ROMA (ITALPRESS) – Colmare il vuoto normativo di fronte alla diffusione dei dissalatori, valutare l’impatto ambientale degli impianti e delle acque di scarico, tutelare gli ecosistemi marini, migliorare la gestione dei piani di sicurezza dell’acqua e la comunicazione con le popolazioni delle isole minori. Sono questi i punti di confronto approfonditi questa mattina al convegno “Alternative sostenibili ai dissalatori sulle isole. Affrontare le sfide sull’inquinamento e la qualità delle acque”, organizzato dalla Fondazione UniVerde e da Marevivo in partnership con Marnavi, che si è svolto presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale.
L’evento, promosso con la Media partnership di Radio Radicale, Italpress, Askanews, TeleAmbiente, Opera2030, SOS Terra Onlus, ha rappresentato un’opportunità per valutare scenari alternativi all’utilizzo dei dissalatori a terra sulle isole minori, in particolare concentrando l’attenzione sugli impianti mobili come soluzione all’emergenza idrica e alla difesa degli habitat marini.
“Sul tema dei processi di dissalazione, del diritto all’acqua potabile di qualità, della tutela della risorsa mare e degli ecosistemi marini, la Fondazione UniVerde e Marevivo hanno da sempre coinvolto le istituzioni per ottenere norme utili – ha spiegato Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde -. Si tratta di una questione che ha carattere sanitario e ambientale. Ecco perchè servono una regolamentazione chiara e univoca sulla diffusione e la gestione dei dissalatori e direttive più stringenti alle tipologie di scarichi considerati ammissibili. L’ipotesi di un impianto mobile può rappresentare una valida risposta, con regole attente alla salvaguardia del mare e della fauna marina. Questo è il senso dell’iniziativa di oggi e dell’appello che rivolgiamo a Parlamento e Governo per una efficace azione normativa del settore ma anche per promuovere un’innovazione tecnologica made in Italy già sostenuta da progetti di ricerca europei”.
“Marevivo è stata la prima associazione che ha preso atto dei fenomeni di degrado ambientale connessi ai dissalatori sulle isole minori e ha organizzato specifiche iniziative pubbliche al riguardo. Ha poi invocato nuove e specifiche norme per la salvaguardia della biodiversità minacciata dagli scarichi dei dissalatori terrestri – sottolinea Carmen Di Penta, Direttrice di Marevivo -. Su richiesta di Marevivo, infatti, è stato istituito un tavolo tecnico al ministero dell’Ambiente per l’emanazione delle linee guida sulla dissalazione e, parallelamente, l’associazione ha sollecitato pubblicamente le istituzioni ad approvare legge Salvamare”.
Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, in un messaggio ha garantito il proprio impegno nelle sedi competenti. Sul tema della provvista di acqua dolce sulle isole, ha sottolineato: “Lo Stato si è fatto carico da sempre di tale necessità. Dapprima, rifornendo le isole con navi cisterna, poi con il ricorso al naviglio privato e infine con l’installazione di dissalatori sulle isole attraverso apposite gare, la cui realizzazione deve però tenere conto di molteplici vincoli urbanistici, paesaggistici, economici e soprattutto ambientali. L’analisi che è stata presentata oggi ha il pregio di fornire dati oggettivi. I precisi suggerimenti di processo, che il convegno lascia in eredità sul tema della dissalazione delle acque, sono affidati agli enti locali responsabili delle decisioni infrastrutturali. Avranno ora ulteriori elementi da prendere in considerazione per favorire una complessiva efficienza di sistema, nel percorso che conduce a una sempre maggiore sostenibilità delle soluzioni da adottare per le isole minori”.
Loredana De Petris, Presidente del Gruppo Misto al Senato della Repubblica, ha ringraziato la Fondazione UniVerde e Marevivo per l’impegno attento sul tema: “Le isole minori sono un grande patrimonio del nostro Paese, meriterebbero più attenzione. Bisogna investire su tecnologie alternative meno impattanti e più sicure. La transizione ecologica si persegue, non solo con quello che abbiamo già inserito nel Pnrr, ma anche con la coerenza degli impegni dello Stato. Nella Next Generation Eu, il principio base è che nessun investimento deve essere dannoso per l’ambiente e questo deve essere il parametro guida di tutti gli investimenti pubblici”.
