MILANO (ITALPRESS) – Un’infrastruttura di mobilità strategica per il Sud, altamente sostenibile, accolta con favore dal territorio e dalle sue comunità. Un’opera Pimby: Please in my back yard. Grazie al progetto della nuova linea AV/AC Napoli – Bari, a cui sono state riconosciute queste importanti caratteristiche, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) è fra i vincitori del Premio Pimby Green 2021. A ritirarlo, a Milano, nella cornice del Theatre, l’amministratrice delegata e direttrice generale di RFI Vera Fiorani. A consegnarlo Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente, l’associazione promotrice dell’iniziativa che rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese private che gestiscono i servizi ambientali. A condurre la serata, che ha visto la consegna di undici premi ad altrettanti progetti industriali e imprenditoriali e ad iniziative innovative e sostenibili, Ilaria D’Amico.
“Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che premia il nostro impegno nel realizzare infrastrutture altamente sostenibili per la più sostenibile delle mobilità, quella ferroviaria” – ha commentato Fiorani -. La Napoli-Bari ne è un esempio concreto. Questa fondamentale opera per il sud Italia e per tutto il Paese ha conseguito la certificazione Envision con il massimo livello raggiungibile (Platinum) per il progetto della tratta Frasso Telesino-San Lorenzo Maggiore. La Napoli-Bari è in assoluto la prima in Europa a ottenere questi protocolli Envision che consentono di comprendere a fondo quali impatti sul territorio possono generare le opere in costruzione. La certificazione Envision, già applicata largamente all’estero, ci ha permesso cosi di verificare e attribuire un valore tangibile alla sostenibilità economica, ambientale e sociale di questa infrastruttura, fortemente voluta dalle comunità locali”.
La nuova linea Napoli-Bari, di cui il Rete Ferroviaria Italiana è committente, ha un costo complessivo di 5,8 miliardi di euro ed è parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia- Mediterraneo. Entro il primo semestre del 2027, alla conclusione dei lavori, faciliterà gli spostamenti da Bari verso Napoli e Roma. Sarà possibile andare da Bari a Napoli in 2 ore e fino a Roma in 3 ore. Prima di allora arriveranno progressive riduzioni dei tempi di viaggio, grazie all’apertura per fasi dei nuovi tratti di linea, con l’avvio del nuovo collegamento diretto Napoli-Bari già nel 2023.
A giugno 2021 RFI ha aggiudicato l’ultimo appalto della Napoli-Bari (lotto Hirpinia-Orsara), tutti i cantieri saranno quindi operativi entro l’anno. Per portare a compimento un’opera rispettosa dell’ambiente, volano di sviluppo economico e sociale nella fase di realizzazione e in quella di utilizzo, sostenibile in tutt’e tre le accezioni. E, come ha sottolineato Chicco Testa, la più meridionale tra le iniziative e i progetti premiati quest’anno.
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Rfi si aggiudica il premio Pimby Green 2021 per la Napoli-Bari
Clima, è possibile proteggere i beni culturali da eventi estremi
ROMA (ITALPRESS) – Alluvioni, piogge intense, inondazioni, sempre più spesso minacciano l’integrità e la sopravvivenza dei beni culturali in Europa. Grazie alla collaborazione tra l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna, l’Institute of Theoretical and Applied Mechanics (ITAM) e il Donau-Universitàt Krems (DUK), nella piattaforma WebGIS (https://www.protecht2save-wgt.eu/) sono state sviluppate mappe di rischio a livello territoriale, con risoluzione spaziale di ~12km, basate sugli output dei modelli climatici e sulla valutazione della vulnerabilità a scala dell’edificio, calcolata sulle criticità fisiche e gestionali del patrimonio costruito. Le città di Praga – Troja in Repubblica Ceca e Krems – Stein in Austria sono i due siti pilota, scelti per realizzare una prima mappatura sperimentale, grazie all’implementazione di tutti i dati disponibili relativi a questi centri dell’Europa Centrale, altamente suscettibili alle inondazioni e che in passato hanno più volte dovuto affrontare il tema del rafforzamento della resilienza del loro patrimonio culturale e naturale.
