ROMA (ITALPRESS) – “Il Paese va a fuoco. Quella italiana è stata un’estate tristemente da record per il dramma degli incendi. Dall’inizio dell’anno sono 158.000 ettari bruciati in totale, come se fosse andata a fuoco una superficie equivalente alle città di Roma, Napoli e Milano messe insieme. Ad oggi, un quinto del territorio nazionale è a rischio desertificazione e l’elemento che rende la situazione ancor più grave è che uno strumento determinante per la salvaguardia del territorio come il catasto degli incendi non viene sufficientemente utilizzato, con i dati fermi e non aggiornati per anni”. E’ quanto emerge dal dossier su “Incendi & Desertificazione” di Europa Verde, secondo cui “la situazione è gravissima ed è figlia di una politica senza scrupoli che, anzichè puntare sul controllo e la prevenzione ha semplicemente pensato di ignorare il problema, cancellando una risorsa preziosissima come il Corpo Forestale dello Stato e privatizzando de facto la flotta di canadair”.
“Ma il fatto grave – si legge ancora – è che ben il 44% dei comuni non ha fatto richiesta per il catasto degli incendi”. Inoltre, in Sicilia, solo dall’inizio del 2021, oltre 78mila ettari sono bruciati, pari al 3,05% della superficie della regione. In Sardegna 20mila ettari sono bruciati causando l’evacuazione di centinaia di persone. Ad oggi, un quinto del territorio nazionale è a rischio desertificazione. In Italia, conclude Europa Verde, “il 10% del territorio è molto vulnerabile. La Sicilia è la regione più colpita (42,9% della superficie regionale), seguita da Molise, Basilicata (24,4%) e dalla Sardegna (19,1%)”.
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Incendi, in Italia dall’inizio del 2021 bruciati 158mila ettari
In Sardegna una spedizione per aggiornare ricerche su cetacei e squali
CAGLIARI (ITALPRESS) – Ricercare e monitorare la megafauna – cetacei, tartarughe e squali – nella zona sud della Sardegna, con strumentazione e attrezzatura specifica (droni, idrofoni, macchine fotografiche e videocamere) per analizzare la distribuzione e il comportamento di queste specie e raccogliere dati acustici fondamentali per valutare la presenza dei cetacei e gli impatti dell’inquinamento acustico. Questo l’obiettivo della spedizione che tra la fine di settembre e ottobre vedrà protagonisti il WWF e altri enti di fama internazionale: a bordo di una goletta di 18 metri un team di biologi ed etologi, affiancati dai viaggiatori, aggiorneranno alcuni studi effettuati nell’area risalenti a oltre 40 anni fa.
“Ricercare vuol dire conoscere, conoscere vuol dire saper tutelare, saper tutelare vuol dire garantire alla fauna un habitat naturale consono e protetto da interventi dell’uomo che possano minare l’equilibrio dell’ecosistema”, commenta Laura Pintore, naturalista ed esperta di cetacei del WWF Italia. “Con questo spirito è nata una nuova spedizione che partirà tra la fine di settembre e i primi di ottobre.
“Nel Mediterraneo infatti, vengono spesso progettate opere edili senza una reale verifica sui potenziali impatti dell’inquinamento acustico sulla megafauna marina, composta anche da specie in via di estinzione” spiega Pintore. Nell’area, che non viene studiata da circa 40 anni, il WWF vuole far luce su tutte le potenziali minacce, dalla pesca (bycatch) al traffico navale, dall’inquinamento acustico, alla plastica.
La spedizione di ricerca contribuirà alla raccolta di informazioni utili alla comunità scientifica su un’area ancora poco studiata e che potrebbe rappresentare un hotspot di biodiversità e una zona importantissima di alimentazione, migrazione e riproduzione per balene, delfini, tartarughe e squali. La spedizione è promossa all’interno della Campagna GenerAzioneMare del WWF che mira a proteggere il Capitale Blu del Mediterraneo.
