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Ambiente, BAT e Marevivo insieme contro i mozziconi di sigarette

ROMA (ITALPRESS) – Gettare un mozzicone di sigaretta a terra è un gesto tanto incivile quando dannoso per l’ambiente ma troppo spesso non viene sanzionato, come previsto dalla legge, e neanche punito socialmente. Per questo la British American Tobacco, insieme a Marevivo, ha avviato da questa estate a Sorrento una campagna di sensibilizzazione con il triplice scopo di sensibilizzare i consumatori sul tema del danno ambientale, distribuire posaceneri portatili e invitare le amministrazioni locali a prendere provvedimenti. Messi uno sopra l’altro, i mozziconi dispersi nell’ambiente raggiungevano un’altezza di 10.415 metri, superiore a quella dell’Everest. Dopo poche settimane dall’avvio della campagna gli effetti sono già stati tangibili tant’è che la “montagna” di mozziconi si è ridotta del 69% raggiungendo i 3.094 metri.
Questo è solo uno dei risultati raggiunti da “Piccoli gesti, grandi crimini”, la campagna nazionale partita lo scorso 23 luglio da Sorrento, località che è stata scelta come Comune “pilota” per la prima tappa di un progetto che nel prossimo futuro sarà esteso anche ad altre città italiane.
L’iniziativa ha voluto ricordare come ogni anno nel mondo 4,5 trilioni di mozziconi finiscono nell’ambiente per colpa di un gesto che viene fatto con disattenzione, che diventa un crimine per l’ambiente perchè lo danneggia, rilasciando innumerevoli sostanze inquinanti, e che porta le sigarette ad essere il rifiuto più presente sulle spiagge di tutto il mondo.
La campagna quindi si è posta tre obiettivi fondamentali: sensibilizzare ed educare i cittadini sul tema del rispetto ambientale e delle conseguenze di comportamenti sbagliati; contrastare concretamente l’abbandono dei mozziconi attraverso il corretto posizionamento in città di cestini con porta mozziconi e la distribuzione di posacenere tascabili ai cittadini, nonchè sensibilizzare le istituzioni locali ad applicare le sanzioni previste dalla legge per chi getta a terra piccoli rifiuti.
“Se non smaltiti correttamente i mozziconi di sigaretta rappresentano un danno enorme per l’ambiente: sono i rifiuti più frequenti sulle spiagge, rilasciano sostanze nocive nel mare, il loro filtro non è biodegradabile, si sminuzza in microplastiche e rimane in mare per sempre”, ha detto Raffaella Giugni, responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo. “I risultati di questa prima tappa sono incoraggianti: nell’area di Sorrento durante la campagna abbiamo ottenuto una riduzione complessiva dei mozziconi nell’ambiente pari al 69%. Se tutti i comuni italiani aderissero al nostro appello, e se le persone si impegnassero a smaltire correttamente questo rifiuto, risparmieremmo all’ambiente non solo marino un ulteriore aggravamento delle sue condizionì, ha proseguito.
Accanto alla campagna di sensibilizzazione, nel caso di Sorrento sono stati distribuiti a cittadini e turisti oltre 4.000 posacenere tascabili e, in accordo con il Comune, sono stati posizionati 50 nuovi cestini con posacenere incorporato. Contestualmente, sono stati organizzati degli interventi ad alto impatto visivo tra cui una campagna advertising e l’installazione di una vera e propria «scena del crimine» in cui, accanto alle vittime, raffigurate da sagome di pesci, tartarughe e stelle marine, è stata posta la riproduzione di un mozzicone gigante, simbolica arma del delitto, una installazione presente anche a Roma, a piazza delle Cinque Lune accanto a Palazzo Madama.
“Siamo orgogliosi di avere tra i nostri obiettivi la riduzione dell’impatto della nostra attività sull’ambiente, come dimostra l’inserimento di BAT, l’unica azienda del suo settore, nel prestigioso Dow Jones Sustainability Index per il 19° anno consecutivo – ha spiegato Roberta Palazzetti, presidente e AD di British American Tobacco Italia -. “Piccoli gesti, grandi crimini” è una campagna di sensibilizzazione basata sulla corretta informazione ed educazione dei fumatori, sul potenziamento dei punti di raccolta e la fornitura di posacenere portatili per agevolare comportamenti virtuosi e sulla necessità di intensificare le attività di controllo e le sanzioni da parte dell’autorità pubblica”.
“E’ indispensabile – ha sottolineato la Palazzetti – un’azione congiunta pubblico-privata che unisca aziende, istituzioni e cittadini per la tutela dell’ambiente e che funga da deterrente rispetto a comportamenti scorretti. Siamo pronti a fare la nostra parte e auspichiamo l’avvio di un dialogo fra Istituzioni e Industria basato su collaborazione, ascolto reciproco e analisi di dati oggettivi, che porti all’adozione di soluzioni efficaci e bilanciate per un recepimento condiviso e sostenibile della Direttiva SUP (single use plastics), a tutela di una filiera e un prodotto di cui l’80% del prezzo viene già incamerato dallo Stato sotto forma di tasse. Il successo di Sorrento dimostra che questa sinergia virtuosa è possibile e siamo fin da ora a disposizione del Ministero dell’Ambiente per avviare un confronto proficuo”.
La società Altran, in collaborazione con Penisolaverde del Comune di Sorrento, si è occupata di monitorare il quantitativo di mozziconi correttamente conferiti dai fumatori, raccogliendo dati quantitativi e qualitativi prima e dopo la campagna.
(ITALPRESS).

