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Parco eolico offshore “Odra”, presentato lo Studio di Impatto Ambientale

MILANO (ITALPRESS) – E’ stata avviata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per “Odra”, il parco eolico offshore galleggiante che la partnership tra Renantis e BlueFloat Energy intende realizzare al largo della costa meridionale della provincia di Lecce. Dopo oltre un anno di studi e ricerche, è stato sottomesso al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e al Ministero della Cultura (MiC), lo Studio di Impatto Ambientale, ossia l’insieme dei documenti che descrivono in dettaglio l’ipotesi progettuale elaborata e che saranno resi disponibili nelle prossime settimane dai suddetti Ministeri per la consultazione da parte di tutti i soggetti interessati.
Il progetto prevede la collocazione di 90 aerogeneratori galleggianti per una capacità installata massima prevista di oltre 1300 MegaWatt e una produzione attesa di circa 4 miliardi di Kwh/anno, equivalente al consumo di oltre 1 milione di famiglie italiane, evitando l’immissione in atmosfera di più di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. L’investimento complessivo per la costruzione e lo sviluppo di “Odra” è stimato in oltre 4 miliardi di euro.
L’opera – oltre a contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico nazionale e al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione – avrà effetti positivi anche sulle economie locali sia nella fase di costruzione sia nella fase di esercizio, con grandi opportunità di sviluppo in altri settori correlati. Sul fronte occupazionale si stimano 1.500 posti di lavoro diretti medi per le fasi di produzione, assemblaggio e costruzione del parco, con picchi fino a 4.000 durante i periodi di massima attività e più di 150 posti di lavoro permanenti, stimati per l’intera operatività del parco eolico, ossia trent’anni. La partnership continuerà a lavorare su ulteriori opportunità di sviluppo economico locale, confrontandosi con i territori, gli stakeholder, gli esponenti delle industrie locali, le aree portuali nonchè con le associazioni di pesca.
La presentazione dello Studio di Impatto Ambientale è un altro importante passo avanti nell’iter autorizzativo iniziato nel 2021, anno in cui la partnership ha avviato la fase volontaria di scoping aprendo il progetto alle osservazioni degli enti locali, delle associazioni e di altri stakeholder regionali e nazionali, nell’ambito di un continuo processo di ascolto e dialogo con le parti interessate. Questo ha contribuito a dare forma ad un progetto più in sintonia con le richieste delle comunità locali e ha portato a diversi miglioramenti, come l’aumento del 30% della distanza dalla costa rispetto a quanto inizialmente previsto, e la riduzione del numero di turbine nelle prime file.
Il parco eolico offshore galleggiante “Odra” è stato progettato per massimizzare la produzione di energia dalla risorsa eolica in mare aperto, dove è più abbondante e stabile che a terra. “Odra”, inoltre, occuperà meno suolo rispetto ad un impianto eolico tradizionale a terra, e limitatamente ai lavori di connessione alla rete elettrica nazionale.
La tecnologia offshore galleggiante consente altresì un impatto meno invasivo sul fondale marino rispetto alle infrastrutture a fondo fisso.
“I mesi che hanno preceduto la finalizzazione dello Studio di Impatto Ambientale – ha commentato Ksenia Balanda, Direttore generale di Renantis-BlueFloat Energy partnership per l’Italia – ci hanno permesso di ottimizzare il progetto attraverso una serie di campagne ambientali e ingegneristiche dedicate, sia a terra che in mare aperto. Il risultato è un progetto ottimale da un punto di vista tecnico, ambientalmente sostenibile e di forte contributo alla crescita dell’economia locale. Per raggiungere l’obiettivo della prima produzione di energia entro la fine del decennio, continueremo a perfezionare tutti gli aspetti legati alla costruzione e all’esercizio del nostro parco eolico, assicurando fin d’ora le migliori soluzioni possibili. Manterremo il focus sui territori, dando priorità al coinvolgimento delle risorse e delle competenze locali, mettendo al centro il dialogo continuo con le istituzioni e le comunità”.
“E’ grazie a queste interazioni – ha concluso – che siamo stati in grado di ottimizzare il progetto, ed è con questo approccio collaborativo che intendiamo procedere puntando alla piena integrazione del parco eolico nel territorio del Basso Salento che ci ospita”.

