MESSINA (ITALPRESS) – “Non vediamo l’ora di conoscere le motivazioni che hanno portato la commissione regionale VIA – VAS a bocciare l’impianto di digestione anaerobica proposto dalla società A2A a San Filippo del Mela: si dice per ‘ragioni legate all’impatto ambientalè per una struttura da realizzare in una zona industriale. Davvero molto strano”. Così Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, in merito al progetto per produrre biometano e compost di qualità a San Filippo del Mela, nel Messinese.
“Tra l’altro – aggiunge – con il paradosso che, nelle stesse ore la Commissione non boccia l’inceneritore dei Leonardi (Sicula Trasporti) – rinviati a giudizio nei giorni scorsi per la loro pessima gestione dei rifiuti nella discarica di Lentini, dove dovrebbe sorgere questo assurdo nuovo impianto – ma chiede un supplemento di documentazione. Tra l’altro, potremmo aggiungere, perfino il danno e la beffa per la A2A, dopo che siamo riusciti a convincerli ad abbandonare il loro progetto per l’inceneritore e lavorare per quell’impianto che produrrebbe biometano e compost di qualità”.
“Siamo davvero sconcertati da questo modo schizofrenico di non portare avanti una programmazione coerente e seria per realizzare gli impianti per la gestione virtuosa dei rifiuti in Sicilia – prosegue Zanna -. Abbiamo sempre più conferme che tutto questo modo scellerato di fare ci porti alla fine all’unica strada possibile e che da tempo tanti altri stanno lastricando: per adesso solo ancora discariche, per poi passare agli inceneritori.
Una vera vergogna!”.
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Bocciato progetto per biometano nel Messinese, Legambiente “vergogna”
Fondazione Cariplo, 3,7 milioni per progetti di economia circolare
MILANO (ITALPRESS) – Fondazione Cariplo prosegue la sua attività di sviluppo e sostegno di progetti legati all’economia circolare, nell’ambito della ricerca scientifica. Il Consiglio di Amministrazione ha infatti deliberato la concessione di 13 contributi, per un totale di 3,7 milioni di euro, ad iniziative che puntano su questo asset.
I provvedimenti sono solo l’ultima delle tante tappe di un processo che ha visto la Fondazione impegnata nel tempo e a vari livelli di profondità, realizzati non solo sul fronte dell’attività filantropica, ma anche attraverso il CE LAB, il Centro per l’Economia Circolare, realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Cariplo Factory.
Grazie a un recente accordo il CE Lab amplia la propria offerta su tre aree d’azione: circular innovation, che si traduce in consulenza, accompagnamento e supporto nel passaggio al modello circolare; circular education, con percorsi di formazione dedicati in particolare alle pmi (in partnership con Intesa Formazione); circular connection, attraverso il coinvolgimento di partner nazionali e internazionali per la realizzazione di incontri, tavole rotonde, piattaforme di networking e paper tematici. La crisi generata dalla pandemia da Coronavirus ha imposto con ancora più forza la necessità di uno sviluppo sostenibile nel medio-lungo periodo e il ripensamento di modelli di business e filiere. Un nuovo concetto di produzione, di design, di distribuzione, di cambiamento nei modelli di consumo, per prolungare la vita dei prodotti favorendo il riciclo, riuso e recupero dei materiali e dell’energia.
E’ questo lo scenario in cui Fondazione Cariplo ha attivato un’azione specifica lanciando nei mesi scorsi la terza edizione del Bando Economia circolare: ricerca per un futuro sostenibile.
Tredici i progetti selezionati quest’anno, ai quali sono stati destinati risorse economiche per 3,7 milioni di euro. Le iniziative hanno l’obiettivo di sviluppare nuovi materiali, sistemi più efficienti di rigenerazione e riutilizzo di beni e valorizzare rifiuti organici e inorganici. Il passaggio, graduale ma essenziale verso un modello di economia circolare è un mutamento fondamentale destinato a segnare una svolta nei sistemi produttivi, nei modelli di business, negli stili di consumo dei cittadini in grado di portare grandi benefici per l’ambiente, per il clima e per la salute umana.
