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Conai, nel 2019 riciclato 70% dei rifiuti da imballaggio

ROMA (ITALPRESS) – Nel corso del 2019 in Italia è stato avviato a riciclo il 70% dei rifiuti di imballaggio: un totale di 9 milioni e 560 mila tonnellate sui 13 milioni e 655 mila immessi al consumo. Un incremento del 3,1% rispetto ai quantitativi del 2018, che aveva visto riciclare 9 milioni e 270 mila tonnellate. La crescita è trainata essenzialmente da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana.
Se alle cifre del riciclo si sommano quelle del recupero energetico, i numeri lievitano: le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo. Più di quattro imballaggi su cinque, insomma, evitano di finire in discarica. Sono i primi dati consolidati che Conai annuncia nel rendere noti i risultati green ottenuti dal nostro Pese lo scorso anno, pubblicati sul nuovo Programma generale di prevenzione e di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. “Il sistema nel suo complesso ha già superato gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2025”, commenta il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. “L’economia circolare in Italia funziona e si impone per l’efficacia del suo modello. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio che Conai gestisce sono molto positivi: per quasi tutti gli obiettivi al 2025 sono stati superati. Manca solo la plastica, che però resta indietro di pochi punti percentuali, serenamente recuperabili nel corso dei prossimi cinque anni. Per questo è importante continuare a lavorare sia sulla strada dello sviluppo di nuove tecnologie per il riciclo sia su quella della prevenzione, incentivando eco design e design for recycling”. Grazie all’accordo auadro Anci-Conai, sono oltre 58 milioni gli abitanti serviti per il ritiro dei rifiuti di imballaggio in modo differenziato. A stipulare convenzioni con il sistema consortile, lo scorso anno, è stato più del 92% dei Comuni italiani. Per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata, nel corso del 2019 Conai ha trasferito ai Comuni del nostro paese 648 milioni. “Stiamo parlando di una percentuale significativa della spesa sostenuta per la raccolta differenziata degli imballaggi che, rispetto al totale dei rifiuti urbani, rappresentano una percentuale che oscilla fra il 25% e il 28%”, spiega Quagliuolo. Altri 421 milioni sono stati invece destinati da Conai alla copertura dei costi per attività di trattamento, riciclo e recupero. Del resto, lo scorso anno i quantitativi di rifiuti di imballaggio conferiti al sistema dai Comuni italiani sono cresciuti del 14,3%. A ciò ha contribuito anche lo sprint delle macro-aree geografiche del Centro e del Sud, che hanno messo a segno rispettivamente un +16,4% e un +16% di raccolta in convenzione. Crescono in particolare la raccolta della plastica, che al Centro passa da 237 mila a 268 mila tonnellate e a Sud da 362 mila a 442 mila, e quella del vetro, che balza da 314 mila a 364 mila tonnellate nel Centro e da 472 mila a 541 mila tonnellate nelle Regioni del Sud. “E’ naturale. Molte regioni del Nord rappresentano già esempi virtuosi. Il Mezzogiorno, invece, ha più strada da fare, e quindi margini di miglioramento più ampi”, osserva Quagliuolo. “Da parte di Conai resta forte l’attenzione alle aree ancora in ritardo nel Sud del Paese, che richiedono impegno e risorse, soprattutto per affrontare il problema della drammatica carenza di impianti. All’Italia, però, serve anche uno sguardo di lungo periodo nell’affrontare le questioni legate al riciclo”, conclude.
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Enea, un metodo per “trovare” più acqua dolce nelle piccole isole

ROMA (ITALPRESS) – Un team di esperti ENEA ha messo a punto una metodologia multidisciplinare che consente di stimare la qualità e la quantità delle potenziali riserve idriche nelle falde delle piccole isole. L’obiettivo è di accrescere la disponibilità di acqua, soprattutto nei periodi di siccità e di forte afflusso turistico e, allo stesso tempo, di ridurre l’utilizzo di navi cisterna. In particolare, è stato studiato il caso dell’isola di Favignana, nell’arcipelago delle Egadi, in Sicilia, dove d’estate si registrano fino a 60mila presenze turistiche giornaliere a fronte di 3.500 residenti stabili. I ricercatori ENEA hanno stimato che le riserve di acqua potenzialmente disponibili potrebbero soddisfare le esigenze di circa 20 mila persone, calcolando un consumo giornaliero pro capite di oltre 200 litri.
