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Italia e Malta per le Aree Marine Protette, si conclude progetto AMPPA

PALERMO (ITALPRESS) – Conservazione della biodiversità del mare e valorizzazione della pesca artigianale sono al centro del lavoro strategico e di coinvolgimento della popolazione locale realizzato dall’Interreg VA Italia – Malta AMPPA (Aree marine protette e pesca artigianale).
Il Progetto, nato nel 2019 e condotto in compartecipazione tra alcune realtà siciliane (AMP di Egadi e Ustica e Dipartimento regionale della Pesca) e maltesi (le città di Gharb e Ghajnsielem nell’isola di Gozo), è giunto alle sue fasi finali e i risultati sono stati presentati ai Giardini del Massimo a Palermo, alla presenza degli attori che hanno partecipato al progetto e delle autorità dei due paesi.
Alla necessità di preservare la biodiversità marina AMPPA affianca altri due obiettivi: il mantenimento della produttività degli ecosistemi e un contributo al benessere economico e sociale di chi abita nei territori coinvolti. Rispetto delle norme e campagne informative passano rispettivamente dal regolamento comune AMP, al fine di gestire le attività di pesca e salvaguardare il patrimonio ambientale, e dall’istituzione di quattro centri di informazione ambientale (tre fisici, a Favignana, Ustica e Ghajnsielem, e uno virtuale).
Diversi gli step attraverso cui sono state coinvolte le popolazioni locali: in testa ci sono le campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale, che mirano a favorire da un lato lo sviluppo di una coscienza ambientale nei fruitori (siano essi cittadini o turisti) e negli operatori (pescatori e imprese turistiche) delle aree marine protette, dall’altro la tutela degli ecosistemi. Due gli strumenti in direzione della sensibilizzazione: il primo è l’istituzione di giornate di informazione (ne sono state organizzate 30 nel corso del progetto) con spazi di dibattito, il secondo la diffusione di campagne comunicative sui social network per ampliare ulteriormente la platea conoscitiva di AMPPA. Fondamentali anche i diversi laboratori e percorsi didattici, rivolti a più di un migliaio di studenti di diversi territori (Favignana, Ustica, Marsala, Palermo, Ghajnsielem) nelle scuole sia primarie che secondarie: oltre ai ragazzi, il progetto ha coinvolto anche le famiglie e disposto una serie di percorsi di formazione per gli insegnanti.
“Gli obiettivi che ci siamo posti erano ambiziosi – sottolinea Salvatore Livreri Console, direttore dell’AMP Isole Egadi e capofila del progetto -. Il mondo della pesca ha accelerato la sua trasformazione negli ultimi decenni e anche la conservazione del mare è stata affrontata con più urgenza: la nostra missione era sviluppare una serie di buone pratiche formative e sperimentali per contemperare le esigenze di conservazione e pesca artigianale. Coinvolgere due paesi, ovvero Italia e Malta, era l’ideale per elaborare strategie gestionali comuni”.
A coordinare AMPPA è stato l’ingegnere Giovanni Borsellino, il quale ne racconta sviluppo e prospettive future: “L’iter del progetto è stato molto travagliato tra Covid e altre difficoltà, ma siamo riusciti a portarlo a compimento: è stato fondamentale il coinvolgimento del ministero dell’Agricoltura e della Pesca sia italiano che maltese, oltre che dell’ente che gestisce le AMP a Malta. Già stiamo avviando i contatti con altre aree marine protette a livello europeo, per sviluppare insieme programmi di cooperazione che puntino a valorizzare questi siti naturalistici e ambientali”.
Tra i partner del progetto c’è anche la Regione, intervenuta a sostegno con il dipartimento della Pesca mediterranea: il funzionario Angelo La Pillo sottolinea come “aver sollevato l’importanza di questa missione ci fa accendere un focus sul futuro: le aree sotto tutela saranno ampliate e in questo senso evolveremo la legislatura vigente. Inoltre, aiutare con fondi europei questo sviluppo sarà importante, ma non bisogna lasciare indietro nessuno: serve un maggiore coinvolgimento delle imprese di pesca”.
Davide Bruno, direttore AMP Isola di Ustica, evidenzia l’impatto che la diffusione di tali pratiche ha avuto sul territorio e il ruolo che avrà il nuovo centro di informazione ambientale: “Per la prima volta a Ustica si sta sviluppando un rapporto di collaborazione con i lavoratori della pesca: c’è una consapevolezza che il mare non è dello Stato o dell’Unione europea, ma appartiene a loro. Il centro di informazione ambientale è il luogo deputato a fare divulgazione scientifica attraverso strumenti tecnologici all’avanguardia: la formazione deve partire dalle nuove generazioni, per instillare in loro rispetto per l’ambiente e sviluppo sostenibile”.
Kevin Cauchi, sindaco di Ghajnsielem, esprime soddisfazione per i risultati conseguiti e per il lavoro di sensibilizzazione che nella cittadina maltese ha coinvolto persone di tutte le età: “Molte persone non sapevano nemmeno dell’esistenza dell’area marina protetta nel nostro territorio, siamo riusciti a far nascere in giovani, adulti e anziani la consapevolezza e l’importanza della tutela ambientale e delle tradizioni legate al settore della pesca”.

