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Sardegna, 4 milioni ai Comuni per il patrimonio boschivo

CAGLIARI (ITALPRESS) – “Con il sostegno ai territori interessati da gravi forme di deindustrializzazione, dalla presenza di cave dismesse, di impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani o di produzione di energia da fonte fossile, la Regione ha l’obiettivo di aumentare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio boschivo sardo, bene insostituibile della nostra Isola”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione, da parte della Giunta, dello stanziamento per il 2021 di 4 milioni da destinare alle Amministrazioni comunali.
Si tratta di territori compresi nei siti del “Sulcis Iglesiente”, di “Tossilo-Ottana”, di “Porto Torres”, di “Siniscola” e ubicati in diverse aree interessate da gravi forme di deindustrializzazione nel comparto estrattivo dell’industria mineraria. Cinquantatrè i Comuni beneficiari del finanziamento (i lavori dovranno iniziare entro il 31 maggio 2022): 208.000 euro a Porto Torres; 122.000 a Portoscuso; 90.000 a Sassari; 89.000 ad Alghero, Carbonia, Iglesias e Sinnai; 84.000 a Guspini, Macomer, Siniscola e Villacidro; 81.000 a Sant’Antioco; 79.000 ad Arbus, Gonnosfanadiga, Santadi, San Vito, Siliqua, Teulada e Villaputzu; 76.000 a Carloforte, Domusnovas, Gonnesa, Muravera, Narcao, San Gavino Monreale, San Giovanni Suergiu e Villamassargia; 72.000 a Posada; 69.000 a Bolotana, Fluminimaggiore, Lula, Orani, Seui e Villasalto; 66.000 a Borore, Buggerru, Nuxis, Ottana e Sarule; 62.000 a Calasetta, Furtei, Giba, Masainas, Perdaxius, Sant’Anna Arresi, Silius, Tratalias e Villaperuccio; 56.000 a Ballao, Gadoni e Seulo; 52.000 a Noragugume e Piscinas.
“I Comuni – ha aggiunto l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis – potranno eseguire lavori di manutenzione forestale che non comportino modifiche alle situazioni naturali, non siano configurabili come impianti o opere edilizie in senso stretto. Tra questi, interventi selvicolturali di gestione delle foreste, rimboschimenti e imboschimenti per la riqualificazione ambientale e la salvaguardia del territorio, forestazione urbana, sistemi verdi e reti ecologiche, realizzazione e manutenzione di sentieri e piste ciclopedonali. Ma anche lavori fitosanitari, opere di prevenzione del rischio incendi e interventi di salvaguardia e ripristino del patrimonio forestale danneggiato, nonchè lavori di ingegneria naturalistica per la sistemazione di piccole frane, scarpate, viabilità agro-silvo-pastorale e, infine, lavori di sistemazioni idraulico-forestale”.
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Clima, Sharma “Lavoriamo per Conferenza Onu a novembre e in presenza”

ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando duramente affinchè l’evento possa avvenire in presenza e si terrà a Glasgow, a novembre. Ho parlato con i governi di tutto il mondo e nessuno vuole dei ritardi”. Lo ha detto a Sky TG24, Alok Sharma, presidente della 26esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26). “Abbiamo visto dalle statistiche degli ultimi anni – ha spiegato – che il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato, l’ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato e il cambiamento climatico non si è certo arrestato quindi le persone vogliono vedere azioni concrete adesso. Ed è importante per i Paesi in via di sviluppo poter stare seduti allo stesso tavolo , faccia a faccia con i Paesi industrializzati, non guardando le immagini sui maxischermi, perchè ci siano dei negoziati. Quindi stiamo lavorando perchè sia un evento in presenza pur tenendo a mente che la cosa più importante è la sicurezza dei partecipanti e dei cittadini di Glasgow e stiamo elaborando tutte le linee guida ma voglio ribadire che stiamo organizzando l’evento in presenza, a novembre, a Glasgow. E siamo impazienti di dare il benvenuto a tutti”.
