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Acea, innovazione e sostenibilità nella nuova campagna istituzionale

ROMA (ITALPRESS) – Prende il via oggi la nuova campagna istituzionale di Acea che racconta, attraverso un visual evocativo, l’evoluzione di oltre un secolo di storia del Gruppo mettendo in evidenza quanto sostenibilità e innovazione siano sempre di più al centro degli obiettivi del Piano Industriale in tutti i business dell’Azienda. Lo si legge in una nota.
Il payoff “Il futuro è il nostro ambiente” sintetizza la visione di un Gruppo che, forte dell’esperienza di un grande passato, ha costruito su sostenibilità e innovazione i pilastri del Piano Industriale 2020-2024 che prevede 2,1 miliardi di investimenti direttamente correlati a target di sostenibilità (su un totale di 4,7 miliardi) e 615 milioni destinati a progetti di innovazione.
La campagna, ideata e pianificata internamente all’Azienda, “intende rafforzare la percezione del brand presso il pubblico e in particolare presso gli stakeholder istituzionali e gli azionisti e sarà on air fino a fine maggio con un piano ad altissima visibilità, caratterizzato da presenze su tutti i quotidiani nazionali, sulla stampa periodica e sui media digitali”, conclude la nota.
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Pnrr, Marevivo “Dove sono il mare e i suoi 8.000 km di coste?”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Governo ha aumentato gli investimenti sull’ambiente ma mancano gli obiettivi della Mission Healthy Oceans, Seas, Coastal and Inland Waters, come se l’Italia fosse la Svizzera o l’Austria. Il mare italiano è un quinto di tutto il Mar Mediterraneo, rappresenta uno scrigno di biodiversità e produce il 3 % del nostro PIL. Sicuramente il cambiamento energetico rappresenta un passo fondamentale, ma non possiamo dimenticare che il mare, se in buona salute, produce più del 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe il 30% della CO2 prodotta. Tutto questo è prioritario per combattere i cambiamenti climatici”. Lo evidenzia Marevivo in una nota a proposito del Pnrr. “Un importante capitolo è stato dedicato allo sviluppo dell’idrogeno ma – continua l’associazione – non è stato specificato che deve trattarsi di idrogeno “verde”: si tratta di un passaggio fondamentale che non può essere trascurato, lasciando la porta aperta a produzioni di idrogeno non in linea con la strategia europea”.
Marevivo ha proposto in audizione al Senato di digitalizzare la natura italiana, specie per specie, habitat per habitat compreso il mare, con una proposta circostanziata, e di istituire un sistema osservativo che ci mettesse in grado di tenere sotto controllo lo stato del capitale naturale, anche per verificare l’efficacia delle misure di sostenibilità. “Nella digitalizzazione dei parchi c’è qualche brandello della proposta iniziale, ma – si sottolinea – assolutamente non sufficiente alle esigenze del nostro patrimonio naturale. Marevivo ha inoltre proposto l’introduzione di biodiversità ed ecosistemi nei percorsi di formazione, dalle scuole materne all’università, per ovviare alla gravissima carenza culturale che affligge il nostro Paese. Di questo non c’è traccia, come non c’è traccia dell’istituzione di un istituto nazionale su biodiversità ed ecosistemi”.
“Questa occasione unica di cambiamento avrebbe dovuto vedere il trionfo delle nostre visioni: in realtà c’è ancora molto lavoro da fare. Marevivo – conclude la nota – torna a chiedere l’istituzione di una cabina di regia alla Presidenza del Consiglio per il mare che possa sviluppare una politica integrata che sostenga la valorizzazione di un ecosistema indispensabile per la vita dell’uomo sulla Terra”.
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Migliorare la qualità dell’aria in città con il verde, al via progetto

ROMA (ITALPRESS) – Fornire dati e informazioni affidabili sugli effetti della vegetazione riguardo a qualità dell’aria e temperature in città. Questo è l’obiettivo del progetto europeo VEG-GAP, coordinato da Enea e finanziato con 1 milione dal Programma Life che metterà per la prima volta a disposizione delle pubbliche amministrazioni linee guida e piattaforme informative, in grado di fornire dati sull’efficienza della vegetazione nel mitigare l’inquinamento atmosferico insieme alla temperatura. In Italia partecipano al progetto l’amministrazione comunale di Milano e la Città Metropolitana di Bologna, oltre all’amministrazione comunale di Madrid in Spagna. Le prime azioni messe in campo partiranno da una conoscenza approfondita dello stato attuale del verde e della qualità dell’aria nelle tre realtà urbane, con un approccio integrato che prenderà in considerazione il trasporto, la formazione degli inquinanti in atmosfera e la presenza degli edifici.
