“Arbolia mette insieme la necessità delle pubbliche amministrazioni di avere più aree verdi per le loro comunità senza eccessivi oneri per le casse pubbliche e l’esigenza delle imprese di compensare le loro emissioni o radicarsi ulteriormente nei territori nei quali operano”. Così Salvatore Ricco, amministratore delegato di Arbolia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di Stampa Italpress.
abr/mrv/red
Arbolia, più aree verdi nelle città grazie all’alleanza pubblico-privato
Il 16 giugno torna il Festival dell’Acqua di Utilitalia
ROMA (ITALPRESS) – Gli effetti del cambiamento climatico e la scarsità della risorsa idrica, le nuove sfide poste dalla pandemia e le opportunità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E ancora: il ruolo crescente dell’innovazione tecnologica, le applicazioni dell’economia circolare al ciclo idrico integrato e l’urgenza di riforme che consentano il rilancio degli investimenti. Sono le principali tematiche al centro del Festival dell’Acqua, ideato e promosso da Utilitalia (la Federazione delle aziende che si occupano di acqua, ambiente e energia), che torna quest’anno il 16 giugno in modalità digitale.
Giunta alla sesta edizione – dopo Genova nel 2011, L’Aquila nel 2013, Milano nel 2015, Bari nel 2017 e Bressanone-Venezia nel 2019 – la manifestazione proporrà un’intera giornata di riflessioni e approfondimenti con esponenti della politica, tecnici ed esperti del settore. L’iniziativa chiamerà a raccolta le circa 450 aziende associate a Utilitalia e tutti i soggetti che a diverso titolo si occupano dei servizi idrici e di pubblica utilità. Oltre alle tavole rotonde sono in programma collegamenti esterni, contributi video e performance musicali, per approfondire il tema dell’acqua sotto diverse angolature.
“Il Festival dell’Acqua – spiega la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – si conferma, pur nella nuova veste imposta dall’emergenza pandemica, come il principale appuntamento nazionale per un settore fondamentale nella ripartenza economica e sociale del Paese. Grazie anche alle risorse del PNRR, il comparto idrico può accelerare lungo il percorso virtuoso già intrapreso negli ultimi anni, che ha visto aumentare gli investimenti, la qualità e la sostenibilità ambientale dei servizi offerti ai cittadini. Di questo parleremo il 16 giugno, concentrandoci anche sulle opere infrastrutturali e sulle riforme necessarie a colmare il gap tra il Sud e il resto del Paese, e ad accrescere la resilienza delle reti di fronte alle sfide imposte dai cambiamenti climatici e dalla transizione energetica”.
(ITALPRESS).
La ricerca spaziale ai fini del monitoraggio ambientale, webinar il 25/6
ROMA (ITALPRESS) – Environmental Defense Fund, in collaborazione con Amici della Terra, ha accettato la possibilità di contribuire attivamente al programma All4Climate – Italy 2021, con l’organizzazione di una web conference per la promozione di un dialogo costruttivo volto ad affrontare le sfide della crisi climatica attuale. Il convegno è stato selezionato tra gli eventi promossi dal ministero della Transizione Ecologica in collaborazione con il programma di comunicazione sui cambiamenti climatici Connect4Climate di Banca Mondiale. Gli eventi sono dedicati alla lotta ai cambiamenti climatici e coinvolgono i vari stakeholder del settore con l’obiettivo di promuovere il 2021 come l’anno dell’ambizione climatica.
L’incontro, intitolato “La ricerca spaziale ai fini del monitoraggio ambientale”, intende analizzare lo sviluppo delle tecnologie satellitari come strumento per decisioni strategiche a servizio di governi ed imprese sulle problematiche delle emissioni di metano dal settore Oil&Gas. Saranno presentati progetti internazionali e italiani che potranno contribuire ad una rilevazione maggiormente accurata ed ampia delle emissioni di metano provenienti dall’intero ciclo del gas naturale.
Parteciperanno al convegno alcuni tra i massimi esperti sull’uso dei satelliti per il monitoraggio ambientale del pianeta Terra e affronteranno il tema delle emissioni di metano, il cui ruolo è in primo piano nel quadro della transizione energetica. Un’attenzione che trova conferma nelle iniziative e nelle analisi sia della Commissione Europea, con riferimento ai satelliti nell’ambito della Methane Strategy per il monitoraggio delle emissioni di metano dallo spazio, che dell’Agenzia Internazionale dell’Energia nel rapporto 2021 del Methane Tracker, in cui un capitolo è espressamente dedicato al ruolo dei dati satellitari esistenti e del loro miglioramento e accuratezza con i lanci previsti di ulteriori satelliti, da GHGSat, EnMAP del Centro Aerospaziale Tedesco e MethaneSat di Environmental Defense Fund.
