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Cingolani “Tutela api importante per preservare la biodiversità”

ROMA (ITALPRESS) – Quasi il 90% delle piante selvatiche, fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat e in generale della diversità biologica, ha bisogno degli insetti impollinatori per riprodursi. Nel processo di produzione alimentare, oltre il 75% delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da decine di migliaia di specie animali (almeno 16 mila tra gli insetti) in termini di produzione, resa e qualità dei raccolti (dati Ispra).
Occorre partire da questa breve analisi per comprendere l’importanza della ‘Giornata delle apì che si celebra ogni 20 maggio: una ricorrenza istituita dall’Onu per ricordare il fondamentale ruolo ecosistemico svolto da questi insetti, e il cui obiettivo è anche quello di accendere i riflettori sull’importanza di porre un freno al loro declino.
Si inquadra in tale contesto la Direttiva 2021 sugli Insetti Impollinatori, firmata dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani lo scorso 31 marzo, che punta ad ampliare le attività di monitoraggio proposte nell’ambito delle Direttive 2019 e 2020, in coerenza con le indicazioni metodologiche già fornite da ISPRA e con le eventuali ulteriori integrazioni che dovessero pervenire dall’Unione Europa.
Rientra tra le attività programmate con la Direttiva sugli Insetti Impollinatori quella dell’ente Parco Alta Murgia che, in qualità di capofila dei parchi dell’area tirrenico/adriatica, ha proposto la messa a punto di un sistema di valutazione e raccolta dati della presenza e diversità degli impollinatori, tra i quali le Api.
L’Ente parco dell’Alta Murgia ha inoltre reso attivo il monitoraggio con il progetto “Parco per api e farfalle”: un programma per la salvaguardia degli insetti impollinatori avviato in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, che punta ad aumentare la conoscenza delle specie che vivono nel Parco, individuando interventi di miglioramento ambientale e pratiche di gestione delle aree forestali e agricole.
Sotto il Coordinamento scientifico di ISPRA è inoltre in fase di sperimentazione un database ad uso multiplo, orientato ad assicurare la compatibilità e l’interoperabilità dei dati e dei servizi di monitoraggio nelle azioni dei parchi, che punta anche a realizzare un’app per smartphone e tablet per la raccolta dei dati, secondo i protocolli definiti dall’ISPRA.
Nel triennio 2019-2021 superano i 5,6 milioni i fondi impegnati a tutela degli insetti impollinatori.
Un’azione costante, che ha aiutato i Parchi nazionali a migliorare le proprie conoscenze: i territori tutelati, grazie alla gestione applicata dai Parchi e alle azioni per limitare l’uso di fitofarmaci e conservare gli habitat, forniscono inoltre un importante contributo alla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici.
“Un ulteriore incentivo – afferma il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani – alla tutela di questi insetti così preziosi per il mantenimento del nostro patrimonio di biodiversità, e la cui sopravvivenza è messa seriamente a rischio dai cambiamenti climatici, e dai fenomeni legati all’inquinamento ambientale”.
Gli Apoidei e i Sirfidi sono poco conosciuti: non è quindi facile valutarne lo stato di conservazione. Per questo, il lavoro di monitoraggio iniziato nel 2020 si è rivelato decisivo nel porre le basi di uno studio a lungo termine sullo stato di salute di queste comunità di insetti, fondamentali per la tutela della biodiversità.
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“Mettiamo radici per il futuro”, cresce corridoio verde Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Emilia-Romagna è sempre più verde. Si rafforza e accelera il progetto “Mettiamo radici per il futuro”, il grande piano green messo in campo dalla Regione per incrementare la superficie boschiva e le aree verdi con la messa dimora di 4,5 milioni di nuovi alberi, uno per ogni abitante, entro i prossimi quattro anni.
E’ terminata il 15 aprile scorso la fase d’avvio del progetto che, in poco più di sei mesi, ha portato alla piantumazione in tutto il territorio di circa 580 mila nuove specie arboree distribuite gratuitamente dalla Regione a scuole, associazioni, enti pubblici, aziende private e singoli cittadini attraverso una rete di 18 vivai accreditati. E’ l’inizio del nuovo corridoio verde che l’Emilia-Romagna realizzerà nei prossimi quattro anni a protezione dell’ambiente e della qualità dell’aria e il cui andamento è possibile seguire direttamente online su una grande mappa dove sono riportate tutte le specie arboree piantate finora, comune per comune.
