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Fmi e Carabinieri annunciano programma per tutela territorio

ROMA (ITALPRESS) – Sensibilizzazione degli utenti attraverso incontri con i Moto Club; creazione di una rete locale finalizzata al contrasto di incendi e di atti dolosi in generale; formazione di volontari motociclisti per orientarsi e per segnalare tempestivamente problematiche; educazione ambientale e ripristino del territorio in compensazione dell’impatto ambientale delle manifestazioni sportive. La tutela del paesaggio e dell’ambiente sono tra le tematiche più rilevanti intorno alle quali FMI e Carabinieri hanno dato vita, già da tempo, ad una serie di iniziative di collaborazione, in ossequio al Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2017 e rinnovato nel 2020. Le diverse occasioni di confronto hanno evidenziato l’importanza di educare gli utenti ad un utilizzo corretto del territorio, e quanto decisivo possa essere l’intervento dei motociclisti in caso di necessità, in località difficilmente raggiungibili con altri veicoli. Nel comune intento di rafforzare la collaborazione istituzionale appare importante annunciare il nuovo programma al pubblico in occasione della Sei Giorni di Enduro, l’olimpiade della moto che dal 30 agosto al 4 settembre va in scena tra Lombardia e Piemonte.
In primo luogo è stata avvertita l’esigenza di creare una concreta, continua e proficua collaborazione a livello regionale e poi provinciale, attivando un canale di comunicazione preferenziale tra i referenti dell’Arma e i responsabili della FMI, con il coinvolgimento dei moto club. L’obiettivo è di creare una “rete” i cui nodi siano in costante contatto per intervenire in caso di criticità. L’impegno comune sul territorio a sostegno delle popolazioni ha dimostrato che il fattore “tempo” risulta talvolta condizionante per la buona riuscita delle attività operative, di contrasto di fenomeni di malcostume, di criminalità comune o organizzata. La sinergia che si vuole creare si propone di ridurre il tempo tra la percezione di un problema e il momento in cui le autorità preposte intervengono per il contenimento e la risoluzione dello stesso. La possibilità di percorrere in moto le strade, asfaltate e non, da parte di motociclisti esperti può fornire un utile strumento di ricognizione del territorio, con finalità di prevenzione antincendio, segnalazione tempestiva di focolai, disincentivazione di atti dolosi e volontari, segnalazione di avvenuto scarico non autorizzato di materiali.
L’organizzazione poi di manifestazioni sportive e turistiche in località particolarmente a rischio, favorisce la “popolazione” di porzioni di territorio altrimenti deserte. Tale positiva collaborazione tra Carabinieri Forestali, Comitato Regionale e moto club si sta svolgendo in questi giorni nella provincia di Salerno. Un altro importante ambito di collaborazione è la sensibilizzazione degli utenti motociclisti al rispetto del territorio, attraverso l’organizzazione di incontri regionali o interregionali con i moto club. Altra rilevante collaborazione è il CIV Green, nato da uno studio realizzato da parte della Commissione Ambiente FMI dell’impatto ambientale (CO2) dovuto all’effettuazione del Campionato Italiano di Velocità e, sulla base di esso, del ripristino del territorio, attraverso attività di educazione ambientale nelle scuole. Nella primavera 2022, nel territorio di Misano Adriatico, saranno prese le necessarie misure di compensazione ambientale, mediante messa a dimora di essenze vegetali ed alberi e piantumazione presso giardini scolastici o comunali. Il reperimento degli alberi necessari avverrà all’interno di vivai gestiti dal Comando delle Unità Forestali, Ambientali ed Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri.