– Foto AMPPA –

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Sostenibilità, Pirelli al vertice nei settori Auto Components e Automotive

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MILANO (ITALPRESS) – Pirelli si conferma al vertice della sostenibilità a livello globale per il settore Auto Components e per quello Automotive nell’ambito del Corporate Sustainability Assessment 2023 di S&P Global. È quanto emerge dai risultati pubblicati da S&P Global, validi per l’inclusione negli indici Dow Jones Sustainability, che evidenziano come il punteggio ottenuto da Pirelli, pari a 83 punti, sia il più alto del settore Auto Components e di quello Automotive e significativamente superiore alla media di settore pari a 26 punti nel caso delle componenti auto e 33 punti nel settore Automotive.

Molteplici le aree di gestione in cui Pirelli ha ottenuto top score. In particolare, nelle aree Etica di Business, innovazione, indipendenza e politiche di diversity a livello di CdA. E ancora, attenzione ai diritti umani e alla salute e sicurezza, codici di condotta dei fornitori, gestione dei cambiamenti climatici, riduzione delle emissioni di CO2, gestione della biodiversità, sostenibilità ambientale di prodotto e cyber security.

L’aggiornamento della composizione degli indici Dow Jones Sustainability World e Europe, di cui Pirelli è membro, verrà comunicato da S&P Global in data 8 dicembre 2023. (ITALPRESS).

Trasporto marittimo più green, D’Amico “Grande interesse per il biofuel”