E ora, dopo l’approvazione nei giorni scorsi da parte della Giunta regionale del nuovo bando, parte la fase due del piano con una dotazione finanziaria di oltre 1,6 milioni di euro, per sostenere interventi di forestazione urbana che di qui alla fine del 2021 vedranno come protagonisti gli oltre 200 comuni di pianura a cui dallo scorso mese di marzo sono state estese le misure del Piano regionale sulla qualità dell’aria.
I traguardi raggiunti nel primo step di avanzamento del progetto e le prossime tappe della campagna sono state illustrate nel corso di una videoconferenza stampa dalle assessore regionali all’Ambiente, Irene Priolo, e alla Montagna, Parchi, Forestazione e Programmazione territoriale, Barbara Lori.
“Siamo particolarmente soddisfatti- sottolinea Priolo- dei risultati raggiunti al temine di questa prima fase. Nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, abbiamo abbondantemente superato l’obiettivo che ci eravamo posti di 500mila nuovi alberi piantumati, un dato che testimonia ancora una volta la sensibilità e la cura degli emiliano-romagnoli, che ringrazio, per l’ambiente. Ora, in attesa di partire ad autunno con una nuova fase di distribuzione gratuita di alberi e piante, siamo in condizione di accelerare gli interventi di forestazione in ambito urbano premiando i progetti dei Comuni di pianura per rendere più belle e vivibili le nostre città”.
“C’è un tema- commenta Lori- che è di straordinaria attualità, e che mi preme qui sottolineare: gli alberi, la forestazione, sono e devono essere sempre più un elemento centrale rispetto a come immaginiamo le nostre città. Non sono elementi di decoro, devono essere parte viva di una dimensione nuova del vivere e dell’abitare. E su questo il mio impegno è totale. Parlare di sviluppo a consumo zero di territorio, come giustamente sostiene la legge urbanistica regionale, vuol dire anche questo. Vuol dire anche valorizzare il patrimonio forestale regionale, che vale circa 1/3 del nostro intero territorio. E questa iniziativa della Regione, di mettere a dimora un nuovo albero per ogni abitante, va esattamente in questa direzione”.
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Webuild nel ranking “Europès Climate Leaders 2021”

MILANO (ITALPRESS) – Webuild entra nella prima classifica europea della sostenibilità ambientale 2021 elaborata da Statista in collaborazione con il Financial Times. Il report mette sul podio le 300 imprese europee con ricavi superiori a 40 milioni di euro che tra il 2014 e il 2019 hanno ottenuto le maggiori riduzioni di emissioni di gas serra rispetto ai ricavi, considerando quindi il parametro del tasso di riduzione annuale composto dell’intensità delle emissioni (Compound annual reduction rate – CARR – of the emissions intensity). Un valore che per il Gruppo si è attestato al 9% annuo nel periodo, considerando le emissioni generate direttamente e quelle generate nella produzione di energia elettrica acquistata.
Webuild, recentemente inserita anche nel rapporto Statista-Il Sole 24 Ore delle 150 aziende italiane leader di sostenibilità, “prosegue da anni un percorso di miglioramento continuo che nel 2020 ha raggiunto livelli estremamente positivi – si legge in una nota -: l’89% del backlog costruzioni relativo a progetti legati all’avanzamento degli SDG e il 63% relativo a progetti low-carbon, con un significativo impatto in termini di popolazione beneficiaria dei progetti in corso di realizzazione, pari a circa 87 milioni di persone nel mondo”.
Le performance di sostenibilità del Gruppo sono state premiate per i risultati raggiunti, testimoniati dai numeri: il 69% dei rifiuti prodotti inviati a recupero, il 49% in meno nell’intensità di emissioni di CO2 nel 2020 rispetto al 2015, il 91% di approvvigionamenti locali, l’82% di personale assunto localmente. Indici che il Gruppo punta a migliorare ulteriormente con il piano ESG 2021-2023 recentemente rilasciato, che rafforza l’impegno per sostenibilità ambientale, safety ed inclusione e innovazione tecnologica anche nell’ambito di Progetto Italia, l’operazione industriale di consolidamento delle infrastrutture italiane che ha permesso l’integrazione di Astaldi in Webuild nel corso del 2020.
