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Vulcani, emissioni di CO2 campanello d’allarme delle eruzioni esplosive

ROMA (ITALPRESS) – L’aumento della CO2 nelle emissioni può far prevedere un’eruzione violenta di un vulcano con un anticipo sino a tre mesi. E’ questo quanto emerge da una ricerca pubblicata su Science Advances (https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abh0191) alla quale ha partecipato l’Università di Pisa all’interno di un consorzio tutto italiano che comprende le università di Palermo, Firenze e Torino e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (sezioni di Napoli e Bologna).
In particolare, lo studio ha analizzato la composizione e i flussi dei gas vulcanici a Stromboli grazie ad un sistema di monitoraggio finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC). I risultati hanno dimostrano come il gas vulcanico, in particolare l’aumento della CO2, giochi un ruolo chiave nelle dinamiche esplosive, e che i periodi preparatori delle esplosioni sono caratterizzati da emissioni anomale di CO2, rilasciate dal magma ancora immagazzinato in profondità.
“Le eruzioni vulcaniche sono fenomeni improvvisi, la cui dinamica è così rapida da sfuggire spesso al controllo preventivo pur rappresentando, come nel caso di Stromboli o Etna, un serio pericolo, sia per la presenza di aree abitate circostanti che per i turisti – spiega il professore Marco Pistolesi Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – l’utilizzo dei gas vulcanici, che abbiamo proposto in questo studio, apre così nuovi scenari per la loro possibile identificazione e previsione”.
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Cingolani “Sul cambiamento climatico agire subito con ambizione”

ROMA (ITALPRESS) – “La temperatura aumenterà nel prossimo decennio fino a 3 gradi, questo ci indica l’urgenza di intervenire sul cambiamento climatico, siamo in ritardo, l’urgenza è chiara, e i giovani devono essere coinvolti nel processo decisionale che riguarda il loro futuro, soprattutto nei Paesi africani, i più vulnerabili”. Lo ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo al B20 Italia.
“Ambizione e accelerazione sono le due parole chiave – ha aggiunto il ministro -. C’è oggi la consapevolezza che il cambiamento climatico è un grosso problema ma non può essere affrontato singolarmente, si deve affrontare in maniera sinergica, tenendo in considerazione quelle che sono le diseguaglianze globali”.
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Innovazione e sostenibilità, al via progetto Pioneer di Enel X e Adr

ROMA (ITALPRESS) – Grazie alla collaborazione tra Enel X e ADR, le batterie second-life provenienti da veicoli elettrici saranno integrate con un parco solare da 30 MW dell’Aeroporto di Roma Fiumicino in corso di realizzazione entro il 2024, contribuendo a ridurre drasticamente le emissioni dello scalo.
Il progetto, denominato Pioneer- airPort sustaInability secONd lifE battEry stoRage, si è aggiudicato un finanziamento di oltre 3 milioni di euro dell’Innovation Fund, il fondo dell’innovazione per il clima dell’UE, e prevede la realizzazione di un innovativo sistema d’accumulo da 10 MWh basato su batterie di veicoli elettrici giunte al loro secondo ciclo di vita, che saranno utilizzate per assorbire l’eccesso di energia prodotto dall’impianto solare e coprire gli eventuali picchi serali di domanda energetica dell’aeroporto.
“Per la prima volta – ha dichiarato Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X – un grande sito industriale come l’Aeroporto di Fiumicino, maggiore scalo italiano, potrà avvalersi di un sistema di accumulo energetico che impiegherà batterie second life provenienti dalle auto elettriche. Faremo leva su un innovativo design modulare per ottimizzare i costi d’integrazione e rendere flessibile l’utilizzo di batterie di derivazione automobilistica. Questo progetto pioneristico si aggiunge ad altre importanti attività d’innovazione che stiamo portando avanti nell’ambito dei bandi IPCEI della Commissione europea, per rendere sempre più sostenibile la filiera delle batterie e dei veicoli elettrici e ancora una volta conferma il nostro impegno a coniugare innovazione e sostenibilità”.