“Partecipare a questa spedizione è un’esperienza unica e irripetibile: i 10 partecipanti potranno affiancare i professionisti impegnati nella salvaguardia della fauna marina e dell’ecosistema. E’ adatta a tutti, velisti e non, basta avere dimestichezza con il mare ed essere pronti a vivere grandi emozioni”, commenta Francesca Ellisse, responsabile della comunicazione in Sailsquare.
Si parte da Carloforte (o da Fiumicino per chi arriva dalla terraferma) per poi navigare per 10 giorni nell’area di studio Il contributo per salire a bordo andrà interamente a sostegno della spedizione stessa: fare del bene all’ecosistema non è mai stato così emozionante e coinvolgente. Si può prenotare online il proprio posto a bordo sulla piattaforma Sailsquare, nella sezione “Crociere WWF”.
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Intesa Sanpaolo e Sace, primo S-Loan contro il cambiamento climatico
MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo rafforza la partnership con SACE per consentire alle imprese italiane di accedere ai finanziamenti green e lancia S-Loan Climate Change, il primo finanziamento pensato per le PMI e le MID – Cap che intendono investire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre il proprio impatto ambientale attraverso progetti per una trasformazione sostenibile.
“S-Loan Climate Change, iniziativa unica nel panorama bancario, si inquadra nell’ambito del programma strategico Motore Italia che, lanciato quest’anno, include investimenti per la transizione sostenibile, in coerenza anche con le linee guida del PNRR – si legge in una nota -. Dopo aver ideato e proposto S-Loan ESG e S-Loan Diversity, finalizzati rispettivamente a investimenti di sostenibilità su tutte le tematiche ambientali, sociali e di governance e a quelli per favorire la parità di genere, con S-Loan Climate Change nasce un nuovo strumento destinato a indirizzare le scelte di investimento delle PMI e delle MID-Cap verso la riduzione dell’impatto sul cambiamento climatico.
Grazie alla rinnovata partnership con SACE, il nuovo finanziamento S-Loan Climate Change prevede in abbinamento una garanzia SACE all’80% per finanziare progetti di investimento green fino ad un importo di 15 milioni di euro e per una durata massima di 20 anni”.
La garanzia SACE è rilasciata attraverso un processo semplificato e digitalizzato a beneficio di progetti domestici decisivi per il futuro e in linea con i criteri di valutazione e la tassonomia definiti dall’Unione Europea, nell’ambito del Technical Expert Group sulla finanza sostenibile, quali: mitigazione e prevenzione dei cambiamenti climatici, riduzione delle attività inquinanti, protezione delle risorse idriche e marine, protezione e ripristino delle biodiversità e degli ecosistemi e circular economy. La garanzia è destinata ad imprese con fatturato, a livello di singola azienda, fino a 500 milioni di euro.
Nell’ambito di un percorso più ampio di standardizzazione dell’operatività green, infatti, SACE ha semplificato e digitalizzato i processi per le operazioni che richiedono garanzie di importo fino a 15 milioni di euro di finanziamento, la cui attivazione avviene tramite un portale dedicato.
Questo accordo aggiunge un ulteriore tassello alla proficua collaborazione tra SACE e Intesa Sanpaolo, attivata per fronteggiare l’emergenza generata dalla pandemia nel corso del 2020, che ha consentito di erogare alle aziende clienti della Banca dei Territori finanziamenti per oltre 1,5 miliardi di euro attraverso lo strumento Garanzia Italia.
Le progettualità delle piccole e medie imprese italiane che potranno essere finanziate grazie all’S-Loan Climate Change sono legate alla sostenibilità ambientale e, nello specifico, mirano a conseguire alcuni importanti obiettivi, condivisi in anticipo con il Gruppo bancario e con SACE: approvvigionamento di energia elettrica da fonti rinnovabili o bioenergia; introduzione di una Green Procurement Policy su acquisti, trasporti ed energia; raggiungimento della Carbon Neutrality; adeguamento di una quota dei beni immobiliari aziendali agli standard di bioedilizia; introduzione di nuovi automezzi a impatto ambientale ridotto nella flotta aziendale; introduzione di iniziative per la protezione e il ripristino degli ecosistemi.
