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La regione Lazio organizza lo speciale #iparchiacasatua

ROMA (ITALPRESS) – In occasione della Giornata Europea dei parchi, il prossimo 24 maggio, la Regione Lazio ha organizzato uno speciale de #iparchiacasatua, che da venerdì per tre giorni animerà online il sito e la pagina Facebook dei Parchi del Lazio.
Un weekend di appuntamenti, nell’ambito dell’iniziativa “I parchi a casa tua” – ideata e realizzata dalla Direzione Ambiente e dalle aree naturali protette regionali per rendere più piacevole la permanenza a casa dei cittadini laziali durante l’emergenza Covid – interamente dedicato al tema della Giornata europea “La natura, un bene prezioso per la nostra salute” con dirette, conversazioni con esperti, filmati, videointerviste.
Si parte domani venerdì 22 maggio con l’anteprima dedicata alla Giornata mondiale della biodiversità e le tre conversazioni in diretta sulla pagina Facebook @ParchiLazio.
Il sabato, invece, sarà possibile partecipare virtualmente, sempre sul canale social, all’inaugurazione dello speciale #iparchiacasatua con dirette Zoom dalle aree protette del Lazio.
Domenica 24, dalle 17.00, ci sarà la conclusione con la maratona su Facebook dedicata alla visita guidata virtuale delle aree protette del Lazio, le cui tappe saranno rappresentate dagli occhi dei cittadini che hanno partecipato al contest fotografico “La natura mi fa stare bene, perchè…”, lanciato sui social di Regione Lazio e Parchi Lazio.
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Rete Natura 2000, finanziamenti straordinari Parchi e Aree Marine

ROMA (ITALPRESS) – Si celebra oggi la Giornata europea di Rete Natura 2000, il principale strumento dell’Unione per la conservazione della biodiversità diffusa sul territorio.
Comprende le Zone di Protezione Speciale per la tutela degli uccelli in base alla Direttiva uccelli e i Siti di Importanza Comunitaria, poi designati come Zone Speciali di Conservazione per la conservazione degli habitat e le specie individuate dalla Direttiva habitat. E’ formata da 630 ZPS e da 2348 SIC/ZSC e copre oltre il 20% del territorio nazionale e oltre il 10% dei mari italiani. Fra le integrazioni più significative, le grandi ZPS individuate in Sicilia (isole Pelagie) e Sardegna (Bocche di Bonifacio) e il SIC che copre circa metà delle acque territoriali in corrispondenza della Toscana. Altri SIC e ZPS sono in corso di designazione (in Friuli, Veneto, Emilia) mentre in Puglia, proprio in queste ore, è stato deliberato anche l’ampliamento a mare di due ZPS, alle Tremiti e al Litorale di Gallipoli e isola di Sant’Andrea. Tutte le specie e gli habitat protetti dalla Rete Natura 2000 sono oggetto di monitoraggio, i cui risultati vengono raccolti ogni 6 anni in una complessa operazione di rendicontazione che fornisce un quadro dello stato di conservazione e dell’efficacia delle misure di conservazione.
I risultati del 2019 hanno fornito un quadro articolato, che registra nel complesso una situazione migliore rispetto al periodo precedente. “In quest’ultimo anno è stato fatto un grande sforzo per completare la designazione dei SIC in ZSC e chiudere il contenzioso comunitario su questo aspetto – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa -. E’ un punto importante per rendere pienamente operativa Rete Natura 2000, basti pensare che rimane solo meno di un 3% di aree da designare su un totale di 2342 SIC individuati ai sensi della Direttiva Habitat”.