“Il rafforzamento della leadership del Gruppo nella sostenibilità corre in parallelo ad un focus crescente sull’innovazione, con investimenti per la digitalizzazione dei processi core, delle tecniche costruttive e iniziative focalizzate su qualità, sicurezza ed ambiente – prosegue la nota -. Dal megaprogetto idroelettrico di Snowy 2.0 in Australia, al sottoattraversamento del fiume Isarco per la realizzazione della Galleria di Base del Brennero, al Northeast Boundary Tunnel Project (NEBT) a Washington, D.C., negli Stati Uniti, il Gruppo è impegnatoin ogni progetto in modo sempre unico, con sviluppo di soluzioni ad hoc, perchè, a partire dalla fase di gara, ogni cantiere possa essere un laboratorio di ricerca avanzata, per Webuild e per tutta la catena di fornitura che cresce con la Società in Italia e nel mondo”.
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Pirelli produce il primo pneumatico al mondo certificato FSC

MILANO (ITALPRESS) – Pirelli è la prima azienda al mondo a produrre una linea di pneumatici certificata Forest Stewardship Council (FSC) progettati per la nuova BMW X5 xDrive45e Plug-In Hybrid. Questi prodotti contengono gomma naturale e rayon certificati FSC e rappresentano un nuovo traguardo verso una produzione sempre più sostenibile.
La certificazione di gestione forestale FSC conferma che le piantagioni sono gestite in modo da preservare la diversità biologica e apportare benefici alla vita delle comunità locali e dei lavoratori, assicurando al contempo la sostenibilità economica. Il complesso processo di certificazione della catena di custodia FSC verifica che, lungo la filiera di trasformazione dalla piantagione al produttore di pneumatici, il materiale certificato FSC sia stato identificato e separato dal materiale non certificato.
“Prima di arrivare su strada, la mobilità sostenibile parte dalle materie prime. Con la produzione del primo pneumatico al mondo certificato FSC, Pirelli dimostra ancora una volta il proprio impegno nel perseguire obiettivi sempre più sfidanti in termini di sostenibilità e testimonia il costante lavoro su materiali innovativi e processi produttivi sempre più all’avanguardia. Continuiamo a investire in una crescita sostenibile per il pianeta, consapevoli che questo è imprescindibile anche per il futuro delle nostre imprese”, ha dichiarato Giovanni Tronchetti Provera, SVP Sustainability and Future Mobility di Pirelli.
“In qualità di produttore premium, ci impegniamo a guidare il cammino verso la sostenibilità e ad assumerci responsabilità”, ha affermato Andreas Wendt, membro del consiglio di amministrazione di BMW AG responsabile degli acquisti e della rete dei fornitori. “Questo è il motivo per cui dal 2015 ci siamo impegnati per migliorare la coltivazione della gomma naturale e per una maggiore trasparenza nella rete di fornitori. L’uso di pneumatici in gomma naturale certificata è un risultato pionieristico per il nostro settore. In questo modo, contribuiamo a preservare la biodiversità e le foreste per contrastare il cambiamento climatico”.
“Il nuovo pneumatico Pirelli certificato FSC è una pietra miliare significativa nell’obiettivo di offrire benefici economici, sociali e ambientali a tutta la filiera della gomma naturale; questo è di particolare importanza nel contesto delle sfide di sostenibilità della gomma naturale. Ci congratuliamo con Pirelli per il suo impegno nell’approvvigionamento responsabile e per aver dimostrato che una filiera trasparente per la gomma naturale è possibile, dai piccoli proprietari al mercato. Ci congratuliamo anche con BMW per aver sostenuto lo sviluppo del pneumatico certificato FSC e per averlo scelto per equipaggiare uno dei suoi nuovi modelli. Questo è un importante passo avanti nel viaggio verso una filiera della gomma naturale più sostenibile, aiutando così a mitigare la deforestazione e a sostenere la lotta contro il cambiamento climatico. Celebriamo la leadership dimostrata in questo caso e non vediamo l’ora di guidare una più ampia trasformazione in tutto il settore”, ha dichiarato Jeremy Harrison, Chief Markets Officer, FSC International.