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Eni, certificazione ambientale per la bioraffineria di Gela

SAN DONATO MILANESE (MILANO) (ITALPRESS) – La bioraffineria di Gela ha ottenuto la certificazione ambientale EMAS per il suo nuovo assetto industriale. La certificazione, che riguarda la produzione di carburanti da materie prime organiche, il trattamento e smaltimento dei rifiuti, la gestione delle reti fognarie e la raccolta trattamento e fornitura di acqua, è stata rilasciata il 4 maggio scorso da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, e ha validità fino al 23 ottobre 2023.
La certificazione EMAS è un riconoscimento pubblico che conferma la qualità ambientale della bioraffineria e garantisce l’attendibilità delle informazioni relative alle performance ambientali contenute nella Dichiarazione ambientale. Il sistema EMAS prevede infatti la stesura di una Dichiarazione ambientale, come culmine del percorso di registrazione, allo scopo di fornire, in maniera pubblica, le informazioni che descrivono il sistema di gestione ambientale attuato, i risultati raggiunti e gli obiettivi di miglioramento futuro.
Per ottenere e mantenere la registrazione EMAS è necessario far validare processi e impianti da un verificatore ambientale indipendente dall’organizzazione.
EMAS è l’acronimo di Eco Management Audit Scheme, ovvero sistema di controllo e gestione ambientale. Il sistema è attualmente disciplinato dal Regolamento UE n.1221/2009, è un sistema volontario a cui possono aderire tutte le organizzazioni interessate a migliorare le proprie prestazioni ambientali. L’organismo competente in Italia per il rilascio della certificazione EMAS è il Comitato Ecolabel Ecoaudit del Ministero della Transizione Ecologica.
Eni ha adottato un sistema ambientale conforme al Regolamento EMAS allo scopo di contribuire a raggiungere la totale decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi entro il 2050.
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Banca dati Enea sul ciclo di vita di prodotti e servizi per imprese e Pa

ROMA (ITALPRESS) – Una banca dati italiana sul ciclo di vita di prodotti e servizi (LCA- Life Cycle Assessment) a disposizione di pubbliche amministrazioni, associazioni di categoria e imprese che si trovano ad affrontare le sfide del nuovo Piano di Azione per l’economia circolare. E’ quanto sta realizzando il progetto Arcadia sviluppato da Enea e finanziato dal programma nazionale PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
“Abbiamo costruito una rete di relazioni con PA, associazioni di categoria, aziende, enti certificatori, enti ricerca, università e istituzioni di ricerca per arrivare a produrre una banca dati LCA di qualità e rappresentativa del tessuto produttivo italiano”, sottolinea Simona Scalbi, ricercatrice del Dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali e responsabile tecnico-scientifico del progetto.
Il progetto Arcadia nasce all’interno del più ampio progetto “Mettiamoci in RIGA – Rafforzamento Integrato Governance Ambientale”, coordinato dal Ministero della Transizione Ecologica, che ha dato un contributo decisivo all’identificazione di 15 filiere nazionali prioritarie in base a indicatori quali: impatto ambientale, produttività, marchio Made Green in Italy, appalti pubblici e acquisti verdi GPP (Green Public Procurement) e i Criteri Ambientali Minimi (CAM).
“Abbiamo rivolto la prima iniziativa pubblica di Arcadia al settore delle costruzioni che risulta strategico nell’ambito del Green Public Procurement. In futuro, auspichiamo che sempre più aziende siano disposte a dare un contributo allo sviluppo della banca dati, in particolare nei settori delle pietre ornamentali, aggregati riciclati e naturali, cemento, calcestruzzo, infissi e serramenti, demolizione e impianti di riciclo”, conclude Scalbi.
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Fiume Po, ristoro momentaneo grazie alle piogge imminenti

ROMA (ITALPRESS) – Un mese di marzo senza piogge significative e un mese di aprile considerato dalla statistica uno tra i più freddi degli ultimi 30 anni, caratterizzato da temperature ben al di sotto delle medie (generalmente -2 gradi), hanno impedito il repentino scioglimento del manto nevoso presente sui rilievi e il contestuale verificarsi delle cosiddette “morbide” primaverili del Grande Fiume, ovvero la discesa lenta, ma corposa dei flussi di risorsa idrica lungo l’asta del Po fino al Delta. Le precipitazioni abbondanti che però stanno cadendo, abbastanza uniformemente, sul Distretto idrografico del Po in queste ore e che con ogni probabilità cadranno anche nei prossimi giorni secondo le previsioni degli esperti, unite al progressivo scioglimento delle nevi presenti su gran parte dell’Arco alpino, potranno garantire la presenza costante della risorsa idrica nel bacino. E’ questo il dato più rilevante emerso nel corso del meeting periodico dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi Idrici nel Distretto del Fiume Po.