Francesca Troiano, Componente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, ha evidenziato: “E’ fondamentale cercare di colmare la normativa nazionale sulla dissalazione. Garantire acqua dolce è un impegno sottolineato anche dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. Da questo punto di vista, l’attività parlamentare deve porre al centro dell’attenzione il tema della carenza idrica, perchè riguarda tanto noi quanto le future generazioni. In merito ai fondi per le opere, dovremmo pensare a una partnership tra investimenti pubblici e privati”.
Ad entrare nel merito dei dettagli tecnici e della valutazione d’insieme del dissalatore mobile marino, è stato Fernando Esposito, Direttore Tecnico di Marnavi, che ha presentato il progetto evidenziando alcune peculiarità importanti di tale soluzione: elasticità di impiego, qualità dell’acqua trattata e prodotta, difesa ambientale in particolare delle fasce costiere e dell’impatto paesaggistico.
Per Luca Lucentini, Direttore del Reparto di Qualità dell’acqua e salute all’Istituto Superiore di Sanità, “garantire il diritto universale di accesso all’acqua rappresenta una sfida sempre più complessa nel quadro attuale dei cambiamenti climatici, ambientali e sociali. I problemi legati alla disponibilità di risorsa e ai trattamenti, in particolare se molto avanzati come per la dissalazione, sono strettamente legati alla qualità della risorsa fornita a garanzia della salute umana e agli impatti ambientali degli impianti. L’ISS pone quindi la massima attenzione all’analisi scientifica su benefici e rischi della dissalazione, apprezzando particolarmente ogni confronto interdisciplinare e intersettoriale come nell’importante evento di oggi in cui si presenta anche un’evoluzione tecnologica di particolare interesse associata da uno specifico piano di sicurezza”.
In rappresentanza dell’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori è intervenuta Gian Piera Usai, Segretaria Generale dell’ANCIM: “Nelle piccole isole il problema dell’acqua e come reperirla anima ciclicamente i nostri dibattiti. La pandemia e i cambiamenti climatici ci hanno insegnato che è tempo di avere più fantasia e flessibilità per rilanciare il Paese, non verso livelli di sviluppo pre Covid ma verso una economia più dinamica. Già i Romani, nelle piccole isole, avevano sperimentato sistemi di produzione d’acqua efficaci, valorizzando gli assetti geomorfologici delle isole”.
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Dissalatori mobili marini per il diritto all’acqua potabile
Mobilità, Federmetano “Noi protagonisti della decarbonizzazione”
BOLOGNA (ITALPRESS) – Nella corsa alla decarbonizzazione il biometano vuole giocare la sua parte e lo fa puntando anche alla “transizione tecnologica” legata alla novità delle colonnine self service. “Riteniamo profondamente sbagliato affrontare il problema della decarbonizzazione semplicemente dal punto di vista dell’elettrico, fissandolo come unica soluzione. L’elettrico è importante, può dare risposte utili, ma non copre tutto il mercato dei trasporti e della mobilità, così come richiesto”. Lo dice all’agenzia Italpress Dante Natali, presidente di Federmetano, in occasione dell’evento “Mutamenti in corso” a Bologna, dove è stato fatto il punto con gestori e tecnici del mercato del metano. Anche i consumatori, però, sono chiamati in causa perchè da parte loro per Natali “non c’è sufficiente consapevolezza, c’è una visione molto parziale e precostruita”. La carta “fondamentale nella decarbonizzazione che ci chiede l’Europa” è quella “del biometano, un prodotto che non ha nulla di legato al fossile, ma chimicamente è la stessa cosa”.
“Sfruttando la stessa infrastruttura già esistente, – aggiunge Natali – fino ad oggi usata solo per il metano fossile, vogliamo traghettare” verso il green, “e in parte lo stiamo facendo, con già un 20% di biometano che già oggi viene usato da chi va a metano. Un quinto dei chilometri percorsi dalle auto a metano, una quota significativa, è a impatto zero, senza Co2 emessa”. Quello del metano è un mercato “sempre in cambiamento e noi dobbiamo cercare di adeguarci cercando di difendere le nostre peculiarità”. Per Natali “le sfide del mercato sono sempre più dure”. A rincarare la dose contro l’elettrico è Gian Primo Quagliano, presidente di Econometrica, secondo il quale “l’irresistibile ascesa dell’auto elettrica sembra essere sempre più resistibile. Molti concessionari sono preoccupati perchè quando il bluff sarà scoperto ci sarà un bagno di sangue”. Il mercato del metano, però, potrebbe crescere grazie alle stazioni self service, regolamentate dal decreto del marzo 2019 ma ancora poco conosciute. Per Marco Rinaldi, progettista di impianti, è “un’opportunità storica”.
