ROMA (ITALPRESS/OPERA2030) – Tre quarti delle persone nelle nazioni più ricche del mondo sono convinti che l’umanità stia spingendo il nostro pianeta verso un pericoloso punto di non ritorno e sostengono uno spostamento delle priorità lontano dal profitto economico. Lo rivela il sondaggio globale somministrato da Ipsos Mori per la Global Commons Alliance (GCA) secondo il quale la maggioranza (58%) è molto preoccupata o estremamente preoccupata per lo stato del pianeta Terra. Quattro intervistati su cinque hanno affermato di essere disposti a farsi avanti e fare di più per rigenerare i beni comuni globali. Questa istantanea dell’opinione pubblica globale è stata scattata nei mesi di aprile e maggio, prima dell’estate più rovente della storia e con fenomeni estremi quali inondazioni e incendi, ancora prima che il rapporto del Gruppo Intergovernativo ONU di esperti sui cambiamenti climatici mettesse in guardia l’opinione pubblica contro i cambiamenti climatici “inevitabili e irreversibili” dovuti alle attività umane.
Secondo l’indagine, il 73% delle persone crede che l’attività umana abbia spinto la Terra vicino al suo punto più critico di sempre. La consapevolezza di questi rischi è nettamente maggiore in paesi quali Indonesia (86%), Turchia (85%), Brasile (83%), Messico (78%) e Sud Africa (76%), rispetto a quelli con economie maggiormente sviluppate – Stati Uniti (60%), Giappone (63%), Gran Bretagna (65%) e Australia (66%).
Nel complesso, più della metà (59%) degli intervistati ritiene che la natura sia già troppo danneggiata per continuare a soddisfare i bisogni umani a lungo termine.
L’83% degli intervistati vuole fare di più per proteggere e ripristinare la natura e più di due terzi (69%) ritiene che i benefici dell’azione per proteggere i beni comuni globali sia superiori ai costi. Questa opinione è più diffusa in Brasile e meno comune in Francia (44%). Complessivamente, il 74% delle persone afferma che i paesi dovrebbero andare oltre il fatto di concentrarsi sul prodotto interno lordo e sul profitto, e spingere invece maggiormente sulla salute e sul benessere degli esseri umani e della natura.
Il Covid-19 ha aperto una porta al cambiamento. Nei paesi del G20, c’è infatti un ampio consenso (75%) sul fatto che la pandemia stia dimostrando quanto rapidamente il comportamento possa cambiare le cose. Il 71% considera la pandemia come un’opportunità per rendere le società più resilienti.
Tuttavia, in India il 56% avverte la necessità di una ripresa economica significava e che la natura non rappresenta una priorità. In tutte le nazioni, ci sono opinioni diverse sul fatto che ciò che è buono per le persone sia spesso dannoso per la natura, sebbene questo abbia un forte sostegno in Russia (74%) e Brasile (65%).
Il 66% sostiene inoltre che la cooperazione globale è fondamentale per affrontare le sfide condivise, con la Cina (81%) più entusiasta e la Francia (50%) meno desiderosa di collaborare.
Alla domanda se alle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali debbano essere conferiti più poteri per proteggere la natura, c’è un accordo altrettanto ampio con l’India (76%), la Cina (75%) e la Turchia (76%) più desiderose e gli Stati Uniti (49%) meno.
Scienza e cambiamento climatico. La maggior parte delle persone (62%) riconosce che c’è un consenso scientifico sulla necessità di cambiamento, ma solo l’8% sa che c’è ed è necessario anche un consenso sulla necessità di una grande trasformazione economica e sociale, se l’umanità vorrà salvare il proprio habitat per le generazioni future.