– foto ufficio stampa Sec Newgate –
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Economia circolare, corso gratuito per under35 in Lombardia e Veneto

MILANO (ITALPRESS) – Tutti i laureati di Lombardia e Veneto under35 hanno tempo fino al 31 gennaio per candidarsi gratuitamente al corso di formazione Green Jobs 2023-2024: gestire i rifiuti nell’economia circolare.
Promosso da CONAI in collaborazione con gli Atenei di Bergamo e Brescia e dell’Università Cattolica – Alta Scuola per l’Ambiente, il percorso formativo vuole offrire un’occasione per sviluppare competenze e opportunità professionali nel campo dell’ambiente e della sua tutela: focus principale sarà il ramo della green economy che si occupa di gestione e riciclo dei rifiuti. Con l’obiettivo di rendere più solida la spendibilità professionale dei giovani professionisti interessati a tematiche ambientali, approfondendo non solo conoscenze teoriche ma anche aspetti tecnologici, scientifici ed economici legati al trattamento e al recupero dei rifiuti.
“Un’iniziativa che risponde al costante bisogno di figure professionali nel settore della gestione dei rifiuti” dichiara il direttore generale di CONAI Valter Facciotto. “Favorire lo sviluppo di competenze in questo campo è da sempre parte dei compiti istituzionali del Consorzio: i professionisti di domani, del resto, hanno un crescente bisogno di solide conoscenze interdisciplinari per lavorare in questo settore della nostra economia circolare. Anche in vista degli obiettivi di intercettazione e riciclo dei rifiuti dati dall’Europa, che chiederanno al nostro Paese risultati sempre più ambiziosi”.
Il corso si terrà in modalità e-learning, in diretta da remoto. E’ aperto a novanta partecipanti a titolo completamente gratuito.
Sviluppato in collaborazione di ReteAmbiente Formazione, Green Jobs 2023-2024: gestire i rifiuti nell’economia circolare sarà composto da venticinque moduli didattici di 90 minuti ciascuno.
Le lezioni inizieranno lunedì 26 febbraio 2024 e si concluderanno venerdì 25 marzo 2024, dalle 14:30 alle 16:00 e dalle ore 16:15 alle 17:45.
Gli studenti che avranno seguito in diretta almeno il 75% complessivo dei relativi moduli saranno ammessi ad una prova finale di verifica dell’apprendimento, attraverso un test a risposta multipla. Ai partecipanti che avranno superato la prova sarà rilasciato – in modo congiunto da CONAI e dalle Università coinvolte – un attestato di partecipazione.
Gli interessati alla partecipazione al Bando devono inviare via e-mail all’indirizzo [email protected], entro le ore 14:00 del 31 gennaio 2024, una domanda in carta libera utilizzando, pena inammissibilità della domanda stessa, il modulo allegato al Bando (Allegato B) indicando nell’oggetto: “Selezione Green Jobs 2023-2024”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Terna sperimenta l’uso di un drone sottomarino per ispezione dei fondali