Altro punto cruciale per la piena attivazione di rete Natura 2000: il coinvolgimento attivo del sistema delle aree protette nella gestione dei siti della Rete. “Quest’anno è il primo che vengono stanziati finanziamenti straordinari per un totale di circa 2,8 milioni per Parchi nazionali e Aree marine protette – aggiunge Costa – finalizzati all’attuazione delle misure di conservazione: interventi locali mirati a ripristino, monitoraggi, controllo di specie invasive per il miglioramento dello stato di conservazione di habitat e specie di interesse comunitario, accompagnati da altri di comunicazione per far crescere la conoscenza e la consapevolezza su Natura 2000. La risposta dei Parchi e delle AMP è stata buona e sarà importante questo tassello per una piena integrazione dei sistemi di protezione”. In quest’ottica, il ministero ha implementato anche la collaborazione con il CUFA su due fronti: rendere pienamente integrata la gestione delle porzioni della rete Natura 2000 ricompresa nelle riserve, e rafforzare il sistema di vigilanza con maggior strumenti di controllo, maggiori mezzi per segnalare i comportamenti sanzionabili, maggior consapevolezza dei valori della conservazione connessi a rete Natura 2000.
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Pulsee e Zig Zag insieme per una mobilità sostenibile su due ruote

MILANO (ITALPRESS) – Sicurezza, digitalizzazione e sostenibilità.
Questi sono i tre ingredienti per ridisegnare il sistema della mobilità urbana alla luce della pandemia Covid-19. E se il Decreto Rilancio prevede il Bonus di 500 euro per acquistare bici, monopattini e segway, Pulsee, l’energy company full digital di Axpo Italia, ha siglato una partnership per promuovere gli spostamenti green e individuali con Zig Zag, il servizio di Scooter Sharing a zero emissioni presente a Roma e Milano, con oltre 100 mila download e 500 scooter, e da questo mese anche a Torino con una flotta di 150 scooter elettrici. In base all’accordo, i clienti Pulsee riceveranno uno sconto di oltre il 20% sulle tariffe Zig Zag per 12 mesi. La ricerca di soluzioni ecosostenibili e innovative nei trasporti è infatti importante per far fronte ad una ripartenza in sicurezza. Soprattutto per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori e della società, in cui la salvaguardia della salute diventa prioritaria durante i tragitti quotidiani. Tali obiettivi accomunano i due giovani brand Zig Zag e Pulsee che, per le sue forniture di luce e gas propone anche servizi specifici a tutela dell’ambiente come Zero Carbon Footprint per azzerare completamente le proprie emissioni di Co2 e servizi che certificano l’origine della propria energia garantendone la provenienza da fonti rinnovabili (le opzioni MyGreen Energy – Adotta un impianto e MyGreen Energy – Gas Certification, ndr).
I ciclomotori full electric rappresentano quindi un’ottima soluzione per soddisfare il bisogno di mobilità individuale assicurando in parallelo un corretto distanziamento sociale, specialmente in questo momento in cui il servizio pubblico non riesce a sostenere i normali flussi di viaggiatori dovendo rispettare le distanze di sicurezza individuali sui propri mezzi di trasporto. “Sostenere e investire nella tutela dell’ambiente e della salute è un dovere nei confronti di tutti, e questo dovrebbe essere un valore condivisibile a livello universale. L’attuale crisi sanitaria ha rimarcato tale necessità, così come ha sottolineato e accelerato la spinta alla digitalizzazione del Paese. Pulsee è portavoce di tutti questi valori in ambito energetico, dove offre soluzioni green, completamente digitali e su misura sia per rispondere al meglio e in maniera puntuale alle nuove esigenze dei consumatori sia per ottimizzare i consumi e le spese per la fornitura di luce e gas. Lo scooter sharing avviato con Zig Zag si inserisce in questo nuovo scenario, perchè rappresenta un ulteriore strumento facile e immediato di mobilità sicura, ecosostenibile e condivisa ed è proprio per questo che abbiamo voluto incentivare. Con questa partnership, abbiamo anche messo a disposizione parte della flotta disponibile in modalità gratuita per tutti i dipendenti Axpo nelle sedi di Genova, Milano e Roma per tutta la durata dell’accordo”, spiega Simone Demarchi, Amministratore Delegato Axpo Italia.
