ROMA (ITALPRESS) – Enel e Crèdit Agricole CIB (CACIB) hanno siglato il primo contratto per derivati su cambio estero legati alla sostenibilità a integrazione dell’accordo ISDA (International Swaps and Derivatives Association) già in essere applicabile alle operazioni condotte tra le parti nel 2021.
L’accordo consentirà alle due parti di continuare a perseguire la loro strategia principale volta a incorporare i principi legati alla sostenibilità nelle transazioni dei mercati finanziari, estendendo l’applicazione ai derivati forex. La struttura dell’accordo si basa sull’accumulo di un premio di sostenibilità come risultato di una formula specifica che collega i derivati FX agli indicatori di risultato (KPI) del piano. A fine 2021, Enel aggiornerà l’accordo con un nuovo KPI per allinearlo al nuovo periodo di riferimento, creando valore attraverso contributi in caso di raggiungimento di uno degli indicatori di risultato.
Nell’accordo, il KPI perseguito da Enel consiste nel portare la capacità installata rinnovabile consolidata a oltre il 55% della capacità installata totale entro il 31 dicembre 2021. Impegnandosi ad aumentare la capacità installata consolidata rinnovabile e grazie alla firma di tale accordo, Enel genera valore negoziando derivati forex sostenibili con CACIB in linea con le principali linee guida strategiche annunciate dalla società nel recente Piano Strategico 2021-2023. L’accordo segue una serie di operazioni effettuate da Enel negli ultimi due anni, aprendo la strada ai nuovi bond legati alla sostenibilità negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito, nonchè alle transazioni legate alla sostenibilità negli Stati Uniti e in Europa, che ha visto anche la partecipazione del CACIB.
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Accordo tra Enel e Crèdit Agricole per derivati su sostenibilità
Packaging carta e cartone si conferma preferito da italiani
MILANO (ITALPRESS) – Il 2020 verrà ricordato per la pandemia che ha cambiato le nostre abitudini, le relazioni ma anche i consumi, vocati principalmente all’e-commerce. Secondo un’indagine condotta da AstraRicerche per Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica, il 68,2% degli intervistati nell’ultimo anno ha aumentato la frequenza di acquisto sulle piattaforme digitali. Considerando solo il periodo natalizio, gli acquisti online hanno raggiunto il 30% sul totale delle vendite, più del doppio rispetto al 2019 (fonte: E-commerce monitor). Se da una parte dunque gli italiani, nonostante l’emergenza, si sono adattati a nuove modalità di acquisto, dall’altra hanno dovuto fare i conti con un numero maggiore di imballaggi, in particolare in carta e cartone, da smaltire in casa: per il 41% degli intervistati il principale effetto degli acquisti online. Tante abitudini sono cambiate ma fortunatamente non tutte: la raccolta differenziata rimane infatti un punto fermo, confermandosi come il sistema migliore per gestire i rifiuti, complice anche l’ impegno costante della filiera del packaging nel progettare imballaggi sempre più “sostenibili” e facili da riciclare: dall’utilizzo di monomateriale, alla produzione con fibre di recupero. Secondo gli ultimi dati Cepi (Confederazione Europea dell’Industria Cartaria) nel 2020 l’Italia è l’unico Paese ad aver aumentato l’utilizzo di macero (+1%) per la produzione industriale, parte della quale destinata anche all’e-commerce. Un dato importante che dimostra l’attenzione del comparto industriale alle richieste del mercato, con una capacità di riciclo in aumento. Questo grazie anche alla recente attivazione di due nuove cartiere, ma anche dei consumatori, sempre più sensibili e attenti alla sostenibilità del packaging. Sempre secondo i dati rilevati da AstraRicerche il 39,2% degli intervistati ha notato un miglioramento in termini di maggiore riciclabilità e minore overpackaging (30,4%) e hanno identificato la carta/cartone come materiale più sostenibile per il packaging dei prodotti acquistati online (84%).
