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Il 94% delle aziende non ha i talenti necessari per gli obiettivi ESG

MILANO (ITALPRESS) – La transizione ecologica e i cambiamenti che richiederà alle imprese saranno il principale fattore che influenzerà il mercato del lavoro nei prossimi anni ed entro il 2030 nei settori dell’energia pulita, dell’efficienza e delle tecnologie a basse emissioni si creeranno fino a 30 milioni di posti di lavoro nel mondo. Lo afferma il report The Greening World of Work di ManpowerGroup, che analizza l’evoluzione del mercato del lavoro di fronte alla sfida della sostenibilità.
A livello globale il 94% dei datori di lavoro riconosce di non avere in azienda i professionisti necessari per raggiungere i propri obiettivi ESG e per questo il 70% delle aziende già pianifica di assumere talenti nell’ambito della sostenibilità, i cosiddetti “green jobs”, cioè quelle posizioni che non possono essere svolte senza competenze specifiche rispetto ai diversi ambiti della sostenibilità. Questi profili richiedono di padroneggiare un’ampia varietà di “green skills” specializzate.
I settori verdi emergenti sono quelli dell’energia rinnovabile, della sostenibilità, della bonifica ambientale, ma l’interesse per l’assunzione di talenti green è trasversale a tutti i comparti, in particolare nell’ambito della produzione (36%), delle operazioni e della logistica (31%), dell’IT (30%), delle vendite e il marketing (27%), dell’ingegneria (26%), dell’amministrazione (25%) e delle risorse umane (25%).
L’impegno sui criteri ESG – ambiente, società e governance – è infatti considerato prioritario dalle aziende, anche grazie alla spinta data dai finanziamenti governativi per la sostenibilità, come il Green Deal europeo da 225 miliardi di euro. D’altra parte, come indica il report, mancanze nelle performance ESG possono avere un impatto negativo sui risultati fino al 21%. Mentre il 67% delle persone in cerca di lavoro preferisce candidarsi in aziende impegnate nel ridurre il proprio impatto ambientale. Distinguersi come azienda leader in materia di sostenibilità può dunque fare la differenza nel reclutamento di nuovi talenti.
In Italia, Manpower ha oltre 2.000 posizioni “verdi” aperte. Tra le figure più ricercate ritroviamo il meccatronico e meccanico industriale green, l’ingegnere per l’energia eolica, il manager ambientale, l’architetto green, il zero-waste program manager, l’ingegnere della mobilità elettrica. Inoltre, come rileva Jefferson Wells, brand di ManpowerGroup per la ricerca e selezione di senior ed executive manager, accanto a queste figure specializzate, esiste una necessità anche di profili strategici e manageriali, ad esempio analista per l’energia rinnovabile, manager dei rischi ambientali, chief sustainability officer, project manager ESG, director of sustainable manufacturing innovation, project manager per l’edilizia ecologica.
Ben il 55% dei datori di lavoro, infatti, è convinto che gli investimenti nella trasformazione ecologica delle imprese creeranno nuovi posti di lavoro nella propria azienda. Ma oltre a nuove assunzioni, un ruolo fondamentale sarà quello della formazione e dell’aggiornamento professionale dei dipendenti: il 61% della forza lavoro globale avrà bisogno entro il 2027 di ulteriore formazione in green skills che permettono alle aziende di migliorare il proprio impatto ambientale. Tra queste vi sono competenze in materia di mitigazione dell’inquinamento e prevenzione dei rifiuti, bonifica ambientale, acquisti sostenibili, produzione e gestione dell’energia, ecc.
“L’economia verde è in continua crescita, basti pensare come di recente gli investimenti globali nell’energia solare nel 2023 abbiano superato quelli nel petrolio. Davanti a questo scenario, i datori di lavoro devono ottimizzare la gestione dell’organico per attrarre, assumere e trattenere i lavoratori in un contesto di persistente scarsità di talenti e di crescente domanda di lavori in ambito sostenibilità”, ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “A questo si aggiungono gli sforzi di upskilling e reskilling che devono essere incrementati per colmare le carenze di competenze green. ManpowerGroup è pronta a supportare le aziende in questa complessa ma fondamentale trasformazione attraverso le nostre Academy, per le quali solo nell’ultimo anno abbiamo attivato svariati corsi nei settori dell’energia e della sostenibilità”.