Ultimo punto, ma non certo per importanza, è la formazione. FMI, Ente riconosciuto dalla Protezione Civile Nazionale dal 2016, formerà ed aggiornerà i propri volontari attraverso un piano di esercitazioni con i Carabinieri Forestali in materia di cartografia ed orientamento e comunicazioni radio. “Sono molto soddisfatto dello sviluppo della collaborazione con l’Arma dei Carabinieri – dichiara il Presidente FMI Giovanni Copioli – e sono grato al Generale De Guz per la sua presenza alla conferenza stampa tenutasi in occasione della Sei Giorni di Enduro. Mi sembra molto significativo annunciare il nostro programma proprio in occasione dell’avvio della Six Days, a testimonianza del fatto che il motociclismo, quando ben orientato, porta il proprio contributo in termini di tutela del nostro territorio. Ringrazio il Tenente Colonnello Marina Forgione per la disponibilità mostrata nei confronti della FMI nella fase organizzativa di questo evento. Voglio infine menzionare, confermando così quanto sia ampia la nostra cooperazione, i volontari FMI che in questi giorni stanno pattugliando e segnalando focolai di incendi nel territorio della provincia di Salerno, in collaborazione con i Carabinieri Forestali”.
“Il rinnovato impegno dell’Arma nella collaborazione con la Federazione Motociclistica Italiana siamo sicuri che consentirà di realizzare ulteriori e più diffuse iniziative sul territorio al fine di perseguire e realizzare l’interesse delle comunità e della collettività – ha dichiarato il Generale di Brigata Simonetta De Guz, Comandante del Comando Regione Carabinieri forestale Lombardia – In considerazione dei convergenti interessi istituzionali, intendiamo sviluppare insieme ulteriori sinergie volte alla promozione della cultura del patrimonio ambientale nazionale con particolare riferimento alla salvaguardia delle aree protette, specialmente tra i giovani”.
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Un tour in 8 tappe per salvare api e agricoltori

ROMA (ITALPRESS) – “Salviamo Api e Agricoltori” è il titolo di un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per raccogliere 1 milione di firme in tutta Europa per rendere la nostra agricoltura più sostenibile. Per rilanciare la raccolta delle firme l’Alleanza italiana per l’ICE “Salviamo Api e Agricoltori” organizza un tour in camper in 8 città italiane, partito oggi dal Trentino – Alto Adige, che terminerà il suo viaggio il prossimo 8 settembre a Roma, con una udienza con Papa Francesco.
L’obiettivo della raccolta delle firme è chiedere all’Unione Europea norme più severe per l’uso dei pesticidi e l’eliminazione di tutte le sostanze chimiche mortali per le api e gli altri insetti impollinatori, come i neonicotinoidi, il glifosate, altri diserbanti e gli insetticidi.
Questa Iniziativa dei Cittadini Europei vuole rafforzare gli obiettivi delle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” di riduzione dell’uso dei pesticidi e l’eliminazione delle sostanze più pericolose entro il 2030. La Commissione UE ha concesso una proroga al termine della raccolta delle firme, spostato al mese di settembre, ma serve una grande mobilitazione per raggiungere il traguardo di 1 milione di firme certificate con i dati di un documento di riconoscimento personale ufficiale (carta d’identità o Passaporto).
Gli obiettivi principali dell’ICE sono eliminare gradualmente i pesticidi sintetici (riduzione dell’80% entro il 2030 e Unione Europea libera di pesticidi entro il 2035); promuovere misure per tutelare ed aumentare la biodiversità; sostegno agli agricoltori per la graduale transizione ecologica dell’agricoltura e la promozione della ricerca scientifica in questo campo.
Il tour del camper delle api sarà condotto da Annemarie Gluderer, rappresentante dell’alleanza italiana, un’agricoltrice biologica della Val Venosta che conosce molto bene i problemi della pericolosa convivenza con i pesticidi, per la sua personale dolorosa esperienza. Come madre e nonna è consapevole che la sua generazione e quelle che l’hanno preceduta hanno causato enormi danni all’ambiente i cui costi saranno pagati dalle future generazioni. Per Annemarie Gluderer è una priorità assoluta la promozione di una autentica transizione ecologica della nostra agricoltura per rimediare il prima possibile ai danni che i pesticidi causano alla natura e alla nostra salute, affinchè i suoi nipoti e pronipoti possano ancora vivere bene sul nostro pianeta.