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Rodano, Binasco e Cesano Boscone i comuni più green del milanese
MILANO (ITALPRESS) – Rodano, Binasco e Cesano Boscone, sono i Comuni più green della Città metropolitana di Milano. Primi classificati nelle tre categorie suddivise per numero di abitanti (la prima fino ai 7.000 abitanti, la seconda tra i 7.000 e 15.000, la terza con più di 15.000 abitanti), ai vincitori va il contributo economico del valore di 40.000 euro per la ristrutturazione di un edificio pubblico. Bubbiano, Gaggiano e Cormano al secondo posto, Noviglio, Rescaldina, Cornaredo al terzo: tutti vincono una nuova Casa dell’Acqua, presidio ambientale che andrà a beneficio delle sei comunità. questa la classifica dei comuni che hanno conquistato il podio della sostenibilità di Let’s Green!, il concorso ideato e promosso da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che ha lanciato l’iniziativa nel settembre 2020 con l’obiettivo di incentivare le pratiche virtuose di cittadini, scuole, associazioni e Comuni del territorio su cui opera.
La classifica dei Comuni più green conta anche Paullo, Busto Garolfo, Vernate, Rosate, Dairago e Santo Stefano Ticino, che piazzandosi dal quarto al nono classificato, riceveranno una fornitura di piante per un valore di 15.000 euro ciascuno, per creare una nuova area verde a beneficio dei singoli territori.
“La sfida di Let’s Green! è giunta al termine, lasciandoci quasi 3.000 testimonianze tra progetti e iniziative che raccontano le azioni sostenibili a favore del territorio della Città metropolitana di Milano, afferma Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Un risultato per nulla scontato, considerata la drammaticità del momento che stiamo vivendo ormai da quasi un anno. La grande mole di materiale ricevuto in due mesi e mezzo ci ha dato modo di toccare con mano quanto sia importante per ogni comunità e amministrazione locale l’attenzione all’ambiente e quanto impegno vi sia dietro ogni gesto virtuoso. Per noi di CAP è un’ulteriore conferma che “Green” non è solo un “bell’abito da indossare”, ma un vero e proprio stile di vita che ogni giorno deve accompagnare le nostre scelte e i nostri gesti”.
Tra gli istituti scolastici del territorio della Città metropolitana, il primo premio è stato assegnato alla Scuola primaria Giuseppe Mazzini di Paderno Dugnano, che riceverà un contributo per la realizzazione di un laboratorio pari a 8.000 euro. Workshop sul riutilizzo creativo delle materie di scarto e un orto didattico a disposizione di tutti gli alunni, sono al centro del progetto di educazione ambientale selezionato dalla giuria, composta dagli esperti di Gruppo CAP, Legambiente Lombardia, Lifegate.
Il compenso di 4.000 euro destinato alla scuola vincitrice dei Comuni soci di Gruppo CAP nelle provincie di Monza e Brianza e Pavia è stato assegnato alla Istituto Comprensivo Don Camagni di Brugherio che ha dimostrato il proprio impegno nei confronti dell’ambiente con un progetto modulato su momenti di formazione volti a sensibilizzare i più piccoli sulle pratiche eco-friendly.
La sfida tra le associazioni è stata vinta invece da I Ragazzi di Robin, che operano a Segrate dal 2018 prendendosi cura di un gruppo di ragazzi con disabilità. Tra i loro obiettivi, quello di valorizzare non solo il loro tempo libero, ma anche gli spazi cittadini, con attività settimanali mirate a ripulire giardini pubblici, viali, piste ciclabili da ogni tipo di rifiuto allo scopo di restituire dignità e valore agli spazi comuni. A loro arriverà la Fiat Panda Natural Power, alimentabile a biometano. Mentre per le altre due associazioni che hanno conquistato il podio, Condomini rifiuti zero di Sesto San Giovanni e Fata onlus di Cesano Boscone, spetta una bicicletta elettrica E-Moon F.lli Schiano. Per le altre 4 associazioni premiate, un kit da 500 borracce. Chi può vantare invece il titolo di cittadino più eco-friendly? Si chiama Giuseppe S. e viene da Binasco: anche per lui una Fiat Panda Natural Power. Un’altra bici elettrica spetta invece alla seconda classificata Chiara B. di Cerro Maggiore, mentre gli altri 10 estratti a sorte vincono un gasatore d’acqua.