Al raggiungimento di almeno due obiettivi prefissati si attiva il doppio meccanismo previsto dalla formula S-Loan, che include un premio per l’impresa in termini di costo del finanziamento e una donazione da parte della banca per sostenere progetti a scopo benefico, ai quali anche l’azienda finanziata può partecipare a sua volta in un circolo virtuoso di sostenibilità propria e di terzi.
Ad esempio, attraverso il meccanismo di donazione congiunta è stato individuato il progetto “A scuola di Inclusione: giocando si impara”, coordinato dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, per la costruzione e riqualificazione di 28 parchi gioco per bambini in tutta Italia. Le donazioni, che già ammontano a 60mila euro, sono raccolte sulla piattaforma di crowdfunding del Gruppo Intesa Sanpaolo (www.forfunding.intesasanpaolo.com).
La sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) delle imprese accresce il valore della loro competitività; per questo motivo, oltre allo stanziamento di 6 miliardi di euro per finanziare progetti di circular economy, Intesa Sanpaolo ha stanziato 2 miliardi di euro per gli S-Loans, la linea specifica di finanziamenti creati nel 2020 per supportare le iniziative delle imprese verso la transizione sostenibile con un meccanismo di premialità al raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità ad ampio spettro.
Di questi, sono già stati erogati oltre 1,5 miliardi di euro per le PMI.
“Questo accordo con Intesa Sanpaolo rientra nell’ambito dell’impegno di SACE a supporto dell’attuazione del Green New Deal sul territorio italiano e testimonia il percorso di digitalizzazione e semplificazione della nostra offerta a beneficio dei partner finanziari e delle aziende”, ha dichiarato Pierfrancesco Latini, Amministratore Delegato di SACE.
(ITALPRESS) – (SEGUE).
“Come previsto dal Decreto Legge Semplificazioni dello scorso luglio, infatti, SACE può rilasciare garanzie green su progetti domestici in grado di agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere iniziative volte a sviluppare una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti. Un mandato che portiamo avanti con impegno e responsabilità a sostegno del tessuto imprenditoriale italiano e al fianco di una finanza sostenibile”, ha aggiunto.
“Grazie alla proficua relazione con SACE introduciamo oggi un nuovo strumento della nostra gamma S-Loan che sarà destinato a finanziare i nuovi progetti per lo sviluppo sostenibile delle imprese e, contemporaneamente, a migliorare l’impatto sull’ambiente delle imprese stesse, che traineranno la ripresa della nostra economia – ha affermato Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato -. Nell’ottica di contenimento dell’impatto che tutti abbiamo sul cambiamento climatico e grazie alla prospettiva congiunta di crescita responsabile che unisce un’azienda privata come Intesa Sanpaolo e un grande operatore pubblico come SACE, confidiamo di attivare nuovi ulteriori strumenti sempre più adatti al nuovo ciclo e al rispetto dell’ambiente e nella linea della transizione green indicata dal PNRR”.
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Ambiente, Giorgetti “La sostenibilità sia anche sociale e economica”
RIMINI (ITALPRESS) – “L’accento che in questo momento viene posto sul tema della sostenibilità ambientale è positivo e condivisibile, ma deve essere sposato con altri due pilastri: sostenibilità sociale ed economica. Dobbiamo coniugare queste dimensioni, altrimenti la sostenibilità delle imprese sarà impossibile se inseguiamo traguardi ambiziosi senza capire che il collasso di alcuni settori causerà dei problemi di carattere sociale, e la soluzione non può essere la cassa integrazione a vita”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, intervenendo al Meeting di Rimini. “Vanno bene gli obiettivi che ci siamo dati in Europa, ma vorrei che tutti dagli Usa alla Cina facessero altrettanto”, ha aggiunto.