“ADR – ha dichiarato Marco Troncone, Amministratore delegato di Aeroporti di Roma – è sempre in prima linea per la Sostenibilità e per l’Innovazione, e questo progetto abbraccia entrambe le realtà. Questo progetto fortemente innovativo e tra i più grandi al mondo si integra in pieno nel nostro modo di fare azienda, contribuendo ad una continua e costante ripresa del settore aereo in direzione dell’ecosostenibilità. Inoltre, questa è una dimostrazione concreta della credibilità e della capacità propositiva e realizzativa che è necessario esprimere al fine di cogliere appieno tutte le opportunità di sostegno europeo e nazionale a supporto della transizione di un settore strategico per il Paese”.
L’abbinamento di questo sistema d’accumulo all’impianto fotovoltaico consentirà allo scalo, gestito da Aeroporti di Roma, di accelerare il raggiungimento dell’obiettivo delle zero emissioni di CO2 entro il 2030. Con questo progetto, la mobilità elettrica diventa doppiamente sostenibile: nel loro uso in prima vita, le batterie consentono alle auto elettriche di ridurre l’impatto ambientale dei trasporti e azzerare l’inquinamento nelle nostre città. Nell’uso in seconda vita, poi, consentono di realizzare sistemi di accumulo stazionari, con cui offrire servizi di bilanciamento alla rete elettrica, abilitando un’ancora maggiore penetrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico. In questo modo, s’instaura un ciclo virtuoso che accelera ulteriormente la decarbonizzazione dei trasporti e del sistema elettrico.
Il progetto, oltre ad aumentare la penetrazione di generazione rinnovabile, apporterà benefici all’intera filiera della mobilità elettrica, contribuendo ad aumentare il tempo di vita delle batterie, in un’ottica di economia circolare della filiera, che consente di ridurre ulteriormente il CO2 footprint delle batterie a parità di capacità di accumulo, grazie al maggiore utilizzo delle stesse. L’impiego di batterie second life si colloca come passo cruciale all’interno della filiera produttiva delle batterie, preliminare al vero e proprio fine vita, da attuarsi tramite attività di riciclo, in modo da poter aver nuovamente materiali pregiati già disponibili per poter produrre nuove batterie, secondo una visione di produzione circolare e sostenibile. Da tempo Enel X è impegnata a migliorare la sostenibilità della filiera delle batterie. Oltre a questo progetto, la linea di business dedicata ai servizi energetici innovativi del Gruppo Enel, ha ottenuto nell’anno in corso il via libera dalla Commissione Europea per lo sviluppo di altre tre iniziative presentate nell’ambito del secondo IPCEI (Important Project of Common European Interest). I progetti di Enel X riguardano in particolare applicazioni per la mobilità elettrica, per i grandi sistemi di accumulo stazionario, il riciclo e la gestione del fine vita delle batterie al litio.
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Ogni settimana l’Italia consuma 50mila mq di suolo

ROMA (ITALPRESS) – Ogni settimana in Italia consumiamo 50.000 metri quadrati di suolo. Il futuro dell’umanità si sta definendo oggi, mentre viviamo la condizione sociale ed economica più complessa della storia contemporanea. E’ oggi, quindi, che dobbiamo impiegare al meglio gli strumenti e le risorse a disposizione per contrastare e superare una crisi sanitaria e ambientale senza precedenti. Vuole dare un contributo in questa direzione il nuovo report Urban Nature 2021 intitolato “Verso Città ‘Nature Positivè: Decementifichiamo il nostro territorio – Rinverdiamo la nostra vita”, che il Wwf pubblica in vista dell’evento Urban Nature del 10 ottobre, quando in tutta Italia si festeggerà la natura in città (Qui la mappa degli eventi in tutta Italia).
Attraverso i tre filoni tematici “Decementifichiamo le città”, “Nutriamo la biodiversità”e “Rinverdiamo le nostre scuole”, declinati in altrettanti capitoli, il report del Wwf Italia raccoglie una rassegna di progetti pilota, proposte e modelli – tratti da decine di esperienze italiane, europee ed internazionali – per rivoluzionare i paradigmi delle nostre città, mettendoli a disposizione di istituzioni, realtà civiche attive sul territorio e cittadini per essere realizzati in maniera capillare. 14 gli autori che hanno collaborato alla creazione del report, tra questi docenti del Politecnico di Milano e delle Università di Roma Sapienza, Roma Tre, del Molise e dell’Aquila.
