Home Ambiente Pagina 151

Ambiente

E’ Chioggia il vincitore 2021 di “Un sacco in Comune, a tutta plastica!”

ROMA (ITALPRESS) – E’ il Comune di Chioggia il vincitore 2021 di “Un sacco in Comune, a tutta plastica!”, la competizione promossa da Corepla e patrocinata dal ministero della Transizione ecologica che dal 28 giugno al 25 luglio ha coinvolto i Comuni di Chioggia, Fiumicino, Crotone, Termini Imerese, Marsala e Licata per migliorare la qualità della raccolta degli imballaggi in plastica. Il Comune, che vantava già di un trend molto positivo, ha fatto registrare nelle 4 settimane dedicate alla campagna, un miglioramento di oltre il 3% di raccolta degli imballaggi in plastica raggiungendo così la vetta più alta del podio.
“Un esempio importante, quello di Chioggia, che dimostra come si possa sempre fare di più e meglio – ha dichiarato il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo -. I complimenti vanno ai cittadini e agli operatori addetti alla raccolta, all’Amministrazione Comunale e ai gestori del servizio, per l’ottimo ed efficace lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere un miglioramento qualitativo della plastica raccolta, dimostrando un notevole livello di sensibilità rispetto alle tematiche ambientali. E’ fondamentale – ha concluso Quagliuolo – che i cittadini tengano sempre presente che comportamenti virtuosi e una costante attenzione nel fare la raccolta differenziata massimizzano il riciclo e contribuiscono a dare una seconda vita agli imballaggi in plastica”.
E così, grazie all’impegno dei cittadini, Chioggia si è aggiudicata un arredo in plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata.
L’iniziativa affianca la campagna “Riportiamoli a bordo” per la sensibilizzazione contro la dispersione dei rifiuti nell’ambiente promossa sempre dal ministero della Transizione Ecologica, in collaborazione con Corepla e Castalia. Il progetto, avviato a dicembre 2019, prevede la raccolta dei rifiuti galleggianti lungo gli 800 km di coste italiane attraverso la flotta antinquinamento del Ministero.
(ITALPRESS).

Emilia Romagna, 14,5 mln per la qualità dell’aria e contro lo smog

BOLOGNA (ITALPRESS) – Più percorsi ciclabili e iniziative per la mobilità sostenibile. Ma anche mezzi di servizio della Pubblica amministrazione meno inquinanti. La Giunta regionale ha dato il via libera a due provvedimenti che stanziano oltre 14,5 milioni di euro per la tutela della qualità dell’aria e la sfida verde della mobilità. Il primo, con un budget di 10 milioni e 22 mila euro, si rivolge ai 194 comuni emiliano-romagnoli sotto i 50 mila abitanti interessati dalla procedura per il superamento delle polveri sottili (PM10) nelle zone di pianura e nel bolognese. A disposizione, ci sono contributi per interventi di mobilità urbana come piste ciclabili, percorsi sicuri casa-lavoro e casa-scuola, istituzione di zone a traffico limitato o a velocità 30, velostazioni e depositi bici. Il secondo stanzia per i Comuni della pianura e del bolognese, a partire dai più piccoli, 4,5 milioni di euro per la sostituzione dei veicoli obsoleti a loro disposizione con nuovi mezzi a basso impatto ambientale.
Il sostegno alla mobilità ciclabile rientra nell’ambito del progetto “Bike to Work 2021”, che nell’edizione 2020 ha premiato con 3,3 milioni di euro i 30 Comuni firmatari del Piano aria integrato regionale con finanziamenti fino al 70% per realizzare corsie riservate al trasporto pubblico locale e piste ciclabili, oltre ad altre misure per rendere agevole muoversi sulle due ruote in città, rimborsi per l’acquisto di bici e altri veicoli elettrici, e infine incentivi ai lavoratori che scelgono la bici per andare in azienda.
“Continua l’impegno a favore di un’aria più pulita nelle nostre città e mettiamo in campo risorse capaci di attivare nuovi investimenti e incentivi per promuovere la mobilità sostenibile nei centri urbani, per la prima volta dando una priorità ai comuni di minori dimensioni per la sostituzione dei mezzi più inquinanti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo-. Nei mesi scorsi abbiamo lavorato fianco a fianco con gli Enti locali per affinare le misure: l’obiettivo condiviso è favorire il più possibile la mobilità lenta, con mezzi a basso impatto ambientale ed ecologici: è fondamentale riuscirci per tutelare la salute dei cittadini e per dare gambe alla svolta green che è al centro degli obiettivi del mandato”.
“La nostra mobilità cambia pelle per qualità e sostenibilità- afferma l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini – e ha una netta connotazione ambientale: che va dal ricambio dei mezzi pubblici perchè siano meno inquinanti e più confortevoli, agli interventi di mobilità sostenibile nelle città, alle piste ciclabili per accompagnare in modo forte il cambiamento sostenendo cittadini e imprese. Questi provvedimenti vanno anche nella direzione di una maggiore sicurezza per la circolazione ciclistica, per incentivare i trasferimenti casa-lavoro-scuola, e favorire il cicloturismo verso le città d’arte e le aree naturalistico-paesaggistiche della nostra regione”.
Le iniziative che la Regione mette in cantiere nei territori di pianura hanno anche l’obiettivo di ottemperare alle prescrizioni europee a seguito dell’infrazione italiana, sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea nel novembre 2020, circa la qualità dell’aria nel nostro Paese, in particolare nel bacino padano. Proprio su questo punto la Regione Emilia-Romagna, insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto, ha presentato al Governo, nell’ambito del piano di ricostruzione nazionale attraverso i fondi europei del Next Generation Eu, una serie di progetti strutturali per complessivi 2 miliardi di euro.
Interventi necessari perchè, nonostante il rallentamento delle attività e della mobilità dovuto alle misure sugli spostamenti legate all’emergenza Covid, le condizioni meteorologiche dei mesi scorsi sono state sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti e hanno fatto registrare sforamenti delle soglie previste dalle norme europee.
(ITALPRESS).