ROMA (ITALPRESS) – Applicare la tecnologia degli Autonomous Underwater Vehicle (AUV) alle attività di ispezione del fondale e dell’ecosistema sottomarino al fine di realizzare importanti infrastrutture, garantendo il pieno rispetto dell’ambiente. E’ questo il focus del progetto “Odisseo” la cui sperimentazione è stata avviata da Terna, la società guidata da Giuseppina Di Foggia che gestisce la rete di trasmissione nazionale, in collaborazione con Terradepth, startup statunitense specializzata nella raccolta e diffusione di dati oceanici.
Il Piano di Sviluppo decennale della rete di trasmissione nazionale prevede un forte incremento degli investimenti sulle opere in cavo marino, anche al fine di creare una rete che, tra le altre, abbia caratteristiche di efficienza e resilienza. I progetti delle grandi infrastrutture marine, tra i quali il Tyrrhenian Link, che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, l’Adriatic Link, il collegamento fra Marche e Abruzzo, ed Elmed, il ponte energetico fra l’Italia e la Tunisia, rappresentano la risposta sostenibile di Terna alla costante crescita di richiesta di energia utilizzando soluzioni innovative, efficaci e che limitino al massimo l’interferenza con l’ambiente. La sicurezza degli asset marini è uno dei principali driver di progettazione e passa anche attraverso l’impiego di adeguate tecniche di posa e protezione dei cavi. In questo scenario, l’implementazione e l’adozione di tecnologie all’avanguardia risulta un fattore abilitante.
Nell’ambito del progetto “Odisseo”, il primo test si è svolto al largo del porto di Casamicciola Terme, nell’isola di Ischia. Durante l’indagine geofisica del fondale marino, i tecnici di Terna hanno potuto verificare le prestazioni del drone “Gavia”, un AUV di Terradepth equipaggiato con sensoristica avanzata come, ad esempio, Sonar Multibeam e a scansione laterale, e telecamera in alta definizione.
“La collaborazione con Terradepth ha permesso di testare tecnologie innovative, come i droni marini, complementari e integrabili con quelle tradizionalmente impiegate per lo studio dei fondali. Terna, infatti, investe importanti risorse nei rilievi marini, attività strategiche per l’efficace progettazione di collegamenti elettrici sottomarini tecnologicamente all’avanguardia”, ha dichiarato il Direttore Grandi Progetti e Sviluppo Internazionale di Terna, Giacomo Donnini.
“Terna rimane aperta alla sperimentazione di soluzioni innovative come gli Autonomous Underwater Vehicle per valutare i loro possibili impieghi a supporto della progettazione di infrastrutture complesse e strategiche come i grandi collegamenti elettrici sottomarini, facendo sempre particolare attenzione al tema della sostenibilità. Un ambito in cui Terna è protagonista e leader a livello globale”, ha commentato il Direttore Innovation & Market Solutions di Terna, Massimiliano Garri.
Terradepth ha una comprovata esperienza nell’utilizzo di sistemi senza pilota per indagini geofisiche ad alta risoluzione in acque profonde. Terna è entrata in contatto con la società statunitense attraverso la propria “Innovation Antenna” di San Francisco: un avamposto nella città californiana che ha l’obiettivo di fare scouting e presidiare fisicamente l’ecosistema americano dell’innovazione, instaurando un contatto diretto con le startup presenti sul territorio. Il progetto che ha portato alla sperimentazione con l’AUV ha visto anche una collaborazione costante fra il team Innovazione e quello Grandi Progetti e Sviluppo Internazionale di Terna che gestisce la realizzazione delle grandi infrastrutture sottomarine.
L’innovazione è uno dei pilastri su cui si basa il business di Terna e “Odisseo” è uno dei circa 70 progetti di innovazione portati avanti dall’azienda su cinque aree tecnologiche: “Digital” (soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza), “Energy Tech” (soluzioni innovative che utilizzano tecnologie più efficienti e green), “Grid Tech” (tecnologie a favore di una gestione efficace dell’infrastruttura di rete), “Advanced Materials’ (attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo di materiali eco-compatibili a ridotto impatto sull’ambiente) e “Robotics” (per l’automazione dei processi).
-foto ufficio stampa Terna –
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Operazione internazionale contro il traffico illegale di legname

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta una vasta operazione internazionale contro il traffico illegale di legname denominata “Madeira de lei” e coordinata dall’Arma dei Carabinieri, sotto egida Europol. All’operazione hanno partecipato i Carabinieri forestali per l’Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Brasile, Costa Rica e Panama. Le attività di polizia svolte hanno riguardato il contrasto al disboscamento illegale, al contrabbando, alla frode documentale, al riciclaggio di denaro e all’evasione fiscale. Sono stati effettuati 226 controlli congiunti che hanno portato a sequestri di container di legname provenienti dal Myanmar e dal Brasile per un valore stimato di decine di migliaia di euro. Il commercio illegale di legname impoverisce le risorse naturali dei paesi di origine e ha un impatto diretto sulla deforestazione e, di conseguenza, sul cambiamento climatico. I traffici internazionali e le attività illegali nel settore foresta-legno fruttano alla criminalità organizzata fino a 100 miliardi di euro ogni anno e rappresentano la seconda voce di “fatturato” dopo quello della droga che vanta il primato di 200 miliardi di euro.
I gruppi criminali organizzati mascherano l’origine del legname attraverso la falsificazione di documenti e la corruzione per superare i controlli doganali. Vari tipi di legno come il teak, il palissandro, l’ipè e il pernambuco sono molto richiesti nei paesi europei dove possono essere utilizzati per molteplici scopi, tra cui il mercato della nautica e l’edilizia in generale.
Prima dell’inizio delle operazioni si è svolto, presso la sede del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, un workshop a cui hanno partecipato le forze di polizia europee ed extra europee indicate, durante il quale sono state condivise le buone pratiche e le informazioni utili per l’adozione delle strategie di contrasto comuni al fenomeno criminoso in argomento.