ManpowerGroup è in prima fila con le proprie Academy per formare i lavoratori nel guidare la transizione energetica. Nell’ultimo anno sono stati erogati, o lo saranno a breve, corsi per posatori e giuntisti di fibra ottica, manutentori e installatori per il settore dell’energia, addetti alla costruzione e installazione di impianti fotovoltaici e tecnici installatori e manutentori di impianti eolici.
– foto ufficio stampa SEC Newgate (nella foto Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia) –
(ITALPRESS).

FNM e Alstom presentano il primo treno a idrogeno d’Italia

MILANO (ITALPRESS) – FNM, principale Gruppo integrato nella mobilità sostenibile in Lombardia, ha presentato oggi, insieme all’azienda costruttrice Alstom, leader globale nella mobilità intelligente e sostenibile, il treno Coradia Stream alimentato ad idrogeno che segna l’inizio di una nuova era nel trasporto ferroviario passeggeri in Italia. L’evento si è svolto all’interno di EXPO Ferroviaria 2023. Il treno entrerà in servizio commerciale in Valcamonica tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di FERROVIENORD su cui il servizio è gestito da Trenord, nell’ambito del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Il Coradia Stream, alimentato a idrogeno, risponde all’obiettivo europeo di ridurre del 100% le emissioni di C02 entro il 2050 ed è il primo treno a zero emissioni dirette di CO2 per l’Italia dotato di celle a combustibile a idrogeno, con una capacità totale di 260 posti a sedere e un’autonomia superiore a 600 km.
Alla cerimonia di presentazione hanno partecipato il Sen. Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il Sen. Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Lombardia, presente con gli assessori Franco Lucente (Trasporti e Mobilità sostenibile), Claudia Maria Terzi (Infrastrutture e Opere pubbliche) e Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda. Sono intervenuti inoltre il presidente di FNM Andrea Gibelli, il Presidente di FERROVIENORD Fulvio Caradonna, la Presidente di Trenord Federica Santini, l’Amministratore Delegato di Trenord e Direttore Generale di FNM Marco Piuri, il Presidente Alstom della Regione Europa, Gian Luca Erbacci e il Direttore Generale di Alstom Italia e Presidente e AD di Alstom Ferroviaria, Michele Viale. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto con un video messaggio nel corso dell’inaugurazione.
L’evento di oggi fa seguito all’accordo firmato da FNM e Alstom nel novembre 2020 che prevede la fornitura a Trenord di 6 treni a celle a combustibile a idrogeno, con opzione per ulteriori otto.
L’introduzione del treno a idrogeno fa parte del progetto H2iseO Hydrogen Valley.
Promosso da FNM, FERROVIENORD e Trenord, H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di 3 impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 (a Brescia, Iseo e Edolo), oltre che la messa in servizio di 40 autobus ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta oggi utilizzata da FNM Autoservizi.
I nuovi treni a idrogeno sono basati sul modello del treno regionale monopiano Coradia Stream di Alstom, rivolto al mercato europeo e già prodotto da Alstom in Italia. Il Coradia Stream a idrogeno manterrà gli elevati standard di comfort già apprezzati dai passeggeri nella sua versione elettrica e garantirà le medesime prestazioni operative dei treni diesel, compresa l’autonomia. Il Coradia Stream a Idrogeno può operare sulle linee non elettrificate in sostituzione dei treni che utilizzano combustibili fossili, e offre caratteristiche di comfort e silenziosità paragonabili a quelle degli altri modelli Coradia elettrici, con un’autonomia di oltre 600 km.
Il treno è stato creato e prodotto negli stabilimenti Alstom in Italia, coinvolgendo il sito di Savigliano per lo sviluppo, la certificazione, la produzione e il collaudo, il sito di Vado Ligure per l’allestimento della ‘power car’ in cui è installata la parte tecnologicamente innovativa legata all’idrogeno, il sito di Sesto San Giovanni per i componenti e il sito di Bologna per lo sviluppo del sistema di segnalazione.
