanciare sui social entrando in una bottiglia di vetro virtuale.
La seconda area della mostra ospita 30 gigantografie, scattate da alcuni tra i più grandi esperti di fotografia subacquea – tra i quali Massimo Boyer – raffiguranti le suggestive illusioni create dalla natura che rendono ancora più spettacolari i nostri oceani: il mimetismo di alcune specie di pesci, per esempio, o il fenomeno che genera l’effetto delle cascate sottomarine a Mauritius, nell’Oceano Indiano.
Il terzo blocco è dedicato ai lavori svolti dagli studenti dei Licei scientifici Vittorio Veneto di Milano e Luigi Cremona di Milano e dell’Istituto tecnico agrario Emilio Sereni di Roma.
Nei mesi scorsi circa 500 studenti hanno partecipato ai ‘Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamentò progettando e realizzando parti della mostra: ricostruzioni di modellini dei fondali marini, giochi scientifici, cartelloni illustrativi, disegni e audio guide per i visitatori.
Grazie alla collaborazione con Mondadori Media, da fine ottobre la mostra sarà fruibile anche online, in esclusiva sul sito di Focus. Accedendo alla sezione dedicata, i visitatori potranno navigare in modalità immersiva all’interno delle stanze delle illusioni e scoprire, lungo il percorso virtuale, numerose curiosità sul mare e sui suoi abitanti.
Durante tutto il periodo dell’esposizione è previsto un ricco programma di iniziative promosse da Focus e da Focus Junior per sensibilizzare lettori, docenti e studenti sul mondo marino e approfondire i temi dell’iniziativa.
“La mostra – ha osservato il direttore di Focus, Raffaele Leone – è originale, stimolante e divertente. Tre aggettivi che fanno parte da sempre del Dna di Focus e ci è venuto dunque naturale offrire la nostra partnership a IllusiOcean. Partnership che, oltre a raccontare e a descrivere l’esposizione, permetterà di visitarla virtualmente su Focus.it”. Originale, ha aggiunto, “perchè nasce da un’idea inedita e creativa; stimolante perchè vuol spingere a riflettere sulle meraviglie del mare e sulla necessità di preservarle; divertente perchè la modalità di comunicazione è giocosa con gli effetti speciali delle illusioni ottiche. Focus poteva non esserci?”.
Sarah Pozzoli, direttrice di Focus Junior, ha ricordato che “i bambini e i ragazzi sono preoccupati per il cambiamento climatico e il futuro del pianeta: come sempre, Focus Junior darà voce ai loro pensieri e alle loro proposte”.
A partire dal numero di Focus in edicola questo mese, interamente dedicato all’importanza dell’acqua: dal ciclo del mare, vero motore liquido del Pianeta, alla vita dei cetacei che popolano le acque della nostra Penisola, fino ad arrivare al racconto della clinica dei coralli alle isole Maldive, con contenuti speciali.
La mostra è patrocinata dalla Società italiana di Ecologia (S.It.E), da Regione Lombardia e dal Comune di Milano, è gratuita e aperta alla cittadinanza tutti i venerdì dalle 11 alle 18 e al sabato, per due volte al mese, negli stessi orari, presso la Galleria della scienza (Edifici U1/U2, piano -1 Piazza della Scienza, Milano).
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Economia circolare, riconoscimento internazionale per Gruppo CAP
MILANO (ITALPRESS) – Gruppo CAP è la prima utility nel settore idrico in Europa a ottenere da RINA la certificazione XP X30-901 di AFNOR per il proprio sistema di gestione dei progetti di economia circolare sostenuti sul territorio della Città metropolitana di Milano. Lo standard francese, oggi riconosciuto come il più rappresentativo protocollo internazionale per la gestione dei progetti di circular economy adottati dalle aziende, intende strutturare e valorizzare attraverso un sistema di gestione e sistematizzazione appositamente pensato la strategia di transizione all’economia circolare che l’azienda pubblica ha definito nel suo Piano di Sostenibilità.
Conferito dalla multinazionale di certificazione, ispezione e consulenza ingegneristica RINA con la consulenza di ambiente spa, partner tecnico che ha accompagnato la water utility lombarda nel processo di certificazione, lo standard AFNOR XP X30-901 intende introdurre nuove leve competitive coerenti con uno sviluppo sostenibile della governance aziendale per incrementarne inoltre i vantaggi sul lungo periodo.
“La cultura della sostenibilità come motore di innovazione e leva per la creazione di valore è alla base del Piano di Sostenibilità che abbiamo presentato nel 2019 – spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP -. Da questa visione sono nati progetti di economia circolare unici sul territorio, come la Biopiattaforma di Sesto San Giovanni e il processo di conversione dei nostri depuratori in bioraffinerie, per una gestione green dei fanghi di depurazione e dei rifiuti, che ha generato la creazione di un network di imprese in ottica di sinergie industriali. La certificazione AFNOR conferma la validità della strada intrapresa”.
Grazie all’implementazione dello standard AFNOR XP X30-901, Gruppo CAP si impegna a valutare i progetti di economia circolare basandosi su una matrice che intreccia le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ambientale, economica, sociale, alle sette aree di azione dell’economia circolare: approvvigionamenti sostenibili, progettazione ecocompatibile, simbiosi industriale, economia dei servizi, consumi responsabili, estensione della vita utile di prodotto, gestione efficiente del fine vita di prodotti e materiali.
