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Rifiuti, Conai premia scuole vincitrici concorso “riciclo di classe”

MILANO (ITALPRESS) – Sono otto le scuole primarie premiate all’edizione 2020/2021 di Riciclo di classe, il progetto ludico-educativo che da cinque anni Conai mette in campo per i ragazzi delle scuole primarie di tutta Italia: sei “medaglie” e due menzioni speciali. Quasi mille elaborati sono stati presentati da 259 classi di 116 scuole. Anche quest’anno la difficile situazione vissuta dalle scuole italiane, riflesso del prolungarsi dell’emergenza sanitaria, non ha frenato la creatività degli studenti: pur fra le difficoltà legate al parziale isolamento vissuto dai giovanissimi, i lavori sono arrivati numerosi e da tutte le Regioni dello Stivale. Il concorso, per l’anno scolastico 2020/21, ha preso nuovamente le mosse dalla visione dello spettacolo teatrale Dipende da noi: pièce di un atto andata in scena a Milano, al Teatro Munari, qualche mese prima dell’inizio della pandemia. Fantasy nostalgico e ambientalista in cui due teen-ager scoprono l’importanza di tutelare il pianeta attraverso il riciclo quando – nella vecchia casa dei nonni – “incontrano” i sei materiali di imballaggio (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro). Perchè il futuro del nostro pianeta dipende da tutti, anche da noi.
Dopo la visione della registrazione, via libera alla fantasia per raccontare quali comportamenti i ragazzi hanno deciso di adottare per fare la propria parte. Le risposte? Sono state le più diverse: da storie originali su raccolta differenziata e riciclo a nuovi adattamenti della sceneggiatura dello spettacolo, fino a progetti di scenografia, regia e allestimento di una nuova performance. Passando attraverso nuovi video girati per raccontare inediti punti di vista sul tema. “Pur nel corso di un anno scolastico così difficile, agli studenti non è mancata la voglia di esprimersi”, commenta il presidente Conai Luca Ruini. “La loro inventiva e la loro vena creativa sono state un contraltare sorprendentemente vitale al momento complicato che stiamo vivendo – spiega Ruini – Formare i cittadini di domani è fondamentale: per questo continuiamo a lavorare con i giovanissimi. Le regole per una corretta gestione dei rifiuti domestici spesso entrano in famiglia grazie a loro. Anche quest’anno abbiamo deciso raggiungerli attraverso l’espressione artistica del teatro: uno strumento di forza ed efficacia sempre dirompenti. Ci auguriamo che il teatro, come tutte le altre forme in cui la cultura si esprime, torni in tempi rapidi ad essere parte delle nostre vite”. I premiati. Una giuria – composta da esperti in ambiente e in comunicazione di Conai e di Buone Notizie (allegato del Corriere della Sera), da una docente di scuola primaria e dallo sceneggiatore di Dipende da noi – ha valutato tutti i progetti presentati in base a pertinenza al tema, creatività e originalità ed efficacia dell’interpretazione. I primi premi quest’anno sono stati tre. Per le prime due classi della scuola primaria, la vincitrice è stata la scuola Edmondo De Amicis di Avola (Siracusa): un grande lavoro sinergico da parte di tutti gli studenti, che hanno avviato un percorso approfondito sulle tematiche del riutilizzo dei materiali e della salvaguardia della Terra, realizzando oggetti e quadri ispirati a opere di grandi artisti e preparando addirittura una coreografia sul riciclo. Per le classi terza, quarta e quinta della scuola primaria, vincono invece due scuole ex-aequo. La scuola Di Settimo San Pietro, a Settimo San Pietro (Cagliari): i ragazzi della 5a B hanno messo a punto una lunga recita per sensibilizzare gli spettatori all’importanza della raccolta differenziata e della gestione del fine vita degli imballaggi.