“Oggi le amministrazioni pubbliche in Europa non dispongono di informazioni o strumenti di decisione sulla quantità di vegetazione, le specie da utilizzare e la loro distribuzione nelle aree urbane per migliorare la qualità dell’aria e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”, spiega la ricercatrice Enea Mihaela Mircea, responsabile del progetto.
Il progetto mira anche ad approfondire se il verde urbano, in alcune condizioni meteorologiche, può comportare rischi per la salute, in quanto la vegetazione ha sì la capacità di raffreddare e filtrare l’aria, ma anche di emettere composti organici volatili (BCOV) che contribuiscono alla formazione di alcuni inquinanti, come l’ozono (O3), e del particolato atmosferico (PM10). “I risultati del progetto forniranno le basi per anticipare gli effetti di diverse soluzioni ambientali come infrastrutture verdi, agricoltura urbana e cinture verdi e altre nature based solutions, promuovendo una visione integrata nello spazio e nel tempo dei cambiamenti della vegetazione urbana e, conseguentemente, dell’aria nella città”, conclude Mircea.
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L’Ambasciata d’Israele in Italia in difesa del Tevere

ROMA (ITALPRESS) – Il Tevere. Nell’immaginario universale di Roma, non c’è architettura o squarcio di cielo che non si specchi nelle sue acque. Il nome stesso della Città Eterna, secondo alcuni, costituirebbe un rimando al suo flusso. Ed è su questo orgoglioso fiume, troppo a lungo umiliato dall’inquinamento, che l’Ambasciata di Israele in Italia ha voluto accendere i riflettori in occasione della Giornata della Terra, organizzando una tavola rotonda sul tema della riqualificazione del territorio dell’Urbe. L’evento, intitolato “Il Fiume Tevere: idee e tecnologie per la riqualificazione del territorio” si è proposto come un’occasione di analisi del problema dell’inquinamento del Teveree di confronto con esperti israeliani sulle soluzioni già in campo o future. Ai saluti introduttivi del viceambasciatore d’Israele in Italia, Alon Simhayoff, della Responsabile Ufficio di Scopo Contratti di Fiume della Regione Lazio, Cristina Avenali, del delegato del sindaco di Roma Capitale per la Resilienza e la riqualificazione del fiume Tevere, Silvano Simoni e del Segretario Generale Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Centrale, Erasmo D’Angelis, hanno fatto seguito numerosi interventi, organizzati in due sezioni tematiche e incardinati in una brillante cornice tracciata dalla moderatrice Giuliana Palmiotta, giornalista di Rainews24. In particolare, nella prima sezione si è discusso dell'”ecosistema civico” consolidatosi attorno al fiume Tevere con Paola Cannavò, presidente della rete di associazioni “Agenda Tevere” e professoressa di Tecnica Urbanistica presso l’Università della Calabria.
Roberto Scacchi di Legambiente Lazio e Paola Carra, presidente dell’organizzazione senza scopo di lucro “Retake”, hanno dibattuto della tutela della biodiversità tiberina e delle attività di pulizia del fiume. E ancora, in compagnia dell’architetto Luca Zevi, presidente dell’organizzazione no profit “Tevere Eterno”, si è parlato del ruolo dell’arte contemporanea nei progetti di riqualificazione del fiume romano, mentre con Nino Saggio, docente dell’Università di Roma “La Sapienza”, del progetto urbano Tevere Cavo.
Nella seconda parte dell’evento, la parola è passata ai relatori israeliani, che hanno condiviso con i colleghi italiani la propria esperienza in materia di riqualificazione fluviale.