Thinkabout insieme a Telethon e Polimi per ricerca e solidarietà

MILANO (ITALPRESS) – Quanto impatta sull’ambiente un chilo di caffè destinato al macero? Quanto uno di carne in scatola? ThinkAbout, la start-up a vocazione sociale protagonista della lotta allo spreco alimentare, ha provato a rispondere a queste domande con una ricerca che definisce le metriche di life-cycle assessment che consentiranno di calcolare i benefici ambientali in termini di CO2 equivalente evitata (carbon footprint) per i prodotti alimentari sottratti allo spreco. La ricerca sarà presentata all’Extra Salone CSR, a Milano, giovedì 19 novembre, alle 17.30, in un webinar nel quale verranno presentate altre due novità, due collaborazioni di eccellenza con Fondazione Telethon e Politecnico di Milano.
La prima iniziativa che verrà presentata in occasione del Salone da Andrea Briganti, AD e co-founder di ThinkAbout, riguarda la propria responsabilità sociale d’impresa a sostegno della Fondazione Telethon e dei progetti di ricerca sulle malattie genetiche rare. L’accordo prevede che la start-up devolva una percentuale del fatturato totale previsto nel biennio 2021-2022, grazie alla piattaforma e-commerce NO.W! No Waste, il primo dei progetti di economia circolare e lotta allo spreco alimentare di ThinkAbout.
La collaborazione impegna Fondazione Telethon e ThinkAbout anche in una serie di iniziative ancora in via di definizione, nelle quali l’azienda sarà al fianco della Fondazione in maniera attiva e propositiva.
Inoltre, ThinkAbout supporterà la School of Management del Politecnico di Milano che, grazie ai suoi “Food Sustainability Lab” e “Osservatorio Food Sustainability”, rappresenta un autorevole punto di riferimento, nazionale e internazionale, nella ricerca sui temi della riduzione dello spreco alimentare e dell’innovazione per la sostenibilità della filiera agri-food.
In particolare, ThinkAbout finanzierà i progetti di ricerca del Politecnico milanese focalizzati sulla trasformazione sostenibile del sistema alimentare italiano. Va infatti considerata l’importanza dell’impatto sociale e ambientale del settore alimentare segnato tuttora da una parte eccessiva di spreco. Circa 1/3 del cibo prodotto, a livello mondiale, non arriva al consumo finale, pari a 1,8 miliardi di tonnellate, l’80% delle quali potrebbe essere recuperato: dati che mostrano come agire sulla filiera del cibo è essenziale al fine di perseguire obiettivi di sostenibilità a livello di comunità e dell’intero pianeta. (Research Pubblications Politecnico di Milano).
E quando si parla di sostenibilità è indispensabile poter “misurare” impatti ed interventi. Parte da questa esigenza la terza iniziativa presentata da ThinkAbout: la promozione di una ricerca per definire metriche di life-cycle assessment che consentiranno di calcolare i benefici ambientali in termini di CO2 equivalente evitata (carbon footprint) per i prodotti alimentari sottratti allo spreco grazie all’attività di NO.W!, evidenziando le categorie con il maggior vantaggio.
Dai dati preliminari dello studio emerge che, tra i prodotti presenti sulla piattaforma NO.W!, della categoria “ambiente” (non freschi e non surgelati) il maggiore vantaggio ambientale si ottiene evitando lo smaltimento di caffè, carne in scatola e cioccolato. Per esempio, salvare una confezione di caffè da un chilo, grazie a NO.W!, significa evitare l’emissione in atmosfera di 2,3 chili di CO2 equivalente. Oppure, il recupero al consumo di un chilo di carne in scatola consente di evitare l’emissione di 1,5 chilo di anidride carbonica equivalente.
“Sostenibilità ed economia circolare devono diventare l’asse portante delle strategie imprenditoriali e vanno considerate come occasioni concrete per creare lavoro, innovazione e profitto. ThinkAbout è nata con quest’idea e con questo progetto: fare della sostenibilità il punto di partenza e non di arrivo del business. E le iniziative che abbiamo presentato oggi aprono delle prospettive nuove al nostro impegno di dare un contributo alla costruzione di modelli economici e sociali inclusivi, resilienti e duraturi”, ha spiegato Briganti.
L’obiettivo del progetto di ThinkAbout – che ha debuttato sul mercato a inizio anno suscitando in pochi mesi forte interesse tra gli operatori – è promuovere soluzioni per la riduzione dello spreco di risorse alimentari, che in Italia ammonta al 15% della produzione annua per un valore di alcune decine di miliardi di euro.
(ITALPRESS).

