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Foreste, in Italia sempre più interventi per la biodiversità

ROMA (ITALPRESS) – Le foreste assicurano un contributo fondamentale alla sopravvivenza del nostro pianeta, sia sul fronte sempre più caldo del cambiamento climatico – attraverso i crediti di carbonio -, sia su quello dei servizi ecosistemici, in grado di migliorare la qualità della vita degli esseri viventi e di noi esseri umani: a tal fine vanno monitorate e gestite con grande attenzione e in un’ottica di sostenibilità ed innovazione. Ed è proprio questo lo scopo del report “Progetti forestali di sostenibilità 2020”, realizzato dal Nucleo Monitoraggio Carbonio del CREA Politiche e Bioeconomia e finanziato dal progetto Rete Rurale Nazionale del Mipaaf, presentato da autori ed esperti (Raoul Romano e Saverio Maluccio – Crea Politiche e Bioeconomia, Alessandro Monteleone – Rete Rurale Nazionale, Alessandra Stefani – Direttore generale Difor del Mipaaf, Davide Pettenella – Università di Padova, Giorgio Vacchiano – Università degli studi di Milano), nel corso di un webinar dedicato.
Il Report Giunto ormai alla sua ottava edizione, il documento porta da 20 a 67 i progetti forestali di sostenibilità monitorati ed analizzati – realizzati da 33 diversi attori del mercato – ed amplia il suo raggio d’azione, includendo non solo quelli che generano crediti di carbonio, ma anche quelli che, al tempo stesso, erogano servizi ecosistemici forestali di approvvigionamento, regolazione nonchè culturali. Per ben 34 dei progetti analizzati, 31 dei quali in Italia, le attività di afforestazione e riforestazione risultano prioritarie, con uno sguardo sempre attento alla biodiversità: infatti, tranne in un caso, in tutti i progetti localizzati in Italia che prevedono impianto di alberi (molti dei quali sviluppati in zone urbane e periurbane) sono state impiegate esclusivamente specie native.
Il miglioramento della gestione forestale rappresenta l’attività prioritaria per più di un terzo dei progetti analizzati mentre altre attività, come la produzione di biomasse per fini energetici o il miglioramento del verde urbano, rappresentano attività prioritarie per un numero limitato di progetti.
Il report inoltre illustra il contesto internazionale dei mercati dei crediti di carbonio e dei servizi ecosistemici, fornisce i dati di spesa dei Piani di sviluppo rurale regionali (PSR) volti all’erogazione dei servizi ecosistemici forestali nonchè una stima delle tonnellate di CO2 assorbite grazie agli imboschimenti e rimboschimenti generati grazie alla specifica misura 8.1 dei PSR. Relativamente al mercato dei crediti di carbonio internazionale diverse le novità registrate per la prima volta: i crediti retired” hanno superato quelli generati e, inoltre, i crediti del settore forestale hanno superato quelli del settore energetico. (Fonte rapporto “Insight brief” di Forest Trend 2021); infine, è stato chiesto ai progettisti quali sono i costi per la realizzazione di un impianto di riforestazione, che si aggira sugli 11.000 euro/ettaro.
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Onu, Wwf “La bozza d’accordo sulla biodiversità non è adeguata”

ROMA (ITALPRESS) – In risposta alla pubblicazione odierna della prima bozza dell’accordo globale sulla biodiversità post-2020, il Wwf esprime preoccupazione per la mancanza di un’adeguata risposta globale alla crisi della natura. In questo modo si mette a rischio la nostra capacità di affrontare la crisi climatica, nonchè le risorse da cui tutti dipendiamo, sia per le nostre economie, sia per la nostra stessa sopravvivenza.
La bozza di accordo, pubblicata dalla Convenzione per la Biodiversità (CBD) e basata su discussioni tra governi, propone obiettivi e target globali per la natura. Secondo la valutazione del WWF, “l’attuale bozza manca sia dell’ambizione che dell’urgenza necessarie per invertire la perdita di biodiversità e garantire un mondo nature-positive in questo decennio.
