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DA ABOCA EDIZIONI LIBRO DI ALAN WAYNE BERTI

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Esce, edito da Aboca Edizioni, il libro  “Lenti e felici (come una lumaca)” di Alan Wayne Berti. 
Ex militare paracadutista in zone di guerra, riscopre un nuovo modo, più felice e più autentico, di affrontare la vita grazie al fascino di un animale molto familiare a tutti, la lumaca. 

Una piccola storia sull’amore per la natura. La riscoperta del gusto per la vita grazie al fascino di un animale familiare a tutti ma su cui c’è molto da scoprire. Alan Wayne Berti – nato in Sudafrica – non aveva mai pensato di potersi interessare a un essere tanto piccolo e apparentemente insignificante.

Eppure un giorno la sua bambina gli mostra la lumaca che tiene fra le mani. “Papà, giochiamo a fare un allevamento per le lumache?”. In quel momento nella testa di Alan si accende una lampadina: e se quella non fosse soltanto una fantasia, un sogno? Man mano che impara a conoscerle, infatti, le lumache gli insegnano qualcosa. Questi piccoli animali diventano insomma per lui la chiave per riscoprire un nuovo modo, più felice e più ‘autentico’, di affrontare la vita.

EDUCAZIONE AMBIENTALE, BANDO DA 1,3 MLN PER I PROGETTI

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A pochi giorni dalla firma del Protocollo che porterà l’educazione ambientale in tutte le scuole, è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente il bando da 1,3 milioni di euro per proposte di attività di educazione ambientale, che dovranno essere coerenti con i principi e gli impegni espressi nella Carta dell’educazione ambientale approvata nel novembre 2016, e con la strategia ‘plastic free’ avviata dal Ministero dell’Ambiente.

Uno stanziamento che “rappresenta il primo passo verso l’obiettivo dichiarato di far entrare l’educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado”, ha affermato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, spiegando che “associazioni, scuole, istituzioni avranno così la possibilità di collaborare alla diffusione di una nuova consapevolezza ambientale, perché per costruire un futuro migliore dobbiamo puntare sulla diffusione di un ‘pensiero ambientale’ tra le nuove generazioni”.

Nel dettaglio, il ministero dell’Ambiente rende disponibile uno stanziamento complessivo di 800mila euro; il MIUR, per le stesse finalità, l’ulteriore somma di 500mila euro che verrà utilizzata, all’occorrenza, per i progetti che si collocheranno in posizione utile nella graduatoria qualora le risorse già stanziate dal ministero dell’Ambiente non siano sufficienti.

Tre potranno essere le aree di intervento dei progetti: qualità dell’aria ed energia pulita, valorizzazione della biodiversità, raccolta differenziata dei rifiuti e lotta alle ecomafie.

Le proposte dovranno consentire la realizzazione, prioritariamente nei territori di pertinenza dei 24 Parchi nazionali, di progetti in materia di educazione, comunicazione ambientale e allo sviluppo sostenibile, e potranno essere presentati da associazioni riconosciute operanti nel settore  della tutela ambientale e della promozione di corretti stili di vita, in collaborazione con le scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado del sistema nazionale di istruzione.

Le associazioni potranno inoltre avvalersi della collaborazione dell’Ispra, del comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari e del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera.

I progetti dovranno contenere un budget analitico ed una descrizione dettagliata del richiedente e dei partner, l’ammontare complessivo del singolo contributo non potrà essere superiore a 30mila euro, e le proposte dovranno essere presentate entro il 20 gennaio 2019.

WWF: “2018 SENZA SVOLTA SU CLIMA E BIODIVERSITÀ”

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“L’anno che si avvia alla conclusione ci lascia insoddisfatti perché, a livello globale, è mancato di un vero scatto in avanti rispetto alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e alla difesa della biodiversità che, come dimostrano i dati presentati dal WWF con il Living Planet Report continua ad essere in rapido declino in tutto il mondo: in soli 50 anni è scomparso più del 20% della superficie delle foreste dell’Amazzonia, mentre gli ambienti marini del mondo hanno perso quasi la metà dei coralli negli ultimi 30 anni. Nemmeno il preoccupatissimo allarme lanciato dall’ultimo rapporto sul cambiamento climatico pubblicato dall’IPCC è riuscito a fare aprire gli occhi ai decisori politici segnalando l’urgenza di un cambio di paradigma nel modo in cui gestiamo l’energia, i suoli, l’industria, le costruzioni, i trasporti e le città”. Lo afferma la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi facendo un consuntivo dell’anno che si avvia alla fine.

