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Engie partner di Itt nell’impegno per la sostenibilità ambientale

ROMA (ITALPRESS) – Engie Italia si aggiudica la gara di ITT Inc., per la divisione ITT Motion Technologies, leader nella produzione di pastiglie dei freni e materiali per attrito, per la riqualificazione dell’impianto di trigenerazione del sito di Barge (CN), il più grande del Gruppo. L’intervento prevede il totale rinnovamento e la gestione per 10 anni dell’impianto CCHP esistente, e permetterà una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera del 6%, pari a 1.800 ton in meno l’anno. Attraverso il nuovo impianto di ultima generazione, Engie coprirà gran parte del fabbisogno del sito produttivo (stabilimento e uffici) in termini di energia elettrica, acqua calda e acqua fredda.
L’accordo “Asset-Based” tra ITT e Engie implica un investimento iniziale di circa 9 milioni da parte di Engie. L’investimento permetterà la sostituzione del vecchio impianto di Trigenerazione, con due motori endotermici di ultima generazione per un totale di 6,7 MW e diversi altri interventi di efficientamento. Sarà, inoltre, perfezionato il sistema no-blackout e reso più efficiente il consumo di energia, assicurando stabilità energetica. L’energia elettrica sarà quasi interamente auto-consumata dallo stabilimento, con controllo del generatore in modalità di minimo scambio con la rete. L’acqua acqua e refrigerata sarà utilizzata per il riscaldamento e raffrescamento degli uffici e per soddisfare i requisiti di raffreddamento dei processi produttivi. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato su un progetto complesso, che ci ha visto confrontarci con i principali player del mercato”, dichiara Carlo Perrone, direttore BtB Engie Italia. “L’accordo con ITT ci consente di valorizzare il nostro know how e la nostra capacità di essere un punto di riferimento nell’accompagnare le aziende verso una maggiore efficienza e sostenibilità ambientale.Le scelte tecnologiche adottate nel progetto consentiranno, infatti, di incrementare il rendimento energetico degli impianti e di tutti i parametri operativi del sito, con un impatto concreto sulla sostenibilità ambientale del sito industriale di ITT, riducendone le emissioni di CO2. Un progetto, dunque, che ci consente di proseguire con rinnovato entusiasmo nel guidare aziende virtuose come ITT attraverso roadmap di soluzioni integrate verso un’economia sempre più carbon neutral”, conclude.
“In ITT vogliamo essere all’avanguardia anche nelle strategie energetiche e abbiamo trovato in Engie un partner che ha la nostra stessa ambizione. Siamo lieti di aver intrapreso questa collaborazione che ci porterà ad essere più efficienti ed a ridurre il nostro CO2 footprint”, afferma Carlo Ghirardo, presidente di ITT Motion Technologies.
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Barilla, in 10 anni quasi 500 prodotti più sostenibili e innovativi

PARMA (ITALPRESS) – – Pasta, sughi e prodotti da forno sempre più sostenibili, innovativi e con un miglior profilo nutrizionale: Negli ultimi 10 anni il Gruppo Barilla ha riformulato 476 prodotti migliorandone il profilo nutrizionale di e ridotto del -31% le emissioni di CO2 eq. e del 23% il consumo idrico per tonnellata di prodotto finito. Impatto zero sul Pianeta per quattro brand – Wasa, Gran Cereale, Mulino Bianco e Harrys – che hanno raggiunto la totale compensazione di CO2 equivalente.