E la scuola Di Bianzone, a Bianzone (Sondrio), le cui classi si sono focalizzate ognuna su un materiale di imballaggio diverso, decorando le sei vetrate del salone della scuola. Hanno inoltre realizzato sei pannelli informativi in legno con filastrocche e oggetti decorativi, che ricordano come mettere in atto comportamenti virtuosi. Sul secondo gradino del podio due scuole. Per le prime due classi della primaria, la scuola Alberico Da Rosciate di Bergamo: apprezzatissimo il libro illustrato “Dipende da noi… un mondo migliore” realizzato dagli alunni della 1a A e della 1a B, interamente realizzato con materiale da riciclo. Per le classi terza, quarta e quinta, invece, la Dante Alighieri di Voghera (Pavia). I ragazzi della 5a A e della 5a C hanno messo a punto un libro virtuale interattivo intitolato “La nostra scuola Green”, creato con BookCreator. L’obiettivo? Rendere la loro scuola (e non solo) un posto migliore. Una medaglia di bronzo nella categoria delle prime due classi della scuola primaria. E’ andata alla scuola Di Castellarano, a Castellarano (Reggio Emilia). Grazie agli studenti della 2a A e della 2a B: ha colpito il loro percorso interdisciplinare fra arte, immagine, tecnologia e matematica, nato per sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente. Presentato in un Pdf, si è sviluppato tramite disegni dei personaggi dello spettacolo, oggetti realizzati con materiali di riuso per contare decine e unità, giochi di coding e persino una visita virtuale al centro di raccolta. Assegnate anche due menzioni speciali. Una alla scuola Di Via Carrubaro di Milazzo (Messina), la cui 1a A ha realizzato un TG creativo che insegna l’importanza della raccolta differenziata attraverso una serie di interviste a piccoli cittadini virtuosi. E una alla Ruggero Settimo – 2° Circolo di Castelvetrano (Trapani), le cui seconde classi hanno progettato e realizzato un teatrino con materiale riciclato, mettendo in scena una loro rappresentazione tratta dallo spettacolo “Dipende da noi”, con uno show musicale (usando strumenti costruiti con materiale riciclato) in aggiunta. Per tutte le scuole i premi sono rappresentati da diverse forniture di materiali didattici.
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Incendi,comandante carabinieri forestali”Contro piromani con satelliti”

ROMA (ITALPRESS) – «Grazie a un sistema satellitare all’avanguardia, i carabinieri forestali sono in grado di acquisire informazioni e immagini per individuare il punto di iniezione delle fiamme e determinare prontamente le cause che hanno cagionato gli incendi. Inoltre, sono state affinate le tecniche investigative per individuare gli autori del reato. Il risultato è che dal 2017 sono aumentati notevolmente gli arresti e le notizie di reato contro persone note sono raddoppiate, passando da una media di 180 nel triennio 2014-16 a una media di 360 nel quadriennio 2017-20». Lo afferma il generale Antonio Pietro Marzo, comandante dei Carabinieri forestali in un’intervista a Famiglia Cristiana in edicola domani.
«Le foreste hanno un ruolo decisivo nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici», spiega il generale Marzo. «Quando vengono distrutte, eccessivamente sfruttate o incendiate, diventano fonte di gas serra, contribuendo così al riscaldamento globale. Ogni volta che si verificano illeciti che portano a consumo di suolo, dissodamenti e movimenti terra in aree vincolate, apertura di strade e abusivismi vari, impermeabilizzazioni e cementificazione del suolo, viene a cessare la capacità di assorbimento del carbonio che in alcuni casi viene rilasciato in atmosfera. Si capisce bene, quindi, come la prevenzione e la repressione degli illeciti contro le foreste e il territorio in genere abbiano un effetto diretto nel mitigare l’effetto dei cambiamenti climatici». Lunghi sono i tempi di rigenerazione del territorio dopo che è stato ferito: «Una foresta di alto fusto di faggi recupera in circa 80 anni dall’evento, mentre un ecosistema forestale a macchia mediterranea si riprende in media entro i 20 anni».
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Incendi, Wwf “Terra piegata da crisi climatica e distruzione ecosistemi”

ROMA (ITALPRESS) – Il pianeta in crisi a causa del riscaldamento globale, del disastro climatico e dalla scellerata distruzione di ecosistemi (tra cui appunto le foreste) continua ad essere travolto da una raffica di eventi catastrofici: dalle micidiali ondate di caldo in Nord America, che hanno determinato numerosi decessi ed incendi devastanti dall’Oregon, al Canada all’Alaska, alle alluvioni in Europa e in Cina, ai roghi inarrestabili della Siberia e ora agli incendi che stanno mettendo a ferro e fuoco il Mediterraneo. Ultima (ma ancora per quanto?) nella tragedia la Turchia dove solo giovedì scorso il calore prodotto dagli incendi è stato 4 volte maggiore di qualunque dato sinora mai registrato durante altri incendi nel paese. Una drammatica ondata di calore con picchi da record assoluto (nella città di Cizre sono stati registrati 49,1 °C) insieme ad atti sicuramente criminali (non dimentichiamoci che nel Mediterraneo gli incendi sono per più del 90% di origine umana) hanno generato incendi che stanno uccidendo persone, distruggendo un patrimonio di natura e di animali selvatici, cancellando un’importante economia collegata al turismo: un paese quindi tre volte in ginocchio.