Nello specifico, il professore di Diritto e Politiche Ambientali della Hebrew University, Richard Laster, e l’ex direttore generale dell’Autorità del Fiume Yarkon, David Pargament, hanno illustrato il processo di ripristino ecologico del fiume israeliano Yarqon, mentre l’architetto paesaggista Tamar Darel Fossfeld ha approfondito il tema del ripristino degli estuari. L’intervento dell’architetto Leor Loevinger si è soffermato sulla valorizzazione dei fiumi urbani, potenziali vetrine troppo spesso relegate ai margini dell’attenzione cittadina. Infine, in compagnia di Hanoch Ilsa della fondazione Yad Hanadiv, Iris Han della Society for the Protection of Nature in Israel, e di Eran Feiltelson, Professore di Geografia della Hebrew University, si è discusso del ruolo della società civilee dei problemi relativi al coordinamento dei diversi stakeholder.
“L’Ambasciata d’Israele in Italia ha a cuore la promozione di relazioni che si estendano non solo agli attori istituzionali, ma anche atutti i cittadini italiani. Questo evento, di diretto confronto e dialogo tra esperti del settore ed esponenti della società civile ne è un formidabile esempio – ha commentato il viceambasciatore Simhayoff -. La giornata della terra è importante per Israele. Con l’Italia condividiamo valori comuni, come la tutela dell’ambiente, e simili sfide. Questa tavola rotonda è un’importante occasione per apprendere dall’esperienza dell’altro”.
Richiamando a sua volta l’importanza di una cooperazione bilaterale che coinvolga tutti i livelli, governativo e non, il professor Laster ha lanciato due interessanti proposte: istituire accordi di gemellaggio tra le autorità di bacino italiane e israeliane, e tra le associazioni della società civile dei due Paesi attive nel settore; e promuovere una collaborazione strutturatatra gli accademici e gli studenti che hanno preso parte al seminario, attraverso progetti di cooperazione. Proposta, quest’ultima, immediatamente accolta dalla presidente di Agenda Tevere Cannavò. “Mi auguro che l’incontro odierno sia stato solo l’avvio di una utile collaborazione tra il gruppo di lavoro che ha realizzato la riqualificazione del fiume Yarkon in Israele e le forze attive a Roma per il Tevere coalizzate nel Contratto di Fiume Tevere da Castel Giubileo alla foce”, ha commentato, rilanciando l’idea di “un tavolo di lavoro per la costruzione di un programma efficace delle azioni necessarie per riqualificare il tratto urbano del Tevere”.
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Eni, primo lubrificante in Italia con certificato sostenibilità Ecolabel

MILANO (ITALPRESS) – Eni ha ottenuto la certificazione Ecolabel nel settore dei lubrificanti industriali a basso impatto ambientale per l’olio idraulico Eni Arnica EAL 46. Eni è in grado oggi di offrire oli industriali a basso impatto ambientale, idonei alla lubrificazione di apparecchiature operanti in contesti ecologicamente sensibili, verso l’obiettivo di fornire il proprio contributo alla transizione energetica per un futuro low carbon. Ecolabel è il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea basata su un sistema di criteri selettivi, definiti su base scientifica, che tiene conto degli impatti ambientali dei prodotti o servizi lungo l’intero ciclo di vita ed è sottoposta al rilascio in Italia da parte dell’Ispra. Il sistema è inteso a promuovere, attraverso l’uso del marchio Ecolabel UE, i prodotti che presentano elevate prestazioni ambientali.
Eni Arnica EAL 46, formulato con materie prime provenienti da fonti rinnovabili, presenta una elevata biodegradabilità, una bassa tossicità acquatica e un basso potenziale di bioaccumulo. Eni Arnica EAL 46 è in grado di garantire il funzionamento ottimale dei circuiti idraulici di apparecchiature quali ad esempio spazzatrici urbane, sistemi idraulici dei bacini e delle centrali idroelettriche.
La certificazione è il primo step nella direzione Eni di qualificare con il marchio Ecolabel tutti i prodotti a basso impatto ambientale.
