ROMA (ITALPRESS) – ” Il Recovery plan è solo la scintilla, il motore di partenza di una trasformazione che durerà 30 anni. L’obiettivo principale è ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra del 50% rispetto al 1990. La tappa successiva è il 2050. L’Europa da sola produce il 9% dell’anidride carbonica mondiale, se non partecipano tutti allo sforzo di decarbonizzazione le conseguenze le pagheremo a livello mondiale. L’Europa e il mondo intero devono essere uniti verso questo obiettivo consentendo ai Paesi in via di sviluppo di avere la propria crescita in maniera sostenibile”. Così il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, durante l’evento “Live in Firenze” su Sky Tg24. “La transizione ecologica è necessaria. I problemi dell’ambiente sono strettamente collegati e a breve si rifletteranno su quello della salute” ha aggiunto.
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Cop26, Cingolani “Tutti devono contribuire alla decarbonizzazione”
Veicoli adibiti al trasporto su strada, nuovi criteri ambientali minimi
ROMA (ITALPRESS) – E’ stato firmato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani il documento che regolamenta “Criteri Ambientali Minimi per l’acquisto, leasing, locazione, noleggio di veicoli adibiti al trasporto su strada”. Criteri che entreranno in vigore dopo 120 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, prevista per metà luglio. Il nuovo documento di CAM rivede ed aggiorna i criteri ambientali minimi per l’acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada, contribuendo a limitare le emissioni di inquinanti dei veicoli e di altri impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita (produzione, uso, manutenzione, smaltimento, compreso lo smaltimento delle batterie di trazione nel caso di veicoli elettrici). Come noto, è oramai necessario realizzare una mobilità sostenibile attraverso l’uso di veicoli puliti e ad emissioni zero. Ovviamente al contempo è necessario investire anche nelle infrastrutture adeguate ed in una nuova configurazione dei depositi dei mezzi pesanti su gomma, contemplando l’installazione di un adeguato numero di colonnine elettriche, impianti fotovoltaici ed impianti di rifornimento ad idrogeno.
Dal 1 agosto 2019 è entrata in vigore la direttiva 2019/1161/UE “Modifica alla direttiva 2009/33/CE relativa alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada” il cui recepimento da parte degli Stati membri è previsto entro il 2 agosto 2021. La direttiva impone agli Stati membri di assicurare attraverso le amministrazioni aggiudicatrici, per taluni veicoli adibiti al trasporto su strada, la promozione di un mercato di veicoli puliti e a basso consumo energetico. Infatti, la direttiva europea fissa per ciascuno Stato Membro degli obiettivi minimi per gli acquisti verdi pubblici di veicoli puliti, e per l’Italia sono i seguenti: 38,5 % al 2025 e 2030 per i veicoli leggeri; 10% al 2025 e 15% al 2030 per gli autocarri; 45% al 2025 e 65% al 2030 per i bus.
Seguendo proprio quanto indicato nella direttiva (UE) 2019/1161, le specifiche tecniche, per le diverse categorie di veicoli considerate, includono soglie minime di acquisto/locazione/noleggio e leasing di veicoli “puliti”.
I Criteri Ambientali Minimi per la fornitura di veicoli adibiti al trasporto su strada incentivano applicazioni di soluzioni del tipo “prodotto come servizio” per ridurre il consumo di materiali grezzi, considerano carburanti alternativi sostenibili per il trasporto e mirano a ridurre rifiuti e inquinamento. Le batterie ed i veicoli sostenibili sono alla base della mobilità del futuro. La Commissione europea proporrà un nuovo quadro normativo per tutte le tipologie di batterie, con regole sul contenuto di riciclato e misure per migliorare i tassi di raccolta e riciclaggio. La Commissione europea proporrà, inoltre, anche disposizioni vincolanti in materia di contenuto di plastica riciclata e misure di riduzione dei rifiuti per prodotti quali imballaggi, materiali da costruzione e veicoli. Pertanto, in piena sintonia con i programmi normativi comunitari.
