GENOVA (ITALPRESS) – “L’ipotesi che ritengo più ragionevole” per il Parco Nazionale di Portofino “è quella espressa dal Wwf su cui anche il ministero potrebbe avviare un percorso di consultazione, cioè allargare i confini, ma con una fusione di enti diversi includendo l’area marina protetta, proposta che credo possa salvaguardare un perimetro terrestre simile a quello attuale”. Così il presidente Giovanni Toti oggi durante la seduta del consiglio regionale, annunciando il parere contrario a un emendamento all’assestamento di bilancio presentato da Selena Candia (Lista Sansa) dopo la perimetrazione provvisoria del parco proposta dall’Ispra in seguito alla sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso dell’associazione Amici del Monte di Portofino. “Ogni espressione del Consiglio regionale sul parco credo sia inopportuna – ha aggiunto Toti -. Ricordo che il percorso si è riattivato su base giudiziaria, perchè il Tar ha imposto al ministero misure che altrimenti non sarebbero state perseguite. Mi resta una perplessità sulla leale collaborazione istituzionale con questo genere di percorso”. L’emendamento è stato poi respinto dalla maggioranza.
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Parchi, Toti “Su Portofino ragionevole ipotesi Wwf”
Clima: Antartide, primi dati dal laboratorio sottomarino Enea
ROMA (ITALPRESS) – Uno speciale laboratorio sottomarino installato dall’Enea a oltre 25 metri di profondità nelle acque del Mare di Ross, in Antartide, ha permesso di acquisire dati su temperatura, pH, ossigeno, salinità e pressione che consentono di descrivere puntualmente la variazione annuale dei processi fisici, chimici e biologici, sotto il pack della Baia di Terra Nova, confermando che una delle maggiori cause dei cambiamenti climatici è lo scioglimento dei ghiacci. I dati sono stati raccolti in modo continuo e in alta risoluzione per un anno fino a novembre 2019 e poi pubblicati all’interno di studi sulla rivista internazionale “Minerals”. L’attività è stata condotta nell’ambito del progetto Ice ClimaLizers, coordinato dall’Enea, durante la spedizione italiana in Antartide – finanziate dal Programma Nazionale per la Ricerca in Antartide (PNRA) – con l’obiettivo di studiare la variazione delle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua di mare, utilizzando come indicatori ambientali e potenziali ‘sentinelle del cambiamento climaticò alcuni organismi marini calcificanti come briozoi e alghe coralline. La Baia di Terra Nova è un sito cruciale, perchè qui si forma la cosiddetta Dense Shelf Water, la massa di acqua più superficiale in contatto con gli ecosistemi costieri locali che trasferisce ‘le informazionì all’Antarctic Bottom Water, che influenza a sua volta la circolazione e il nutrimento di tutto l’oceano. Un recente studio pubblicato su “Nature Geoscience” conferma che l’aumento della concentrazione della CO2 di origine umana registrato negli ultimi 40 anni nell’Antarctic Bottom Water, è stato influenzato dalla variabilità interannuale associata alle variazioni locali delle proprietà chimico-fisiche dell’acqua. “Il cambiamento climatico in atto, la complessità dei processi e la variabilità registrata anche su scale molto ridotte evidenziate dallo studio, rendono necessario incrementare i siti di osservazione sul campo per acquisire più dati, in particolare nelle regioni polari. Registrare i rapidi cambiamenti in atto, sia in acque polari superficiali che profonde, è essenziale per monitorarne gli effetti sulla biodiversità marina: gli oceani, infatti, assorbono circa il 93% del calore terrestre e il 25% delle concentrazioni di anidride carbonica (CO2) dell’atmosfera e ospitano il più grande ecosistema del pianeta. Dagli oceani dipende la salute di tutta la Terra” sottolinea Chiara Lombardi, ricercatrice Enea del laboratorio Biodiversità e Servizi Ecosistemici presso il Centro di Santa Teresa (La Spezia).
