ROMA (ITALPRESS) – Per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, le aziende italiane del settore idrico sono pronte a mettere in campo investimenti per circa 11 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. E’ questa la conclusione di un’analisi messa a punto da Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua, ambiente ed energia) incrociando le linee di investimento previste dal Recovery plan con i progetti delle aziende associate candidabili a essere finanziati dal PNRR. L’indagine è stata presentata oggi in occasione del Festival dell’Acqua.
Il PNRR destina 3,5 miliardi alla componente “Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo”. Tra quello che viene messo in campo e quanto potrebbe essere investito la discrepanza è quindi di circa 10,5 miliardi.
Dall’indagine è emerso che 7,8 miliardi dovrebbero essere destinati a interventi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico delle aree urbane e una maggiore resilienza delle infrastrutture; altri 3,1 miliardi di euro sono invece stati stimati per contrastare il fenomeno delle dispersioni idriche, per un totale di 10,9 miliardi per progetti dedicati al contrasto ai cambiamenti climatici. Se si considerano anche i circa 3 miliardi di investimenti per il comparto della fognatura e della depurazione, il totale arriva a 14 miliardi.
L’Italia ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di situazioni climatiche estreme, in termini di temperature raggiunte nonchè di scarsità, ma anche di abbondanza di precipitazioni. Ciò ha causato diffusi regimi idrologici di magra, la mancata ricostituzione delle scorte naturali (nevai, ghiacciai, falde, laghi) e una maggiore richiesta di acqua per qualunque attività umana. Il settore idrico è chiamato a tener conto dei rischi naturali derivanti dal clima che cambia, e deve necessariamente implementare sistemi innovativi che consentano non solo l’uso razionale della risorsa e il riuso della stessa, ma anche interventi per l’adattamento al rischio climatico ed idrogeologico.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – spiega il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo – non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Solo un massiccio piano di investimenti potrà quindi consentire di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare i periodi fortemente siccitosi”.
Su questo fronte molto bisognerà fare – osserva Utilitalia – puntando sulla grande opportunità storica offerta dal Next Generation EU, e sulla sua capacità di sostenere la ripresa economica in chiave di sostenibilità.
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PNRR, dalle aziende dell’acqua 11 mld di investimenti per il clima
La lotta al Covid frena quella all’inquinamento da plastica
ROMA (ITALPRESS) – Due miliardi di tonnellate è la quantità di rifiuti che un mondo sempre più popolato produce ogni anno. Una quantità enorme che potrebbe crescere del 70% entro il 2050. E il fenomeno ha da qualche anno un simbolo: la plastica. Il biennio 2020/2021 avrebbe dovuto segnare la svolta nella lotta dei rifiuti di plastica in natura, che minacciano le specie – in particolare le tartarughe marine – e inquinano gli habitat. Ma il contrasto all’emergenza provocata dal Covid-19 ha riacceso la sfida contro questo nemico, che si ripresenta nell’utilizzo di numerosi oggetti usa e getta, come le mascherine monouso fatte in fibre di plastica. Lo spiega il WWF Italia nel suo ultimo paper “La lotta al Covid frena quella all’inquinamento da plastica” in cui si approfondisce la questione a oltre un anno dall’inizio della pandemia.
Nel 2019, sono state 368 milioni le tonnellate di plastica prodotte globalmente. Una buona notizia è che la produzione in UE è, anno dopo anno, in leggera ma costante diminuzione. La cattiva però è che la plastica è ancora troppa e facciamo fatica a smaltirla: nel 2019 ne abbiamo prodotte ben 57,9 milioni di tonnellate, di cui il 40% è costituito da imballaggi. Questa evidenza ha portato l’UE a varare la cosiddetta Plastic Tax, una tassa entrata in vigore da gennaio 2021 e da luglio in Italia. Sempre dal 1° gennaio 2021 per l’UE diventa inoltre più difficile usare i Paesi in via di sviluppo come “discarica” per la plastica in applicazione della Convenzione di Basilea. E ancora, nel 2021 banditi piatti, posate e cannucce di plastica grazie all’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2019/904 il cui scopo è eliminare l’usa e getta e promuovere un approccio circolare ai consumi. Questa Direttiva, però, sta facendo i conti con l’attuale pandemia.