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Bologna anticipa la decarbonizzazione al 2040

BOLOGNA (ITALPRESS) – Raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 con dieci anni di anticipo rispetto agli obiettivi europei. E’ l’obiettivo del Comune di Bologna con il Paesc, il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima approvato dal Consiglio comunale lo scorso 9 aprile. “E’ la sintesi – spiega la vicesindaca Valentina Orioli illustrando alla stampa i contenuti del Piano – di tutte le strategie ambientali dell’amministrazione messe a punto nel precedente e in questo mandato”. “Spesso – aggiunge – ci hanno detto che non abbiamo una road map verso la transizione ecologica, ma questo piano contiene il percorso”. La redazione del Piano è uno degli impegni che il Comune di Bologna ha assunto con l’adesione al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. “Nel 2018 – spiega ancora Orioli – la città aveva già tagliato le emissioni di polvere del 20% e questo è il punto base da cui si riparte per il percorso verso la neutralità climatica che in questo piano immaginiamo possibile entro il 2040”. Le azioni del Paesc arrivano a considerare uno scenario al 2030 che, attraverso le tecnologie già oggi disponibili, consentono di arrivare ad una riduzione delle emissioni di CO2 del 44%, pari a oltre 500 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questo, però, “è un percorso – sottolinea la vicesindaca – di tutta la città a cui devono concorrere i cittadini e tutte le forze sociali ed economiche che hanno a cuore il futuro della città anche dal punto di vista ambientale”. Bologna dovrà diventare una città resiliente, solare e a basso consumo, attraverso interventi in tutti i settori (trasporti, patrimonio edilizio pubblico e privato, spazi aperti, infrastrutture verdi e blu). La rigenerazione urbanistica prevista nel Piano Urbanistico Generale propone la creazione di interi quartieri “ad energia zero” o addirittura a energia positiva, con produzione locale da fonti rinnovabili. Prevede una forte spinta alla transizione verso l’elettrico di tutti i consumi energetici, da quelli domestici fino ai trasporti pubblici, con grandi tagli alle emissioni di gas serra. La sola realizzazione della linea tranviaria elettrica che attraverserà la città sarà in grado di ridurre le emissioni di oltre 50 mila tonnellate di C02 ogni anno. In questa città elettrica verranno gradualmente eliminati i carburanti a base di carbonio tramite mezzi alimentati da energia rinnovabile, con l’uso di biogas derivato dai rifiuti organici (che già oggi alimenta molti autobus), con idrogeno verde, ossia prodotto dall’acqua a partire da energie pulite, e con i combustibili prodotti dai sistemi di immagazzinamento che convertono i surplus delle energie rinnovabili in gas (power-togas). Inoltre, il Piano prevede un aumento delle fitomassa urbana, attraverso l’aumento del verde pubblico, il rinverdimento degli edifici (tetti verdi), la realizzazione di fasce verdi polifunzionali e di mitigazione, nuove piantumazioni di alberi, nuove soluzioni per una gestione sostenibile delle risorse idriche e per migliorare la risposta idrologica del territorio comunale; questo sia per rispondere alla pressione negativa dei cambiamenti climatici (isole di calore, eventi meteorologici estremi) ma anche per migliorare la salubrità e la sicurezza territoriale della città Bologna. Sono otto i macro-ambiti di intervento. Tra questi le ondate di calore in ambito urbano, gli eventi estremi di pioggia e dissesto idrogeologico, la carenza e qualità della risorsa idrica. Sono, invece, sei le azioni chiave, ovvero misure di significative che affrontano gli aspetti di mitigazione e adattamento, avviate o già realizzate sul territorio comunale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica; progetto Geco “Green Energy Community” in zona Roveri; linea rossa del tram; programmazione di aumento del verde e delle alberature; interventi di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e di manutenzione dei rii collinari e del canale Navile; recupero delle acque dell’impianto Idar (impianto di trattamenti dei fanghi industriali di via Shakespeare) nell’ambito dell’accordo di programma regionale. Per Orioli la sfida più impegnativa è quella delle acque. “Il Comune – spiega la vicesindaca rispondendo ai giornalisti – non è un’autorità idraulica, ma la rete idrica sta dentro la città. Dunque, il ruolo che il Comune è chiamato a giocare nel lavoro di messa in sicurezza, bonifica e valorizzazione è molto impegnativo perchè di fatto giochiamo come playmaker ma non siamo proprietari della squadra e dobbiamo avere grande capacità di relazione”.