Attraverso misure idrogeologiche, analisi chimiche delle acque di falda e il calcolo dei tassi di precipitazione e di evaporazione sono state stimate le possibili riserve e individuate quelle di migliore qualità o, al contrario, quelle più esposte al rischio di salinizzazione per intrusione dell’acqua di mare.
“Si tratta in sostanza di un bilancio idrogeologico che, al pari dei bilanci economici, consente di stimare le infiltrazioni, ma anche i consumi e le perdite di acqua, in un contesto, quello di Favignana, scelto per le sue caratteristiche climatiche, geomorfologiche e la grande affluenza turistica nel periodo estivo”, spiega Sergio Cappucci, uno dei ricercatori ENEA che hanno curato lo studio.
“In quest’ottica, la capacità di determinare la quantità di acqua che si infiltra nel sottosuolo alimentando le falde rappresenta un importante valore aggiunto. La metodologia utilizzata è replicabile in altri contesti con benefici di rilievo dal punto di vista sociale, economico e ambientale”, continua Cappucci.
“Le comunità delle isole hanno da sempre utilizzato in modo sostenibile le risorse naturali e nello specifico, l’utilizzo di acqua è stato ottimizzato. Tuttavia, la crescita del turismo ha reso necessario nel tempo un approvvigionamento esterno ricorrendo perlopiù a navi cisterna, dati i costi e le difficoltà tecniche di realizzare dissalatori o condotte sottomarine per portare acqua dolce dalla terraferma”, spiega il ricercatore ENEA Marco Proposito, uno dei co-autori dello studio. “Le nostre ricerche – prosegue – evidenziano che con l’uso sostenibile di pozzi opportunamente collocati, si potrebbero ampiamente soddisfare i bisogni idrici della popolazione residente nei periodi di siccità, limitando il ricorso alle navi cisterna durante i grandi afflussi di visitatori”.
Questa attività dell’ENEA si inserisce nel più ampio contesto degli impatti del cambiamento climatico che, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, potrà determinare significative variazioni sia delle temperature che delle precipitazioni con rilevanti ripercussioni sulla disponibilità di risorse idriche. Da uno studio pubblicato nel 2018 su Nature Climate Change nell’intera regione del Mediterraneo, le temperature sono mediamente aumentate di 1,4 °C rispetto all’era preindustriale e di 0,4 °C rispetto alle medie globali, con una riduzione delle precipitazioni estive in alcune aree stimata al 10-30%.
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Corepla premia le migliori idee per il riutilizzo della plastica

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta questo pomeriggio la terza edizione della Call For Ideas “Alla ricerca della plastica perduta” promossa da Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Plastica, e rivolta a Centri di Ricerca, Università e istituti accademici, Imprese, Pmi e Startup in grado di indicare vie inedite di utilizzo della plastica riciclata. Un’edizione speciale, sia per le modalità con cui si è svolta, on line, sia perchè sempre più in Italia e in Europa la politica green sta diventando sempre più Centrale nei programmi dei governi. Per questo è importante chiamare a raccolta le energie più innovatrici del Paese per individuare soluzioni di economia circolare in grado di coniugare crescita, sostenibilità economica e ambientale, senza rinunciare alla creatività. “Corepla – ha detto il presidente del consorzio Antonello Ciotti – grazie alla sua competenza e all’esperienza pluriennale nell’ambito delle buone prassi di sostenibilità, sia impegnato, proprio in un frangente tanto delicato quanto difficile come quello che stiamo vivendo, a svolgere un ruolo di catalizzatore di nuovi progetti. Il Consorzio sostiene costantemente nuove iniziative volte ad accelerare il processo di trasformazione verde dei modelli produttivi, in cui la plastica riciclata giochi un ruolo di primaria importanza e funzionale alla salvaguardia ambientale, ambito verso il quale convergerà, in futuro, una fetta consistente degli investimenti destinati al rilancio del Paese”.