“L’evento di oggi segna una tappa fondamentale del percorso iniziato dal Gruppo FNM a novembre 2020 con H2iseO – ha spiegato il presidente di FNM Andrea Gibelli -. Si tratta di un progetto con un alto contenuto di innovazione, che abbraccia le dimensioni sociale, economica, geografica, ambientale e della mobilità e ha un grande valore in termini di sostenibilità perchè ci consente di utilizzare l’infrastruttura ferroviaria già esistente mettendo in servizio i nuovi treni a idrogeno, che sono in grado di abbattere le emissioni, di contribuire alla decarbonizzazione della mobilità nella valle e di garantire maggiore comfort ai viaggiatori. Inoltre, la creazione di un distretto economico e industriale basato sull’idrogeno, a partire dalla mobilità ferroviaria ma non solo, avrà ricadute positive sull’economia e l’occupazione del territorio”.
“FERROVIENORD sta lavorando con grande impegno nella realizzazione degli impianti e delle opere infrastrutturali collegate – ha sottolineato il presidente di FERROVIENORD Fulvio Caradonna – in vista dell’avvio della fase di test e del servizio commerciale del treno. Il tutto si sta svolgendo con la massima attenzione al tema della sicurezza e della sostenibilità e non potrebbe essere altrimenti.
L’elaborazione dei progetti e la cantierizzazione delle opere seguono procedure rigorose da questo punto di vista”.
‘Siamo orgogliosi di essere qui oggi insieme a FNM per presentare il primo treno a idrogeno che entrerà in servizio nel sistema ferroviario italiano. Un progetto che rappresenta un progresso significativo per l’intero settore ferroviario e conferma il ruolo di Alstom nell’anticipare e plasmare il futuro della mobilità con nuove soluzioni di trasporto altamente sostenibili.’ – ha dichiarato Michele Viale, Direttore Generale di Alstom Italia e Presidente e Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria. ‘Il treno a idrogeno sarà protagonista della prima Hydrogen Valley italiana, situata in Valcamonica lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, e sostituirà gli attuali treni a diesel’.
“La mobilità pesante è il primo settore di applicazione dell’idrogeno – ha commentato Marco Piuri, Amministratore Delegato di Trenord e Direttore Generale di FNM. “Inaugurare l’uso di questa tecnologia in un ambito che connette, per vocazione, fa sì che il suo valore non solo si realizzi nel singolo progetto, ma si propaghi ad altri ambiti. Penso a industrie e servizi che potranno essere raggiunti dalla rete dell’idrogeno. Questo è l’obiettivo che puntiamo a realizzare con H2iseO: vogliamo che sia scalabile, oltre la mobilità ferroviaria e su bus. Solo questo ci consentirà di dare vita realmente a una Hydrogen Valley. H2iseO è un passo di un percorso più ampio: in questi anni, in Valcamonica abbiamo progressivamente rinnovato la flotta, passando da vecchie automotrici diesel ai più moderni ATR, più performanti e meno inquinanti, fino ad arrivare all’idrogeno. Che significa questo? Che passeremo in mezzo ai piccoli paesi rilasciando vapore acqueo al posto del fumo nero di qualche anno fa».
Federica Santini, Presidente di Trenord, ha dichiarato: “La sostenibilità è il nostro obiettivo e anche la nostra traiettoria. Il treno alimentato a idrogeno è un tassello essenziale di questo percorso che si costruisce nel progredire quotidiano di Trenord. Essere sostenibili per noi significa usare un processo di co-innovazione, condiviso con varie realtà del nostro complesso ecosistema, per sviluppare progettualità a tutto tondo che fanno crescere la cultura aziendale, caratterizzano i processi industriali e mettono a terra soluzioni compatibili con la tutela dell’ambiente, il risparmio energetico e l’uso della tecnologia a servizio dei cittadini. Il treno a idrogeno – insieme a oltre 200 treni nuovi e alla digitalizzazione dei sistemi di vendita – diventa oggi protagonista di questa ideale linea di crescita aziendale che serve, innanzitutto, alla vita sostenibile dei nostri clienti-viaggiatori”.