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Ambiente e sostenibilità, partnership Italpress-Arma dei Carabinieri

ROMA (ITALPRESS) – Sostenibilità, difesa dell’ambiente, legalità. Sono le tre parole chiave della nuova partnership siglata tra l’agenzia di stampa Italpress e l’Arma dei Carabinieri e presentata ufficialmente nel corso di un incontro a Roma, al quartier generale di viale Romania, fra il direttore responsabile dell’Italpress Gaspare Borsellino, il consulente per l’Area Video Claudio Brachino ed il Comandante generale dei Carabinieri, il generale Teo Luzi.
Un accordo che ha l’obiettivo di far conoscere, ancor di più, ai cittadini, l’importante ruolo svolto dall’Arma nella difesa del territorio, grazie all’esperienza di 33 anni di informazione dell’agenzia fondata e diretta da Gaspare Borsellino.
“Siamo stati la prima agenzia di stampa a dare vita in Italia a un canale interamente dedicato alla legalità. Oggi con questa nuova iniziativa editoriale forniremo ai nostri abbonati una informazione ancora più completa sui temi ambientali e della sostenibilità in genere”, afferma Borsellino. “Una partnership, quella con l’Arma, di cui andiamo fieri ed orgogliosi, perchè da sempre ambiente e legalità sono nel dna dell’agenzia Italpress”.
Servizi, approfondimenti, interviste su tutte le iniziative dell’Arma nella difesa della biodiversità troveranno posto sui canali di settore dell’agenzia, a cominciare dal Tg Ambiente, l’ultimo nato in casa Italpress, in grado – nonostante sia stato lanciato da poche settimane – di catalizzare da subito l’attenzione dei player del settore.
“Attraverso i nostri reparti e la sua attività quotidiana, l’Arma svolge un ruolo insostituibile per la sostenibilità sociale e ambientale e nella tutela della biodiversità, del territorio, delle acque. Grazie a questa partnership con l’Italpress – afferma il generale Teo Luzi- saremo in grado di far conoscere a un pubblico ancora più vasto qual è oggi il nostro compito e con quali strumenti perseguiamo l’obiettivo di contribuire a costruire un ecosistema più sano e più equilibrato”.
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Concorso fotografico “Obiettivo Terra” 2021, vince Andrea Benvenuti

ROMA (ITALPRESS) – E’ Andrea Benvenuti il vincitore della 12a edizione di “Obiettivo Terra” 2021, il concorso fotografico dedicato alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali delle Aree Protette d’Italia, promosso dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana, con il supporto di Cobat (Main Partner del concorso) e Bluarancio (Partner Tecnico), per celebrare la 51esima Giornata Mondiale della Terra che si festeggia oggi in tutto il mondo. La foto vincitrice ritrae la danza di due aironi bianchi maggiori sui corsi d’acqua della Riserva naturale statale Litorale Romano (Lazio). Per la prima volta nella storia del concorso, il Primo Premio “Mother Earth Day” viene attribuito a una foto scattata in una Riserva statale. Con questo scatto, il vincitore di “Obiettivo Terra” 2021, oltre al primo premio di 1.000 (euro mille), la targa e la copertina del volume “Obiettivo Terra 2021: l’Italia amata dagli italiani” si è aggiudicato anche la Menzione speciale “Obiettivo Roma”, una delle novità di questa edizione, attribuita alla più bella foto scattata nelle Aree Protette della Città Metropolitana di Roma Capitale. All’autore della foto, è stata donata come Premio extra-concorso la moneta fior di conio da 2 euro realizzata per il 150° Anniversario dell’istituzione di Roma Capitale d’Italia, coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e l’onore di veder esposta al pubblico, fino al 2 maggio, la gigantografia della propria foto in Piazza del Campidoglio a Roma, insieme alla vincitrice di “Obiettivo Mare”, scattata da Marco Gargiulo e terza classificata, che ritrae un cavalluccio marino immortalato sui fondali della baia di Puolo, nell’Area Marina Protetta Punta Campanella (Campania). Al secondo posto, si è classificata la foto del Parco Naturale Regionale dell’Aveto (Liguria), che ritrae una rana temporaria mentre depone le uova in uno specchio d’acqua, scattata da Stefania Urbini e vincitrice della Menzione “Animali”. Le 12 foto vincitrici, com’è consuetudine, saranno associate ai mesi del calendario 2022 e saranno riportate nella pubblicazione che verrà dedicata alla 12a edizione di “Obiettivo Terrà.
