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Ambiente

Ricci confermato presidente di Confindustria Energia

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio Generale di Confindustria Energia ha confermato Giuseppe Ricci presidente per il biennio 2021-2023.
La Commissione “ha ritenuto importante per gli associati confermare Ricci nel ruolo di presidente per garantire la continuità del percorso associativo, innovativo e inclusivo da lui avviato per assicurare una risposta di filiera alle nuove strategie e agli obiettivi della transizione energetica richiamati dal Green Deal europeo e dal Piano Energia e Clima”, si legge in una nota. Pertanto, non essendo state presentate altre candidature dai soci della Federazione, la Commissione si è avvalsa della possibilità, prevista dal Regolamento Unico per il sistema di Confindustria, di proporre il rinnovo, per il prossimo biennio, del presidente uscente. Dopo il parere favorevole del Collegio speciale dei probiviri confederali, la Commissione ha sottoposto la proposta di designazione al Consiglio Generale che l’ha approvata. Ricci, nel ringraziare i consiglieri per la fiducia rinnovata, ha confermato Domenico Noviello nel ruolo di direttore generale della federazione.
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Rinnovabili, Associazioni ambientaliste al Parlamento “No al Far West”

ROMA (ITALPRESS) – Gli ambientalisti italiani chiamano a raccolta l’opinione pubblica affinchè le norme contenute nel Decreto semplificazioni, varato a supporto del PNRR, non provochino una ferita irreparabile al paesaggio e alla biodiversità. Per questo le Associazioni, raggruppate nella Coalizione Articolo 9 creata nei giorni scorsi per richiamare il principio costituzionale che tutela il paesaggio e la biodiversità del Paese, anche sulla spinta del recente messaggio del Presidente della Repubblica, manifesteranno domattina con un presidio in Piazza Montecitorio, dalle 10 alle 13. Le Associazioni hanno già inviato a tutti i parlamentari una lettera per spiegare il loro costituirsi in Coalizione e per sottolineare i rischi di una gestione autoritaria del Piano di installazione di pannelli fotovoltaici e impianti eolici di dimensione industriale.
Alle sedici iniziali si sono aggiunte altre formazioni per un totale di ventuno Associazioni, ovviamente favorevoli a misure efficaci per il contrasto al cambiamento climatico, ma che chiedono al Parlamento di stralciare dal Decreto tutte le norme che si riferiscono alla installazione di impianti eolici e fotovoltaici nei territori agricoli, collinari, montani. Per puntare sul loro utilizzo sulle superfici degli edifici, dei capannoni industriali, dei parcheggi, in aree dismesse e comunque non utilizzabili per altri scopi.
Occorre scongiurare una radicale trasformazione dei territori di pregio naturalistico e paesaggistico in una sterminata zona industriale, a danno dell’agricoltura, del turismo.
Le Associazioni denunciano il pensiero unico che spinge per una indiscriminata installazione delle rinnovabili, sostenuto dalle lobby dei facilitatori degli impianti grazie a massicce risorse economiche destinate a condizionare l’opinione pubblica. Le Associazioni chiedono un vero dibattito pubblico intorno a queste scelte e che la loro voce venga ascoltata a partire dallo spazio di rappresentanza nell’organismo di consultazione previsto dall’art. 3 del Decreto semplificazioni.