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Le piogge trasformano l’Italia in un grande bacino idrico inutilizzato
ROMA (ITALPRESS) – Da Nord a Sud le intense precipitazioni del periodo hanno creato un omogeneo quadro di ripresa idrica con locali criticità idrogeologiche. Più evidente è la situazione nell’Italia centro-meridionale, dove si registrano eclatanti differenze rispetto alle medie del periodo. Lo evidenzia l’Osservatorio sulle Risorse Idriche realizzato dall’Anbi (Associazione Nazionale Consorsi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue).
In Toscana, i fiumi Serchio, Sieve ed Ombrone registrano portate almeno doppie a confronto con gli anni recenti, ma è l’Arno a raggiungere la performance più clamorosa con 565,6 metri cubi al secondo contro una portata media di mc/sec 62,88 (l’anno scorso era mc/sec 51,1). Stesso andamento si registra per i fiumi delle Marche (Esino, Nera, Tronto, Potenza, Sentino) così come per il Tevere che, nel Lazio, ha un’altezza idrometrica doppia rispetto agli anni recenti; nella stessa regione, portate eccezionali per i fiumi Liri-Garigliano e Sacco, mentre il lago di Bracciano registra il miglior dato dello scorso quinquennio e quello di Elvella ha raggiunto quasi il colmo.
I principali fiumi campani (Garigliano, Volturno, Sele) sono superiori alla media del quadriennio 2017-2020, mentre è in lieve aumento il lago di Conza della Campania e continuano a crescere, seppur di poco, gli invasi del Cilento.
In Abruzzo, le piogge hanno premiato soprattutto le zone interne, con l’invaso di Penne che ha superato i 4 milioni di metri cubi d’acqua, cioè circa un terzo in più del 2019 ed oltre il doppio del 2018.
Continua la ripresa dei bacini di Basilicata (contengono ormai oltre 108 milioni di metri cubi d’acqua in più del 2020) e Puglia (+50,82 milioni di metri cubi sull’anno scorso).
Ottime le performance dei bacini calabresi di Sant’Anna sul fiume Tacina e Monte Marello sul fiume Angitola, mentre i bacini sardi, pur in ripresa, segnano un 7% in meno nella percentuale di riempimento rispetto a 12 mesi fa.
Permane invece molto preoccupante la situazione degli invasi della Sicilia che, a differenza delle altre regioni del Sud, continuano a registrare un deficit di quasi 200 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa.
Al Nord pericolose impennate di portata hanno registrato i fiumi liguri (Entella, Magra e Vara), così come quelli dell’Emilia Romagna, dove si è dovuto ricorrere alle casse di espansione per contenere le piene dei fiumi Parma ed Enza, che però solo una settimana fa aveva toccato il minimo storico; largamente sopra media anche gli altri principali corsi d’acqua della regione (Secchia, Taro, Reno, Savio, Trebbia).
La portata del fiume Po, a Pontelagoscuro, si è incrementata del 50% in una settimana, segnando +37% sulla media del periodo.
Anche nel Veneto, dove i fiumi (Adige, Bacchiglione, Piave, Livenza, Brenta) segnano il record di portata del recente quinquennio, così come l’Adda in Lombardia.
Idem in Piemonte tranne che per la Dora Baltea in decrescita; livelli in aumento anche per i grandi laghi del Nord (Maggiore, Garda, Como ed Iseo), tutti sopra la media storica.
“Quanto registrato in questi giorni, con alcune esondazioni locali, è l’ennesimo segnale di allarme su un territorio idrogeologicamente fragile, la cui condizione è aggravata da cementificazione e cambiamenti climatici; ogni anno – ricorda Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi -. L’Italia spende mediamente 3 miliardi e mezzo di euro all’anno per riparare i danni da frane ed alluvioni, senza considerare l’incommensurabile costo in vite umane. Anche in questo, il Recovery Plan è un’opportunità per voltare pagina”.