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Rifiuti, Corepla lancia campagna informativa su riciclo plastica
MILANO (ITALPRESS) – Il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica (Corepla), coglie l’occasione della bella stagione per lanciare due importanti campagne informative che ricordino agli italiani che le buone prassi del riciclo degli imballaggi in plastica non possono andare in vacanza, anzi. La nuova campagna istituzionale firmata da Intarget e guidata dal claim “Dove tu vedi solo plastica, c’è già una risorsa” invita a guardare oltre la prima impressione e incentra il suo messaggio sul concetto che la plastica, se correttamente raccolta e riciclata, contribuisce alla salvaguardia del nostro territorio e può trasformarsi in migliaia di oggetti utili ed esteticamente piacevoli. Contestualmente è già on air sui principali circuiti radiofonici nazionali una campagna di spot, firmata Armando Testa, di altrettanta efficacia comunicativa. La plastica, sottoforma di bottiglia, si presenta all’ufficio di “ricollocamento” per tornare nuova risorsa e rinascere in un vestito d’alta moda. Poche semplici regole da ricordare per fare davvero la differenza. Prima di tutto non disperdere gli imballaggi in plastica nell’ambiente ed inserirli sempre nei contenitori dedicati; se non si trovano nelle vicinanze, soprattutto in vacanza, basta un piccolo sforzo: portarli in paese, il 95% dei Comuni italiani ha attivato il servizio di raccolta differenziata; così si eviterà anche che dalla terra ferma finiscano nei fiumi e nel mare. “L’estate è la stagione delle gite e del relax – ha sottolineato il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – aumentano i momenti di vita all’aria aperta e con questi la necessità di gestire con attenzione i nostri imballaggi”. “In questo senso – aggiunge Quagliuolo – ci è parso utile ricordare a tutti, attraverso le nostre campagne, l’importanza di guardare oltre la prima impressione, immaginando già la nuova risorsa che il nostro rifiuto potrà diventare se facciamo correttamente la raccolta differenziata”.
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Bolognese e di HERA il primo potabilizzatore al mondo certificato AWS
BOLOGNA (ITALPRESS) – L’impianto di potabilizzazione di Hera a Sasso Marconi (BO), che disseta anche Bologna, da oggi, è certificato AWS (Alliance for Water Stewardship), il primo standard internazionale che guida a un utilizzo responsabile della risorsa idrica e il punto di riferimento mondiale in questo ambito. Il Gruppo è la prima utility a livello mondiale ad ottenere questa certificazione per un potabilizzatore e la terza realtà in Italia. Lo standard AWS è stato pensato per aiutare aziende e persone a mettere in atto pratiche responsabili capaci di tutelare questa risorsa, migliorare l’efficienza e affrontare le sfide idriche attuali e future come la siccità, i cambiamenti climatici, la crescita della popolazione. Tipicamente è utilizzata nel settore della produzione, adottata dalle principali aziende multinazionali e consigliata dalle Nazioni Unite. Ottenere la certificazione è un processo rigoroso che include una serie di azioni, criteri e indicatori su come gestire l’acqua sia nello stabilimento, sia al di fuori di esso, a 360°, sottoponendo le migliori pratiche industriali a un comitato scientifico a livello mondiale.
Nel caso del potabilizzatore Val di Setta, la certificazione si è conclusa senza alcuna non conformità, quindi un percorso netto che raramente si verifica, segno dell’impegno profuso dalla multiutility nell’ultimo anno, tanto è durato l’intero processo.
Gli interventi di efficientamento messi in campo nella gestione del potabilizzatore nel corso del 2020 hanno portato a un miglioramento complessivo nell’utilizzo delle risorse per il funzionamento dell’impianto. Ad esempio, è stata ottimizzata, attraverso una preventiva attività di studio, la fase di lavaggio dei filtri, portando a un risparmio complessivo di circa 2.400 metri cubi di acqua al giorno per l’attività di trattamento e potabilizzazione di acqua. L’AWS certifica anche il grado di efficienza e quello del Setta è significativo: per immettere in rete un litro di acqua potabile ne capta dall’ambiente 1,1, contro un valore medio di 1,7 litri captati per 1 litro imbottigliato delle acque in bottiglia.
La diffusione delle buone pratiche al centro della certificazione
Al centro della certificazione c’è anche il coinvolgimento della comunità locale nelle buone pratiche. Alliance for Water Stewardship è, infatti, un’organizzazione globale nata con il compito principale di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alla scarsità idrica e al corretto utilizzo dell’acqua. La certificazione deve quindi anche attestare che il soggetto si dedica alla comunicazione sull’importanza dell’acqua, promuovendone sul territorio un uso efficiente e responsabile, condividendo le buone pratiche di gestione con gli altri attori locali. L’AWS mira così a creare network sia locali che internazionali di aziende attivamente coinvolte nella gestione della risorsa idrica. Il potabilizzatore di Hera a Sasso Marconi prende acqua dal fiume Reno e dal torrente Setta, la rende potabile e la serve a 34 comuni del bolognese, tra cui il capoluogo, per un totale di quasi 800.000 abitanti. Il 42% dell’acqua potabile totale erogata nella provincia proviene proprio da qui, in media sono 38 milioni di metri cubi all’anno. L’impianto lavora a ciclo continuo, è completamente automatizzato e controllato 24 ore su 24 dalla centrale di telecontrollo del Gruppo Hera, in questo modo ogni minima variazione nel servizio viene segnalata ed è possibile intervenire in tempo reale anche da remoto.