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La “Generazione Z” riscopre l’agricoltura sostenibile

ROMA (ITALPRESS) – La Fondazione Enpaia (l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura) e il CENSIS hanno presentato il 3° numero dell’Osservatorio del mondo agricolo, dal titolo “La riscoperta dell’agricoltura nella youth economy”. Lo studio fotografa il nuovo rapporto dei giovani con la terra, con la produzione e il consumo del cibo, con l’impresa e il lavoro in agricoltura. Nell’Italia post Covid-19 sono loro i veri protagonisti del futuro: i Millennial, nati tra metà degli anni Ottanta e metà del decennio successivo e la Generazione Z, nata tra metà degli anni Novanta e metà degli anni Zero. Pronti a rilanciare i valori di un’agricoltura sostenibile nel perimetro della youth economy dopo l’esperienza dell’emergenza sanitaria.
Per 9 giovani su 10 sostenibilità ambientale e lotta al riscaldamento globale sono le priorità nell’agenda italiana del futuro prossimo e l’agricoltura, in particolare, è il settore che prima e meglio degli altri ha interpretato queste urgenze. Per il 60% della GenZ (composta dai 15-24enni), infatti, gli agricoltori hanno operato per rendere la filiera del cibo sostenibile, il 48% per i Millennial.
Agricoltura sostenibile per i giovani significa anche concrete opportunità lavorative, con l’88,7% convinto che sia possibile creare occupazione di qualità, con valori che arrivano all’89,5% tra i giovanissimi della GenZ. Per il 51,7% dei giovani il settore agricolo si rilancerà prima degli altri nel post Covid-19 e per l’82% – è l’l’85% nella GenZ – questa ripresa sarà decisiva in altri ambiti oggi in difficoltà, come il turismo e la filiera del food.
Le nuove generazioni, insomma, riscoprono l’agricoltura e non è un caso se tra le imprese agricole nate nell’ultimo decennio l’11,3% abbia un titolare giovane, pronto a scommettere sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei sistemi di produzione.
Oggi il 60,2% dei giovani è convinto che il percorso verso lo sviluppo nel dopo pandemia sarà lungo e difficile, perchè “il colpo subito è stato duro e ci ritroveremo con i soliti problemi aggravati”. Ad esserne più sicuri sono i Millennial (63,8%), scottati in prima persona dalla crisi del 2008.
Pur abituati a vivere e lavorare in un ambiente ostico, i giovani mostrano tuttavia un’inattesa tenacia nel voler stare in partita e l’89,8% ritiene che per questa fase lo stato d’animo appropriato sia essere orientato allo sforzo per realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi.
Non sorprende, allora, che quasi il 91,7% dei giovani italiani sia favorevole a dare aiuti alle imprese agricole che scelgono di investire nelle tante forme di sostenibilità ambientale, coerenti con nuovi stili di vita più digital e aperti a un’economia di tipo circolare.
L’agricoltura praticata dai giovani in questi anni è ad alta intensità di tecnologie e le aziende hanno saputo valorizzare le opportunità dell’Ict. Diventa una necessità, pertanto, puntare sull’innovazione tecnologica per aiutare il mondo rurale nel suo sviluppo.
Per i giovani, la sostenibilità resta il criterio regolatore per eccellenza di economia e società. Pensando al post Covid-19, infatti, emerge che il 62,8% farà più attenzione a ridurre gli sprechi, con quote analoghe tra GenZ (60,7%) e Millennial (63,5%); il 46,4% farà la raccolta differenziata per i rifiuti, mentre il 32,2% acquisterà prodotti locali, a km zero, per limitare l’inquinamento; il 32,1%, poi, eviterà acquisti di prodotti in plastica (è il 43,8% tra la GenZ e il 27,9% tra i Millennial).