Sogin aderisce alla Settimana europea per la riduzione dei rifiuti

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In occasione dell’XII edizione della SERR – Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (European Week for Waste Reduction) con il focus “Rifiuti invisibili”, il Gruppo Sogin promuove il webinar “L’innovazione per la gestione sostenibile dei rifiuti radioattivi”. L’evento si terrà mercoledì 25 novembre, dalle ore 11.00 alle ore 12.45 su piattaforma MS Teams, è necessario iscriversi compilando il modulo di adesione presente sul sito www.sogin.it entro il 23 novembre 2020.

Il webinar intende approfondire il ruolo dell’innovazione, realizzata nell’ecosistema di startup e PMI innovative italiane, nel gestire e ridurre il “peso” dei rifiuti. Nel caso dei rifiuti radioattivi, cioè quelli che emettono radioattività, per sua stessa natura invisibile, inodore e insapore, il peso si riferisce al loro volume. Saranno, infatti, presentate le soluzioni di minimizzazione dei volumi dei rifiuti radioattivi adottate dal Gruppo Sogin e, in particolare, si parlerà di AIGOR (Applicativo Informatico di Gestione Oggetti Radioattivi), il sistema integrato con blockchain che, attraverso l’ottimizzazione dei processi di gestione, potrà portare un’ulteriore riduzione del volume dei rifiuti prodotti dalle attività di decommissioning nucleare.

Il tutto inquadrato in uno scenario internazionale che considera sempre di più l’innovazione tecnologica una leva per gestire i rifiuti in modo sostenibile e secondo i principi dell’economia circolare. L’evento sarà anche l’occasione per stimolare sinergie e attivare circoli virtuosi attraverso il confronto con le realtà del settore ambientale e tecnologico. (ITALPRESS).

New Holland e Legambiente insieme per “Evoluzione Terra”