 

“Anche per l’Italia il 2018 è stato un anno in cui, spesso, alle attese non sono seguiti i fatti. Da un lato c’è stata finalmente una presa di coscienza contro il nemico dei mari e delle spiagge: la plastica. Si tratta di un tema su cui il WWF si è speso molto nel 2018 (ricordiamo il Tour Spiagge Plastic Free che ha coinvolto 1000 volontari in 41 appuntamenti, la petizione che ha raccolto più di 600.000 firme e il Report Mediterraneo in Trappola) e continuerà ad impegnarsi a fondo anche nel 2019 con tantissime iniziative tra cui la collaborazione con il Jova Beach Party (il tour 2019 di Jovanotti) che supporterà la nostra campagna di contrasto all’inquinamento da plastiche. Su questo tema vanno segnalate le iniziative assunte dal Ministero dell’Ambiente sul tema, anche grazie alla spinta propulsiva del ministro Costa. È stato, invece, un anno da dimenticare per la biodiversità italiana. A causa dei calendari venatori e altri provvedimenti sulla caccia varati dalle regioni, il 2018 può essere considerato come un vero e proprio annus horribilis. Il WWF ha difeso i nostri animali selvatici nei tribunali con ben 12 ricorsi di cui 9 andati a buon fine”, continua la leader dell’associazione.

“Nonostante il 2018 fosse cominciato con la sottoscrizione in campagna elettorale del Patto per l’ecologia, proposto dal WWF per rilanciare sul piano nazionale ed internazionale il Ministero dell’Ambiente, da parte di tutte le maggiori forze politiche (un segnale che avevamo colto con fiducia) purtroppo nella parte finale abbiamo assistito ad un clamoroso dietrofront, con il decreto Genova, divenuto il contenitore di alcuni provvedimenti gravissimi, come quelli sul condono di Ischia e sullo spandimento dei fanghi in agricoltura – sottolinea Bianchi -. Per le nostre aree protette restano aperte tutte le criticità messe in luce dal Check-Up Parchi pubblicato a settembre dal WWF con i Parchi Nazionali che necessitano di un serio rilancio e le Aree marine protette che non solo non possono continuare ad essere ‘aree protette di serie B’ ma che devono acquisire dignità a livello economico e gestionale. Anche il 2018 ha messo in evidenza come il nostro territorio sia particolarmente esposto ai fenomeni estremi che con i cambiamenti climatici tendono ad aumentare in frequenza e intensità. È necessario che gli investimenti annunciati per affrontare il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza diventino subito concreti e reali. Infine, le bonifiche: devono uscire dalla carta su cui rimangono da decenni e diventare realtà”.

 

COSTA: “MAI FIRMATO AUTORIZZAZIONI A TRIVELLE”

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“Da quando sono Ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. Non sono diventato Ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. Voglio che sia chiaro”. Lo scrive su Facebook il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

“I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra ‘amica dell’ambiente’ – aggiunge -. Noi siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato. E lavoreremo insieme per inserire nel dl Semplificazioni una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise”.

“Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto. Anche per questo incontrerò personalmente i comitati Notriv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni”, conclude Costa.

 

ALPI MARITTIME CANDIDATE A PATRIMONIO UNESCO

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Le Alpi marittime sono candidate a entrare nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. La candidatura promossa dal ministero dell’Ambiente è stata confermata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. L’Italia è capofila di questa candidatura che vede insieme anche Francia e Principato di Monaco. La valutazione definitiva è attesa entro giugno. 

La Commissione nazionale ha anche preso atto favorevolmente della richiesta del Ministero dell’Ambiente di avviare un procedimento per estendere il sito Unesco delle faggete vetuste a ulteriori foreste, tra le quali quelle delle le foreste del Cansiglio e dei parchi nazionali del Pollino, dell’Aspromonte e del Gargano.

Per quanto riguarda la candidatura degli “Ecosistemi forestali della Sila” per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale come sito naturale, il Consiglio direttivo ha deciso di soprassedere alla sua presentazione in quanto la candidatura ha ricevuto una valutazione negativa da parte dell’UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), organo di valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale competente per l i siti naturali.

Nella sua valutazione l’UICN ha messo in risalto che l’area inclusa nella candidatura ha già ottenuto nel 2014 il riconoscimento di Riserva della Biosfera Unesco.

“L’Italia è orgogliosa di avere un patrimonio naturale e una ricchezza di biodiversità che il mondo ci invidia. Stiamo ulteriormente arricchendo il quadro dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, riconoscimenti che aiutano a promuovere il territorio, la microeconomia locale e l’ecoturismo” ha detto Sergio Costa, ministro dell’Ambiente.