I CAM prevedono criteri premianti volti a: valorizzare i veicoli con materiali plastici riciclati e plastiche bio-based, purchè anche la materia prima di origine naturale sia anch’essa positivamente valutata per i suoi impatti ambientali e sociali, al fine di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili; valorizzare l’ecodesign degli accumulatori per la trazione dei veicoli elettrici al fine di renderli più efficienti e recuperabili, nonchè premiare la pratica effettuata da parte dei produttori volta sistematicamente al riciclo delle batterie esauste come accumulatori di energia stazionaria rinnovabile oppure al recupero dei metalli degli accumulatori esausti.
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A Milano ‘L’economia post pandemia: verso la circolarità’
MILANO (ITALPRESS) – Si è svolto a Milano l’incontro “L’Economia post pandemia: verso la circolarità”, moderato dal giornalista Enrico Sassoon. L’evento, patrocinato dal Comune di Milano, è stato promosso da Energie Sociali Jesurum, da Aida Partners e da Innovazione Circolare, la nuova startup che guiderà altre startup e PMI verso l’attuazione di modelli di business più sostenibili e digitali.
Obiettivo dell’evento è stato quello di ragionare sui futuri scenari economici nel periodo post pandemico. L’emergenza Covid-19 ha infatti portato con sè una crisi economica mondiale, ma anche una consapevolezza: sarà possibile superare, a livello mondiale e nazionale, questo complicato momento storico grazie all’adozione di modelli economici più sostenibili da parte di istituzioni, imprese e cittadini. Tuttavia, questa consapevolezza è destinata a durare o è solo uno dei nuovi trend emersi dalla situazione emergenziale e quindi destinati a non essere un reale “cambiamento di paradigma”?
“L’emergenza sanitaria ha accelerato alcune trasformazioni che erano già in atto nella nostra società – ha etto il sindaco Giuseppe Sala – A Milano, l’impegno ad attuare una reale transizione ambientale ci spinge tutti – pubblico e privati – a cambiare la rotta, in vista di una ripartenza che sia sostenibile a livello sociale, economico e ambientale. L’economia circolare si nutre di azioni concrete per ridurre gli sprechi, di riuso e recupero dei materiali per dare nuova vita alle cose, dei progressi della scienza e della tecnologia, per questo stimolerà la diffusione e la definizione di nuove professionalità. Mai come oggi abbiamo bisogno di un nuovo approccio nei sistemi produttivi e nei modelli di consumo”.
La Deputata Parlamentare Rossella Muroni ha invece affermato: “L’economia circolare è il vero paradigma del cambiamento necessario per fare della sostenibilità ambientale non un vincolo ma un’opportunità di nuova economia. Il recupero dei materiali, l’innovazione tecnologica, le filiere produttive collegate sono i cardini su cui sviluppare nuovi posti di lavoro qualificati. Nell’era dell’economia circolare anche i cittadini cambiano ruolo: da semplici ed inconsapevoli utenti-consumatori ad attori protagonisti fornitori di materia prima”.
“Credo fortemente nel paradigma della circolarità, che con la mia esperienza nel pubblico/privato ho da un certo punto di vista già potuto sperimentare. L’affermazione di un modello circolare di economia ritengo sarà centrale nel mondo post pandemia per le realtà aziendali e pubbliche. E in questa nuova ottica, non più basata sulla linearità, il dialogo sinergico tra pubblico e privato assumerà un ruolo sempre più strategico” ha sottolineato Michela Jesurum, CEO di Energie Sociali Jesurum.
“Ci attende un futuro complesso e tecnologicamente avanzato, che non può non essere caratterizzato da pratiche sostenibili. Innovazione Circolare nasce quindi come strumento abilitatore alla sostenibilità. Abbiamo capito che non basta parlarne da predicatori o consulenti, perchè la consapevolezza non basta più. Occorre misurare e certificare il livello di sostenibilità e innovazione, rappresentarlo digitalmente e permetterne il trasferimento di proprietà per attivare meccanismi virtuosi di monetizzazione, scambio e valorizzazione” ha detto Giovanni Abelli, Vice Presidente di Innovazione Circolare, che ha anche raccontato le ultime novità della startup nata dall’esperienza ultraventennale di professionisti e imprenditori (Aida Partners, Giovanni Abelli e Umberto Bernasconi).