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Forestazione, a settembre a Monte Arci un laboratorio della Sardegna
CAGLIARI (ITALPRESS) – Un cantiere dimostrativo per apprendere e sviluppare le più moderne tecniche di forestazione. Promosso dal Servizio Tutela della Natura e Politiche Forestali della Regione e realizzato dall’Agenzia FOrestale REgionale per lo Sviluppo del Territorio e dell’Ambiente della Sardegna (Forestas) nell’ambito del Progetto FOR.ITALY, il cantiere è rivolto alle imprese, alle loro associazioni e ai soggetti che si occupano di promuovere e realizzare la formazione professionale in campo forestale.
Verranno allestite e animate diverse piazzole con dimostrazioni pratiche delle principali operazioni forestali (abbattimento, allestimento, sicurezza). Saranno presentate le novità apportate dal Testo unico su foreste e filiere forestali per la qualificazione delle imprese e in materia di formazione degli operatori. Per partecipare all’evento gratuito, che si svolgerà il 16 settembre 2021 presso il Complesso forestale Monte Arci in località “Acqua Frida” (OR), è necessario inviare il modulo di adesione all’indirizzo [email protected] entro il 3 settembre 2021. E’ previsto un numero massimo di 120 partecipanti.
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Enel, progetto di ricerca con Extreme E a bordo del paddock St. Helena
LONDRA (ITALPRESS) – Extreme E, la serie automobilistica per vetture elettriche, progettata per aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici, e la Fondazione Enel, il think tank sulla transizione energetica, hanno confermato oggi il loro primo progetto di ricerca scientifica congiunto che si svolgerà nel laboratorio scientifico appositamente costruito a bordo del paddock galleggiante e quartier generale della serie, la St. Helena.
Extreme E ha lavorato sin dall’inizio con la Fondazione Enel, partner scientifico fondatore del campionato, e lo scorso anno le due organizzazioni hanno collaborato per lanciare il bando di ricerca del campionato chiamato “Racing for the Planet”. Con tale bando si invitavano ricercatori scientifici internazionali a fare domanda per condurre ricerche a bordo della nave con lo scopo di migliorare le conoscenze sulle conseguenze dei cambiamenti climatici o sulle strategie di adattamento e mitigazione per gli oceani del mondo e il Pianeta.
Il progetto, guidato dal belga Alexander Vanhaelen, 24 anni, è incentrato sullo studio delle alterazioni della vita marina dovute ai cambiamenti climatici. Alexander si unirà al viaggio della St. Helena, in partenza all’inizio di settembre dalla Groenlandia, dove si terrà l’ Arctic X Prix.
Alexander sarà assistito a bordo da Adam Pantelis Galatoulas. Entrambi gli scienziati stanno attualmente studiando biologia marina presso l’Università dell’Algarve, in Portogallo. I due studiosi filtreranno l’acqua di mare durante l’ultimo viaggio della St. Helena per ottenere il DNA rilasciato da organismi marini e, sequenziando questo DNA, cercheranno di stabilire come la vita marina sia cambiata in varie parti dell’oceano soggette a condizioni di vita diverse. L’obiettivo è quello di creare un inventario globale delle specie di vertebrati per arricchire le banche dati esistenti.
Esiste tutta una serie di ragioni per questi potenziali cambiamenti che i due scienziati stanno studiando, incluso l’impatto umano e il cambiamento climatico, che portano a una perdita di biodiversità e influiscono sulla composizione degli ambienti marini e sulle specie che li abitano. Con i tassi di estinzione e l’arrivo di specie invasive ai massimi storici, questo tipo di ricerca e le conoscenze che fornirà sono fondamentali per comprendere il comportamento delle comunità marine e ispirare un’efficace gestione ecologica e biologica della conservazione.
Le scoperte del team saranno pubblicate su una rivista scientifica internazionale e dovrebbero essere comunicate a voce in occasione di incontri scientifici dedicati alla biodiversità marina.
Lo scienziato responsabile del progetto, Alexander Vanhaelen, ha dichiarato: “Sono da sempre un fan sia delle corse automobilistiche che della natura, quindi l’invito a fare ricerca di Extreme E e Fondazione Enel è stata l’occasione perfetta per unire le mie passioni e aiutare il pianeta. Si tratta davvero di qualcosa che ambivo a fare nella vita e sono felicissimo di essere stato selezionato.
