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Ambiente

Campi coltivati invece che foreste, cultura delle scimmie è a rischio

ROMA (ITALPRESS) – La tradizione culturale dei cebi barbuti, scimmie sudamericane che usano strumenti, rischia di scomparire a causa della conversione agricola delle aree forestali. A lanciare l’allarme uno studio condotto in collaborazione tra Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr e università di Salisbury (Usa), che propone un nuovo criterio di tutela e conservazione delle specie in pericolo. La ricerca è stata pubblicata sull’International Journal of Primatology
L’intelligenza dei cebi è, per molti aspetti, pari a quella degli scimpanzè, il primate evolutivamente più vicino alla specie umana. Nella Fazenda Boa Vista nel sud del Piauì, Stato del nordest del Brasile, i cebi barbuti (Sapajus libidinosus) utilizzano pesanti percussori e incudini di pietra per rompere il guscio durissimo delle noci di palma. Mentre i cebi che vivono nelle mangrovie del Morro do Boi, Stato del Maranhào circa 1.200 km più a nord, usano strumenti di legno per aprire molluschi e granchi. Ma le tradizioni animali sono sempre più minacciate dall’impatto umano sugli habitat naturali, come attesta uno studio di Andrèa Presotto, ricercatrice dell’università statunitense di Salisbury (Usa) condotto con la collaborazione, tra gli altri, di Elisabetta Visalberghi e Noemi Spagnoletti dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) e pubblicato sull’ International Journal of Primatology.
“Queste scimmie imparano ad usare strategicamente strumenti in pietra o legno prendendo parte alla vita del gruppo, da una generazione all’altra. I loro comportamenti sono socialmente trasmessi, vengono acquisiti dai giovani che quotidianamente partecipano alle attività dei membri più esperti del gruppo, ma ci mettono anni e anni per imparare”, spiega Visalberghi, primatologa Cnr-Istc.
“Purtroppo, Piauì e Maranhào si trovano in un’area interessata da un piano di espansione agricola iniziato trent’anni fa, che ne sta velocemente riducendo la biodiversità, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie animali”, afferma Presotto, biogeografa dell’università di Salisbury. “Nello studio abbiamo analizzato immagini satellitari di Fazenda Boa Vista: nel 1987 non c’erano terreni agricoli, mentre abbiamo verificato un drastico cambiamento tra il 2000 e il 2017, con un aumento delle aree coltivabili di oltre il 350%. Proiezioni al 2034 prevedono un’ulteriore diminuzione delle aree umide e rocciose a causa dell’erosione del suolo. A Morro do Boi la situazione non è migliore. Già nel 1987 il 2% dell’area era stata convertita all’agricoltura, ma fra 2000 e 2017 l’agricoltura intensiva è aumentata del 323% e la simulazione indica che nel 2034 metà della foresta di mangrovie sarà convertita e/o degradata”.
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Protocollo ministero Ambiente-Corepla contro marine litter

ROMA (ITALPRESS) – Firmato un protocollo d’intesa tra il ministero dell’Ambiente e Corepla per l’avvio di un progetto sperimentale di gestione del marine litter, che punta sul contenimento della plastica sia intorno alle foci dei principali fiumi italiani sia nelle aree marine protette. La raccolta dei rifiuti galleggianti sarà svolta dalla flotta antinquinamento del ministero nell’ambito del servizio di prevenzione e lotta all’inquinamento marino. Il progetto, della durata massima di ventiquattro mesi, coinvolgerà a rotazione quindici porti (cinque per volta), dove i mezzi della flotta conferiranno il marine litter raccolto in mare a Corepla che si farà carico dei costi di gestione e trattamento fino a un quantitativo massimo di 36 tonnellate. I dati raccolti nell’ambito del progetto costituiranno un passo importante per il ministero per misurare i quantitativi di rifiuti in mare e sviluppare iniziative appropriate per un approccio integrato ai fini della tracciabilità delle sorgenti marine e terrestri dei rifiuti.
La scelta di Corepla nasce dall’esperienza sviluppata dal consorzio negli ultimi anni in progetti sperimentali in diverse aree del territorio nazionale per la raccolta e la gestione della plastica nei fiumi e in mare.
“Il marine litter – osserva il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre più centrale tra le pressioni che insistono sugli ecosistemi marini. Parallelamente, una crescente consapevolezza del fenomeno ha comportato una risposta sempre più estesa a livello internazionale. Questo progetto sperimentale con il Corepla è un’azione concreta che integra le iniziative già intraprese dal ministero dell’Ambiente, come la legge ‘Salvamarè, per ripulire il mare dalla plastica e salvaguardarlo”.
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Nel Gargano c’è una foresta in attesa di essere piantata

