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Intesa Sanpaolo accelera verso la riduzione delle emissioni proprie

MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo imprime un’ulteriore accelerazione verso la riduzione delle emissioni proprie.
In coerenza con il percorso di sviluppo della propria strategia ESG, il Gruppo ha infatti siglato un accordo di fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili con A2A – tramite A2A Energia, società commerciale del Gruppo. L’accordo prevede l’approvvigionamento di energia per circa il 10% del fabbisogno annuale del Gruppo in Italia (pari a circa 30Gwh) per 10 anni, grazie a 2 impianti fotovoltaici di nuova realizzazione ubicati in Sicilia. Gli impianti, che hanno un profilo produttivo che garantisce la copertura del fabbisogno indicato, entreranno in funzione nel corso del 2024.
“Intesa Sanpaolo conferma la propria strategia volta a ridurre fortemente le emissioni proprie”, ha dichiarato Alfonso Guido, Chief Cost Management Officer di Intesa Sanpaolo.
“Il Gruppo, grazie a questo accordo, fornisce un contributo fattivo al processo di transizione del sistema produttivo nazionale verso la decarbonizzazione, registrando ulteriori vantaggi grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento dell’energia e dalla stabilizzazione del prezzo di acquisto per una parte del proprio fabbisogno”, ha aggiunto.
Per A2A l’accordo rappresenta un’occasione per mettere a disposizione di un partner importante come Intesa Sanpaolo soluzioni di medio-lungo periodo per supportare concretamente le Imprese nel percorso verso la decarbonizzazione e, grazie alla produzione di energia rinnovabile, dare un contributo concreto alla transizione energetica del Paese.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Parte da Salerno la Paper Week 2024 di Comieco

ROMA (ITALPRESS) – Iniziative, convegni, laboratori e spettacoli gratuiti, virtuali e in presenza, per una grande campagna corale di formazione e informazione su carta e cartone e sul loro riciclo.Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi cellulosici, in collaborazione con Federazione Carta e Grafica e Unirima e con il patrocinio di ANCI, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Utilitalia e Rai per la Sostenibilità ha promosso la Paper Week 2024 in programma dall’8 al 14 aprile su tutto il territorio nazionale. La città di Salerno, eletta quest’anno “Capitale del Riciclo della Carta” in quanto perno del “distretto cartario” meridionale e modello virtuoso per la raccolta differenziata degli imballaggi cellulosici al Sud, sarà protagonista della Paper Week 2024 con un palinsesto speciale – organizzato da Comieco con il patrocinio di Comune di Salerno, Confindustria Salerno, Camera di Commercio di Salerno, Fondazione Carisal, Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con Salerno Pulita, Salerno Letteratura, CNA Salerno.
“Salerno è un punto di riferimento nazionale per la sua recente storia nella raccolta differenziata di carta e cartone, ma non solo, i dati più recenti ci dicono che è un modello interessante di riferimento in particolare per quanto riguarda il Meridione, che oggi sta guadagnando posizioni e sta raggiungendo la media nazionale”, ha detto il direttore generale Comieco, Carlo Montalbetti, “ecco perchè per il 20024 abbiamo pensato che fosse giusto scegliere Salerno come ‘capitale del riciclo della cartà, una iniziativa che si inserisce nella manifestazione più ampia che è la Paper Week. Saranno un centinaio gli impianti che saranno aperti per essere visitati da famiglie e scuole per rendersi conto come un piccolo gesto quotidiano permetta di dare nuova vita a carta e cartone. Uno degli esempi migliori per capire cosa è l’economica circolare. Carta e cartone hanno una vocazione naturale: possono essere riciclati fino a 7 volte portando risparmi su consumi di energia, quello che c’è bisogno è che i cittadini ne siano consapevoli, nella raccolta differenziata di carta siamo maglia rosa con la Germania”.
Al centro della manifestazione c’è l’economia circolare, la sfida delle istituzioni, del consorzio e di tutti gli enti che supportano l’iniziativa è quella di far comprendere come carta e cartone siano beni preziosi, abbiamo un costo ambientale rilevante ed è importante che siano utilizzati nella maniera più virtuosa possibile.
“Siamo diventati un’eccellenza nella raccolta differenziata della carta: c’è stato un incremento di un milione e duecento mila tonnate dal 2022 al 2023, dato significato frutto di una serie di iniziative, anche culturali”, le parole di Massimiliano Natella, assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Salerno, che ha aggiunto: “Noi dopo aver potuto incrementare i numeri sul recupero della carta ci siamo attestati anche su una buona qualità riattivando una filiera corta, la carta che recuperiamo va alla nostra cartiera”.
Il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha sottolineato che “avere un riconoscimento da Comieco per noi è motivo di orgoglio, i nostri concittadini hanno dato prova di una grande sensibilità su questo tema, una storia di successo, buttare la carta in discarica è un delitto e noi siamo diventati consapevoli di questo. La raccolta differenziata si è attestata al 75% e questo è un importante risultato, una buona raccolta differenziata e della carta è un indicatore significativo di consapevolezza sociale”. Da oggi partirà anche una campagna pubblicitaria con Aldo e Giacomo per far conoscere meglio perchè è utile fare la raccolta e fare il riciclo.