La scarsa ambizione della prima bozza è in netto contrasto con il numero crescente di leader mondiali che stanno pubblicamente intensificando i propri sforzi, prendendo impegni sfidanti per la natura. Ad oggi, 89 leader mondiali hanno approvato il Leaders’ Pledge for Nature, impegnandosi ad invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, anche attraverso la creazione di un quadro trasformativo della biodiversità globale post-2020. A giugno, i leader del G7 hanno firmato il G7 Nature Compact impegnandosi a fermare e invertire la perdita di biodiversità in questo decennio intraprendendo azioni coraggiose per raggiungere risultati ambiziosi per la natura già nel 2021″.
Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale, ha dichiarato: “Sebbene il WWF accolga con favore la pubblicazione della prima bozza del quadro globale sulla biodiversità post-2020 come un passo importante verso la garanzia di un accordo cruciale sulla biodiversità globale, siamo delusi dal fatto che il testo, nel complesso, non rifletta l’ambizione necessaria per invertire la rotta sulla crisi della natura. E’ necessario che il testo includa un obiettivo globale chiaro e misurabile per la natura, simile a quello già presente per il clima. E’ un passo fondamentale per definire obiettivi scientifici adeguati e consentire a governi, imprese, investitori e consumatori di contribuire ad un obiettivo condiviso. Ottantanove leader mondiali hanno, ad oggi, approvato il Leaders’ Pledge for Nature, impegnandosi ad invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Tuttavia, l’ambizione e l’urgenza della bozza di accordo sono significativamente inferiori a quanto necessario per garantire un mondo nature-positive in questo decennio. Con le attività umane che continuano a guidare la perdita irreversibile della biodiversità, spingendo le specie verso l’estinzione e gli ecosistemi verso il collasso, esortiamo i leader ad intensificare e mantenere i propri impegni, istruendo i propri negoziatori a garantire un risultato davvero incisivo”.
Le attività umane stanno attualmente causando una perdita di biodiversità senza precedenti, con un milione di specie minacciate di estinzione. Lo scorso anno è stato riscontrato che il mondo non ha raggiunto nessuno dei target per la biodiversità Aichi del decennio precedente. Il WWF sottolinea che “la crisi della natura richiede una risposta globale completa, urgente e ambiziosa che includa sia maggiori azioni per la conservazione della natura, sia la trasformazione dei fattori che determinano la perdita di biodiversità, compresi la nostra agricoltura, il sistema alimentare e le infrastrutture, che necessitano di alternative sostenibili”.
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“Arpina” è la nuova campagna di informazione Arpa Sicilia sull’ambiente

PALERMO (ITALPRESS) – Una serie animata per sensibilizzare e informare sui temi dell’ambiente. Le clip di ArPINA, il trailer realizzato da ARPA Sicilia nell’ambito del progetto “Informazione ambientale: iniziative a favore dei consumatori”, inaugurano un nuovo modo di comunicare, diretto ed empatico. L’obiettivo è sensibilizzare e informare i cittadini sui temi del rispetto, della protezione e della valorizzazione della biodiversità e degli ecosistemi. Il progetto, promosso dalla segreteria generale della Presidenza della Regione su fondi del Ministero dello Sviluppo Economico, verrà presentato nell’ambito di “Catania 2030: Ecomed-progetto comfort-Green Expo del Mediterraneo” presso il centro fieristico di Catania “Le Ciminiere” dal 14 al 16 luglio. Il progetto s’inserisce in quello più ampio di restyling dell’immagine e della comunicazione dell’Arpa Sicilia intrapreso dal direttore generale Vincenzo Infantino: “Viviamo in un’epoca dove le informazioni si susseguono e si consumano a velocità sempre crescenti con il rischio di non trattenere i contenuti necessari al perseguimento di comportamenti consapevoli e responsabili. Arpa Sicilia opera per la conoscenza, il controllo e la tutela dell’ambiente attraverso la ricerca e il monitoraggio ambientale, strumento essenziale per lo studio dei sistemi ambientali, che consente di misurare il successo delle azioni di gestione e conservazione del territorio, di rilevare gli effetti di perturbazioni e disturbi a supporto della pianificazione e delle politiche. Con l’obiettivo di raggiungere un pubblico quanto più ampio ed eterogeneo possibile, Arpa Sicilia