L’incontro si è tenuto stamane in collegamento da remoto tra tutti i partner (Ministero della Transizione Ecologica, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento della Protezione Civile, ADBPo, AIPo, Regione Emilia-Romagna, Regione, Liguria, Regione Piemonte, Regione Lombardia, Regione Veneto, Regione Valle d’Aosta, Regione Toscana, Regione Marche, Provincia Autonoma di Trento, ISTAT, ISPRA, ANBI, CREA, Terna, Utilitalia, ANEA, Assoelettrica, Consorzio del Ticino, Consorzio Adda, Consorzio dell’Oglio) dalla sede parmense dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po e che, in apertura di seduta, ha visto il segretario generale di ADBPo Meuccio Berselli sottolineare come la situazione di partenza nell’analisi integrata dei dati fosse già di Bassa Criticità caratterizzata da precipitazioni, fenomeno che, come anticipato, si è parzialmente verificato nel periodo di interesse, ma che si verifica in queste ore e si verificherà nei prossimi giorni.
L’evento meteorico degli inizi di maggio ha ricolmato i Grandi Laghi, che versavano già in una condizione non ottimale soprattutto il Lago Maggiore ed il Lago di Como. L’assenza di precipitazioni e lo scarso scioglimento delle nevi ha caratterizzato il livello che si attesta, comunque, al di sotto delle medie, solo parzialmente mitigato dalle ultimissime piogge. Sul Lago Maggiore l’idrometro di Sesto Calende misura +39,5 cm sullo zero idrometrico. Gli altri laghi, specie il Lago di Garda, si mantengono di poco superiori alle medie.
Il clima freddo del mese di aprile e l’elevata densità della neve indicano una maggior resistenza alla fusione e quindi la tendenza ad una durata maggiore della neve stessa sul terreno. Sull’arco Alpino è presente ancora un quantitativo di neve superiore alle medie seppur con differenze marcate tra Piemonte (sotto le medie) e Lombardia (sopra le medie).
Regime moderatamente ciclonico con precipitazioni che saranno al di sopra dei valori del periodo e temperature generalmente in linea. Prossimamente la limitata espansione dell’anticiclone lascerà una “porta aperta” sull’Atlantico che potrà dar luogo anche a frequenti ed intense precipitazioni zonali.
“La situazione del mese appena trascorso – ha commentato il segretario Berselli – indica come le precipitazioni sotto le medie del mese di aprile abbiano di fatto posticipato l’incipiente siccità verificatasi in marzo, ma il contesto attuale ci regala un quadro complessivo molto più roseo alla luce delle piogge e delle nevi presenti in montagna che, con il loro scioglimento, incrementeranno le portate future grazie temperature più alte. Per questo, oltre a consentire al Consorzio del Ticino gestore dei livelli del Lago Maggiore di invasare risorsa idrica fino a quota 1,25 come potenziale riserva, abbiamo concertato per questa fase temporale un semaforo verde con mancanza di criticità nel distretto”.
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“Passeggiate progettanti”, la transizione ecologica parte dal basso

ROMA (ITALPRESS) – Si chiama “passeggiata progettante” ed è l’innovativo strumento di concertazione, che vede, ancora una volta, il fiume Arno come laboratorio di partecipazione. Ad utilizzarlo, nell’ambito del Contratto di Fiume Casentino H2O, sono stati due portatori d’interessi: il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, con l’obiettivo di mitigare il rischio idraulico in un territorio complesso ed il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, la cui missione è invece preservare il ricco habitat fluviale della vallata; ad esserne coinvolti anche Comuni, Provincia di Arezzo ed Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale.