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Madre Terra vicina al punto di non ritorno, il sondaggio globale
La Polizia locale di Milano premiata per l’operazione “Rifiuti preziosi”
MILANO (ITALPRESS) – Hanno ritirato il Premio “Ambiente e Legalità” di Legambiente e Libera gli agenti e gli ufficiali del Nucleo problemi del territorio della Polizia locale di Milano per il lavoro svolto con particolare efficacia e dedizione nel contrasto alle varie forme di criminalità ambientale, in riferimento alle complesse indagini dell’operazione ‘Rifiuti preziosì, su traffico rifiuti anche pericolosi, spaccio di stupefacenti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, che ha portato a 33 ordinanze di custodia cautelare, come si legge nella motivazione.
Il Premio, giunto alla sua XVII edizione, è stato consegnato nell’ambito di Festambiente, la manifestazione nazionale di Legambiente in corso a Rispescia (Grosseto) che per cinque giorni accende i riflettori sui più svariati aspetti della transizione ambientale attraverso il confronto tra Istituzioni, politica, rappresentanti del Terzo settore, dell’associazionismo, della società civile e delle imprese.
La XVII edizione del Premio “Ambiente e Legalità” di Legambiente e Libera si è concentrata su undici storie con protagonisti, oltre alla Polizia locale di Milano, Forze dell’ordine, Capitanerie di porto e Magistratura che combattono ogni giorno per la legalità e la difesa dell’ambiente.
“Si è trattato di un’indagine lunga e meticolosa del Nucleo Problemi del Territorio della Polizia locale, che non si è limitata a intervenire su singoli episodi, ma ha ricostruito una filiera di illegalità e ha permesso di smantellare una vera e propria organizzazione criminale – commenta la vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo – Siamo quindi davvero orgogliosi di poter annunciare oggi il prestigioso Premio ‘Ambiente e Legalità’ che Legambiente Onlus e Libera Contro le Mafie hanno voluto consegnare alle donne a agli uomini della Polizia locale di Milano “per il lavoro svolto con particolare efficacia e dedizione nel contrasto alle varie forme di criminalità ambientale”.
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Arriva a San Felice Circeo la campagna contro l’abbandono dei mozziconi
ROMA (ITALPRESS) – E’ sbarcato a San Felice Circeo (Latina) “Piccoli gesti, grandi crimini”, il progetto realizzato da Marevivo in collaborazione con British American Tobacco (BAT) Italia e il patrocinio del ministero della Transizione Ecologica e dell’ANCI – Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che mira a sensibilizzare cittadini e Amministrazioni locali sul “littering”, ovvero l’abbandono di mozziconi nell’ambiente, e a raccogliere dati utili per capire e prevenire il fenomeno. San Felice Circeo è stata la terza località a ospitare l’iniziativa, dopo il lancio nazionale avvenuto a Roma lo scorso maggio e le prime 2 tappe a Fermo e Catania.
Un “piccolo gesto”, quello di buttare a terra un mozzicone di sigaretta, che può apparire trascurabile ma che, in realtà, causa un gravissimo danno ambientale. Ogni anno sono 4,5 i trilioni di mozziconi che finiscono nell’ambiente – solo in Italia 14 miliardi – confermando così come questi siano tra i rifiuti più diffusi. Il filtro di sigaretta è composto da acetato di cellulosa che impiega in media 10 anni a decomporsi. Inoltre, si stima che circa il 65% dei fumatori non smaltisce correttamente i mozziconi delle sigarette, andando così a inquinare soprattutto i nostri mari, dove pesci e altri animali muoiono scambiando questi rifiuti per cibo.
Secondo quanto rilevato dal Report Marevivo, le motivazioni principali per le quali i cittadini fumatori ripetono comportamenti errati sono: mancanza di sensibilità verso l’ambiente (62%), mancanza di consapevolezza sul danno arrecato (36,6%), mancanza di cestini e posacenere sul territorio (26,5%) e mancanza di sanzioni per chi adotta questo errato comportamento (26%).