Tartarughe marine, record di nidificazioni per la Caretta caretta

ROMA (ITALPRESS) – Mai così tante nidificazioni registrate ai primi di agosto, mai così tanto a nord nel Mar Mediterraneo: da Lampedusa fino a Venezia, le tartarughe marine continuano a “conquistare” sempre più litorali e attenzione. Sono 179, dall’inizio dell’estate al primo agosto, i nidi di Caretta caretta censiti da un capo all’altro della Penisola dai vigilanti attivi sulle spiagge italiane – in prima linea, tra loro, i “Tartawatchers” di Legambiente.
Il primato regionale, secondo i dati aggiornati settimanalmente sul portale Tartapedia.it, spetta alla Calabria con 61 nidi, seguita da Campania e Sicilia (43), Puglia (11), Lazio (8), Sardegna (5) e Toscana (3), Basilicata (2) e Veneto (1). Un numero di ovodeposizioni oltre le aspettative, se si pensa che nel 2020, a fine stagione, se ne contavano complessivamente 250. Il Cilento, in particolare, si conferma una delle aree preferite da mamma tartaruga: il litorale a sud della provincia di Salerno è diventato infatti la nursery prediletta dalla Caretta caretta, tra le tartarughe più comuni nel Mediterraneo inserita nella Lista Rossa delle specie minacciate della Iucn (l’Unione internazionale per la conservazione della natura), con 27 nidi censiti da Castellabate a Centola-Palinuro, e il numero maggiore (8 nidi) registrato ad Ascea.
In Sardegna le tartarughe hanno scelto le 5 spiagge di: Sa Colonia a Chia (Domus De Maria), Nora a Pula, CEA a Tortolì, Arborea e Portoscuso. Legambiente è impegnata nella sorveglianza dei nidi di Chia e Arborea, e in attività di educazione ambientale ai bagnanti.
“Gli stabilimenti balneari si stanno rivelando luogo strategico per sensibilizzare turisti e bagnanti, ma anche sentinelle preziose per la tutela delle tartarughe, segnalando in prima persona la presenza dei nidi e rendendosi protagonisti di azioni di pronto intervento insieme ai nostri volontari, in un’estate singolare per numero ed estensione delle nidificazioni finora censite – sottolinea Stefano Di Marco, coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente – Basti ricordare quella avvenuta a Jesolo qualche settimana fa, la più a Nord mai registrata nel Mediterraneo, in una località che ospita milioni di visitatori ogni anno: segnale, certamente, di quanto l’aumento delle temperature legato ai cambiamenti climatici influenzi l’ampliamento dell’areale di nidificazione della Caretta caretta e, d’altra parte, di quanto sia fondamentale intensificare l’azione di tracciamento dei nidi che, grazie all’ampia rete attivata sui territori da Legambiente, da Nord a Sud vede mobilitarsi sempre più persone per la salvaguardia di questa specie in pericolo”.
(ITALPRESS).