In Turchia, dove sono già 8 le persone vittime degli incendi, non sono solo le foreste a bruciare, ma anche la fauna selvatica è in grave pericolo. Il WWF in Turchia si è mobilitato subito per supportare le cliniche veterinarie nelle aree degli incendi nel recupero e nelle cure trattamento e la riabilitazione del numero massimo di animali feriti negli incendi, per supportare i loro bisogni e sviluppare le infrastrutture necessarie per la risposta alle emergenze e la riabilitazione a lungo termine.
Le foreste della Turchia, che producono 42 milioni di tonnellate di ossigeno all’anno e trattengono circa 85 milioni di tonnellate di carbonio, proteggono suolo e i corsi d’acqua, ospitano milioni di creature viventi e sono una fonte di vita per circa 10 milioni di abitanti dei villaggi della foresta. Le foreste della Turchia ospitano molte specie endemiche, che però stiamo perdendo anche a causa degli incendi. Quattro gufi pescatori, animali rarissimi (se ne contano nel paese poche coppie superstiti) che vivono nel sud della Turchia proprio nelle foreste divorate ora dalle fiamme – sono stati uccisi dagli incendi e questo significa che abbiamo perso una significativa parte della popolazione conosciuta del Paese. Il numero di specie minacciate nel Mediterraneo e globalmente sta aumentando rapidamente e se continua così circa un milione di specie in tutto il mondo saranno in serio pericolo di estinzione a causa del cambiamento climatico e del nostro impatto sulla biosfera.
Ogni anno in Turchia si verificano più di 2mila incendi boschivi e in media vengono distrutti 7mila ettari di terreno. Più del 90% di questi incendi sono causati dall’uomo, ma mentre le foreste bruciano, diventiamo più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Dal report WWF “Mediterraneo in fiamme” emerge come gli incendi diminuiscano di numero ma aumentino in modo impressionante per portata: a partire dal 2017 una nuova generazione di roghi è apparsa nell’Europa mediterranea. Si tratta dei mega-incendi, che generano vere e proprie tempeste di fuoco, come quella della Sardegna (20.000 ettari percorsi dalle fiamme) o quella che ha interessato nel 2020 oltre 3.000 ettari in provincia di Trapani.
La crescente ferocia degli incendi in tutto il pianeta fa vedere quali siano le conseguenze di un pianeta climaticamente ed ecologicamente al collasso. La Turchia non è nuova agli incendi ma le fiamme di questi giorni sono fuori misura per le temperature raggiunge. Il servizio Europeo Copernico di monitoraggio atmosferico ha rilevato che in due giorni le temperature delle fiamme sono quadruplicate con uno sbalzo di ben 20 gigawatt da un giorno all’altro. Numeri fuori da qualunque scala e record registrato nel paese negli ultimi 20 anni. D’altronde lo stesso IPCC nel suo ultimo report ha sottolineato come a causa del cambiamento climatico l’Europa meridionale si troverà a fronteggia un significativo aumento del rischio incendi, rischio che stiamo già toccando con mani, con vite perse, con foreste e animali tragicamente carbonizzati.
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La Liguria permetterà gare fuoristrada in alvei dei torrenti in secca

GENOVA (ITALPRESS) – Via libera in Liguria alle gare motoristiche fuoristrada negli alvei dei torrenti in secca. E’ quanto prevede un emendamento alle disposizioni di adeguamento dell’ordinamento regionale presentato dal consigliere della Lega Alessio Piana e firmato da tutti i colleghi del gruppo, approvato oggi dalla maggioranza in Consiglio regionale. Contrari tutti i consiglieri di minoranza.