sta adottando nuove e molteplici soluzioni di coinvolgimento al fine di veicolare, in modo nuovo e accessibile, informazioni anche di livello scientifico. Una nuova immagine dell’ARPA Sicilia e un nuovo processo di comunicazione, – conclude il direttore – per coinvolgere ampi target di utenza e trasmettere velocemente i contenuti connessi con la mission e i compiti istituzionali dell’ARPA Sicilia nei settori della Ricerca e Innovazione, Educazione ambientale, Conservazione e Valorizzazione del patrimonio naturalistico e della Salute”. Prima tappa di questo ampio progetto di innovazione comunicativa, ARPA Sicilia insieme con i cittadini, è stata dunque la realizzazione di un trailer della durata di un minuto: 4 clip animate in cui la protagonista, una simpatica ape stile cartoon, ArPINA, guiderà l’utente in un percorso informativo sui comportamenti virtuosi da promuovere, trasmettere e perseguire nei vari contesti che riguardano la Terra, l’Aria e l’Acqua. Comportamenti racchiusi già nella “r” di ArPina: riduci, riusa, ricicla, recupera. Queste le 4 mosse che si sviluppano in 17 passi sostenibili (secondo gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile): semplici scelte quotidiane, come sprecare di meno, utilizzare prodotti eco-bio, adottare un’alimentazione sostenibile, muoversi con mezzi green.
Buone pratiche descritte, in maniera dettagliata ma immediata, in un opuscolo informativo cartaceo di 12 pagine. Opuscolo che aiuta anche nella comprensione di termini utilizzati in ambito ambientale. Da qui, l’idea di un cruciverba, alla fine del libretto, per apprendere in maniera giocosa. L’ape protagonista delle animazioni appartiene alla sottospecie autoctona siciliana Ape nera sicula (Apis mellifera sicula, il suo nome scientifico) la cui area di distribuzione naturale è la Sicilia occidentale. In quanto autoctona, l’ape sicula è un insetto ben adattato al clima mediterraneo caratterizzato da lunghi periodi di aridità. A partire dagli anni Settanta, conosce un lento declino che la porta a rischiare l’estinzione sia per la crescente domanda del mercato, che rincorre elevate produzioni e profitti, sia per i pochi apicoltori in grado di esercitare le laboriose tecniche di allevamento. E’ una specie instancabile, produce miele anche nei mesi più caldi. Un miele straordinario per la salute dell’uomo con proprietà antibatteriche e antifungine ed è Presidio Slow Food. Il ruolo dell’ape è determinante nella produzione di cibo: un boccone su tre si deve al lavoro degli impollinatori. Il loro declino mette a serio rischio la sicurezza alimentare mondiale e la salute degli ecosistemi.
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Al via seconda tappa di #CAMBIAGESTO contro l’inquinamento da mozziconi

ROMA (ITALPRESS) – E’ partita l’8 luglio, in occasione della Giornata del Mediterraneo, la seconda tappa di #CAMBIAGESTO, la campagna di sensibilizzazione per un corretto smaltimento dei mozziconi di sigaretta, coinvolgendo nuove città italiane: Cagliari, Cefalù, Genova, Reggio Calabria, Senigallia e Termoli.
Il Mar Mediterraneo è uno scrigno della biodiversità del nostro Pianeta perchè, pur avendo solo una superficie di circa l’1% di tutti gli oceani, ospita oltre 12,000 specie marine, tra il 4% e il 12% della biodiversità marina mondiale (ISPRA). La Giornata del Mediterraneo è dunque un’occasione per aumentare la consapevolezza sullo stato di salute dei nostri mari e sui pericoli che lo minacciano.
#CAMBIAGESTO mira a stimolare una presa di coscienza collettiva sul tema dell’inquinamento da mozziconi, con l’obiettivo di proteggere l’ambiente e tutelarne la biodiversità. I numeri parlano chiaro: è di 800.000 tonnellate il peso dei mozziconi dispersi ogni anno nell’ambiente in tutto il mondo, piccoli rifiuti che, se non gestiti correttamente, possono inquinare l’ecosistema terrestre e marino. #CAMBIAGESTO si propone di sostenere e rafforzare il senso di responsabilità individuale, incoraggiando l’adozione di comportamenti virtuosi e sostenibili per l’ambiente. Oltre alla distribuzione di materiale informativo e di oltre 270.000 portamozziconi tascabili messi a disposizione dei fumatori adulti, quest’anno la campagna compie un passo ulteriore grazie alla partnership con LifeGate, che prevede l’adesione al progetto LifeGate PlasticLess con l’attivazione di tre dispositivi “Seabin”, speciali cestini di raccolta dei rifiuti che galleggiano in acqua di superficie.