La Sicilia ha il suo Piano regionale per l’amianto

PALERMO (ITALPRESS) – “Finalmente anche la Sicilia, dopo quasi trent’anni, ha il suo Piano regionale per l’amianto. Un importante strumento di pianificazione, che adesso è pienamente operativo. Costituisce un’efficace risposta ai Comuni siciliani, in affanno per l’enorme quantità di materiale pericoloso presente sui propri territori. Ora spetterà proprio agli enti locali realizzare o implementare i propri Piani comunali per arrivare prima possibile al censimento, alla mappatura completa e, quindi, alla successiva bonifica delle aree interessate”. Lo afferma il presidente della Regione Nello Musumeci, commentando la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, a fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”.
Il Piano, fortemente voluto dal governo regionale, consentirà di intensificare la lotta contro lo smaltimento irregolare e bonificare moltissime aree della Sicilia. Ogni ente locale potrà avvalersi del lavoro svolto dalla Regione che mapperà, anche tramite foto satellitari, la presenza di potenziali manufatti in amianto anche per evitarne la rimozione in maniera arbitraria: un rischio per la salute e per le salatissime multe.
Tra gli aspetti principali del documento regionale anche le informazioni epidemiologiche aggiornate, le ipotesi sul fabbisogno e le tipologie tecnologiche degli impianti, i criteri di localizzazione e la definizione degli scenari nel breve, medio e lungo periodo.
“In questo modo – conclude Musumeci – mettiamo ordine nella complessa opera di rimozione totale dell’amianto presente in tutti i manufatti pubblici e privati dell’Isola. Prossimo passo: creare l’impiantistica per lo smaltimento”.
(ITALPRESS).

Incendi, Cingolani “Oltre il 70% colpa delle azioni dell’uomo”

ROMA (ITALPRESS) – “Gli incendi che stanno devastando larghe aree verdi del Paese sono dovuti, senza alcun tipo di ambiguità, all’azione congiunta dell’effetto del cambiamento climatico e da azioni che dipendono dall’essere umano”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, riferendo nell’aula della Camera, sullo sviluppo di gravi incendi in diverse aree del Paese. “Quello che è molto preoccupante è che il cambiamento climatico incide con una percentuale bassa su questi incendi: causa una diminuzione dell’umidità media del terreno, a questo si sommano correnti, venti ad alta temperatura piuttosto secchi. Poi – ha aggiunto – c’è l’effetto delle azioni dell’uomo, a partire dalla mancanza di cura del territorio. Si deve fare manutenzione. Poi ci sono numeri preoccupanti: il 57,4% di incendi è doloso, poi abbiamo un 13,7% non intenzionale, colposo, quindi oltre il 70% è responsabilità delle nostre azioni, solo meno del 2% è di originale naturale”.
Il ministro ha ricordato che “siamo più vulnerabili di quanto non fossimo in passato, poi c’è un problema di manutenzione dei
territori e di civiltà. L’elemento più direttamente umano è un
elemento difficilissimo da controllare, la prevenzione, il
controllo, è fondamentale, come fondamentale è la manutenzione
dei territori”.
(ITALPRESS).

Rifiuti, Besseghini (ARERA): “Penalizzazioni economiche per discariche”

ROMA (ITALPRESS) – Nelle relazioni annuali a Governo e Parlamento, il presidente dell’ARERA, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, Stefano Besseghini, ha sottolineato più volte che in un Paese così diversificato, con regioni che attraverso i rifiuti producono ricchezza e altre che continuano a riempire le discariche, non esiste una soluzione unica.
Con il secondo Metodo Tariffario Rifiuti, che sarà applicato fino al 2025, continua l’approccio “asimmetrico” premiando l’impegno degli enti e dei gestori che realizza impianti moderni e penalizzando le scelte come l’incenerimento e la discarica.