– Foto Comieco –

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Giuseppina Carnimeo nominata nuovo direttore generale di Ecopneus

MILANO (ITALPRESS) – Ecopneus ha nominato Giuseppina Carnimeo nuovo Direttore Generale. Dal 2 aprile è alla guida della società consortile che ogni anno gestisce e ricicla circa 200.000 tonnellate di pneumatici fuori uso, raccolti presso una rete di circa 30.000 operatori del mercato del ricambio in tutte le regioni e le province d’Italia.
Un incarico che inaugura nell’attività di Ecopneus una nuova fase di piena maturità e consolidamento, con importanti nuove sfide da affrontare, legate allo scenario normativo di riferimento e alla necessità di dare definitivo impulso al mercato della gomma da riciclo.
Dopo quasi 13 anni dalla partenza del sistema nazionale di gestione dei PFU secondo il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, l’attuale panorama del settore richiede un intervento sulle norme di riferimento, per poter cogliere opportunità, assicurare maggiore aderenza allo scenario nazionale del mercato del ricambio e per tenere il passo con lo sviluppo di sempre nuovi ambiti applicativi.
Un contributo determinante a questo processo è stato fornito fino ad oggi dal costante e significativo impegno in ricerca e sviluppo da parte di Ecopneus (circa 20 milioni di euro negli ultimi 10 anni), attraverso un’intensa collaborazione e una solida rete di relazioni con numerose aziende del settore. Un’urgenza che giunge anche dallo scenario degli altri Paesi europei, dove è in forte sviluppo il settore del riciclo chimico dei PFU, chiave di volta verso l’obiettivo di reintrodurre materia prima seconda nel ciclo di produzione degli pneumatici.
Giuseppina Carnimeo ha così commentato il suo ingresso in Ecopneus come nuovo Direttore Generale: “Accolgo questa sfida come un’importante opportunità per il mio percorso personale e professionale, ma soprattutto per contribuire ai più grandi obiettivi di sostenibilità del Paese, tra cui quello dell’economia circolare, cruciale anche per il legame che ha con l’azione di contrasto al cambiamento climatico e il risparmio delle risorse naturali, come da anni rendicontato da Ecopneus nel Bilancio di Sostenibilità. Contando sull’esperienza e la professionalità del team che ha costruito l’Ecopneus di oggi e grazie al supporto del CDA e del Presidente, che ringrazio per la fiducia, sono già al lavoro per portare il testimone che oggi ricevo verso obiettivi sempre più alti di efficienza e qualità, per la corretta gestione che porta alla valorizzazione della risorsa rappresentata dalla gomma riciclata”.
-foto ufficio stampa Ecopneus-
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Interzero, rifiuti speciali prodotti dalle imprese +28% tra 2014 e 2021