L’iniziativa riceverà alla fine del tour la benedizione di Papa Francesco, che l’8 settembre concederà un’udienza ai rappresentanti dell’alleanza italiana dell’ICE per promuovere la causa di una agricoltura pulita, equa e giusta. Come ha ribadito lo stesso Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Si”, “tutte le creature sono interconnesse tra loro, e quindi ad ognuna dev’essere riconosciuto il proprio valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni degli altri”.
I sostenitori dell’ICE “Salviamo Api e Agricoltori” sono sicuri che questa benedizione papale rafforzerà la petizione per la tutela delle api e degli altri insetti impollinatori, simbolo di una vera agricoltura sostenibile, e darà la necessaria spinta finale alla raccolta delle firme da portare alla Commissione Europea.
Le due Strategie europee, presentate dalla Commissione UE in occasione dell’edizione 2020 della Giornata Mondiale delle Api, sono oggi sotto attacco da parte delle potenti lobby delle industrie dell’agrochimica che vorrebbero continuare a vendere indisturbate i loro veleni.
A livello europeo è stata avviata la revisione della Direttiva UE sui pesticidi, la 2009/128/CE, che ha imposto agli Stati membri l’obbligo di adottare Piani d’Azione Nazionali (PAN) per definire gli obiettivi quantitativi, gli obiettivi generali, le misure e i tempi per la riduzione dei rischi e dell’impatto dell’utilizzo dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente.
In Italia il PAN è ormai scaduto dal febbraio 2019.
Queste le tappe del tour del camper dell’ICE “Salviamo Api e Agricoltori”: Goldrain 30 agosto; Bolzano 30 agosto; Verona 31 agosto; Conegliano 1 settembre; Bologna 2 settembre; Firenze 3 settembre; Arezzo 4 settembre; Roma 6-7-8 settembre.
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Caccia, Wwf “Con preaperture si riprende a sparare dopo estate fuoco”

ROMA (ITALPRESS) – Dal primo settembre si rimetteranno in funzione le doppiette per quei cacciatori delle Regioni che hanno autorizzato, spesso illegittimamente e sempre in maniera irragionevole e scellerata, la caccia in “preapertura”, in attesa dell’apertura ordinaria della stagione venatoria del 19 settembre. L’intensa ondata di calore che ha duramente colpito l’Italia e l’Europa avrebbe dovuto indurre i governatori regionali a prendere misure immediate e drastiche per attutirne gli effetti nefasti sulla natura, sull’agricoltura, sulle aree colpite dagli incendi, sugli animali selvatici. Per questo il WWF Italia, insieme alle altre Associazioni ambientaliste e animaliste, aveva chiesto alle Regioni, in particolare a quelle maggiormente colpite dagli incendi, di sospendere la caccia per salvaguardare fauna e habitat naturali già pesantemente colpiti e stressati.
“La pratica delle preaperture è una vergogna”, dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia. “Queste sono ormai attuate non come eccezione, ma come regola, nonostante i pareri contrari degli organi di indirizzo e controllo in materia e i nostri appelli alla ragionevolezza e al rispetto delle regole europee e internazionali per la tutela di fauna e ambienti selvatici. Appelli rimasti in gran parte inascoltati. I governatori regionali dimenticano che la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato, e quindi di tutti noi, e non proprietà di una sempre più ristretta minoranza che si diverte a distruggerla”.