Da alcuni anni i ricercatori del Cnr-Isac, sono impegnati nel realizzare questa inclusione sia in ambito nazionale, con la partecipazione alla SNACC (Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici), sia a livello europeo con la partecipazione a due progetti Interreg Central Europe: ProteCHt2save (Risk assessment and sustainable protection of Cultural Heritage in Changing Environment https://www.interreg-central.eu/Content.Node/ProteCHt2save.html) e STRENCH (Strengthening resilience of cultural heritage at risk in a changing environment through proactive transnational cooperation https://www.interreg-central.eu/Content.Node/STRENCH.html).
“L’analisi mostra in quei territori un aumento dell’indice climatico (R5xday) utilizzato per le precipitazioni intense in un lontano futuro (2071-2100) nello scenario pessimistico (RCP8.5), con un’elevata probabilità di rischio di alluvioni”, spiega Alessandra Bonazza del Cnr-Isac, coordinatrice dei progetti e primo autore dell’articolo.
“Gli edifici selezionati nelle aree pilota – prosegue la ricercatrice – presentano un alto grado di vulnerabilità, dovuto alla significativa suscettibilità delle strutture all’impatto idrico e soprattutto alla mancanza di un piano di manutenzione”.
Lo strumento realizzato è stato ideato per supportare i gestori pubblici e privati nel migliorare le capacità di mitigazione agli impatti dei cambiamenti climatici e dei rischi naturali sui siti, inclusi complessi monumentali, edifici storici e siti archeologici, piccoli borghi montani e giardini storici, nelle aree urbane e costiere. L’analisi mostra che per gli eventi calamitosi la prevenzione risulta essere l’azione cruciale nella gestione dei siti.
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Transizione energetica, parte la campagna Sicilia Carbon Free
CATANIA (ITALPRESS) – “Parte oggi una campagna che vuole mettere la Sicilia al centro della transizione energetica italiana del Mediterraneo. Le dieci sfide che abbiamo messo al centro della campagna possono far diventare l’isola un modello di sviluppo sostenibile e creazione di lavoro, di integrazione virtuosa delle rinnovabili nel paesaggio”. Lo ha dichiarato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente Onlus, oggi a Catania nel corso della conferenza stampa di presentazione di Sicilia Carbon free, la campagna dedicata alla promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili per la neutralità climatica della Sicilia al 2040.
“Non è più il tempo delle scuse e dei rinvii, ma quello delle scelte e organizzeremo nei prossimi mesi iniziative pubbliche, workshop, visite in giro per la Sicilia in modo da coinvolgere imprese, comuni, scuole, soprintendenze, aziende agricole e dell’edilizia in questa sfida fondamentale per fermare i cambiamenti climatici e puntate su un futuro di qualità e lavoro in Sicilia”, ha sottolineato.
“Con la campagna SCF – ha aggiunto Anita Astuto, responsabile Energie e clima di Legambiente Sicilia – vogliamo coinvolgere la società in tutte le sue articolazioni così come il passaggio epocale che stiamo vivendo della transizione ecologica ed energetica richiede. Ogni esitazione non è neutrale nei confronti delle emissioni ma lascia che l’energia continui ad essere prodotta da petrolio, gas e carbone. Attiveremo una comunicazione a 360° tra decisori politici, funzionari, amministratori ma anche il cittadino comune, il mondo della scuola, dell’università e della ricerca, trattando tutti i punti del decalogo +1 di Legambiente Sicilia, dall’agrivoltaico alle comunità energetiche, dal biometano all’eolico offshore, dal fotovoltaico integrato negli edifici all’idrogeno verde”.
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Il rumore antropico nel mare deleterio per i cetacei
ROMA (ITALPRESS) – Che i pesci siano davvero muti non è dato sapere. Di sicuro i cetacei non lo sono e di sicuro noi umani in mare facciamo troppo rumore. Tanto che l’inquinamento acustico è diventata un’emergenza da regolamentare al più presto, perchè a farne le spese sono i cetacei, animali “acustici” per eccellenza, che già versano in critiche condizioni di conservazione secondo la IUCN, che include tutte e 8 le specie presenti in Mediterraneo tra le categorie “data deficient” (per le quali le informazioni sono insufficienti), vulnerabile (capodoglio, balenottera comune) e in pericolo, come il delfino comune, che a dispetto del nome è classificato “endangered”. E’ quanto emerge dal nuovo report del WWF “Rumore antropico nel mare, sopportabile per l’uomo, deleterio per i cetacei”, con il quale l’Associazione chiede alle istituzioni misure urgenti per normare e ridurre le emissioni sonore di origine antropica nel “Mare nostrum”, vero e proprio “hotspot” di biodiversità per i cetacei.