Presidente Besseghini, questo significa che i cittadini nelle zone con le discariche pagheranno di più?
– Il sistema attraverso il quale si determina la TARI finalmente ha dentro molti parametri che consentono di premiare gli enti territorialmente competenti e i gestori di impianti in grado di fornire servizi migliori ai cittadini e ridurre l’impatto ambientale. Le discariche e i vecchi impianti di incenerimento verranno penalizzati economicamente ed è possibile che questo provochi anche aumenti nelle bollette. Il modo di evitarlo è razionale e sostenibile: programmare la realizzazione di impianti di trattamento, recupero e riuso dei rifiuti. Se i cittadini nell’ultimo decennio sono stati bravi a imparare a fare la raccolta differenziata è giusto che ora gli enti e gli operatori realizzino impianti per trattare i rifiuti, eliminando le discariche, come l’Europa chiede da tempo.

Il problema degli impianti è sempre nella localizzazione, nella scelta delle aree.
– E’ un tema che riguarda tutto il mondo. Ma avere vicino una discarica che non fa respirare e inquina la falda acquifera non è come avere un impianto moderno, con emissioni ridotte e costantemente controllato. Sostituire le discariche con impianti moderni sarebbe una buona partenza, il Metodo Tariffario, peraltro, tiene conto della prossimità permettendo di ridurre la TARI agli utenti in base alla distanza dall’impianto.

La Sicilia ha un problema storico con i rifiuti.
– Non è la Sicilia, è l’Italia ad avere un problema storico con i rifiuti. I problemi li ha Roma, come li hanno avuti Milano, Napoli e altre città. Nel Mezzogiorno la dotazione di impianti è decisamente minore e prevalgono le discariche, ma c’è anche una minor presenza di operatori integrati, di aziende che gestiscano più fasi del ciclo: spazzamento, raccolta, trasporto, conferimento e trattamento. Anche per questo nel MTR si incentivano le forme di aggregazione o di completamento della filiera. Credo che questo sia il momento migliore per cambiare radicalmente approccio: ci sono le risorse del PNRR, ci sono precise regole nazionali e internazionali che spingono alla riduzione e riuso, ci sono gli incentivi del Metodo Tariffario e una cultura ambientale, nei cittadini, sicuramente superiore rispetto al passato. Qualsiasi amministratore dovrebbe tenerne conto.

Cosa succederà a chi non si adegua?
– Non è una scelta. Il Metodo Tariffario per determinare la TARI lo definisce ARERA perchè questo dice la legge. Gli Enti territorialmente competenti e i gestori possono decidere “come” ma non “se” applicarlo. L’Autorità mette a disposizione sia gli strumenti per aiutare chiunque nell’applicazione, che canali di ascolto per raccogliere segnalazioni. E’ chiaro che laddove giungano segnalazioni di inerzia, l’Autorità provvederà con i meccanismi sanzionatori previsti dalla legge.
(ITALPRESS).