ROMA (ITALPRESS) – “Il nostro gruppo ormai è giunto alla quarta generazione. Siamo un’azienda consolidata da moltissimo tempo e operiamo a livello internazionale con le nostre navi. Abbiamo due attività principali: una con la flotta di navi per il trasporto di prodotti raffinati liquidi, la D’Amico International Shipping, quotata all’Euronext Star a Milano, quest’azienda computa di circa una quarantina di navi a livello globale; dall’altro abbiamo il trasporto di prodotti di carico secco, non quotato, principalmente impegnato nel trasporto di materie prime, carico alla rinfusa come minerali e granaglie, semilavorati quali tubi, rotoli di acciaio, cellulosa, impianti e pale eoliche. Non operiamo più nel traffico dei container se non una piccola attività che abbiamo tenuto in cui ci occupiamo di trasbordi per una grande compagnia”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Cesare D’Amico, amministratore delegato di D’Amico Società di Navigazione, gruppo tra i leader mondiali nel trasporto marittimo.
“Abbiamo visto nel tempo che alcune direttive di traffico sono mutate, anche per motivi geopolitici – ha spiegato – La guerra tra Ucraina e Russia prima di tutto ha avuto una grossa influenza. L’Ucraina era un grandissimo esportatore di grano e a un certo punto è venuto a mancare totalmente, di questo ne hanno beneficiato altri paesi quali il Brasile. Con le sanzioni applicate sul piano del petrolio abbiamo visto una notevole riduzione nei traffico – ha ricordato D’Amico – Laddove la logistica perde il suo efficientamento abbiamo assistito a un beneficio per chi fa il trasporto via mare, certamente chi doveva esportare o importare ha dovuto mettere dei costi maggiori”. Discorso diverso, invece, legato al momento al conflitto in Medio Oriente: “Ancora non ha avuto nessun impatto, anche in termini assicurativi – ha assicurato – Oggi i traffici e le navi ancora vanno in Israele, almeno la gran parte di esse. Chiaramente si applicano delle extra assicurazioni per il periodo in cui la nave va in quelle zone, ma al momento traffici sospesi non ce ne sono, non abbiamo la situazione già vissuta in passato quando era stato chiuso il passaggio di Suez”.
E sulla direttiva ETS (Emission Trading System) dell’UE, che dal 1 gennaio 2024 impone la riduzione di emissioni nel settore, D’Amico ha sottolineato che “questa direttiva si applica solamente per l’Europa, questo è il problema principale. Se applicata a livello mondiale avrebbe un senso e per tutti. E’ chiaro che noi affronteremo questo problema nella fattispecie nostra, la tipologia di trasporto che abbiamo, riteniamo che alla fine andrà a essere un qualcosa che verrà pagato dal carico, a seconda di chi è l’importatore o esportatore. Avrà un impatto maggiore sul trasporto dei container, ma più che altro per il settore del trasbordo – ha aggiunto con un esempio – Il famoso porto di Gioia Tauro, fiore all’occhiello dell’Italia che movimenta milioni e milioni di contenitori all’anno, è principalmente un porto di trasbordo, e in questo caso verrebbe penalizzato”.
Infine, uno sguardo al futuro del trasporto marittimo, anche in ottica green: “Ancora ci sono tutta una serie di studi che si stanno facendo, non c’è una soluzione finale, sicuramente vediamo con grande favore il biofuel, una soluzione drop-in, in cui non ci sono modifiche ma si passa a un 30% di biologico che va a essere meglio del gas – ha concluso D’Amico – Avrebbe una soluzione anche di carattere meno impattante sul fossile”.

– foto Italpress –
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Aree Marine Protette e Pesca Artigianale, 25/11 seminario a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Si svolgerà sabato 25 novembre 2023 alle ore 10.00, presso i Giardini Del Massimo, in Piazza Giuseppe Verdi a Palermo il seminario per la presentazione dei risultati del progetto transfrontaliero “AMPPA – Aree Marine Protette e Pesca Artigianale. Gestione integrata attraverso la sensibilizzazione ed educazione ambientale” che ha coinvolto tre aree marine protette (Egadi, Ustica, Gozo), quattro comuni siciliani e maltesi, la Regione Siciliana (Dipartimento pesca) e il Governo maltese e l’ERA (Environment and Resources Authority).
Un lavoro di cooperazione transnazionale finalizzato ad obiettivi precisi, fra cui conservare la biodiversità marina, mantenere la produttività degli ecosistemi e contribuire al benessere economico e sociale delle comunità umane.
Sabato, alla presenza di partners e autorità italiane e maltesi verranno presentati gli esiti di una serie di attività realizzate durante l’intero arco progettuale fra cui: campagne di informazione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e percorsi didattici, campagne di pesca sperimentali, corsi per la diversificazione delle attività di pesca, ecc.
Fra le azioni anche l’istituzione di quattro centri di informazione ambientale, tre fisici nelle aree di Favignana, Ustica e Ghajnsielem e uno virtuale.
Inoltre, è stato strutturato un regolamento comune di esecuzione dell’AMP, uno strumento utile alla gestione razionale delle attività della piccola pesca professionale, nella prospettiva della salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale locale.
Il progetto AMPPA è una misura finanziata nell’ambito del Programma INTERREG V-A Italia-Malta con asse prioritario: III (tutela dell’ambiente e promozione di un uso efficiente delle risorse); obiettivo specifico: 3.1 (Contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità terrestre e marina dell’area mantenendo e ripristinando gli ecosistemi e le aree protette). Capofila: Comune di Favignana – Ente gestore dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”; partners: Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea; Comune di Ustica – Ente gestore dell’Area Marina Protetta Isola di Ustica; Gharb Local Council; Ghajnsielem Local Council.
– foto ufficio stampa AMPPA –
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Arriva Genius, il cassonetto 5.0 rivoluziona la raccolta rifiuti