Due sono stati i progetti vincitori, selezionati tra le diverse proposte arrivate e scelti dal comitato tecnico-scientifico: le Malte Cementizie e gli Impermeabilizzanti prodotti da NEW LIFE ITALY; contenitori Ciro Pizza di Mario Menzio. Per quel che riguarda il primo progetto ideato dalla New life Italy srl, una startup innovativa, in possesso di brevetti inerenti il riutilizzo di materiali plastici di riciclo, derivanti da attività di recupero, realizzare malte cementizie e impermeabilizzanti dalle plastiche riciclate ricavate dalla trasformazione di rifiuti, utilizzandole in sostituzione degli inerti da cava. Le malte così prodotte possono essere utilizzate non solo in edilizia ma anche in altri ambiti, quali costruzioni, manutenzioni stradali, restauro conservativo, arredi, cantieristica navale e molto altro.
“La ricerca è iniziata 4 anni fa – ha raccontato il vincitore Maurizio Pasini – che ha portato a costruire un team di tecnici, in collaborazione con alcune università. Mi ha impegnato moltissimo, anche in termini di studio, e i risultati sono eccezionali, non solo da un punto di vista ecologico, con il riciclo di quei materiali che non trovano riciclo. I prodotti sono stati lungamente testati, hanno dimostrato caratteristiche di durabilità eccezionali, sono stati tutti certificati, con una classificazione massima. All’interno delle malte sono stati inseriti degli additivi vegetali che servono a catturare i metalli pesanti. Il progetto da un punto di vista industriale è pronto per il grande salto. Abbiamo già un impianto pilota pronto e l’obiettivo è produrre milioni di tonnellate. Ora stiamo lanciando un progetto per recuperare le plastiche in mare e trasformarle in malte. Per me i rifiuti non esistono, questa è l’economia circolare”.
Il secondo progetto prodotto e distribuito dalla Food Delivery Packaging Srl creare un innovativo vassoio in plastica riciclabile per la pizza da asporto, impilabile, areato ed in grado di salvaguardare fragranza, qualità e temperatura del prodotto, esattamente come al ristorante, incoraggiando, allo stesso tempo, il recupero del contenitore che il cliente può riportare al ristorante ricevendo in cambio un incentivo. I Ciro Pizza Box ritirati verranno sottoposti ad un adeguato trattamento di recupero e verranno nuovamente immessi in un ciclo produttivo. In questo modo potranno essere riciclate, ogni mese oltre 2 tonnellate di plastica. La novità ancora più interessante è data dalla possibilità di creare in futuro un circuito chiuso di raccolta che permetterebbe di produrre nuovi vassoi utilizzando la plastica derivante dal riciclo di quelli usati.
“Si tratta di un contenitore innovativo – ha spiegato Mario Menzio -. Siamo sul mercato da due anni, ci stiamo diffondendo in Italia e all’estero. E’ un elemento pronto all’uso e ha la possibilità di impilare le pizze una sull’altra mantenendo fragrante e asciutta ogni pizza. Si possono trasportare senza fuoriuscite di liquidi e quindi si porta a casa una pizza migliore. E’ riutilizzabile è riciclabile nella normale raccolta della plastica. Noi moriamo a istituire un circuito chiuso sviluppando una raccolta, con le pizzerie, così da non sprecare il materiale. Più questo prodotto avrà una capillare diffusione nel territorio italiano, puntiamo a incentivare le migliori pizzerie italiane, più sarà possibile istituire questo circolo virtuoso”. Entrambi i vincitori hanno ricevuto un assegno da 10mila euro. “E’ un’esperienza bellissima che vorrei sintetizzare con una immagine – ha detto in conclusione Ciotti -. Corepla è come guidare una grande barca nel porto dell’economia circolare. Spesso lo scontro è ideologico e non tecnologico, abbiamo la direttiva europea che è un pò confusa. La rotta è tracciata e spero che questa grande barca possa resistere e arrivare in porto”.