ROMA (ITALPRESS) – Tra il 2014 e il 2021 i rifiuti speciali non pericolosi prodotti dalle aziende in Italia sono aumentati del 28% superando 154 milioni di tonnellate, un incremento trainato dalla Basilicata dove sono quasi raddoppiati (+95,1%), dal Molise (+87%) e dalla Sicilia (+83%). L’analisi (una rielaborazione di dati ISPRA e Movimprese Unioncamere) di Interzero Italia, gruppo europeo di servizi di economia circolare, evidenzia, inoltre, che le uniche regioni dove si è registrato un calo sono la Toscana (-0,5%) e la Valle d’Aosta (-25,9%). In Liguria ed Emilia-Romagna l’incremento è stato più contenuto che altrove (13-14%). “La gestione dei rifiuti speciali – ha commentato Mario Bagna, Amministratore Delegato di Interzero Italia (nella foto) – è una delle maggiori sfide globali e va affrontata guidando il processo di transizione ecologica. Oggi è fondamentale adottare un approccio circolare dove ogni rifiuto può essere una risorsa per generare nuove opportunità economiche e promuovere l’innovazione”.
Il Trentino-Alto Adige guida la classifica delle regioni con la maggior quantità di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in media per ogni impresa attiva (oltre 50 tonnellate per azienda) seguita dal Friuli-Venezia Giulia (48 tonnellate/impresa) e dalla Basilicata (43). Al contrario in Molise (19,5 tonnellate per impresa), Sardegna (19,3%), Campania (17,1) e Calabria (11,7) le aziende producono meno rifiuti che nel resto del Paese. La media italiana si attesta a 30,2 tonnellate di rifiuti per azienda, la Lombardia tocca quota 41,8 tonnellate, mentre Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Piemonte sono più vicini alla media nazionale collocandosi fra le 30 e le 39 tonnellate per organizzazione. La Toscana si ferma a 27. “Già da tempo – ha aggiunto Bagna – sosteniamo le aziende nello sviluppare progetti di Ecodesign che consentono di sviluppare prodotti che rispettino l’ambiente fin dalla fase di progettazione. Il lavoro di riduzione dell’impatto ambientale ha portato il Gruppo Interzero nel 2022 a generare un risparmio di circa 1 milione di tonnellate di emissioni di gas serra attraverso più di 2,1 milioni di tonnellate di materiali riciclabili gestiti nel ciclo e 8,7 milioni di tonnellate di risorse primarie sono risparmiate”.
Solo 1 milione e 730 mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi prodotti annualmente dalle imprese italiane si trasformano in combustibili o altri mezzi per produrre energia, appena l’1% delle oltre 154 milioni di tonnellate in totale. I rifiuti vengono trasformati in energia soprattutto in Lombardia (518mila tonnellate), Emilia-Romagna (261mila) e Veneto (229 mila). Destinazione differente e meno sostenibile, invece, per quasi 9 milioni di tonnellate di rifiuti che ogni anno, vengono destinati alla discarica, soprattutto in Lombardia (oltre 2 milioni), Veneto e Toscana (entrambe oltre 1 milione).
“L’Italia – ha concluso Bagna – ha compiuto progressi nella gestione dei rifiuti urbani, ma rimane molto lavoro da fare su quelli speciali che finiscono troppo spesso in discarica con un impatto particolarmente negativo sull’ambiente. All’estero le discariche vengono utilizzate sempre meno, dobbiamo seguire quest’esempio virtuoso e già nel Nord Italia questa tendenza comincia a delinearsi”.
In Italia la grande maggioranza di rifiuti speciali non pericolosi deriva dal settore delle costruzioni e demolizioni: 50,8% nel 2021 pari a 78,3 milioni di tonnellate prodotte per oltre il 58% nel Nord Italia e soprattutto in Lombardia. Al secondo posto troviamo le attivita? di trattamento di rifiuti e di risanamento (23,6% e 39,6 milioni di tonnellate) che comprende il conferimento in discarica. Qui si vede come l’incidenza percentuale su totale dei rifiuti prodotta è più alta nel Sud Italia (32%) più bassa al Nord (21%) segno che la discarica viene utilizzata di più nel meridione. Al terzo posto c’è l’industria metallurgica con oltre 7,3 milioni di tonnellate prodotte per il 65% nel Nord Italia. Seguono poi le attività manifatturiere con 7,1 milioni di rifiuti speciali non pericolosi.

