ROMA (ITALPRESS) – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presenta dei passi avanti verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ma contiene anche criticità che richiedono interventi urgenti e significativi per essere superate. L’Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha analizzato il documento del governo valutandone luci ed ombre. Pierluigi Stefanini, presidente Asvis, ha presentato il Rapporto “Il PNRR e l’Agenda 2030” elaborato da circa 800 esperti espressione delle oltre 300 organizzazioni e reti aderenti all’Alleanza – che ha classificato e valutato interventi e riforme del Piano secondo i Target dell’Agenda 2030. “Il documento del governo presenta indubbiamente molti elementi di notevole rilievo, è un documento molto importante ed innovativo rispetto al passato, c’è un miglioramento rispetto a quello del governo precedente – ha detto Stefanini -. Il Pnrr è molto ampio e vogliamo sottolineare che c’è bisogno di aumentare la visione integrata: tutti gli investimenti sul digitale devono avere l’interesse a contribuire alla transizione ecologia, raccomandiamo che le misure previste per la semplificazione e la sburocratizzazione siano coerenti con il principio europeo di non nuocere all’ambiente e rispettose delle norme sulla sicurezza del lavoro e il contrasto alla criminalità organizzata”.
Questa analisi permette di valutare la direzione dell’Italia nel corso del tempo, utile anche al fine di calibrare le azioni da intraprendere per il conseguimento dei Target. Il risultato non è molto confortante, secondo l’Asvis: per due obiettivi, coltivazioni biologiche e tasso di riciclaggio, gli andamenti sono concordi col raggiungimento del Target. Anche per altri due, mortalità da malattie non trasmissibili e uscita precoce dal sistema di formazione, l’Italia si comporta in modo abbastanza positivo. Per 8 invece il Paese mostra una contraddizione tra il breve e il lungo periodo. Ma per ben 14 emerge chiaramente che gli obiettivi fissati non saranno raggiunti. Per 4 addirittura di primaria importanza – partecipazione alla scuola d’infanzia; efficienza delle reti idriche; disuguaglianza del reddito disponibile; offerta del trasporto pubblico – l’Italia si sta allontanando dagli obiettivi dell’Agenda 2030.
Per l’Asvis è “positivo che le Missioni siano state maggiormente focalizzate per utilizzare meglio le risorse. Che sia stato fatto un maggiore sforzo per cogliere appieno la trasversalità dei tre temi: giovani, sud e parità di genere, ben sapendo che poi molto dipenderà dallo svolgimento dei progetti e delle riforme. Che oltre al PNRR siano state contemplate le altre fonti di finanziamento nazionali ed europee. Che siano state aggiunte le riforme della giustizia, della Pubblica Amministrazione, della concorrenza e di semplificazione, come l’ASviS aveva già auspicato nei mesi scorsi. Ma adesso bisognerà vedere come saranno realizzate. E in particolare, in materia di semplificazione delle procedure per investimenti nel settore delle costruzioni, è assolutamente indispensabile che avvengano nel più totale rispetto delle norme di tutela ambientale e dei diritti e della salute dei lavoratori.
Non mancano però le criticità. Certamente nel Pnrr sono assenti i riferimenti agli SDGs, gli obiettivi dell’Agenda 2030, che secondo l’ASviS dovrebbero costituire un quadro di riferimento privilegiato per garantire che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi a lungo termine. L’Alleanza chiede dunque che gli SDGs siano inclusi nella fase di implementazione per ciascun Ministero, Regione, Ente locale. Fra le altre criticità rilevate, la mancanza di molti dettagli degli interventi, non ancora resi pubblici; la mancanza di elementi di sistema per la trasformazione del sistema produttivo in linea col Green Deal europeo; la mancanza di iniziative per garantire la partecipazione permanente della società civile. Inoltre le valutazioni macroeconomiche al 2026 sono formulate senza specificare in che modo e a quali condizioni gli investimenti e le riforme previste potranno garantire risultati duraturi nel tempo. E infine va sottolineato che nonostante le premesse, il Piano non invertirà il trend negativo per molti target dell’Agenda 2030 come il degrado degli ecosistemi e il consumo del suolo.