ROMA (ITALPRESS) – Ci sono 200.000 piante autoctone nel vivaio forestale del Consorzio di bonifica montana del Gargano, pronte per essere piantumate sul più grande promontorio italiano, nella cui biodiversità è rappresentato il 30% della flora italiana.
“La sicurezza idrogeologica del Paese è strettamente connessa alla manutenzione dei territori montani, dove è indispensabile creare le condizioni per la permanenza del presidio umano”, ricorda Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, che prosegue: “Per questo guardiamo con particolare attenzione al progetto pilota Forgargano, che interessa lo sperone d’Italia”.
Ha preso infatti il via, con il posizionamento di trappole a ferormoni soprattutto per gli insetti defogliatori, il progetto pilota ForGargano, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020. Ne è soggetto capofila il Consorzio di bonifica montana del Gargano, in partenariato con l’Ente Parco Nazionale del Gargano, l’Università di Foggia (dipartimento di agraria) ed alcuni soggetti privati.
L’obbiettivo del progetto, che interessa un’area fra Ischitella e Vico del Gargano, è quello di implementare sistemi e metodi innovativi per migliorare la redditività delle aziende agricole, fornendo loro gli strumenti per rendere più efficienti e remunerative le attività boschive; in tal modo verrà promossa la valorizzazione e la tutela delle risorse forestali, favorendone il mantenimento e la cura, in osservanza del Piano del Parco, delle linee di gestione delle Aree “Natura 2000” e delle linee guida per la Gestione Sostenibile delle Risorse Forestali e Pastorali nei Parchi Nazionali. In particolare, il progetto perseguirà la tutela delle specie boschive autoctone, idonee ad interventi di restauro del paesaggio; una gestione forestale sostenibile nell’ottica del ripristino e della valorizzazione dei servizi ecosistemici dei boschi; l’implementazione dei sistemi di controllo degli insetti dannosi; la valorizzazione delle biomasse forestali autoctone a fini energetici; la valutazione dei potenziali mercati capaci di valorizzare i prodotti di scarto della gestione forestale.
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Patuano nominato vicepresidente di Utilitalia

ROMA (ITALPRESS) – La Giunta esecutiva di Utilitalia ha nominato Marco Patuano vicepresidente della Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, guidata da Michaela Castelli. Patuano è presidente di A2A dallo scorso maggio e affiancherà nella vicepresidenza Filippo Brandolini (HERAmbiente), Francesco Macrì (Estra) ed Alessandro Russo (Cap Holding).
Marco Patuano è presidente di A2A da maggio 2020. E’ inoltre fondatore e Ceo della holding MP Invest, Senior Advisor di Nomura e consigliere di amministrazione per Telit, AC Milan e Digital Value. Laureato presso l’Università Bocconi di Milano, è stato CEO di Telecom Italia dal 2011 al 2016, membro del Consiglio della GSMA e ha partecipato attivamente alla nascita di TIM.
Ha inoltre ricoperto per diversi anni incarichi di rilievo all’estero come Cfo di TIM Brazil, General Manager per l’America Latina e Ceo di Telecom Argentina. Nel gennaio 2017 è stato nominato Ceo di Edizione. E’ stato inoltre consigliere della Fondazione Telecom Italia, la Fondazione Bocconi e l’Istituto Europeo di Oncologia, oltre ad aver collaborato con diverse Università in Italia e negli Stati Uniti.
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In Toscana campi di volontariato dedicati alle tartarughe marine