Una norma che “dà un nuovo impulso alla ripresa e allo sviluppo economico e turistico del territorio, già penalizzato dalle restrizioni imposte per l’emergenza coronavirus”, commenta Piana. In sostanza, nel caso di manifestazioni o gare, purchè non ricorrenti più di una o due volte l’anno, ogni Comune potrà consentire, per un massimo di due giorni, il transito fuoristrada dei mezzi anche lungo tracciati non adibiti ad attività sportive, fatti salvi i divieti già esistenti. L’emendamento approvato prevede che vengano escluse dai divieti le parti in secca degli alvei, salvo nei casi di eventuali allerte di Protezione civile e di aree comprese nei circa 120 siti protetti della Rete Natura 2000, disponendo l’obbligo di ripristino dell’ambiente a cura degli organizzatori. La stessa esclusione era già prevista per le spiagge, eccetto quelle tutelate e ricadenti nella Rete Natura 2000.
Critiche da parte dell’opposizione. “Sarebbe meglio lasciare gli alvei dei torrenti sempre liberi in considerazione dei cambiamenti climatici, anche perchè non sempre c’è il tema dell’allerta e possono verificarsi piene improvvise”, ha ricordato Luca Garibaldi del Pd. “La Liguria continua a essere devastata”, ha lamentato il consigliere Ferruccio Sansa.
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Bolletta della luce, come risparmiare nella seconda casa per le vacanze

ROMA (ITALPRESS) – Possedere una seconda casa, vicino al mare, al lago o in montagna, è il sogno di tante persone ancora di più in una estate, come questa, che vede partenze e spostamenti, soprattutto all’estero, molto ridotti.
Ma se da un lato una seconda casa rappresenta vacanze in relax nel comfort casalingo, dall’altro, per una famiglia, si tratta di un investimento decisamente importante.
Oltre, infatti, al prezzo dell’immobile, ci sono tasse e utenze che pesano sul bilancio familiare di più rispetto alla prima casa. Oltre al pagamento dell’Imu, la tassa sugli immobili, la bolletta della luce della seconda casa costa di più rispetto a quella della prima casa. A pesare sono i costi fissi più elevati per un’utenza domestica non residente.
Ecco quindi alcuni utili suggerimenti sui migliori modi per risparmiare a ridurre i costi della seconda casa:
1. Optare su elettrodomestici a basso consumo, preferendo le classi energetiche A o A++++.
2. Installare se possibile impianti fotovoltaici e pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua.
3. Effettuare lavori di isolamento termico delle abitazioni tramite interventi di riqualificazione, questi aiutano a migliorare la temperatura all’interno dell’abitazione sia nei mesi caldi sia in quelli freddi, e sono quindi interventi consigliabili sia nelle case al mare sia, nelle abitazioni in montagna.
4. Si sta diffondendo sempre di più ma l’utilizzo di lampadine LED è un modo molto utile per ridurre di molto il consumo di energia.
5. Tagliare il costo delle bollette. Ci sono operatori di luce a gas che offrono soluzioni su misura per i proprietari delle seconde case e arrivano addirittura ad azzerare le maggiorazioni di costo previste dai tributi per la seconda casa. Pulsee, per esempio, operatore di luce e gas di Axpo Italia, cancella completamente per un anno gli oneri di sistema per i non residenti garantendo un risparmio di oltre 120 euro all’anno (https://pulsee.it/promozioni/pulsee-seconde-case).
6. Fare attenzione al canone Rai: a partire dal 2016 è integrato nella bolletta della luce. Il canone si deve pagare solo una volta, cioè solo per la prima casa dove si ha la residenza. Occorre quindi fare attenzione che questo non sia ripetuto sull’utenza della seconda casa.
7. Fare attenzione alle fasce di consumo: scegliere una tariffa monoraria o bioraria in base alle esigenze della propria famiglia.
8. Ridurre eventualmente la potenza del contatore: spesso nelle case vacanze troviamo contatori troppo potenti per l’effettivo utilizzo che si fa dell’energia elettrica. Valutare la riduzione, di conseguenza risparmiando, potrebbe essere una valida opzione.