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Nasce Innovazione Circolare, startup guida in business green e digitali

MILANO (ITALPRESS) – Accelerare e farlo in direzione di nuovi modelli di business, sostenibili, green e digitali. Questa la mission della start up innovativa Innovazione Circolare, promossa dall’esperienza ultraventennale di professionisti e imprenditori, che da sempre lavorano sui temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’innovazione: Aida Partners (Alessandro Paciello, Marco Delle Donne, Gianna Paciello), Adagio 23 (Giovanni Abelli) e Umberto Bernasconi. Dalla loro unione è nato questo ambizioso progetto, che vuole mettere a disposizione di altre startup e di PMI italiane un ecosistema per adeguare la natura e l’operato di queste realtà al nuovo modo di fare impresa. Come testimoniato dall’undicesima Rapporto GreenItaly 2020, che Fondazione Symbola e Unioncamere hanno presentato lo scorso autunno e che ha misurato la forza della green economy nazionale, l’adozione di percorsi di economia circolare, con un conseguente uso maggiormente efficiente delle risorse e una riduzione delle importazioni di materie prime, può comportare un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee. Inoltre, ragionare in modo sostenibile e adottare pratiche aziendali più verdi potrebbe comportare anche una svolta dal punto di vista dell’occupazione. Secondo il rapporto, infatti, gli attuali 580.000 posti di lavoro potrebbero aumentare a 867mila, se al riciclo si accompagnassero a livello europeo e nazionale misure ambiziose per il riuso; inoltre, il 38% del fabbisogno di lavoro di professioni con competenze “green” dal 2020 al 2024. Tuttavia, sono già 432mila le imprese italiane, dell’industria e dei servizi, ad aver investito in prodotti e tecnologie green, così come nel 2019 è stato registrato un picco con quasi 300mila aziende che hanno investito sulla sostenibilità, efficienza e innovazione. Per quanto riguarda il futuro delle imprese green-oriented, infine, si legge sempre nel Rapporto: il 21 % di queste prevede incrementi del proprio fatturato (15% per le imprese non eco-investitrici); l’11 % prevede incrementi dell’occupazione (8% per le imprese non ecoinvestitrici); il 21% prevede incrementi dell’export (15% per le imprese non ecoinvestitrici). Alla luce di questi dati, e di questo cambio di paradigma sempre più rapido, Innovazione Circolare si è pertanto posta una serie di obiettivi, per fornire un aiuto concreto alle imprese, guidandole nel processo di cambiamento: accelerare progetti di start up o PMI, innovative e non, che potranno accedere a servizi di consulenza legati all’innovazione, alla comunicazione e all’economia circolare, anche attraverso operazioni di carattere industriale e finanziario; formare mediante l’erogazione di corsi strutturati dedicati alla creazione e valorizzazione dell’economia circolare e funzionali alla definizione di figure professionali come quella del Circular Manager, in partnership con importanti istituzioni presenti sul mercato; contribuire alla ricerca e allo sviluppo, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private, centri di ricerca, atenei universitari e partner tecnologici internazionali, sempre nell’ottica di una trasformazione digitale e sostenibile. A tal riguardo Innovazione Circolare ha già avviato un progetto di R&S per la creazione di un sistema autonomo e automatico per la valutazione del livello di sostenibilità e innovazione dell’impresa, capace di aggiornar, registrare e proiettare periodicamente, in modalità disintermediata e decentralizzata, il rating e il ranking nel periodo di osservazione; fornire competenze e agevolare il networking tra professionisti del settore, che mettono a disposizione le proprie competenze in un dialogo solidale e virtuoso da azienda ad azienda. “Investire in innovazione e sostenibilità – hanno detto i fondatori di Innovazione Circolare – attraverso la digitalizzazione è fondamentale per le imprese, di ogni dimensione. I mercati concentreranno sempre più energie e risorse nello sviluppo di progetti innovativi, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”. Appena nata Innovazione Circolare ha subito ottenuto l’attenzione degli investitori, con l’ingresso di due nuovi soci attraverso un piano programmato di aumenti di capitale. La startup si è invece data l’obiettivo di uno sviluppo del fatturato che, a chiusura dei primi tre esercizi fiscali pieni raggiunga la soglia di 5milioni di euro. Tra le start up innovative che hanno già richiesto servizi di accelerazione: Nuiche Srl azienda chemiurgica che si occupa della preparazione di prodotti industriali esclusivamente da materie prime agricole e naturali, mediante risorse rinnovabili senza recare danno all’ambiente, senza consumo di suolo, di prodotti destinati all’alimentazione e di acqua, che ora vuole accelerare l’implementazione del proprio progetto di business basato sul primo sistema industriare scalabile, modulabile, ripetibile e sostenibile totalmente Made in Italy; Flamel Srl, startup innovativa che vuole accelerare l’implementazione della piattaforma Stoneview, in grado di raccogliere e analizzare le conversazioni digitali, comprendendo il mood delle persone e rivelando le ragioni profonde (e non verbalizzate) alla base del loro comportamento, in modo da fornire preziosi insight per migliorare la reputation, il positioning e le strategie di aziende, enti, istituzioni o personaggi pubblici; Concimi Biologici Srl/Fasthum Srl, che vuole accelerare l’implementazione del progetto di business basato sullo sviluppo del brevetto di cui è titolare, che si occupa del trattamento di matrici organiche, tra cui sottoprodotti di origine animale, al fine della trasformazione in materia prima seconda, tra cui un innovativo fertilizzante organico.