Per l’attivazione dei tre dispositivi “Seabin” sarà fondamentale la partecipazione attiva delle persone, attraverso la condivisione di post o storie con l’utilizzo dell’hashtag #CAMBIAGESTO.
Infatti, per mettere in funzione di ciascuno dei tre dispositivi Seabin saranno necessarie 500 condivisioni dell’hashtag #CAMBIAGESTO. I Seabin saranno attivati in tre grandi porti italiani entro la fine dell’anno e consentiranno di raccogliere rifiuti galleggianti dispersi nell’ambiente marino. Ogni Seabin può raccogliere fino a 500 kg di materiali galleggianti all’anno; ogni condivisione, dunque, corrisponderà a 1 kg di rifiuti raccolti.
“E’ attraverso i piccoli gesti quotidiani che ognuno di noi può fare la differenza ed è importante agire con responsabilità”, ha commentato Enea Roveda, Chief Executive Officer di LifeGate. “Con LifeGate PlasticLess il nostro obiettivo è sensibilizzare la popolazione sul tema dell’inquinamento da plastica e contribuire attivamente a risolvere un allarme ambientale che richiede misure urgenti”.
“#CAMBIAGESTO è parte fondamentale della nostra strategia di sostenibilità”, ha detto Michele Samoggia, Responsabile Comunicazione e Sostenibilità di Philip Morris Italia, che ha aggiunto: “L’inquinamento da mozziconi si risolve solo agendo sulla prevenzione grazie ad azioni sinergiche ed efficaci in grado di coinvolgere una pluralità di soggetti: aziende, tabaccherie, Istituzioni, Terzo settore. Per questo ci tengo a ringraziare tutti i partner coinvolti che, per il terzo anno consecutivo, rendono possibile insieme a noi #CAMBIAGESTO”. Il tour di #CAMBIAGESTO toccherà quest’anno 18 città italiane, le cui piazze, vie e coste ospiteranno azioni di sensibilizzazione svolte dalle associazioni partner: Retake, movimento no-profit attivo nell’ambito della tutela dell’ambiente, e Plastic Free, che da anni si impegna per coinvolgere la cittadinanza sui temi dell’inquinamento della plastica.
Promossa e finanziata da Philip Morris Italia, la campagna ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica ed è realizzata con il supporto di tanti volontari di Retakee Plastic Free, realtà da sempre impegnate con azioni di contrasto ai fenomeni del littering e del degrado ambientale.
#CAMBIAGESTO è una campagna nata nel 2019 con un progetto pilota lanciato sul litorale della Sicilia. A Mondello, infatti, ha avuto luogo la prima attività volta a sensibilizzare i fumatori verso comportamenti ambientali virtuosi, grazie a installazioni artistiche, la disposizione di contenitori specifici per la raccolta dei mozziconi sul lungomare, la distribuzione di materiale informativo e di posacenere tascabili. Il viaggio è proseguito nel 2019 e nel 2020 in altre 9 città d’Italia (Salerno, Palermo, Firenze, Roma, Bari, Livorno, Padova, Genova, Bologna) grazie alla collaborazione di Istituzioni locali, associazioni del Terzo settore, tabaccherie ed esercizi commerciali. Dall’inizio della campagna, che ha raggiunto 9 milioni di persone, sono stati coinvolte oltre 50.000 persone, tra volontari e cittadini, e oltre 100 tabaccherie.