Alcuni calendari venatori si sono spinti ad autorizzare la caccia nelle giornate di “preapertura” persino alla tortora selvatica: i danni sono ovviamente, particolarmente gravi per specie già in sofferenza come questa , un uccello schivo e inerme per il quale l’Italia rappresenta un importante area di passo nelle sue migrazioni tra l’Europa e l’Africa. Questa specie è qualificata a livello europeo “in cattivo stato di conservazione” e per questo le Associazioni di protezione ambientale come il WWF si erano unite al Ministero della Transizione ecologica che con ben tre note inviate a tutte le Regioni italiane tra marzo e luglio chiedendo di sospendere la caccia della tortora selvatica in assenza peraltro di uno specifico “Piano di gestione” della specie. Lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha rilasciato pareri di non cacciabilità della tortora selvatica per la stagione 2021/22.
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Premio Ischia, Comunicazione Sostenibile di Terna a Sonia Filippazzi

ISCHIA (ITALPRESS) – Il riconoscimento dedicato da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, alla “Comunicazione Sostenibile” nell’ambito del Premio Ischia Internazionale di giornalismo, va quest’anno a Sonia Filippazzi, conduttrice dal 2019 su Radio 1 Rai del programma “L’Aria che respiri”.
Il premio, nato nel 2018 in collaborazione con la Fondazione e il Premio Ischia, riveste una particolare rilevanza per Terna: il gruppo guidato da Stefano Donnarumma, regista e abilitatore della transizione energetica, considera infatti la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente e ai territori leve strategiche per la creazione di valore per tutti i suoi stakeholder.
Sonia Filippazzi è da sempre impegnata nel raccontare temi ambientali e sociali. Dopo varie esperienze maturate nella carta stampata e in televisione, da circa 20 anni lavora al Gr Rai. Su Radio 1 conduce il programma settimanale “L’aria che respiri”, dedicato all’ambiente e all’ecologia con approfondimenti su temi legati all’inquinamento, al riciclo, ai nuovi materiali biodegradabili e alla scienza al servizio del pianeta. Sonia Filippazzi ha lavorato 5 anni presso le Nazioni Unite e ha collaborato alla pubblicazione di “Desertificazione. Una sfida globale per lo sviluppo sostenibile”.
La cerimonia di consegna si terrà il 3 e 4 settembre nell’ambito della 42esima edizione del Premio Ischia. L’evento, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Valentino, ha il sostegno della Regione Campania, dell’Istituto per il Credito Sportivo, dell’Aci (Automobile Club d’Italia), del Gruppo Unipol, di Menarini Group S.p.A., di Terna S.p.A., ACEA S.p.A., Free To X Spa e la collaborazione di Data Stampa e iCorporate ed il patrocinio della SIAE.
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Mediterraneo da remare #PlasticFree fa tappa nelle Marche a Grottammare

ROMA (ITALPRESS) – Mediterraneo da remare #PlasticFree, la campagna nazionale itinerante promossa dalla Fondazione UniVerde, in collaborazione con Marevivo e con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera fa tappa nelle Marche a Grottammare (AP), presso lo Chalet NOA (Lungomare Alcide De Gasperi, 3), giovedì 2 settembre, alle ore 16:00.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere la transizione dai vecchi modelli turistici a un turismo sostenibile e responsabile sui litorali marini, fluviali e lacustri; disincentivando l’uso di imbarcazioni a motore a favore di quelle a remi e a vela e contrastando l’inquinamento da plastiche nei mari, fiumi e laghi, con il focus #PlasticFree.