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Tutela dell’ambiente in Costituzione, via libera del Senato al ddl

ROMA (ITALPRESS) – L’Aula del Senato, con 224 voti a favore, nessun contrario e 23 astenuti, ha approvato in prima lettura il ddl per l’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi. Il provvedimento passa ora alla Camera per la seconda delle quattro letture.
“Oggi è un momento altissimo per il legislatore – commenta la
vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Alessandra Gallone – perchè si va a toccare con estremo rispetto la Costituzione in un suo principio fondamentale, con la consapevolezza che si tratta di una necessità visto il momento di evoluzione virtuosa del Paese. Oggi stiamo lavorando per i nostri figli”.
“Via libera al Senato al ddl per l’inserimento della tutela dell’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi in Costituzione. Nessun voto contrario, 23 astenuti tra cui tutto gruppo di Fratelli d’Italia. Ora avanti alla Camera”, sottolinea su Twitter la deputata e responsabile Ambiente del Pd Chiara Braga.
“Fratelli d’Italia è un partito patriottico che ama la Patria, la terra dei Padri e come tale è particolarmente sensibile al tema ambientale e alla protezione degli animali – le parole del senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra, capogruppo in commissione Agricoltura nel corso del suo intervento in Aula -. Ma con il pragmatismo che ci caratterizza crediamo che sia necessario fare attenzione nell’inserire questo principio in Costituzione. Bisogna pensare infatti a quale impatto avrebbe su centinaia di attività economiche, sui nostri allevamenti o sui prodotti di eccellenza dell’Agroalimentare. Il provvedimento lascia dubbi interpretativi molto preoccupanti sul piano agricolo e non solo, e per questo motivo ci asteniamo”.
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Marevivo “Mare sotto attacco, smettiamo di depredarlo”

ROMA (ITALPRESS) – Si è conclusa la conferenza “Oceani e Salute. Pensavamo di rimanere sani in un mondo malato” organizzata dall’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede e da Marevivo in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani e trasmessa in diretta streaming sulle pagine Facebook dell’Ambasciata, di Marevivo e di TeleAmbiente, media partner dell’iniziativa.
Scienziati, artisti, rappresentanti delle Istituzioni si sono alternati in questa giornata, tutti uniti in un unico messaggio: non è più possibile illudersi di essere sani in un Pianeta malato, e tutelare la risorsa mare significa anche tutelare la nostra salute.
“Quando parliamo di ambiente, di oceani, un ricamo non basta. Ci vuole qualcosa di più profondo – ha esordito Pietro Sebastiani, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede -. Papa Francesco rispondendo al lancio di un progetto UNEP e FAO, ha parlato di ripristino, di restaurare, questo ci impone qualcosa di più profondo che non un semplice rammendo. Oceani e il legame con la salute ma legami con molti altri temi”.
Il collegamento fra salute, Pianeta ed economia è stata al centro anche dell’intervento di Rosalba Giugni, presidente di Marevivo: “Oggi il mondo si sta trovando ad affrontare tre crisi, tutte insieme: quella sanitaria, quella economica e quella ambientale da cui scaturiscono le altre. Transizione ecologica vuol dire cambiare l’energia, abbandonare combustibili fossili e passare alle fonti rinnovabili. E’ fondamentale inoltre andare verso una transizione alimentare, smettendo di depredare i nostri mari e le loro risorse: il mare è sotto attacco ovunque! Inquinamento, pesca industriale, sfruttamento. Non possiamo più permettercelo. Il mare è nostra madre, dove è nata la vita. Come stiamo trattando Madre Mare?”.
L’impatto dell’inquinamento sul Pianeta è stato ampiamente documentato negli anni, ma recentemente un’importante scoperta ha acceso i riflettori del suo impatto sulla salute umana. Nel 2020 infatti una ricerca condotta dal professor Antonio Ragusa dell’Ospedale S. Giovanni Calibita – Fatebenefratelli insieme al Politecnico delle Marche ha riscontrato tracce di microplastiche nella placenta delle donne, una notizia che, data la sua portata, ha avuto risonanza internazionale: “In soli cinquant’anni siamo passati dal concepire la plastica come panacea universale a qualcosa che arriva fino ai nostri bambini” ha spiegato Ragusa. “Si tratta di un discorso di tipo cognitivo, ma non dobbiamo aspettare di trovare la plastica nell’utero delle donne per capire ciò che stiamo facendo al mondo”.