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Dalla Regione Lombardia 5 mln per combattere il cambiamento climatico

MILANO (ITALPRESS) – La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, finanzierà attraverso il Piano Lombardia (L.r. 2020), un primo elenco di interventi per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, che consistono in depavimentazione, rinverdimento di aree pubbliche e forestazione urbana.
Per tutti Comuni della Lombardia sono disponibili 5 milioni di euro, con priorità ai Comuni che hanno sottoscritto, unitamente a Regione Lombardia, Accordi Quadro di Sviluppo Territoriale o Accordi di Programmazione negoziata al fine di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e il conseguente rischio idraulico.
“Abbiamo la necessità di affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici – afferma l’assessore Cattaneo – che vedono eventi come quelli che si sono verificati nella nostra Regione in queste ultime settimane: piogge intense alle quali seguono esondazioni e allagamenti. Gli interventi che saranno finanziati permetteranno infatti di alleggerire il carico idrico che grava sulle reti fognarie, di contrastare la formazione di isole di calore e di incrementare le zone d’ombra, ossigenando l’aria e facendo da barriera alla diffusione delle polveri. Così da fronteggiare meglio i cambiamenti del clima a livello locale”.
“Regione Lombardia – prosegue l’assessore – vuole accompagnare i Comuni e nel percorso di transizione ecologica, prioritaria per tutto il Paese. Questa transizione va perseguita mediante un nuovo modello di uso del suolo. Da una parte è necessario rendere più permeabili le aree impermeabilizzate (parcheggi, piazze, canali) al fine di favorire la penetrazione delle acque meteoriche e di ridurre il rischio di allagamenti, dall’altra occorre incrementare la presenza di alberi e arbusti, nella consapevolezza che svolgono funzioni ecosistemiche importanti, che vanno al di là del semplice decoro urbano”.
Il contributo regionale sarà pari al 90% delle spese ammissibili. La selezione dei progetti più idonei, in relazione alle risorse disponibili, viene affidata ad ERSAF. La raccolta e selezione di progetti è impostata come una ‘call for ideas’, che sarà pubblicizzata attraverso i canali di Ersaf è strutturata su due cicli di ‘raccoltà di proposte, e in particolare secondo il seguente schema temporale: una prima call nel 2021 con la raccolta progetti dal 1° settembre al 15 ottobre e la valutazione dal 16 ottobre al 30 novembre. La seconda call nel 2022 con raccolta progetti dal 1° gennaio al 28 febbraio e valutazione dal 1° marzo al 15 aprile.
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Clima, alluvioni e frane costano all’Italia quasi 3 mld ogni anno

ROMA (ITALPRESS) – Dal 2013 al 2019 il danno economico per l’Italia provocato da alluvioni e frane, eventi estremi intensificati dal riscaldamento globale, è stato pari a 20,3 miliardi di euro, per una media di quasi 3 miliardi ogni anno. E’ quanto emerge da uno studio effettuato da Greenpeace Italia sugli eventi estremi, scientificamente collegati alla crisi climatica, per cui è possibile ricostruire in modo completo e affidabile il flusso di denaro. Nel nostro Paese oltre il 90 per cento dei comuni è a rischio frane o alluvioni. Un pericolo che incombe nel complesso su sette milioni e mezzo di italiane e italiani, come spiega a Greenpeace Daniele Spizzichino, ingegnere del Dipartimento per il servizio geologico di ISPRA.
“Come abbiamo modo di verificare ormai sempre più spesso anche nel nostro Paese, la crisi climatica in corso rende più intensi e frequenti fenomeni come alluvioni, frane, incendi o siccità – commenta Federico Spadini, della campagna Clima di Greenpeace Italia -. Eventi estremi che, oltre a causare decine di vittime e a portare con sè pesanti ripercussioni sulla quotidianità delle comunità coinvolte, hanno cospicui impatti anche a livello economico. In questo ambito, tra l’altro, riusciamo a quantificare solo una parte dei costi, dato che abbiamo dati disponibili solamente per alcuni di questi eventi estremi”.
Fenomeni come alluvioni e frane sono strettamente collegati alla crisi climatica, causata dall’azione del genere umano. Il surriscaldamento terrestre ha modificato infatti il regime delle precipitazioni, facendo concentrare grandi quantità di pioggia in un lasso di tempo sempre minore, con effetti devastanti in un Paese con una media di consumo di suolo ben al di sopra di quella europea, come descritto a Greenpeace da Paola Salvati, ricercatrice dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del CNR.