“Adesso – spiega a margine dell’evento di Federmetano – il momento è maturo. Dal punto di vista normativo abbiamo tutti gli strumenti che ci consentono di pensare a una futura rete di distributori a metano che operino anche in modalità self”. “Dal punto di vista tecnico – aggiunge – non ci sono particolari problemi. I nuovi distributori potranno essere già costruiti per lavorare in modalità self, ma ci sono anche possibilità di innovare tutta l’impiantistica esistente”. Con il self service “l’impianto deve essere trasformato in un luogo veramente sicuro e l’impiantistica deve essere sempre funzionante”. Anche i numeri dicono che ai clienti piace il self service. “Il nostro primo self è partito a luglio, è un’esperienza breve ma abbiamo già considerazioni da fare”, racconta Francesco Pinardi, CEO di Ekomobil. Ad esempio, dai dati di Ekomobil, il 50% del metano erogato in agosto è stato con il self service facendo registrare un +70% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A settembre la percentuale si attesta al 30%. Per Pinardi “il periodo è ridotto e i mesi estivi non sono i migliori per trarre conclusioni”, ma i dati danno già alcune indicazioni sul futuro. Anche i dati di Tamoil dicono che il metano erogato col self service piace.
A giugno di quest’anno Tamoil ha aperto il primo punto vendita self service a Monastier, nel Trevigiano, e dai dati risulta che il trend è in aumento: si è passati dal 14% a luglio al 20% di settembre. Per Silvia Gadda, retail manager di Tamoil, però, occorre “migliorare la fase autorizzativa” perchè attualmente occorrono “quattro mesi di tempo”. A sentire quanti sono intervenuti nel corso dell’incontro c’è la necessità di velocizzare la transizione al self service. Ora, però, gli occhi sono tutti puntati sul decreto Semplificazione, rispetto al quale Natali esprime “delusione per i ritardi nel confronto con i ministeri” dello Sviluppo economico e dei Trasporti. “Le mie aspettative – dice rivolgendosi alla platea – sono notevoli perchè si tratta di un’occasione unica per cercare di cominciare a snellire e far evolvere una attività fossilizzata dal 1950 e che non siamo mai riusciti a migliorare se non in piccoli dettagli e in cose non più accettabili dal mercato attuale”.
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Climate change, un concorso letterario per racconti sul mondo che verrà
MILANO (ITALPRESS) – Alla ricerca dei Cormac McCarthy d’Italia. Al via The Source, il concorso letterario che sceglierà i migliori racconti di genere climate fiction italiani. L’iniziativa, promossa da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, in collaborazione con Libromania, società controllata dalla casa editrice DeA Planeta Libri, prende spunto dal podcast omonimo, The Source, rilasciato quest’estate e disponibile gratuitamente su tutte le più importanti piattaforme, e che racconta gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici in un’Italia che per 15 anni ha ignorato gli allarmi degli scienziati, ritrovandosi all’improvviso vittima della prima crisi idrica della storia.
Il concorso, che prende il via oggi 22 settembre e termina il 30 novembre, rilancia la sfida a scrittori e aspiranti tali: scrivere un racconto inedito all’interno del genere letterario chiamato climate fiction (Cli-Fi), ovvero quel filone della fantascienza che si misura col tema dei cambiamenti climatici.
Da sempre, infatti, il cinema, il teatro e la letteratura hanno svolto anche una funzione profetica. La narrazione di un futuro possibile, la creazione di un immaginario, di volta in volta apocalittico, fiabesco, allegorico è parte stessa della tradizione narrativa del mondo. La riflessione sul tempo e sul domani ha prodotto grandi capolavori, e solo alla metà del Novecento, per circoscrivere un macrogenere, si è coniato il termine fantascienza o science fiction.