Il tema dell’inquinamento è stato affrontato anche da Maria Cristina Finucci, artista e presidente del Garbage Patch State: “Il mio Stato si chiama Garbage Patch State ed è il più grande del mondo, con le sue oltre cinque isole di plastica presenti nell’oceano. Togliere la plastica dai mari è impossibile, perciò dobbiamo agire sui fiumi e farlo subito”.
E’ necessario dunque un cambio di mentalità e percezione, e molto può essere fatto al livello istituzionale e internazionale.
Molto critica su questo ultimo punto la senatrice e oceanografa Virginia La Mura: “Le politiche europee sull’ambiente non sono efficaci per proteggere gli ecosistemi e riportare i mari al buono stato ecologico, nè per riportare la pesca a livelli sostenibili, come riconosciuto dalla Corte dei Conti Europea nel 2020”, ha spiegato la senatrice durante l’incontro.
“La nostra biodiversità, quella europea ma soprattutto quella del mare italiano, è degradata al punto che molte specie marine e molti habitat sono a rischio estinzione”, ha aggiunto La Mura ricordando che questo drammatico scenario è stato confermato anche dall’Agenzia Europea, per la quale solo il 6% degli stock esaminati rispondono ai criteri di una pesca sostenibile.
L’incontro è stato concluso dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, che ha sottolineato quanto il tema ambientale sia sempre più presente a livello internazionale, come dimostra il fatto che sono sempre di più gli Stati che nominano l’inviato speciale per il clima. Dopo aver ricordato il ruolo centrale degli oceani nella tutela della salute umana, Di Maio ha sottolineato l’importanza e l’urgenza di garantire loro protezione, evidenziando i passi avanti fatti dal nostro Paese.
“L’Italia è in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e sostiene l’obiettivo di portare al 30% entro il 2030 l’estensione delle Aree Marine Protette sul totale della superficie marina globale. Lo stesso obiettivo è anche al centro della dimensione ambiente del G20 italiano che dedicherà particolare attenzione ai mari, promuovere consumo circolare di plastica e economia blu”, ha concluso Di Maio sottolineando la necessità, da sempre evidenziata da Marevivo, di garantire una governance integrata del mare tanto a livello nazionale quanto a quello internazionale: “Il modello più efficace di governance del mare si basa su relazioni solide fra i numerosi attori pubblici e privati, istituzionali e della società civile che agiscono sul mare e che sono coinvolti nella definizione delle politiche in materia. Rafforzare l’azione dello Stato sul mare in un’ottica sempre più integrata, interministeriale, interagenzia è essenziale e credo che l’idea del coordinamento debba essere sposata il prima possibile”.
Anche in base alle ultime dichiarazioni del ministro Di Maio, Marevivo ribadisce l’urgenza dell’istituzione di una Cabina di Regia per la governance del mare e della creazione di un Istituto Nazionale del mare anche per una gestione olistica integrata del PNRR per il mare.
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Al via il progetto “Verdecittà” in 5 piazze italiane

ROMA (ITALPRESS) – “Un’alberatura abbassa di almeno 20°C la temperatura dell’asfalto delle strade e di almeno 5°C la temperatura dell’aria in città, riducendo quindi il consumo energetico per il condizionamento delle abitazioni in estate. Informazioni come queste sono alla base di una vera e propria “cultura del verde” come quella che intende promuovere il progetto Mipaaf-CREA Verdecittà. “Città più verdi, più belle, più intelligenti” può essere l’auspicio e lo slogan del CREA di questo bel progetto, per le città italiane del futuro”: a dirlo Carlo Gaudio, presidente del Crea, in occasione del webinar Verdecittà si presenta. Sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici derivanti dall’inserimento di piante nei contesti urbani – pubblici o privati – e dalla loro cura attenta e valorizzare il florovivaismo made in Italy, una eccellenza ancora poco conosciuta. Questi gli obiettivi con cui, venerdì 11 giugno a Bologna, prende il via Verdecittà, il progetto itinerante, finanziato dal Mipaaf, coordinato dal CREA e organizzato da Padova Hall con il supporto scientifico del CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali).
“Serve più verde nelle città e lungo le strade, perchè dove c’è verde c’è vita e ci sono anche un ambiente qualitativamente migliore nonchè maggior benessere. Quando una città è più verde cresce anche il tenore di vita”, afferma GianPaolo Vallardi, presidente della Commissione Agricoltura del Senato.