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#Ripartiamosenzamonouso, Pecoraro Scanio “Ora voti il Parlamento”

ROMA (ITALPRESS) – “Ringrazio il Ministro Francesco Boccia, Jimmy Ghione e Striscia la Notizia anche a nome dei 55.000 firmatari della petizione #RipartiamoPlasticFree #RipartiamoSenzaMonouso. Ora aspettiamo il voto favorevole sugli emendamenti SalvAmbiente in Parlamento”. Lo dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro dell’Ambiente, dopo il servizio andato in onda ieri sera su Striscia la Notizia.
Il promotore della petizione, Alfonso Pecoraro Scanio, e il testimonial Jimmy Ghione, hanno consegnato al Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, la richiesta di un freno alla diffusione dei Dpi usa e getta.
Il Ministro, da parte sua, si è impegnato a “sensibilizzare le Regioni perchè questa è una campagna che va sostenuta. L’ambiente deve essere tutelato e noi possiamo impegnarci al meglio”.
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UniVerde “Già milioni di mascherine in mare”

ROMA (ITALPRESS) – “Grazie ai Deputati che hanno ascoltato gli oltre 55.000 cittadini che hanno firmato la petizione #RipartiamoSenzaMonouso e presentato gli emendamenti SalvAmbiente al Decreto Rilancio. Ora occorre approvarli in Commissione Bilancio”.
Lo hanno detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e promotore della petizione e Jimmy Ghione, inviato di Striscia la Notizia e testimonial dell’iniziativa, in un videoappello recapitato agli oltre 40 componenti della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
“Le stime delle università italiane – hanno aggiunto – e di importanti istituzioni parlano di un uso di oltre un miliardo di mascherine al mese solo in Italia, di cui milioni finiranno a mare. Per l’intero Mediterraneo si rischia il disastro ambientale oltre al degrado nelle strade e nelle campagne e ai costi per questa ulteriore produzione di rifiuti”.
Per l’ex ministro: “Occorre riprendere con forza l’azione #PlasticFree avviata da molte istituzioni e aziende, evitiamo arretramenti. Occorre votare gli emendamenti SalvAmbiente al Decreto Rilancio per favorire i Dpi riutilizzabili e riciclabili da filiera made in Italy. Questo servirà anche a contrastare ulteriori fenomeni di infiltrazione criminale nella filiera dei rifiuti e il moltiplicare di discariche e inceneritori. Con questo videoappello, io e Jimmy Ghione abbiamo voluto coinvolgere tutti i parlamentari componenti della Commissione e tenere aggiornati gli oltre 55.000 firmatari e sostenitori di questa campagna. L’attivismo civico di tanti italiani va incoraggiato con la capacità di ascolto del Parlamento”.
“E’ doveroso coniugare – hanno concluso – Alfonso Pecoraro Scanio e Jimmy Ghione – la necessaria sicurezza sanitaria con la doverosa tutela ambientale. Città, campagne e mari non devono diventare discariche a cielo aperto”
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Lazio, Zingaretti inaugura barriera antirifiuti sul fiume Aniene

ROMA (ITALPRESS) – Dopo i buoni risultati ottenuti nella raccolta dei rifiuti nei primi sei mesi di sperimentazione alla foce del fiume Tevere, la regione Lazio, insieme al consorzio Corepla, raddoppia l’impegno a tutela dell’ambiente e dei mari, installando anche sull’Aniene le barriere galleggianti che serviranno a raccogliere tutto ciò che finisce sul fiume prima che arrivi al mare. Presentato questa mattina dal governatore, Nicola Zingaretti, accompagnato dal presidente di Corepla, Antonello Ciotti, e dall’assessore ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, e da Maurizio Gubbiotti, Presidente di Roma Natura, il progetto, che grazie a uno stanziamento di 215 mila euro diventa più strutturale e duraturo: le barriere antirifiuti galleggianti diventano due e rimarranno posizionate per un anno intero sia sull’Aniene che sul Fiume Tevere lato Comune di Fiumicino in prossimità della foce.