“Non inquinare il mare – afferma il presidente di Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio – è un dovere civico. Cittadini, imprese e associazionismo uniti per la tutela del mare e delle Aree marine protette con la campagna Mediterraneo da remare. Servono impegno nella promozione dei sistemi di mobilità dolce e promuovere azioni per arrestare l’inquinamento da plastiche monouso e altre forme di marine litter”. La tappa marchigiana della campagna Mediterraneo da remare, che vede rinnovata la Main partnership con Castalia, è promossa in partnership con: Federazione Italiana Canoa e Kayak, Marnavi e Chalet Noa. Parners tecnici: Lega Navale Italiana – Sezione di Ancona, Lega Navale Italiana – Sezione San Benedetto del Tronto, Kayak Picenum, Circolo Velico “Le Grotte” Grottammare, Adriatic Sea Kayak. Media partner: Agenzia di Stampa Italpress, Opera2030, Adriaeco, SOS Terra Onlus. Dopo i saluti di benvenuto di Enrico Piergallini (Sindaco di Grottammare) e di Adriano Maroni (Amministratore Chalet NOA e imprenditore ecologista), interverranno: Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde), Rosalba Giugni (Presidente Marevivo), Federico Pedini Amati (Segretario di Stato – Ministro – per il Turismo, Repubblica di San Marino), C.V. Andrea Vitali (Comandante in seconda, Direzione Marittima delle Marche), Amm. I.C. Giovanni Pettorino (Commissario straordinario, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale), Gianluca Carrabs (Amministratore Unico SVIM), Angelo Mattioli (Presidente Circolo Velico “Le Grotte”). Nell’ambito dell’incontro, si terrà una remata simbolica con canoisti e canottieri per promuovere l’uso di canoe e barche a vela e sensibilizzare al contrasto dell’inquinamento da plastica nei mari. La campagna nazionale itinerante Mediterraneo da remare è nata da un’idea del Presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, che da Ministro dell’Ambiente cambiò la denominazione del dicastero aggiungendovi la “tutela del Mare” ed è supportata da atleti del canottaggio e della canoa olimpionici e mondiali. Ha l’obiettivo di sensibilizzare la collettività alla tutela del Mare Nostrum e del suo delicato ecosistema e sostenere, al tempo stesso, le strutture turistiche operanti sui litorali marini, lacustri e fluviali che scelgono di mettere a disposizione dei propri clienti canoe e altre imbarcazioni ecologiche, promuovendo così un turismo sostenibile e amico del Mediterraneo.
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I lockdown possibile causa dei bassi valori di ozono troposferico

ROMA (ITALPRESS) – Diversi studi nel 2020 hanno analizzato la variazione di ozono (O3) troposferico in funzione delle misure di restrizione messe in atto per contenere la diffusione del Covid-19. La maggior parte di questi studi sono stati condotti principalmente in centri urbani o industriali. “Mentre in stratosfera l’ozono svolge un ruolo benefico per la vita sulla Terra, schermando le radiazioni UV nocive provenienti dal Sole, nella troposfera (ossia a quote comprese fra la superficie terrestre e 12-15 km), agisce come gas a effetto serra, Inoltre, se presente in concentrazioni elevate, è un inquinante secondario con effetti nocivi su salute umana ed ecosistemi”, esordisce Davide Putero, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Torino.
Uno studio condotto da ricercatori del Cnr-Isac, in collaborazione con Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), Università di Urbino ed Eidgenòssische Technische Hochschule (Eth) di Zurigo, pubblicato su Environmental Research Letters, ha analizzato per la prima volta in Italia i possibili impatti delle limitazioni imposte dalla pandemia sulle concentrazioni di O3 misurate in un sito remoto d’alta quota, quindi al di fuori dello strato limite planetario (Planetary Boundary Layer – PBL), ossia la parte di troposfera direttamente influenzata dalla presenza della superficie terrestre e dalle emissioni delle sostanze inquinanti e clima-alteranti. Le misure continuative analizzate sono state condotte presso l’osservatorio “O. Vittori” di Monte Cimone, parte della stazione globale afferente al Wmo/Gaw e gestito dal Cnr-Isac in stretta collaborazione con l’Aeronautica Militare Italiana (Camm Monte Cimone).
L’osservatorio è situato sulla vetta più alta dell’Appennino Settentrionale (44°12′ N, 10°42′ E, 2165 m) e posto per la maggior parte dell’anno al di sopra del PBL.