Fra le proposte, l’organizzazione di una Conferenza nazionale dello Sviluppo sostenibile e la predisposizione di una legge annuale per lo Sviluppo sostenibile da approvare ogni anno entro giugno. Le ministre per il Sud, Mara Carfagna, e per le Politiche Giovanili, Fabiana Dandone sono entrate nel dettaglio del piano. Per Carfagna ” la nostra azione sarà tanto più efficace quanto più riusciremo ad intervenire con le riforme, da quelle sulle semplificazioni a quella sulla giustizia, riforme che permetteranno anche al sud di fare uno scatto in avanti nella capacità di spesa rispetto al passato”. Dadone ha ricordato come questo piano risponde alle esigenze delle nuove generazioni anche se io avrei voluto più risorse, ma questo piano è tutto per loro. Le tematiche di transizione digitale sono fondamentali, permetteranno ai ragazzi di usufruire di una Pubblica Amministrazione moderna”.
Alla presentazione è intervenuto anche l’ex premier Romano Prodi: “La valutazione del Pnrr deve essere realistica e quindi deve darci gli obiettivi, i mezzi, le misurazioni. Se non procediamo a una fortissima trasformazione culturale e intellettuale del mezzogiorno non possiamo cambiare marcia. E’ importantissimo lo sviluppo del turismo e dell’agricoltura ma con una forte digitalizzazione”.
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Luci e ombre nel Recovery Plan verso gli obiettivi dell’Agenda 2030
AmbienteParco-Gse, un progetto per la sostenibilità nel Bresciano
ROMA (ITALPRESS) – Favorire la promozione dello sviluppo sostenibile nella provincia di Brescia e la diffusione della cultura della sostenibilità attraverso iniziative di formazione e informazione, con particolare attenzione alle scuole ma anche alle Università, alle imprese e ai cittadini: questi i principali obiettivi del protocollo d’intesa firmato oggi da Francesco Vetrò, presidente del GSE – società del ministero dell’Economia che promuove la transizione energetica con il sostegno alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica – e da Cristina Guerra, amministratore unico di AmbienteParco – centro non formale di divulgazione e di educazione alla sostenibilità.
AmbienteParco ha sviluppato uno Science Center dedicato alla sostenibilità ambientale all’interno del Parco dell’Acqua, un’area pubblica di 12.000 metri quadrati a ridosso del centro storico, concessa dal Comune di Brescia, per promuovere la cultura della sostenibilità e coinvolgere i cittadini in progetti legati alla sostenibilità.
Attraverso il Protocollo, AmbienteParco si avvarrà del supporto tecnico del GSE che, nell’ambito della propria mission aziendale, è già impegnato in attività di formazione e informazione dedicate alla Pubblica Amministrazione, ai cittadini, agli studenti e alle imprese.
“La collaborazione con AmbienteParco nasce con l’intento di affermare ancora una volta l’impegno del GSE al fianco del territorio e dei suoi cittadini, realizzando azioni concrete di supporto nel percorso verso la transizione energetica del nostro Paese – ha dichiarato il presidente del GSE Vetrò -. La formazione dei giovani, partendo dalla scuola primaria fino alle università, è una delle leve sulla quale il GSE ha deciso di puntare, affinchè tutti si sentano parte dell’ambizioso progetto che vede l’Italia e l’Europa impegnati a costruire un futuro a basse emissioni di carbonio”.
La sinergia tra le due parti nasce con l’idea di realizzare interventi a favore dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili, della mobilità sostenibile e dell’economia circolare, al fine di ideare e gestire insieme eventi promozionali e laboratori didattici sui temi dello Sviluppo sostenibile, attraverso iniziative culturali e sviluppo di best-practice per l’adozione di soluzioni tecnologiche di rilevante profilo scientifico.
“Il coinvolgimento del GSE non è nuovo per noi, siamo partiti 10 anni fa, con la presentazione del Quarto Conto Energia e continua ad essere importante per noi contare sulla collaborazione del GSE per la divulgazione delle tematiche della transizione energetica, a garanzia del rigore scientifico e tecnologico, che ci contraddistingue”, ha detto Guerra.