foto: ufficio stampa Carabinieri

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Mediterraneo, al rialzo stime su aumento del livello marino sulle coste

ROMA (ITALPRESS/MNA) – Le proiezioni di aumento del livello del mare, pubblicate nel 2021 dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel Report AR6, sarebbero sottostimate lungo le coste. E’ questo il risultato della ricerca “Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts”, appena pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Research Letters da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Radboud Radio Lab del Dipartimento di Astrofisica dell’Università di Radboud (Olanda).
“La subsidenza, cioè il lento movimento verso il basso del suolo dovuto a cause naturali o antropiche, ha un ruolo cruciale nell’accelerare l’aumento del livello del mare lungo le coste, innescato dal riscaldamento globale a partire dal 1880”, spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio.
“Le nostre analisi mostrano che, proprio a causa della subsidenza, in alcune zone del Mediterraneo il livello del mare sta aumentando a una velocità quasi tripla rispetto alle zone stabili”, aggiunge Antonio Vecchio, ricercatore della Radboud Universiteit Nijmegen e primo autore dello studio.
“Il Mediterraneo, infatti, è caratterizzato da una forte variabilità dei movimenti verticali delle coste, che variano da zona a zona a causa dall’attività tettonica, vulcanica e antropica”, continua Enrico Serpelloni, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio. “Per la nostra ricerca, condotta nell’ambito dei progetti SAVEMEDCOASTS, SAVEMEDCOASTS2 e Pianeta Dinamico, abbiamo utilizzato i dati delle numerose stazioni geodetiche satellitari GNSS poste entro 5 km dal mare, con cui possiamo calcolare, con precisione millimetrica, le velocità di spostamento verticale del suolo”.
Alla luce di queste evidenze, il team di ricercatori ha ricalcolato le proiezioni dell’IPCC fino al 2150 in 265 zone del Mediterraneo, anche in corrispondenza dei 51 mareografi delle reti di monitoraggio internazionali, includendo nelle analisi i dati relativi alla subsidenza.
“I risultati mostrano differenze massime e minime rispetto al Report dell’IPCC che vanno, rispettivamente, da +109 cm a -77 cm circa, con un valore medio più alto di circa 8 cm”, spiega Antonio Vecchio.
“L’aumento del livello del mare e la subsidenza implicano che circa 38.500 km2 di coste del Mediterraneo – di cui circa 19.000 km2 nel solo settore settentrionale del bacino – saranno presto più esposte al rischio di inondazione marina, con conseguenti maggiori impatti sull’ambiente, sulle attività umane e sulle infrastrutture. E’ quindi necessario intraprendere azioni concrete a sostegno delle popolazioni costiere che saranno sempre più vulnerabili all’aumento del livello marino e ai maggiori rischi a questo collegati entro la fine di questo secolo e oltre”, conclude Marco Anzidei.

– Foto ufficio stampa INGV –

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Conai, aumenti fino al 10% di rifiuti di imballaggio da gestire a Natale