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Da Comieco consigli di viaggio per scoprire 10 luoghi della carta

ROMA (ITALPRESS) – La carta è una risorsa preziosa che può tornare a nuova vita sotto forme sempre diverse con il ciclo del riciclo. La carta, grazie alla raccolta differenziata, è protagonista di un percorso virtuoso e sostenibile, un viaggio di trasformazione e rinascita. Proprio il concetto del viaggio ispira Cartoline da Comieco, un’iniziativa di Comieco – Consorzio Nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica – che in occasione della ripartenza del turismo e delle imminenti vacanze, propone percorsi turistici inediti dove a guidarci sarà proprio lei: la carta.
La storia di carta e cartone è intrecciata strettamente con quella dell’Italia: qui sono nate le prime cartiere del mondo occidentale, qui si sono sviluppate tecniche e saperi che hanno impattato sulla produzione culturale di mezzo mondo, qui – oggi – siamo ai vertici in Europa per il riciclo di questo materiale.
Ma pochi ancora lo sanno…pochi, purtroppo, ci prestano attenzione. Da qui nasce l’idea di Cartoline da Comieco.
“L’Italia non è fatta solo di sapori. E’ fatta anche di saperi, da proteggere e valorizzare perchè sono loro, sposandosi con l’attenzione alla sostenibilità, ad aver permesso al nostro Paese di raggiungere l’importante risultato dell’87% come tasso di riciclo per carta e cartone, superando con 10 anni di anticipo gli obbiettivi imposti dalla Comunità Europea entro il 2030 – dice Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco -. In Italia, alcuni territori sono stati proprio plasmati nel corso del tempo dalla carta, come se tutto ciò che riguarda la sua lavorazione fosse entrato a far parte del loro DNA lasciando un segno indelebile sul paesaggio urbano e rurale. Il risultato di questa alchimia sono tante perle incastonate qua e là per l’Italia, sconosciute al turismo di massa”.
Il Museo della Carta di Amalfi, la Biblioteca Capitolare di Verona, la Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno e la Via della Carta tra Lucca e Pistoia, il bosco di San Francesco ad Assisi, il Museo della cartapesta di Lecce, il Museo della Carta di Mele (GE), il Museo della carta e della Filigrana di Fabriano, la Biblioteca Malatestiana di Cesena e il Museo della Stampa di Lodi sono le proposte turistiche selezionate dal Consorzio per essere presentate e raccontate sui propri social (Facebook e Instagram: @comieco) e sul sito www.comieco.org lungo tutta questa estate italiana.
Cartoline da Comieco è – infine – anche un contest online in cui ogni cittadino potrà candidare un luogo che ha trovato particolarmente significativo per la sua sostenibilità o per la cura e il rispetto dell’ambiente. Partecipare è semplicissimo: basterà caricare una foto con i propri dati su www.comieco.org . Il vincitore del concorso verrà estratto a sorte tra tutte le segnalazioni pervenute e sarà ospite del Consorzio ad Ecomondo (Rimini) per ricevere un premio speciale e partecipare alla premiazione che avrà una ambassador d’eccezione: Simona Ventura.
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Siccità e crisi idrica, l’estate del 2035 raccontata da un podcast

MILANO (ITALPRESS) – Centoventisette giorni senza una goccia di pioggia, la temperatura media di 42 gradi, e d’improvviso niente più acqua dai rubinetti di casa. Benvenuti nell’estate del 2035, dove i fiumi sono completamente in secca, la criminalità organizzata porta clandestinamente gli italiani che se lo possono permettere fino in Scandinavia, e la gente è pronta a darsele di santa ragione per una bottiglietta d’acqua. Benvenuti nella Milano e nell’Italia di The Source, il primo podcast italiano di climate fiction che racconta gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici in un Paese governato dai nuovi influencer e che per 15 anni ha ignorato gli allarmi degli scienziati, ritrovandosi all’improvviso vittima della prima crisi idrica della storia.
Prodotto da Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, The Source si avvale delle voci di Massimiliano Loizzi e Fabrizio Biggio nel ruolo di due caustici conduttori radiofonici che si ritrovano a essere, grazie al ricorso a un bizzarro marchingegno chiamato Captator, e a seguito del blackout energetico che ha spento la voce a ogni emittente e ogni giornale, l’unica fonte di informazione di un’intera nazione.