Proprio dalla volontà di accrescere sensibilità e consapevolezza verso il nostro Pianeta nasce “Piccoli gesti, grandi crimini”, che gioca sul concetto di crimine commesso da chi compie questo “piccolo” gesto, rappresentandolo con un’installazione dal grande impatto visivo: dal 17 al 19 agosto è stata istallata in Piazza Vittorio Veneto una vera e propria “scena del crimine”, in cui, accanto alle sagome delle vittime raffiguranti tartarughe, pesci e altri animali marini, è stata posta la riproduzione di un mozzicone gigante come simbolica “arma del delitto”. Oltre a locandine informative per le vie della città, sul manto stradale sono state posizionate sagome di animali marini con un QR Code attraverso il quale le persone hanno potuto interagire con il sistema di intelligenza artificiale “MARINA”. I volontari di Marevivo hanno distribuito inoltre per le strade della cittadina e nella zona del porto 1.000 posacenere tascabili e riutilizzabili, in plastica riciclata.
“Questa iniziativa – commenta Giuseppe Schiboni, sindaco di San Felice Circeo – si inserisce in un discorso di tutela del nostro territorio, incastonato nel Parco Nazionale del Circeo: viviamo in un’area protetta che va difesa in tutti i modi. Un’occasione per sensibilizzare i fumatori sui danni provocati dai mozziconi, renderli edotti delle conseguenze di un gesto che può provocare danni gravissimi all’ambiente. Questa attività, si affiancherà ad altre iniziative “green” comunali, quali la raccolta differenziata (che ha raggiunto l’80%), il recupero e riutilizzo della Posidonia, una pianta marina che si deposita sui nostri arenili, la creazione di infrastrutture destinate alla ricarica di veicoli elettrici, e la campagna di open innovation che ci vede partner dell’Enea per il progetto europeo Blue Deal al fine di trasformare l’energia del mare in corrente elettrica”.
“I mozziconi di sigaretta sono i rifiuti più frequenti sulle spiagge di tutto il mondo, in ogni attività di pulizia che facciamo i nostri volontari ne raccolgono migliaia – ha dichiarato Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo -. A causa delle loro dimensioni ridotte si potrebbe pensare che siano innocui, ma non è affatto così: al contrario, questi mozziconi rilasciano sostanze nocive nel mare, il loro filtro non è biodegradabile e, sminuzzandosi in microplastiche, rimane in mare per sempre. Tutto questo ha naturalmente un impatto terribile sull’ecosistema marino, e chiunque non si adoperi per cambiare le proprie abitudini diventa complice di questo crimine contro l’ambiente”.
Il monitoraggio effettuato lo scorso anno in occasione dell’iniziativa pilota a Sorrento ha registrato una riduzione del 69% dei mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente e una diminuzione complessiva del 45% di altri piccoli rifiuti.
“Nella tappa di Fermo, nelle prime settimane dall’avvio della campagna, abbiamo già registrato una riduzione di oltre il 70% dei mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente. Nella cittadina marchigiana abbiamo quindi già superato il risultato dell’edizione pilota di Sorrento. Un risultato che ci fa dunque ben sperare anche per le prossime tappe. #Piccoligesti è parte della strategia di sostenibilità di BAT Italia, che con questo progetto si pone l’obiettivo di dimostrare con dati concreti che l’inquinamento da mozziconi si risolve solo agendo sulla prevenzione grazie ad azioni sinergiche ed efficaci in grado di coinvolgere una pluralità di soggetti: aziende private, istituzioni, soprattutto locali, cittadini e ‘terzo settorè”, ha dichiarato Andrea Di Paolo, responsabile Affari Legali e Regolatori di BAT per il Sud Europa.
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Alla scoperta dell’Irlanda nel segno della sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – Moltissime sono le possibilità per trascorrere un’entusiasmante vacanza sull’isola d’Irlanda ed essere, al tempo stesso, gentili con il pianeta Terra, sia che si desideri perdersi nella natura, dirigersi verso spiagge e montagne incontaminate o visitare una grande città.
I viaggi sostenibili stanno diventando sempre più diffusi nella terra delle “quaranta sfumature di verde”, così come lo è l’impegno per proteggere una delle aree più belle del mondo dal punto di vista naturalistico, godendo della sua meraviglia in modo responsabile.