– foto ufficio stampa Interzero –

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Acqua, per 74% italiani prioritario realizzare invasi e risparmio idrico

ROMA (ITALPRESS) – Per contrastare gli effetti sull’agricoltura di periodi siccitosi sempre più frequenti, il 74% degli italiani ritiene necessario realizzare urgentemente nuovi invasi e favorire interventi di risparmio ed efficientamento idrico; il 72% si dichiara favorevole all’ipotesi di fare uso delle acque reflue depurate per fini irrigui mentre, per il 67%, occorre investire in tecnologie per il monitoraggio e la gestione dell’irrigazione. La proposta di istituire meccanismi incentivanti per il risparmio idrico come i certificati blu, anche in agricoltura, è sostenuta dal 68% degli italiani, con alte percentuali di apprezzamento soprattutto al Centro (74%) e al Sud (76%). E’ quanto affermano, da un lato, il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2024 “L’acqua per la prosperità e la pace”, pubblicato da UNESCO per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata da UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP) e la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla Fondazione UniVerde con il supporto di UNESCO WWAP e con la collaborazione di Acquedotto Pugliese, GMT, EPM e AVR/Anima – Associazione italiana Valvole e Rubinetti di Confindustria; dall’altro, il XIV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, con focus su Crisi climatica ed efficientamento idrico, realizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi, ANBI e Fondazione Campagna Amica, presentati questa mattina a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno “Acqua e Agricoltura: rapporti sostenibili. Efficientamento idrico, digitalizzazione ed economia circolare”, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti, con il patrocinio di UNESCO WWAP e con Almaviva, Gruppo italiano di innovazione digitale.
Sebbene a livello mondiale il principale utilizzatore di acqua dolce sia il settore agricolo (circa il 70%) sempre più consapevole e attento a preservare la risorsa e impegnato nel contrasto al climate change, gli utilizzi industriali (circa 20%) e domestici (circa il 12%) rappresentano la principale causa dell’incremento della domanda, soprattutto da parte dei Paesi ad alto reddito e più industrializzati. Attualmente circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno; un quarto deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile. “Dal XIV Rapporto è evidente che, dopo un altro anno caratterizzato da prolungata siccità e disastrose alluvioni, gli italiani temono per il futuro dell’agricoltura. Su questo tema occorre avviare una policy virtuosa basata sulla convergenza di intenti e di azioni tra Istituzioni, politica, attori del settore idrico e produttivo del Paese”, afferma Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #NoFakeFood contro l’agropirateria e in difesa del made in Italy. “L’introduzione di forme di incentivazione come i certificati blu – concordate anche con il mondo dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi, sull’esempio dei certificati bianchi adottati già con successo per l’efficienza energetica – investimenti nell’innovazione tecnologica, adeguamento delle grandi infrastrutture idriche e la realizzazione di nuove, a basso impatto ambientale, il riuso di acque depurate sicure, sono azioni indispensabili per una vera economia circolare dell’acqua e la gestione sostenibile delle risorse idriche in armonia con le indicazioni del WWDR2024”, conclude. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sottolinea come “in agricoltura siamo impegnati a vincere la sfida dell’efficienza nella gestione della preziosa risorsa idrica. Il riutilizzo delle acque reflue raffinate, l’uso di installazioni per la raccolta delle acque piovane, la costruzione di impianti per dissalare l’acqua di mare per uso industriale, rappresenteranno nel prossimo futuro il viatico per un modello virtuoso di economia circolare, in linea con le indicazioni europee ed esportabile in altri contesti produttivi”.
Per Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti, “l’ambiente si salva solo insieme all’agricoltura e analogamente la gestione e la tutela delle risorse idriche del nostro Paese passano per le imprese agricole. Sono esse ad essere impegnate in prima persona per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto. Ma per assicurare la tutela e la disponibilità della risorsa idrica ad agricoltori e cittadini servono anche interventi infrastrutturali di manutenzione, per questo come Coldiretti abbiamo proposto di realizzare invasi che possono produrre energia assolutamente pulita con il sistema dei pompaggi. Oggi recuperiamo appena l’11% dell’acqua piovana ma potremmo arrivare a raccoglierne il 50%. In particolare, riusciremmo a dare una doppia risposta: recuperare acqua e garantire energia. II Governo ha davanti a sè un’opportunità preziosa per il Paese. Contiamo che sappia sfruttarla”, conclude.
-foto xb1-
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Diga foranea Genova, Webuild e Acquario insieme per l’ecosistema marino