FIRENZE (ITALPRESS) – Alia Multiutility e Nord Engineering presentano Genius il cassonetto 5.0, un prodotto ad alta tecnologia che, sfruttando le potenzialità e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, è destinato a rivoluzionare il sistema integrato della raccolta rifiuti. Il nuovo cassonetto 5.0 contribuirà al miglioramento delle nostre città, per renderle sempre più smart e digitali, con meno inquinamento, più innovazione, più igiene, più avvio al riciclo e la produzione di una grande quantità di dati la cui analisi potrà rivelarsi decisiva nella formulazione di efficaci strategie di sviluppo e politiche verdi.
Rivoluzione digitale più rivoluzione verde: è la Green Digital Transformation che proietta il mondo in un futuro maggiormente sostenibile. Genius condensa in un’unica realtà queste due tendenze ormai irrinunciabili, vere linee strategiche dei nostri tempi, dando vita a un unico ecosistema ad altissimo tasso di innovazione.
Il nuovo prodotto di Alia Multiutility, azienda toscana leader dei servizi pubblici locali, attiva nei settori di ambiente, ciclo idrico integrato ed energia, ha uno dei suoi punti di forza nel sensore volumetrico che, installato all’interno del cassonetto, permette a una centrale di controllo di misurare e registrare da remoto il volume di ogni conferimento e di associarlo alle singole utenze sfruttando le potenzialità di una scheda elettronica che rende il contenitore ‘intelligentè. In particolare, il volume conferito è calcolato a partire dai dati raccolti dai sensori volumetrici, rielaborati tramite un algoritmo proprietario oggetto di attività di continuous improvement con il Dipartimento di Matematica dell’Università degli studi di Firenze.
Partner di Alia Multiutility in questa iniziativa è Nord Engineering, azienda piemontese da 20 anni sul mercato e leader nello smart waste management. Sia per il sensore volumetrico che per la scheda elettronica Alia Multiutility e Nord Engineering hanno depositato due brevetti. La consolidata tecnologia costruttiva di Nord Engineering nel campo delle attrezzature per la raccolta dei rifiuti si associa all’innovativo device realizzato da Alia, in grado di monitorare di continuo i volumi conferiti e lo stato di ‘salutè dell’attrezzatura e del dispositivo, con un altissimo grado di efficienza energetica.
Il sistema è realizzato in full-harvesting, ciò significa che la batteria del contenitore non deve essere mai sostituita. L’unica fonte di ricarica è il pannello solare posto sopra il contenitore. La ricarica delle batterie che alimentano tutti i dispositivi elettronici di bordo è assicurata da un pannello fotovoltaico molto performante.
Non solo la misurazione dei conferimenti, ma anche un netto miglioramento dell’impatto del sistema di raccolta sulle città: i dati registrati in tempo reale consentiranno di efficientare il servizio ‘guidandò i camion impiegati nello svuotamento dei cassonetti. Il processo di selezione del percorso avverrà in funzione sia del loro livello di riempimento, sia del traffico e delle condizioni esterne.
Il nuovo cassonetto 5.0 e gli apparati che lo completano costituiscono un raffinato ecosistema che è un unicum nel settore. Identificazione degli utenti, misurazione dei rifiuti, invio dei dati e routing dei mezzi pesanti sono i quattro assi portanti di un panorama di servizi informatici basati su applicativi in cloud.
Con l’apporto di sensoristica avanzata, nuovi strumenti di intelligenza artificiale e cloud applicati ai contenitori sarà presto possibile immaginare modelli virtuosi di raccolta – in termini di efficienza e misurabilità legata alla tariffa – con risultati ad oggi raggiungibili solo attraverso il porta a porta.