Tra queste un progetto di ricerca, sviluppo e innovazione per la creazione di una piattaforma che si avvarrà delle nuove tecnologie per misurare, registrare, rappresentare e valorizzare il livello di sostenibilità e innovazione digitale. Il progetto è pensato e diretto insieme al partner strategico AZZEROCO2, in collaborazione con alcuni dipartimenti universitari, tra cui il Dipartimento di Economia dell’Università di Udine.
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Acea si aggiudica finanziamento Horizon 2020 per Green deal europeo
ROMA (ITALPRESS) – Acea, attraverso le proprie società Acea Elabori e Simam, insieme all’Università Politecnica delle Marche e altri partner di nove diverse nazionalità, ha ottenuto un finanziamento di 12 milioni con il progetto Promisces, che è risultato vincitore di una call del programma europeo Horizon 2020 dedicata alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal. Con un punteggio tecnico di 15/15, Promisces, acronimo di Preventing Recalcitrant Organic Mobile Industrial chemicalS for Circular Economy in the Soil-sediment-water system, è stato uno dei soli due progetti ammessi al finanziamento, su un totale di 90 richiedenti, nell’ambito della call LC-GD-8-1-2020 (Innovative, systemic zero-pollution solutions to protect health, environment and natural resources from persistent and mobile chemicals).
Promisces è un programma innovativo volto a prevenire la circolazione di composti organici inquinanti all’interno di acqua, suolo e sedimenti, grazie allo sviluppo industriale di nuove soluzioni tecnologiche per implementare le strategie europee in merito a “systemic zero-pollution” e “Circular Economy”.
Acea Elabori si focalizzerà nello sviluppo di nuove tecniche analitiche per identificare e quantificare inquinanti, avvalendosi della sua esperienza di ricerca e degli investimenti tecnologici attuati nel corso degli anni. Simam concentrerà invece le sue capacità ingegneristiche e industriali sullo sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento dei percolati di discarica, orientandosi anche al recupero di materia.
Il raggiungimento di questo prestigioso finanziamento europeo testimonia l’efficacia del modello di ricerca partecipata promosso da ACEA, basato sul mettere a sistema le capacità tecniche-realizzative d’eccellenza presenti all’interno del Gruppo con il sapere degli enti di ricerca. Il risultato conseguito in ambito europeo, in un contesto fortemente competitivo, oltre a rafforzare il consolidamento di Acea – attraverso il polo tecnologico di Acea Elabori – nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, rappresenta un’ulteriore conferma del ruolo prioritario della sostenibilità ambientale all’interno delle strategie e dei valori aziendali.
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Nasce Aeroporti 2030 per rilanciare la sostenibilità ambientale
ROMA (ITALPRESS) – Nasce Aeroporti 2030, la nuova associazione che raggruppa gli scali di Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Venezia, Treviso, Verona, Brescia, con l’obiettivo di rafforzare e promuovere l’innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale degli aeroporti italiani. Come presidente è stato indicato Alfonso Celotto, avvocato, professore ordinario di Diritto Costituzionale che guiderà gli aeroporti fondatori e quelli che aderiranno verso il futuro del settore aviazione, assicurando un valore aggiunto alla crescita ed evoluzione del sistema. Per i 5 scali, che insieme rappresentano circa il 40% del traffico italiano, è divenuto infatti prioritario imprimere una svolta radicale al sistema, partecipando proattivamente al cambiamento in atto. In un mondo profondamente cambiato dalla pandemia è necessario proiettarsi verso una visione innovativa che garantisca il decollo della connettività del futuro, abbandonando gli stereotipi del passato.
Una strategia che per ADR, primo polo aeroportuale italiano, settimo a livello europeo, da tre anni consecutivi campione di qualità in Europa e unico aeroporto al mondo premiato dall’UNWTO per la propria strategia sostenibile, significa puntare su digitalizzazione, sicurezza, innovazione e sostenibilità ambientale.