Alstom è fornitore e manutentore del Gruppo FNM da oltre 15 anni. Durante questo periodo, Alstom ha contribuito all’esercizio e alla manutenzione di oltre 100 treni EMU a un piano, tra cui 60 unità Coradia Stream e 90 locomotive E464.
-foto ufficio stampa Havas-
(ITALPRESS).

Presentato il rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”

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MILANO (ITALPRESS) – Il cibo, i prodotti agroalimentari locali e i piatti tipici sono fondamentali nella pianificazione di un viaggio e per dirsi soddisfatti di una vacanza. Assaggi e degustazione nei luoghi di produzione (frantoi, caseifici, mulini, vigne, etc.), soggiorni in agriturismi o fattorie che offrono i propri prodotti, unitamente all’offerta di itinerari a tema (vie del vino, dell’olio, etc.) sono molto apprezzati con una media dei voti che supera l’8 su 10. Gli italiani conoscono (87%) e hanno una buona considerazione (72%) del turismo sostenibile e per questo chiedono standard di sostenibilità sempre più elevati da parte delle strutture e una maggiore promozione, da parte delle Istituzioni, per i cibi e prodotti made in Italy. È questa la prima fotografia che emerge dal 13° Rapporto “Italiani, turismo sostenibile l’ecoturismo”, realizzato dalla Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi e presentato questa mattina da Elena dell’Agnese (Presidente Associazione dei Geografi Italiani e professore ordinario presso l’Università di Milano-Bicocca) in occasione del convegno “Dal Grand Tour al brand Italia. Made in Italy, cucina italiana e ospitalità per un turismo sostenibile”.
L’evento, promosso per celebrare l’odierna Giornata Mondiale del Turismo, è stato ospitato presso il Radisson Collection Hotel – Palazzo Touring Club Milan e organizzato dalla stessa Fondazione insieme al Touring Club Italiano, con la partecipazione di United Nations World Tourism Organization (UNWTO), con report partner ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert – Assessment & Certification e, in qualità di partners: CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e Fedegroup. Media partners: Askanews, Italpress, RTL 102.5, La Notizia, TeleAmbiente, La Cucina Italiana, Opera2030, GustoH24, Trekking&Outdoor.
Dopo il saluto di benvenuto al Radisson Collection Hotel – Palazzo Touring Club Milan, ha avviato i lavori Zurab Pololikashvili (Segretario Generale UNWTO) che, in videomessaggio, ha sottolineato l’importanza di incoraggiare gli investimenti verdi nel turismo, “un pilastro delle nostre economie che svolge un ruolo centrale nelle nostre società e nelle nostre vite individuali e offre soluzioni ad alcune delle nostre maggiori sfide, tra cui l’emergenza climatica e l’urgente necessità di passare a economie più sostenibili”.
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde, Professore di turismo sostenibile ed ecoturismo presso le Università Milano-Bicocca, Roma-Tor Vergata, Napoli-Federico II): “Il Rapporto rivela che quasi la totalità degli italiani (95%) ritiene il cibo, i prodotti made in Italy e i piatti tipici del nostro Paese fattori importanti per far crescere il turismo in Italia ma solo il 46% ritiene che siano sufficientemente promossi dalle Istituzioni. Altissima è anche la percentuale (85%) di chi è favorevole a introdurre sistemi di certificazione dell’autenticità di prodotti Made in Italy, in Italia e all’estero. Occorre quindi rafforzare la qualità delle tante iniziative di promozione, che spesso sono scoordinate e senza un’efficace misurazione dei risultati, ma anche di contrasto all’italian sounding. Dal Rapporto emerge un sentimento diffuso che percepisce la grandissima occasione di sostenere la cultura del cibo che da sempre contraddistingue l’Italia e rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour anche enogastronomico unico. Ce lo conferma anche l’altissimo consenso per la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio immateriale dell’Umanità (82%). Innovazione digitale e transizione ecologica (EcoDigital) sono i pilastri per rendere il comparto dell’accoglienza maggiormente competitivo, smart, sicuro e resiliente”.