“L’innovazione che presentiamo è il primo brevetto depositato da Alia Multiutility, frutto del lavoro della nostra divisione di ricerca e innovazione, in partnership con le Università di Firenze e Cà Foscari di Venezia e con Nord Engineering, ed è al centro di una strategia di sviluppo che mira a ottenere una gestione dei rifiuti più sostenibile per l’ambiente, meno logorante per i lavoratori della raccolta, più efficiente e meno costosa per le tariffe”, afferma Alberto Irace, amministratore delegato di Alia Multiutility. “Siamo orgogliosi di potere offrire agli utenti e alle città in cui operiamo una soluzione che non solo migliora il servizio di raccolta dei rifiuti, ma che apre la strada all’idea di ripensare i modelli di raccolta, offrendo sempre maggiore flessibilità ai cittadini nel conferimento e la possibilità di concentrarsi in modo efficace sulla separazione e il recupero della materia. Questa soluzione contribuisce a costruire un futuro più sostenibile per l’ambiente e per i lavoratori coinvolti. Per Alia Multiutility tutto questo segna l’inizio di una stagione in cui la società intende essere protagonista nel settore dello sviluppo di strumenti avanzati per la separazione dei rifiuti, basati su intelligenza artificiale e computer vision”.
“Genius il cassonetto 5.0 è un prodotto di alta tecnologia e ambiziosa visione, pienamente in linea con la vocazione della Multiutility, che è quella di fare crescere i nostri territori attraverso l’innovazione, la ricerca, lo sviluppo tecnologico e digitale”, aggiunge Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility. “Tutto questo è nel nostro Dna e per questo siamo felici di presentare una innovazione tecnologica che ne è la prova tangibile e che rappresenta un salto di qualità evidente per il settore in cui operiamo. La Multiutility ha questa ambizione: migliorare le nostre città e i servizi offerti ai cittadini. E’ questo il senso profondo del progetto di aggregazione, attorno al quale ruota la nostra azione quotidiana”.
“Nord Engineering e Alia hanno instaurato una proficua partnership industriale che ha portato alla creazione di una infrastruttura tecnologica solida e affidabile per la raccolta rifiutì, dichiara Malachy Musso, amministratore delegato di Nord Engineering. ‘Anche questa volta siamo partiti con coerenza dall’ascolto delle esigenze del territorio, perchè quando si sviluppa un prodotto o si ricerca un risultato, questo non si può raggiungere senza etica, serietà e formazione. Oggi ci sentiamo veri e propri partner dei nostri clienti, rappresentati dalle più importanti multiutility europee e mondiali. L’infrastruttura di gestione del rifiuto, misurarlo e raccoglierlo, non è un processo facile da industrializzare, ma con questa collaborazione, grazie all’innovazione e agli ultimi sviluppi dell’informatica di Alia, il sistema è ora completamente collegato alla città. In questo modo il contenitore diventa un presidio del territorio, vero punto di interfaccia e connessione con la restante infrastruttura della smart city”.
“Riteniamo le innovazioni tecnologiche fondamentali e decisive per ottenere una adeguata ed efficace difesa dell’ambiente”, sottolinea Dario Nardella, sindaco di Firenze. “Certo, occorrono tante risorse e in questo senso la presentazione del nuovo cassonetto intelligente rappresenta un esempio concreto dell’utilità e del compito di una grande azienda dei servizi pubblici locali come Alia Multiutility, per garantire sempre migliori servizi a vantaggio dei nostri cittadini”.
– foto ufficio stampa Alia Multiutility –
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A Pesaro il primo Parco della salute, firmata intesa

