ROMA (ITALPRESS) – “Siamo impegnati in un indirizzo politico che faccia della transizione ecologia anche la cifra culturale del nostro impegno”. Lo ha detto il premier, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del rapporto SOER. “Sono pienamente d’accordo con il presidente Sassoli che ha parlato di leadership, in uno degli ultimi consigli europei ho invitato gli altri colleghi a considerare che oggi per le l’Europa, una volta perso il primato economico – ha spiegato – può avere una leadership mondiale dello sviluppo sostenibile, della tutela dell’ambiente. Possiamo esprimere una forza irradiante e d’urto rispetto agli altri Continenti e Paesi”. Per Conte, inoltre, “l’ambiente deve essere integrato in qualsiasi politica e in qualsiasi livello perchè riguarda il supporto alla vita, all’approvvigionamento. Noi dobbiamo lavorare molto sul piano interno, europeo e internazionale, per troppo tempo abbiamo trascurato quello che riguarda il modello di sviluppo. Abbiamo fin qui abbracciato un modello che ha fatto dello sfruttamento delle risorse la sua cifra. Spesso si trascura che è un tema che si collega anche al degrado ambientale”. Quindi “l’attenzione all’ambiente gioca un ruolo determinante, abbiamo posto grande attenzione ai temi del green new deal, siamo consapevoli che la transizione ha una portata epocale e richiede tanti costi, rischia di essere impegnativa dal punto di vista economico anche se i benefici sono importanti”, ha concluso.
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Conte “Transizione ecologica cifra culturale del nostro impegno”
Life Streams, progetto europeo per conservazione trota mediterranea
ROMA (ITALPRESS) – Un ecosistema prezioso e fragile quello delle acque interne italiane. Ricchissimo di biodiversità, con 53 specie autoctone, di cui almeno 23 endemiche o sub-endemiche il nostro Paese rappresenta un’area di particolare valore per la biodiversità ittica. Eppure, questa ricchezza corre il rischio di sparire velocemente. Due specie di storioni risultano già estinte e ben 11 specie ittiche sono a livello di rischio critico, ovvero a un passo dalla scomparsa. A minacciare queste specie sono diversi fattori tra cui la presenza di almeno 60 specie alloctone stabilmente adattate ai nostri ecosistemi e altre 24 che, pur non essendo in grado di riprodursi nelle nostre acque, rappresentano comunque una minaccia. La biodiversità ittica è costantemente minacciata anche dalle trasformazioni e artificializzazioni dei corsi d’acqua, dall’inquinamento chimico e organico, dagli effetti dei cambiamenti climatici e dal fenomeno del bracconaggio. Tra le specie maggiormente minacciate, la trota mediterranea (Salmo cettii) – estinta in molti fiumi italiani e sostituita dall’alloctona trota atlantica (Salmo trutta) o dai suoi ibridi – oggetto del nuovo progetto europeo LIFE Streams, che ha come obiettivo principale il recupero e la conservazione di questo salmonide endemico dell’area mediterranea protetto dalla direttiva Habitat in quanto “specie vulnerabile” in Europa e “a rischio critico di estinzione” nel territorio italiano, con l’obiettivo di definire e applicare una strategia globale per la specie, eliminando le principali fonti di introgressione e migliorandone status e habitat. Lo scopo generale del progetto consiste quindi nell’adozione di azioni concrete di conservazione della Trota mediterranea (Salmo cettii), attraverso il raggiungimento di obiettivi specifici quali l’eliminazione delle sorgenti di introgressione (cioè dell’ibridazione con genoma alieno) causata dall’introduzione di trote alloctone legate alle attività di pesca, facilitando il miglioramento del tasso di introgressione delle popolazioni autoctone; il miglioramento della qualità e la riduzione della frammentazione dei corpi idrici, anche al fine di incrementare la resilienza delle popolazioni autoctone ai cambiamenti climatici; il contrasto del bracconaggio. Il progetto interessa 6 aree pilota presso le quali verranno attuate azioni di monitoraggio e di gestione volte ad incrementare la numerosità e il grado di purezza delle popolazioni di Salmo cettii. Le aree sono localizzate in Sardegna e nelle aree protette del Parco Nazionale della Majella, Parco Regionale di Montemarcello-Magra-Vara, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Parco Nazionale del Pollino.