Gli scali di Fiumicino e Ciampino hanno annunciato l’annullamento delle emissioni di CO2 al 2030, con largo anticipo rispetto ai riferimenti europei di settore e Aeroporti di Roma è stato il primo gestore aeroportuale al mondo a lanciare un Sustainability-Linked Bond, che collega direttamente il costo del debito ai risultati di sostenibilità effettivamente raggiunti. Sull’innovazione, il “Leonardo da Vinci” è uno dei primi aeroporti a sperimentare il controllo biometrico del volto per le operazioni di imbarco dei passeggeri e pronto al lancio imminente di un progetto di open innovation.
Un percorso intrapreso da tempo dal Gruppo SAVE, che gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia secondo piani di sviluppo caratterizzati da obiettivi di sostenibilità, che si declinano nell’adozione di sistemi energetici più efficienti, in tecnologie a ridotto impatto ambientale, nel continuo controllo e monitoraggio delle emissioni, nelle relazioni con le comunità locali per la determinazione delle opere di mitigazione e compensazione a favore dei territori sui cui incidono gli scali. L’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo scalo intercontinentale nazionale, ha aderito all’impegno “net zero emissions by 2050” con la prospettiva di anticipare tale data al 2030 e nel 2019 è stato selezionato da ENEA quale opinion leader per l’efficientamento energetico nell’ambito della Campagna Nazionale “ItaliainClasseA” finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico. L’ubicazione dell’aeroporto di Venezia lungo una propaggine di terra bonificata dalla laguna e l’appartenenza ad un ricco e complesso ecosistema lo rendono un modello di riferimento rispetto all’equilibrio tra antropizzazione e natura.
“La costituzione di questa associazione che sono onorato di rappresentare – ha dichiarato Alfonso Celotto – testimonia la volontà dei principali player del sistema aeroportuale italiano di stare al passo con i tempi e guardare con determinazione al futuro. Non bisogna guardare più soltanto al “qui e ora” ma bisogna pensare al futuro attraverso il presente. Lo sviluppo digitale, la sostenibilità, la globalizzazione rendono i trasporti una delle principali sfide del nostro futuro. Un futuro connesso, collegato e veloce in cui trasporti e logistica assumeranno un ruolo sempre più strategico e decisivo. Oggi il settore aeroportuale sconta le difficoltà della crisi pandemica. Ma sappiamo bene che le crisi sono anche momenti di passaggio e di crescita: appena passerà la crisi, si ripartirà in maniera ancora più rapida di prima e così gli aeroporti che avranno fatto i maggiori passi in avanti in termini di transizione sostenibile e innovazione saranno in posizione di vantaggio, dimostrandosi soggetti di sistema pronti a contribuire fattivamente al cambiamento e alla ripartenza del nostro Paese in un quadro sempre più mondiale”.
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Conad, nel Bilancio di Sostenibilità l’impegno per l’ambiente
BOLOGNA (ITALPRESS) – Conad, prima insegna della Grande Distribuzione in Italia, ha presentato il Bilancio di Sostenibilità 2020, fotografando l’impegno del Sistema – formato da un Consorzio nazionale, 5 Cooperative principali e oltre 2.300 Soci imprenditori – per un futuro responsabile, evidenziando i risultati raggiunti in ambito ambientale, sociale ed economico. Si tratta di un impegno che da sempre caratterizza il modo di fare business dell’insegna Conad, con azioni concrete basate sulla partecipazione e sull’inclusività, supportando la crescita e il benessere delle Comunità in cui opera ogni giorno.
“Conad si conferma come generatore di valore ambientale, sociale e economico, in linea con la strategia di sostenibilità concreta “Sosteniamo il Futuro” che valorizza le tre dimensioni dell’agire sostenibile del sistema Conad a favore delle comunità in cui opera: Ambiente e Risorse, Persone e Comunità, Imprese e Territorio”, si legge in una nota.