E’ quanto emerge dal rapporto di sostenibilità del Gruppo Barilla. Anche il packaging racconta una storia di rispetto per le risorse del Pianeta. Barilla si è data l’impegno di raggiungere nei prossimi mesi il 100% delle confezioni progettate per essere riciclabili. Per rendere le confezioni sempre meno impattanti, i principi guida a cui si ispira Barilla prevedono l’utilizzo di carta e cartone in sostituzione alla plastica laddove le caratteristiche di sicurezza del prodotto e organolettiche del prodotto lo permettono. L’utilizzo di carta e cartone in fibra vergine provenienti da foreste gestite in modo responsabile. La sostenibilità in Barilla è anche attenzione alle persone e alle comunità locali. sin dai primi mesi di emergenza Coronavirus dello scorso Barilla ha attivato una serie di iniziative solidali nei diversi Paesi in cui il Gruppo è presente per un totale di oltre 5,5 milioni di euro e circa 3.500 tonnellate di prodotti donati. . Nel 2020 il totale delle materie prime strategiche acquistate responsabilmente è cresciuto del +19% e vede coinvolte 10.000 aziende in progetti di agricoltura sostenibile. Barilla, inoltre, si avvale di 2 disciplinari per la coltivazione sostenibile del grano tenero: Carta del Mulino e Carta di Harrys. E anche pomodori e basilico per realizzare i sughi e i pesti Barilla sono coltivati, laddove possibile, vicino agli stabilimenti di produzione, per ridurre al minimo il tempo tra la raccolta e la lavorazione del prodotto. Il sostegno all’agricoltura locale tocca anche la pasta, di cui Barilla è leader mondiale. Il 90% del grano duro, ingrediente chiave di tutte le marche di pasta del Gruppo, viene acquistato dal mercato locale e il 42% mediante contratti di coltivazione. E con il “Manifesto del Grano Duro”, lanciato nel 2020, traduce il suo impegno concreto a sostegno della filiera agricola italiana.
A testimonianza di questo impegno, Barilla è stata insignita, unica azienda al mondo nel 2020, anche della Special Recognition da parte di CIWF, Ong con cui Barilla ha redatto le sue Linee Guida Barilla sul Benessere Animale. Nel 2020 Barilla è stata inoltre la prima azienda italiana ad aggiudicarsi il “Catalyst Award” introducendo iniziative che hanno permesso la valorizzazione della leadership femminile sul posto di lavoro e aumentato l’inclusione di tutti i dipendenti Barilla nel Mondo. Da diversi anni Barilla è impegnata a ridurre l’impatto ambientale del trasporto di materie prime e prodotti finiti.
Da marzo 2020, il 70% dei prodotti destinati dall’Italia alla Germania viene spedito con una soluzione intermodale frutto di una partnership sviluppata con GTS Logistic, che “taglia” circa 5.000 camion all’anno, con un risparmio di circa 6.000 tonnellate di CO2. E l’impegno profuso per rendere sempre più sostenibile il suo modello di business è stato riconosciuto anche dal mercato. Nel 2020, il fatturato del Gruppo Barilla è stato pari a 3.890 milioni di euro (+9% al netto dell’effetto cambio rispetto al 2019), con pasta, sughi e piatti pronti a rappresentare il 55,2% del fatturato e i prodotti da forno il 46,2%. Confermato il piano globale, già in corso, di investimenti in Italia: 1 miliardo di euro nel quinquennio 2020-2024 su tre filoni strategici: rinnovamento degli asset industriali, sviluppo delle filiere strategiche di approvvigionamento, acquisizioni nel territorio italiano.
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Arriva il grande caldo, da Nord a Sud si svuotano i bacini

ROMA (ITALPRESS) – Con l’incedere dell’estate, da Nord a Sud si svuotano i bacini, non assolvendo quindi alla fondamentale funzione di riserva idrica. A sottolinearlo è il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche. E’ così per i grandi laghi del Nord, i cui livelli sono in discesa, ma se Maggiore e Garda restano abbondantemente sopra la media del periodo, non altrettanto può dirsi del Lario e dell’Iseo con quest’ultimo assai lontano dal riempimento registrato l’anno scorso (attualmente è al 40%). E’ così anche nel Lazio (in calo i laghi di Bracciano e Nemi) e Campania (invasi del Cilento), ma soprattutto in Basilicata, i cui serbatoi sono calati di oltre 22 milioni di metri cubi in una settimana e in Puglia, la cui riserva idrica segna circa -9 milioni di metri cubi in 7 giorni: entrambe le regioni, però, conservano riserve idriche abbondantemente superiori all’anno scorso.