Franco Iseppi (Presidente Touring Club Italiano): “Il turismo è per sua natura territoriale e continuerà a esserlo se, come sta avvenendo, alla centralità storica di coste, beni culturali e montagne si integreranno ancor meglio, a pari titolo, altre e diverse offerte come i beni enogastronomici, i prodotti del made in Italy, l’ambiente (con la sua eccezionale biodiversità), i cammini, i borghi, le industrie creative, gli eventi, le grandi feste di tradizione e religiose. In presenza di così tanti e rilevanti attrattori che connotano l’Italia, il ruolo dei territori è quello di massimizzare ed esaltare l’esperienza turistica dei viaggiatori, facendoli sentire ‘accolti’, al centro di un progetto (il viaggio) che può creare un sodalizio duraturo o comunque memorabile tra visitatore e luoghi. Ciò concorre a rendere distintiva l’esperienza vissuta: in una dimensione ideale, dunque, tempo e spazio si dilatano, vanno cioè oltre la durata e i luoghi reali della vacanza per continuare a vivere nella mente del viaggiatore anche una volta tornato nel luogo di origine e a distanza di mesi e anni. Tutto questo è possibile però solo a condizione che l’idea di turismo alla quale ispirarsi sia sostenibile”.
Gian Marco Centinaio (Vicepresidente del Senato della Repubblica): “Il legame tra turismo e Made in Italy agroalimentare ormai è sotto gli occhi di tutti. Il mercato sta cambiando molto rapidamente, sia nel campo dell’alimentazione che in quello turistico, e l’Italia ha tutte le carte in regola per essere protagonista a livello mondiale di questo cambiamento. Però non è qualcosa che può accadere automaticamente. Istituzioni, imprese e mondo del lavoro devono accompagnare e sostenere lo sviluppo di questi settori con azioni mirate. Prima di tutto, occorre tutelare e promuovere meglio i nostri prodotti di eccellenza in tutti i mercati, fisici e digitali. Così come dobbiamo promuovere un’evoluzione del turismo, che deve diventare più sostenibile, diffuso sul territorio e destagionalizzato. Possiamo guardare al futuro con fiducia, ma serve anche tanto impegno”.
Valentino Valentini (Viceministro delle imprese e del made in Italy), in un videomessaggio, ha sottolineato che “c’è un nesso stretto tra made in Italy e turismo”. Ciò che rende unico il brand Italia è la sua natura esperienziale, proprio perché i nostri prodotti “trasmettono valori e vissuto che li rendono attraenti in tutto il mondo”. Altro aspetto evidenziato dal Viceministro è quello legato alla gastronomia “dove vi è una trasmissione diretta che non ha bisogno di mediazioni culturali. Ciò che rende unica la nostra cucina è la qualità dei suoi ingredienti e la sostenibilità è entrata anche nella maniera in cui coltiviamo e produciamo le nostre specialità”. Tra le misure di tutela e promozione, Valentini ha poi aggiunto che “nel ddl Made in Italy cerchiamo di tutelare i territori, i saperi, le filiere affinché siano diffusi”. L’aspetto sostanziale che viene sostenuto nel disegno di legge riguarda proprio la sostenibilità, divenuta “un qualcosa che fa parte del bello e il bello fa parte del made in Italy, quindi i luoghi, gli ambienti, le strutture sostenibili. O il turismo fa della sostenibilità l’essenza della sua bellezza, e dei prodotti del made in Italy, oppure sarà sempre più difficile continuare su una strada che ormai abbiamo deciso di abbandonare”.
Alessandra Priante (Direttore Europa UN World Tourism Organization – UNWTO), in un videomessaggio, ha ricordato: “Il World Tourism Organization ha promosso il turismo per lo sviluppo rurale come elemento chiave della propria strategia per i prossimi anni. Ne è un esempio l’iniziativa Best Tourism Villages che intende valorizzare quelle realtà che hanno dimostrato di avere una serie di elementi premianti per un turismo veramente sostenibile, quali mobilità, inclusione, sostenibilità sociale ed economica ed un buon approccio alla gestione dei flussi turistici. Altro tema chiave è il turismo come elemento d’inclusione: UNWTO e San Marino, dove verrà celebrata la seconda Conferenza mondiale sul Turismo Accessibile in Europa, intendono fornire una piattaforma dedicata ai governi e al settore privato per dare priorità all’accessibilità nelle politiche degli Stati membri. Dobbiamo consegnare i giusti strumenti alle piccole e medie imprese ma soprattutto formare la nuova generazione dei giovani che vorranno essere protagonisti nel settore del turismo”.