“Nessuno si senta amareggiato se la candidatura della Sila non ha trovato accoglimento, gode già del prestigioso riconoscimento MAB Unesco, ed è un nostro preciso impegno organizzare nei prossimi mesi presso l’Unesco una serie di iniziative per valorizzare quel territorio”, ha concluso.

 

ENEA-CONFCOMMERCIO, INTESA PER SVILUPPO SOSTENIBILE

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Ricerca, formazione, informazione e analisi per l’uso efficiente delle risorse e la riqualificazione energetica. È quanto previsto dal Protocollo d’intesa sullo sviluppo sostenibile siglato da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e Federico Testa, presidente di ENEA, in occasione del Convegno “Pericolo Mediterraneo per l’economia del mare”.

Una collaborazione quadriennale che unisce la ricerca e la realizzazione di progetti volti al perseguimento dello sviluppo sostenibile, favorendo la transizione verso un modello di economia circolare. 

Il convegno, che si è svolto nella sede di Confcommercio a Roma, è stato inoltre l’occasione per porre l’attenzione sul problema del cambiamento climatico e dell’innalzamento del Mar Mediterraneo. Entro la fine del secolo, l’innalzamento del mare che riguarda le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 (modello cautelativo) e tra 1,31 e 1,45 metri (modello meno prudenziale): questi i dati dello studio svolto e presentato questa mattina da ENEA.

Quaranta sono al momento le aree costiere della Penisola che rischiano l’inondazione, se non saranno messi in campo interventi finalizzati alla mitigazione e all’adattamento della costa.

“Questo Protocollo è solo una goccia nel mare delle politiche ambientali, ma è un passo molto importante per Confcommercio e per l’attuazione di politiche sostenibili”, ha detto Sangalli, commentando la firma dell’intesa con ENEA. “Turismo e Trasporti sono settori strategici per l’economia del mare: il turismo vive di qualità ambientale e i trasporti sono fondamentali per la competitività complessiva del sistema-paese. Il comune denominatore del binomio trasporti-turismo è proprio la tutela e la valorizzazione del Mar Mediterraneo”. Il presidente di Confcommercio ha poi voluto sottolineare “oltre 200 mila imprese (tra pesca, cantieristica, trasporti marittimi, turismo e attività di ricerca), il 3% del Pil totale, 880 mila occupati: questa è l’Economia del mare in Italia”. Per questo è fondamentale attuare politiche integrate che riducano l’impatto del cambiamento climatico e dell’innalzamento del Mar Mediterraneo sulla Blue Economy.

“Generalmente, facendo ragionamenti concreti, pensiamo sempre solo alle imprese di un certo tipo, senza tener conto del fatto che in Italia ci sono molte imprese più piccole, di scala ridotta – ha aggiunto Testa -. Per queste imprese, è necessario portare competenze dall’esterno e fornire servizi adeguati per formarle ed informarle su tematiche che sono fondamentali, come l’economia circolare, e accompagnandole anche nella transizione”. 

All’evento erano presenti anche Patrizia Di Dio, membro della giunta Confcommercio con delega all’ambiente; Fabrizio Antonionioli, direttore di ricerca ENEA, che ha illustrato i dati sull’innalzamento dei mari; Luigi Merlo, Presidente Federlogistica-Confturismo; Luciano Serra, Presidente Assonat-Confturismo; Antonio Capacchione, Presidente Sib-Fipe; Giovanni Pettorino, Comandante del Corpo delle Capitanerie di Porto.

 

PROGETTO QUELIMANE LIMPA, MODELLO MILANO IN MOZAMBICO

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Inaugurato in Mozambico il centro di compostaggio di Quelimane Limpia, progetto finanziato nel 2016 dall’Unione Europea, cofinanziato dalla Regione Lombardia e Fondazione Peppino Vismara, realizzato dalla municipalità di Quelimane con il supporto del Comune di Milano, Celim, CetAmbLab, Amsa-Gruppo A2A. Quelimane, quarta città del Mozambico e capoluogo della Zambesia, regione tra le più povere della nazione (alto tasso di mortalità infantile, decessi di minori sino ai cinque anni e delle gestanti), grazie alle scelte della sua amministrazione locale è una delle realtà più impegnate nel ridisegno dei propri sistemi urbani nel campo della sicurezza alimentare, della gestione dei rifiuti e delle acque potabili e di depurazione. Nella delegazione del sistema Milano è presente anche MM per un’analisi di fattibilità di alcuni interventi migliorativi del sistema di gestione delle acque.  