“Volevamo raccontare uno scenario fantascientifico, ma realistico, legato ai cambiamenti climatici per dare un chiaro segnale: se non interveniamo adesso con investimenti e cultura sulle nostre risorse ambientali e idriche, lo scenario di The Source non è solo probabile ma certo”, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. “L’acqua, elemento vitale alla base della nostra esistenza, dev’essere tutelata e rispettata proprio come si fa con un essere vivente – aggiunge -. The Source vuole essere una satira intelligente e provocatoria che ci spinge a pensare, chiamandoci tutti in causa”.
Gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti. I 30 gradi all’ombra non fanno più notizia, bisogna arrivare ai 49,5 registrati a fine giugno in Canada per attirare davvero l’attenzione. In Italia, nel 2020 si è registrato un aumento della temperatura rispetto alla media storica di 1,65°. In tutto il mondo, il 25% della popolazione vive in una condizione di stress idrico e l’OCSE stima che diventerà il 40% entro il 2050. Ma già oggi 4 miliardi di persone, quasi una persona sue 2, vive già in aree caratterizzate da grave scarsità di acqua per almeno un mese all’anno (2030 Water Resources Group, ONU). Non solo: secondo i dati forniti dall’ONU, la crescita di eventi estremi a livello globale nell’ultimo decennio è aumentata del 50%. Tutto questo mentre gli italiani sono i primi in Europa per consumo di acqua, 220 litri pro capite al giorno.
Ascoltando The Source si prende a poco a poco consapevolezza, assieme ai due protagonisti, Rudy Belli e Daniel Cotenna, proprio dell’importanza cruciale dell’acqua e delle conseguenze drammatiche di una possibile crisi idrica su ogni aspetto della società e dell’economia: dal blackout energetico che di fatto blocca quasi tutte le attività produttive del Paese ai prezzi della frutta e degli ortaggi che in poche settimane superano i 20 o i 30 euro al chilo, fino al sistema dei media che si trova all’improvviso al buio e senza voce.
Senza abbandonare i toni comedy e satirici, The Source prova a raccontare un’Italia che si è appena rimessa in piedi all’indomani del cosiddetto decennio delle pandemie e che vede al governo una maggioranza che mette insieme una coalizione di nuovi influencer e youtuber che hanno abbandonato da tempo le istanze ambientaliste dei “vecchi” influencer degli anni ’20, mentre il Presidente della Repubblica è nientemeno che il virologo Roberto Burioni.
Al culmine della crisi idrica, si ascoltano i due protagonisti dai microfoni della loro emittente raccontare di posti di blocco dell’esercito in Valtellina e in Val d’Aosta, di bottigliette d’acqua pagate al mercato nero fino a 30 euro, di traffici illeciti delle statuette di Lourdes e di scafisti che portano gli italiani ricchi in motoscafo fino in Scandinavia, via Gibilterra per 20 mila euro.
Insomma, uno scenario tragicomico in cui solo gli scienziati di A.R.C.A. (Autorità di Ricerca Cambiamenti Ambientali) sembrano non rassegnarsi al corso degli eventi.
“Nel 2050, fra meno di 30 anni, la domanda mondiale di acqua dolce aumenterà del 55% e il 40% della popolazione soffrirà la sete. L’Italia, tra i 28 Paesi dell’Unione Europea, è quello con il maggior prelievo di acqua potabile (34,2 miliardi di metri cubi), ed è al primo posto per consumo pro-capite con 220 litri al giorno per abitante. Oggi, il Paese necessita di importanti investimenti infrastrutturali anche e soprattutto nel settore idrico, dove le perdite di rete sono superiori al 42%. Gruppo CAP, nel piano di Sostenibilità presentato nel 2019, ha fissato un importante obiettivo da centrare entro il 2033: ridurre gli sprechi di acqua potabile – stimati in 20 milioni di metri cubi – incentivando l’utilizzo di acqua depurata per usi come irrigazione e pulizie, passando dagli attuali 750mila metri cubi a ben 6 milioni di metri cubi”, conclude Russo.
The Source è solo l’ultima delle tante iniziative di sensibilizzazione sui temi ambientali ideate da Gruppo CAP. Nel 2020 l’azienda pubblica ha promosso l’operazione Let’s Green!, concorso nato con l’intento di premiare le buone pratiche di sostenibilità di cittadini e associazioni eleggendo i Comuni più green della Città Metropolitana di Milano.