Se la sfida per fermare l’inquinamento da plastica non era facile prima del Covid, lo è ancora di meno ora che si è aggiunto il nuovo enorme problema delle mascherine. Realizzate in fibre di plastica e usate in tutto il mondo nel tentativo di proteggerci e contenere i contagi, le mascherine monouso sono diventate l’emblema di quest’ultimo anno. Si parla di 7 miliardi di mascherine ogni giorno a livello globale. La sola UE ne consuma circa 900 milioni al giorno: in peso sono circa 2700 le tonnellate che finiscono tra i rifiuti (o disperse in natura). Peraltro, essendo costituite da plastica composita e potenzialmente infette, non possono essere avviate al recupero e riciclo.
La mala gestione e la dispersione di questi usa e getta stanno acuendo il dramma dei rifiuti plastici che inquinano e soffocano oceani ed ecosistemi terrestri. In acqua, le mascherine tendono a galleggiare, ma ne esistono di più pesanti, che affondano o restano sospese a tutte le profondità. Sono stati già osservati pesci, tartarughe, mammiferi marini e uccelli che le hanno ingerite intere o sono rimasti vittime degli elastici. La mascherina, inoltre, dopo poche settimane di permanenza nell’ambiente si frammenta in microfibre, che possono accumulare e rilasciare sostanze chimiche tossiche e microrganismi patogeni. Ciò che si è dimostrato necessario per la salvaguardia della nostra salute ha un caro prezzo per l’ambiente.
Solo nell’ambiente marino, il numero di specie colpite da rifiuti plastici (di varia natura e di varie dimensioni) è aumentato di oltre il 159% nel periodo 1995-2015 (passando da 267 a 693 specie e nei due anni successivi, dal 2015 al 2018, è ulteriormente raddoppiato arrivando a circa 1.465 specie.
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Una tonnellata di rifiuti recuperata in tre spiagge italiane
ROMA (ITALPRESS) – Prendersi cura dell’ambiente significa prendersi cura di noi stessi: è questo il messaggio lanciato da Marevivo e Rilastil, brand dell’Istituto Ganassini, da quattro anni insieme in tanti progetti di tutela ambientale. Nel 2021 questo impegno si è tradotto in 950 kg di rifiuti raccolti sulle spiagge di Sant’Antioco in Sardegna, di Peschici in Puglia e di Bovo Marina in Sicilia nell’ambito di “Adotta una spiaggia”, la Campagna nazionale di Marevivo attraverso la quale è possibile sostenere l’Associazione nelle attività di pulizia, osservazione e valorizzazione di decine di spiagge in tutta Italia, per ricordare a tutti quanto la cura di questo ambiente così fragile e prezioso sia una responsabilità collettiva.
I litorali sabbiosi, le spiagge e le dune costiere sono tra gli habitat europei e nazionali con il peggiore stato di conservazione. Le principali minacce e pressioni su questi ambienti fragili sono l’inquinamento, la cementificazione delle coste, il turismo irresponsabile, la distruzione delle praterie sommerse di posidonia, la presenza di specie aliene, la distruzione degli alvei dei fiumi.
Per fronteggiare queste minacce Marevivo e Rilastil hanno organizzato tra maggio e giugno tre giornate interamente dedicate alla protezione delle spiagge italiane: il primo appuntamento è stato presso la laguna e lo stagno di Santa Caterina a Sant’Antioco, nel Sud della Sardegna, famosa per essere l’habitat naturale di animali come il fenicottero rosa. In questo luogo così prezioso dal punto di vista naturalistico, in sole due ore i volontari della Delegazione Sud Sardegna di Marevivo hanno raccolto 40 sacchi pieni di rifiuti di plastica, vetro e lattine (per un totale di circa 310 chili), oltre 100 chili di rifiuti ingombranti e 4 boe di segnalazione con relative catene ancoraggio e basi cemento, strappate dalle mareggiate e in stato di abbandono. A patrocinare l’iniziativa il Comune di Sant’Antioco.