“Se non le puoi misurare non le puoi gestire. E’ questo l’assunto alla base delle indicazioni della Methane Strategy sull’implementazione di tecniche per la misurazione delle emissioni di metano dal settore energetico su diverse scale, con sostegno ad approcci sia “dal basso” che “dall’alto” – ha dichiarato Ilaria Restifo, rappresentante per l’Italia di Environmental Defense Fund -. Tra le tecnologie oggi disponibili, il telerilevamento da satellite è quella che appare più adatta a determinare la severità delle emissioni di metano per aree geografiche, e ad individuarne i punti caldi. L’interazione tra i due approcci appare anche come la modalità più efficace per fornire ai decisori le migliori strategie di intervento. Il prossimo passo sarà l’integrazione tra dati satellitari e operatività territoriale. Per questi motivi l’evento si focalizza sullo sviluppo di tecnologie satellitari ai fini del monitoraggio ambientale”.
“Sul monitoraggio delle emissioni di metano stiamo per assistere ad una vera rivoluzione. Oggi, l’entità di tali emissioni è calcolata con procedure spesso previsionali e frammentarie. L’implementazione delle rilevazioni satellitari, con il contributo di nuove misurazioni terrestri, potrà fornire maggiore trasparenza, mostrando dove e quanto viene emesso, e da chi. Devo aggiungere che buona parte delle imprese coinvolte sono consapevoli del problema delle emissioni e si stanno attivando per fornire soluzioni in collaborazione con Istituzioni e Associazioni di settore”, ha commentato l’iniziativa Monica Tommasi, presidente Amici della Terra, organizzatore dell’incontro.
L’evento, in lingua inglese, si terrà il 25 giugno alle ore 14:30 e potrà essere seguito dal pubblico in diretta streaming sul canale YouTube degli Amici della Terra, a questo link: https://youtu.be/DDs8vhNY3JY
Il programma è ora disponibile online sul sito di Amici della Terra e sul sito di All4Climate.org all’interno del calendario ufficiale di tutti gli eventi in vista della 26ª Conferenza delle Parti (COP26) e della PRE-COP26 che si terrà a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre 2021.
(ITALPRESS).
Cingolani “La parola del futuro è sostenibilità”
BOLOGNA (ITALPRESS) – “Lavorando al Pnrr, ho cercato di fare
un’operazione che fosse il più possibile sostenibile perchè,
secondo me, la parola del futuro è sostenibilità. Penso che il
ministero della Transizione ecologica proprio per nome non potrà
essere tale troppo a lungo. Una transizione può durare molti
anni, ma una volta impostata non deve essere più il ministero
della Transizione ma un ministero che ha un obiettivo, cioè una
grande area di interesse di un Paese avanzato da difendere. Io
vedrei se non un ministero del Futuro, che è troppo poetico, uno
della sostenibilità. Dove per sostenibilità continuo a dire che
dobbiamo trovare l’equilibrio fra le diverse istanze”. Così
Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica,
concludendo oggi i lavori dell’incontro sul Piano energetico della Regione Emilia-Romagna.
“Ci sono numeri – spiega – purtroppo incontrovertibili, ci sono
disuguaglianze planetarie, questo non è opinabile, è un fatto.
Più passano gli anni, più le differenze si acuiscono”. “Noi
facciamo parte – aggiunge il Ministro – di un club di Paesi più
avanzati che ha uno standard sociale molto forte e un milione di
posti di lavoro da preservare e qualunque transizione che mira
alla conservazione dell’ambiente in cui viviamo non può
prescindere dal fatto che questo non è fatto a spese dei
lavoratori. Non penso che la transizione ecologica non sia
compatibile con il lavoro, però sono trasformazioni importanti
che richiedono tempo”.
(ITALPRESS).
Gruppo Cap-Rse, al via progetto per la produzione di idrogeno green
MILANO (ITALPRESS) – Creare per il settore pubblico tecnologie all’avanguardia per potenziare la sostenibilità ambientale dei processi industriali, proiettando lo sguardo verso le nuove frontiere della energia rinnovabile. Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, sigla un accordo con RSE, Ricerca sul Sistema Elettrico, società pubblica controllata dal GSE e specializzata nella ricerca nel settore elettro-energetico, per sviluppare un progetto sperimentale per la produzione di idrogeno verde, fonte di energia rinnovabile cui anche il PNRR riserva un capitolo di spesa.