Oggetto del confronto, mediato da Federico Preti, presidente di A.I.P.I.N. (Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica), sono stati la manutenzione dei corsi d’acqua e la gestione della vegetazione, ma anche l’economia “green” che ruota attorno ai fiumi, la biodiversità e gli ecosistemi acquatici, nonchè la necessità di infrastrutture artificiali per gestire al meglio il reticolo idraulico.
“La passeggiata progettante ha consentito un confronto diretto, volto a coniugare sempre meglio sicurezza idraulica e tutela ambientale, partendo da situazioni concrete – spiega la presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, Serena Stefani – Il fine ultimo è di condividere buone pratiche per una gestione del reticolo idraulico, che sia rispettosa di un habitat unico, ma anche delle attività umane, che vi operano.”
“La necessità del Parco è di far comprender quali sono i diversi interessi, che insistono su quest’area e che non sono solo quelli della conservazione della biodiversità, ma anche dell’economia verde, legata al reticolo dei corsi d’acqua: ci sono giovani laureati, che hanno avviato attività di allevamento ittico così come persone impiegate nel turismo sviluppatosi intorno a questo habitat bellissimo – spiega Andrea Gennai, responsabile del Servizio Pianificazione e Gestione delle Risorse del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna – Bisogna trovare le indicazioni gestionali più adatte alle varie realtà, tenendo conto delle esigenze di tutti e che possono anche variare nel tempo. Di qui l’importanza di questa esperienza, che può essere poi calata anche su altre zone”.
La “passeggiata progettante” è una delle tappe del percorso partecipativo, che porterà alla sottoscrizione del Contratto di Fiume Casentino H2O sul tratto iniziale dell’Arno, a partire dalla sorgente; si tratta della prima esperienza di gestione partecipata, destinata a nascere nella cornice del Patto per l’Arno, il maxi Contratto di Fiume, promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appenino Settentrionale in collaborazione con ANBI ed ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Toscana, nonchè i Consorzi di bonifica direttamente interessati.
“Quanto di innovativo sta accadendo nella gestione del fiume Arno deve essere un esempio per l’intero Paese – aggiunge Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi – La positiva esperienza, prima in Italia, di manutenzione fluviale in città, affidata a Firenze al Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, ha il valore aggiunto della condivisione con i cittadini, che si stanno riappropriando di un bene comune come gli argini, che l’urbanizzazione tende invece a separare dal contesto sociale”. “Anche nella prevenzione idrogeologica – conclude – i Consorzi di bonifica si dimostrano portatori di una moderna visione multifunzionale, che torni a fare dei fiumi, una risorsa ecosistemica per la comunità”.
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Marevivo, “Vacanze Blu” per valorizzare e tutelare il mare in Sicilia

ROMA (ITALPRESS) – Un’immersione nel Mediterraneo attraverso una proposta di turismo sostenibile, dedicata ai giovani tra i 18 e i 30 anni, che ha l’obiettivo di far conoscere un territorio ricco di natura, storia e cultura e allo stesso tempo di acquisire informazioni e metodi tecnico/scientifici sulla tutela ambientale, in un percorso di formazione individuale e sociale.
Si è scelta la Sicilia come prima edizione, per l’estate 2021 le Vacanze Blu con Marevivo fanno tappa a Finale di Pollina, località a pochi chilometri da Cefalù, un comune che offre varie possibilità di esplorare ambienti marini e terrestri, aree ad alto valore naturalistico, storico e antropologico, nel territorio del Parco delle Madonie.
“L’idea di proporre ai giovani questo tipo di esperienze – dice Lucia Vitale, operatrice di Marevivo Onlus che accompagnerà i ragazzi in questo percorso – nasce dalla voglia di far conoscere ed apprezzare un territorio che può offrire molto ma che ancora non è adeguatamente valorizzato e protetto ma soprattutto dal desiderio di trasmettere saperi e conoscenze alle nuove generazioni per motivarli nella ricerca di uno stile di vita sostenibile e consapevole, fornendo loro gli strumenti e le motivazioni per diventare protagonisti del cambiamento che tutti ci auguriamo”.