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In Emilia Romagna 4,5 milioni di nuovi alberi in 5 anni
BOLOGNA (ITALPRESS) – 4,5 milioni di nuovi alberi da piantare complessivamente nei prossimi 5 anni in Emilia-Romagna con un aumento del verde nelle città del territorio del 20%.Un intervento che equivale a togliere dalla strada circa 26 mila auto riducendo di 44 mila tonnellate la produzione di Co2 all’anno. Il presidente della regione Stefano Bonaccini e l’assessore all’ambiente Irene Priolo hanno lanciato il bando regionale riservato ai vivai dell’Emilia-Romagna per la distribuzione gratuita dei primi 500 mila alberi a cittadini, enti locali, istituti scolastici, associazioni e imprese. “Siamo una delle regioni più verdi e boschive d’Italia, ma anche qui abbiamo bisogno di una svolta ecologica. Inoltre in questo modo- ha spiegato Bonaccini- diamo una mano oltre che alla sostenibilità (entro pochi mesi accompagneremo al patto per il lavoro e la legalità anche quello per il clima), anche all’economia. E’ la prima robusta dimostrazione che facciamo sul serio”. Del finanziamento di 14,2 milioni di euro che saranno destinati all’intervento, che garantirà una nuova pianta per residente in regione fino al 2024, 1,6 milioni sono già stanziati per partire quest’anno con la distribuzione di mezzo milione di alberi. La ripartizione dei fondi è stata calcolata sulla base dell’estensione territoriale e del numero di residenti. A Bologna, sono in arrivo oltre 310 mila euro, quasi 220 mila spetteranno a Modena, oltre 200 mila a Parma, 175 mila a Reggio Emilia, circa 154 mila euro a Ferrara e a Forlì-Cesena, poi 142 mila a Piacenza e 91 mila a Rimini. “E’ il primo progetto di svolta ecologica che la Regione mette in campo del suo programma di mandato. Cominceremo con 500 mila piante che- ha spiegato Irene Priolo- si andranno ad aggiungere alle 200 mila annuali che già la Regione distribuisce tramite i propri vivai. Complessivamente in 5 anni 2,5 milioni di piante andranno a riqualificare il verde nelle città e in ambito rurale e 2 milioni permetteranno di realizzare boschi tematici tra cui quello lungo il Po, per il quale stiamo già facendo il censimento di 650 ettari di demanio”. Il 22 giugno aprirà il bando e nel periodo compreso tra i mesi di ottobre e dicembre 2020, comuni, scuole, cittadini, imprese e associazioni potranno rivolgersi ai vivai accreditati per ritirare gratuitamente le piante da mettere a dimora. “In fase di consegna chiederemo- ha detto l’assessore Irene Priolo- una scheda di monitoraggio perchè vogliamo seguire le piante nella loro crescita”.
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Il microcosmo Enea-Fos mette “radici” al Nord
ROMA (ITALPRESS) – Il microcosmo di Enea e Fos, simulatore di campo per coltivare su terra al chiuso piante anche legnose, si è aggiudicato un finanziamento da parte della Provincia autonoma di Bolzano per sviluppare applicazioni di intelligenza artificiale in campo agronomico ed entomologico. Lo studio di fattibilità sarà condotto presso il Centro di ricerca “NOI Techpark” del capoluogo altoatesino. “Il microcosmo permette la coltivazione su terra al chiuso e in ambienti estremi di piante come olivo, patata, pomodoro, lattuga e basilico. Si tratta di un vero e proprio simulatore hi-tech, unico in Italia, che permette la crescita di piante anche legnose in ambienti normalmente inadatti alla coltivazione, come aeroporti, metropolitane e centri commerciali, ma anche ‘estremì come aree desertiche e glaciali o nell’ambito di missioni spaziali”, spiega Luigi d’Aquino ricercatore del Centro Enea di Portici e inventore del microcosmo. Il simulatore utilizza un apparato hi-tech che gestisce la crescita delle piante con sensori per il controllo dei parametri come umidità e temperatura, che influenzano sviluppo e riproduzione, e luci a Led che controllano l’illuminazione, selezionando le lunghezze d’onda più adatte alla crescita. “L’intelligenza artificiale connessa all’Internet delle cose permetterà al sistema di gestirsi in autonomia rendendo il microcosmo uno strumento molto prezioso per il settore agricolo soprattutto in questa fase storica, durante la quale si dovranno affrontare criticità legate ai cambiamenti climatici e al consumo di suolo”, aggiunge d’Aquino.