L’accordo della durata di 3 anni intende applicare le tecnologie dedicate alla produzione di idrogeno per rendere ancora più sostenibili i processi di economia circolare applicati al servizio idrico integrato nei 40 impianti di depurazione gestiti dall’utility lombarda.
Si tratta di un progetto innovativo che nasce in ambito totalmente pubblico: Gruppo CAP è infatti una utility partecipata dai Comuni della Città metropolitana di Milano, mentre RSE è una società del GSE, totalmente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ed è affidataria di progetti di ricerca finanziati dal Fondo per il finanziamento delle attività di ricerca e di sviluppo di interesse generale per il sistema elettrico nazionale.
“Ricerca e innovazione di Gruppo CAP si basano sull’assunto che l’acqua sia l’elemento che offre allo sviluppo dell’economia circolare le sfide più interessanti per convertire le materie di scarto in nuove risorse per la produzione: dai reflui si ottengono i fanghi di depurazione da cui si estraggono fosforo, azoto e biometano”, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP.
“Come dimostra la sua formula chimica, l’acqua è anche fonte di idrogeno, e in questo momento storico, non possiamo parlare di transizione energetica senza guardare a questa risorsa pulita come a uno degli strumenti più promettenti per potenziare il processo di decarbonizzazione. Anche in questa occasione – continua Russo – RSE, con cui abbiamo già sviluppato una collaborazione di successo nel 2016 ci aiuterà a capire come possiamo capitalizzare questa nuova opportunità green”.
“RSE, società di ricerca di proprietà pubblica, cerca sistematicamente un rapporto di confronto e collaborazione con il sistema delle imprese, a garanzia di una corretta finalizzazione dei propri progetti e di una verifica della loro efficacia nelle condizioni reali. In questo caso, l’accordo con CAP consentirà di verificare la fattibilità e i potenziali benefici dell’impiego del “vettore idrogeno” in uno specifico settore dei servizi di pubblica utilità, quello idrico, di rilevante importanza sul piano economico e ambientale, e nel quale esistono i presupposti per un risultato particolarmente positivo”, ha dichiarato Luigi Mazzocchi, direttore del Dipartimento Tecnologie di Generazione e Materiali di RSE.
L’accordo di sperimentazione tra Gruppo CAP e RSE è finalizzato all’innovazione e al miglioramento delle prestazioni del sistema elettro-energetico sia dal punto di vista economico, che della sicurezza e della compatibilità ambientale, a totale beneficio degli utenti finali. Un progetto di economia circolare che mira a utilizzare i processi che CAP già svolge nell’ambito del trattamento delle acque per produrre idrogeno verde.
L’attività di RSE è propedeutica a sviluppare tecnologie finalizzate alla produzione di idrogeno sugli impianti gestiti da CAP e a valutare l’efficacia e l’efficienza economica della produzione di idrogeno verde per rendere i depuratori-bioraffinerie ancora più circolari e ancora più votati alla sostenibilità ambientale. L’immissione di idrogeno, prodotto dall’acqua, nel processo di produzione del biometano dai fanghi di depurazione consente di annullare quasi completamente l’emissione di CO2 nell’atmosfera.
Ma la sfida sta proprio nello stabilire se CAP può sostenere il fabbisogno energetico, necessario per l’elettrolisi, processo di separazione dell’idrogeno e dell’ossigeno presenti nell’acqua, autoproducendolo con fonti rinnovabili (fotovoltaico, energia termoelettrica, etc.) e se tale processo produttivo possa essere replicato su scala industriale su tutti gli impianti dell’utility lombarda.
La sinergia tra le due società pubbliche non è una novità: CAP e RSE hanno già al loro attivo una fruttuosa collaborazione nel 2016 che ha dato avvio alla prima produzione italiana su scala industriale di biometano dai fanghi di depurazione. Il progetto pilota, avviato nel 2016 presso l’impianto di depurazione di Bresso-Niguarda, alle porte di Milano, ha visto la partecipazione di un altro partner di eccezione FCA (Fiat Chrysler Automobiles). La simbiosi industriale ha portato il gestore del servizio pubblico a produrre a regime oltre 341mila kg di biometano nella sola sede di Bresso e a intraprendere un processo di graduale conversione degli impianti di depurazione in bioraffinerie, adibite alla produzione di biocarburante, utilizzando gli asset dei gestori anaerobici esistenti, per produrre energia pulita da immettere in rete.
(ITALPRESS).