Nel corso del convegno sono state presentate due best practice di turismo made in Italy con gli interventi di: Luca Valentini (Direttore commerciale di MSC Crociere): “Nell’ambito delle best practices nel campo del turismo sostenibile, MSC Crociere può vantare la totale riconversione di Ocean Cay, isola delle Bahamas in uso per 99 anni, che la Compagnia ha trasformato da sito industriale in disuso per l’estrazione della sabbia in vera e propria riserva marina. Con ben 64 miglia quadrate bonificate e salvaguardate, il progetto Ocean Cay Marine Reserve mira ad ottenere un impatto positivo sull’ambiente e sull’eco-sistema marino, con la barriera corallina che ha ripreso a crescere grazie alla ricollocazione di 400 specie coralline. Si tratta, in definitiva, di un luogo incontaminato che oggi è a disposizione degli ospiti delle navi di MSC Crociere che fanno scalo nell’isola negli itinerari caraibici”. Valentini ha poi continuato sottolineando che “MSC Crociere sta guidando, già da qualche anno, il percorso di sostenibilità nel settore crocieristico e ha fissato come obiettivo finale il raggiungimento delle ‘zero emissioni’ entro il 2050. In tale direzione, ogni nuova nave della Compagnia è dotata di sistemi sempre più avanzati dal punto di vista delle tecnologie per la riduzione dell’impatto ambientale. MSC World Europa e MSC Euribia, le utlime navi entrate in flotta, sono caratterizzate da tecnologie innovative che le rendono tra le navi più ecologiche al mondo. Grazie all’alimentazione a GNL, il combustibile più pulito oggi in circolazione, le due navi hanno già azzerato le emissioni di particolato e abbattuto drasticamente quelle di azoto e zolfo”.
Giacomo Fasitta (Chief Sustainability Officer e Direttore tecnico di TH Resorts): “Da sempre TH Resorts cerca di offrire, attraverso la sua formula di ospitalità, una risposta concreta alle numerose sfide sociali e ambientali che caratterizzano il contesto odierno, lavorando per facilitare l’inclusione sociale, lo sviluppo economico delle comunità in cui opera, con grande attenzione alla tutela dell’ambiente. Un approvvigionamento energetico solo da fonti rinnovabili, le iniziative di educazione ambientale, le storiche collaborazioni con Banco Alimentare nella lotta allo spreco alimentare, il sostegno ad Avsi, la costante attenzione alla formazione del proprio personale e dei giovani attraverso la Scuola Italiana di Ospitalità, sono solo alcune delle iniziative che fanno da fattore propulsivo e trainante della nostra proposta”.
Come sottolinea il 13° Rapporto, i prodotti agroalimentari Made in Italy sono tra i principali attrattori turistici nel nostro Paese, è dunque necessario mettere in campo nuovi strumenti di difesa del brand Italia. Lo ha rimarcato Fabrizio Capaccioli (AD di Asacert – Assessment & Certification, ideatore del Protocollo di Certificazione ITA0039 e Presidente Green Building Council Italia): “I risultati pubblicati nel rapporto appena presentato, parlano chiaro: l’85% dei cittadini intervistati è favorevole a introdurre sistemi di certificazione dell’autenticità di prodotti alimentari Made in Italy, anche nei ristoranti italiani all’estero. La biodiversità e la genuinità dei prodotti italiani devono essere garantiti e non contraffatti, perché il danno che ne deriva è colossale a livello economico e sociale. ITA0039 by Asacert fa proprio questo: verifica che prodotti e ristoranti italiani all’estero siano il primo presidio di genuinità controllata e certificata 100% italiana. Inoltre, l’app fornisce ai consumatori uno strumento in grado di rivelare se i prodotti presenti negli scaffali di tutto il mondo sono davvero italiani. In definitiva, siamo ciò che mangiamo e, aggiungo, lo siamo in ogni parte del mondo”.