La seconda iniziativa si è tenuta nella Baia di Jalillo a Peschici, in Puglia, e ha ricevuto il patrocinio del Comune di Peschici, del Parco Nazionale del Gargano, del CNR IRBIM di Lesina e della Lega Navale Italiana sezione di Peschici. Durante questa giornata, che cadeva in concomitanza della Giornata mondiale della biodiversità, sono stati raccolti circa 350 kg di rifiuti, in particolare circa 5.000 retine in plastica (anche dette “calzette”) per la coltivazione delle cozze, reti da pesca e grandi quantità di polistirolo che rappresentano sempre più una delle principali minacce per l’ambiente marino. Il terzo e ultimo appuntamento si è concluso nella giornata del 13 giugno e ha coinvolto la spiaggia di Bovo Marina, in Sicilia, dove sono stati raccolti 15 sacchi di rifiuti (90% di plastica) per un totale di circa 200 kg.
I volontari di Marevivo hanno ricevuto inoltre la segnalazione della presenza di una tartaruga palustre siciliana, ritrovata nel mare a Bovo Marina in stato difficoltà (questo esemplare predilige l’acqua dolce a quella salata) ed è stata quindi presa in carico da Marevivo per essere rilasciata nel torrente più vicino, suo habitat naturale. La campagna ha previsto inoltre il posizionamento in tutte e tre le spiagge interessate di pannelli informativi e divulgativi per sensibilizzare la popolazione sui comportamenti da tenere e per valorizzare e tutelare questo prezioso ambiente naturale.
“Queste giornate non rappresentano solo un risultato importante dal punto di vista ambientale, ma anche uno straordinario lavoro di rete e di collaborazione fra associazioni, istituzioni, cittadini e aziende – ha dichiarato Laura Gentile, Coordinatrice di “Adotta una spiaggia” – Siamo felici infatti di poter fare la nostra parte grazie anche a partner sensibili e attenti come Rilastil, da anni al nostro fianco nel diffondere il messaggio che il cambiamento è possibile grazie alle azioni individuali e collettive, con un unico obiettivo, proteggere il mare e quindi la vita dell’uomo sulla Terra.”
“I mari e la pelle sono entrambi vitali per il nostro benessere e per quello del Pianeta in cui viviamo. Come le acque ricoprono il 70% del globo, così la pelle è l’organo più esteso del corpo umano. Da sempre Rilastil si impegna a proporre uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, grazie a formulazioni che proteggono al meglio la pelle dai raggi solari preservando l’ambiente marino”, commenta Vittoria Ganassini, direttore della Corporate Social Responsibility di Istituto Ganassini.
“La partnership con Marevivo Onlus contribuisce alla salute della Terra e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi di sostenibilità e inquinamento delle spiagge. Per noi – conclude Ganassini – essere responsabili significa impegnarsi giorno dopo giorno per migliorare il nostro impatto sul Pianeta, consapevoli che ogni innovazione – dal packaging alla formula – può fare la differenza”.
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Euro 2020, dubbi su cartone pizza? Comieco chiama il “VAR” per smaltirlo
ROMA (ITALPRESS) – Dopo la vittoria degli azzurri di Mancini contro la Turchia che venerdì ha incollato davanti agli schermi 13 milioni di spettatori, saranno almeno altrettanti gli italiani che sceglieranno di guardare la partita di domani contro la Svizzera. Durante Euro 2020, con amici, soli o con i propri cari, i denominatori comuni nelle case degli italiani sono sicuramente due: il tifo e il cibo. Secondo una recente ricerca di JustEat, infatti, l’84% degli intervistati ritiene il cibo un elemento imprescindibile durante la visione di una partita di calcio e per il 67% la pizza è il piatto ideale da ordinare.
Ogni giorno nel nostro Paese vengono utilizzati oltre 1,5 milioni di cartoni per la pizza (fonte: Unione Nazionale dei Consumatori): un consumo destinato a salire ulteriormente nel corso della competizione europea, proprio grazie al connubio indissolubile pizza-calcio. E non sono numeri piccoli. Considerando il peso medio di un cartone della pizza vuoto (115 g. ca.), Comieco – Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica – stima che in un mese (non solo durante gli Europei) si smaltiscano oltre 5.000 tonnellate di cartone provenienti, solo ed esclusivamente, dall’asporto o dalla consegna di pizze.