Allo scopo di coinvolgere e valorizzare il territorio, GSE e AmbienteParco collaboreranno insieme anche alle Amministrazioni locali per l’individuazione di un progetto pilota ad alto valore scientifico – replicabile sul territorio nazionale – volto alla riqualificazione energetico-ambientale dello Science center. Le attività da portare avanti insieme riguarderanno, inoltre, anche il tema dell’autoconsumo collettivo di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Da ricordare, infine, che la città di Brescia, che nel 2023 condividerà con Bergamo il riconoscimento di “Capitale Italiana della cultura”, si è candidata per il 2024 allo European Green Capital Award, premio assegnato ogni anno dalla Commissione europea ad una città, con oltre 100.000 abitanti, che abbia raggiunto ambiziosi obiettivi sulle tematiche della salvaguardia ambientale e dello sviluppo economico sostenibile.
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La sostenibilità ambientale tema prioritario per il 48% degli italiani
ROMA (ITALPRESS) – La sostenibilità ambientale è un tema prioritario per molti italiani (48%), in crescita di anno in anno: fanno più attenzione agli sprechi, scelgono cibi biologici, prodotti ecosostenibili e a basso impatto ambientale, e per averli sono disposti a spendere di più (seppur di poco). Adottano atteggiamenti virtuosi in casa e anche la mobilità inizia a essere più green, con il boom delle biciclette/e-bike e l’ascesa delle auto elettriche e ibride. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal recente Osservatorio Green condotto da Compass, la società di credito al consumo, che per la prima volta e in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Ambiente del prossimo 5 giugno, pubblica un’analisi sugli approcci sostenibili degli italiani partendo dai loro stili di vita e di consumo.
Per quasi la metà degli intervistati la sostenibilità ambientale è un tema fondamentale, a cui si aggiunge un ulteriore 43% che la giudica “abbastanza importante”. Una sensibilità che si sta ulteriormente rafforzando rispetto agli scorsi anni: quasi due terzi degli intervistati (64%), infatti, è più attento rispetto a 2/3 anni fa.
Quali sono le abitudini sostenibili degli italiani? Il 95% fa attenzione agli sprechi nel quotidiano e il 94% svolge regolarmente la raccolta differenziata. Nove su dieci cercano di evitare gli sprechi riutilizzando tutto ciò che può avere una “seconda vita”, favorendo così l’economia circolare.
Si evolvono non sono solo i comportamenti, ma anche le abitudini di acquisto: al primo posto (per il 92%) troviamo l’attenzione alla classe energetica degli elettrodomestici, ma sono tanti quelli che si orientano sui cibi a km0 (69%), che evitano di comprare prodotti in confezioni di plastica/monouso (68%), che verificano se i vestiti, i cosmetici e gli accessori sono ecosostenibili (55%) o che acquistano cibo biologico (55%).
Per i prodotti ecosostenibili oltre l’80% dichiara di essere disposto a spendere di più, anche se per tanti (46%) l’importo non supera il 10%; per il 7%, invece, supera il 20%. Scelte che fino a qualche anno fa erano impensabili.
L’attenzione agli sprechi passa attraverso le mura domestiche e il 62% degli italiani ha progetti importanti per la casa. Nelle abitazioni si iniziano ad adottare soluzioni più ecosostenibili: secondo la ricerca di Compass sei intervistati su dieci hanno cambiato le lampadine con i LED a basso consumo, il 54% ha sostituito un vecchio elettrodomestico con uno nuovo di classe energetica superiore, il 24% ha dichiarato di avere effettuato interventi di efficientamento agli impianti di riscaldamento o trattamento aria e il 17% ha sostituito gli infissi.
Naturalmente sono più basse le percentuali di chi ha recentemente effettuato un intervento di ristrutturazione della casa per migliorare l’efficientamento energetico, come l’installazione di un impianto fotovoltaico (8%) o il cappotto termico (7%). Ma è possibile che nei prossimi mesi ci sia una forte spinta: da un lato grazie agli incentivi governativi, con il 36% che pensa di usare il Superbonus, il 33% il Bonus Ristrutturazioni, e il 29% l’Ecobonus. Dall’altro l’intenzione di quasi un terzo del campione (30%) di realizzare nei prossimi 12 mesi un progetto di efficientamento della propria abitazione, utilizzando principalmente i propri risparmi (49%) o attivando un finanziamento (32%).
Per i propri spostamenti gli italiani continuano a utilizzare l’auto (72%), anche se quasi la metà (49%) preferisce muoversi a piedi. Cresce l’uso della bicicletta o delle e-bike private (utilizzate dal 19%), tanto che il 2020 è stato anche un anno record per questo settore, supportato anche agli incentivi statali, con oltre 2 milioni di mezzi venduti: un dato in crescita del 17% rispetto all’anno precedente, grazie al sostegno del segmento delle e-bike (+44%).