“Non solo – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi -, ancora una volta gli eventi meteo stanno dimostrando la funzione fondamentale, svolta dai bacini a tutela dei centri abitati; nel Piano Nazionale di Efficientamento della Rete Idraulica ne proponiamo la realizzazione, con progetti già definitivi ed esecutivi, di ulteriori 23, il completamento di altri 16 e la manutenzione di ulteriori 90; con meno di 2 miliardi di euro si attiverebbero quasi 10.000 posti di lavoro, senza considerare l’indotto derivante da una migliore sicurezza idrogeologica. Dalla politica attendiamo risposte”.
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Hera investe sull’intelligenza artificiale contro rotture rete idrica
BOLOGNA (ITALPRESS) – La manutenzione dell’acquedotto cambia pelle e si lancia nel futuro: grazie a una collaborazione con l’Università di Bologna e Rezatec, Hera sta infatti testando un algoritmo che individua i punti della rete a maggior rischio di rottura, per pianificare di conseguenza le sostituzioni mirate delle condotte. Dopo una prima sperimentazione nei comuni di Santarcangelo di Romagna, Riccione e Cattolica, nel corso del 2021 il progetto si estenderà anche nel territorio di Forlì-Cesena, coinvolgendo complessivamente 2.800 km di rete.
Analizzando con l’Università di Bologna i fattori che aumentano il rischio di rottura, è stato possibile aggiornare le linee guida che orientano la scelta del materiale per i rinnovi delle condotte. L’obiettivo è quello di individuare la soluzione specifica che a fronte del contesto in cui avviene la posa, del tipo di terreno e della temperatura ambientale, minimizzi il rischio di rottura. Tutto è partito dallo studio e dall’analisi dei fattori che possono determinare la rottura di una condotta: da quelli endogeni (età, materiale e diametro della condotta) a quelli esogeni (temperatura, tipo di suolo, livello di profondità della falda, radici presenti nel terreno e cedimenti dello stesso). Elaborando queste informazioni assieme ai dati sulle perdite effettivamente verificatesi nel 2016 e nel 2017, Rezatec ha sviluppato un algoritmo “a pesi dinamici”, con cui ha provato a “indovinare” dove si erano verificate le perdite nel 2018 (già registrate da Hera), ottenendo risultati confortanti che hanno convinto la multiutility a proseguire nella sperimentazione. Nel 2020, in particolare, l’algoritmo ha permesso di individuare il 35% della rete santarcangiolese su cui si è verificato il 69% delle rotture, ed è stato proprio questo risultato a suggerire l’opportunità di rilanciare il progetto anche nel 2021, ampliando la quota di acquedotto interessato.
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Ip-Snam4Mobility, a Rieti la 1^ stazione di rifornimento a gas naturale
RIETI (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato oggi nel Lazio, a Rieti, il primo dei 26 nuovi impianti di rifornimento a gas naturale che Snam4Mobility realizzerà all’interno della rete di distributori IP a seguito dell’accordo quadro siglato nel 2018 dalle due aziende.
Il distributore di Rieti, in via Oreste di Fazio, inaugura il primo lotto di impianti contrattualizzati da Snam4Mobility e IP. A esso si aggiungeranno nel Lazio, entro il 2022, altri cinque distributori di cui tre all’interno di stazioni di rifornimento autostradali sulla A1 (Mascherone Est-Roma, Mascherone Ovest-Roma, A1 Casilina Est Frosinone). Per i guidatori di auto a metano della provincia di Rieti si tratta di un potenziamento importante: finora, infatti, nel reatino era presente solo una stazione a gas naturale.
La nuova area di servizio è stata inaugurata alla presenza del Direttore Vendite di IP, Simone Alfonsi, e del Senior Vice President Filling Stations di Snam4Mobility, Andrea Ricci. Per celebrare l’occasione, il primo rifornimento è stato effettuato su un’auto a metano di livello premium: una Audi A5 G-tron, in grado di abbinare performance, efficienza e benefici ambientali.
La nuova apertura rappresenta una tappa importante per la crescita di un’infrastruttura di distribuzione di gas naturale per autotrazione su tutto il territorio italiano, e si inserisce nei piani delle due società per promuovere una mobilità sempre più sostenibile. La strategia di IP è quella di evolvere e innovare il ruolo della rete dei distributori di carburanti che, assicurando un’offerta multienergia e multiservizi, diventa un asset strategico della transizione verso la sostenibilità.