Per chi sta pianificando un viaggio, uno dei modi migliori per assicurarsi di limitare l’impatto sulla natura irlandese è cercare di esplorare anche i luoghi meno conosciuti del Paese e tenere in considerazione non solo l’alta stagione. Molto importanti sono anche la priorità per le modalità di spostamento sostenibili e la preferenza per le numerose destinazioni che danno importanza all’eco-compatibilità e per gli alloggi amici dell’ambiente. Una buona pratica una volta giunti a destinazione è la ricerca di cibo di provenienza locale e di attività green come trekking, ciclismo, surf, nuoto, vela e molto altro ancora.
Dire no alla plastica, ridurre i rifiuti, conservare l’acqua e iniziative sostenibili come il “leave no trace” fanno parte dello scenario turistico attuale delle dell’isola d’Irlanda, come illustrato da una delle principali realtà del Paese, incentrate sul turismo sostenibile. Il Burren Ecotourism Network sta incoraggiando, infatti, le persone a smaltire i loro rifiuti in modo responsabile quando visitano le famose scogliere di Moher e il Burren Geopark dell’UNESCO, una delle migliori destinazioni eco-friendly lungo la Wild Atlantic Way.
La rete, nominata Best Community Tourism Project 2021 da Lonely Planet, ha implementato, inoltre, la campagna “This is a Protected Zone-Bring Your Rubbish Home”, una delle tante iniziative ecologiche finalizzate a tutelare lo spettacolare ambiente dell’ovest dell’Irlanda, mantenendolo libero da rifiuti.
I viaggiatori attenti alle emissioni di anidride carbonica che intendono godere della bellezza di questi luoghi anche con l’obiettivo di preservarla possono contare su strutture come il Falls Hotel and Spa nella contea di Clare: grazie a una serie di iniziative per la riduzione dei rifiuti e per l’uso di l’energia innovativa, ha ottenuto, infatti, lo status di “carbon neutra” da Green Hospitality Ireland, fattore che dà la certezza di intraprendere un viaggio senza lasciare alcuna “impronta”.
Molti altri luoghi in tutto il paese offrono superbi soggiorni sostenibili e si possono prenotare soluzioni quali ‘the bedroom in a meadow’, presso il Nire Valley Eco Camp, nella contea di Waterford; la lussuosa Salthouse, nella contea di Antrim, o l’elegante Breac House nella contea di Donegal.
Un modo per avere la certezza di essere amici dell’ambiente irlandese è anche andare alla ricerca di realtà legate al turismo sostenibile come come Vagabond Tours, specializzato nella creazione di proposte per piccoli gruppi: il Ring of Kerry, una serie di antichi castelli e isole lontani dai sentieri battuti, per esperienze irlandesi responsabili e imperdibili, sono solo alcune delle idee da scegliere tra quelle che hanno messo a punto. Disponibili anche vacanze esclusive, private e sostenibili incentrate sul trekking e sull’escursionismo, nonchè collegate a sistemazioni responsabili e a impatto ambientale zero, per l’Irlanda del Nord con, ad esempio, un operatore come The Inside Trek.
E dopo un soggiorno consapevole in merito alle ridotte emissioni di anidride carbonica, il ritorno a casa può essere ancora più rilassante, vivendo un nuovo modo di apprezzare dell’isola d’Irlanda e una maggiore connessione con il pianeta Terra.
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Wwf, 39 mln posti di lavoro con sussidi dedicati ad azioni per la natura
ROMA (ITALPRESS) – In vista dei negoziati delle Nazioni Unite sulla Biodiversità che inizieranno la prossima settimana, un nuovo rapporto commissionato dal Wwf rivela come i governi potrebbero creare ben 39 milioni di posti di lavoro dedicando ad azioni positive per la natura (come la rinaturalizzazione) una solo annualità di quei sussidi perversi che ancora oggi distruggono la biodiversità. Il rapporto dal titolo “Halve Humanity’s Footprint on Nature to Safeguard our Future” (Dimezzare l’impronta ecologica dell’umanità sulla natura per salvaguardare il nostro futuro) include un modello con il quale si dimostra come 39 milioni di posti di lavoro potrebbero essere creati se i 500 miliardi di dollari, che i governi spendono ogni anno in sussidi dannosi, venissero dirottati verso un impiego positivo per la natura, che migliori le condizioni in cui sono i sistemi naturali.