“Le nostre città vanno ripensate per affrontare la crisi climatica e migliorare il benessere e la qualità della vita delle comunità. Riportare la natura in città servirà anche ad invertire la curva della perdita di biodiversità che sembra oggi irreversibile – dice la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi -. Il 55% della popolazione mondiale abita in città ed è proprio nei centri urbani che si genera il 70% delle emissioni globali, per cui non è rinviabile un piano urgente per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, su una mobilità collettiva efficiente e green e sulla creazione di spazi verdi urbani diffusi”.
“D’altronde, come emerge dai dati del report Urban Nature, anche in Italia continuiamo a divorare suolo amplificando gli effetti del cambiamento climatico e riducendo gli spazi naturali che ancora abbiamo a disposizione. Non è più rinviabile una legge sul consumo del suolo”, aggiunge Bianchi.
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L’arte del recupero in omaggio a Dante arriva a Firenze

FIRENZE (ITALPRESS) – Scart, il progetto artistico del Gruppo Hera, porta a Palazzo del Pegaso a Firenze fino al 22 ottobre una mostra dedicata alla Divina Commedia per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Protagonisti un ciclo di grandi tavole e alcune sculture, realizzate con materiali di recupero dagli studenti di tre Accademie di Belle Arti (Firenze, Carrara e Ravenna) e da alcuni ragazzi della Comunità di San Patrignano.
Accessori moda, bottoni, cerniere e filamenti di pelle sono solo alcuni degli oggetti che danno vita alla mostra su un inusuale ciclo dantesco al Palazzo del Pegaso, grazie a Scart, il progetto artistico del Gruppo Hera, che da oltre venti anni trasforma materiali di recupero in opere d’arte.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana, è allestita nello spazio espositivo C.A. Ciampi in via dè Pucci 16 a Firenze ed è visitabile da oggi al 22 ottobre (ingresso libero dal lunedì al venerdì con orario 10-12 e 15-18). Prendendo spunto dalle incisioni di Gustave Dorè, artista dell’Ottocento francese che raggiunse la notorietà proprio per le sue illustrazioni della Commedia, gli studenti di tre Accademie di Belle Arti (Firenze, Carrara e Ravenna) sono stati coinvolti dal progetto Scart per sviluppare una rievocazione dell’opera dantesca attraverso l’arte del rifiuto. Il risultato sono sei pannelli di grandi dimensioni (180x250cm) raffiguranti alcuni momenti tratti dalle tre cantiche dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.
Denominatore comune di tutti gli elaborati esposti è l’utilizzo da parte dei giovani artisti di materiali di recupero che nell’officina Scart – allestita presso gli impianti toscani di Herambiente – acquistano una dimensione estetica del tutto originale, capace rilanciare il grande messaggio del riuso. L’esposizione comprende anche sei grandi sculture della testa di Dante ispirate alla statua di Enrico Pazzi in piazza Santa Croce a Firenze, tre delle quali sono state realizzate anche da alcuni ragazzi della Comunità di recupero di San Patrignano, nel loro laboratorio di Waste Art.
Arte e sostenibilità ambientale al servizio della bellezza
Scart è il progetto artistico del Gruppo Hera che da oltre vent’anni realizza opere e installazioni costituite al 100% da scarti di lavorazione industriale. Grazie a Scart la multiutility bolognese, che in Toscana opera attraverso importanti piattaforme di Herambiente dedicate ai servizi ambientali alle imprese (Pistoia, Pisa, Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno), punta a raggiungere un pubblico sempre più vasto al quale trasmettere, attraverso il linguaggio dell’arte, una nuova sensibilità sui temi dell’economia circolare e sull’importanza di perseguire uno sviluppo economico e industriale che sia anche sostenibile.
Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo Hera commenta:
“Il messaggio che desideriamo veicolare con il nostro progetto Scart è fondamentale: dare a tutti la possibilità di riflettere sul valore del recupero e dell’economia circolare, ammirando la bellezza ricavata da materiali considerati ormai privi di valore, cui vengono conferiti, tramite la virtù creativa, nuova vita e indiscutibile pregio. Grazie a questa mostra diamo voce a giovani artisti, capaci di creare opere uniche riciclando ‘a regola d’artè. Da anni, infatti, con Scart il Gruppo Hera offre la possibilità agli studenti iscritti ad alcune tra le più importanti Accademie di Belle Arti italiane di svolgere workshop formativi residenziali nell’officina allestita presso gli impianti toscani di Herambiente. Sperimentare nuovi percorsi artistici, attraverso l’utilizzo di materiale di recupero, ci permette di diffondere contemporaneamente un messaggio di modalità virtuose e di rispetto per l’ambiente”.