L’idea nasce dal contrasto alla diffusione della plastica nell’ambiente che compone oltre l’80% del rifiuto presente in mare. I rifiuti marini, è stato spiegato, provengono per circa l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% derivano da attività di pesca e di navigazione. I rifiuti galleggianti intercettati e raccolti, con particolare riguardo ai rifiuti di imballaggi in plastica, saranno selezionati per verificarne l’effettiva riciclabilità grazie alla collaborazione di Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica.
“Noi sappiamo che l’80% della plastica e dei rifiuti che è in mare arriva dai fiumi – ha sottolineato Zingaretti -. Per questo dopo il Tevere, da oggi parte questa barriera per fermare i rifiuti sull’Aniene. Purtroppo, come si vede, ci sono tante cose come bombole e caldaie che non dovrebbero stare in queste acque ma finalmente si reagisce. Anche qui, in pochi giorni si sta recuperando tanto materiale che andrà tutto al recupero e al riciclo. E’ un investimento economico perchè prima era inquinamento e ora è materia prima. Mi auguro che tanti prendano questo esempio per evitare che il mare diventi la più grande discarica del pianeta”.
“Si tratta di un progetto serio, che pone l’Italia nei primi posti del mondo per bloccare i rifiuti nei fiumi prima che arrivino in mare così da potere essere riciclati prima che vengano contaminati dal cloro – ha spiegato Ciotti -. Il Lazio ha fatto passi avanti nella raccolta differenziata”. “Nel Tevere – ha aggiunto – abbiamo raccolto più di due tonnellate di rifiuti e c’era un pò di tutto, dai caschi ai seggiolini, mentre nel Po, nello stesso periodo di tempo abbiamo raccolto 250 chili, questo significa che quando si è in un’area con la raccolta molto spinta, la natura ne trova subito un giovamento, perchè tutto ciò che va nella raccolta differenziata non va nell’ambiente. Noi vogliamo evitare che tutto ciò che galleggia nei fiumi possa arrivare al mare, perchè finchè raccogliamo in un ambiente di acqua dolce lo possiamo riciclare”.
Il progetto sperimentale sul fiume Tevere, avviato lo scorso ottobre 2019, della durata di 6 mesi con un investimento regionale di 80 mila euro, ha permesso di raccogliere complessivamente 2300 chili di rifiuti galleggianti. Dalle analisi effettuate su questi rifiuti è emerso che il 66% è costituito da varie tipologie di materiali, la cosiddetta “frazione estranea”, che comprende tutto ciò che non è imballaggio in plastica. Nello specifico: il 27% del campione è costituito da oggetti in plastica non imballaggio come giocattoli, caschi, seggiolini auto; il 19% è materiale organico, il 10% da oggetti di varia natura come cuscini, scarpe, borse; e l’altro 10% da stracci, corde, oggetti in vetro, alluminio e acciaio. Il 34% è costituito da imballaggi in plastica. Nel dettaglio: il 25% è costituito da bottiglie in pet, il 3% da contenitori in polistirolo, quasi il 3% da flaconi, poco più del 2% da film e il restante da altri contenitori in plastica. Sono stati recuperate circa 580 chili di bottiglie, una bottiglia pesa in media 40 grammi quindi sono state rimosse dall’acqua 14.460 bottiglie circa.
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World Rainforest Day, Gran Cereale ripristina 6 boschi italiani

ROMA (ITALPRESS) – Ripristino, protezione e salvaguardia di 6 aree boschive italiane che soffrono di problematiche legate a calamità naturali, vegetazione infestante, incendi e dissesto idrogeologico. E’ il progetto “Boschi di Gran Cereale” che coinvolge un totale di 13 ettari di terreno e messa a dimora di circa 3.200 tra piante e arbusti: aumento biodiversità, ripopolamento naturale, stabilizzazione del suolo, riduzione rischio propagazione incendi sono solo alcuni dei benefici principali di questo progetto.
In occasione del World Rainforest Day, dedicato al tema della riforestazione, Gran Cereale racconta i risultati ottenuti nell’ambito della campagna nazionale “Mosaico Verde” promossa da Legambiente per la tutela di 6 boschi italiani, alla quale ha aderito con il progetto “Boschi di Gran Cereale”.