“Agire per evitare il collasso degli ecosistemi e l’aggravarsi della crisi climatica è l’imperativo dei nostri tempi, ma i governi spendono almeno 500 miliardi di dollari l’anno in sussidi per attività come l’agricoltura insostenibile o la pesca eccessiva che danneggiano la natura, con conseguenze disastrose per la società, l’economia e il nostro stesso benessere – afferma Marco Lambertini, direttore generale del WWF International -. Non solo riorientare questa spesa verso pratiche sostenibili aiuterebbe a ridurre l’impatto sulla biodiversità, ma ci aiuterebbe anche a passare a un’economia nature-positive, positiva per la natura e a cambiare i nostri attuali modelli di produzione e consumo assolutamente insostenibili. Reindirizzando queste risorse – e il mondo con la sua risposta alla crisi da COVID-19 ha mostrato che sono possibili significativi cambiamenti finanziari – potremmo innescare, inoltre, un circolo virtuoso in grado di produrre 10.000 miliardi di dollari di valore annuale e 400 milioni di posti di lavoro dedicati a una nuova economia nature positive”.
Nel 2020, il Future of Nature and Business Report del World Economic Forum ha previsto che le soluzioni “nature-positive” potrebbero creare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030 e 10.100 miliardi di dollari in opportunità commerciali. Diversi paesi hanno già intrapreso giuste transizioni verso un’economia positiva per la natura che offrono preziose lezioni e sono di ispirazione.
Il nuovo rapporto del WWF, prodotto da Dalberg Advisors, prevede che distribuire questo stimolo tra i paesi in modo equo – cioè in base alla popolazione, non alla loro forza economica – creerebbe quasi il doppio dei posti di lavoro se invece si agisse altrimenti (39 milioni contro 20 milioni). Uno stimolo equo contribuirebbe a proteggere maggiormente la biodiversità e aiuterebbe a creare percorsi di crescita verde per i paesi meno sviluppati.
La ricerca del WWF arriva mentre i negoziatori si preparano al terzo round di colloqui per un nuovo accordo globale sulla biodiversità, che inizierà lunedì prossimo. I colloqui si svolgono nell’ambito della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) ed è previsto che il piano finale venga adottato ad ottobre 2021 alla 15a Conferenza delle Parti della CBD a Kunming, in Cina. Si prevede che la fine dei negoziati e l’adozione degli accordi sia rimandata a quando saranno possibili le riunioni in presenza, auspicabilmente entro il 2022.
La necessità di raggiungere un accordo per fermare e invertire la perdita di natura entro il 2030 non è mai stata così urgente, ma il WWF è preoccupato che il mondo non stia riuscendo a rispondere adeguatamente alla crisi dei sistemi naturali, pregiudicando anche la nostra capacità di affrontare l’emergenza climatica e mettendo in pericolo le risorse da cui tutti dipendiamo, nonchè la nostra stessa sopravvivenza.
Più della metà del PIL mondiale – 44 mila miliardi di dollari – dipendente in qualche modo dalla natura. Il cambiamento ambientale globale mette a rischio quasi 10.000 miliardi di dollari entro il 2050 e potrebbe provocare un aumento dei prezzi su larga scala per le principali materie prime come, tra le altre, il legno e il cotone. Per esempio, la deforestazione delle foreste tropicali rischia di alterare significativamente il ciclo delle piogge, aumentando drasticamente la scarsità d’acqua nelle regioni colpite. Allo stesso modo, la distruzione delle barriere coralline (per esempio, attraverso la pesca a strascico e il riscaldamento degli oceani) mette a rischio habitat cruciali per la rigenerazione degli stock ittici globali.