E’ quindi importante che tale materiale, ogni qual volta sia possibile, venga valorizzato rientrando nel ciclo del riciclo di carta e cartone. In vista delle prossime partite – in primis quella di domani contro la Svizzera – e dell’aumento delle consegne di pizza e dei contenitori da smaltire, è utile ripassare poche semplici regole che Comieco ricorda a tutti, sportivi e non. Nel caso specifico del cartone della pizza – per non sbagliare – il Consorzio invita tutti a seguire le regole del “VAR” (Video Assistant Referee) ed effettuare un “check” approfondito prima di buttarlo. Il contenitore della pizza – se pulito e privo di residui di cibo – va gettato insieme alla carta, come un normale cartone da imballaggio. Se invece è visibilmente sporco di olio o cibo, le operazioni da fare sono tre: i resti di cibo vanno nella raccolta dell’umido; il coperchio pulito – che solitamente non viene intaccato dalla pizza – va strappato e messo nel contenitore della carta; la parte del contenitore imbrattata di cibo va ridotta di ingombro e conferita nel bidone indifferenziato o – se il contenitore è certificato compostabile – dell’umido.
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Al Palacongressi di Rimini il World Wind Energy Conference 2022
RIMINI (ITALPRESS) – L´eolico sceglie Rimini. Sarà infatti il Palacongressi della città romagnola ad ospitare il WWEC (World Wind Energy Conference) in programma dal 28 al 30 giugno 2022. L´evento organizzato dalla WWEA (World Wind Energy Association) si terrà per la prima volta in Italia e conferma il ruolo centrale del nostro Paese nel settore, grazie anche al prezioso lavoro di ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) e alla leadership di Key Energy, che, insieme ad Ecomondo, è sempre di più l´hub di riferimento internazionale per le energie rinnovabili e la mobilità sostenibile. ANEV e Key Energy hanno fra l´altro da poco prolungato la loro pluriennale e proficua collaborazione fino al 2023.
“Il PNIEC (Piano nazionale Integrato per l´Energia e il Clima) prevede, al 2030, il raddoppio della capacità eolica rispetto a quella installata in Italia oggi che è pari a circa 10 GW oltre all´offshore – dichiara il presidente dell´ANEV Simone Togni -pertanto il settore eolico darà un importante contributo alla lotta al cambiamento climatico, sia con la realizzazione di nuovi impianti eolici onshore, sia con il rinnovamento degli impianti esistenti; inoltre, grande impulso verrà dall´eolico offshore. In tale contesto la ricerca e lo sviluppo hanno un ruolo centrale, perciò per l´ANEV co-presentare in Italia il WWEC 2022 è motivo di grande orgoglio e soprattutto è un segnale positivo per il comparto nazionale e per il ruolo che occupa a livello internazionale. Oggi più che mai è necessario cogliere le grandi possibilità che il settore eolico offre. Uno sviluppo adeguato delle energie rinnovabili non solo rende il nostro Paese, l´Europa e il mondo meno dipendenti dai combustibili fossili, ma consente di creare nuovi posti di lavoro, ridurre l´impatto ambientale legato al ciclo energetico, creare nuove opportunità industriali e contribuire, dunque, alla crescita economica”.
L´Italia, tra i grandi paesi europei e con la sua vicinanza al Mediterraneo, è un luogo perfetto per la nostra 20a Conferenza Mondiale sull´Energia Eolica. Dopo 18 eventi di successo nel mondo, la pandemia ci aveva costretti a scegliere un formato virtuale e siamo molto lieti di poter ricominciare in Italia la nostra serie di successo di conferenze in presenza World Wind Energy´ dice l´On. Peter Rae AO, Presidente della World Wind Energy Association.
“La WWEC2022 di Rimini contribuirà a rafforzare lo slancio per una fornitura di energia rinnovabile al 100% in Italia, nell´Unione Europea, nella regione del Mediterraneo e nel mondo e quindi aiuterà la comunità internazionale a raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi” sottoloinea il segretario generale WWEA Stefan Gsànger.