“La gestione virtuosa dell’acqua per noi è centrale e con questa certificazione vogliamo formalizzare in modo ancora più forte il nostro impegno. Per questo abbiamo scelto il potabilizzatore Val di Setta – commenta Susanna Zucchelli, Direttore Acqua del Gruppo Hera – un impianto tra i più rilevanti, che alimenta importanti realtà, istituzionali e industriali, e può quindi facilitare la nascita di quella rete sul territorio tanto auspicata dallo standard, con cui condividere azioni e buone pratiche. Un esempio è la collaborazione avviata già da tempo con Philip Morris che ha un grande impianto a Valsamoggia, servito proprio dal potabilizzatore”.
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Marche, progetto pilota in crowfunding per bonifica mare da plastica
ANCONA (ITALPRESS) – Una raccolta di fondi, attraverso piccoli contributi, per liberare il mare dalla plastica, partendo dalle acque che bagnano le Marche, utilizzando la tecnologia marchigiana sviluppata dalla Garbage Group (azienda di servizi ecologici e marini dal 1958, armatrice del battello raccogli rifiuti Pelikan). La sperimentazione “civica” è promossa dalla Regione Marche e da Svim, nell’ambito del progetto europeo “Blue Crowdfunding”. La campagna di raccolta fondi marchigiana ha come obiettivo minimo di raggiungere 40 mila euro nei 60 giorni dall’avvio, previsto il 15 settembre, attraverso piattaforma online https://www.produzionidalbasso.com. Serviranno per pulire le aree portuali di Fano, Senigallia, Civitanova e la zona di Portonovo di Ancona. Con l’eventuale eccedenza di risorse, verranno coinvolti altri tratti di costa marchigiana. La campagna avrà due testimonial d’eccezione, da sempre legati ai temi ecologici: l’attore e scrittore Giobbe Covatta, lo chef stellato Moreno Cedroni. Si tratta di “un progetto concreto da promuovere perchè dobbiamo tutti prendere consapevolezza della dannosità della plastica per la nostra salute. Ci fa piacere essere partner di questa iniziativa che è innovativa ed educativa, chiamando ciascuno a svolgere la propria parte, anche piccola, per fare insieme una cosa grande”, ha detto il vicepresidente della Regione Mirco Carloni. Il Crowdfunding civico, ha evidenziato l’amministratore unico Svim Gianluca Carrabs, “è uno strumento innovativo messo a disposizione di un progetto europeo per la tutela del mare e della catena alimentare, dando la possibilità a tutti i cittadini di contribuire. Tra i testimonial, Giobbe Covatta ha rimarcato come “il problema non è convincere qualcuno che il problema esiste: si sa che il problema esiste; non c’è possibilità di nascondersi, vanno individuate le soluzioni e metto a disposizione il mio splendido corpo per pubblicizzare l’iniziativa”.
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Clima, calano emissioni gas serra ma Italia sempre più calda
ROMA (ITALPRESS) – Le performance climatiche dell’Italia, nel 2020, anno della pandemia, hanno registrato, a causa della grave recessione che ha fatto scendere i consumi energetici, la diminuzione delle emissioni di gas serra che però negli ultimi 30 anni sono calate appena la metà del taglio necessario a centrare il target del -55% al 2030; lo stallo delle rinnovabili che non crescono da un decennio e nel 2020 sono addirittura diminuite (-400 mila te. Il Covid non arresta poi la crisi climatica: l’Italia, è sempre più “calda”, rispetto al 1880 la temperatura media è aumentata di quasi 2,4°C – molto più della media mondiale di circa +1°C e nel solo 2020 sono stati censiti in Italia quasi 1.300 eventi meteorologici estremi connessi al cambiamento climatico. Ma nel 2020 ci sono anche segnali incoraggianti: la drastica riduzione dell’uso del carbone, il boom delle vendite di auto elettriche e ibride che coprono ora circa il 20% del mercato. La fotografia dell’Italia del clima è contenuta nel Rapporto realizzato da Italy for climate.