La climate fiction è, invece, un’etichetta decisamente più recente. Tra i nomi illustri che vi sono misurati troviamo, per limitarci ai più celebri, James G. Ballard (Il mondo sommerso), Ian McEwan (Solar), Margaret Atwood, celebre per Il racconto dell’ancella, (la Trilogia di Maddaddam) e, il più famoso di tutti, Cormac McCarthy, autore del romanzo post apocalittico La strada, vincitore del premio Pulitzer nel 2007.
Quella dei cambiamenti climatici è una questione che costituisce oggi la grande priorità nelle agende dei governi e delle principali istituzioni internazionali. Lo scioglimento dei ghiacci, la crescita del livello degli oceani, le precipitazioni e i fenomeni meteorologici estremi sono sempre più diffusi, mentre vaste aree del pianeta sono colpite da siccità e ondate di calore senza precedenti. Questa estate in Italia sono letteralmente andati in fumo 158 ettari di territorio, un’area pari alle Città di Roma, Napoli e Milano messe insieme. Le inondazioni che hanno devastato il centro Europa nel mese di luglio hanno causato più di 180 vittime nella sola Germania.
Si tratta di fenomeni che, secondo gli scienziati, sono destinati a intensificarsi: si pensi che il decennio 2010-2019, è stato il più caldo da quando esistono registrazioni attendibili e regolari della temperatura. Cambiamenti che rendono sempre più frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico, crisi dei sistemi agricoli, crisi idrica, diffusione di epidemie ed estinzione di specie animali e vegetali. Scopo di The Source è quello di dare un contributo in termini di sensibilizzazione e di farlo attraverso lo strumento dell’immaginazione e dello storytelling.
Fino al 30 novembre, sarà possibile inviare il proprio racconto di climate fiction, compreso fra le 20 e le 30 mila battute, caricandolo sul sito ufficiale thesource.gruppocap.it. I migliori elaborati, selezionati da una giuria, saranno raccolti in un libro-antologia curato in collaborazione con Libromania, che vedrà la luce nella primavera del 2022.
The Source è solo l’ultima delle tante iniziative di sensibilizzazione sui temi ambientali ideate da Gruppo CAP. Lo scorso anno l’azienda pubblica ha promosso l’operazione Let’s Green!, concorso nato con l’intento di premiare le buone pratiche di sostenibilità di cittadini e associazioni eleggendo i Comuni più green della Città Metropolitana di Milano.
Per maggiori informazioni, per ascoltare le puntate di The Source, e per consultare il regolamento del concorso: https://thesource.gruppocap.it/
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Dal MiTe un miliardo e mezzo per la raccolta differenziata e il riciclo
ROMA (ITALPRESS) – Un miliardo e mezzo di investimenti per le “Città circolari”: il 30 settembre il ministero della Transizione ecologica pubblicherà i decreti con i criteri di selezione dei progetti relativi agli investimenti per le infrastrutture a supporto della raccolta differenziata e per gli impianti di riciclo. La misura punta a conseguire gli obiettivi di riciclo fissati dalla normativa comunitaria, che prevede che al massimo il 10% dei rifiuti finisca in discarica e che il 65% venga invece riciclato. “La buona notizia – annuncia il ministro Roberto Cingolani – è che mettiamo in moto l’altro grande filone di interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello dedicato all’economia circolare. I progetti partiranno già nelle prossime settimane”.
Gli investimenti comprendono misure di potenziamento, digitalizzazione e ammodernamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata e si muovono secondo tre assi: infrastrutturazione della raccolta differenziata, impianti per il riciclo delle frazioni della differenziata e flussi critici.
“Bisogna migliorare sia la quantità che la qualità di quello che viene raccolto – prosegue il ministro Cingolani – e l’introduzione di nuove tecnologie faciliterà la raccolta per i cittadini”.
Il 60% degli investimenti sugli impianti di riciclo andrà al Centro-Sud. Una particolare attenzione verrà dedicata alla frazione organica che oggi costituisce il 30% circa di tutta la produzione di rifiuti e che dovrà essere valorizzata per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riciclo e di decarbonizzazione.
Altro capitolo importante del progetto “Città circolari” del Mite riguarda i rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione che oggi costituiscono una criticità spesso affrontata con strumenti emergenziali e che invece saranno sfruttati al meglio nell’ottica del modello di economia circolare.