“Purtroppo, la natura sta soffrendo e siamo ben decisi a capire come sia possibile intervenire per migliorarla. Credo che Extreme E sia una piattaforma molto utile per mostrare al mondo come interpretare i segni che la natura ci ha dato e come agire su di essi.
“Spero che la nostra ricerca contribuisca alla corsa contro il cambiamento climatico globale confermando quali specie si presentano in quali regioni e come si sono spostate o addirittura scomparse. Il mio obiettivo finale è fornire questa conoscenza per migliorare la pesca, la conservazione e la gestione sostenibili. So che questo progetto fornirà informazioni fondamentali in proposito ed è per questo che sono incredibilmente motivato.
“Nel 2016, ho visto come un singolo pesce possa rendere felice un’intera famiglia come se avesse vinto un campionato mondiale, e so che insieme possiamo mettere insieme le conoscenze per regalare la medesima sensazione a molte più persone che dipendono dal mare, contribuendo a sostenerne le risorse”.
Alejandro Agag, CEO e fondatore di Extreme E, ha dichiarato: “Un grande benvenuto al nostro primo team del progetto scientifico: Alexander e Adam. Sono affascinato da questo progetto e non vedo l’ora di saperne di più sui nostri mari e su come i loro abitanti stanno soffrendo a causa della crisi climatica, ma anche su come possiamo apportare cambiamenti.
“Siamo grati ai nostri partner scientifici presso la Fondazione Enel per il loro contributo alle nostre iniziative scientifiche e a quelle relative alla nostra competenza storica e siamo orgogliosi di aver confermato la nostra prima iniziativa di ricerca. E’ incredibile che riusciremo a utilizzare la nostra nave per questo scopo, quindi ci teniamo a ringraziare chi ci ha aiutato a realizzare questo sogno”.
Louisa Tholstrup, Manager di Science and Legacy di Extreme E ha dichiarato: “Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono due delle questioni più urgenti del nostro tempo. Oltre agli impatti diretti sull’economia, sulle società e sulla salute delle persone, il rapido progredire del cambiamento climatico ha un impatto negativo su molte delle specie e degli ecosistemi del mondo, causando la perdita di biodiversità. Allo stesso tempo, proteggere e ripristinare la biodiversità è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico. Fino a poco tempo fa, queste crisi analoghe tendevano ad essere affrontate separatamente, ma due sistemi così complessi non possono essere gestiti isolatamente l’uno dall’altro”.
“La ricerca di Alexander fa parte di una tendenza in crescita nella comunità scientifica che lavora sulle sinergie e sui compromessi tra clima e biodiversità. Contribuisce alla ricerca, che è urgente e necessaria per prendere provvedimenti destinati alla protezione della biodiversità che influisce simultaneamente sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e sulla comprensione della capacità delle specie marine e degli ecosistemi di adattarsi a quei cambiamenti climatici che non possono essere evitati. Siamo molto grati alla Fondazione Enel per aver sostenuto questa importante ricerca”. La St. Helena è al momento in Kangerlussuaq, in Groenlandia, per il terzo evento del campionato, l’Arctic X Prix, che si svolgerà questo fine settimana, dal 28 al 29 agosto. La corrispondente di Extreme E, Izabela Rekiel, condividerà le storie della nave e della scienza tramite i suoi canali di social media @izyofficial.
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5 anni fa il sisma di Amatrice, Ingv “Dobbiamo imparare a difenderci”
ROMA (ITALPRESS) – “Dal 24 agosto 2016, la rete sismica nazionale dell’INGV ha registrato oltre 124.000 eventi, e ancora non è terminata. Nell’area epicentrale si è mobilizzato un volume crostale di circa 6000 km3 in un’area di circa 1000 km2, ma i danni si sono risentiti su un territorio almeno otto volte più grande. Per noi ricercatori, ogni nuovo terremoto è un esperimento che studiamo con strumenti sempre più diffusi ed efficaci, per cui le conoscenze di oggi sono di gran lunga migliori di quelle che potevamo avere solo 10 o 20 anni fa”. A dirlo il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, parlando dello stato dell’arte della ricerca scientifica e del monitoraggio perchè il terremoto fa ancora troppi danni in Italia, a cinque anni esatti dal sisma di Amatrice.