Sono alte le quote di giovani che invece non hanno fiducia in istituzioni di vario tipo: è così per partiti politici (78% GenZ, 75% Millennial, ed è l’81% nel totale popolazione), amministrazioni locali (62% GenZ, 61% Millennial ed è il 64% nella popolazione), Pubblica amministrazione (61% GenZ, 61% Millennial ed è il 68% sul totale della popolazione), Ue (48% GenZ, 56% Millennial ed è il 61% sul totale della popolazione) e media (50% GenZ, 54% Millennial ed è il 60% sul totale della popolazione). Il lavoro è la grande incertezza per i giovani italiani: il 43,3% di chi un lavoro ce l’ha teme di perderlo, con un grado di incertezza superiore addirittura a quella legata ai rischi sulla salute (il 34,5%). Infine, la grande maggioranza di GenZ (82%) e Millennial (81%) ritiene che la competizione sui mercati debba contemperarsi con una buona protezione sociale.
Secondo il presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza, “i dati dell’Osservatorio dimostrano ancora una volta come il settore agricolo costituisca un asset strategico per l’economia nazionale e per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. L’agroalimentare è il settore del futuro e sarà il traino per la ripresa economica del Paese post pandemia. A mio avviso – aggiunge Piazza – sono tre i cardini su cui puntare: innovazione tecnologica, sostenibilità e giovani. Soprattutto bisognerà sostenere concretamente questi ultimi, convinti che il percorso post Covid sarà lungo e difficile, ma al tempo stesso determinati nel realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi. Stabilità del lavoro e protezioni sociali costituiscono le maggiori incertezze delle nuove generazioni, ma anche il terreno su cui verranno misurate le istituzioni e la rappresentanza politica”.
Per il presidente del CENSIS, Giuseppe De Rita, “per tornare a crescere non basteranno Stato, piani dall’alto e tanti soldi: fondamentale sarà stimolare la voglia di fare impresa degli italiani combattendo la tentazione psichica ad accucciarsi, a valutare il rischio come minaccia e a cercar sempre e solo protezione. Ecco perchè i giovani sono pronti a giocarsela in agricoltura, sono un esempio concreto di come ripartire dal basso, dalla voglia di fare delle persone. Su questo è importante puntare, tutto il resto, inclusi i piani con tanti finanziamenti, servono d’aiuto”.
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Ambiente, assessori Pili e Lampis “Servono investimenti in Sardegna”

CAGLIARI (ITALPRESS) – In occasione della riunione della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni, gli assessori regionali sardi dell’Industria e della Difesa dell’ambiente della Sardegna, Anita Pili e Gianni Lampis, che la coordinano, questa mattina hanno incontrato (in videoconferenza) il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, esponendo le priorità strategiche della Regione negli ambiti di competenza dell’organismo.
“Da un’efficace transizione energetica dipende una migliore crescita in termini di sviluppo socioeconomico della Sardegna e i Sardi chiedono al Governo gli investimenti necessari per superare l’utilizzo dei combustibili climalteranti – ha evidenziato l’assessore Pili – La nostra Isola merita di essere ripagata dell’enorme contributo pagato allo sviluppo del Paese, riparando ai danni e pianificando un futuro che metta l’ambiente al centro dello della programmazione. Dalla revisione del Piano nazionale Integrato energia clima (Pniec), dipende la costruzione del nuovo sistema energetico, industriale e produttivo dell’Isola, mentre per le installazioni di impianti di energie rinnovabili diventa indispensabile il censimento delle aree idonee, oltre ad una revisione dell’iter amministrativo. Tra i nostri obiettivi, anche il raggiungimento della riduzione delle emissioni di carbonio entro il 2050”. “Abbiamo affrontato temi che sono fondamentali per lo sviluppo della Sardegna – ha aggiunto l’assessore Lampis – Come la gestione integrata dei rifiuti, le bonifiche, sia delle aree industriali che minerarie, la tutela delle acque e del paesaggio, l’erosione costiera, la qualità dell’aria e la gestione dei cambiamenti climatici, nell’ottica di un approccio di sistema ai temi dello sviluppo sostenibile”.