Si chiude un anno difficile, nel quale Fondazione Cariplo si è data l’obiettivo di non mancare ai propri impegni. Per il prossimo anno Fondazione Cariplo ha confermato un budget di 140 milioni di euro per le attività filantropiche identificando nove obiettivi chiave che guideranno l’attività della Fondazione, pronta – come già è successo nel 2020 – ad adattarsi alle necessità e al contesto.
Tra gli obiettivi il cambiamento climatico, la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Nel 2021 alcuni strumenti erogativi affronteranno le sfide ambientali come leva per lo sviluppo sostenibile e la resilienza delle comunità.
“Identificare priorità condivise e lavorare tutti nella stessa direzione: questo è il metodo per rendere reale e concreta la transizione ad una economia green – spiega Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo -. Con il Bando “Economia circolare: ricerca per un futuro sostenibile” la Fondazione Cariplo ha voluto tracciare una direzione di lavoro chiara sulla quale ingaggiare il mondo della ricerca scientifica. I 13 progetti selezionati lavoreranno sull’applicazione di modelli di economia circolare in diversi ambiti, collegandosi ad altre iniziative che la Fondazione sta promuovendo da tempo su questo tema, come ad esempio le attività del CE LAB, il Centro per l’Economia Circolare realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Cariplo Factory, e la Food Policy avviata dal Comune di Milano e Fondazione Cariplo per rendere più sostenibile il sistema alimentare della città”.
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In Italia sempre più strade “green” con pneumatici fuori uso
ROMA (ITALPRESS) – Secondo i dati forniti da Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei PFU-Pneumatici Fuori Uso in Italia, ad oggi sono stati realizzati complessivamente nel nostro Paese circa 600 km/corsie di strade con l’impiego di asfalti modificati con gomma riciclata da PFU, una distanza che potrebbe coprire il tragitto da Roma a Milano.
Gli asfalti modificati con aggiunta di gomma riciclata rappresentano una soluzione innovativa e vantaggiosa, diffusa da oltre 60 anni in tutto il mondo e che in Italia sta trovando sempre maggiori conferme: si è passati infatti dai poco più di 100 km del 2010 ai 592 km totali a fine 2020, con un incremento di ben il 63% rispetto al 2019. In Italia già 42 Province hanno scelto di affidarsi a questa tecnologia: Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Trentino-Alto Adige sono le regioni in cui sono state realizzate le esperienze più significative.
Un trend positivo e una conferma della maturità del settore, soprattutto se guardiamo all’ultimo anno dove le difficoltà e le restrizioni legate alla pandemia da Covid-19 hanno fatto registrare una contrazione generale nella maggior parte dei settori.
Gli asfalti modificati con gomma riciclata rappresentano infatti ad oggi una tra le soluzioni più interessanti per le Pubbliche Amministrazioni e gli Enti gestori del patrimonio stradale italiano in quanto permette di investire al meglio le risorse economiche per le infrastrutture stradali, riducendo al contempo i disagi per gli utenti, l’impatto ambientale dell’attività di costruzione e i costi riferiti alla manutenzione delle strade. Diversi sono, infatti, i vantaggi legati al loro utilizzo: riduzione fino a 5 dB del rumore generato dal passaggio dei veicoli e una durata fino a 3 volte quella degli asfalti convenzionali, in virtù della maggiore resistenza all’usura e alla formazione di crepe e buche; aspetto che consente anche un conseguente contenimento dei costi di manutenzione nel medio-lungo periodo.
“I risultati raggiunti ci incoraggiano e ci spronano a continuare in questa direzione – ha dichiarato il direttore generale di Ecopneus Giovanni Corbetta -. Come Ecopneus ci siamo impegnati molto negli anni a diffondere una maggiore conoscenza su questa valida applicazione della gomma riciclata, abbiamo attivato e supportato diversi studi scientifici e iniziative, come il progetto Life Nereide co-finanziato dall’UE. Per il 2021 auspichiamo ad una sempre più ampia diffusione di questa tecnologia anche grazie all’entrata in vigore del nuovo decreto End of Waste che fornirà un importante supporto per aumentare la qualità dei materiali riciclati dai PFU. Anche molte importanti realtà nazionali sono sempre più attente a questa tecnologia”.