Il 24 agosto 2016, alle ore 3.36, con il terremoto di Amatrice di magnitudo 6.0 è iniziata una delle più importanti sequenze sismiche che ha colpito il territorio nazionale in questo secolo. La sequenza, detta “di Amatrice-Norcia-Visso” per l’estensione territoriale delle faglie attivate in quella notte, è stata particolarmente funesta, coinvolgendo un’area di circa 8000 km quadrati, 140 Comuni e circa 600.000 persone. L’Italia, per sua natura, è un territorio dove i terremoti sono un elemento naturale che si interseca imprescindibilmente con la storia delle società locali. “E’ importante ricordare i terremoti, perchè il nostro cervello tende invece a voler rimuovere il ricordo delle tragedie, mentre invece la memoria di questi eventi terribili ci aiuta a porre in essere tutte le possibili strategie difensive dagli eventi futuri che inevitabilmente torneranno”, afferma Doglioni.
“Le nostre armi – continua – sono 1) avanzare nelle conoscenze scientifiche per poter costruire una società resiliente alle catastrofi, come quella di Haiti di pochi giorni fa, e 2) diffondere la cultura della prevenzione che si deve basare su quanto la ricerca scientifica è riuscita a comprendere per dare alla società civile gli strumenti per potersi difendere sempre meglio”. “Per me – conclude Doglioni – l’evento di Amatrice è stato una frustata dolorosa dal punto di vista umano ma, come scienziato, uno stimolo forte per studiare con sempre maggiore determinazione l’origine dei terremoti”.
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Allerta meteo nei campi, Confagricoltura “Vendemmia a rischio”
ROMA (ITALPRESS) – “Allerta gialla della Protezione Civile per temporali in Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana. Siamo preoccupati per le conseguenze in campagna dove, tra l’altro, si sta entrando nel vivo della vendemmia”. Lo sottolinea Confagricoltura che, con le proprie strutture territoriali, sta attivamente monitorando la situazione meteo. Il cambiamento climatico in atto fa sì che si scarichino vere e proprie bombe d’acqua localizzate in alcune aree; mentre in altre solo sporadiche e insufficienti bagnature: così complessivamente il livello di umidità del terreno resta estremamente basso e le colture, in assenza di irrigazione, continuano a patire la siccità. Senza dimenticare il rischio alluvioni, passando da un eccesso all’altro: da zero pioggia a fenomeni virulenti, con l’acqua che scorre sui terreni aridi e non viene assorbita causando, peraltro, forte erosione del suolo fertile. L’agricoltura è il primo settore economico a subire le conseguenze del clima – ricorda Confagricoltura -. Prima l’inverno con temperature sopra la media stagionale, poi la primavera con centinaia di ettari di frutteti colpiti da gelate, trombe d’aria, temporali violenti. Quindi l’estate con la siccità e danni notevoli alle colture in campo, e con gli incendi boschivi.
“E’ necessario – osserva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – rivedere la normativa sulle calamità naturali, a partire dal D.Lgs. 102/2004 e sul Fondo di Solidarietà Nazionale, che risulta inadeguato. Occorre un approccio nuovo da parte del legislatore, per permettere alle aziende di avere strumenti più efficaci, sia per quello che concerne la protezione attiva, sia per ciò che riguarda la materia mutualistico-assicurativa, con polizze innovative per la tutela del reddito aziendale”. E’ poi fondamentale ripristinare e rinnovare una rete infrastrutturale idrica obsoleta, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare. “Dobbiamo sfruttare – Giansanti – nel migliore dei modi l’occasione del Recovery Plan. L’agricoltura negli ultimi decenni ha ridotto di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, quali l’irrigazione di precisione. Oggi vanno ristrutturate con urgenza le reti idriche e creati nuovi invasi. Nel nostro Paese, infatti, solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta”.
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