“I cetacei sono mammiferi marini che dipendono fortemente dalla comunicazione sonora e l’inquinamento acustico derivante da traffico nautico, indagini sismiche, sonar, sfruttamento di giacimenti di olio e gas, impianti eolici offshore provoca purtroppo conseguente gravi su balene, delfini e altri mammiferi marini”, si legge nel report.
L’esposizione al rumore può produrre un’ampia gamma di effetti negativi sui mammiferi marini, dal forzato abbandono dell’area alla perdita di sensibilità uditiva come conseguenza di traumi acustici, che dipendono poi dalla durata e dall’intensità dell’esposizione.
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Avviato il percorso di carbon neutrality del Salone del Mobile.Milano
MILANO (ITALPRESS) – “supersalone”, in programma fino al 10 settembre presso Fiera Milano Rho, ha deciso di calcolare e neutralizzare la propria impronta climatica. Si tratta della prima volta che il Salone del Mobile.Milano calcola e neutralizza gli impatti climatici di un proprio evento, in linea con l’urgenza di contrastare il riscaldamento climatico e con le istanze di sostenibilità e di decarbonizzazione. L’operazione nasce dalla precisa volontà del Salone del Mobile.Milano che, da un lato, ha incaricato Studio Stefano Boeri Interiors della completa progettazione in chiave sostenibile delle strutture degli spazi comuni e delle aree espositive e, dall’altro, ha deciso di promuovere la carbon neutrality dell’evento.
Stefano Boeri Interiors e Fiera Milano hanno contribuito in maniera importante a questo obiettivo di decarbonizzazione, supportando le fasi di raccolta dei dati relativi all’evento necessari per la stima preliminare dell’impronta di carbonio del “supersalone”: le fasi di calcolo di offset vengono tecnicamente operate in partnership tecnica tra Rete Clima e Inrete Green, realtà che supportano la trasformazione sostenibile di organizzazioni, prodotti ed eventi. Si tratta di un progetto attuale rispetto alla problematica climatica e sicuramente innovativo per un evento di queste dimensioni e di questa rilevanza.
Una vera e propria “buona pratica” ambientale, che risponde anche a uno scopo ambizioso: dimostrare che è possibile e necessario ripartire dopo lo stop fondendo criteri di sostenibilità e di attenzione ambientale con le attività promosse dalle eccellenze italiane.
“Abbiamo scelto di affrontare questa edizione speciale del Salone mettendo al centro la circolarità ed è stata un’occasione che ci ha portati naturalmente a riflettere anche sulla necessità di aumentare l’impegno per un appuntamento sempre più sostenibile. Questa è la direzione in cui guarderemo nel nostro futuro”, sottolinea Maria Porro, presidente Salone del Mobile.Milano.
“Con il supersalone diamo avvio a un progetto innovativo rivolto alla valutazione dell’impronta ambientale degli eventi fieristici realizzati nei nostri quartieri espositivi – afferma Luca Palermo, CEO di Fiera Milano -. Un agire comune tra la Fiera e i suoi organizzatori, che vivono da sempre un rapporto stretto di reciprocità. Tutto questo per noi rappresenta una leva competitiva essenziale su cui puntare oltre ad essere parte integrante e imprescindibile della nostra strategia di business, volta alla creazione di valore duraturo per il Gruppo, gli Stakeholder e il territorio in cui operiamo”.
“Ancora una volta Il Salone del Mobile.Milano con il supersalone è stato pioniere e si appresta a diventare un modello: rappresenta un esempio di sostenibilità, è stato sviluppato in un’ottica di circolarità e sono state previste compensazioni – con nuovi alberi – per le benchè minime emissioni. Se tutti gli eventi fossero stati immaginati con questa stessa attenzione all’ambiente e lungimiranza avremo già un’Italia più vivibile, verde e amica dell’ambiente”, commenta Vannia Gava, sottosegretario al ministero della Transizione ecologica.