“E’ l’evidente dimostrazione di come, a fronte dei cambiamenti climatici, sia necessario aumentare la raccolta delle acque di pioggia attraverso nuovi bacini, nonchè l’ottimizzazione di quelli esistenti”, evidenzia Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi. Decisamente diversa è la situazione dei bacini delle Marche, che con 37,66 milioni di metri cubi d’acqua trattenuti sono largamente al di sotto dei livelli del siccitoso 2017, mentre le portate dei fiumi Sentino ed Esino sfiorano la sussistenza; non va meglio al lago Trasimeno, al minimo degli anni più recenti, complice un Giugno poco piovoso sull’Umbria. Sempre più grave è la situazione della Sicilia, nei cui bacini mancano quasi 78 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso, segnando il livello più basso del decennio; a conferma di eventi climatici fortemente localizzati, è la situazione della Sardegna, i cui invasi, pur in calo, hanno condizioni addirittura migliori di un anno già idricamente buono come il 2020.
Per quanto riguarda le aste fluviali è il Po a registrare i maggiori benefici dalle recenti piogge, tornando nella media ai rilevamenti in Emilia, dove i fiumi appenninici restano invece deficitari; il Distretto Padano appare infatti sostanzialmente suddiviso in due aree: il deficit idrico delle zone a valle (Emilia Centrale, Romagna, Basso Veneto) permane ancora significativo a causa della finora scarsità di precipitazioni (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale Fiume Po).
In Valle d’Aosta sono in calo, ma ben al di sopra delle medie, le portate del torrente Lys e della Dora Baltea, che prosegue anche in Piemonte, dove invece sono in crescita gli altri fiumi (Pesio, Tanaro, Sesia e Stura di Lanzo). Permane buona la condizione dei fiumi veneti, mentre scende la portata del fiume Adda in Lombardia. Resta deficitaria la condizione dei corsi d’acqua toscani con l’Ombrone, che continua ad essere ben al di sotto della portata minima del deflusso vitale con evidenti ripercussioni sull’ecosistema. In Centro Italia calano i fiumi Nera in Umbria e Tevere nel Lazio, regione dove però crescono i livelli di Liri e Sacco. In Campania, i fiumi Sele, Sarno, Volturno e Garigliano sono complessivamente in crescita, grazie alle precipitazioni dello scorso fine settimana. Infine, il capitolo pioggia che, se è tornata a fare capolino in Romagna, ha avuto conseguenze disastrose in altre realtà condizionate anche dall’eccessiva cementificazione, come Palermo, dove è urbanizzato il 40% del territorio e 100 millimetri di pioggia hanno creato situazioni, bisognose perfino dell’intervento di subacquei. Violente “bombe d’acqua” si sono registrate anche in Molise, in Abruzzo e in Puglia.
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Rse, a Milano area sperimentale per studi su ricarica elettrica

MILANO (ITALPRESS) – Taglio del nastro a Milano per l’area sperimentale RSE (Ricerca Sistema Energetico) per la ricarica di veicoli elettrici con sistema centralizzato che ne ottimizza il funzionamento. Con la conversione in elettrico delle flotte aziendali e un’area dedicata con 24 postazioni realizzate da diversi costruttori, l’infrastruttura, oltre ad offrire un servizio di ricarica ai dipendenti, consentirà a RSE di analizzare le principali opportunità e criticità, nonchè di sviluppare e testare sul campo soluzioni innovative di gestione. Tali attività, che proseguiranno fino al termine del 2022, si inseriscono nell’ambito dei Progetti di Ricerca finanziati dal Fondo per la Ricerca sul Sistema Elettrico Nazionale su reti elettriche, generazione distribuita e veicoli elettrici.