TORINO (ITALPRESS) – Cnh Industrial, con il suo marchio agricolo New Holland Agriculture, e Legambiente insieme nel progetto “Evoluzione Terra”. L’annuncio è stato dato da Angelo Gentili, responsabile nazionale agricoltura di Legambiente, Carlo Lambro, Brand President New Holland, e Daniela Ropolo, Head of Sustainable Development Initiatives di Cnh Industrial, nel corso della seconda edizione del Forum nazionale Agroecologia organizzato online dall’associazione ambientalista, in diretta streaming sulle pagine Facebook di Legambiente, Legambiente Agricoltura e La Nuova Ecologia e sui rispettivi siti. Il progetto “Evoluzione Terra” punta all’adozione di un approccio innovativo per pratiche di agricoltura sostenibile e sociale nelle aziende agricole partecipanti.
La prima collaborazione del progetto coinvolgerà Libera Terra Mediterraneo, consorzio Onlus che parte dal recupero sociale e produttivo dei beni liberati dalle mafie per ottenere prodotti di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell’ambiente e della dignità della persona. Attraverso l’adesione al progetto, questo consorzio metterà a disposizione delle proprie cooperative partecipanti l’attrezzatura necessaria per praticare un’agricoltura 4.0. New Holland fornirà sei sistemi di guida automatica per agricoltura di precisione, che saranno installati su trattori presso quattro delle cooperative del consorzio situate in Sicilia: la cooperativa Rita Atria a Castelvetrano, Trapani, la cooperativa Beppe Montana a Lentini, Siracusa, la cooperativa Placido Rizzotto e la cooperativa Pio La Torre a San Giuseppe Jato, Palermo.
Le cooperative Rita Atria e Beppe Montana hanno già in dotazione due trattori New Holland di ultima generazione e il Brand sosterrà l’acquisto di ulteriori attrezzature, quali una seminatrice innovativa progettata per agricoltura biologica, con lo scopo di migliorare la produttività e l’efficienza delle cooperative attraverso l’utilizzo delle più recenti tecnologie. Carlo Lambro, New Holland Brand President, ha dichiarato: “Questo progetto si inserisce perfettamente nella strategia “Clean Energy Leader” di New Holland, che vuole trainare la transizione verso un’agricoltura sostenibile e meno dispendiosa di risorse. Per noi è evidente che il futuro è sinonimo di sostenibilità”.
“Abbiamo fatto passi avveniristici – ha spiegato Lambro – verso un’agricoltura che rispetta e protegge l’ambiente, innovando continuamente la nostra tecnologia per consentire ai nostri clienti di produrre di più con meno risorse.
Questo progetto consentirà alle cooperative partecipanti di trarre vantaggio dal meglio dell’agricoltura 4.0, migliorando la propria resistenza al cambiamento climatico e i propri processi decisionali”.
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Nasce Dipartimento IT del Servizio idrico integrato in Lombardia

MILANO (ITALPRESS) – Coniugare le migliori pratiche nella gestione pubblica dell’acqua e lo sviluppo sostenibile del territorio unendo attività, competenze e know-how sul fronte dell’information technology in un dipartimento interaziendale, il più grande della Lombardia nel settore idrico integrato. E’ lo spirito che è sotteso al Contratto di Rete firmato da Gruppo CAP, BrianzAcque, Lario Reti Holding e Alfa, le 4 aziende pubbliche che gestiscono il servizio idrico integrato di oltre 450 Comuni distribuiti nella Città metropolitana di Milano e nelle province di Monza e Brianza, Lecco e Varese, per potenziare le sinergie e dare vita a un’unica struttura organizzativa: l’Ufficio Information Technology di Rete.
“Dopo il consolidamento di Water Alliance, diventata quest’anno la prima rete nazionale dell’acqua, ora vogliamo puntare su un percorso sempre più condiviso dove unire le forze sul fronte delle dotazioni e delle competenze in ambito IT – commenta Michele Falcone, direttore sviluppo strategico di Gruppo CAP -. L’obiettivo è sviluppare know-how, soluzioni applicative e piattaforme tecnologiche che possano essere messe a disposizione, in ottica di shared service, anche dagli altri gestori che fanno parte di Water Alliance, rendendo sempre più competitivo e all’avanguardia il sistema idrico integrato lombardo”.
“Grazie alle sinergie tra queste quattro water utility lombarde, abbiamo costituito un’unica struttura composta da 53 persone tra manager, esperti di prodotto e tecnologie, tecnici IT specializzati. Siamo organizzati in cinque dipartimenti seguendo linee guida dei framework internazionali di riferimento, in grado di rispondere alle esigenze di demand & delivery, service operation, gestione infrastrutture/cybersecurity, service desk e sistema informativo territoriale”, commenta Michele Tessera, direttore centrale information technology e trasformazione digitale, a cui è stata affidata la direzione e l’organizzazione dell’Ufficio IT di Rete.
“Si tratta – aggiunge – della più grande e organizzata struttura di Information Technology del settore, a un passo dalle prime certificazioni ISO 27001, che ci permetterà di mettere a fattor comune esperienze e competenze di personale qualificato, consolidando il percorso verso il futuro, integrando nel tempo, intelligenza artificiale, machine learning e tecnologie predittive, in modo da ottimizzare i costi e migliorare le performance a favore del business e di tuti gli stakeholder”.
In un momento in cui l’innovazione digitale è più che mai al centro delle strategie di sviluppo della governance aziendale e territoriale, l’accordo, attraverso lo strumento del knowledge sharing, mira a incrementare il potenziale innovativo e a cogliere i futuri trend tecnologici per rendere più competitive le infrastrutture del sistema idrico integrato, si legge in una nota. Tutto questo per favorire l’efficienza della gestione dell’attività e incrementare la capacità di investimento e di contenimento dei costi, senza tralasciare i servizi digitali orientati ai cittadini, fondamentali per gestire nel mondo più semplice e smart le utenze.
Attraverso l’Ufficio Unico, le 4 water utility si impegnano a condividere la strumentazione tecnica e operativa, coordinando in un’unica struttura organizzativa le figure professionali, al fine di garantire la corretta fruizione dell’intera dotazione tecnologica, il mantenimento e lo sviluppo dei data center, lo sviluppo e la manutenzione del parco software delle aziende in logica di integrazione dei dati e degli applicativi. Il Contratto di Rete, sottoscritto tra i 4 gestori, rappresenta lo sviluppo di un percorso di sinergie già avviato nel 2016 tra Gruppo CAP e BrianzAcque, nato proprio per creare un primo Ufficio IT di Rete interaziendale.
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Trento città più “green” d’Italia