ROMA (ITALPRESS) – E’ in Italia, a Pesaro, che nasce il primo Parco della salute. Con la firma del protocollo tra il Comune di Pesaro, Confagricoltura, Assoverde – Associazione Italiana Costruttori del Verde, Kèpos – Libro Bianco del Verde Aps e Fondazione AlberItalia diventa realtà il percorso per evidenziare l’importanza di creare ampie aree verdi nelle città, capaci di contrastare l’inquinamento, con effetti positivi sulla salute e sul benessere psico-fisico delle persone. Il parco non verrà realizzato ex-novo ma si procederà alla certificazione come Parco della salute di una porzione del Parco Miralfiore, i lavori previsti sono di rimodellamento localizzato. Si tratta di un’area di 3,7 ettari e l’inaugurazione è prevista per fine 2024. Il progetto rientra nella strategia FEVer – Funzioni Ecologiche del Verde attivata dall’Amministrazione.
“Oggi, con la firma dell’accordo con il Comune di Pesaro mettono le radici gli obiettivi che ci eravamo dati con il Libro Bianco del Verde: riportare la natura nelle nostre città e preservare le nostre aree verdi, facendole rifiorire grazie alle competenze di coloro che operano nel settore”, afferma Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “Siamo orgogliosi di essere riusciti a coinvolgere diverse figure professionali per realizzare, in tante città italiane, i parchi della salute. Attraverso indicatori misurabili, quantitativi e qualitativi, intendiamo offrire luoghi ‘a misura di quartiere e di personè, che possano fornire quegli spazi verdi certificati, per concorrere a migliorare il benessere degli abitanti”, aggiunge. Secondo Maria Rosa Conti, assessora alla Sostenibilità di Pesaro, “realizzare il parco della salute al Miralfiore è uno degli obiettivi di Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura; una città da sempre impegnata nella tutela dell’ambiente e, di conseguenza, della qualità di vita dei pesaresi e dei visitatori. L’area dedicata sarà accessibile a tutti e conterrà, tra l’altro, uno spazio per il pensiero, la meditazione ed il silenzio, con soglie massime di rumore ammesse e biodiversità cromatica, ambientale, arborea, floreale e faunistica e uno calmo in cui si potrà far decantare l’eccessiva stimolazione dei propri sensi nel rispetto dei criteri e degli indicatori indicati per ottenere il marchio di qualità dei ‘Parchi della Salutè”, conclude. “Presentiamo un’esperienza inedita a livello internazionale, che si basa sulla ricerca congiunta di agronomi e pubblici amministratori, architetti del paesaggio, medici e psicologi, operatori del verde, ingegneri, tecnici dei comuni ed esponenti della società civile. Grazie a questo confronto – rimarca Rosi Sgaravatti, presidente Assoverde – sono stati messi a punto indicatori di riferimento concreto per tutti i Comuni italiani che vogliano investire nella qualità della vita, nella salute dei cittadini e nel futuro dei nostri centri urbani assediati da rumore, smog e fenomeni meteorologici estremi. Tutto questo richiede competenze adeguate e una visione nuova della città, che metta la natura al centro come fattore di bellezza e come elemento capace di generare benessere per le persone e per l’intero ecosistema”. Per Fabio Salbitano, presidente Comitato scientifico ALBERITALIA, “molteplici studi afferenti a un ampio spettro di discipline, fra cui la psicologia ambientale, la selvicoltura urbana, l’ecologia, la medicina dello sport, l’oncologia, l’architettura del paesaggio, l’urbanistica e, recentemente, anche l’epidemiologia, hanno puntualmente evidenziato la necessità delle comunità urbane di disporre di luoghi in cui sia evidente e tangibile la presenza di elementi naturali, come piante, alberi e acqua. Il concetto stesso di One Health, recentemente adottato dall’OMS, indica nel rapporto intenso e quotidiano con la natura alla porta di casa una condizione imprescindibile per realizzare una visione olistica di salute e benessere. Per noi poter dare un contributo scientifico e operativo alla creazione del primo Parco della Salute in Italia non è altro che realizzare quanto affermato negli ultimi anni: significa coronare il sogno che immagina, e a questo punto mette in pratica, la possibilità di contribuire a migliorare salute e benessere grazie alle componenti naturali delle nostre città”, aggiunge.
Infine, Francesco Maccazzola, presidente Kèpos, sottolinea come il Parco della Salute a Pesaro rappresenti “il primo atto concreto di un progetto iniziato lo scorso anno con il nuovo focus del Libro Bianco del Verde. Il nostro auspicio che altri ne seguano e che si possa costituire una comunità di cittadini, amministratori e operatori del verde che si radichi nei Parchi della Salute, una rete di città che si uniscano e dialoghino nel segno del benessere psico-fisico e del verde come bene comune, in una visione olistica dell’ambiente. E’ un modello importante quello di Pesaro, che fa da esempio su come si possano produrre azioni concrete partendo da un approccio culturale nuovo, integrato e multidisciplinare, che permetta di realizzare quel ‘neorinascimentò delle nostre città da cui ha preso il via l’esperienza del Libro Bianco del Verde e dell’associazione Kèpos”, conclude.
-foto xb1-
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Riciclo rifiuti, Italia vicina ai target Ue. Da Assoambiente 10 proposte