“Durante la primavera e l’estate del 2020, a Monte Cimone sono stati osservati valori di ozono molto inferiori agli anni precedenti (figura 1), sin dal 1996, che l’analisi di variabili meteorologiche e dei cicli giornalieri non ha indicato come riconducibili a cambiamenti nel trasporto verticale di masse d’aria nella zona di Monte Cimone legate ad effetti orografici”, prosegue Paolo Cristofanelli, primo ricercatore del Cnr-Isac di Bologna. “I bassi valori di O3 che hanno caratterizzato la primavera e l’estate del 2020 non possono essere spiegati neppure da differenze nella circolazione ad ampia scala rispetto ai cinque anni precedenti. I periodi con i valori più bassi sono stati tra l’altro osservati in concomitanza con masse d’aria provenienti dal PBL dell’Europa e del nord Italia”.
Tutto concorre pertanto a concludere che “durante la primavera e l’estate del 2020, le restrizioni dovute al COVID-19 abbiano ridotto le emissioni antropiche nel PBL dei precursori dell’ozono, ossia di quelle sostanze che, in presenza di radiazione solare, ne provocano la formazione e che possono essere emesse da fonti umane fra cui, ad esempio, il traffico veicolare. Sembrerebbe essere questo ridotto fattore antropico ad avere determinato i bassi livelli osservati a Monte Cimone, in modo particolare quando le masse d’aria provenivano dal PBL europeo e settentrionale”.
In conclusione, quindi, lo studio “conferma l’importanza, come già indicato da studi internazionali, di limitare le emissioni antropiche dei precursori dell’O3, al fine di diminuirne il quantitativo in libera troposfera, dove questo composto svolge il suo ruolo di gas a effetto serra”.
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Acciughe, aringhe e sardine a rischio estinzione causa climate change

ROMA (ITALPRESS/OPERA 2030) – Molti pesci potrebbero rischiare l’estinzione poichè il riscaldamento dei mari, causato dal cambiamento climatico, aumenta la pressione sulla loro sopravvivenza e allo stesso tempo ostacola la loro capacità di adattamento. Durante l’evoluzione, i pesci hanno dovuto affrontare aumenti di temperatura inferiori a 1°C per millennio. Adesso la situazione è molto diversa, con aumenti segnalati di 0,18°C per decennio dai primi anni ’80. I ricercatori ritengono che questo scenario porterà i pesci a variare le loro dimensioni, diventando più piccoli, e a muoversi di meno a causa di un aumento del metabolismo che ha bisogno di maggiore ossigeno per mantenere le funzioni corporee. Più piccoli diventeranno i pesci, tra cui acciughe, aringhe e sardine, e meno saranno in grado di trovare un nuovo ambiente a causa dei cambiamenti climatici e inevitabilmente si troveranno ad affrontare lo spettro dell’estinzione. Lo suggerisce una ricerca dell’Università inglese di Reading in collaborazione con il Centro di studi avanzati nelle zone aride (CEAZA) in Cile.
Lo studio, pubblicato su Nature Climate Change, fornisce anche la prima prova per contrastare la teoria scientifica secondo cui la diminuzione del movimento si tradurrà in più specie, suggerendo che invece è vero il contrario. Ciò significa che molte specie saranno anche meno in grado di evolversi per far fronte a temperature più calde, aumentando il rischio di estinzione.
La ricerca si è basata su analisi statistiche di un ampio set di dati relativi a specie ittiche distribuite a livello globale, per studiarne l’evoluzione negli ultimi 150 milioni di anni. Lo studio si è concentrato sui clupeiformi, un gruppo molto diversificato di pesci che si trova in tutto il mondo e che comprende specie come acciughe, aringhe dell’Atlantico, sardine giapponesi, aringhe del Pacifico e sardine sudamericane. I ricercatori asseriscono di fornire una prima solida prova di come le fluttuazioni storiche delle temperature abbiano influenzato l’evoluzione di queste specie. Tuttavia, i risultati hanno implicazioni per tutti i pesci.