ROMA (ITALPRESS) – Con la scoperta delle tracce di nidificazione di tartaruga marina Caretta caretta sulla spiaggia di Macchiatonda a Capalbio (antistante l’Oasi WWF di Burano), in provincia di Grosseto, sale a cinque il numero di possibili nidi nella regione Toscana. Quest’anno ben tre nidi di tartaruga marina sono stati confermati dall’associazione tartAmare sulle spiagge del comune di Castiglione della Pescaia (GR), ed un quarto possibile nido si trova sulla spiaggia della Giannella (GR) messo in sicurezza dagli operatori del WWF. Se tutte le deposizioni fossero confermate, si tratterebbe del record regionale di nidificazioni. I numeri, benchè decisamente inferiori rispetto a regioni italiane storicamente interessate da questo fenomeno, avvalorano l’ipotesi che questi animali stiano spostando la propria area di nidificazione fino alle coste della Toscana. Il motivo di questo cambiamento è ancora oggetto di studio, ma la presenza costante di nidi sulle coste toscane negli ultimi anni, ha spinto il WWF e le altre associazioni ambientaliste verso un sempre maggior impegno per la salvaguardia di questo straordinario rettile marino, minacciato dall’inquinamento, dalla pesca accidentale, dalla plastica e dalla perdita di ambienti naturali. Il WWF da diversi anni collabora con la Regione Toscana, con l’associazione tartAmare e con le altre associazioni ambientali in regione per la salvaguardia dei nidi e, anche quest’anno, si impegnerà affinchè tutti i nidi identificati siano sorvegliati fino alla schiusa. Allo stesso tempo attiverà i propri volontari per una intensa attività di sensibilizzazione al pubblico e, speriamo, assistenza al personale scientifico durante la schiusa.
Il WWF YOUng organizzerà anche quest’anno una serie di campi di volontariato presso alcuni nidi toscani, aperti alla partecipazione di giovani fra i 18 e i 35 anni. I campi avranno lo scopo principale di sorveglianza al nido e sensibilizzazione del pubblico in spiaggia sull’importanza di questi animali e i problemi di conservazione che li minacciano. Un campo base sarà allestito in prossimità del nido per assicurare il supporto ai volontari impegnati nella sorveglianza, che in prossimità del momento di schiusa sarà effettuata 24h su 24. Tra le attività che verranno svolte ci saranno anche momenti di formazione con esperti, eventi per la sensibilizzazione dei bagnanti, pulizie delle spiagge e molto altro.
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La plastica negli oceani potrebbe triplicare entro il 2040

ROMA (ITALPRESS) – La quantità di plastica che finisce negli oceani potrebbe triplicare entro il 2040, raggiungendo un peso complessivo di 600 milioni di tonnellate. Un’impennata alla quale sta contribuendo non poco l’attuale pandemia di Covid-19, durante la quale il consumo di plastica monouso è aumentato sensibilmente. A tracciare lo scenario è la ricerca pubblicata sulla rivista Science – riportata da e-gazzette.it -, coordinata da Winnie Lau, dell’organizzazione non governativa Usa The Pew Charitable Trusts. Fra i contributi, quello dell’italiano Enzo Favoino, della Scuola Agraria del Parco di Monza. Sulla base di una simulazione, la ricerca indica che, se non saranno intraprese quanto prima azioni volte a ridurre la produzione e il consumo di plastica, nei prossimi 20 anni la quantità di questa sostanza inquinante è destinata ad aumentare da 11 milioni a 29 milioni di tonnellate: l’equivalente di circa 50 chilogrammi di plastica per ogni metro di costa in tutto il mondo. Secondo la simulazione, gli impegni presi da governi e industria potranno contribuire a ridurre di appena il 7% entro il 2040 la quantità di plastica che raggiunge gli oceani. I maggiori colpevoli dell’invasione di plastica negli oceani sono, secondo la ricerca, i rifiuti solidi urbani non raccolti. Puntare a ridurli è quindi cruciale, ma per la coordinatrice della ricerca non esiste un “proiettile magico” in grado di risolvere il problema. Piuttosto sarà indispensabile coordinare più azioni, in un pacchetto che ne comprenda almeno otto. Fra queste i ricercatori indicano la sostituzione di alcune materie plastiche con carta e materiali postabili, la progettazione di prodotti e imballaggi riciclabili, l’aumento del riciclo. L’effetto che si attende è la riduzione, da qui al 2040, di circa l’80% della plastica che finisce nell’oceano ogni anno; attesi anche un risparmio per i governi stimato in 70 miliardi di dollari, sempre entro il 2040, la riduzione delle emissioni annue di gas serra e la creazione di 700.000 posti di lavoro.
“Come dimostra il rapporto – rileva Tom Dillon, vicepresidente per l’ambiente di Pew – con un’azione rapida e concertata possiamo rompere l’onda di plastica. Possiamo investire in un futuro all’insegna della riduzione degli sprechi, migliori risultati sulla salute, maggiore creazione di posti di lavoro e un ambiente più pulito e più resiliente sia per le persone che per la natura”.
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Smog, l’inquinamento ci fa perdere due anni di vita