L’impiego del polverino di gomma riciclata dai Pneumatici Fuori Uso permette infatti di realizzare asfalti in grado di coniugare prestazioni meccaniche di alto livello con ricadute positive per la collettività in termini di riduzione del rumore e sostenibilità ambientale, grazie appunto all’impiego di polverino di gomma riciclata da PFU. Proprio per queste ragioni, un recente intervento con asfalti modificati nel Pavese ha ricevuto il finanziamento da parte di Cassa Depositi e Prestiti, che ha riconosciuto il valore tecnologico e ambientale di questa soluzione.
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Accordo Acea-Carabinieri per mini impianto compostaggio Smartcomp
ROMA (ITALPRESS) – ACEA e l’Arma dei Carabinieri hanno siglato, un accordo di collaborazione per implementare soluzioni innovative nel trattamento dei rifiuti organici in un’ottica di economia circolare. L’accordo è stato sottoscritto dall’Amministratore Delegato di ACEA Giuseppe Gola e dal Capo del IV Reparto del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Antonio Jannece. Oggetto dell’intesa è il mini-impianto ACEA SmartComp, realizzato in collaborazione con Enea e l’Università della Tuscia per il trattamento diffuso e partecipato del rifiuto organico “a chilometro zero” prodotto dalle grandi utenze (ad esempio mense, ospedali, aeroporti), con una capacità di 40t/anno. SmartComp, grazie a un processo aerobico di circa 90 giorni, trasforma direttamente in loco i rifiuti umidi in compost con una ricaduta positiva sull’ambiente, in linea con i principi di economia circolare e valorizzazione dei rifiuti.
In base all’accordo, lo SmartComp ACEA sarà installato presso la caserma “Salvo d’Acquisto” a Roma nel quartiere Tor di Quinto; le parti stanno, inoltre, collaborando ad un progetto di sviluppo per l’attivazione di un network di compostaggio locale che potrà gestire i rifiuti organici di altre quattro caserme dell’Arma situate nel territorio romano, in una logica di massima ottimizzazione del recupero di materia.
“Oggi l’Arma dei Carabinieri e ACEA, hanno sottoscritto un accordo di studio per individuare ipotesi di collaborazione ai fini dello sviluppo di progetti interconnessi nei settori dell’innovazione tecnologica, della ‘circular economy’ e della sostenibilità ambientale. L’Arma vuole e deve proporsi
anche come modello virtuoso di attuazione ecosostenibile delle proprie attività gestionali; a tal fine è stato individuato in ACEA un partner strategico, con cui sarà possibile sviluppare progetti innovativi e smart oriented” ha dichiarato il generale Antonio Jannece.
“Siamo particolarmente soddisfatti dell’accordo firmato oggi con l’Arma dei Carabinieri – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di ACEA Giuseppe Gola – che segna l’avvio di una collaborazione virtuosa all’insegna di una nuova cultura condivisa della sostenibilità. L’iniziativa SmartComp permetterà infatti il trattamento di flussi rilevanti di rifiuti organici in prossimità del luogo di produzione, con una ricaduta positiva sull’ambiente”. “L’accordo è, inoltre, coerente con quanto previsto nel nostro Piano industriale 2020/2024 recentemente approvato, relativamente allo sviluppo di progetti e attività in grado di accelerare la realizzazione di impianti per il trattamento e la valorizzazione del rifiuto, in un’ottica green e sostenibile. Il tutto in linea con gli obiettivi posti dalla Comunità Europea in tema di recupero di materia, nel processo di chiusura del ciclo dei rifiuti” conclude.
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Corepla e TikTok insieme per educare giovani a salvaguardare l’ambiente
ROMA (ITALPRESS) – Quando raccogli la plastica, sai la differenza tra imballaggi e non imballaggi? E’ questo il focus della nuova campagna #DifferenziaConCorepla, curata da Corepla e Intarget e partita questa settimana su TikTok.
Dopo il successo del flight estivo, che ha ottenuto 5 milioni di visualizzazioni e 500.000 interazioni, Corepla e il popolare social network ripartono concentrandosi sulla differenza tra imballaggi e non imballaggi.