Il podcast in 6 puntate è disponibile in modo totalmente gratuito, a partire dal 12 luglio su tutte le più popolari piattaforme (Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Podcast Addict, Deezer, Castbox, Podchaser, iHeartRadio).
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Da Enea nuove metodologie per monitorare microplastiche laghi

ROMA (ITALPRESS) – Indagare sul rischio microplastiche nei laghi, sviluppando un quadro metodologico standardizzato e innovativo per il campionamento, l’analisi e il monitoraggio della presenza di questo inquinante emergente nelle acque lacustri. E’ quanto si propongono i ricercatori dell’ENEA che fino al 13 luglio saranno impegnati nei laghi Maggiore, Como e Garda nella seconda fase del progetto Life Blue Lakes, coordinato da Legambiente, che prevede oltre all’attività di monitoraggio delle microplastiche anche il trasferimento dei dati alle istituzioni preposte alla salvaguardia ambientale e l’avvio di azioni dimostrative e di confronto con le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA).
L’occasione sarà la ripresa della campagna di Goletta dei Laghi in collaborazione con ENEA dopo lo stop dovuto all’emergenza Covid-19, per monitorare la salute dei laghi italiani e promuovere gli esempi virtuosi di gestione sostenibile.
Secondo gli ultimi dati dell’ENEA le particelle di plastica inferiori a 5 millimetri minacciano sempre di più i laghi italiani: nei bacini Maggiore, Como e Garda, monitorati dal 2016 al 2019, le concentrazioni delle microplastiche variano da 10 mila a 230 mila particelle/km2. In tutti questi laghi è risultata prevalente la presenza di frammenti e filamenti di polietilene (PE), polipropilene (PP) e polistirene (PS).
A livello operativo, il protocollo di monitoraggio che i ricercatori del Laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici finalizzeranno in autunno, sarà articolato in quattro fasi, ciascuna per i tre elementi analizzati (acqua superficiale, colonna e sabbie): l’analisi preliminare, il piano di monitoraggio, le attività in situ e in laboratorio. Le informazioni saranno poi estese ai referenti tecnici delle ARPA durante uno specifico corso di formazione, un trasferimento di conoscenze importante anche in considerazione dell’entrata in vigore della nuova Direttiva 2020/2184 dell’Unione europea, che impone il controllo della presenza delle microplastiche nelle acque potabili e ne richiede l’armonizzazione dei metodi di analisi.
“Si tratta di una tappa fondamentale di Life Blue Lakes, che segna il proseguimento del percorso di collaborazione e trasferimento di conoscenze e modalità operative iniziato già lo scorso anno con i tecnici dell’ARPA Umbria, partner di progetto sull’attività di campionamento delle microplastiche, alla quale seguirà nel periodo autunnale la fase in laboratorio”, sottolinea Maria Sighicelli del Laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici. “Non esiste ancora – aggiunge – una standardizzazione di metodi e programmi relativi al monitoraggio delle microplastiche nei bacini lacustri, il nostro obiettivo pertanto è recuperare il gap relativo al quadro conoscitivo e metodologico già molto avanzato per l’ambiente marino, per il quale invece molto è stato fatto negli ultimi anni.”
Tra gli obiettivi di Life Blue Lakes anche l’attività di sensibilizzazione, promozione e divulgazione al grande pubblico: prossimo appuntamento il 17 luglio, nell’ambito del Festival di Pergine (Trento), con l’evento “Monday”, uno spettacolo teatrale dove arte e scienza si incontrano, si confrontano, si contaminano, alla ricerca di nuovi linguaggi, nuove affinità e nuovi spazi.
Finanziato nell’ambito del programma europeo Life con il contributo di PlasticsEurope, il progetto Life Blue Lakes riunisce oltre a ENEA nel ruolo di partner scientifico e Legambiente in quello di coordinamento, Arpa Umbria, Autorità di Bacino dell’Italia Centrale, Global Nature Fund, Lake Constance Foundation e Università Politecnica delle Marche.