“Fin dal primo scooter che abbiamo messo in strada, il nostro obiettivo è sempre stato garantire la mobilità individuale e contribuire a migliorare lo stile di vita del singolo e della collettività. Va in questa direzione anche l’accordo siglato con Pulsee che abbiamo scelto come partner proprio perchè lo scopo comune è garantire un servizio che sia al passo con i tempi e rispettoso dell’ambiente, soprattutto in questo periodo”, dichiarano Emanuele Grazioli e Diego Rocca, fondatori di Zig Zag Scooter Sharing.
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Coronavirus, chiara riduzione di emissioni in aree urbane con lockdown

ROMA (ITALPRESS) – Le restrizioni relative al Covid-19 hanno costretto molti a rimanere a casa. Ciò ha fortemente ridotto il traffico stradale e le attività economiche, in particolare nelle città e nelle aree urbane ad alta densità abitativa, riducendo di conseguenza le emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera indotte dall’uomo. Sebbene questa riduzione non sia abbastanza forte da essere visibile a livello globale nell’atmosfera, è invece osservabile su scala locale. Lo studio, che è attualmente in fase di preparazione per essere sottoposto ad una revisione da parte di esperti indipendenti, dimostra come il lockdown abbia finora ridotto le emissioni di anidride carbonica in tutte le città analizzate. “Le riduzioni vanno dall’8% di Berlino, in Germania – un’area urbana ricca di vegetazione – al 75% nel centro della città di Heraklion in Grecia”, afferma Dario Papale, direttore dell’ICOS Ecosystem Thematic Centre e responsabile scientifico per le attività ICOS alla Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Le città europee incluse nello studio sono Basilea in Svizzera, Berlino in Germania, Firenze e Pesaro in Italia, Helsinki in Finlandia, Heraklion in Grecia e Londra nel Regno Unito. In tutte le città si è rilevata una chiara connessione temporale tra le restrizioni e la riduzione delle emissioni, la cui entità varia in base alle caratteristiche delle aree campionate e alla rigidità delle restrizioni messe in atto. Per le osservazioni locali, gli scienziati usano in tutto il mondo una tecnica chiamata eddy covariance, in cui lo scambio di anidride carbonica tra l’atmosfera e un particolare ecosistema viene misurato da apparecchiature installate in torri che sovrastano l’area interessata e la sua vegetazione. La torre di Heraklion ha registrato la più grande riduzione, trovandosi in una zona caratterizzata da fitte attività commerciali e intenso traffico stradale, entrambi completamente fermi durante il blocco. A Pesaro, uno stop quasi completo del traffico ha ridotto le emissioni di CO2 fino a un terzo. In altre città, come Firenze, Basilea e Helsinki, la riduzione delle emissioni derivata da una riduzione del traffico e delle attività economiche è stata in parte controbilanciata dall’aumento del riscaldamento domestico e del metabolismo umano. Nella zona Basilea-B, tuttavia, il traffico è doppio rispetto alla diversa zona della stessa città Basilea-K, e per questo motivo la riduzione rilevata è maggiore.
Il traffico e il settore commerciale sono causa della gran parte delle emissioni anche nel caso di Londra, ma questa differisce da Helsinki e Firenze per il suo contributo residenziale: normalmente, la popolazione del centro di Londra può aumentare di 10 volte nei giorni feriali a causa dell’afflusso di pendolari, che è stato fortemente ridotto con il blocco. A Berlino, la moderata riduzione del traffico è stata controbilanciata dalle emissioni domestiche e dalla presenza di vegetazione, portando a una minore riduzione delle emissioni.