MILANO (ITALPRESS) – Anche quest’anno la città più “green” d’Italia è Trento e Mantova si conferma seconda. Bolzano scende di una posizione, la quarta, lasciando a Pordenone il terzo gradino del podio. E’ quanto emerge dalla presentazione della 27esima edizione del rapporto di Legambiente 2020 sulle performance ambientali delle città italiane, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Dagli anni Novanta lo studio compara gli indicatori di 104 comuni capoluogo italiani, basandosi su 18 parametri raggruppati in 5 macroaree (aria, acqua, rifiuti, mobilità ambiente).
“La vera novità di quest’anno è che per la prima volta, ovunque, le polveri sottili restano sotto la soglia limite per la protezione della umana”, spiega nel corso della diretta Mirko Laurenti, responsabile di Ecosistema Urbano di Legambiente, in riferimento al limite europeo fissato in una media annua di 40 microgrammi per metro cubo. Un risultato, quello di un miglioramento delle polveri sottili, collegato alle restrizioni alla mobilità dei veicoli e alle attività industriali imposte dalla pandemia da Covid, oltre che da buone pratiche messe in campo da molti Comuni.
In generale, dall’analisi emerge una crescita delle performance dei centri urbani che registrano un’aria più pulita, meno rifiuti e più raccolta differenziata.
Tra le 20 classificate in vetta spicca al quinto posto anche Reggio Emilia, tallonata da Belluno e Parma, in sesta e settima posizione. All’ottavo posto compare l’unico capoluogo del Sud, precisamente della Calabria, Cosenza, che precede Biella, Verbania, Treviso, Forlì-Cesena alla pari al dodicesimo posto. Seguono Cremona, Rimini e Cuneo. Al 16^ posto si piazza Bologna, che porta a sei le città virtuose dell’Emilia-Romagna. Alla 17^ posizione figura La Spezia, seguita da Sondrio e Macerata. Al 20esimo posto chiude la classifica la marchigiana Pesaro.
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San Filippo del Mela, al via intesa per eliminare i tetti in amianto