Enel X e Leonardo insieme per la gestione sostenibile dell’energia
ROMA (ITALPRESS) – Un accordo all’insegna della sostenibilità, con benefici per la sicurezza delle forniture elettriche nazionali. Questo il significato dell’intesa siglata da Enel X e Leonardo, in base alla quale verrà ottimizzato l’uso degli asset energetici dello stabilimento della Divisione Velivoli di Leonardo a Cameri (Novara), immettendo, su richiesta, nella rete elettrica nazionale l’energia non assorbita dalle attività di produzione, per un quantitativo equivalente ad una potenza fino a 2 MW, pari a quella complessivamente a disposizione di circa 650 abitazioni domestiche.
In particolare, grazie alle soluzioni di Demand Response di Enel X per il monitoraggio e la verifica del quantitativo di energia immessa in rete dall’impianto di trigenerazione, il sito di Leonardo a Cameri, compatibilmente con le proprie necessità industriali, potrà trasferire i flussi inutilizzati alla Rete elettrica nazionale, nell’ambito del progetto nazionale di dispacciamento promosso dal gestore di rete Terna dedicato alle UVAM (Unità Virtuali Abilitate Miste). I programmi di Demand Response incentivano l’adattamento dei consumi di energia degli utenti finali, contribuendo alla stabilizzazione della rete quando richiesto dal sistema.
Quello di Cameri è il primo esempio di un più ampio programma di collaborazione fra Leonardo ed Enel X nell’efficientamento dell’utilizzo di energia su scala nazionale. Il progetto potrà essere ulteriormente sviluppato con nuove iniziative di Energy Management finalizzate all’impiego ottimale dell’energia utilizzata da Leonardo a favore della sicurezza del sistema elettrico nazionale.
“Siamo particolarmente soddisfatti di poter supportare Leonardo, una delle più grandi aziende del Paese, nel suo percorso verso la sostenibilità. Gli innovativi Servizi Demand response di Enel X consentiranno al gruppo di massimizzare i benefici del funzionamento dell’impianto di trigenerazione di Cameri, fornendo al contempo un sostegno fondamentale alla sicurezza della rete elettrica”, ha dichiarato Francesco Venturini, Amministratore Delegato di Enel X.
“Il contributo di un asset tecnologicamente avanzato come lo stabilimento produttivo di Cameri alla rete elettrica nazionale rappresenta uno degli esempi concreti con cui Leonardo sostiene attivamente il sistema Paese”, ha affermato Lucio Valerio Cioffi, Direttore Generale di Leonardo. “L’adesione al progetto di Demand Response arricchisce ulteriormente le nostre iniziative nell’Energy Management che rappresentano una delle leve del percorso di sostenibilità di Leonardo, in linea con gli obiettivi di efficientamento energetico della società”.
(ITALPRESS).
Illimity diventa carbon neutral e adotta la foresta circolare di BAM
MILANO (ITALPRESS) – illimity Bank annuncia di aver raggiunto, già nel 2020, la carbon neutrality a livello di gruppo e di aver adottato la foresta circolare dei Pioppi Lombardi di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, progetto di Fondazione Riccardo Catella.
Il modello di business di illimity, con un’infrastruttura interamente digitale e in cloud, contribuisce a minimizzare gli impatti ambientali diretti ed efficienta l’uso responsabile delle risorse. Nonostante il limitato impatto ambientale, la Banca ha avviato fin dalla sua nascita, la misurazione dei propri consumi ed emissioni che è stata ulteriormente integrata ed estesa, nel corso del 2020, a tutte le società del Gruppo.
illimity ha quindi intrapreso un percorso di efficientamento e riduzione dei consumi attraverso iniziative di sensibilizzazione disincentivando l’utilizzo degli ascensori, delle stampanti e della carta (Certificata FSC), favorendo lo scambio di documentazione digitale. La sede di Milano, interamente plastic free, è stata inoltre dotata di un sistema di temporizzatori che permettono lo spegnimento automatico delle luci e degli impianti di climatizzazione. Dal 2021 l’energia elettrica consumata nelle due sedi principali di Milano e Modena è prodotta per il 100% da fonti rinnovabili certificate Garanzia d’Origine.
Inoltre, l’impegno nel segmento energy della Divisione Distressed Credit Investment & Servicing contribuirà a riportare sul mercato impianti in piena efficienza, capaci di produrre annualmente oltre 20 GWh di energia rinnovabile, corrispondenti a oltre 4.662 tCO2eq di emissioni evitate. Nel 2021 la Banca ha compensato le proprie emissioni legate alle attività strumentali (Scope 1 e Scope 2), pari a 489 tCO2eq, attraverso crediti di carbonio certificati “Gold Standards”, raggiungendo così la Carbon Neutrality. In particolare, illimity sostiene il progetto “Clean Cookstoves Mozambique” a Maputo, con l’obiettivo di sostituire le stufe ad alto consumo di carbone con sistemi più efficienti volti alla riduzione di emissioni di CO2 con conseguenti benefici sui risparmi e la salute delle popolazioni locali.