Lo scopo è sviluppare e definire gli obiettivi di continuo miglioramento per il proprio sistema di gestione e realizzare, migliorare e promuovere le strategie di economia circolare, contribuendo alla promozione e allo sviluppo di sinergie industriali, al fine di migliorare l’utilizzo efficiente delle risorse. Lo standard suggerisce inoltre di adottare strategie di manutenzione preventiva sui propri impianti e strumentazioni adeguate al fine di estenderne la vita utile delle sue dotazioni, adottando politiche di acquisti sostenibili per tutte le forniture di Gruppo CAP. La valutazione del proprio posizionamento e la misurazione periodica del proprio operato rispetto a criteri trasparenti e quanto più possibile condivisi, costituiscono l’approccio metodologico del protocollo AFNOR XP X30-901 per misurare la validità e l’appropriatezza delle strategie legate alla circular economy.
Attraverso il Piano di Sostenibilità, roadmap che guarda al 2033 immaginando l’evoluzione degli scenari futuri per anticipare l’impatto dei principali trend sociali, ambientali ed economici sulla vita dei cittadini, Gruppo CAP ha definito la propria strategia di sviluppo sostenibile del territorio intorno a tre linee guida fondanti: Sensibili, Resilienti, Innovatori. Integrato perfettamente nella strategia industriale, ha permesso nel 2020 alla water utility di contrastare l’impatto della crisi economica, sociale e sanitaria scatenata dalla pandemia, adottando anche misure tempestive a sostegno della comunità e degli stakeholder. Non solo: ha consentito di rilanciare un percorso importante, un vero e proprio “Green New Deal” della Città metropolitana di Milano, all’insegna di nuovi investimenti strategici che confermano CAP come big player nello sviluppo dell’economia circolare in Lombardia, capace di integrare la gestione sostenibile dell’acqua con quella dei rifiuti, per incentivare il processo di decarbonizzazione alla base della rivoluzione verde e della transizione ecologica invocata dal PNRR.
Nel 2020 sono stati 34 i milioni investiti nei progetti dedicati all’economia circolare. A San Giuliano Milanese, Robecco sul Naviglio, Bareggio, Canegrate, Rozzano e Pero sono state avviate attività di produzione a regime di biogas e biometano a basso impatto ambientale che impiegano rifiuti organici, la cosiddetta FORSU, provenienti dall’industria agro-alimentare dell’hinterland milanese. Da qui sono nate le partnership con Danone e con la piattaforma ThinkAbout, realtà che opera nell’ambito della riduzione dello spreco alimentare, che rende disponibili i prodotti alimentari a fine ciclo, destinati a diventare rifiuti: nell’impianto di depurazione di Sesto San Giovanni diventano biogas e poi energia termica.
Il primo progetto di economia circolare implementato in un depuratore di CAP risale al 2016, quando nell’impianto di Bresso-Niguarda è stato avviato il progetto pilota #Biometanow, in collaborazione con il CNR-IIA (Istituto di Inquinamento Atmosferico) e con il Gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles, ora Stellantis) per testare la qualità del biometano prodotto dai fanghi di depurazione. Nel 2019 è nato il primo impianto di produzione a regime industriale di biometano estratto dai fanghi, che alimenta la rete nazionale di gas naturale SNAM destinata all’autotrazione.
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Rifiuti, accordo Utilitalia-Marevivo sui mozziconi di sigaretta
ROMA (ITALPRESS) – Diffusione di una maggiore consapevolezza ambientale, promozione di un gruppo di studio, valutazioni dei costi della raccolta attraverso analisi ad hoc. Questo il cuore dell’accordo di programma siglato tra Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua energia e ambiente) e Marevivo, che punta alla riduzione della quantità dei mozziconi di sigaretta abbandonati nelle strade, e in particolare nelle aree urbane.
Il potenziale inquinante di questo rifiuto sul territorio italiano è stato valutato su base annua – secondo studi di Enea e dell’Ausl di Bologna – in circa 324 tonnellate di nicotina, 1.800 tonnellate di composti organici volatili, 21,6 tonnellate di gas tossici, 1.440 tonnellate di catrame e condensato e 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa. Senza contare che la gran parte dei mozziconi di sigaretta viene abbandonata in strada e finisce nei tombini, poi nei fiumi ed infine in mare.
In particolare Utilitalia – con le quattro aziende associate inizialmente coinvolte, AMIU Puglia, AMIU Genova, ASM Terni e GEA Pordenone – si impegna a sensibilizzare su finalità e scopi dell’accordo, a condividere informazioni e rapporti sulla gestione dei rifiuti da prodotto da fumo, e a sostenere, con il proprio know how, iniziative sulle migliori modalità di raccolta. La collaborazione con Marevivo si concentrerà sull’individuazione di modalità di analisi e definizione di standard tecnici per calcolare l’incidenza dei costi relativi alla gestione del littering da filtri dei prodotti del tabacco, come per esempio lo spazzamento delle aree pubbliche, il trasporto e il trattamento. I primi risultati del monitoraggio saranno presentati a novembre.
(ITALPRESS).