“Oggi è un passo importante per noi – ha spiegato l’amministratore delegato di Rse, Maurizio Delfanti – finalmente inauguriamo la nostra area di ricarica sperimentale. Alcune finalità del progetto sono di origine interna, vogliamo alimentare la nostra flotta elettrica di circa 25 vetture con una nostra infrastruttura e vogliamo farlo per dimostrare che c’è una convenienza per le aziende come la nostra a passare alla trazione elettrica e anche perchè ci sono vantaggi per l’ambiente non solo interni, emetteremo meno gas clima-alteranti, meno gas inquinanti e poi faremo vedere come l’uso delle batterie delle auto come accumulatori di riserva per fornire servizi al dispacciamento possano avere una valenza sistemica e anche economica. Infine, l’infrastruttura non è aperta soltanto alla nostra flotta aziendale ma anche alle persone che lavorano in RSE quindi speriamo che questo favorisca e stimoli il passaggio all’elettrico anche delle persone che gravitano attorno a RSE”, ha concluso.
Obiettivo del progetto, realizzato con il supporto di Cesi, è dimostrare la fattibilità e la convenienza complessiva per un’azienda di elettrificare la flotta auto e valutare la complementarietà della ricarica aziendale con la ricarica privata e pubblica. Il progetto vuole ponderare le reali potenzialità sistemiche derivanti dall’aggregazione dei processi di ricarica per flotte aziendali gestita con algoritmi innovativi. Oltre alla riduzione degli impatti ambientali, si stima una riduzione dei costi di gestione della flotta per una spesa di carburante ridotta fra i 1.000 e i 4.000 euro l’anno, con la possibilità di una gestione smart tramite webapp e la condivisione dei servizi dell’infrastruttura con i dipendenti. I 24 nuovi punti di ricarica fino a 22 kW a Milano, sommati ai 3 installati a Piacenza e ai sistemi di ricarica domestica presso dipendenti selezionati fino a 7 kW sono stati prodotti da cinque partner industriali differenti per verificare l’interoperabilità con il sistema di ottimizzazione e l’utilizzo degli standard.
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Cingolani “Italia verde, rivoluzione possibile”

ROMA (ITALPRESS) – «Cambieranno i trasporti, l’industria manifatturiera, la produzione energetica, il modo di fare turismo. Sarà una rivoluzione». Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, in un’intervista pubblicata nel numero da domani in edicola, spiega a Famiglia Cristiana la «trasformazione epocale che attende il nostro Paese, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)». In tutto 235 miliardi di euro di investimenti, di cui 70 dedicati al “verde”.
«Al momento abbiamo, in tutto il territorio nazionale, 50 gigawatt di installazioni rinnovabili. Nei prossimi dieci anni dobbiamo portarle a 120. Non c’è un piano B. Non si può scherzare con il futuro delle persone. Abbiamo una road map molto chiara indicata dal Pnrr e dagli Accordi di Parigi secondo i quali entro il 2030 dobbiamo avere il 70% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili». Uno sforzo dalle positive ricadute occupazionali.
«Nei prossimi cinque anni ci sarà almeno un milione di posti di lavoro in più per portare a termine tutta la trasformazione ecologica», afferma il ministro Cingolani. «Stiamo parlando di impiantare 30 mila colonnine per ricaricare le auto elettriche, di tutte le installazioni fotovoltaiche offshore, cioè galleggianti, dell’eolico, della riforestazione, dei lavori sugli acquedotti che si snodano su 24 mila chilometri. E ancora, dei bacini idrici, dell’agricoltura verticale, dell’economia circolare. Queste infrastrutture, se saranno ben fatte e avranno successo, creeranno lavoro stabile anche in futuro. Quindi al milione dei prossimi cinque anni se ne aggiungeranno molti di più per la gestione dello strutturale, perchè la faccia dell’Italia sarà completamente cambiata».