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Clima, in anno più caldo è allarme per eventi estremi
ROMA (ITALPRESS) – Si moltiplicano gli eventi estremi in un 2020 che, con una temperatura superiore di 1,41 gradi la media storica, si classifica come il più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac- Cnr relativi al primo quadrimestre dell’anno in riferimento all’allarme surriscaldamento lanciato in Italia dall’Ispra. La tendenza al surriscaldamento – sottolinea la Coldiretti – è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. Un allarme confermato dall’ultima ondata di maltempo con la caduta di chicchi di grandine grandi come noci che hanno colpito a macchia di leopardo in questa maledetta primavera che ha fatto perdere lungo la Penisola più un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-56%), ed un rincaro dei prezzi al consumo. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio.
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Il 62% dei consumatori preferisce gli imballaggi in carta
ROMA (ITALPRESS) – Secondo un’indagine condotta dalla società di ricerca indipendente Toluna per conto di TwoSides su 5.900 consumatori europei – come riporta e-gazzette.it -, i consumatori preferiscono quello in carta perchè migliore per l’ambiente. Agli intervistati è stato chiesto di scegliere il materiale di imballaggio preferito (carta/cartone, vetro, metallo e plastica) in base a 15 attributi ambientali, pratici e visivi. Tra i 10 attributi per cui il consumatore preferisce l’imballaggio in carta/cartone, il 62% lo sceglie perchè ha miglior impatto ambientale, il 57% perchè più facile da riciclare e il 72% preferisce la carta/cartone perchè compostabile a casa. L’imballaggio in vetro è, invece, la scelta preferita dai consumatori perchè offre una migliore protezione dei prodotti (51%), oltre a essere riutilizzabile (55%) e il 41% degli intervistati preferisce il vetro per il suo look&feel.
L’atteggiamento del consumatore verso l’imballaggio in plastica è altrettanto delineato dall’indagine, con il 70% degli intervistati che afferma di aver adottato misure attive per ridurre l’uso degli imballaggi in plastica. L’imballaggio plastico è altresì percepito come il materiale meno riciclato, con il 63% dei consumatori che ritiene il tasso di riciclaggio inferiore al 40% (il 42% degli imballaggi in plastica è riciclato in Europa). L’imballaggio in carta e cartone è considerato il materiale più riciclato, con il 30% degli intervistati che ritiene il tasso di riciclaggio europeo superiore al 60%. Un tasso di riciclaggio percepito ancora lontano da quello effettivo pari all’85%, che si aggiudica anche il primato del materiale con più alto tasso di riciclo in Europa. Il secondo materiale da imballaggio più riciclato è il vetro, seguito dal metallo. Con tassi di riciclaggio effettivi rispettivamente del 74% e dell’80%, anche la riciclabilità di questi materiali è poco conosciuta dai consumatori. L’indagine ha rilevato che i consumatori europei sono disposti a modificare comportamento d’acquisto per essere più sostenibili. Il 44% è disposto a spendere di più per prodotti confezionati con materiali sostenibili e quasi la metà (48%) potrebbe evitare un rivenditore se quest’ultimo non dimostra impegno nel ridurre l’uso di imballaggi non riciclabili.
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Dl Rilancio, appello al Parlamento “Votare emendamenti salva-ambiente”
ROMA (ITALPRESS) – “Insieme agli oltre 42.000 cittadini che hanno firmato a sostegno della petizione #RipartiamoPlasticFree #RipartiamoSenzaMonouso e agli oltre 35.000 che hanno seguito in diretta streaming il convegno ‘Sicurezza sanitaria e sostenibilità ambientalè, ci sentiamo di rivolgere un appello a tutti i parlamentari perchè presentino e votino emendamenti ‘Salva Ambientè che blocchino il crescente degrado di mascherine, guanti monouso e altri nuovi rifiuti che si sono moltiplicati durante questa emergenza sanitaria. Chiediamo inoltre che si sostenga la filiera italiana di produzione dei dispositivi di protezione individuale riutilizzabili e riciclabili”. Lo affermano in un video diffuso sui social Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, e Jimmy Ghione, inviato di Striscia la notizia e testimonial della petizione #RipartiamoPlasticFree #RipartiamoSenzaMonouso, promossa dall’ex ministro dell’Ambiente.