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L’impegno della ricerca Crea a tutela delle api

ROMA (ITALPRESS) – Grazie alla loro attività di impollinazione, le api assicurano i 3/4 dei prodotti agricoli che arrivano sulle nostre tavole, mentre 20 mila specie contribuiscono all’impollinazione del 90% della flora selvatica. Tuttavia, questi preziosi insetti da decenni, ormai devono far fronte a numerosi fattori di rischio, naturali e antropici. Per tali ragioni, il Crea, con il suo centro di ricerca agricoltura e ambiente, erede dell’Istituto Nazionale di Apicoltura nato negli anni ’30, si occupa da anni di monitorare lo stato di salute delle nostre sentinelle ambientali. I ricercatori del Crea studiano da un lato come difenderle dai nuovi pericoli (patologie e parassiti), dall’altro, invece, come tutelarle e valorizzarle. Nel primo caso sono stati messi a punto sistemi di controllo o di biocontrollo, specialmente dell’acaro Varroa destructor, del fungo unicellulare Nosema ceranae, del coleottero Aethina tumida e del calabrone asiatico Vespa velutina. Nel secondo, si punta alla conservazione ed al miglioramento genetico delle api italiane, in particolare di due specie: Apis mellifera ligustica e Apis mellifera siciliana, rispettivamente un patrimonio naturale dall’elevato valore economico e un importante elemento di biodiversità. Inoltre, il CREA da tempo sta studiando l’uso delle api nel monitoraggio dell’ambiente, del suo inquinamento (presenza di pesticidi, metalli pesanti) e della sua qualità (valutazione della biodiversità vegetale, grazie all’identificazione delle piante più utili al loro sostentamento). Le api, infatti, oltre al nettare, raccolgono anche polline, acqua, resina, e percorrono normalmente più di un chilometro per farlo. Quindi, le api di un alveare possono “bottinare” in un’area di circa 7 km quadrati, e sul loro corpo ricoperto di peli possono trattenere particelle di vario genere. Per questo, in alcuni progetti, le api sono utilizzate come bio-indicatori, in grado di fornire una misura del livello di contaminazione di un agro-ecosistema da pesticidi, metalli pesanti o altre sostanze. “La nostra ricerca ambisce a salvaguardare le api e la loro biodiversità – spiega Marcello Donatelli, direttore del Crea Agricoltura e Ambiente – ed a tal fine è fondamentale guardare al futuro, puntando sulle tecnologie innovative a supporto della certificazione dei prodotti, del miglioramento genetico e sullo sviluppo del digitale”.
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Il 40% dei rifiuti riciclabili in Italia finisce ancora in discarica

MILANO (ITALPRESS) – Nonostante i progressi degli ultimi anni, gli italiani continuano ad avere difficoltà a svolgere correttamente la raccolta differenziata. E’ quanto emerge da una ricerca demoscopica svolta da OnePoll per DS Smith. Secondo la ricerca, oltre due terzi degli italiani (73%) non è sempre a conoscenza di quali rifiuti possano essere effettivamente riciclati. Il 40% del campione, inoltre, ammette di aver gettato del materiale riciclabile nell’indifferenziato, generando un danno potenziale – dovuto al mancato riciclo – pari a circa 390 milioni ogni anno. La ricerca evidenzia che due terzi (65.5%) dei consumatori getta un rifiuto nell’indifferenziato quando non è sicuro del contenitore corretto, adottando un atteggiamento di estrema prudenza. Solo un italiano su 4 (25%) ha invece ammesso di non aver differenziato nell’ultimo mese un rifiuto che potesse essere riciclato; più numerosi invece (36%) i connazionali che adottano questo comportamento su scala più sporadica. La motivazione di questo comportamento è l’assenza di informazioni chiare in etichetta (45%), la presenza di imballaggi composti da più materiali (poliaccoppiati, 33%) e la contaminazione con altri tipi di rifiuti (23%). Secondo DS Smith, questo fenomeno, chiamato “riciclo prudente”, impedisce il riciclo di circa 9,1 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Al contrario, il 17,8% degli italiani differenzia rifiuti che non sa se potranno essere riciclati, e Il 46% afferma di averlo fatto almeno una volta. Tra le motivazioni, la convinzione nel voler riciclare il rifiuto (41%), anche se non materialmente possibile, la disattenzione (33%) e la mancata informazione sul corretto conferimento (29%). Il 60% del campione ha anche affermato di aver differenziato almeno una volta rifiuti con residui di cibo o bevande, che compromettono il corretto avvio a riciclo.
Questi due fenomeni hanno in realtà una radice comune: la mancanza di informazioni chiare sugli imballaggi in merito al conferimento dei rifiuti. Il 54% degli italiani afferma che gli imballaggi non riportano informazioni dettagliate in merito al conferimento, mentre il 40% ne denuncia addirittura l’assenza. Tocca invece un numero minoritario di rispondenti la mancanza – o l’assenza – di informazioni sulla raccolta differenziata da parte delle società di raccolta (rispettivamente al 15% e al 12% dei casi).