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Corte Ue, l’Italia ha violato le norme su raccolta acque reflue urbane

ROMA (ITALPRESS) – L’Italia ha violato le norme comunitarie sulla raccolta, trattamento, scarico delle acque reflue urbane. Lo evidenzia la Corte di giustizia europea, evidenziando che il nostro Paese è venuto meno agli obblighi discendenti dalla direttiva 91/27/CEE in quanto ha omesso di prendere le disposizioni necessarie per garantire che siano provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane 159 agglomerati; che le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte al trattamento in 461 agglomerati; che le acque reflue urbane che confluiscono nelle reti fognarie siano sottoposte, prima dello scarico, a un trattamento più spinto di un trattamento secondario o equivalente in 8 agglomerati; che la percentuale minima di riduzione del carico complessivo in ingresso a tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane sia pari almeno al 75% per il fosforo totale e almeno al 75% per l’azoto totale, nelle aree sensibili del bacino drenante nel Delta del Po e nell’Adriatico, del lago di Varese, del lago di Como (Lombardia) e del bacino drenante Golfo di Castellammare (Sicilia).
Secondo la Corte Ue, inoltre, l’Italia non ha provveduto affinchè la progettazione, la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane siano condotte in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e che la progettazione degli impianti tenga conto delle variazioni stagionali di carico in 609 agglomerati.
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Emilia Romagna accelera su fotovoltaico ed energia pulita

BOLOGNA (ITALPRESS) – La Regione Emilia-Romagna schiaccia l’acceleratore per dare impulso alla produzione di energia rinnovabile, con l’obiettivo della transizione ecologica.
Arrivano specifiche Linee guida per favorire l’installazione di impianti fotovoltaici sulle aree di cava dove si è conclusa l’attività estrattiva. I nuovi impianti fino a 20 megawatt connessi alla rete elettrica di media tensione potranno partire con una semplice comunicazione: lo stesso nelle zone industriali e commerciali, oltre che su discariche non più attive. La Giunta regionale, tra le prime in Italia, ha infatti approvato nuove norme che semplificano l’iter necessario all’avvio degli impianti solari e dettano indirizzi attuativi in particolare sull’utilizzo delle ex cave da applicare a tutte le istanze di nuova presentazione. Arpae, l’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale e l’energia, darà vita ad una nuova struttura operativa interna per assicurare uniformità e coordinamento nell’applicazione delle disposizioni sull’intero territorio regionale. Si tratta di scelte che l’assessorato all’Ambiente ha portato avanti con decisione, in linea con le istanze dell’Assemblea legislativa e con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e il Clima, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Per le aree estrattive, in particolare, se è previsto un recupero come invasi debuttano norme che disciplinano il “solare galleggiante”, posizionato direttamente sull’acqua. In quelle restituite a un uso agricolo si promuove invece “l’agrovoltaico”, con l’integrazione della presenza di coltivazioni e impianti di produzione di energia grazie al ricorso a tecnologie innovative. Nelle aree restituite a uso agricolo, potranno essere installati pannelli a terra solo se non coltivate; altrimenti vale il limite del 10% della superficie complessiva. Nessuna possibilità di sfruttamento energetico è contemplata infine nei casi in cui per la cava sia programmato un recupero ambientale, con interventi di rinaturazione, piantumazione e ripristino della vegetazione.
Nelle cave dismesse “riutilizzate” come bacino idrico, le nuove norme regionali consentono l’istallazione di impianti fotovoltaici “flottanti”, cioè galleggianti. Si fissano però alcuni paletti di tutela ambientale da rispettare. La superficie dell’invaso occupata non può però superare il 50% dell’estensione dello specchio d’acqua; i pannelli devono concentrarsi in maggior parte al centro del bacino per non ostacolare la nidificazione e lo svezzamento dei volatili, che avviene lungo le rive; non è possibile posizionarli dove si registrano meno di 3 metri d’acqua, perchè i volatili procacciano il cibo in particolare in acque poco profonde. Per compensare gli impatti dell’impianto fotovoltaico sull’ecosistema, infine, la sua realizzazione richiede di effettuare un contestuale ampliamento delle aree naturali e delle aree di foraggiamento degli animali con la posa di siepi larghe almeno 5 metri nelle zone perimetrali. Per le ex cave ritornate all’uso agricolo, invece, è previsto l’agrovoltaico con tecnologie innovative come il montaggio verticale di moduli, anche bifacciali o elevati da terra, dotati di inseguitori solari. La struttura portante dell’impianto deve comunque consentire il passaggio dei mezzi agricoli per la coltivazione. Impianti a terra sono infine consenti nelle cave abbandonate, così come in quelle ripristinate ad uso agricolo a condizione che l’area non risulti coltivata. Per quelle coltivate, è confermato il limite del 10% di utilizzo dell’area agricola se la stessa risulta coltivata.