Il Mozambico è uno dei paesi che vede il maggiore impegno della cooperazione italiana nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (SDG – sustainable development goals) e la città di Quelimane ha ricevuto per il progetto Quelimane Limpia il riconoscimento di buona pratica, sul tema di sicurezza alimentare, da parte dell’Unicef.

 

Di fronte all’insufficiente e inefficiente raccolta dell’immondizia e all’assenza di un sistema di differenziazione e riciclo nella municipalità di Quelimane, CELIM intende migliorare le condizioni igienico-ambientali nella città africana rafforzando la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti (autorità locali, società civile e settore privato).  

Il progetto, della durata di due anni e mezzo, prevede l’ampliamento e il miglioramento dei servizi di raccolta in carico all’impresa municipale principalmente attraverso la formazione degli addetti e la fornitura di mezzi e contenitori; la creazione di micro-imprese legate alla gestione e al riciclo di rifiuti, in particolare plastica e materiale organico, attraverso servizi micro-finanziari per i primi investimenti, attività di formazione e assistenza, fornitura di mezzi e attrezzature di lavoro; la costruzione e l’equipaggiamento di un centro di compostaggio e un centro per il trattamento della plastica e la formazione tecnica del personale; il coinvolgimento della società civile attraverso campagne di sensibilizzazione, materiale divulgativo ed educazione ambientale nelle scuole; la promozione dell’uso di compost tra i contadini.

 

Lo sviluppo del progetto ha previsto 4 fasi: 1. Analisi produzione rifiuti, progettazione sistema e formazione (Amsa e CetAmbLab)  2. Ristrutturazione di parte del mercato centrale con creazione di sistema di collettazione delle acque e raccolta differenziata della frazione organica (individuata come frazione principale di rifiuto) (Municipio di Quelimane e Celim) 3. Avvio raccolta differenziata dell’organico prodotto nel mercato centrale mediante la creazione di micro imprese (Municipio di Quelimane-Celim) 4. Costruzione del centro di compostaggio e riciclaggio della plastica con annesso vivaio (Municipio di Quelimane, Celim e CetAmbLab).

Complessivamente l’impianto di compostaggio ha una capacità di trattamento di 40 tonnellate anno, che dovrebbe permettere di intercettare i rifiuti organici del mercato centrale e di un secondo mercato rionale.  Per facilitare la raccolta della frazione organica è stato adottato il sistema messo a punto da Amsa, società del Gruppo A2A, e Novamont per i mercati scoperti della città di Milano che si basa sull’utilizzo di sacchi compostabili da 80 lt e reggi sacco che sono stati installati all’interno del mercato di Quelimane.

Fondamentale è stata l’azione di sensibilizzazione delle comunità e degli operatori dei mercati da parte del Municipio di Quelimane e Celim che ha permesso di formare 2000 persone. Il progetto ha consentito, inoltre, di posizionare 150 cestoni stradali per migliorare il servizio di raccolta stradale di EMUSA, parallelamente ad una attività di sensibilizzazione della popolazione. Infine sono stati razionalizzati gli itinerari di vuotatura dei 54 container stradali che, insieme alle 12 ecoisole, costituiscono l’attuale rete di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Questo modello di city-to-city cooperation ha permesso il trasferimento di conoscenze su più livelli: tecnici, dirigenti ed anche a livello politico, raggiungendo risultati concreti sul campo e consentendo la modifica delle politiche pubbliche urbane sulla gestione dei residui solidi urbani. Quelimane, inoltre, è una delle città, tra le capitali regionali, più attive nell’ambito del Milan Urban Food Policy Pact e presente nei contesti internazionali come uno degli ambasciatori delle esigenze e delle problematiche delle città africane.

 

MATTARELLA “CALAMITÀ PER SCARSA CURA TERRITORIO”

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“La tematica ambientale è davvero fondamentale. In Italia molte emergenze e calamità naturali sono dovute o aggravate nelle conseguenze dalla scarsa cura del territorio”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento a Viterbo all’inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019 dell’Università degli Studi della Tuscia.

“La cura del territorio non solo preserva le bellezze del Paese ma è decisiva anche sul piano economico”, ha sottolineato Mattarella.

Per il capo dello Stato sul fronte ambientale “vi è un’equità intergenerazionale che siamo chiamati a rispettare. Non possiamo depauperare le prossime generazioni di tutto quello che stiamo utilizzando noi”.