“I prossimi negoziati offrono l’opportunità ai leader mondiali – ottantanove dei quali, tra cui l’Italia, hanno approvato il Leaders’ Pledge for Nature che si impegna a invertire la perdita di biodiversità entro il 2030 – di fare un passo avanti e mantenere i loro impegni, incaricando i loro negoziatori di assicurare un risultato veramente trasformativo”, dice Lin Li, direttore politica globale e advocacy del WWF Internazionale.
“La bozza su cui si sta lavorando contiene molti degli elementi necessari per un accordo di successo a favore della natura, ma non riesce ad affrontare adeguatamente gli aspetti più rilevanti della perdita di biodiversità, soprattutto quelli derivanti dai nostri sistemi alimentari distruttivi. Le misure di conservazione da sole – conclude – non ci daranno un mondo nature-positive. Per questo il WWF chiede ai paesi di compiere un passo decisivo dimezzando l’impronta della produzione e del consumo entro il 2030 e garantendo in questo modo un futuro in cui si limiti a contenere i danni alla natura, ma che la salvaguardi attivamente e ne migliori lo stato per le generazioni future”.
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Sostenibilità, italiani chiedono ad aziende equilibrio vita-lavoro
MILANO (ITALPRESS) – Per gli italiani ci sono molti modi per poter essere più sostenibili sia nella vita che nel lavoro e hanno diverse opinioni su come le proprie aziende potrebbero migliorarsi.
Il 66% degli intervistati pensa che la propria azienda dovrebbe puntare di più sul benessere dell’individuo con una maggior attenzione all’equilibrio vita-lavoro, al secondo posto c’è la sostenibilità ambientale con il tema degli investimenti in energie rinnovabili (64% del campione) e la riduzione dell’uso della plastica (43%), mentre l’attenzione al Gender Pay Gap, si posiziona al quinto posto (38%) dividendo però le scelte delle donne (52%), da quelle degli uomini (30%).
Ma cosa sanno gli italiani delle misure adottate dalle loro aziende sul fronte della sostenibilità? 1 su 3 non ne è a conoscenza. Il resto del campione, segnala che al tema del Gender Pay Gap, viene ancora dedicata poca attenzione: solo il 16% lo indica come ambito in cui l’azienda ha adottato iniziative specifiche, dato in contrasto rispetto a quello che gli italiani, e le donne in particolare, desidererebbero (52%). Tra le altre iniziative troviamo sul podio, ancora una volta, l’equilibrio vita privata-lavorativa (32% vs 66% delle misure desiderate), seguito dalla riduzione della plastica (30% vs 43%) e dall’attenzione alle energie rinnovabili (22% vs 64%).
1 Campo completato da 2 intervistati su 3, ovvero dal campione che dichiara di conoscere quali siano le misure adottate dalle proprie aziende in termini di sostenibilità.
Spostando il focus dal comportamento dell’azienda a quello del singolo individuo è stato chiesto agli intervistati quali siano i comportamenti più rilevanti per essere un “consumatore sostenibile” e quanto, personalmente, li mettano in atto nella vita di tutti i giorni.
Tra le azioni riconosciute come più sostenibili troviamo, ai primi posti, quelle legate all’economia circolare e al riciclo: evitare gli sprechi (68%), fare la raccolta differenziata (65%), non acquistare prodotti usa e getta (47%) e consumare prodotti a km 0 (45%). Seguono, poi, le scelte legate ai mezzi di trasporto e, proprio in questa categoria, si riscontra il maggior scostamento con la realtà.
Se, infatti, per il 43% degli intervistati essere sostenibili significa utilizzare mezzi di trasporto a minor inquinamento, solo il 27% dichiara di adottare questo comportamento. Allo stesso modo il maggior utilizzo di mezzi pubblici o servizi in condivisione è ritenuto importante dal 42% del campione, ma messo in atto solo dal 21%. Sono queste, in sintesi, le evidenze emerse dalla ricerca promossa da illimity attraverso la community della Banca “Vai oltre la forma” e i canali social – con l’obiettivo di indagare l’evoluzione dei cambiamenti delle nostre abitudini lavorative, finanziarie e di vita in seguito alla pandemia da Covid-19. La ricerca è stata realizzata da illimity nella prima metà di luglio e ha coinvolto un campione di 633 persone rappresentativo della popolazione italiana internet user di 18 – 65 anni.