La cerimonia di premiazione, trasmessa in diretta phygital con collegamento da Palazzetto Mattei in Villa Celimontana, è stata aperta, in presenza, da Virginia Raggi (Sindaca di Roma Capitale): “La pandemia non ha fermato la passione e la creatività delle persone. Il concorso fotografico Obiettivo Terra ne è la dimostrazione e le foto per celebrare le Aree Protette d’Italia sono state tantissime. Mi fa particolarmente piacere che una speciale menzione sia stata dedicata alla più bella foto scattata nelle aree protette della Città Metropolitana di Roma. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, tutti noi dobbiamo ricordare l’importanza di tutelare l’ambiente che ci circonda. In questi anni, a Roma, abbiamo lavorato molto per rendere la nostra città più innovativa e sostenibile. Voglio ringraziare la Fondazione UniVerde e la Società Geografica Italiana per avere promosso questo concorso che valorizza, attraverso l’arte della fotografia, le bellezze naturali che l’Italia ha la fortuna di possedere”. Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde sottolinea: “Ora più di prima, è necessario investire sulle aree naturali per potenziare la loro tutela e la loro capacità di attrattiva. Il nuovo turismo, in fase di pandemia da Covid-19, ci sta insegnando che, anche in futuro, dovrà continuare a essere sicuro e sostenibile,distribuito in più luoghi e per tutto l’anno. Solo così sarà possibile sostenere il settore e, in particolare, le realtà al di fuori delle grandi città d’arte. L’Italia dei record in biodiversità naturali, culturali e agroalimentari deve essere leader mondiale in questa nuova sfida a cui siamo chiamati a rispondere. Dobbiamo imparare dall’emergenza coronavirus per un vero Green Deal investendo in un rinascimento ecologico con smart cities, mobilità sostenibile, produzione diffusa di energie rinnovabili, smartworking”. Pecoraro Scanio ha poi ricordato la figura di Giuseppe Tarallo, indimenticabile promotore e presidente del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni (Campania), cui sarà dedicata nella prossima edizione del concorso fotografico un’iniziativa speciale. Claudio Cerreti, Presidente della Società Geografica Italiana afferma: “La premiazione del concorso Obiettivo Terra 2021 è una occasione, attesa e graditissima, per riconfermare insieme la grande attenzione che la Società Geografica Italiana ha per lo splendido patrimonio dei nostri parchi naturali e la grande soddisfazione di poter consolidare, anno dopo anno, una collaborazione intensa e fattiva come quella in essere con la Fondazione Univerde”. Barbara Floridia, Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione: “Iniziative come questo concorso fotografico spingono chi vi partecipa e chi ne ammira il risultato ad apprezzare e dunque valorizzare il nostro patrimonio naturale”. Dalila Nesci, Sottosegretaria al Ministero per il Sud e la coesione territoriale: “La grande capacità della fotografia in quanto strumento artistico è anche quella di generare curiosità in chi ne fruisce. E non c’è cura senza curiosità. Celebrare la 51^ giornata mondiale della terra con un evento come questo significa ribadire l’importanza di prendersi cura del mondo”. Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat, Main Partner del concorso: “Gli scatti di Obiettivo Terra ci regalano uno splendido scorcio della realtà che ci circonda. E ci ricordano che, appena possibile, c’è un tesoro da riscoprire con il turismo di prossimità”. Per la prima volta, proprio in collaborazione con Cobat, è stata attribuita anche la Menzione speciale “Parchi dal cielo”. A vincerla, una foto scattata nel Parco Nazionale del Gennargentu (Sardegna), da Ivan Pedretti che ritrae le luminose e variopinte chiome degli alberi in autunno, nella veduta aerea del Passo di Tascusì. Giuseppe Peleggi, Direttore per l’innovazione tecnologica Coldiretti – Bluarancio, Digital Partner del concorso: “E’ evidente che l’uscita dal Covid deve portarci tutti a ragionare su un nuovo modello di sviluppo e crescita, molto più rispettoso dell’ecosistema. In questo sistema, il ruolo dell’agricoltura mostra il suo alto contenuto strategico, ma rispetto alla nuova centralità del cibo sano forti suonano i richiami delle sirene che propagandano anche nuove tecnologie risolutive”.
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