“Gli eventi generati dalla crisi climatica- ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – sono sempre più drammatici. In Italia, solo nell’ultimo mese, la Sardegna sta bruciando, Milano e la Lombardia sono andate sott’acqua e hanno sperimentato grandinate eccezionali, l’Europa è stata colpita da quella che è stata definita l’alluvione del secolo. Incendi e alluvioni si succedono con frequenza e gravità in continuo peggioramento in varie parti del mondo. L’attenzione dei cittadini e del media è fortemente cresciuta, manca, invece, un’adeguata accelerazione delle misure, concrete e impegnative, di riduzione dei gas serra. Se aspettiamo che partano tutti per aumentare il nostro passo, saremo travolti dalla crisi climatica. Insieme all’Europa dobbiamo incalzare i ritardatari – a partire dalla Cina che sta rinviando misure incisive per il clima – dimostrando che siamo in grado di realizzare rapidamente un’economia climaticamente neutrale, con maggior benessere e più occupazione e tassando adeguatamente le importazioni di prodotti ad alte emissioni provenienti da Paesi che non si impegnano per il clima”.
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Ispra, Laporta confermato alla presidenza
ROMA (ITALPRESS) – Le commissioni Ambiente della Camera e del Senato hanno espresso parere favorevole sulla proposta di nomina del prefetto Stefano Laporta a presidente dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Laporta, già dal 2017 presidente Ispra e Snpa, dal 2008 è stato prima sub-commissario, poi direttore generale dell’Ispra. Nel 2016 è stato nominato coordinatore del Comitato consultivo dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin). “Con senso di responsabilità ho accolto ed accettato la proposta di rinnovo della mia nomina”, ha commentato Laporta. “Dopo tanti anni vissuti nell’Istituto e più di recente anche nel Sistema nazionale, considero l’Ispra, le Agenzie e tutte le professionalità che ci lavorano un pò come una seconda casa. Ringrazio il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, per la proposta e il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per avermi consentito di avere questa nuova opportunità. Da parte mia, continuerò a profondere il massimo impegno per adempiere ai compiti che mi sono stati affidati, per supportare il Mite in un’ottica di reciproca collaborazione e per affrontare le grandi sfide che attendono non solo l’Istituto, ma tutto il Paese, prima fra tutti, il Pnrr”, ha aggiunto.
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Due foreste vetuste tra patrimoni mondiali dell’umanità
ROMA (ITALPRESS) – Le faggete vetuste demaniali di “Valle Infernale” nel Parco nazionale d’Aspromonte e di “Sfilzi” nel Parco nazionale del Gargano, gestite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, sono state iscritte nella lista dei patrimoni mondiali dell’Umanità nell’ambito del sito seriale “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”. Dopo il parere positivo espresso dall’IUCN (International Union for Conservation of Nature), nel corso della 44a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco del 28 luglio 2021, sono stati riconosciuti i caratteri ecologici peculiari delle due faggete, dove la foresta temperato-decidua incontra quella sempreverde mediterranea in condizioni ambientali molto differenti. Tale espansione ha permesso l’inclusione nel sito seriale Unesco costituito dalla rete delle “faggete vetuste d’Europa” di due aree di rifugio glaciale caratterizzate una per la collocazione più meridionale (Aspromonte) e l’altra a più bassa quota altimetrica (Sfilzi). Grazie all’azione di tutela integrale svolta per decenni prima dal Corpo forestale dello Stato e ora dai Carabinieri forestali, in queste faggete l’equilibrio è assicurato dai cicli naturali con alberi annosi che muoiono per eventi naturali, lasciando spazio e luce per nuove generazioni di piante, in una alternanza che rende la foresta più resistente alle perturbazioni esterne e ai cambiamenti globali. Queste faggete vetuste rappresentano, infatti, dei veri e propri laboratori naturali dove vivono alberi adattati a superare estati calde siccitose. In queste foreste, sotto il coordinamento scientifico dell’Università della Tuscia, si sta studiando la capacità dell’ecosistema vetusto di rispondere al cambiamento climatico e di conservare la biodiversità. Nel complesso il riconoscimento odierno certifica un modello di governance delle aree protette di eccellenza reso possibile da una stretta sinergia e collaborazione tra Parchi nazionali, Carabinieri forestali e Università, modello che distingue l’Italia nello scenario europeo.
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