ROMA (ITALPRESS) – Per il periodo delle feste di fine anno, fra dicembre 2023 e gennaio 2024, Conai prevede nuovamente un aumento dei rifiuti di imballaggio nelle raccolte differenziate urbane in Italia. Le prime stime del Consorzio autorizzano a stimare un aumento dei flussi soprattutto per carta e cartone, plastica e vetro. Nel dettaglio, per plastica e vetro gli incrementi nei conferimenti in raccolta differenziata potrebbero oscillare fra il 4% e il 7%. Per la carta, invece, si stima invece che localmente l’aumento possa sfiorare il 10%.
“Dopo un primo confronto effettuato a campione fra i dati dei gestori di alcune città italiane, non saremmo sorpresi da incrementi di questo tipo – afferma Luca Piatto, responsabile dei rapporti col territorio di CONAI -. E’ improbabile che i consumi aumentino come nel 2022, soprattutto a causa della contrazione della nostra economia che ha caratterizzato la seconda parte del 2023. Ma credo si tratti comunque di numeri importanti. Cibo, vino, beni di consumo imballati, regali in buste di carta e di plastica che vengono consegnati di persona o spediti: tanti imballaggi arriveranno a fine vita durante le festività, e dovranno essere correttamente gestiti”.
Per la plastica, film protettivi e altri involucri; per il vetro, soprattutto bottiglie, regalate o consumate; per la carta, scatole, fogli di carta regalo, imballaggi per le spedizioni e-commerce.
“I numeri dovranno essere confermati a consuntivo nel 2024 – spiega Piatto -. Ma credo che, in alcune province, potrebbe essere ragionevole aspettarsi percentuali anche più alte di quelle previste. Negli ultimi anni la pandemia prima e la crisi energetica poi hanno reso le previsioni più difficili. Ma resta importante l’attenzione al conferimento in raccolta differenziata: a dicembre e gennaio l’attenzione a differenziare bene sarà davvero essenziale”.
Un aumento di rifiuti di imballaggio, quindi, gestibile grazie alla raccolta differenziata. L’importante, secondo Conai, è separarli correttamente ed evitare errori che compromettano la qualità della raccolta.
Per quanto riguarda la carta, “dopo lo shopping, gli scontrini che non si vogliono conservare devono essere buttati nell’indifferenziato. Si tratta infatti di carta chimica, non riciclabile”, sottolinea Piatto.
Semaforo rosso anche per carta oleata e carta da forno: “Nessuna delle due può essere conferita con la carta, a meno che non sia esplicitamente indicato che sono riciclabili”.
La carta da pacco, invece, non crea problemi. “E’ perfettamente riciclabile – svela Piatto -. Tutta la carta con cui si avvolgono i regali deve essere differenziata e conferita con carta e cartone”.
Attenzione alla raccolta della plastica. “Svuotiamo gli imballaggi in plastica prima di buttarli”, è l’invito di Piatto. “Le bottiglie vanno schiacciate per il lato lungo, e non dall’alto in basso. E’ un buon modo per facilitare il riciclo in impianto”.
Nella raccolta della plastica vanno solo gli imballaggi. “Giocattoli rotti o altri oggetti vanno portati all’isola ecologica, oppure conferiti con l’indifferenziato”.
“Le etichette in plastica coprenti vanno separate e rimosse dai flaconi e dalle bottiglie – raccomanda Piatto – per poi mettere sia l’etichetta sia il flacone o la bottiglia nella raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. E’ un modo per aiutare a riciclare al meglio entrambi”.
Se durante un brindisi un bicchiere di cristallo si rompe “deve essere gettato nell’indifferenziato”, afferma Piatto, parlando della raccolta del vetro. “Il cristallo, infatti, contiene piombo: pochi frammenti di cristallo compromettono grandi quantità di vetro riciclabile”.
Stop anche a palle e addobbi dell’albero di Natale. “Non si tratta di vetro da imballaggio, è importante che non ne inquini la raccolta differenziata”. Sono falsi amici, e non vanno conferiti con il vetro, anche “ceramiche e vetro borosilicato, ossia quello delle pirofile adatte alla cottura in forno”.
“Le scatole di legno in cui vengono regalate le bottiglie di vino o di liquore pregiato, invece, devono essere portate all’isola ecologica”, conclude Piatto.

– foto ufficio stampa Conai –
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Sostenibilità e obiettivi Net Zero, Fideuram accelera sui green bond