I ricercatori hanno scoperto che acque più calde porterebbero a un minor numero di nuove specie in via di sviluppo, privando i pesci di un’altra delle loro armi chiave per far fronte ai cambiamenti climatici. Contraddicendo, inoltre, l’assunto secondo il quale un aumento dei pesci più piccoli potrebbe portare l’emergere di più nuove specie a causa della concentrazione delle variazioni genetiche all’interno delle aree locali. Ciò avrà un impatto sulle specie ittiche perchè i pesci più grandi sono in grado di percorrere distanze maggiori, grazie alle loro maggiori riserve di energia, mentre i pesci più piccoli sono meno in grado di cercare nuovi ambienti con condizioni favorevoli, a causa dei cambiamenti climatici.
Non solo. Esistono anche implicazioni legate alle attività umane. Infatti, anche la pesca intensiva è stata collegata alle trasformazioni dei pesci in taglie più piccole della norma.
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La gomma riciclata dei Pneumatici Fuori Uso per la nautica e la vela

ROMA (ITALPRESS) – Ecopneus è Sustainability Partner del Nastro Rosa Tour, il giro d’Italia a vela che promuove i valori della Marina Militare, che prenderà il via oggi dal suggestivo Porto Antico di Genova e che continuerà per altre 7 tappe che toccheranno, da nord a sud, alcune tra le più belle località costiere italiane. Nel Villaggio che sarà allestito ad ogni tappa sarà possibile visionare le innovative superfici Tyrefield per la nautica realizzate in gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso (PFU), una nuova soluzione a disposizione di professionisti e addetti ai lavori. Le innovative piastre sono state testate presso lo Yacht Club Italiano di Genova, il più antico club velico del Mediterraneo, nell’area tecnica 6×6 e sugli scivoli di discesa a mare, grazie all’impegno di Ecopneus, società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei Pneumatici Fuori in Italia, e al supporto tecnico di Casei Eco-System, società leader nei prodotti in gomma riciclata.
Le sperimentazioni realizzate presso lo Yacht Club Italiano di Genova attestano le superfici Tyrefield per la nautica in gomma riciclata come un partner ideale e altamente performante per le esigenze di chi lavora nel settore velico e nel settore nautico: una risposta concreta e sostenibile alle necessità di sicurezza e protezione sia dei professionisti, sia degli appassionati del mare, poichè riducono sensibilmente la possibilità di scivolamento in contesti vicini all’acqua o in aree umide e proteggono le imbarcazioni dagli urti. Inoltre, provenendo da un processo di riciclo, riducono l’impatto dell’utilizzo di materia prima, un plus ulteriore in settori in cui l’attenzione alla tutela ambientale è di primaria importanza.
Le superfici sportive di ultima generazione Tyrefield per la nautica sono realizzate grazie all’impiego della gomma riciclata dai PFU, un materiale che presenta delle caratteristiche straordinarie per lo sport: l’ottimale risposta elastica, la resistenza alle condizioni meteorologiche più avverse e l’elevata capacità di assorbimento degli urti, ne fanno un materiale perfetto per la pratica di diverse discipline sportive, ampiamente utilizzato in tutto il mondo per la realizzazione di campi da calcio e rugby in erba artificiale, piste di atletica, superfici polivalenti indoor e outdoor per basket, tennis e pallavolo, pavimentazioni antitrauma per palestre e aree gioco.
L’evento, organizzato da Difesa Servizi e SSI Events, parte dal Porto Antico di Genova, toccherà complessivamente otto città (oltre Genova anche Civitavecchia, Gaeta, Napoli, Bari, Brindisi, Marina di Ravenna e Venezia) e prevede in un unico evento le tre discipline fondamentali della vela: offshore, inshore e tavole. Tredici equipaggi da nove diverse nazioni saranno protagonisti della manifestazione velica, che sarà accompagnata in ogni tappa da un villaggio, e si concluderà a Venezia, presso l’Arsenale.
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