Per quanto riguarda le auto, a fine 2020 l’età media del parco circolante è stimata in 11,5 anni, con effetti negativi sulla salute e sull’ambiente. Ma anche su questo gli italiani iniziano a mostrare una maggiore sensibilità: Il 66% in caso di acquisto di una vettura sceglierebbe un modello ibrido, mentre il 47% si orienterebbe su un’auto completamente elettrica. E i dati dei primi quattro mesi dell’anno iniziano a confermare questo trend, con le auto ibride ed elettriche che raggiungono ben il 34,1% delle immatricolazioni totali.
E il car sharing? Nelle città in cui è attivo, è usato dal 16% dei cittadini, con punte del 31% tra gli under 25. Tra i principali vantaggi della mobilità condivisa, gli italiani mettono al primo posto il basso impatto ambientale (39%), seguito dalla possibilità di rinunciare a mezzi privati (36%).
“La sostenibilità ambientale influenza sempre più le abitudini di acquisto degli italiani – commenta Luigi Pace, direttore centrale Marketing & Innovation di Compass – Comprare prodotti ecosostenibili, come una nuova vettura ibrida, o effettuare interventi di ristrutturazione per rendere un’abitazione più efficiente a livello energetico, consente di avere un ritorno in termini di risparmio e di ridurre l’impatto sull’ambiente. Ne deriva una spinta importante ad alcuni settori come automotive ed edilizia. Si tratta di filiere da sempre pilastro dell’economia italiana e a cui il credito al consumo può dare un supporto importante aiutando i consumatori a realizzare i propri progetti”.
“Senza questo strumento, infatti, la maggior parte degli italiani che sceglie di finanziare l’acquisto, in assenza del servizio rinuncerebbe o rimanderebbe al futuro la spesa, con ricadute importanti sui consumi e sull’economia del Paese”, conclude.
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Clima, il mondo potrebbe toccare +1,5°C in uno dei prossimi 5 anni
ROMA (ITALPRESS) – La temperatura media globale ha circa il 40% di possibilità di raggiungere temporaneamente un innalzamento di 1,5°C in almeno uno dei prossimi cinque anni, secondo un nuovo report sul clima pubblicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Almeno un anno tra il 2021-2025 ha una probabilità del 90% di diventare il più caldo in assoluto, il che scalzerebbe il 2016 dalla prima posizione, secondo il Met Office del Regno Unito, principale centro WMO per tali previsioni.
Nel 2020 – uno dei tre anni più caldi di sempre – la temperatura media globale è stata di +1,2 °C sopra la soglia del periodo pre-industriale. Si è anche evidenziata l’accelerazione degli indicatori del cambiamento climatico come l’aumento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci marini e eventi metereologici estremi, così come il peggioramento degli impatti sullo sviluppo socio-economico.
“Ogni variazione della temperatura media globale conta, mezzo grado aggrava moltissimo l’impatto per le persone, la natura e per il nostro pianeta – dice Manuel Pulgar-Vidal, leader internazionale WWF su Clima ed Energia -. Con azioni urgenti e su larga scala che riducano drasticamente le emissioni di gas serra, è possibile mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C. Non possiamo permetterci di fare passi indietro su questo punto. La comunità internazionale deve porre le basi per questa grande accelerazione, impegnandosi in un’azione politica strutturale nel corso del prossimo G7 nel Regno Unito a giugno e del G20 di ottobre in Italia e, soprattutto, durante COP26 a Glasgow a novembre. Se lo faranno, i leader del mondo avranno l’opportunità di fare del 2021 l’anno in cui abbiamo invertito la rotta dell’aumento delle temperature globali”.
“Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è di fondamentale importanza per prevenire gli impatti negativi della crisi climatica su persone e natura – aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – ma sappiamo che senza un’azione globale rischiamo di raggiungere questa soglia già nei prossimi anni. Con così tanto in gioco, tutti i governi e gli Stati devono fare la propria parte, collaborare per intraprendere azioni urgenti che riducano davvero ed esponenzialmente le emissioni di gas serra. Bisogna anche intensificare le azioni di ripristino della natura, essenziali per tenere sotto controllo l’aumento della temperatura globale. L’Italia avrà un ruolo molto importante, quest’anno, nella Pre-COP e nell’evento Giovani di fine settembre e inizio ottobre, ma soprattutto nel G20 che vedrà il summit dei leader finire il giorno prima dell’inizio della COP26 a Glasgow. Ci giochiamo la leadership e la credibilità internazionale, è vero, ma soprattutto abbiamo un’occasione storica per contribuire all’obiettivo più importante in assoluto, salvare il Pianeta come lo conosciamo”.
Petteri Taalas, segretario generale del WMO ha detto: “Queste sono più che semplici statistiche. L’aumento delle temperature significa più ghiaccio che si fonde, livello del mare più alto, più ondate di calore e altri fenomeni meteorologici estremi, e maggiori impatti sulla sicurezza alimentare, la salute, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Questo studio mostra – con un alto livello di competenza scientifica – che il mondo si sta avvicinando in modo evidente a mancare l’obiettivo cui aspirava l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. E’ un altro campanello d’allarme che il mondo ha bisogno di accelerare gli impegni per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere la carbon neutrality”, ha concluso.
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A Seoul dibattiti sui cambiamenti climatici in vista di Cop26
SEOUL (COREA DEL SUD) (ITALPRESS) – Continuano le attività dell’Ambasciata d’Italia a Seoul per promuovere gli eventi COP26 che avranno luogo a Milano. Il 28 maggio è stato presentato nella città di Chuncheon il documentario “The Climate Limbo” di Elena Brunello, in una proiezione cui hanno partecipato gli studenti dell’Università Hallym e i rappresentanti delle municipalità della regione del Kangwon, con l’obiettivo di stimolare il dibattito tra la popolazione coreana sui cambiamenti climatici e portare l’attenzione sull’evento giovanile della COP26 “Youth4Climate: driving ambition” che si terrà a Milano il 28 settembre. “Il nostro obiettivo, con queste proiezioni e dibattiti – ha ribadito l’Ambasciatore Federico Failla – consiste nel diffondere quanto più possibile nella società civile e tra i giovani coreani informazioni sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, spiegando come si sta muovendo il nostro Paese e fornendo spunti per discussioni e idee per meglio raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2050. Abbiamo bisogno che i giovani si attivino e agiscano per combattere il cambiamento climatico, problema che purtroppo rischia di diventare sempre più grave in futuro”.
La proiezione si inserisce peraltro in un weekend interamente dedicato all’Italia, organizzato dall’Ambasciata in collaborazione con il Comune di Chuncheon per portare l’eccellenza italiana nella musica, la cucina e il cinema nella regione del Kangwon. Il festival “Ciao Italia” vede la partecipazione di tutto il sistema Italia e diversi eventi sia in presenza – come concerti e proiezioni cinematografiche – sia “virtuali”, come lezioni di cucina e master class dedicate alle specialità gastronomiche del nostro Paese.
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Bepanthenol Tattoo-ENPA, insieme per salvare gli animali dall’estinzione
MILANO (ITALPRESS) – Bepanthenol Tattoo, la pasta trattamento intensivo con Pantenolo di Bayer lancia assieme ad ENPA, L’Ente Nazionale Protezione Animali, The Preservation Tattoo, progetto per accrescere la conoscenza e la salvaguardia delle specie animali a rischio estinzione in Italia.
Secondo uno studio dell’International Union for Conservation of Nature – l’organizzazione che monitora le specie in pericolo e il grado di minaccia a cui sono sottoposte – risultano più di 31.000 le specie nel mondo in via d’estinzione e in Italia, nonostante le ampie risorse ambientali, sono diversi gli animali sottoposti a questo rischio.
Bepanthenol Tattoo ed ENPA hanno scelto di fare assieme un gesto concreto in favore della biodiversità custodita dagli animali che abitano il nostro territorio: se un tatuaggio è per sempre, anche l’habitat naturale in cui vivono dovrebbe esserlo. Insieme a quattro noti tattoo artist italiani sensibili alle tematiche di ENPA, sono stati così selezionati otto animali simbolo – l’Aquila del Bonelli, il Gufo delle Nevi, la Pernice Bianca, lo Stambecco delle Alpi, la Tartaruga Marina Comune (Caretta Caretta), la Lucertola delle Eolie, le Farfalle Diurne e il Capovaccaio. Ogni tatuatore ha adottato simbolicamente due degli animali a rischio dedicandogli un tatuaggio, rendendolo simbolo e patrimonio della biodiversità in pericolo: sono Luca Font, artista che trae ispirazione dal modernismo europeo, suprematismo russo e futurismo italiano allo stesso tempo; Ylenia Manzoni, in arte Yle Vinil, tatuatrice dall’anima poetica e sognante; Nik The Rookie, estetica old school dallo stile contemporaneo; Gilberta Vita, composizioni floreali ad acquerello impresse sulla pelle.