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Cortometraggi su ambiente e rifiuti, Zingaretti premia studenti
ROMA (ITALPRESS) – Sensibilizzare i giovani sulla corretta gestione del ciclo dei rifiuti e sul rispetto del patrimonio naturale è l’obiettivo del progetto “Ri-Movie Ciclo”, la campagna di educazione ambientale promossa dalla Regione Lazio, che ha visto gli studenti delle scuole superiori di Roma che hanno partecipato al progetto premiati dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Con il progetto “Ri-Movie Ciclo”, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale GMA e l’Istituto Cine-TV “Roberto Rossellini”, sono stati scritti e prodotti tre cortometraggi da parte degli studenti degli istituti superiori. Dalla raccolta differenziata alla gestione dei rifiuti, fino alla promozione di un’economia circolare, sono stati diversi i soggetti su cui si sono cimentati i ragazzi, scegliendo liberamente il genere cinematografico preferito (commedia, drammatico, documentario).
In particolare, gli studenti hanno curato tutte le fasi di realizzazione del cortometraggio: sceneggiatura, regia, recitazione, riprese e montaggio. Ad ogni gruppo è stato inoltre assegnato un tutor per garantire un supporto in ogni momento della produzione, oltre ad un attore per la recitazione e un operatore per le riprese.
I licei e gli istituti superiori che hanno preso parte alla campagna di educazione ambientale hanno ricevuto in premio un corso di giornalismo, un video proiettore, un set di luci da studio e un sistema di controllo da remoto delle telecamere, oltre a ritirare una targa ricordo e un attestato di partecipazione per tutti gli studenti coinvolti.
“Con il Covid la scienza ha detto quali comportamenti dovevamo avere per combatterlo, li abbiamo cambiati tutti e in due anni stiamo vincendo la battaglia contro il virus – ha detto Zingaretti -. Sull’ambiente non è così, la scienza sono anni che dice che è una catastrofe e malgrado lo sappiamo la reazione non è adeguata. Allora bisogna fare due cose: chi ha responsabilità come noi deve fare quanto possibile per dare dei segnali e noi ci stiamo provando, ma dobbiamo anche cambiare i comportamenti. Prometto che noi faremo di tutto per essere coerenti, ma se non cambiamo i comportamenti delle persone non ce la facciamo e il vostro è un contributo straordinario”. Questi video saranno molto utili, li metteremo nei sociale e li promuoveremo. Questa è la prima edizione ma il prossimo anno ripartiremo perchè dobbiamo convincere le persone ad avere dei comportamenti adatti ai nostri tempi”, ha aggiunto.
Accanto al nuovo Piano regionale rifiuti e agli investimenti per favorire la riduzione degli scarti e lo sviluppo della raccolta differenziata, la Regione sostiene diverse iniziative all’interno del progetto “Lazio Plastic Free”: 5 azioni in dieci mosse per favorire la svolta green attraverso la tutela dell’ambiente. Nel pieno rispetto del principio delle 5R – Riduci, Recupera, Ricicla, Rigenera, Riusa – il piano prevede la riduzione degli imballaggi in plastica e il contrasto al consumo della plastica monouso, il progetto sperimentale per il recupero e il riciclo della plastica in mare, l’istituzione della figura del Green manager e campagne di sensibilizzazione nelle scuole, come il progetto di Capitan Ambiente per gli alunni delle elementari e il bando regionale da 500mila euro per sostenere il programma Scuole Plastic Free negli istituti superiori e nelle università del Lazio.
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“Contro la crisi climatica bisogna metterci la faccia”, campagna Wwf
ROMA (ITALPRESS) – Contro la crisi climatica bisogna metterci la faccia. Questo il grido del WWF, che in vista della Youth COP a Milano, fino ai negoziati ONU della COP26 di Glasgow, invita le persone di ogni età e da ogni parte del mondo a diventare il tassello del primo grande Climate Wall: uno schermo in cui vengono mostrati i terribili effetti della crisi climatica e che lancia un appello a mobilitarsi per il clima. Non si tratta, infatti, di uno schermo qualunque: i pixel che compongono le immagini sono i selfie di tutti coloro che vorranno metterci letteralmente la faccia e fare sentire la propria voce ai governi, affinchè agiscano con urgenza per accelerare l’uscita dai combustibili fossili a livello nazionale, europeo e globale e per azzerare le emissioni di CO2 ben prima del 2050.