Nove noti influencer, con altrettanti stili diversi, realizzeranno dei filmati per spiegare ai propri coetanei, attraverso un linguaggio semplice e divertente, come imparare a riconoscere gli imballaggi in plastica e sensibilizzare sull’importanza del riciclo.
Fashion, sport, make-up, food e tempo libero le 5 categorie utilizzate dai vip di TikTok per fare educational su una varietà più ampia di imballaggi: in un video diviso a metà, appariranno al centro dei cartelli con i nomi degli oggetti e i TikTokers si sposteranno da una parte all’altra per indicare se si tratta di un imballaggio oppure no.
Il fine di Corepla è sensibilizzare la Generazione Z sull’importanza dell’ambiente e aiutarla a comprendere la differenza tra gli imballaggi, che devono essere conferiti nella raccolta della plastica, e i non-imballaggi, che sono destinati all’indifferenziata.
Per fare questa nuova “lezione” di educazione ambientale sono stati coinvolti i TikTokers Serena Puppo, Anna Ciati, Sebastiano Fighera, Giovanni Brugnoli, Federico De Lellis, Luca Sironi, Francesca Tamburini, Ginevra Iorio, Asia Bertoncelli: 9 influencers molto seguiti che esprimono in modo creativo il loro impegno nei confronti della raccolta differenziata e sensibilizzano i giovanissimi sull’importanza di proteggere il Pianeta. I brevi video saranno presenti sulla piattaforma TikTok dal 14 al 21 dicembre con l’hashtag #DifferenziaConCorepla.
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Milano, dal Gruppo Cap gara da 7 milioni per il fotovoltaico
MILANO (ITALPRESS) – Il territorio della Città metropolitana di Milano sarà sempre più green. Quasi 7 milioni di euro di investimenti dal Gruppo Cap per dotare la nuova sede di via Rimini e 21 siti (17 depuratori e 4 acquedotti) di impianti fotovoltaici per produrre energia pulita nel rispetto dell’ambiente.
“L’efficientamento energetico dei nostri impianti passa dall’autoconsumo, ovvero dalla capacità di utilizzare le fonti rinnovabili per produrre in autonomia energia pulita, riducendo l’impatto ambientale – afferma Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP – Da anni grazie al biogas prodotto dai digestori anaerobici che trasformano i fanghi in energia, contribuiamo ad autoalimentare i nostri impianti. Il fotovoltaico ci permetterà di potenziare il nostro percorso verso la transizione energetica indicata dal nostro Piano di Sostenibilità dove puntiamo a ridurre la nostra carbon footprint del 40%”.
L’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano ha indetto una gara per un importo complessivo di 6.810.434 euro, per la fornitura di impianti fotovoltaici per 17 impianti di depurazione, 4 acquedotti più la nuova sede di via Rimini. Il termine per la presentazione delle offerte è previsto per il 28 gennaio 2021.
“Questo è solo il primo step nel percorso intrapreso verso l’impiego sempre maggiore di energia pulita da impianti fotovoltaici. Abbiamo 345 impianti di potabilizzazione e 40 di depurazione, e miriamo a far sì che diventino i capisaldi di un territorio sempre più sostenibile”, aggiunge Russo. L’azienda pubblica ha provveduto a effettuare un preliminare studio di fattibilità in base al quale sono stati individuati 22 siti in cui l’azienda incaricata potrà installare le stazioni fotovoltaiche. Tra questi il nuovo headquarter di via Rimini, concepito per rispondere ai più alti standard di sostenibilità secondo logiche carbon neutral.
La gara prevede un contratto della durata di 13 anni, di cui 3 anni (36 mesi) per la posa degli impianti fotovoltaici e 10 anni (120 mesi) per le attività di manutenzione, full service con garanzia full risk. La scelta di effettuare un unico appalto senza suddivisione in lotti mira a garantire un’adeguata economia di scala sia per garantire l’omogeneità delle forniture che l’ottimizzazione nella gestione dei contratti di manutenzione.