Conai riduce altri quattro contributi ambientali

MILANO (ITALPRESS) – Il Cda di Conai ha deliberato una diminuzione del contributo ambientale (CAC) per quattro materiali di imballaggio: acciaio, alluminio, plastica e vetro. Quattro nuove variazioni, legate a valutazioni sullo scenario attuale della filiera del recupero e del riciclo degli imballaggi, in vigore a partire dal 1° gennaio 2022. Il contesto favorevole, con listini dei materiali a riciclo in forte ascesa, si traduce così in una riduzione dei contributi ambientali. Le riduzioni fin qui approvate, carta compresa, porteranno per le aziende risparmi da CAC stimabili in circa 163 milioni. Il valore del CAC per l’acciaio scenderà da 18 euro/tonnellata a 12 euro/tonnellata. Nel 2022, il risparmio previsto per gli utilizzatori di questo tipo di imballaggi dovrebbe risultare pari a quasi 3 milioni, su 500.000 tonnellate di immesso al consumo. Il valore del CAC per l’alluminio si ridurrà da 15 euro/tonnellata a 10 euro/tonnellata. Nel 2022, il risparmio previsto per gli utilizzatori di questo tipo di pack dovrebbe risultare pari a oltre 350.000 euro, su oltre 70.000 tonnellate di immesso al consumo. Il valore del CAC per il vetro scenderà da 37 euro/tonnellata a 33 euro/tonnellata. Nel 2022, il risparmio previsto per gli utilizzatori di questo tipo di pack dovrebbe risultare pari a oltre 11,5 milioni, su circa 2 milioni e 900.000 tonnellate di immesso al consumo. L’evoluzione 2022 del CAC diversificato per gli imballaggi in plastica prende le mosse dall’aggiunta di una nuova fascia contributiva. Dal 1° gennaio 2022 i pack in polimeri plastici saranno infatti divisi in cinque fasce. La fascia A si sdoppierà, dividendosi in A1 e A2. Nella prima voce rimarranno tutti gli imballaggi ricompresi in precedenza nella fascia A, al netto dei pack flessibili in polietilene che passeranno in fascia A2. In questa fascia saranno inoltre tollerati gli imballaggi flessibili in polietilene espanso con spessori uguali o inferiori ai 2 millimetri (attualmente in fascia B2). Per i pack in fascia A1, il CAC scenderà dagli attuali 150 euro/tonnellata a 134 euro/tonnellata. Il CAC per gli imballaggi di fascia A2, nonostante il deficit di catena in crescita, rimarrà, ma solo in questa prima fase di prima applicazione, invariato rispetto a quello dell’attuale fascia A: 150 euro/tonnellata. La fascia B1 rimarrà dedicata agli imballaggi in prevalenza da circuito domestico con una filiera industriale di selezione e riciclo efficace e consolidata. L’introduzione, in prima applicazione, del criterio economico porterà alla riduzione del CAC per i pack di questa fascia da 208 euro/tonnellata a 192 euro/tonnellata. La fascia B2 raggrupperà tutti gli altri imballaggi selezionabili/riciclabili da circuito domestico e/o commercio&industria. Anche la fascia B2 vedrà il CAC ridursi: dagli attuali 560 euro/tonnellata si scenderà a 533 euro/tonnellata. Rimarranno in fascia C quei pack con attività sperimentali di selezione o riciclo in corso, e quelli non selezionabili/riciclabili allo stato delle tecnologie attuali.
Nonostante si tratti della fascia di imballaggi in plastica con maggiore impatto ambientale ed economico, anche questa fascia sarà interessata da una riduzione del contributo ambientale da 660 euro/tonnellata a 644 euro/tonnellata, grazie all’introduzione in prima applicazione del deficit di catena e quale effetto dell’ottimizzazione dei costi messa in atto dal consorzio Corepla. Nel 2022, il risparmio previsto per gli utilizzatori di imballaggi in plastica dovrebbe risultare pari a quasi 13 milioni, su oltre 1 milione e 850.000 tonnellate di immesso al consumo. Per il presidente Conai, Luca Ruini, “siamo riusciti a ridurre il contributo ambientale grazie a un contesto economico che, per la forte richiesta di materiale da riciclo, si mantiene favorevole. Il sistema Conai si caratterizza proprio come modello capace di modulare interventi e costi in base alla capacità del mercato di far fronte alle esigenze ambientali. Le quattro nuove riduzioni del contributo ambientale, deliberate quest’anno, si aggiungono a quella per gli imballaggi in carta e cartone: prevediamo per le aziende un risparmio totale di oltre 160 milioni nel 2022”.
(ITALPRESS).