A questa iniziativa si affianca l’iniziativa “Radici – Adotta il tuo albero” di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano nell’ambito del quale illimity ha adottato la foresta circolare dei Pioppi Lombardi, alberi slanciati, alti fino a 30 metri che fioriscono tra marzo ed aprile, contribuendo all’equilibrio verde del parco e della città. Entrambi i progetti rispondono agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile della Nazioni Unite inclusi nell’Agenda 2030. “illimity ha posto particolare attenzione alle tematiche ambientali, sociali e di governance fin dalla sua nascita – afferma Isabella Falautano, Head of Communication & Stakeholder Engagement di illimity -. Nonostante il nostro impatto ambientale sia, per nostra natura, contenuto abbiamo voluto adottare un approccio concerto di misurazione, mitigazione e compensazione delle emissioni. La strada da fare è ancora lunga: la vera sfida che il settore finanziario si trova ad affrontare oggi riguarda la finanza sostenibile e l’esposizione creditizia che dovrà guardare sempre più verso modelli di business green”.
(ITALPRESS).
Eni, al via collaborazione con la Biblioteca degli Alberi di Milano
SAN DONATO MILANESE (MILANO) (ITALPRESS) – Eni avvia la propria collaborazione con BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, un progetto della Fondazione Riccardo Catella, ente no profit attivo da oltre quindici anni con l’obiettivo di promuovere la cultura della sostenibilità nello sviluppo del territorio e di contribuire attivamente al miglioramento della qualità della vita urbana attraverso progetti di valorizzazione degli spazi pubblici e delle aree verdi.
BAM è un giardino botanico contemporaneo nel cuore di Milano, dove vivere esperienze culturali a contatto con la natura: con i suoi dieci ettari di estensione e la sua straordinaria collezione botanica, il parco BAM è un esempio unico in Italia. A luglio 2019 è stata sottoscritta una partnership pubblico-privata tra il Comune di Milano, COIMA e la Fondazione Riccardo Catella per la manutenzione, sicurezza e creazione di un programma culturale per il parco, la cui gestione è stata affidata alla Fondazione, che contribuisce attivamente al miglioramento della qualità della vita urbana attraverso progetti di valorizzazione degli spazi pubblici e delle aree verdi cittadine.
In virtù di quanto descritto, Eni ha deciso di diventare partner di BAM riconoscendone il valore culturale e inquadrando questa iniziativa nel più ampio impegno dell’azienda sui temi della protezione e conservazione delle foreste e delle attività di informazione e comunicazione a esso connesse. E’, infatti, fondamentale individuare delle opportunità di riflessione sul ruolo delle foreste nell’ambito delle Natural Climate Solutions, tutte quelle azioni, cioè, volte alla conservazione, ripristino e migliore gestione del territorio per contrastare il cambiamento climatico. Attraverso la conservazione delle foreste è possibile, tra l’altro, aumentare lo stoccaggio del carbonio, evitare le emissioni di gas serra in atmosfera derivanti dalla deforestazione e preservare ecosistemi unici. (ITALPRESS) – Nell’ambito della sua strategia di decarbonizzazione, Eni ha previsto la possibilità di utilizzare crediti di carbonio generati da progetti forestali che, oltre a benefici climatici e ambientali come la tutela della biodiversità, garantiscano benefici in termini di sviluppo sociale ed economico delle popolazioni locali. Grazie a tali progetti, aderenti allo schema REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation) delle Nazioni Unite, Eni prevede di raggiungere in maniera progressiva un portafoglio crediti di carbonio di oltre 6 milioni di tonnellate/anno di CO2 entro il 2024, oltre 20 milioni di tonnellate/anno entro il 2030 e oltre 40 milioni di tonnellate/anno entro il 2050. Inoltre, grazie alla promozione dello sviluppo sociale ed economico delle popolazioni locali ospitanti, con i progetti REDD+ Eni contribuisce al raggiungimento di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite tra i quali, in particolare, gli SDGs 13 (Agire per il clima) e 15 (Vita sulla Terra).
L’appuntamento inserito nel programma culturale di BAM e supportato da Eni sarà il 29 giugno 2021, alle ore 18.30, e non sarà soltanto un approfondimento sulla protezione e conservazione delle foreste primarie ma un momento di coinvolgimento di tutti i visitatori del parco, grazie all’interazione tra momenti di divulgazione scientifica e performance musicali e artistiche.
(ITALPRESS).