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Arriva la siepe anti contagio, alternativa green per distanziamento

ROMA (ITALPRESS) – Arriva la siepe anti contagio per ottimizzare gli spazi e salvare bar, ristoranti, spiagge e locali pubblici con barriere verdi in grado di separare fisicamente ambienti e persone, bloccando il droplet aereo portatore del virus. Lo rende noto la Coldiretti, nell’evidenziare la grande capacità di innovazione del Made in Italy per il rispetto delle norme di sicurezza che prevedono tra l’altro che la distanza minima di un metro tra clienti può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli, secondo le indicazioni delle regioni. Assieme ai timori per la sicurezza e le relative responsabilità, le preoccupazioni per il rispetto delle distanze all’interno dei locali commerciali rappresenta – sottolinea la Coldiretti – il vincolo più gravoso da rispettare con le limitazioni degli spazi, che in molti casi comportano addirittura la mancanza di convenienza alla riapertura. Le siepi verdi – sottolinea la Coldiretti – possono essere realizzate con diverse varietà di piante e fiori differenziati per altezza, dimensioni e condizioni da collocare in ambienti interni o all’aperto, per mantenere le misure di sicurezza anti-Covid19. Si tratta di un’alternativa green per risolvere il problema del distanziamento sociale fra le persone, separare tavoli o delimitare confini che peraltro – precisa la Coldiretti – profuma, purifica l’aria in modo naturale e rappresenta certamente un’alternativa esteticamente più valida durante l’estate rispetto all’algido plexiglas. Il progetto dei distanziatori verdi personalizzati di Giorgio Tesi Group da Pistoia – sottolinea la Coldiretti – oltre che in Italia, ha riscontrato particolare interesse anche in Francia e Germania con moltissime piante disponibili all’uso, resistenti a temperature elevate, vicinanza al mare, carenza d’acqua e con una fioritura che segna l’intera stagione estiva, tanto che anche alcuni stabilimenti balneari nazionali hanno già avviato i contatti per l’installazione. I vivai Faro di Giarre in provincia di Catania propongono di utilizzare sistemi di separazione con spalliere di piante mediterranee con l’obiettivo di conciliare le nuove regole per la tutela della salute con il bello e piante come l’ulivo, il mirto o il gelsomino sono alcune delle alternative che ben si adattano a questo scopo per separare tavoli, delimitare confini o anche – conclude la Coldiretti – per le soste in esercizi commerciali creando un percorso verde in attesa del proprio turno per alleggerire il tempo trascorso ad aspettare.
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Pecoraro Scanio “Per il bonus bici subito procedure semplici e fondi”

ROMA (ITALPRESS) – “Dopo aver stanziato 15 milioni di euro per le piste ciclabili, nel novembre 2007, da Ministro dell’Ambiente, realizzai la prima Conferenza Nazionale della Bicicletta a Milano, che fu occasione per parlare concretamente della necessità di una nuova politica della mobilità ciclistica. Da allora, molti stop & go nelle azioni pro bike. Oggi c’è voluta un’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 per avere un significativo stanziamento per promuovere l’uso della bicicletta nelle nostre città. 120 milioni sono un buon inizio ma intanto occorrono subito procedure semplici per utilizzare rapidamente questo primo stanziamento. Spero che durante il processo di conversione del decreto si riescano a trovare ulteriori risorse per la mobilità, su due ruote e elettrica, nelle nostre aree urbane e magari anche per sostenere le attività turistiche collegate all’uso della bici e dell’elettrico”. Lo afferma in una nota Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde.
“#RipartiamoInBici è importante per una ripartenza senza smog, in considerazione dell’alto livello di inquinamento atmosferico che si registra nelle aree urbane del nostro Paese e che, secondo i dati dell’OMS, causa circa 70.000 morti premature all’anno”, conclude l’ex ministro dell’Ambiente.
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