Il calcolo dell’impronta di carbonio dell’evento è realizzato tenendo conto di tutte le attività svolte presso Fiera anche da parte dei fornitori (fornitura materiali per allestimenti, consumi energetici, trasporti dei materiali e mobilità delle persone, smaltimento dei rifiuti…) secondo le indicazioni degli standard ISO dedicati al mondo del carbonio, con validazione da parte dell’ente di certificazione ICMQ: l’impronta di carbonio viene neutralizzata grazie all’annullamento di crediti di carbonio certificati, generati da progetti di tutela ambientale, con la parallela realizzazione di un progetto forestale sul territorio locale di Milano, in continuità con il Bosco del Design già realizzato da Assarredo a Milano.
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Società Benefit, accordo Smartitaly e Join Group
MILANO (ITALPRESS) – Tutela dell’ambiente, promozione dello sviluppo sociale e del dialogo con gli stakeholder, creazione di profitto “responsabile”: sono gli ingredienti alla base del nuovo accordo tra Smartitaly e JOIN Group. Le due società, che condividono lo stesso percorso e gli stessi valori, hanno deciso di avviare un’alleanza strategica per offrire alle aziende progetti completi con cui intraprendere il cambiamento sostenibile, fino a diventare Società Benefit o Bcorp.
In particolare, il modello giuridico della Società Benefit, introdotto in Italia attraverso la legge 208 del 2015, basato sul concetto delle Benefit Corporation e del movimento BCorp nato nel 2006 in USA, consente di coniugare gli obiettivi di profitto con quelli di “beneficio comune”, favorendo la creazione di valore condiviso e generando un impatto positivo nei confronti della comunità e della biosfera. L’alleanza tra Smartitaly e JOIN Group intende quindi favorire lo sviluppo di società benefit e BCorp sostenibili, contribuendo direttamente alla diffusione delle politiche ESG. Le aree di collaborazione iniziano dalla gestione strategica della identificazione del modello Benefit e/o BCorp ideale e includono tutte le attività operative connesse al percorso scelto: comunicazione e marketing, consulenza commerciale supporto legale e fiscale, gestione e valorizzazione delle risorse umane.
Smartitaly è in grado di elaborare piani di comunicazione strategica integrati e fornire soluzioni comunicative su misura, dalle startup alle grandi aziende, aiutando le imprese a selezionare la strategia e gli strumenti più opportuni per posizionarsi efficacemente a livello nazionale e internazionale. Questo accordo permette di completare la gamma di servizi per accompagnare le aziende verso un percorso completo di innovazione e transizione sostenibile. Un percorso già avviato con alcune delle aziende più importanti del Paese nel campo dell’energia, della mobilità, della sicurezza, della tecnologia e della finanza.
JOIN Group nel 2020 si è trasformata in Società Benefit con la mission di “creare valore per i clienti aiutandoli nel miglioramento continuo, concreto, distintivo e duraturo di processi, competenze e prestazioni nel rispetto dell’ambiente e delle comunità con cui interagiscono perchè crede nello sviluppo di un nuovo paradigma economico equo, inclusivo e sostenibile con impatto positivo su Profitti, Pianeta e Persone”.
“Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni e incertezze. Tuttavia, crediamo che la sostenibilità – dichiara Andrea Prandi, CEO e founder di Smartitaly – sia destinata ad assumere un ruolo sempre più importante nella società. Basti pensare all’Agenda 2030 dell’ONU, che ha contribuito globalmente a promuovere un nuovo approccio verso le direttive ESG. Non più come elementi accessori di una strategia di business, ma come fondamenti per agire, unendo armoniosamente la prosperità di un’azienda con il benessere delle persone e dell’ambiente. Insieme a JOIN Group vogliamo offrire un percorso strutturato verso la sostenibilità, aiutando le imprese ad assumere un ruolo primario nel cambiamento. In questo senso, la comunicazione può fare la differenza e diffondere la nuova cultura sostenibile in modo trasversale”.
“Negli ultimi anni il concetto di sviluppo sostenibile è sempre più centrale nei dibattiti internazionali e, ultimamente, molto vivo nella comunità economico-finanziaria.
Il trend della sostenibilità è in forte crescita e si sta verificando un duplice cambiamento: da una parte mutano le abitudini dei consumatori nei processi di acquisto, con segmenti di mercato sempre più sensibili alla green economy ed all’impatto sociale, dall’altra le aziende hanno capito che integrando la sostenibilità nel loro core business sono destinate a performare meglio delle altre e in modo continuo nel tempo, come ha detto Robert Shiller, premio Nobel dell’economia 2013.