“Da quando siamo diventati l’insegna leader della Grande distribuzione in Italia, siamo consapevoli di dover assumere responsabilità sempre maggiori nei confronti dei territori in cui operiamo”, ha commentato Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad. “Quando parliamo di “Persone oltre le cose” o diciamo che “la Comunità è più grande”, è perchè siamo consapevoli di dover dare un contributo concreto allo sviluppo del Paese, costruendo sostenibilità economica e sociale, e dando il buon esempio in un comparto che ha il dovere di rivedere le proprie logiche produttive e distributive. Sono grato a tutte le persone che hanno reso possibile questo risultato, lavorando insieme, nel nome di un interesse superiore a quello economico, pensando al futuro delle loro aziende e dei loro figli”.
Nel 2020 il Sistema Conad ha investito 30 milioni di euro in iniziative sociali a favore delle Comunità: donazioni per la ricerca contro il Covid-19, interventi a sostegno della scuola e delle nuove generazioni, azioni di supporto alle persone più fragili e bisognose. Ciò si aggiunge a una presenza particolarmente capillare sul territorio, con particolare riferimento ai piccoli Comuni italiani: sono infatti quasi 500 i punti vendita Conad nei Comuni sotto i 5mila abitanti, a testimonianza di un’insegna che, oltre a servire la Comunità, riveste anche un ruolo importante di presidio sociale.
“Conad è anche un importante generatore di sviluppo economico sul territorio a favore della filiera agroalimentare italiana, con particolare riferimento alle PMI – prosegue la nota -. Sono infatti oltre 5.400 i fornitori locali di beni alimentari a cui Conad – attraverso le 5 cooperative principali associate – ha fornito accesso alla Grande Distribuzione per la vendita dei propri prodotti, per un giro d’affari complessivo pari a 2,1 miliardi di euro. Questo valore di fatturato sviluppato nei nostri negozi ha generato effetti a cascata sull’indotto in termini di benessere ed occupazione, creando ulteriori opportunità di sviluppo economico per le comunità, stimolando l’imprenditorialità locale per un valore economico di ben 11,9 miliardi di euro, distribuito a personale, Soci, fornitori, Pubblica Amministrazione e comunità”.
A livello ambientale, particolare attenzione è dedicata alla gestione della logistica, che rappresenta una leva importante grazie alle oltre 7 milioni di tonnellate di merci movimentate e la presenza capillare sul territorio che contraddistingue l’insegna. In quest’ambito, Conad ottimizza carichi e tratte, sviluppando intermodalità e, ricercando collaborazione da parte di tutti gli attori della filiera. Con 5 hub e 48 centri di distribuzione regionale, Conad riduce le emissioni di CO2 grazie all’innovativo modello di trasporto franco fabbrica e grazie all’ammodernamento della flotta di automezzi.
“Grazie a queste iniziative, Conad è riuscita – nonostante un forte incremento delle merci movimentate (+19%) – a contenere il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni di CO2, in crescita solo del 9%, a segnale di una maggiore efficienza del sistema logistico. Altre leve su cui Conad sta da tempo lavorando per minimizzare il suo impatto sull’ambiente è il packaging dei prodotti a marchio Conad, privilegiando la riciclabilità, l’impiego di materiali riciclati, biodegradabilità, compostabilità e l’ecodesign, il riutilizzo delle cassette dei prodotti freschi e interventi di compensazione delle emissioni, con progetti di piantumazione e installazione arnie a tutela della biodiversità, oltre alla gestione del 95% dei prodotti a marchio attraverso il pallet pooling, con ricadute importanti in termini di riduzione delle emissioni da stoccaggio e trasporto. Infine, completano l’attenzione alla sostenibilità ambientale di Conad il benessere animale, l’utilizzo preferenziale di materie prime con certificazioni di sostenibilità e lo sviluppo di referenze senza antibiotici. Il Bilancio di Sostenibilità 2020 di Conad è stato realizzato in collaborazione con AzzeroCO2, società nata nel 2004 da Legambiente e Kyoto Club, con l’obiettivo di progettare e realizzare soluzioni che permettano alle aziende di creare benessere condiviso per tutti gli stakeholder e ridurre il proprio impatto sull’ambiente”.