“Alcuni progetti per la Sardegna derivano dalle scelte strategiche del Governo nazionale che, inevitabilmente, si riflettono sulle Regioni, perciò abbiamo chiesto al Ministro una maggiore condivisione nella predisposizione dei programmi in tema di ambiente ed energia”, hanno concluso gli assessori Pili e Lampis, che nei giorni scorsi sono stati confermati, all’unanimità dai rappresentanti delle altre Regioni, alla guida della Commissione.
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Italian Green Road Award 2021, candidature fino al 31 maggio

ROMA (ITALPRESS) – Mancano due settimane alla scadenza del 31 maggio, ultimo giorno utile per inviare le candidature delle ciclovie all’Italian Green Road Award 2021, sesta edizione dell’Oscar italiano del cicloturismo che anche quest’anno premierà le “vie verdi” di quelle regioni italiane che si sono distinte nell’attenzione al turismo “lento” e che hanno saputo valorizzare i percorsi ciclabili completandoli con servizi idonei allo sviluppo del turismo slow.
Al Comitato organizzativo del premio sono, intanto, arrivate alcune proposte: tra le prime regioni a candidare le proprie ciclovie Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Trentino Alto Adige, che hanno candidato ciclovie anche molto diverse tra loro, percorsi panoramici sul mare e lungo i laghi, strade che si inerpicano su aspre montagne, nastri che avvolgono dolci pendii e itinerari di grande suggestione tra campi coltivati e vie d’acqua.
Ogni regione può candidare fino a due vie verdi, ovvero strade riservate esclusivamente a mezzi non motorizzati, strade bianche o secondarie, con poco traffico, in ogni caso percorsi ben identificati con segnaletica e studiati per consentire ai ciclisti di percorrerli in sicurezza. Il 1°, 2° e 3° premio verranno assegnati alle green road con criteri di eccellenza e il punteggio più alto secondo i vari parametri in esame (progettazione, costruzione, promozione, segnaletica, servizi green, ecc). E’ previsto anche un Premio Stampa e la menzione speciale per la ciclovia che si sia comunque distinta.
“Abbiamo già ricevuto la candidatura di ciclovie molto interessanti che si presentano per la prima volta, ma anche qualche gradito ritorno: sono, queste, vie verdi che sono state ulteriormente migliorate nelle caratteristiche del tracciato o nei servizi e fa piacere vedere il lavoro instancabile degli amministratori locali, che credono in una forma di turismo sostenibile che porta consapevolezza e ricchezza ai territori attraversati – dice Sebastiano Venneri, Presidente Vivilitalia e responsabile turismo Legambiente, da sempre a fianco di Italian Green Road Award.
Tra le regioni che, invece, non hanno sinora mai partecipato all’Italian Green Road Award, ci sono comunque territori che offrono ottime possibilità di cicloturismo. Diverse regioni italiane hanno, infatti, negli anni, investito capitale umano e risorse per attirare gli appassionati del cicloturismo, una modalità di vacanza che incontra il crescente favore degli italiani (circa 5 milioni i connazionali che hanno utilizzato la bicicletta nel corso delle vacanze estive 2020, con una spesa di circa 4 miliardi di Euro sui 23 totali, Rapporto sul Cicloturismo Isnart-Unioncamere e Legambiente) e che, come succede all’estero da anni, può diventare anche un’importante risorsa economica e di tutela dell’ambiente.
Il momento è, in generale, molto favorevole per la bicicletta: i dati ANCMA relativi al 2020 registrano un +17% nelle vendite rispetto al 2019, con un incremento del 44% per le e-bike, cifre sostenute dai bonus governativi ma anche da un aumentata sensibilità per un mezzo che garantisce mobilità sostenibile, divertimento, benessere e un naturale distanziamento sociale.
L’edizione 2021 di Italian Green Road Award vede Peugeot in qualità di title Sponsor, Legambiente e Istituto di Credito Sportivo quali sponsor istituzionali e la partecipazione di Ferrovie dello Stato Italiane.