Il 28 settembre, proprio nel giorno in cui a Milano inizia la “Youth4Climate: Driving Ambition”, il Climate Wall del WWF arriverà nella stazione Centrale sull’iconico jumbo led in Galleria dei Mosaici, dove quelle immagini su come il cambiamento climatico stia impattando sulle nostre vite, saranno sotto gli occhi di tutti. Grazie al Climate Wall anche chi non sarà fisicamente a Milano potrà partecipare alla Youth COP e mandare il proprio messaggio per il clima: l’emergenza climatica è oggi, nessuno è al sicuro e serve una vera transizione energetica. Le istituzioni devono diventare protagoniste nella lotta al cambiamento climatico.
Per diventare un tassello del Climate Wall, basta scaricare la App Climate Wall disponibile per Android e per IOS e inviare il proprio selfie. Facendolo si entrerà in tempo reale all’interno della big picture presente sul sito WWF wwf.it/climatewall e allo stesso tempo nella comunità di tutti coloro che pretendono un cambiamento reale e chiedono alle istituzioni di essere ascoltati. Ognuno potrà poi condividere le sue richieste attraverso i propri canali social usando l’hashtag #Climatewall.
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Giovannini “Transizione ecologica necessaria, una grande opportunità”
TORINO (ITALPRESS) – “La transizione ecologica è necessaria, oltre che essere una grande opportunità. Ha dei costi, ma il governo, come ha già fatto nei mesi scorsi è impegnato ad evitare che l’aumento dei prezzi ricada sulle famiglie più fragili”. Così il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini nell’intervista su “La Stampa”. Per incentivare le politiche “verdi” il ministero ha a disposione ben 43 dei 62 miliardi di euro stanziati grazie al Pnrr, al fondo complementare ed al bilancio dello Stato, ovvero il 70% dell’intera torta. “Tutte le decisioni che sta prendendo il ministero vanno in questa direzione”. Si punta sulla cura del ferro per abbattere la Co2 (2,3 milioni di tonnellate annue in meno), si investe sulle colonnine per la ricarica elettrica delle auto, su nuovi nuovi bus elettrici e a idrogeno, sulla mobilità dolce e l’efficentamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e su tanti altri programmi. In parallelo avanzano i cantieri e le grandi opere. “Alcune sono già partite, penso all’alta velocità Napoli-Bari, altre sono già commissariate e sono in fase di avvio o di prosecuzione, altre ancora sono oggetto di bandi, come quelli recenti di Rete ferroviaria italiana. Che tra l’altro prevedono anche le condizioni premiali che abbiamo inserito nel Decreto semplificazioni a favore di donne e giovani” dice Giovannini.
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Spazi verdi nelle scuole, inaugurata a Roma la prima Aula Natura
ROMA (ITALPRESS) – Il progetto Aule Natura del WWF, con il quale l’associazione si propone di promuovere e valorizzare spazi verdi per bambini e ragazzi nelle scuole italiane, entra nel vivo. Oggi a Roma è stata inaugurata quella dell’Istituto comprensivo Fiume Giallo, la prima realizzata grazie all’intervento di Procter & Gamble che, nell’ambito del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, sta realizzando e realizzerà nei prossimi anni iniziative concrete di sostenibilità sociale e ambientale nel nostro Paese. La prima Aula Natura in assoluto è stata inaugurata nel settembre del 2020 in provincia di Bergamo, mentre la seconda è stata realizzata dal Wwf presso la Scuola dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Palidoro (Roma). Dopo questo primo sforzo numerosi soggetti pubblici e privati si sono offerti di finanziare altre Aule Natura.
Procter & Gamble in particolare, che ne ha fatto un elemento portante del proprio programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, ne aprirà oltre 50 nell’arco di 3 anni scolastici, di cui 12 entro il mese di settembre 2021.
E’ stato lanciato dal WWF nel settembre 2020, dopo il primo lockdown: il tradizionale giardino naturale, l’oasi a scuola, diventa una vera e propria aula. E’ uno spazio circoscritto (il gruppo classe è separato dal passaggio e non si incrocia con altri gruppi) e fatto di natura: le sue pareti sono siepi, bordure fiorite, cassoni per gli ortaggi. Prevede una superficie di area verde di minimo 80mq che permette il distanziamento ottimale, anche in funzione anti Covid-19 (3,5 mq per alunno) tra i bambini di un gruppo classe di circa 23 alunni. Riproduce differenti microhabitat (stagno, siepi, giardino) in cui osservare direttamente non solo le diverse forme di viventi, ma anche la relazione che li collega tra loro e a noi. Per la scelta delle Aule natura il Wwf ha seguito anche criteri legati ad aree particolarmente bisognose di recuperare spazi di vivibilità, in zone degradate o periferiche. Le aule natura hanno avuto anche il patrocinio dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP).