Un’iniziativa in linea con la mission “Buono per Te, Buono per il Pianeta” del Gruppo Barilla, di cui Gran Cereale fa parte. Le aree individuate nell’ambito dell’iniziativa “Boschi di Gran Cereale” soffrono di problematiche ambientali che ne determinano l’impoverimento del bosco e sono dislocate da Nord a Sud. Tra queste vi è la Val di Sella in Trentino Alto – Adige, il Parco Regionale di Portofino in Liguria, il Parco Nazionale Foreste Casentinesi in Toscana, il Parco Regionale Valle del Treja nel Lazio, il Parco Nazionale del Gargano in Puglia e il Parco Nazionale del Pollino in Basilicata.
“I boschi svolgono una funzione primaria per la nostra vita e per il Pianeta. Qualsiasi intervento che viene fatto, anche il più piccolo, è utile per contribuire alla salvaguardia della biodiversità”, afferma Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e biodiversità di Legambiente. “I boschi delle aree ripristinate e rimboschite grazie al contributo di Gran Cereale rispondono alle esigenze di tutelare meglio territori ad elevata naturalità del nostro Paese e sono in linea con le strategie conservazione della biodiversità forestale a scala globale”, aggiunge.
“Le foreste sono il motore della vita del pianeta. La vita esiste perchè esistono le piante che la sostengono”, afferma Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale, professore all’Università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV). “Il nostro futuro come specie umana è legato alla possibilità che riusciamo a proteggere quanto più possibile ogni ecosistema forestale”, aggiunge.
Gran Cereale dal 2018 ha ridotto e compensato le emissioni di CO2 della propria filiera produttiva, grazie al sostegno di un progetto internazionale certificato di salvaguardia forestale presso l’isola amazzonica di Marajo, in Brasile.
“La mission “Buono per Te, Buono per il Pianeta” di Barilla si traduce nell’Impegno Integrale di Gran Cereale”, spiega Emanuele Marra, Marketing Manager di Gran Cereale. “Un programma di iniziative che mira al miglioramento continuo dei nostri prodotti, ricette realizzate con farina integrale 100% da agricoltura sostenibile, senza olio di palma, grassi idrogenati e additivi conservanti – aggiunge -. Un impegno concreto anche verso l’ambiente: Gran Cereale infatti utilizza solo packaging riciclabile e dal 2018 ha ridotto e compensato le emissioni di CO2 della propria filiera produttiva e ha attivato il progetto “Boschi di Gran Cereale” che tutela e salvaguarda 6 aree boschive in Italia”.
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Snam lancia Snamcast, podcast su transizione energetica e sostenibilità

MILANO (ITALPRESS) – “Snamcast – Talks to inspire the world”, il nuovo podcast di Snam sulla transizione energetica, l’innovazione e la sostenibilità, è disponibile sui principali canali di podcast, oltre che sui social e le piattaforme digitali dell’azienda. Il progetto, ideato e sviluppato da Snam in collaborazione con DOING, propone testimonianze e mira a stimolare il dibattito intorno ad alcuni dei temi più rilevanti per la società contemporanea, al centro dell’attenzione di istituzioni, aziende, consumatori, media e associazioni. Snamcast mira a far conoscere i trend della sostenibilità e i comportamenti e le iniziative che possono fare la differenza, tutti argomenti di dialogo tra la giornalista Barbara Gasperini ed esperti di ambiti quali l’energia e l’innovazione. Il podcast si sviluppa in otto episodi della durata di circa venti minuti, distribuiti a partire da questa settimana su Spreaker, Spotify, Apple Podcast e Google Podcast, oltre che sul sito, sulla intranet e sui canali social di Snam.
Nella prima puntata, ospite di SnamCast è l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà. I protagonisti degli altri episodi saranno l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani, il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti, il presidente di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) Stefano Laporta, il presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli, l’amministratore delegato di LifeGate Enea Roveda e il presidente di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) Federico Testa. Chiuderà la serie Marco Alverà, parlando dell’idrogeno e del suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici. Una delle peculiarità di questo podcast è stata la sua realizzazione interamente da remoto a causa del lockdown, grazie all’integrazione a distanza di competenze e tecnologie.
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