ROMA (ITALPRESS) – “L’industria del riciclo italiana si conferma leader in Europa ed è ormai vicina al raggiungimento degli obiettivi di recupero di materia fissati a livello UE al 2025-2035. In alcuni casi, come per il riciclo degli imballaggi, questi sono già stati superati. Per un sistema economico davvero circolare nell’uso delle risorse, è necessario però seguire un’Agenda di lavoro nei prossimi due anni che ci consenta di compiere il definitivo salto di qualità”. Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione, tenutasi oggi a Roma, del Rapporto annuale “L’Italia che Ricicla”, promosso dalla sezione Unicircular di Assoambiente – l’Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento di rifiuti, nonchè bonifiche.
L’Italia si conferma eccellenza europea nel settore del riciclo e nella produzione di nuovi materiali da rifiuti, pienamente in corsa per il raggiungimento degli obiettivi UE al 2025 e al 2035: il riciclo dei rifiuti urbani ha raggiunto quota 51,4% (obiettivo 2025: 55%), il tasso di riciclo degli imballaggi il 72,8% (ben oltre il target del 65% al 2025). Maggiore impegno servirà per dimezzare, di qui al 2035 la quota di rifiuti che oggi finiscono in discarica, il 20,1%. L’Italia di fatto rientra tra i 9 Stati membri dell’UE virtuosi nella gestione dei rifiuti, sono ben 18 (tra cui anche Francia, Spagna, Portogallo e Svezia), invece, quelli che risultano ancora lontani dal raggiungimento dei target definiti. Addirittura 8 Stati membri collocano ancora in discarica più del 50% dei propri rifiuti urbani.
Nel Report di quest’anno Assoambiente ha definito “un’Agenda di Lavoro 2024-2025” per le istituzioni nazionali ed europee, un vero e proprio manifesto programmatico dell’industria italiana del riciclo articolato in 10 punti, per fornire un contributo decisivo alla transizione verso un’economia realmente circolare nell’uso delle risorse.
“Whatever it takes” per i materiali riciclati: l’efficacia dei processi di riciclo non può prescindere dalla collocazione sui mercati dei prodotti recuperati, oggi in parte inutilizzati. I mercati di sbocco per queste materie devono essere sostenuti da adeguati strumenti economici e fiscali: su tutti, certificati del riciclo ed estensione del meccanismo dei certificati bianchi.
Quote di riciclato nei prodotti: uno degli strumenti più efficaci per sostenere il collocamento sul mercato delle materie provenienti dal riciclo, è la prescrizione di quote minime di contenuto riciclato nei prodotti. Accanto a questo strumento, è auspicabile un rafforzamento degli acquisti verdi della PA (Green Public Procurement) e dei Criteri Ambientali Minimi.
IVA agevolata per le materie ottenute dal riciclo.
Recupero energetico complementare al riciclo: va rispettata la gerarchia dei rifiuti che lo vede subordinato alla prevenzione e al riciclo, ma preferibile all’incenerimento senza recupero di energia e allo smaltimento in discarica. Tale ruolo va rafforzato.
Iter autorizzativi più rapidi e certi: è necessario operare uno snellimento delle tempistiche degli iter autorizzativi per la costruzione di nuovi impianti e per l’aggiornamento di quelli esistenti.
Ecodesign: la fase della progettazione dei beni determina fino all’80% dell’impatto ambientale dei prodotti. Vanno applicate politiche tese a evitare produzione o importazione di beni contenenti materiali che pregiudicano la qualità del riciclo.
Nuovi schemi di responsabilità del produttore di beni: va posto realmente in capo ai produttori dei beni (poi diventati rifiuti), il costo ambientale della gestione degli stessi lungo l’intero ciclo di vita, incentivando in questo modo anche un reale ripensamento dei processi produttivi.
Decreti End of Waste (regole che governano i processi con cui i rifiuti cessano di essere tali): la definizione dei criteri comuni nell’UE dovrà consentire di raggiungere un equilibrio tra mercato e salvaguardia ambientale, partendo dalle applicazioni concrete dei prodotti riciclati.
Trasporto dei rifiuti: vanno uniformate le discipline sulla movimentazione transfrontaliera dei prodotti e dei rifiuti. Ad oggi non esiste ancora un raccordo tra i Codici dell’elenco europeo dei rifiuti e i Codici Doganali. Questo genera eccessiva discrezionalità nei controlli doganali.
Il ruolo di ARERA: appare imprescindibile una maggiore chiarezza nell’impianto di regole disegnato da ARERA e applicato dalle varie Amministrazioni Pubbliche.
“La centralità degli operatori del riciclo è andata rafforzandosi negli ultimi anni, per la crescente consapevolezza delle conseguenze del cambiamento climatico e del ruolo attivo svolto nell’ambito del processo di transizione verso un’economia circolare, ma anche alla luce del mutato contesto internazionale, per il quale avere a disposizione materie prime ed energia provenienti dal riciclo dei rifiuti prodotti nel nostro Paese costituisce un fattore economico decisivo”, ha commentato Paolo Barberi, presidente della Sezione Unicircular di Assoambiente.
“Anche per queste ragioni, l’industria del riciclo richiede un adeguato sostegno da parte dei decisori politici, affinchè vengano rimossi tutti gli ostacoli normativi, giuridici ed economici che ne frenano il pieno sviluppo trasversale alle diverse filiere – ha aggiunto Chicco Testa, presidente di Assoambiente -. Solo così questo settore potrà davvero fungere da abilitatore della transizione green, in grado di intercettare efficacemente tanto gli aspetti di circolarità, quanto quelli energetici”.