“Bisogna scegliere le specie giuste, adatte al contesto – sottolinea Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera -. Ma serve anche un piano di gestione che includa una rotazione continua programmata dei cambiamenti, perchè un albero senescente non è più idoneo alla funzione per cui era stato piantato, ovvero l’ombra e l’assorbimento di Co2, ma rappresenta anche un pericolo e un dispendio di risorse”.
Il progetto: cinque piazze, in cinque città italiane, Bologna (11-13 giugno), Palermo (25-27 giugno), Roma (16-18 luglio), Torino (3-5 settembre) e Padova (17-19 settembre), saranno trasformate dagli esperti agronomi del CONAF, in collaborazione con i Comuni, all’insegna del verde: vere e proprie installazioni, progettate e realizzate su misura della città che le ospita, coniugando la bellezza della natura, i colori e i profumi con le ultime evidenze scientifiche da cui è emerso che i più rilevanti benefici in termini di ambiente e di benessere psico-fisico siano legati ad una scelta mirata delle piante più idonee.
Non mancheranno in ogni città sia la riscoperta di angoli verdi inaspettati sia le occasioni di formazione e informazione nell’area espositiva, realizzata all’interno dell’installazione e dedicata non solo alla presentazione del progetto e del programma degli eventi, ma anche a diffondere una cultura più consapevole dell’importanza del verde. Aprirà, infine, l’appuntamento in ciascuna città un webinar che vedrà tecnici, amministratori locali, scienziati ed esponenti delle Istituzioni confrontarsi su un tema caldo del verde urbano: dal cambiamento climatico alla salute, dalla gestione dell’acqua a quella delle alberature cittadine.
Il contesto: le città coprono solo il 3% della superfice terrestre, ma sono responsabili di oltre il 70% di tutte le emissioni di anidride carbonica (principalmente da edifici, energie e trasporti) e consumano il 78% dell’energia primaria mondiale.
Su poco meno di 62 milioni di abitanti, oltre 51 vivono in centri urbani, mentre il 20% della popolazione italiana è concentrato in 4 grandi città. Inserire, quindi, il verde nei contesti urbani, pubblici o privati, è fondamentale in un’ottica di salvaguardia ambientale e di benessere collettivo.
Benefici: il verde urbano contrasta l’inquinamento, gli effetti dei cambiamenti climatici e gli eventi climatici estremi, rappresentando un filtro naturale contro agenti inquinanti e le polveri sottili: un singolo albero di medie dimensioni, in maturità, nel nostro clima e in contesto urbano, assimila in media tra i 10 e i 20 kg di anidride carbonica all’anno. Non solo. Abbassa di almeno 20°C la temperatura dell’asfalto delle strade e di almeno 5°C la temperatura dell’aria in città e gli edifici dotati di tetti verdi e di pareti verdi, hanno, rispetto agli altri, una temperatura interna di -4°C in estate e +5°C in inverno, riducendo i consumi energetici per il condizionamento e il riscaldamento.
Aumenta, in aggiunta, la presenza di biodiversità in città e il benessere psico-sociale e la salute dei cittadini, oltre a migliorare l’immagine delle nostre città. Infine, genera un incremento del valore degli immobili del +10-20% in presenza di aree verdi, rispetto a immobili analoghi in zone prive di verde.
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Dissesto idrogeologico, Cingolani “Puntiamo sui fondi del Pnrr”

ROMA (ITALPRESS) – “Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico ci saranno molte opportunità per mettere in sicurezza situazioni critiche. Ci sono misure di monitoraggio e tutela del territorio per oltre 10 miliardi sia da parte del ministero e delle Municipalità”. Così Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica nel corso dell’audizione di fronte alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive sulle modalità di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per le parti di competenza. “Solo dalla direzione generale del Ministero ci sono 1,28 miliardi per 1 milione e mezzo di persone che vivono in zone a rischio. Sono abbastanza fiducioso che otterremo un buon risultato. Sul consumo del suolo invece, la lotta è più indiretta ma con 360 milioni per la bonifica dei siti orfani andiamo nella giusta direzione – continua Cingolani -. Per la rimozione dell’amianto è prevista la sostituzione con tetti fotovoltaici negli impianti del settore agricolo. La filiera agroalimentare, un’eccellenza italiana, è molto importante e rispetto al tema biomasse e biogas stiamo procedendo con una linea corta, a km 0 privilegiando l’autonomizzazione dell’azienda agricola”.