MILANO (ITALPRESS) – L’impegno a ridurre tutti i combustibili fossili entro il 2050 come strada maestra per contrastare il cambiamento climatico è stata al centro degli intensi negoziati condotti nei giorni scorsi a Dubai, in occasione della Cop28.
Al di là degli impegni formali sottoscritti dai singoli stati partecipanti, i grandi investitori istituzionali e gli istituti di credito da tempo offrono ai risparmiatori obbligazioni societarie e governative emesse con l’obiettivo di finanziare progetti di natura sociale e ambientale, denominati appunto green bond.
Come sottolineato da Simone Chelini, Head of ESG & Strategic Activism di Fideuram – ISPB AM SGR, si tratta di strumenti finanziari non così conosciuti dagli investitori privati. “L’osservatorio CONSOB di quest’anno certifica che solo il 22% delle famiglie di risparmiatori intervistati conosce i green bond”, ha affermato Chelini.
I green bond finanziano progetti a tutela del clima e dell’ambiente e producono impatti positivi davvero significativi anche sul Pil italiano. “E’ molto interessante leggere cosa certifica il MEF nel suo rapporto annuale. L’anno scorso sono stati emessi, complessivamente, 500 miliardi di green bond. A fronte dei 35 miliardi di Titoli di Stato italiani connessi al mondo della finanza sostenibile – denominati BTP Green, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già allocato 8 miliardi di euro, producendo impatti significativi in termini di valore aggiunto, quantificabili in circa 13 miliardi di euro. Investimenti che hanno generato importanti effetti anche sull’offerta di lavoro, quantificabili in oltre 200.000 nuovi posti di lavoro” ha spiegato Chelini sottolineando che “questi investimenti sostenibili hanno quindi un impatto importante anche sul sistema economico”.
Green bond e obiettivi ESG divengono fondamentali, anche nell’ottica di conseguire gli obiettivi Net Zero previsti per il 2030 e il 2050. E in questo un ruolo importante è svolto proprio dalla Divisione Private di Intesa Sanpaolo.
“L’impegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking è importantissimo e in sintonia con il Piano d’Impresa 2022-25 del Gruppo Intesa Sanpaolo. La Divisione Private ha avviato nel 2021 un ambizioso Progetto ESG che coinvolge 167 professionisti di tutte le aree della Divisione e mira a integrare la sostenibilità in tutti gli aspetti di gestione del business e delle attività”, ha spiegato Chelini.
Scendendo poi nel dettaglio dell’iniziativa “Il Sustainability Manager della Divisione Private Banking, come gli altri 16 professionisti delle altre Divisioni e aree di Governo del Gruppo ISP, svolge una supervisione complessiva e integrata delle iniziative ESG all’interno della Divisione; nel Comitato di Direzione è stata costituita una sessione “Sostenibilità (ESG)” che si riunisce con frequenza almeno trimestrale e poi c’è il team ESG & Strategic Activism, all’interno di Fideuram ISPB Asset Management SGR, dedicata all’integrazione delle metriche ESG nei processo di investimento”.
Il centro nevralgico dell’azione è il conseguimento dei quattro target indicati dalla Net Zero Asset Manager Initiative, definita da Chelini come “la più sfidante e impattante sfida sulla sostenibilità”.
Ma quali sono questi obiettivi? “Il primo è impegnarsi per raggiungere entro il 2050 la neutralità delle emissioni nette di gas serra di tutti i patrimoni gestiti da Fideuram – ISPB Asset Management SGR. Ma esistono obiettivi più ravvicinati: ad esempio l’impegno a ridurre, entro il 2030, le emissioni dei nostri portafogli del 50% rispetto al 2019- ha spiegato Chelini – Nei prossimi sette anni, inoltre, dovremmo mettere in atto un piano di engagement con gli emittenti responsabili del 90% delle emissioni finanziate per incentivarle ad impegnarsi in piani di decarbonizzazione solidi e trasparenti”.
“L’ultimo impegno è quello di triplicare entro il 2025 gli investimenti in climate solution e in particolare noi ci concentreremo sui green bond”, ha concluso.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Itrec di Rotondella, consegnati i due cask per stoccaggio Elk River

ROTONDELLA (MATERA) (ITALPRESS) – Sono arrivati nell’impianto Itrec di Rotondella, dove Sogin porta avanti le attività di dismissione del sito, i due speciali contenitori metallici, denominati cask, nei quali verranno stoccati i 64 elementi di combustibile irraggiato Elk River, oggi custoditi nella piscina dell’impianto.
I due cask, progettati dalla francese Orano secondo la tecnologia dual purpose, che li rende idonei sia al trasporto che allo stoccaggio a lungo termine, sono stati realizzati sotto la supervisione di Sogin negli stabilimenti italiani della Mangiarotti, oggi Westinghouse (Usa), nel rispetto dei più stringenti standard di sicurezza e qualità delle lavorazioni.
Il progetto di “stoccaggio a secco” prevede l’inizio delle attività finalizzate a trasferire il combustibile all’interno dei due cask (32 elementi ciascuno) entro il 2024. Le operazioni avverranno sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza.
Al termine, i due cask sigillati ermeticamente saranno stoccati nel deposito temporaneo DMC3/DTC3 dell’impianto, che sta per essere completato, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile.
Si tratta di una fornitura con la quale Sogin “raggiunge un significativo traguardo nell’avanzamento del programma di smantellamento dell’impianto lucano – si legge in una nota -. Durante la progettazione e costruzione dei due cask, per un costo complessivo di circa 10 milioni di euro, la Società ha svolto una serie di attività preliminari, tra cui la realizzazione delle attrezzature per la movimentazione e di una struttura, definita mock-up, dove i tecnici svolgeranno sessioni di training per simulare la movimentazione del combustibile sotto battente d’acqua”.
-foto ufficio stampa Sogin –
(ITALPRESS).