Isabella Falautano, Direttrice Comunicazione e Sostenibilità di illimity, ha commentato: “Raggiungere gli obiettivi di sostenibilità è una sfida che riguarda tutti noi, sia come individui che come società, e le aziende possono svolgere un ruolo fondamentale in tal senso, ponendosi come modelli virtuosi. Ecco perchè in illimity abbiamo integrato, in modo nativo, le tematiche di sostenibilità nelle nostre strategie raggiungendo già importanti traguardi. Abbiamo infatti intrapreso una serie di azioni concrete per ridurre il consumo di energia, acqua e carta e compensato l’impronta emissiva di tutto il Gruppo scegliendo di essere Carbon Neutral. Per il settore finanziario, resta ora da affrontare la sfida legata alla riduzione delle emissioni finanziate, che consentirebbe di creare effetti di spillover con ricadute positive non solo sull’ambiente ma anche sullo stesso sistema produttivo. Sempre con l’intento di svolgere una funzione di utilità sociale per la collettività, abbiamo lanciato diverse iniziative, tra cui illimitHER, volta a promuovere le tematiche di Diversity & Inclusion, e fondazione illimity, istituita con l’obiettivo di creare nuovi spazi di inclusione e benessere anche attraverso la rigenerazione di asset immobiliari”.
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Erosione costiera, la Calabria istituisce un tavolo tecnico
CATANZARO (ITALPRESS) – La Giunta regionale della Calabria, nella seduta di ieri, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo, ha approvato il protocollo d’intesa per la costituzione del “Tavolo tecnico regionale permanente per il coordinamento dei soggetti istituzionalmente preposti alla mitigazione del fenomeno dell’erosione costiera in Calabria”.
La difesa del litorale dei comuni calabresi rappresenta un obiettivo strategico per la Regione, nell’ottica di fornire protezione e un grado sufficiente di sicurezza nel tempo alle strutture, alla infrastrutture e ai beni storico-culturali e ambientali presenti a ridosso della spiaggia. Priorità alle aree attualmente classificate nel piano di Assetto idrogeologico della Regione Calabria a pericolosità elevata, puntando alla salvaguardia della spiaggia in quanto difesa naturale primaria dalle mareggiate, indicatore di qualità ambientale del territorio e motore per l’economia, fondata in prevalenza sull’attività turistica.
L’approvazione del protocollo rappresenta uno strumento indispensabile per sviluppare un coordinamento tra la Regione, gli altri enti competenti e i principali portatori di interesse economico lungo le coste. Lo scopo è di individuare sistemi comuni per una corretta e sostenibile gestione della fascia costiera e per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici.
In prima istanza, aderiscono al protocollo la Soprintendenza ai Beni culturali e paesaggistici della Calabria, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, la Direzione marittima di Reggio Calabria, l’Arpacal, la Città metropolitana di Reggio Calabria, Ans e Rfi.
“Il risultato raggiunto – dichiara l’assessore Catalfamo – arriva a conclusione di un iter già attivato con tutti i soggetti interessati e costituisce l’inizio di un percorso virtuoso per la difesa della costa. Il Tavolo tecnico permanente per il coordinamento dei soggetti istituzionalmente preposti alla mitigazione del fenomeno dell’erosione costiera in Calabria, sede di interlocuzione tecnico-istituzionale, ha lo scopo principale di promuovere un’efficace azione di condivisione degli obiettivi, di conoscenze e di risorse tecniche, economiche e finanziarie. Inoltre, si ripropone di favorire un idoneo collegamento con le istituzioni nazionali e di ottimizzare gli iter burocratici-amministrativi dei progetti di intervento, delle azioni di gestione, tutela, valorizzazione del territorio e di analisi e definizione dei rischi”.