GENOVA (ITALPRESS) – Tutelare l’ecosistema marino nel cantiere subacqueo della Nuova Diga Foranea e promuovere un approccio eco-responsabile nel settore delle infrastrutture: con questo obiettivo il consorzio guidato dal Gruppo Webuild che sta realizzando l’opera ha promosso una collaborazione con l’Acquario di Genova, per la salvaguardia di organismi marini prelevati dai fondali marini dove si sta operando, attraverso il trasferimento nelle sue strutture, in vista della loro successiva ricollocazione nelle stesse acque al largo di Genova al termine dei lavori.
La collaborazione tra Webuild e l’Acquario di Genova, promossa e autorizzata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, prevede lo spostamento temporaneo di organismi marini censiti nel corso di analisi subacquee effettuate lungo tutto l’asse della nuova diga, in coordinamento con operatori scientifici e biologi marini esperti. “La conservazione dell’ecosistema circostante è un aspetto fondamentale del progetto, strategico per il sistema portuale italiano e realizzato dal consorzio guidato da Webuild, con Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra, per conto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale”, si legge in una nota.
Alcuni esemplari di gorgonie, invertebrati coloniali appartenenti alla specie Leptogorgia sarmentosa, sono già stati prelevati dal fondale dove sorgerà la nuova diga e trasferiti all’Acquario, dove sono seguiti da un team di biologi nelle loro fasi di acclimatamento e monitoraggio. Le gorgonie vivono fino a profondità di 200 metri e sebbene la loro forma possa far pensare ad una pianta, in realtà sono animali marini (invertebrati coloniali) che, come i coralli, sono costituiti da molti piccoli animali, i polipi, che cooperano tra loro come un solo organismo.
Nei fondali dove sorgerà la nuova diga, al momento, procedono in parallelo le attività tecniche, dove sono state già realizzate oltre 2.400 colonne di ghiaia sommerse e sono state posate circa 1,2 milioni di tonnellate di materiale; proseguono anche le operazioni di bonifica bellica subacquea, che si prevede di ultimare entro l’estate.
La Nuova Diga Foranea di Genova è stata progettata per migliorare l’accessibilità del porto di Genova anche alle moderne navi “Ultra Large”, consolidando la crescita e il ruolo nel contesto europeo del sistema portuale della città. L’opera è parte del Corridoio Reno-Alpi della rete di trasporto transeuropea TEN-T in cui rientra anche il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova, realizzato anche questo da Webuild.
L’accordo con l’Acquario di Genova riflette l’impegno del Gruppo Webuild nel promuovere pratiche costruttive sostenibili e collaborazioni per la conservazione ambientale in tutto il mondo, dal megaprogetto idroelettrico Snowy 2.0 in Australia, ai grandi interventi per potenziare l’alta velocità e l’alta capacità ferroviaria nel Sud dell’Italia.

– Foto ufficio stampa Webuild –

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Amplifon avvia il nuovo Piano di sostenibilità