SAN FILIPPO DEL MELA (MESSINA) (ITALPRESS) – E’ stato siglato oggi un Memorandum d’intesa tra il Comune di San Filippo del Mela, A2A, Legambiente Sicilia e Sicindustria volto alla promozione di progetti per l’eliminazione delle coperture in amianto dagli edifici e la loro sostituzione con pannelli fotovoltaici.
La collaborazione avviata oggi consentirà di contrastare i rischi derivanti dalla presenza di materiali contenenti amianto nell’interesse della salute e del benessere dei cittadini, fornendo un contributo concreto al perseguimento degli obiettivi fissati nel Piano Regionale Amianto, che sta per completare il proprio iter e diventare operativo.
La possibilità di sostituire le coperture in amianto con i pannelli solari è inoltre un significativo passo avanti in termini di efficienza energetica, energia green e sostenibilità, a beneficio di tutto il territorio di San Filippo del Mela e della Sicilia e in linea con gli obiettivi della programmazione energetica e ambientale regionale.
A2A, da sempre attenta alle esigenze dei territori in cui si trova ad operare, tramite la sua controllata A2A Energy Solutions – società dedicata allo sviluppo di soluzioni per l’efficienza energetica – ha avviato un’attività dedicata alla rimozione dell’amianto dalle coperture di capannoni ed edifici e la contemporanea realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico in grado di produrre energia green e garantire risparmio economico ed energetico.
Per la rimozione dell’amianto e lo smaltimento in sicurezza secondo le normative vigenti in materia, A2A si avvarrà della collaborazione di aziende specializzate presenti sul territorio contribuendo, in questo modo, anche allo sviluppo dell’indotto locale.
Legambiente Sicilia ha in già in atto da tempo una serie di iniziative per sensibilizzare la popolazione rispetto al pericolo di esposizione alle fibre di manufatti in cemento amianto e per informare circa gli interventi necessari per rimuovere e smaltire in sicurezza questi materiali.
A seguito dell’accordo, condividerà l’iniziativa con gli associati e la popolazione.
Sicindustria promuoverà la massima diffusione dei benefici del programma ambientale presso le proprie imprese associate.
Il Comune di San Filippo del Mela, ritenendo che possano esistere criticità derivanti da eventuale presenza di amianto sul territorio, intende valorizzare tutte le iniziative orientate a ridurre il rischio di esposizione, monitorando che i progetti vengano realizzati nel rispetto delle norme e dei requisiti di sicurezza.
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Le foreste che crescono al caldo sono più efficienti

ROMA (ITALPRESS) – Le foreste rappresentano la più grande riserva di carbonio delle terre emerse e, globalmente, assorbono circa un terzo delle emissioni di anidride carbonica emesse annualmente dalle attività umane. E’ quindi importante capire come rispondono al clima e ai cambiamenti in atto. In uno studio che ha preso in considerazione dati da più di 100 foreste distribuite in tutto il mondo, coordinato da Alessio Collalti dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isafom), è stato documentato come l’efficienza di produzione forestale (FPE) sia più alta nelle foreste che vivono in climi più caldi. Lo studio – pubblicato su Nature Communications – è stato condotto insieme a ricercatori di altri 13 istituti di diversi paesi. “L’efficienza di produzione forestale è una variabile che abbiamo introdotto recentemente per identificare la frazione di carbonio assimilato tramite la fotosintesi che viene destinata alla produzione di biomassa legnosa o, più in generale, di materia organica degli alberi. L’FPE aumenta con la temperatura media di crescita delle foreste esaminate e con la precipitazione, mentre diminuisce con l’età delle foreste”, sottolinea Collalti. “I risultati del nostro studio, per la prima volta, non confermano quindi la costanza di FPE riportata da studi precedenti, che avevano preso in analisi molti meno dati, ma piuttosto mostrano il contrario, indicando che in natura il ruolo della temperatura è opposto a quello che ci si aspetterebbe sulla base della risposta di breve termine della respirazione. Questo probabilmente per l’acclimatazione alla temperatura di processi come la respirazione e la allocazione del carbonio”. Lo studio ha anche utilizzato i risultati di numerosi modelli del progetto Trendy v.7 che hanno tutti simulato come FPE diminuisca con la temperatura. “Le evidenze sperimentali non sono quindi in accordo con la diminuzione di efficienza che viene predetta dai modelli, che sono utilizzati per simulare la risposta delle foreste ai cambiamenti climatici. Questo potrebbe determinare possibili sovrastime delle perdite di carbonio forestale con il riscaldamento globale”, conclude Collalti.
Il lavoro, ad accesso aperto anche per il set di dati utilizzato, è un ottimo esempio di uso di dati sperimentali e climatici e di modelli di simulazione, per approfondire, sulla base di evidenze, la risposta degli ecosistemi forestali ai cambiamenti climatici. “E’ importante la condivisione di dati e l’approccio multidisciplinare alla loro analisi, anche per poter dare indicazioni finalizzate all’adattamento delle foreste al clima futuro”, conclude Giorgio Matteucci, direttore dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe), coautore dello studio.
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