La strategia passa dall’introduzione su tutta la rete dei carburanti OPTIMO, benzina e diesel premium venduti al prezzo dei carburanti tradizionali; al gas naturale, con le nuove aperture che si sommano alle 50 stazioni a metano già esistenti, arrivando all’elettrico con l’installazione di colonnine fast e ultrafast che consentiranno la mobilità elettrica extraurbana.
Snam4Mobility, società controllata al 100% da Snam, fornisce servizi integrati per una mobilità sostenibile “smart green” a gas naturale e biometano. Per rafforzare la rete distributiva, Snam4Mobility realizza infrastrutture di distribuzione di gas compresso (CNG e bio-CNG) per automobili e liquefatto (LNG e bio-LNG) per i trasporti pesanti. Nel piano strategico 2020-2024 di Snam è prevista la realizzazione di 150 nuove stazioni di rifornimento di gas naturale e biometano e delle prime cinque stazioni di rifornimento di idrogeno.
“Oggi ampliamo e completiamo la nostra offerta di energia per la mobilità ai clienti della provincia di Rieti – ha commentato Simone Alfonsi, Direttore Vendite di IP -. Essere IP vuol dire proprio questo: rispondere ai bisogni degli italiani che si muovono con una rete capillare e un’offerta variegata, che guarda anche alla sostenibilità ambientale”.
“Siamo felici di inaugurare oggi a Rieti il primo impianto realizzato in collaborazione da Snam4Mobility e IP, che contribuirà a rafforzare l’offerta di gas naturale per i trasporti nel Centro Italia – ha dichiarato Andrea Ricci, Senior Vice President Filling Stations di Snam4Mobility -. Confermiamo il nostro impegno a investire nelle infrastrutture di distribuzione per consentire a carburanti alternativi e sostenibili come CNG, LNG, biometano e bio-LNG di favorire la decarbonizzazione della mobilità, dalle auto ai veicoli commerciali, dai trasporti pesanti al trasporto pubblico locale”.
Oltre al punto vendita di Rieti e agli altri che saranno avviati nel Lazio, è prevista la realizzazione di nuovi impianti di rifornimento di gas naturale in collaborazione tra Snam4Mobility e IP in Lombardia (5 impianti di cui 3 autostradali), Toscana (5 impianti di cui 4 autostradali), Emilia-Romagna (2 autostradali), Veneto (2 autostradali), in Abruzzo (1 autostradale), Calabria (1), Marche (1 autostradale), Piemonte (1 autostradale), Puglia (1) e Umbria (1 autostradale).
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Acea colloca green bond da 800 milioni per gli obiettivi di sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – Acea annuncia il lancio di un prestito obbligazionario, per la prima volta sotto forma di Green Bond, per un importo complessivo nominale pari a 800 milioni articolato in due serie, nell’ambito del Green Financing Framework recentemente pubblicato e a valere sul programma Euro Medium Term Notes da 4 miliardi. La prima serie avrà un importo indicativo pari a 300 milioni e scadenza a settembre 2025 e la seconda serie avrà un importo indicativo pari a 500 milioni e scadenza a luglio 2030. Le obbligazioni sono riservate esclusivamente a investitori istituzionali italiani e esteri. Le obbligazioni saranno quotate presso il mercato regolamentato della Borsa di Lussemburgo.
I proventi dell’emissione saranno destinati a finanziare specifici progetti previsti nel Piano industriale 2020-2024 che perseguono obiettivi di sostenibilità. In particolare, quelli relativi alla protezione della risorsa idrica, alla resilienza della rete di distribuzione elettrica, all’efficienza energetica, alla mobilità elettrica, allo sviluppo dell’economia circolare e all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’operazione di collocamento sarà curata da Barclays, Bbva, Bnp Paribas, Credit Agricole Cib, Citi, Credit Suisse, Imi-Intesa Sanpaolo, Mps Capital Services, Natixis, Sociètè Gènèrale e UniCredit.
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