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A Napoli G20 della transizione ecologica, energia e clima insieme

ROMA (ITALPRESS) – La sostenibilità del pianeta e la transizione ecologica sono centrali in questo G20. Mai come adesso nella storia, l’umanità si trova dover fare scelte di fondo a fronte di un rischio sostanziale per il benessere e la vita delle prossime generazioni. Mai prima di questo G20 l’economia circolare e l’interazione tra clima ed energia erano stati così centrali nelle discussioni ministeriali.
Per la prima volta nella storia dei G20 clima ed energia marciano insieme (23 luglio), interconnessi, per delineare e individuare soluzioni condivise. Questo è anche il primo G20 che vede protagonista l’economia circolare, nella ministeriale di domani 22 luglio. E, in attesa dell’apertura dei lavori, da parte del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani (domani, giovedì 22 luglio ore 10, Palazzo Reale) proseguono incessantemente i lavori delle delegazioni G20 per spingere la comunità internazionale verso obiettivi più ambiziosi, in ragione anche dell’avvenuto slittamento di alcuni vertici chiave a causa della pandemia, tra i quali la COP 15 della Convenzione sulla diversità biologica e l’adozione del “quadro globale” sugli obiettivi da raggiungere entro il 2030, e la stessa COP 26 sul clima che avrebbe dovuto tenersi nel 2020 e che si terrà invece a fine anno a Glasgow e di cui l’Italia e co-organizzatrice con il Regno Unito.
“Abbiamo scelto di far prevalere l’ambizione e di lavorare incessantemente a un documento comune tra tutti. Sappiamo bene che la transizione ecologica non è un pranzo di gala, ma non abbiamo alternative che lavorare insieme in un’unica direzione, senza lasciare indietro nessuno”, afferma il ministro Cingolani.
Domani giovedì 22 luglio è la giornata dedicata all’Ambiente mentre il 23 a essere protagonisti saranno Clima ed Energia, per la prima volta uniti in un G20, segnale, questo, di una specifica attenzione alla crisi climatica in corso.
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Ecolamp, nel primo semestre 2021 riciclate 1.800 tonnellate di RAEE

MILANO (ITALPRESS) – Nel primo semestre del 2021 Ecolamp ha gestito in tutta Italia 1.800 tonnellate di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). In particolare, il consorzio nazionale specializzato nel riciclo dei RAEE ha ritirato 903 tonnellate di piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione giunti a fine vita (raggruppamento R4), e 897 tonnellate di sorgenti luminose esauste (raggruppamento R5).
Rispetto al primo semestre dello scorso anno, dove si era assistito a un’importante flessione della raccolta dovuta al lockdown totale, nei primi sei mesi del 2021 la raccolta dei RAEE gestita dal consorzio Ecolamp ha registrato numeri in crescita con un incremento del 12%.
Per quanto riguarda le sorgenti luminose – storico raggruppamento gestito dal consorzio – sono 518 le tonnellate di rifiuti conferite dai privati cittadini presso i centri di raccolta assegnati ad Ecolamp su tutto il territorio nazionale. Altre 379 tonnellate sono state, invece, gestite attraverso i servizi volontari messi a disposizione dal consorzio per installatori e altri operatori professionali.
Nei primi sei mesi del 2021, il 45% della raccolta delle lampadine gestita da Ecolamp è stato trainato da tre regioni per un totale di 406 tonnellate. Si tratta della Lombardia, che resta al primo posto con 206 tonnellate, seguita dal Veneto (108) e dal Lazio (93). Numeri positivi anche per la Campania che, con 41 tonnellate, si posiziona prima tra le regioni del Sud seguita dalla Puglia con 36 tonnellate. In crescita anche la raccolta delle lampadine in Toscana (72), nelle Marche (38) e in Liguria (22).