“La decisione di WWEA di organizzare al Palacongressi di Rimini l´edizione 2022 di WWEC è per noi un motivo di grande soddisfazione – sottolinea il presidente di Italian Exhibition Group Lorenzo Cagnoni – a conferma del nostro ruolo di player di primo piano, a livello internazionale, sia nell´ambito della green economy, dove rappresentiamo un hub di riferimento per la mobilità sostenibile e per le energie rinnovabili, che nell´ambito del congressuale. Key Energy rappresenta, insieme ad Ecomondo, un appuntamento irrinunciabile per gli operatori del settore, potendo anche vantare la presenza delle aziende leader nella produzione di turbine eoliche”.
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Mobilità a idrogeno, in Italia può generare un valore di 3,5 mld
ROMA (ITALPRESS) – L’idrogeno rappresenta una leva fondamentale per la costruzione di una Europa a impatto climatico zero e per garantire un’economia moderna ed efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva a livello internazionale. L’Italia in particolare ha stanziato 3,2 miliardi di euro per promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno, con 230 milioni a sostegno del trasporto stradale.
Secondo i risultati dello studio “Il futuro della mobilità pesante a idrogeno” condotto da Accenture – con il contributo di Free To X, Iveco e Saipem – e presentato nell’ambito del Workshop dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture, un investimento tra gli 800 e i 950 milioni di euro per la realizzazione e gestione di infrastrutture necessarie per lo sviluppo della mobilità pesante a idrogeno potrebbe generare più di 3,5 miliardi di euro di valore della produzione cumulato e circa 2 milioni di tonnellate di CO 2 evitate.
Il piano di sviluppo prevede la realizzazione di circa 40 stazioni di rifornimento su strada attraverso il ricorso ai fondi stanziati nel PNRR. I fondi previsti dal PNRR saranno funzionali a supportare il piano di investimento ipotizzato.
Sarà inoltre necessario attivare schemi innovativi di partnership che coinvolgano comunità, stakeholder, Istituzioni e autorità. La definizione di ecosistemi basati su modelli a piattaforma permetterebbe di velocizzare la realizzazione dei progetti, semplificare i rapporti tra partner, facilitare l’accesso ai finanziamenti e coinvolgere le comunità locali nelle fasi di sviluppo dei progetti.
“La mobilità pesante a idrogeno può generare un valore di produzione complessivo di oltre 3,5 miliardi di euro e portare a milioni di tonnellate di CO 2 evitate. Questo ci conferma il ruolo rilevante che l’idrogeno ricopre all’interno della transizione energetica, non solo perchè adatto alla logistica pesante per le sue facilità d’utilizzo, ma anche in quanto innovazione assoluta nella gestione del sistema energetico. Resta oggi più che mai indispensabile la continua sperimentazione e la ricerca costante, al fine di fornire delle soluzioni ottimali a beneficio dell’intero ecosistema e di tutti gli attori che ne fanno parte” ha dichiarato Sandro Bacan, Innovation Lead di Accenture Italia.
Si tratta di un passaggio epocale, che potrà essere favorito dall’implementazione della mobilità a idrogeno nel trasporto pesante non solo di camion a lungo raggio, ma anche di bus per il trasporto urbano. Tenendo conto degli attuali elevati costi di produzione dell’idrogeno, sarà fondamentale aprire il mercato tramite lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento ogni 200km circa. La riduzione dei valori di investimento degli elettrolizzatori e la caduta del prezzo dell’energia da fonti rinnovabili, unitamente all’introduzione di meccanismi di penalità sulle emissioni delle fonti fossili, permetteranno all’idrogeno verde di diventare competitivo con l’idrogeno grigio nei prossimi anni.
“La Strategia Europea per l’idrogeno ha innescato una vera e propria corsa in tutto il continente verso la leadership in questa tecnologia. L’Italia fa sicuramente parte del gruppo di testa con target ambiziosi, ingenti risorse dedicate nel PNRR e importanti imprese a capofila di progetti all’avanguardia. Lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno sarà in grado di generare benefici in termini ambientali ma anche di creazione di filiere industriali innovative. Per sfruttare questa opportunità l’Italia deve dotarsi di un quadro normativo e regolatorio che sostenga le eccellenze manifatturiere nazionali, favorisca la realizzazione di nuova capacità FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) e definisca chiaramente il fabbisogno di infrastrutture per la produzione, stoccaggio e trasporto dell’idrogeno”, ha commentato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici.