La giuria è composta da personalità di spicco nel campo del giornalismo, opinion leader, sponsor, esperti e personalità dei settori bike, ambiente e turismo.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 19 giugno a Pescara in Abruzzo, regione che si è aggiudicata l’Oscar del Cicloturismo 2020 con la ciclovia Bike to Coast, che include l’ormai celebre Costa dei Trabocchi. Nella stessa occasione verranno presentate le anticipazioni dell’Osservatorio sul cicloturismo di Isnart-Legambiente in vista del Bike Summit 2021, che farà il punto sull’economia del cicloturismo in autunno.
Tra i vincitori dell’Oscar del Cicloturismo delle passate edizioni: nel 2015, l’Umbria con la ciclovia “Assisi-Spoleto-Norcia”; nel 2016, il Friuli Venezia Giulia con “L’Alpe Adria”: nel 2017, il Veneto con “La Ciclovia dell’Amicizia”; nel 2018 la Lombardia con “La Ciclovia del Fiume Oglio”; nel 2020, è stata, appunto, la volta dell’Abruzzo che ha vinto con “Bike to Coast”, una ciclovia di 131 km che si snoda in gran parte sul vecchio tracciato ferroviario affacciato al mare, da Martinsicuro a San Salvo, un percorso prevalentemente costiero che proprio nella spettacolare Costa dei Trabocchi, offre panorami di grande suggestione, ideali da percorrere sulle due ruote.
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Crisi climatica e Covid in Kenya “Serve subito acqua pulita”

ROMA (ITALPRESS) – “Mi sveglio tutti i giorni molto presto per andare a prendere l’acqua al fiume sperando di tornare a casa entro le 8:30 e poi andare a scuola. Quando faccio tardi mi manca frequentare le lezioni”. La storia di Japeth, 12 anni, è quella di migliaia di bambini in Kenya costretti ogni giorno a lottare per la sopravvivenza. Per loro ActionAid Italia lancia la campagna sms solidale “Dai acqua al suo futuro” con l’obiettivo di sostenere le famiglie dei territori più vulnerabili del Paese, in particolare della Contea di Isiolo, colpite duramente dalla crisi climatica e dall’impatto sanitario ed economico della pandemia.
Nel Paese africano, specialmente nelle zone aride e semi-aride, l’accesso all’acqua pulita è messo a dura prova dal cambiamento climatico, con fenomeni meteorologici estremi che vanno dalla siccità alle alluvioni improvvise.
“Nella Contea di Isiolo il 93% della popolazione non ha accesso ad acqua sicura e pulita entro 5 chilometri di distanza dalla propria dimora e oltre il 73% dei villaggi si affida a fonti d’acqua non sicure. Questo ha conseguenze drammatiche sulla possibilità di produrre cibo a sufficienza. A pagare il prezzo più alto sono come sempre le categorie più vulnerabili, donne e bambini”, spiega Laura Cozzi, capo Dipartimento Acquisizione ActionAid Italia.
“La nostra sopravvivenza dipende dal nostro bestiame ma a causa della siccità non abbiamo abbastanza pascolo per i nostri animali”, racconta Payoot, 36 anni, madre di sette figli.
Si stima siano circa 1,4 milioni le persone, in gran parte nelle zone aride e semi-aride del Paese, affette da malnutrizione acuta1. E in un contesto socioeconomico già fragile, l’emergenza sanitaria ha colpito ulteriormente la popolazione, spingendo sotto la soglia di povertà altri due milioni di persone, mentre i posti di lavoro andati in fumo dall’inizio della pandemia si stima siano circa 1,7 milioni.
In Kenya ormai la ripetuta alternanza tra lunghi periodi di desertificazioni dei terreni e violente piogge ha ricadute drammatiche anche sul diritto all’istruzione dei più piccoli. Durante l’ultima stagione umida, infatti, le intense precipitazioni hanno provocato frane e inondazioni danneggiando e rendendo inaccessibili numerosi edifici scolastici.
Al pari delle piogge torrenziali, anche la siccità può tenere lontani i ragazzi dalle scuole: “Gli alunni smettono di venire a lezione quando devono cercare nuovi pascoli per il bestiame”, spiega Erik, che insegna a 75 bambini della scuola primaria di Longopito, dove non ci sono acqua nè servizi igienici adeguati.
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