MILANO (ITALPRESS) – Amplifon annuncia il suo nuovo Piano di Sostenibilità “Listening Ahead”. Il Piano si compone di 20 nuovi targets in quattro aree (Prodotti & Servizi, Persone, Comunità, Etica) con orizzonte al 2026, 2028 e 2030.
Fra questi, la promozione dell’accessibilità alla cura dell’udito, di esperienze sempre più innovative per i clienti, ma anche il supporto a studenti e professionisti per entrare nel settore dell’hearing care. Lo sviluppo dei talenti, in termini di competenze e crescita professionale, attraverso un ambiente di lavoro sano e inclusivo che garantisca pari opportunità per tutti. La sensibilizzazione dei più giovani alla prevenzione e al benessere uditivo, grazie a progetti di alto valore sociale e al coinvolgimento attivo dei dipendenti Amplifon nelle attività delle Fondazioni del Gruppo. Infine, un’attenzione particolare è rivolta all’integrazione dei criteri di sostenibilità nella gestione responsabile della catena di fornitura, oltre che alle nuove iniziative per la lotta al cambiamento climatico e per promuovere la circolarità.
Si tratta del secondo Piano di Sostenibilità della storia di Amplifon dopo quello annunciato nel 2021 con obiettivi fino al 2023. Dal 2016, Amplifon ha intrapreso un percorso di sostenibilità organico e incentrato sull’ascolto dei propri stakeholder: dei clienti e delle loro esigenze, di tutti i dipendenti e collaboratori, delle comunità locali e delle future generazioni, della catena del valore e dell’ambiente in cui l’azienda opera.
“La sostenibilità è parte integrante dell’attività quotidiana di un’azienda come la nostra, che serve ogni anno circa 1 milione di persone in 26 paesi del mondo cercando di aiutarle a migliorare la loro qualità della vita. Per questo il nostro nuovo Piano pluriennale, elaborato alla luce dei mega trend globali in ambito ESG e delle esigenze dei nostri stakeholder, contiene obiettivi sempre più ambiziosi e integrati con il business. Con questo Piano vogliamo fare in modo che la crescita futura della nostra azienda sia sostenuta da un impegno sempre più forte per un business responsabile e sostenibile”, afferma Enrico Vita, Ceo di Amplifon.
Il nuovo Piano di Sostenibilità è stato rivisto in considerazione delle priorità dei principali stakeholder, come ad esempio dipendenti, comunità, fornitori, investitori e agenzie di rating ESG, evidenziandone il contributo all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, nonchè ai principali Sustainable Development Goals (SDGs) maggiormente connessi al business di Amplifon.
Per garantire il pieno allineamento dell’intera Organizzazione alla strategia di sostenibilità, gli obiettivi del Piano sono riflessi nella Politica di Remunerazione della Società essendo correlati alla remunerazione variabile di breve e lungo periodo del Top Management. Infine, in ottica di progressiva integrazione tra la strategia finanziaria e la strategia di sostenibilità, gli stessi obiettivi sono anche correlati a tre linee di credito ESG-linked.
In dettaglio. Prodotti e servizi (Product & Service Stewardship): Offrire gratuitamente test dell’udito completi, generando un risparmio totale di oltre 600 milioni per clienti attuali e futuri nel periodo 2024-2026; implementare il Nuovo Protocollo di negozio in almeno un terzo dei Paesi in cui Amplifon è presente entro il 2026; investire nei futuri audiologi e audioprotesisti offrendo adult professional programs e licencing ad almeno 800
persone nel mondo nel periodo 2024-2026; definire e lanciare un nuovo packaging riutilizzabile per i prodotti a marchio Amplifon con materiali rinnovati, entro il 2025.
Persone (People Empowerment). Assicurare, fino al 2026, almeno 3 giornate medie di formazione annue pro capite per il personale back office (di cui almeno 2 ore medie di formazione su tematiche di sostenibilità) e per la field force; garantire che, ogni anno fino al 2026, almeno il 40% dei dipendenti back office sia valutato come talent & high performer e che, entro il 2026, almeno il 30% dei dipendenti di field sia valutato come talent & high performer nei Paesi dove la nuova modalità di valutazione della field force è stata implementata; ottenere la certificazione Global Top Employer entro il 2026; mantenere un livello sempre superiore al 50% di rappresentanza di genere femminile nella popolazione back office globale ogni anno fino al 2028, e aumentare quello della global leadership population ad almeno il 35% entro il 2028; avviare un nuovo Action Plan DEIB (Diversity, Equity, Inclusion, Belonging) globale, che includa
workshop bias-free per il DEIB Committee & core-team, e per tutti i leader globali, entro il 2024.
Comunità (Community Impact). Estendere il programma “Listen Responsibly” per coinvolgere un totale di almeno 10 milioni di persone under 35 a livello globale entro il 2028, attraverso campagne di comunicazione digitale ed eventi; raggiungere almeno 50.000 misurazioni del rumore totali attraverso il noise tracker dell’App “Listen Responsibly” entro il 2026; raggiungere almeno 5.000 partecipazioni dei dipendenti in iniziative di volontariato delle Fondazioni del Gruppo e di Social Ambassadorship nel periodo 2024-2026; contribuire allo sviluppo delle attività della Fondazione Amplifon, tramite un contributo dell’azienda di almeno
€5 milioni nel periodo 2024-2026, anche per favorire l’espansione delle attività al di fuori dell’Italia.
Etica (Ethical Behavior). Ottenere l’accettazione del Codice di Condotta dei Fornitori e valutare le pratiche ESG del 100% dei
principali fornitori diretti e di almeno il 50% di quelli indiretti, entro il 2026; raggiungere il 100% di energia elettrica rinnovabile certificata utilizzata per gli uffici e i negozi diretti entro il 2030; raggiungere oltre il 60% di vetture ibride o elettriche all’interno della flotta aziendale entro il 2030; definire e presentare target di breve termine per la decarbonizzazione allineati a Science-Based Target
Initiative (SBTi) entro il 2025; aumentare l’accesso e l’utilizzo degli apparecchi acustici ricaricabili evitando l’utilizzo di oltre 320 milioni di batterie all’anno entro il 2028; installare in almeno il 50% dei negozi diretti contenitori per la raccolta delle batterie esauste per un nuovo processo centralizzato di raccolta e riciclo entro il 2026.