ROMA (ITALPRESS) – E’ sempre l’inquinamento atmosferico a incidere maggiormente sulla salute e la qualità della nostra vita: secondo gli esperti dell’Università di Chicago, che ogni anno aggiornano l’Air Quality Life Index e traducono i dati negli effetti sulla salute, lo smog è in grado di togliere due anni di aspettativa di vitaa ogni abitante della Terra. Secondo il rapporto – come riporta e-gazzette.it -, se in tutti i paesi i livelli scendessero sotto la soglia indicata dall’Oms, si guadagnerebbero in media 1,9 anni pro-capite.
L’aria più inquinata si respira però in quattro paesi, India, Bangladesh, Pakistan e Nepal, dove gli anni persi sono addirittura cinque, mentre in Europa e in Usa la situazione è nettamente migliore: ad esempio, l’Italia guadagnerebbe – secondo gli esperti – 0,4 anni. La Cina è indicata invece come il paese con miglior performance di miglioramento nell’ultimo periodo.
La perdita per il mondo di 1,9 anni, sottolinea il documento, è superiore a quella dovuta al fumo (1,8), all’uso di alcol e droghe (11 mesi) e dell’Hiv (4 mesi). “Anche se la minaccia del coronavirus è grave e merita ogni attenzione – afferma Michael Greenstone, creatore dell’indice -, affrontare con lo stesso vigore l’inquinamento atmosferico permettere a miliardi di persone nel mondo di vivere più a lungo e in salute”.
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I consigli di Comieco per la giornata internazionale del gatto

ROMA (ITALPRESS) – In occasione della giornata internazionale del gatto, che cade l’8 agosto, Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica) invita i proprietari di gatti a sospendere – ma solo per un giorno – la raccolta differenziata delle scatole di cartone, disseminandole invece in casa e trasformandole in rifugi temporanei, percorsi a ostacoli e tiragraffi improvvisati per le loro piccole “tigri domestiche”. Passatempi e giochi fai da te di questo tipo sono semplici da realizzare riutilizzando imballaggi in carta e cartone come scatoloni, shopper, scatoline e tubi di diverse dimensioni (la parte centrale dei rotoli di carta igienica e carta da cucina, ad esempio). I consigli e video tutorial sul web sull’argomento sono numerosissimi: realizzando fori di diverse dimensioni nelle scatole e combinandole tra loro si creano percorsi e nascondigli; aggiungendo poi spago, palline e legumi secchi (ma anche le stesse crocchette) si possono creare piccoli sonagli o giochi “intelligenti” e interattivi; ritagliando e piegando uno scatolone si potrà realizzare una vera e propria reggia di cartone per il micio di casa; e molto altro ancora.
Naturalmente, l’invito di Comieco a “sospendere la raccolta” è da considerarsi eccezionale e valido esclusivamente per la giornata dell’8 agosto. Per i restanti 364 giorni dell’anno, l’impegno nella corretta differenziazione degli imballaggi in carta e cartone rimane il primo e indispensabile passo per garantire un’efficiente filiera del riciclo e permettere così alla carta di tornare a nuova vita.
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