Vacanze Blu nascono dalla collaborazione tra l’associazione ambientalista Marevivo Onlus e la cooperativa e tour operator di turismo responsabile Palma Nana, per offrire ai giovani partecipanti di sperimentare una vacanza diversa, dove si collabora e ci si confronta con persone che condividono lo stesso interesse e amore per la natura, dove, attraverso il piacere della scoperta, si diventa viaggiatori curiosi e rispettosi, dove si ha l’opportunità di imparare attraverso emozioni e sensazioni, dove si conosce chi vive nel territorio, le loro storie e il loro vissuto, dove si possono fare esperienze di crescita non solo culturale ma soprattutto di consapevolezza del nostro ruolo e delle nostre responsabilità come esseri viventi e come parte di una società.
L’iniziativa supporta la Campagna di Marevivo “Adotta una spiaggia”: durante la settimana i partecipanti coinvolgeranno la comunità locale in attività di pulizia e monitoraggio della spiaggia di Finale di Pollina, selezionata tra le spiagge della Campagna, ma anche attività didattiche/educative, finalizzate allo studio delle caratteristiche ambientali di quel tratto di costa, per tutelarla e valorizzarla, in collaborazione con enti e le istituzioni locali. Il progetto coinvolge inoltre il Comune di Pollina che supporterà le attività mettendo a disposizione servizi e mezzi oltre a patrocinare l’iniziativa, insieme al Parco delle Madonie e alla Guardia Costiera.
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Fattori estetici influenzano la scelta delle piante da studiare

ROMA (ITALPRESS) – Uno studio, pubblicato sulla rivista internazionale Nature Plants, condotto da giovani ricercatori dell’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche di Verbania (Cnr-Irsa), dell’Università Torino, dell’Università Federico II di Napoli, del Museo di scienze naturali di Berlino e della Curtin University in Australia ha rivelato che per gli scienziati “di campo” la scelta delle specie da studiare potrebbe essere influenzata da fattori estetici. Sul lungo periodo, questo potrebbe introdurre una distorsione negli sforzi di ricerca. Ma come quantificare questo bias? Le piante hanno giocato un ruolo significativo nell’evoluzione della scienza moderna e le loro proprietà continuano ad essere al centro di importanti ricerche.
“In questo studio abbiamo analizzato 280 articoli sottoposti a peer-review dedicati a 113 specie di piante tipiche delle Alpi sud-occidentali, pubblicati negli ultimi 45 anni. Abbiamo scoperto che alcune caratteristiche morfologiche, come gli steli più alti e i fiori dai colori ben visibili, siano tra i tratti che maggiormente attirano l’attenzione dei ricercatori”, dichiara Martino Adamo, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino e primo autore dello studio.
“Abbiamo osservato come le piante dai fiori blu sono molto più studiate rispetto a quelle con fiori scarsamente pigmentati (verdi o marroni). Anche l’altezza dello stelo, che in un certo senso è la capacità di una pianta di svettare tra le altre e quindi ‘farsi notarè dall’osservatore, è un fattore di selezione importante. Al contrario, e forse paradossalmente, il rischio di estinzione delle specie e i loro tratti ecologici non influiscono sulla probabilità che una specie venga studiata”, aggiunge Stefano Mammola del Cnr-Irsa.
Si genera così un “bias estetico” negli sforzi della ricerca, sostengono gli autori. “Questo pregiudizio può avere impatti negativi in quanto può orientare gli sforzi di conservazione a favore delle piante più attraenti, indipendentemente dalla loro importanza ecologica per la salute dell’ecosistema generale”, osserva il ricercatore di UniTo Adamo. “Questi risultati hanno quindi implicazioni rilevanti per rendere più oggettiva la ricerca scientifica e, in senso ampio, per una più equa prioritizzazione delle specie da proteggere”.
Lo studio intende fornire un’occasione di ragionamento. “Il nostro lavoro non vuole essere una critica alla ricerca svolta dei colleghi, ma piuttosto uno spunto di riflessione – conclude il ricercatore Cnr-Irsa Mammola -. Sebbene le scelte siano a volte guidate dalla comunicabilità del risultato scientifico è comunque importante riflettere sul nostro approccio alla conservazione e renderlo il più equo ed oggettivo possibile: anche un fiore marroncino contribuisce al corretto funzionamento dell’ecosistema, ed è quindi importante studiarlo e proteggerlo”.
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