– foto ufficio stampa Assoambiente –
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Energia, in arrivo in Sicilia investimenti per 750 milioni

CATANIA (ITALPRESS) – Oltre 750 milioni di euro saranno investiti in Sicilia nei prossimi anni per progetti e strategie su efficienza energetica, fonti rinnovabili e comunità energetiche. Per queste ultime, tra fondi PNRR e PO FESR 2021/27, saranno disponibili oltre 225 milioni. E’ il dato annunciato a Catania in occasione dell’ultima tappa della campagna “Le Energie della Sicilia”. L’iniziativa di comunicazione cross-mediale ideata dal Dipartimento dell’Energia della Regione Siciliana ha toccato tutti i capoluoghi di provincia dell’Isola, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali, imprenditori, per approfondire le sfide energetiche. La Sicilia è un potenziale hub del Mediterraneo. “Dobbiamo sfruttare al massimo i punti di forza della nostra isola – ha ricordato l’Energy Manager della Regione Roberto Sannasardo -, e consentire ai nostri tanti figli che scappano dalla loro terra di avere un futuro qui, anche grazie agli ingenti investimenti che stiamo mettendo in campo. La Sicilia suscita un grande interesse da questo punto di vista, grazie alla nostra posizione geografica e al fatto che sempre di più sta diventando “ponte” tra Europa e Africa; basti pensare al corridoio di idrogeno tra Tunisia e Berlino, al gasdotto e ad altre opere in corso”.
Una sfida nella sfida è rappresentata anche dalla presenza all’interno delle amministrazioni locali della figura dell’energy manager. “L’Assessorato all’Energia ha destinato a Catania 650 mila euro per un progetto pilota sulle CER (comunità energetiche). Inoltre siamo finalmente pronti col bando di concorso per scegliere un energy manager per il Comune di Catania – ha annunciato Alessandro Porto, assessore all’Energia del Comune etneo – mancava questa figura assolutamente essenziale per attuare le politiche energetiche, speriamo di nominarlo entro Natale”.
Su questo argomento Sannasardo ha ricordato l’impegno della Regione affinchè ogni Comune si dotasse di un energy manager, poichè soprattutto nelle piccole amministrazioni negli uffici tecnici ci sono pochi professionisti che devono occuparsi di tutto.
Sulle criticità dei Comuni è intervenuto Mario Alvano di ANCI Sicilia: “Spesso gli enti locali sono costretti a pagare l’energia ad un costo maggiore a causa della cosiddetta clausola di salvaguardia. Gli scompensi sul piano finanziario infatti producono questi effetti negativi per i bilanci perchè ci troviamo a pagare le bollette il doppio del costo previsto. La spesa per l’energia ormai è una delle voci più importanti e investire per ridurre i costi rappresenta una missione indispensabile”.

– foto xd9/Italpress –
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