Scegliendo di tatuare su quattro volontari una specie a rischio, nel tentativo di impegnarsi simbolicamente a farla durare nel tempo sia sulla pelle che in natura, hanno contribuito ad accendere i riflettori sul tema urgente dell’estinzione animale.
Il progetto prende vita sulla landing page dedicata – https://www.bepanthenol.it/it/thepreservationtattoo/ -, con video, storie ed emozioni volte a sensibilizzare il pubblico, invitandolo a donare una cifra volontaria a ENPA. Dal sito sarà inoltre possibile scaricare il Preservation Tattoo preferito, per portare sempre con sè l’animale prescelto e far durare nel tempo il supporto all’iniziativa.
Sulla pagina Instagram di Bepanthenol Tattoo ci sarà spazio per il docu-film che racconta la storia del progetto, le foto e i bellissimi disegni dei tattoo artist, con le loro riflessioni in merito a questo importante tema di sostenibilità e protezione.
“Come Bayer siamo convinti che ogni piccolo gesto in favore di temi importanti per la società e l’ambiente conti. Bepanthenol Tattoo rappresenta il brand che più di tutti può fare qualcosa di concreto e proteggere anche questi animali simbolo della ricchissima biodiversità del territorio italiano. La collaborazione con ENPA è perfettamente in sintonia con i valori di Bayer e con il tema della protezione, caro a Bepanthenol Tattoo” commenta Heiko Petersen, a capo della Divisione Consumer Health di Bayer Italia.
Marco Bravi, Presidente del Consiglio Nazionale ENPA sottolinea: “E’ un grande piacere poter partecipare con Bepanthenol Tattoo a un’iniziativa così vicina ai valori della nostra organizzazione. Sensibilizzare le persone sull’importanza della preservazione degli animali e della biodiversità tramite la metafora del tatuaggio, della cura che impieghiamo perchè questo duri nel tempo e non si rovini, è esattamente quello che facciamo noi ogni giorno con le specie in pericolo di cui ci prendiamo cura. Questo progetto è inoltre occasione per noi di ricordare le iniziative aperte in favore delle tartarughe marine e dei cetacei del Mar Adriatico ‘Cara Carettà e ‘Nate Liberè, tra le specie scelte da uno dei tatuatori”.
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Completata la sessione 2021 per la marcatura delle Aquile di Bonelli
ROMA (ITALPRESS) – Si è conclusa la quarta campagna annuale di marcatura di giovani esemplari di Aquila di Bonelli, portata avanti dal personale del LIFE ConRaSi e dal team di biologi ed esperti rocciatori del partner spagnolo GREFA. Il Progetto Life ConRaSi è portato avanti da WWF, Dipartimento regionale Sviluppo Rurale e Territoriale di Regione Sicilia, Dipartimento Regionale Ambiente di Regione Sicilia e dall’associazione spagnola GREFA.
Undici gli individui che sono stati dotati di trasmettitori GPS e di anelli colorati di riconoscimento nel corso di questa sessione. Uno di questi, troppo giovane per l’applicazione del trasmettitore, è stato dotato solo di anello.
La campagna si è svolta in dodici siti di riproduzione tra le province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Messina e Trapani. Oltre alle operazioni di marcatura, sono state svolte misurazioni biometriche e visite veterinarie sui giovani individui. Sono in particolar modo state somministrate cure preventive per l’infezione da Trichomonas, protozoo trasmesso da piccioni e colombacci, prede dell’Aquila di Bonelli, e rivelatosi un fattore di rischio particolarmente rilevante per la conservazione della specie.
Al termine di questa quarta campagna, sale a 22 il numero totale di animali monitorati tramite i trasmettitori GPS.