La collaborazione tra P&G Italia e Wwf prevede quattro aree strategiche di intervento: educazione delle nuove generazioni, all’interno della quale P&G sosterrà il Wwf nella realizzazione, di oltre 50 Aule Natura entro il 2024; sostegno a progetti di riqualificazione ambientale, tramite il quale P&G insieme al Wwf riqualificherà più di un milione di metri quadrati di boschi in Italia sostenendo il progetto ReNature; programmi di educazione ad un uso più consapevole e responsabile dei prodotti a casa e formazione dei manager di domani attraverso percorsi di studio creati insieme all’Istituto Europeo per lo Sviluppo Sostenibile.
“Quella con il Wwf è la più importante partnership mai realizzata da P&G in Italia a tema ambientale e si inserisce nel programma più ampio di cittadinanza d’impresa ‘P&G per l’Italià, attraverso il quale vogliamo realizzare azioni concrete in Italia nell’ambito della sostenibilità ambientale e sociale, Siamo entusiasti di inaugurare l’Aula Natura di Roma perchè è una iniziativa che coinvolge le nuove generazioni su un tema fondamentale quale l’insegnamento della natura e l’educazione al rispetto della natura, che riteniamo cruciale per un reale sviluppo sostenibile”, ha detto Riccardo Calvi, direttore Comunicazione di P&G Italia.
L’Aula Natura presso l’IC Fiume Giallo di Roma si trova in un’area del giardino scolastico recuperata che presenta un grande albero di pino morto che è diventato un possibile protagonista delle attività didattiche. L’area è molto ampia e con porzioni in declivio: è stato creato un laghetto, bordure di arbusti, piante aromatiche e piante da frutto. Un sentiero sensoriale corre lungo il giardino delle farfalle e conduce verso l’orto e il gazebo. Un angolo dell’Aula natura, racchiuso tra il tronco del pino morto e il laghetto che già presenta un principio di canneto spontaneo, resterà a garantire un esempio di prato stabile. Per il primo giorno di apertura, tutte le classi IV della scuola hanno incontrato l’Aula Natura e tutte le innumerevoli opportunità educative che offre, partecipando a diversi laboratori con gli educatori dell’Oasi WWF di Macchiagrande dedicati a piante mediterranee, organismi acquatici, coltivazione dell’orto biologico e ciclo vitale delle farfalle.
Non solo, in occasione dell’inaugurazione, che ha visto la partecipazione di Franco Modestini, preside dell’IC Fiume Giallo, Marco Galaverni, Direttore Programma e Oasi Wwf Italia, Maria Antonietta Quadrelli, responsabile educazione Wwf Italia, e Riccardo Calvi, direttore Comunicazione di P&G Italia, sono state annunciate le altre 11 Aule che si stanno realizzando e consegnando, il nuovo corso docenti disponibile su One Planet School ed è stato lanciato il bando per le prossime 20 che verranno realizzate nell’anno scolastico 2021-22.
“Quella con il Wwf – ha dichiarato Riccardo Calvi, Direttore comunicazione di P&G Italia – è la più importante partnership mai realizzata da P&G in Italia a tema ambientale e si inserisce nel programma più ampio di cittadinanza d’impresa ‘P&G per l’Italià, attraverso il quale vogliamo realizzare azioni concrete in Italia nell’ambito della sostenibilità ambientale e sociale, Siamo entusiasti di inaugurare l’Aula Natura di Roma perchè è una iniziativa che coinvolge le nuove generazioni su un tema fondamentale quale l’insegnamento della natura e l’educazione al rispetto della natura, che riteniamo cruciale per un reale sviluppo sostenibile”.
“Il contatto con la natura è un’opportunità che va garantita a tutti i giovanissimi – ha detto Maria Antonietta Quadrelli, responsabile educazione Wwf Italia -, mentre oggi assistiamo troppo spesso a quello che alcuni studiosi hanno indicato come un vero e proprio ‘deficit di naturà”.
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