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Oltre 400 tartarughe marine nate in provincia di Siracusa
PALERMO (ITALPRESS) – La prima schiusa in Sicilia è iniziata lo scorso 6 agosto ad Avola, in provincia di Siracusa, sotto lo sguardo dei volontari e degli esperti WWF. Ed in questo momento sono ben 8 i nidi in schiusa nella zona fra Ragusa e Siracusa e si contano oltre 400 piccole tartarughine che hanno già conquistato il mare per iniziare la loro vita. L’ultimo nido si è schiuso ieri sera a Sampieri, in provincia di Ragusa e sono già oltre 37 le neonate emerse. Lo rende noto l’Associazione ambientalista sottolineando in una nota che fra Sicilia, Basilicata, Puglia e Calabria sono in totale 62 i nidi di Caretta caretta gestiti e monitorati dal WWF. Solo in Sicilia se ne contano 34 fra le province di Ragusa e Siracusa (di questi 8 in schiusa e 2 già schiusi).
Evento straordinario di quest’anno si è verificato nella spiaggia di Gallina ad Avola: in un lembo di sabbia lungo appena 600 metri i volontari, guidati della biologa e operatrice del progetto Life Euroturtles Oleana Olga Prato, hanno trovato ben 6 nidi. Solo nella notte del 14 agosto erano ben 7 le schiuse avvenute contemporaneamente nella provincia di Siracusa.
I due nidi trovati e messi in sicurezza del WWF in Basilicata si trovano a Maratea (uno è già schiuso), mentre in Puglia è la provincia di Taranto quella in cui si stanno attendendo le schiuse. In Calabria è attivo per il terzo anno consecutivo il progetto TartAmare.
“Solo grazie all’impegno dei volontari, sostenuto anche dal progetto europeo Life Euroturtles – prosegue la nota -, si è creato un vero e proprio network che coinvolge attivamente cittadini residenti, turisti, operatori balneari e Capitanerie di Porto”.
“L’attività di messa in sicurezza, monitoraggio e tutela dei nidi avviene – evidenzia la nota – anche grazie alla collaborazione con le Capitanerie e con le Ripartizioni faunistiche, che, come nel caso del coordinamento della ripartizione faunistico venatoria del ‘servizio per il territorio di Ragusà, mette a disposizione gli operai forestali in servizio nelle aree attrezzate costiere proprio per aiutare a recintare i nidi, ma anche per sensibilizzare e formare turisti e residenti su come agire alla vista di tartarughe che nidificano o schiuse. Grazie a queste attività di comunicazione e alla presenza di appositi gruppi Facebook o Whatsapp, agli esperti arrivano numerose segnalazioni di escursioni, tracce o nidificazioni in corso.
Sono sempre di più, infatti, i cittadini che si avvicinano alle associazioni per aiutarle in tutti i modi possibili nelle attività di tutela delle tartarughe: aiutano i volontari nella costruzione delle gabbie di sicurezza attorno al nido e partecipano ai monitoraggi fino alla schiusa delle uova. Le attività dei volontari e cittadini – infatti – non si sono fermati nemmeno nelle giornate di vacanza. In tanti hanno vegliato i nidi durante le notti di San Lorenzo e Ferragosto”.
“Presto si attendono altre schiuse di nidi segnalati proprio grazie alle collaborazioni fra enti e associazioni e a tutte le attività di sensibilizzazione, formazione e monitoraggio realizzate sul territorio”, conclude la nota, evidenziando che “la tutela delle tartarughe marine e delle specie a rischio nel Mediterraneo è uno degli obiettivi della campagna GenerAzioneMare del WWF Italia, che ogni anno unisce volontari, ricercatori, pescatori, imprese per difendere il Capitale Blu e ripristinare l’equilibrio del Mediterraneo, in modo che le persone e la natura possano continuare a prosperare, insieme”.
(ITALPRESS).