Dallo studio di Greenpeace emerge inoltre che dal 2013 al 2019 soltanto il 10 per cento dei danni causati da alluvioni e frane è stato risarcito dallo Stato alle Regioni, lasciando così i territori abbandonati a se stessi. Un quadro che diventa ancora più grave se si considera quanto nel nostro Paese si investe per evitare tali disastri: in sette anni i soldi impiegati in prevenzione sono stati pari a 2,1 miliardi di euro, appena un decimo dei danni stimati.
“Oltre ad aumentare gli investimenti per la prevenzione e l’adattamento nei confronti degli eventi climatici estremi, l’Italia dovrebbe agire alla radice del problema, riducendo rapidamente fino ad azzerare le emissioni di gas serra, per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – continua Spadini -. Una strada che questo governo, nonostante gli annunci, non sembra aver intrapreso. Chiediamo perciò al governo italiano di promuovere una svolta decisiva nei settori più inquinanti, abbandonando l’uso di gas fossile, petrolio e carbone e dando vita a una reale e solida transizione ecologica”.
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Covid, scarso impatto sul particolato da restrizioni alla mobilità

ROMA (ITALPRESS) – Uno studio internazionale, a cui hanno partecipato Alessandro Bigi dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Angela Marinoni dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), è finalizzato alla comprensione degli effetti, sui diversi inquinanti che influenzano la qualità dell’aria in Pianura Padana, delle restrizioni alla mobilità dovute alla pandemia di Covid-19. L’area padana è ben nota per avere uno dei peggiori standard di qualità dell’aria in Europa ed è fortemente influenzata dalle attività antropiche. Lo studio, coordinato dall’Università di Helsinki, è stato condotto tra gruppi di ricerca in Finlandia, Italia e Svizzera e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Science: Atmospheres.
“Abbiamo combinato osservazioni di qualità dell’aria e simulazioni modellistiche in diverse località dell’area monitorata – spiega Angela Marinoni del Cnr-Isac -. I risultati degli studi mostrano che le ridotte emissioni da traffico portano a una forte riduzione degli ossidi di azoto, mentre hanno avuto un impatto limitato sulle concentrazioni in massa di aerosol e addirittura a un aumento degli inquinanti secondari, contribuendo a una migliore comprensione di come si forma l’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana. In particolare, gli studi mostrano che, nonostante la forte riduzione della mobilità delle persone e delle emissioni da traffico di ossidi di azoto (ridotte di oltre 30%), le concentrazioni in massa di aerosol sono rimaste pressochè invariate rispetto agli anni precedenti. Gli inquinanti secondari come l’ozono, invece, hanno mostrato un aumento delle concentrazioni medio del 5%”.
“Questi risultati sono stati confermati da un modello che simula la restrizione del traffico causata dal COVID-19, indicando che l’aumento della capacità di ossidazione complessiva dell’atmosfera, legata ad inquinanti molto reattivi come l’ozono, potrebbe aver accelerato la reattività chimica atmosferica e quindi potenziato anche la formazione di nuovi aerosol”, continua.
Questi studi gettano una nuova luce sulla formazione degli inquinanti atmosferici nella regione padana e sulle loro sorgenti. “Le simulazioni del modello hanno inoltre indicato che, poichè le emissioni di ossidi di azoto sono state ampiamente ridotte, le reazioni chimiche dei gas organici con gli ossidanti atmosferici sono aumentate. Questo processo potrebbe aver favorito la formazione di nuove particelle organiche”, aggiunge Marinoni.
“La Pianura Padana può essere pensata come un enorme reattore con moltissime sostanze chimiche. L’alterazione di uno degli ‘ingredientì può innescare risposte non lineari nelle concentrazioni degli inquinanti atmosferici. In conclusione, la riduzione delle emissioni da traffico ha avuto scarso impatto sulle concentrazioni di particolato, forse evidenziando l’importanza di altre fonti di emissioni nell’area padana. Caratterizzare accuratamente l’evoluzione di tali categorie di emissioni è di fondamentale importanza per migliorare la comprensione dell’inquinamento atmosferico e ridurre le incertezze nei futuri scenari di qualità dell’aria”, conclude Bigi.
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