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Utilities puntano su digitale, economia circolare e decarbonizzazione

ROMA (ITALPRESS) – Digitale, economia circolare, decarbonizzazione. Sono i tre capisaldi – insieme all’attenzione alla salute e alla sicurezza sul lavoro, alla parità di genere e all’integrazione della sostenibilità nel modello di business – che emergono dal rapporto di sostenibilità 2020 “Le Utilities italiane per la transizione ecologica e digitale” messo a punto da Utilitalia, la Federazione delle imprese di acqua, ambiente e energia, in collaborazione con la Fondazione Utilitatis.
Le aziende associate che hanno risposto all’indagine – che rappresentano l’84% dei ricavi complessivi e il 77% dei lavoratori del settore – interessano 37 milioni di italiani per il servizio idrico, 21 milioni per l’ambiente, quasi 11 milioni per il gas e oltre 6 milioni per l’energia.
Il valore aggiunto annuale del settore – si osserva nel rapporto – è di 10,4 miliardi. Per quanto riguarda la digitalizzazione, gli investimenti sono stati pari a 342 milioni (6,2 euro per abitante); 56.732 sono i chilometri quadrati di reti idriche distrettualizzate, mentre i contatori intelligenti del gas installati sono circa 3 milioni (67% del totale). Il capitolo decarbonizzazione è ritenuto fondamentale: gli investimenti sono pari a 450 milioni (8,2 euro per abitante). Numerosi gli esempi concreti: dall’energia prodotta da serre rinnovabili, agli oltre 5mila mezzi a basso impatto ambientale fino al 42% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Gli investimenti in economia circolare sono pari a 280 milioni (5,4 euro per abitante), con un tasso di riciclo che arriva al 78%.
Quanto all’integrazione della sostenibilità nel business, il 57% delle aziende pubblica un rapporto di sostenibilità e il 23% ha previsto una struttura dedicata. Molta attenzione alla salute e alla sicurezza sul lavoro (il 60% delle aziende monitorano i near miss, i mancati incidenti) e alla parità di genere, con una percentuale di donne nei consigli di amministrazione che arriva al 34,2%.
“Le utilities – osserva la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – rappresentano un settore strategico per l’Italia. Un settore la cui rilevanza è data sia dal valore economico generato per gli azionisti, sia dalla qualità dei servizi offerti agli utenti, siano essi cittadini, imprese o enti locali. Energia, ciclo idrico e servizi ambientali sono imprescindibili per la vita di tutti noi. Siamo consapevoli di essere parte attiva, ed essenziale, del progresso del Paese; per questo, ci siamo strenuamente impegnati nell’anno appena trascorso: un anno segnato dal dramma umano, sociale ed economico della pandemia”.
La seconda parte del rapporto valuta le performance nei settori dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia rispetto a diversi parametri: obiettivi normativi e regolamentari, media italiana, media delle aziende associate alla Federazione e media delle aziende “Utilitalia 15”, ossia le 15 aziende associate che ottengono le migliori performance di sostenibilità. Nel caso dell’acqua, le perdite percentuali di rete in Italia si assestano al 42%, dato che scende al 37% nel caso delle “Utilitalia 15”; mentre il dato nazionale sulla qualità dell’acqua depurata passa dall’87% al 91% delle migliori 15 aziende. Per quanto riguarda i rifiuti, la raccolta differenziata delle aziende più votate alla sostenibilità raggiunge il 69% (contro una media italiana del 61%), mentre lo smaltimento in discarica crolla al 4% (media italiana 21%). Sul fronte dell’energia, gli investimenti per abitante delle “Utilitalia 15” sono passati tra il 2018 e il 2019 da 60 a 74 euro per abitante, e gli smart meter gas in esercizio dal 48% al 70%.
“Questi dati – conclude Castelli – dimostrano che investire nella sostenibilità non rappresenta solo una strada obbligata nel percorso verso la transizione ecologica, ma assicura ormai migliori performance aziendali a vantaggio delle comunità servite. Sostenibilità, resilienza, circolarità, decarbonizzazione, innovazione, responsabilità, disciplina di governance e di gestione: sono le parole chiave del cammino che le utilities hanno intrapreso e percorreranno negli anni a venire, per lo sviluppo del Paese”.
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