I dati resi disponibili dalle attività di marcatura non solo sono di fondamentale importanza per la comprensione dell’ecologia, dell’uso degli habitat e perciò delle misure di conservazione da adottare, ma anche come strumento per continuare a combattere le attività illegali di bracconaggio. A tal proposito, durante quest’ultima sessione, sono stati prelevati campioni di penne per realizzare, grazie al DNA, un profilo genetico di questi individui. I campioni organici verranno inviati al laboratorio di analisi genetiche di ISPRA e i risultati consentiranno la creazione di un database, che tornerà utile soprattutto per capire se individui dichiarati come nati in cattività non provengano invece da prelievi illegali effettuati in natura.
A conclusione della campagna, previa autorizzazione degli enti responsabili, tre aquile di Bonelli sono state traslocate via nave in Sardegna, in collaborazione con il progetto LIFE Aquila A-LIFE che, facente capo a ISPRA, ha come finalità quella di favorire il recupero dell’Aquila di Bonelli e di incrementare il suo areale di distribuzione nel Mediterraneo occidentale. I tre rapaci sono stati collocati in una voliera, dove trascorreranno un mese di acclimatamento prima di procedere con la liberazione.
L’operazione è stata condotta con il supporto degli operatori spagnoli del Ministerio para la transiciòn Ecològica y Reto Demogràfico, Gobierno de España, gli agenti forestali regionali, lo staff di Ecologia Applicata Italia e gli agenti del reparto operativo SOARDA.
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Pac, Greenpeace colora di verde l’ingresso del Parlamento europeo
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Greenpeace ha colorato di verde, con un liquido a base di acqua, l’ingresso della sede del Parlamento europeo a Bruxelles, accusando di greenwashing i politici che, al suo interno, stanno definendo gli ultimi accordi sulla Politica Agricola Comune (PAC). Due climber hanno raggiunto la piattaforma sopra la porta principale e hanno aperto uno striscione con la scritta “Stop Greenwashing European Farming”.
In queste ore si sta svolgendo il “trilogo” sulla PAC, nel corso del quale rappresentanti dei governi dei Paesi Ue, del Parlamento europeo e della Commissione europea concluderanno i negoziati sulla politica agricola che l’Unione europea adotterà per i prossimi sette anni.
Nonostante le critiche all’attuale PAC arrivate da oltre 3.600 scienziati, da una ricerca dello stesso Parlamento europeo e dalla Corte dei Conti Europea, gli impatti negativi della PAC sull’ambiente, sul clima e sulla salute pubblica rimarranno invariati se sarà confermato l’attuale testo e se ogni Stato non adotterà Piani Strategici Nazionali (PSN) molto più ambiziosi dal punto di vista ambientale e sociale.
“La maggior parte delle forze politiche, in Europa come in Italia, sta cercando di presentare questa riforma come una svolta green, ma è solo una pennellata di verde su una politica che nasce già vecchia – dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia -. Questa PAC, come la precedente, continua a finanziare con fondi pubblici un sistema basato su agricoltura industriale e allevamenti intensivi, che divora il Pianeta e che costituisce un’ulteriore minaccia per il clima e per la nostra salute. A farne le spese sono anche le piccole aziende, dato che la maggior parte dei sussidi vanno a foraggiare le aziende più grandi e intensive”.
Il mondo scientifico sta suonando da tempo il campanello d’allarme, avvertendo che la sovrapproduzione di carne e latticini è una delle principali cause della distruzione delle foreste e della perdita di biodiversità. Si abbattono le foreste per fare spazio a nuove colture per produrre mangimi, e ciò aumenta il rischio di entrare in contatto con nuovi virus che dagli animali potrebbero passare agli esseri umani.
“Per prevenire future epidemie e gli immensi costi economici, umani e sociali, ad esse connessi, è necessario che la politica apra gli occhi sulla necessità di cambiare radicalmente il nostro sistema di produzione di cibo, a cominciare da una drastica riduzione di produzione e consumo dei prodotti di origine animale – continua Ferrario -. Il governo italiano è chiamato a una doppia prova: esprimersi in questo senso nell’ambito del Consiglio europeo e stilare un Piano Strategico Nazionale sulla PAC che punti su meno quantità e maggiore qualità, anche nell’interesse di tutte quelle piccole aziende agricole che rischiano di chiudere. Il resto è solo greenwashing”.
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