– foto ufficio stampa Amplifon –
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Acqua, Pichetto “Dobbiamo costruire nuove dighe e fare aree di raccolta”

ROMA (ITALPRESS) – In occasione della 32a Giornata Mondiale dell’Acqua, Earth Day Italia ha organizzato un digital talk dal titolo “Water for Peace”, per fare il punto sull’importanza dell’acqua e sulla gestione sostenibile delle scarse risorse, con il fine di affrontare la crisi idrica globale. Le Nazioni Unite, che quest’anno saranno fortemente presenti anche a Torino in preparazione del G7 Ambiente, Clima ed Energia guidato dal Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, hanno dedicato questa 32a edizione al tema della Pace.
“Noi siamo un Paese del Mediterraneo, il punto di raccordo del continente europeo con quello africano – ha detto il ministro intervenendo al digital talk -. Questo governo ha introdotto il Piano Mattei, che comprende azioni per far crescere e unire le nostre realtà con quelle africane. Bisogna accompagnare il continente africano sul fronte della produzione e dell’uso razionale dell’acqua. Guardando al nostro G7, il tema acqua ci porta alla necessità di intervenire contro l’inquinamento marino e per l’uso razionale della risorsa, grazie a nuove tecnologie come quelle dei dissalatori che permettono di avere acqua potabile, usando quella di mare come accade in Israele”. Secondo Pichetto Fratin “c’è bisogno di razionalizzare il sistema idrico, visto che oggi esistono 2.391 gestori, ma anche quello irriguo, con tecniche che utilizzino meno risorsa possibile e prevedendo il riutilizzo delle acque reflue, delle quali in Italia utilizziamo meno del 5 per cento”. Sul tema dell’uso razionale della risorsa, il ministro ha ricordato che “si consumano pro-capite 230 litri al giorno di acqua, a fronte di una media europea di 160. Dobbiamo costruire nuove dighe e fare aree di raccolta, per raccogliere acqua quando piove e rilasciarla nei momenti di siccità, evitando danni durante le alluvioni”.
Tra le priorità l’impegno di Earth Day per il G7 di Torino verso le nuove generazioni con gli Stati Generali dell’Ambiente per Giovani che coinvolgeranno ragazzi e ragazze provenienti da diversi Paesi in tavoli di lavoro su clima, energia, acqua ed economia circolare. Le istanze e le proposte dei giovani saranno portati all’attenzione dei 7 Ministri dei Paesi più industrializzati del mondo. Significativa, in questo senso, la partecipazione al talk odierno di una delegazione di ragazzi del Liceo Augusto di Roma che saranno coinvolti negli Stati Generali in occasione dell’Earth Day.
Secondo Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia e moderatore dell’evento, “il G7 Ambiente, Clima ed Energia di Torino rappresenta un’importante occasione per la comunità internazionale per riflettere sul pericoloso percorso che l’umanità ha intrapreso negli ultimi decenni. Stiamo osservando un’adesione senza opposizione a modelli di sviluppo che sacrificano la qualità della vita sull’altare del mero profitto. Le conseguenze di questa tendenza sono evidenti a tutti: crisi climatica, finanziaria, sanitaria e geopolitica. E’ essenziale ritrovare un senso di equilibrio e collaborare per garantire alle attuali e future generazioni la possibilità di una vita soddisfacente. La chiave per raggiungere una pace stabile e duratura risiede in uno sviluppo autenticamente sostenibile, che ponga l’essere umano al centro delle relazioni con i suoi simili e con l’ambiente naturale di cui fa parte”.