Carabinieri reclutano gli studenti per la tutela dell’ambiente

ROMA (ITALPRESS) – Presso la Riserva Naturale Statale di “Montedimezzo”, a Vastogirardi (Isernia), sede del locale Reparto Carabinieri Biodiversità, il Comandante Generale del’Arma, Teo Luzi, ha conferito il titolo di Sentinelle della biodiversità a centocinquanta studenti delle scuole di ogni ordine e grado del Molise. L’evento si inserisce nell’ambito delle attività dell’Accordo tra Ministero dell’Istruzione e Arma per il Piano Scuola Estate che, dopo il brusco arresto per via della pandemia, vuole restituire ai più giovani spazi di socialità imprescindibili ripensando la scuola nei luoghi e nei tempi.La mission sarà affidata alle studentesse e agli studenti presenti all’incontro dal Comandante Generale dei Carabinieri come segno per il forte impegno della Polizia ambientale più grande d’Europa verso la custodia dell’ambiente. La condivisione con il Ministero dell’Istruzione è quella di un obiettivo comune strategico per lo sviluppo del Paese proprio attraverso la tutela del territorio a partire dal coinvolgimento dei giovani. Significativa è la scelta del sito collocato in una delle regioni più verdi d’Italia, il Molise, e in una delle Riserve nazionali tra le prime ad essere riconosciute dall’Unesco.
Con un collegamento in videoconferenza, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, parteciperà all’iniziativa per condividere il valore dell’alleanza tra le due Istituzioni rappresentante, allo scopo di dare priorità alle finalità verso le quali il Dicastero da lui guidato si sta fortemente orientando. L’iniziativa, seguendo un pò quella che fu per prima una felice intuizione montessoriana, si svolge nella splendida cornice naturalistica della Riserva della Biosfera “Montedimezzo” di Vastogirardi e coinvolge una rappresentanza di scuole della regione Molise al fine di favorire il recupero della socialità dei più giovani, nello spazio privilegiato dato dalla natura aperta e, allo stesso tempo, attraverso proprio gli stessi valori dell’educazione alla tutela ambientale e della biodiversità, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e con il documento conclusivo del G20 Istruzione di Catania.
Le scuole coinvolte (per un totale di 150 alunni) sono l’Istituto di Istruzione Superiore “Pertini- Montini – Cuoco” di Campobasso, l’Istituto Comprensivo “J. Dewey” di San Martino in Pensilis (Campobasso), l’Istituto Comprensivo “S. G. Bosco” di Isernia e l’Istituto Comprensivo “Molise Altissimo” di Carovilli (Isernia). All’iniziativa è prevista anche la partecipazione e il coinvolgimento degli studenti della Consulta Provinciale di Isernia. Le scuole partecipanti illustreranno una serie di attività didattiche sul tema della sostenibilità ambientale sotto forma di esercitazioni, esibizioni e hackathon (all’hackathon partecipa una rappresentanza di scuole nazionali sia in presenza che via web). Queste le iniziative didattiche programmate: “Un albero per il futuro”. L’attività formativa coinvolge gli alunni dell’I.C. “J. Dewey” di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone e consiste nella messa a dimora di una pianta con l’illustrazione della scheda scientifica. “Riavviciniamoci…con arte”. L’attività formativa dell’Istituto Comprensivo “S. G. Bosco” di Isernia consiste in un laboratorio creativo sui temi ambientali. Il progetto fa riferimento all’Agenda 2030 e vuole sensibilizzare gli alunni sul tema della salvaguardia ambientale e sull’educazione allo sviluppo sostenibile grazie ad un uso consapevole e durevole delle risorse.
“Care animals”. L’attività formativa dell’Istituto Comprensivo “Molise Altissimo” di Carovilli coinvolge gli alunni trasformandoli in piccoli tutori della fauna selvatica da risanare insegnando ai piccoli come comportarsi anche nei casi di ritrovamento di piccoli animali feriti sempre più frequentemente anche in contesti cittadini. In questo ambito i Carabinieri Forestali libereranno in natura anche degli esemplari di fauna selvatica recuperata. “Bio Summer School Hack Molise” L’attività formativa organizzata dall’Istituto di Istruzione Superiore “Pertini – Montini – Cuoco” di Campobasso consiste in un hackathon in presenza e a distanza (via web) che coinvolge studenti di scuole nazionali del secondo ciclo sui temi del turismo sostenibile e della tutela della biodiversità.
Durante la manifestazione, il Comandante Generale dei Carabinieri Teo Luzi conferirà alle studentesse e agli studenti il riconoscimento di “Sentinelle della biodiversità” quale momento conclusivo di un percorso e, allo stesso tempo, come gesto simbolico di affidamento di un bene tanto prezioso nelle mani migliori. Tutte le Autorità, le scuole e i partecipanti, saranno accolti dalle note dell’Inno d’Italia eseguito, dal vivo, dall’Orchestra dell’Istituto “Molise Altissimo” di Carovilli.
(ITALPRESS).