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Sostenibilità, a Bper il rating di Carbon Disclosure Project
MILANO (ITALPRESS) – Carbon Disclosure Project, organizzazione non profit internazionale che da anni valuta in modo molto serio e severo le performance delle aziende dal punto di vista della sostenibilità ambientale, ha da poco inserito Bper, unica banca italiana, nella sua “A List”, rating riservato alle aziende maggiormente impegnate nel cambiamento climatico. Un riconoscimento importante per il gruppo bancario, che ha voluto dedicare una figura manageriale, Giovanna Zacchi, appositamente al tema del Corporate Social Responsibility. “Siamo stati valutati in base ai rischi e alle opportunità legati al climate change, a quello che fa la banca sui propri impatti diretti, ma anche su chi e cosa finanzia la banca, come investe i soldi e come supporta i propri clienti negli investimenti sostenibili – ha detto Zacchi intervistata da Italpress -. E’ stata fatta una view a 360° di come la banca agisce a favore della transizione di un’economia low carbon”.
“Essendo Bper una banca quotata, ottenere questo rating per noi ha anche un valore finanziario, a maggior ragione adesso che la Commissione Europea sta lavorando moltissimo sulla trasparenza dei mercati finanziari e sugli investimenti di sostenibilità – ha aggiunto -. L’altro motivo che ci ha spinti a farci valutare è quello che vogliamo essere credibili nel nostro obiettivo di voler supportare famiglie e imprese, soprattutto quelle medie e piccole, nella transizione verso un’economia a minor impatto ambientale”.
Proprio da questo punto di vista Bper si sta spendendo in una serie di prestiti per le famiglie legati acquisti green e al cosiddetto eco bonus, ma anche affiancandosi alle imprese che, anche partendo da zero, volessero fare una transizione per raggiungere obiettivi sfidanti in termini di efficenza energetica. Una tendenza, quella della responsabilità ambientale, che è stata amplificata dall’emergenza Covid e, in particolare con gli strumenti messi in atto dall’Unione Europea per reagire a questa crisi. “Con il Recovery Fund c’è stato un ulteriore incremento della velocità con cui la Commissione Europea ha spinto in questa direzione – ha concluso Giovanna Zacchi -. Ad esempio è già stato stabilito che almeno il 37% dei fondi del Recovery Fund dovranno essere utilizzati per la lotta al climate change. Si parla spesso di costi legati alla transizione energetica, ma è sbagliato. Dobbiamo parlare di investimenti, anche se non sono a breve termine”.
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Il pranzo di Natale costa 150 kg di Co2 a famiglia
MILANO (ITALPRESS) – Anche la migliore delle tradizioni collegate alle festività, il pranzo di Natale, ha un peso sul nostro ecosistema. Un impatto che, per una famiglia di 4 persone è quantificabile – secondo dati Pulsee, operatore green e digitale di luce e gas – in circa 150 kg di Co2, pari a un passeggero in volo da Milano a Londra. Il conto è presto fatto. Basta misurare la somma dell’impronta di un piccolo antipasto a base di tartine e salumi (300 grammi di salame equivalgono a 5 chili di Co2 emessa per produrlo), la preparazione del classico piatto di cappelletti in brodo (una sola porzione costa 4 chili di Co2), l’arrosto lasciato sul fuoco per oltre 2 ore (un chilo di produzione di carne bovina genera circa 15 kg di co2), l’acquisto di frutta importata come noci e datteri (1 kg di noci in arrivo dal Sud America percorrendo 11 mila km ne produce 15 kg), contorno, acqua minerale, panettone e prosecco raffreddato in frigo a 5°C. Fortunatamente oggi sono moltissimi gli strumenti che abbiamo a disposizione per tutelare l’ambiente senza rinunciare ai piaceri che caratterizzano questo periodo: a partire da scelte più consapevoli, come la selezione di un menù con meno carne, più frutta e verdura e altri generi alimentari freschi e facilmente rintracciabili a km 0. Anche scegliere l’energia giusta è però un modo per ridurre, se non annullare completamente, la nostra impronta energetica sul pianeta. Pulsee, operatore per le utenze domestiche 100% digitale di Axpo Italia, propone la Zero Carbon Footprint un servizio che permette di compensare il proprio impatto sull’ambiente acquistando certificati green per la produzione di energia ed essere così totalmente carbon-free.
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