“Tra poche settimane Torino e il Piemonte ospiteranno il G7 dell’ambiente, un appuntamento che conferma la centralità del nostro territorio anche come un luogo di grandi eventi, come già era accaduto ad esempio per il Festival delle Regioni – ha sottolineato Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte -. In vista di questo appuntamento la Regione, la Città e Envipark, con Earth day, organizzano una giornata di ascolto e di lavoro al centro della quale ci sono i giovani. Parlare di ambiente oggi non può prescindere dal confronto con le giovani generazioni e con le loro sensibilità costruttive per riuscire tutti insieme ad affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e costruire un futuro più sostenibile e più giusto”.
Intervenuto con un video messaggio Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino e della Città Metropolitana: “Oggi il tema dell’acqua è una questione di rilevanza globale e di giustizia climatica e sociale – ha sottolineato -. Accendere i riflettori su questo costringe tutti i decisori pubblici a prendere coscienza di quanto e come aiutare a una corretta gestione delle risorse idriche e a un’accessibilità dell’acqua di buona qualità per tutti i popoli. Tra un mese, il 22 aprile, celebreremo l’Earth Day, un altro momento simbolo che porterà all’intera comunità accademica e scientifica e tutti i cittadini l’attenzione sui temi dell’ambiente, un pianeta in sofferenza, dentro il quale sta cambiando il clima, e di cui dobbiamo farci carico attraverso politiche pubbliche, ma anche attraverso il nostro comportamento privato. E’ proprio da questo cambiamento culturale che passa infatti la possibilità che abbiamo di dare il nostro contributo a fronteggiare questa tragedia, che sta producendo in molte parti del mondo delle vere e proprie catastrofi umanitarie. La tutela del nostro pianeta è un gioco di squadra, che vede coinvolti tutti i livelli e deve diventare un punto prioritario nell’agenda globale”.
Come rilevato da Giacomo Portas, Presidente dell’Environment Park, “oggi nel periodo dell’abbondanza non riusciamo più a scorgere l’importanza dell’acqua. L’appuntamento del G7 a Torino riveste un ruolo centrale per mandare un forte messaggio sull’importanza di realizzare progetti concreti sulla sostenibilità ambientale. Portare in una città migliaia di giovani che possono dare un contributo essenziale ai grandi della Terra su come sarà il futuro dal 2030 in avanti è un’iniziativa importante e ambiziosa. Nella giornata dell’acqua che celebriamo oggi è essenziale ribadire che occorre consumare meglio e consumare meno per salvaguardare un bene preziosissimo”.
Tra gli altri, hanno preso parte all’evento: Francesca Bernardini, Capo della Cooperazione Transfrontaliera presso la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa (UNECE); Francesco Corvaro, Inviato Speciale per il Cambiamento Climatico; Chiara Foglietta, Assessora transizione ecologica e digitale e mobilità del comune di Torino; Elena Eva Maria Grandi, Assessore all’Ambiente e Verde del Comune di Milano; Paola Aloi, Comitato direttivo per l’organizzazione delle celebrazioni italiane dell’Earth Day.
Ha partecipato Moby Dick, street artist di fama internazionale fortemente impegnato nella difesa del mondo animale, che ha realizzato un’opera live per sottolineare l’importanza dell’acqua nella prospettiva One Health: una sola salute per l’uomo, gli animali, il pianeta.

– foto ufficio stampa ItalCommunications –
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