Nel rilanciare l’appello, Pecoraro Scanio aggiunge: “Giovedì 4 giugno scade il termine per la presentazione degli emendamenti al Decreto Rilancio, in Commissione Bilancio. Basta degrado e scandali legati al festival del monouso e delle mascherine usa e getta. Il Parlamento deve dare un freno alla moltiplicazione di nuovi rifiuti. Strade, campagne e mari non possono trasformarsi in discariche a cielo aperto. Bisogna anche ricordare che i dispositivi di protezione individuale possono essere accuratamente sterilizzati per eliminare il virus e quindi devono poter essere semplicemente riutilizzabili e alla fine anche riciclati. Non vorremmo trovarci di fronte ad una pressione lobbistica affinchè tutto venga considerato come rifiuto speciale pericoloso allo scopo di creare un nuovo affare e moltiplicare discariche e inceneritori”.
La petizione #RipartiamoPlasticFree #RipartiamoSenzaMonouso è nata dalla sollecitazione dei cittadini ma anche dall’attività di denuncia di Jimmy Ghione, che sottolinea: “Sono molto felice di sostenere la petizione promossa da Alfonso Pecoraro Scanio. Da sempre sono sensibile ai temi ambientali e questa iniziativa è una causa giusta. Dobbiamo evitare che materiali inquinanti invadano le strade delle nostre città come abbiamo fatto vedere su Striscia”.
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Acque in calo nel lago di Pilato per cambiamento climatico e terremoto
ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi anni si è registrata una crisi idrica importante che determina, con frequenza maggiore, l’abbassamento del livello delle acque del lago di Pilato.
Le ragioni sono diverse e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si è subito attivato per un monitoraggio costante dello specchio d’acqua cercando di preservarne l’integrità. In quell’habitat infatti vive il Chirocefalo del Marchesoni, un piccolissimo crostaceo che ha scelto da tempo immemore il lago di Pilato come sua unica dimora. Un ruolo nell’implementare le conseguenze nefaste dei cambiamenti climatici che sono alla base della crisi idrica, è stato giocato anche dal terremoto del 2016. Secondo uno studio dell’Ispra, l’analisi dei dati pre e post sisma ha permesso di verificare come sia aumentata la velocità di infiltrazione delle acque del lago nel sottosuolo per una probabile variazione di permeabilità dovuta appunto agli effetti del terremoto. “Temevamo questo scenario, amplificato dal sisma del 2016. Dobbiamo tutelare la specificità del lago di Pilato non solo dal punto di vista paesaggistico quanto piuttosto da quello faunistico data la presenza nelle sue acque del Chirocefalo del Marchesoni”, sottolinea Carlo Bifulco, direttore del Parco.
Se il fattore sismico ha giocato un ruolo nell’abbassamento del livello delle acque, di certo il fattore climatico appare tuttavia preponderante: “le scarse precipitazioni piovose e nevose di questi ultimi anni – continua Bifulco – hanno impedito il formarsi dei depositi di neve che alimentano il lago. In una prospettiva più ampia, una modalità efficace per affrontare l’emergenza climatica è cercare di implementare una forestazione intensiva delle aree marginali ed abbandonate per aumentare la capacità di intercettazione e ritenzione delle risorse idriche nel terreno e di assorbimento dell’anidride carbonica. E’ risaputo che la presenza di foreste migliora il clima poichè attenua le massime temperature e l’aridità conseguente. Il Parco, in questo senso, può giocare un ruolo come esempio virtuoso, ma è chiaro che l’azione deve riguardare aree fuori Parco. E’ lì che si giocherà la battaglia”. Anche perchè non è solo il lago di Pilato a soffrire di carenza idrica, ma diversi corsi d’acqua, sorgenti e l’intero ecosistema acquatico presente nel Parco e fuori, “per cui tornare a un uso consapevole dell’acqua – conclude Bifulco – sarà non più una scelta bensì una necessità”.
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