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Rifiuti, al via campagna per differenziare correttamente i Raee
MILANO (ITALPRESS) – Parte oggi la campagna di sensibilizzazione “Smaltirli è un gioco da ragazzi!”, lanciata da Amsa insieme a Erion, che mira a migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori (RPA). Attraverso l’utilizzo di diversi strumenti (social network, minivideo, materiale informativo, approfondimenti e molto altro), l’iniziativa si focalizzerà su alcune categorie specifiche di rifiuti maggiormente soggette a un errato conferimento: sigarette elettroniche, giocattoli e strumenti musicali elettronici, orologi a batteria, smartband e smartwatch e le pile portatili a fine vita. Le due realtà hanno raggiunto importanti traguardi nell’anno appena trascorso.
Attraverso i diversi servizi – dal ritiro gratuito degli ingombranti a domicilio alle riciclerie e ai diversi punti di raccolta di prossimità dislocati in città – nel 2020 Amsa, società del Gruppo A2A, ha raccolto circa 4.000 tonnellate di RAEE nel Comune di Milano, con un incremento del 6,7% rispetto al 2019, nonostante l’anno caratterizzato dall’emergenza Covid-19. In aumento anche il dato progressivo del 2021: nei primi 4 mesi di quest’anno Amsa ha registrato una crescita del 46,5% dei quantitativi raccolti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel 2020 Erion, il più importante Sistema multi-consortile italiano per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono, ha gestito più di 2.100 tonnellate di RAEE Domestici nel solo Comune di Milano (equivalenti a 141 classici tram ATM serie 1500), di cui 1.207 del Raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, stufe elettriche, boiler e microonde); seguono R3 (Tv e Monitor) e R1 (frigoriferi, congelatori, grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il deposito di alimenti) con 559 e 351 tonnellate e infine R5 (sorgenti luminose) con 0,1 tonnellate.
Il 2021 si è aperto con una raccolta di 784 tonnellate (equivalenti a 52 classici tram ATM serie 1500), che segna un incremento del 42,5% rispetto ai primi 4 mesi dello scorso anno.
L’obiettivo di Amsa ed Erion, che da tempo collaborano nell’ideazione, sviluppo e realizzazione di iniziative di raccolta, di comunicazione e in progetti di ricerca europei per testare soluzioni di raccolta/logistica e trattamento sempre più innovative, è quello di unire le forze al fine di sensibilizzare i consumatori sulle tematiche e le buone pratiche legate al corretto conferimento dei RAEE, pile e accumulatori a fine vita, evidenziando i benefici ambientali ed economici legati al recupero e al riciclo di questi prodotti che – a causa di informazioni ancora lacunose – troppo spesso vengono gestiti in modo improprio, gettati nell’indifferenziata o nella plastica; abbandonati nelle soffitte e nelle cantine degli italiani.
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Cingolani “Nucleare escluso con due referendum, non si torna indietro”
ROMA (ITALPRESS) – “Il nucleare è qualcosa che noi come cittadini italiani abbiamo escluso con due referendum. Non si torna indietro e non ci piove”. Lo ha detto Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, a 24Mattino su Radio 24. “Due mesi fa – ha evidenziato – ho fatto notare che mentre noi ci sforzavamo di fare una vera e propria trasformazione epocale con le rinnovabili, qualche paese vicino, la Francia, sta cercando di far passare i micro-reattori nucleari di quarta generazione come sorgenti verdi. Sarebbe un cambio delle regole in corso di partita”.
“Mi fa piacere – ha aggiunto – leggere che oggi il governo tedesco ha rilasciato comunicati in cui segnala questa anomalia”. Secondo Cingolani “in questo momento ci sono grosse operazioni a livello internazionale in cui si cerca di trovare altre strade e di farle passare per verdi. Sono uno scienziato, non un politico, e dico che queste cose vanno viste senza ideologia, vediamo i numeri”. Queste tecnologie, per il ministro, “allo stato attuale non sono all’ordine del giorno. Trovo sorprendente che in pieno Pnrr – ha aggiunto – se ne parli come cambio di regola in corso di partita. Per il resto, come tutti, attendo di vedere di cosa si tratta”.
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