Ormai molte aziende redigono il bilancio di sostenibilità dando spazio alla comunicazione delle loro performance non finanziarie. Ma si può fare di più per differenziarsi dagli altri, si può intraprendere il percorso per diventare Società Benefit o B Corp. Insieme a Smartitaly possiamo aiutarle in questa trasformazione” afferma Alessandra Bucci, Presidente di JOIN Group.
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A Venezia un “Bosco per il cinema”, 100 alberi piantati da carabinieri
VENEZIA (ITALPRESS) – Nascerà sull’Isola della Certosa prospicente il Lido di Venezia, sede storica della Mostra del Cinema che ospita quest’anno la 78° edizione, il primo “Bosco per il cinema” promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.
Giovedì 9 settembre alle 15 i Carabinieri del Raggruppamento Biodiversità pianteranno un centinaio di alberi. L’evento si svolgerà alla presenza alla presenza delle autorità e di circa quaranta giovani studenti, già impegnati localmente in progetti di sostenibilità. Ogni pianta sarà dedicata ad uno degli artisti che nel corso degli anni è stato insignito del Leone d’oro alla carriera, nonchè ai dieci film vincitori del Green drop award che in questi anni sono stati segnalati alla Mostra per il loro alto valore ambientale. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa fra il Ministero e l’Arma dei Carabinieri con particolare riguardo al progetto “Un albero per il futuro”.
Le piante che verranno messe a dimora provengono dal Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità di Peri e sono state allevate utilizzando sementi certificate e selezionate in relazione alla flora autoctona presente sull’isola: Olmo campestre, Frassino meridionale, Leccio, Pioppo bianco, Sambuco, Prugnolo e Gelso nero. Ogni piantina sarà geolocalizzata e inserita nel bosco diffuso “Un albero per il futuro”. L’evento si svolgerà nell’ambito delle iniziative dedicate alla transizione ecologica che dal 6 al 10 settembre 2021 sono organizzate nel corso della Mostra del cinema dal MiTE con la Fondazione Sardegna Film Commission, Green Cross Italia, World Bank e il Comune di Venezia. Sono infatti 10 anni che la Mostra del cinema ospita, primo festival al mondo ad averlo accolto, un premio dedicato ai contenuti ambientali nelle opere cinematografiche in concorso, il Green Drop Award.
Quest’anno, in occasione della prossima Conferenza mondiale dei giovani sul clima e della PreCop26, il MiTE lancerà proprio dalla Mostra di Venezia un concorso per la scrittura di sceneggiature a tema green dedicato ai giovani. L’area dell’Isola della Certosa, di proprietà demaniale e gestita dal Comune di Venezia tramite la società “Vento di Venezia” è al centro di un ampio progetto di recupero che già prevede, fra le altre cose, un’azione di riforestazione. L’intervento sarà quindi realizzato in pieno accordo con le autorità locali.
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Ue, al via un piano da 250 miliardi di green bond
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – L’Unione Europea diventerà il più grande emittente di green bond. La Commissione ha lanciato infatti un piano di emissioni da 250 miliardi di euro entro il 2026, per raccogliere risorse che serviranno a finanziare la parte del piano Next Generation EU destinata alla transizione ecologica.
“Il quadro fornisce agli investitori in queste obbligazioni la certezza che i fondi mobilitati saranno destinati a progetti verdi e che la Commissione riferirà sul suo impatto ambientale”, si legge in una nota.
“L’intenzione dell’UE di emettere fino a 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi entro la fine del 2026 ci renderà il più grande emittente di obbligazioni verdi al mondo – commenta il commissario per il Bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn -. Questa è anche un’espressione del nostro impegno per la sostenibilità e pone la finanza sostenibile in prima linea nello sforzo di ripresa dell’UE”.
Come annunciato all’inizio di quest’anno, la Commissione ha anche rivisto il suo piano di finanziamento della ripresa nel 2021 e ha confermato l’intenzione di emettere quest’anno un totale di circa 80 miliardi di euro di obbligazioni a lungo termine.
La prima emissione di obbligazioni verdi è in programma a ottobre.
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