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Clima, aiuti Ue per le regioni più colpite dalla transizione
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva l’accordo raggiunto ad aprile tra i negoziatori dello stesso Parlamento e del Consiglio per il prestito del settore pubblico (Public sector loan facility – PSLF) che mira a sostenere gli investimenti degli enti pubblici nei territori più negativamente colpiti dalla transizione climatica.
Lo strumento consiste in sovvenzioni per 1,5 miliardi di euro dal bilancio UE, e da prestiti per 10 miliardi di euro dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). Questi fondi dovrebbero mobilitare tra i 25 e i 30 miliardi di euro di investimenti pubblici nei prossimi 7 anni.
Tra i principali miglioramenti ottenuti dai deputati nel corso dei negoziati figurano “un aumento della componente di sovvenzione per le regioni meno sviluppate del 25% della componente di prestito, un’assistenza finanziaria per la preparazione di proposte per i progetti destinati a beneficiare delle risorse dello strumento, delle disposizioni per far sì che i valori fondamentali dell’UE, la protezione dell’ambiente e l’uguaglianza di genere siano rispettati dai beneficiari, dei criteri di assegnazione per determinare quali progetti scegliere, nel caso le richieste dovessero superare risorse disponibili. I progetti scelti saranno quelli promossi dai beneficiari situati nelle regioni meno sviluppate e quelli con i piani di decarbonizzazione e che sosterranno progetti che contribuiscono direttamente al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell’Unione per il 2030 e della neutralità climatica dell’UE entro il 2050”.
L’accordo è stato approvato con 635 voti a favore, 35 contro e 21 astensioni.
Lo strumento di prestito per il settore pubblico è un pilastro del meccanismo per una transizione giusta, che include anche l’istituzione del Fondo per una transizione giusta e una componente specifica nell’ambito di InvestEU. L’obiettivo generale è quello di raggiungere la neutralità climatica dell’UE in modo efficace ed equo, senza lasciare indietro nessuno. Più concretamente, lo strumento deve contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione per il 2030 e di un’economia a neutralità climatica entro il 2050.
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Transizione ecologica, 200 mln per scuole, ospedali e impianti sportivi
ROMA (ITALPRESS) – Pubblicato il bando per l’accesso ai 200 milioni di euro destinati alla riqualificazione energetica di scuole, strutture sanitarie e impianti sportivi di proprietà pubblica. Una manovra varata nel segno della Transizione Ecologica, finalizzata alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico ed idrico che consentano un miglioramento nel parametro di efficienza energetica dell’edificio di almeno due classi energetiche. Il finanziamento massimo che si può richiedere per singolo edificio è di due milioni di euro.
“La maggior parte degli edifici italiani nasce prima della previsione dei nuovi criteri per il risparmio energetico, per questo stiamo predisponendo una grande campagna per l’efficientamento energetico e la riqualificazione degli edifici – spiega Vannia Gava, Sottosegretaria al MiTE -. Non solo super bonus, che va esteso anche alle strutture alberghiere di un Paese a grande vocazione turistica, ma altre iniziative pratiche e già pronte come il rilancio del Fondo Kyoto. Anche oggi un altro passo nel cammino della transizione”.
Sulla scorta delle precedenti esperienze di finanziamento, il nuovo Fondo Kyoto è destinato a finanziare la riqualificazione energetica di circa 250 edifici, comprese Università, centri sociosanitari, palestre, piscine e tutte le strutture di proprietà di Enti pubblici. Un prestito a tasso agevolato (0,25% di interesse, durata massima 20 anni) cumulabile con il conto termico e con altre forme di aiuto economico. Le domande di ammissione al bando devono essere compilate attraverso il portale informatico messo a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti (soggetto gestore del Fondo) e inoltrate a mezzo PEC ai seguenti indirizzi: [email protected] e [email protected].
La procedura di ammissione a finanziamento è effettuata secondo l’ordine cronologico di ricezione delle istanze, fino ad esaurimento dei fondi disponibili, pari a 200 milioni di euro.
Le modalità e i requisiti di partecipazione sono disciplinati dal decreto interministeriale 11 febbraio 2021, n. 65.
L’Avviso di apertura dei termini è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale del 22 giugno 2021. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 19 dicembre 2021.
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