Il ministro ha poi riferito sul piano di ricarica elettrica: “Non dobbiamo considerare le autostrade, i 750 milioni per le 10mila colonnine vanno considerate dalla città alla statale. Arrivare al 70% di energia elettrica rinnovabile ci darebbe la libertà di produrre altri vettori e cambiare l’assetto di elettrificazione del Paese. E’ difficile, una grande sfida e non l’ho mai nascosto. Sui rifiuti, confermo che il nuovo dipartimento del ministero sull’Economia circolare sta lavorando. Alcuni decreti sono stati fatti, altri sono stati aggiornati e altri sono in arrivo. Questo tema è prioritario, abbiamo 5 miliardi su agroenergie e economia circolare, dobbiamo avere le idee chiare. Entro l’estate tutto sarà fatto”.
Un altro tema importante e su cui bisogna lavorare è la creazione di un format omogeneo per il programma di digitalizzazione dei parchi. “Deve puntare alla biodiversità e al flusso di utenza. Inoltre, deve andare di pari passo con quello sull’efficientamento delle isole perchè insieme rappresentano una forza dal punto di vista dell’ambiente e del turismo. Inoltre, credo che sia fondamentale conciliare ambiente e spopolazione ma mi sembra che in Italia si stia andando in questa direzione, ci sono idee e risorse da investire”, ha detto Cingolani. Sull’ex Ilva “prima la salute ovviamente. Io posso solo attenermi all’esito delle sentenze e delle indicazioni del Parlamento ma c’è un portafoglio importante che consentirà di fare qualcosa di buono per Taranto”.
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Giornata Oceani, da Enea nuovo modello climatico per il Mediterraneo

ROMA (ITALPRESS) – In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, ENEA presenta un innovativo modello per proiezioni climatiche ad alta risoluzione dell’area mediterranea. Si chiama ENEA-RegESM ed è in grado di simulare le dinamiche atmosfera-oceano in relazione con i processi fisici e biologici che avvengono sulla superficie terrestre, come flussi di calore, assorbimento di CO2 da parte degli ecosistemi terrestri e ciclo idrologico.
“Gli oceani e i mari giocano un ruolo fondamentale nel sistema climatico del nostro pianeta attraverso il sequestro di grandi quantità di anidride carbonica e di calore prodotto dall’effetto serra di origine antropica – spiega Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA -. Questi processi, a loro volta, hanno un notevole impatto sullo stato degli oceani e causano, rispettivamente, l’acidificazione delle acque e l’aumento della loro temperatura e del loro volume, con tutte le conseguenze che ne derivano sugli ecosistemi marini e le popolazioni che vivono lungo le coste”.
Nello studio del clima e del cambiamento climatico, i ricercatori di tutto il mondo ricorrono agli earth system model, ovvero modelli che descrivono il comportamento delle diverse componenti del sistema climatico globale e delle loro interazioni. “Infatti è imprescindibile considerare la Terra come un unico complesso sistema dinamico in cui superficie terrestre, oceano e atmosfera interagiscono tra loro attraverso molteplici forme di retroazioni (feedback)”, aggiunge Sannino.
A tal fine i ricercatori dell’ENEA hanno sviluppato un earth system model regionale per il Mediterraneo che simula le dinamiche dell’atmosfera e del mare e i processi fisici e biologici che avvengono sulla superficie terrestre.
“A causa della complessità geomorfologica del bacino Mediterraneo, gli attuali modelli matematici globali non sono in grado di riprodurre correttamente i processi fisici e le dinamiche che avvengono in quest’area del nostro pianeta così densamente popolata – spiega Alessandro Anav, ricercatore del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA -. A differenza di altri modelli regionali esistenti, ENEA-RegESM può usare due differenti modelli per simulare le dinamiche dell’atmosfera; questo ci consente di scegliere quale modello utilizzare in base alla complessità della simulazione e alle prestazioni del modello stesso, queste ultime intese sia in termini di velocità di calcolo che di accuratezza degli output forniti”.
Grazie al supercalcolatore CRESCO6 dell’ENEA, uno dei più potenti a disposizione in Italia per il calcolo scientifico, i ricercatori hanno già realizzato diverse simulazioni, riproducendo il clima della regione euro-mediterranea e la dinamica del Mar Mediterraneo negli ultimi 30 anni. Attualmente sono impegnati nella generazione delle proiezioni climatiche utilizzando come input i dati climatici provenienti dagli stessi modelli globali (CMIP6) usati dall’IPCC per simulare l’evoluzione del clima secondo differenti scenari socio-economici.
(ITALPRESS).