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Contest “Urban Nature” del Wwf, premi per 8 scuole

ROMA (ITALPRESS) – La natura non è solo un elemento fondamentale per il benessere quotidiano ma anche una ‘scuolà fondamentale per i bambini e i giovani. L’emergenza Covid-19 – che ha rinchiuso per mesi milioni di studenti italiani nelle loro case – ha fatto sentire ancora più di prima la necessità di utilizzare ogni spazio possibile interno, ma soprattutto esterno alla scuola, per rendere la natura più vicina. All’interno di Urban Nature, la festa della natura in città che quest’anno è alla quinta edizione, il Wwf ha pensato proprio alle scuole, invitandole a realizzare un progetto per aumentare la biodiversità urbana attraverso il Contest “Urban Nature – L’impegno delle Scuole per la Natura delle nostre Città”, riservato alle classi delle scuole primarie, secondarie di I e II grado, statali e paritarie.
Ad alunni e insegnanti è stato chiesto di individuare e presentare un’azione per aumentare la biodiversità della propria città, come la riqualificazione degli spazi della scuola (cortile, giardino se esistente, tetto, parete), quella di un’area esterna (esempio parco cittadino o area dismessa) o altri interventi a livello urbano per aumentare la biodiversità cittadina (esempio, proposte per aumentare il verde cittadino o tutelare e riqualificare zone umide o tratti di fiumi urbani).
Quest’anno moltissime classi hanno partecipato al contest (in alcuni casi l’intero istituto), presentando la scheda del loro progetto insieme ad un elaborato esplicativo con le varie fasi attuative e le potenzialità del progetto e dalle 10 di giovedì 7 ottobre in diretta su zoom, saranno premiate le 8 scuole vincitrici, le prime due per ogni categoria. Durante la consegna del premio, una somma di denaro da investire nella presentazione del progetto, ogni scuola presenterà in breve il proprio elaborato.
Per la scuola primaria il primo posto va all’Istituto Comprensivo”M. Coppino-Foscolo” di Torino, dove i bimbi di una classe seconda della primaria propongono di “arricchire di natura” il proprio cortile decisamente poco verde, partendo da piante e rifugi per insetti come le coccinelle. Si classifica secondo l’I.C. “Mameli” di Curti, in provincia di Caserta con l’esperienza ben strutturata di un orto didattico a scuola.
E’ un’altra scuola torinese, l’ I.C. “G. Salvemini”, a vincere il contest per la sezione delle scuole secondarie di primo grado con un progetto dal titolo ambizioso: “L’orto di Linneo” e con l’obiettivo di realizzarlo in un luogo dove potrà essere ammirato e curato sia dai più piccoli della scuola primaria che dai promotori che sono gli alunni della secondaria di I grado. Dall’I.C. “Ariosto” di Arzano, in provincia di Napoli, un progetto per rinverdire un grigio cortile scolastico che si guadagna il secondo posto.
Per le secondarie di secondo grado vince il progetto “Green or grey” dell’ ITET “Fontana” di Rovereto (TN), una scuola che da anni insegue gli obiettivi di rendere gli spazi interni ed esterni alla scuola non solo accoglienti e funzionali ma anche sostenibili. Secondo posto per il Liceo Artistico” Caravaggio” di Milano che ha progettato come trasformare un’area in completo abbandono in un luogo di ritrovo e di contatto con la natura per tutte le fasce di età. Fra i premi anche l’ormai ricorrente “Premio Violetta”, menzione speciale all’ISS “Falcone” di Gallarate (Varese) per la realizzazione di un frutteto a scuola, mentre l’I.C. “5 Wojtyla” di Castellammare di Stabia (Napoli) si è classificato secondo con un progetto in continuità tra la scuola primaria e secondaria di I grado dal titolo: “Naturi…Amo la nostra scuola.
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