A livello provinciale, più di un terzo della raccolta (38%) di sorgenti luminose esauste, ovvero 341 tonnellate, è stato registrato da sole dieci province. Sul podio si confermano, anche per questo semestre, Milano con 63 tonnellate, Roma con 46, e Latina con 41 tonnellate. Bergamo guadagna la quarta posizione con 39 tonnellate, seguita da Torino (31), Bologna (26), Pisa e Monza e Brianza che, con 25 tonnellate ciascuna, entrano per la prima volta nella top ten. Napoli (18) e Bari (13) restano le prime due provincie del Sud, rispettivamente in quindicesima e diciottesima posizione. Anche Macerata (15) cresce nella raccolta e raggiunge il sedicesimo posto, mentre Catania, prima provincia insulare, guadagna la ventesima posizione con 12 tonnellate.
«La raccolta differenziata gestita da Ecolamp nel primo semestre del 2021 ha registrato dati positivi in tutte le regioni italiane – commenta Fabrizio D’Amico, Direttore generale del consorzio Ecolamp -. L’obiettivo per i prossimi mesi è di continuare a crescere nella quantità e qualità della raccolta, anche grazie alle campagne di comunicazione e informazione del consorzio, verso cittadini sempre più sensibili e consapevoli. Auspichiamo inoltre che gli investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza nell’ambito delle filiere del riciclo possano favorire e sostenere il percorso dal Paese nel raggiungimento degli obiettivi di recupero dei RAEE».
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Hera tra migliori utility nelle valutazioni ESG di S&P Global Ratings

ROMA (ITALPRESS) – Dopo l’ingresso nel 2020 nel Dow Jones Sustainability Index, World e Europe, il Gruppo Hera si conferma tra le realtà più attente alla sostenibilità e agli aspetti ESG a livello internazionale.
E’ stata pubblicata oggi, infatti, la ESG Evaluation di Hera, realizzata dagli analisti di Sustainable Finance di S&P Global Ratings. E’ una valutazione cross-industry delle capacità di una società di gestire efficacemente, nel medio e lungo termine, la propria esposizione ai rischi ambientali, sociali e di governance, nonchè di cogliere le opportunità derivanti dai cambiamenti che occorrono in un contesto internazionale in continua evoluzione.
Il Gruppo Hera è la prima società in Italia ad aver pubblicato la propria ESG Evaluation, dalla quale ha ottenuto un punteggio complessivo di 81/100, risultando tra le prime quindici migliori società a livello internazionale valutate da S&P Global Ratings. Il punteggio ottenuto (81) la posiziona ben al di sopra della media internazionale (68) ed europea (73) e la colloca al quinto posto a livello internazionale tra le Utility Networks (per cui la media di settore è pari a 74).
“Un ulteriore importante riconoscimento per l’attenzione che il Gruppo Hera dedica agli aspetti ESG nel perseguire una strategia di crescita sostenibile e a lungo termine, che la caratterizza fin dalla nascita nel 2002, che integra e va di pari passo con la solidità finanziaria, confermata dal recente upgrade del rating”, si legge in una nota.
In particolare, nella ESG Evaluation il Gruppo Hera viene valutato da S&P Global Ratings come fortemente preparato a mettere in atto la propria strategia di crescita e sviluppo, pronto ad affrontare i potenziali rischi derivanti dalle regolamentazioni di una economia che si orienta verso il modello circolare, a basse emissioni, a sostegno della resilienza del proprio modello di business, ben diversificato.
Tra i fattori maggiormente distintivi sono stati valutati positivamente: “una governance solida, caratterizzata da un alto livello di indipendenza e di trasparenza; la dimostrata capacità di anticipare i cambiamenti e un solido track record nel fissare e raggiungere obiettivi; l’abilità nel capitalizzare i principi dell’economia circolare investendo in tecnologia ed innovazione con risultati al di sopra dei propri peers; una strategia di crescita nel lungo termine ancorata a principi di sostenibilità (con la creazione di valore condiviso, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030); il livello di diversity grazie a un’elevata percentuale di donne in posizioni manageriali e l’approccio inclusivo delle comunità locali, attraverso un loro costante ingaggio con iniziative mirate”.
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