Per CNA Nazionale rappresentata al convegno da Laura Buscarini (Direttore CNA MILANO, Funzionario CNA agroalimentare e CNA turismo e commercio): “CNA è l’associazione che rappresenta artigiani e PMI, ed in risposta alla domanda di turismo sostenibile, da qualche anno sta promuovendo e ‘costruendo’ percorsi integrati, che per ogni territorio italiano mettano in ‘filiera turistica’ le botteghe artigiane, manufatti unici in ogni territorio, produzioni agroalimentari tipiche, bellezze culturali e paesaggistiche, includendo sistematicamente la ristorazione e l’enogastronomia locale. Così facendo è possibile realizzare un turismo che valorizza tutti i prodotti a Km 0, ed in alcune occasioni, oltre ad entrare in contatto con i prodotti finiti della tradizione artigiana, possono essere proposti laboratori in cui il turista viene coinvolto, anche nella stessa produzione, permettendogli di toccare con mano, sentire sulla pelle cosa significa unire cuore, mani e mente nella realizzazione di un manufatto”.
Maddalena Fossati Dondero (Direttore riviste “Condé Nast Traveller Italia” e “La Cucina Italiana”, promotrice della candidatura Cucina Italiana all’Unesco): “La candidatura della Cucina Italiana e il possibile riconoscimento sancisce l’importanza culturale del cibo. Oggi si visita un Paese come il nostro visitando i monumenti e le opere d’arte e mangiando nei ristoranti dove si respirano le nostre tradizioni. Nel titolo della candidatura da me fortemente voluta e promossa in prima istanza c’è la parola sostenibilità perché non si può più prescindere dalla salvaguardia del Pianeta e dell’identità di chi si visita”.
Maria Carmela Colaiacovo (Presidente Confindustria Alberghi) ha ribadito l’importante necessità di un rifinanziamento delle risorse del PNRR o nuove analoghe misure per poter disporre di quei fondi che al momento sono molto inferiori rispetto alle reali esigenze del settore alberghiero.
Enrico Derflingher (Presidente Euro-Toques International) ha ripercorso le tappe della sua straordinaria carriera stellata che lo hanno visto unico chef italiano a Buckingham Palace, artefice di piatti che deliziano i palati ai quattro angoli del globo e ambasciatore della cucina italiana nel mondo.
Roberto Imperatrice (CEO Fedegroup) ha offerto una testimonianza sul ruolo chiave della sostenibilità nell’offerta food&beverage per la ristorazione retail e l’hotellerie, su scala locale e industriale: una policy che l’azienda persegue a tutti i livelli di operatività, dalla formazione del personale alla comunicazione del valore al pubblico finale.
Al convegno, moderato da Tessa Gelisio (Conduttrice e autrice televisiva, blogger), sono inoltre intervenuti: Stefano Scalera (Capo Dipartimento politiche competitive, qualità agroalimentare, pesca e ippica del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste); Stefano Mantella (Responsabile Unità di Missione per il PNRR del Ministero del turismo); Mariaelena Rossi (Direttrice
Marketing e Promozione ENIT).
– foto ufficio stampa Fondazione Univerde-
(ITALPRESS).

Nasce Erion Textiles, Consorzio per la gestione dei rifiuti tessili

MILANO (ITALPRESS) – Assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare: nasce con questo obiettivo principale Erion Textiles, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) applicata al settore del tessile.
Il nuovo Consorzio, il sesto del Sistema Erion, è stato fortemente voluto da alcuni tra i principali player del settore (rappresentato dai soci fondatori Amazon, Artsana, Essenza, Miroglio Fashion, Rimoda Lab e Save The Duck) che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un sistema collettivo al servizio dei Produttori. Il Consorzio – aperto a tutti i Produttori del settore – intende non solo esprimere la volontà di perseguire ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche rappresentare un interlocutore affidabile, sicuro e trasparente nel nuovo percorso verso la Responsabilità Estesa del Produttore che, da febbraio 2023, ha visto protagonista prima l’Italia e poi la Commissione Europea nella definizione di sistemi EPR obbligatori e armonizzati per tutti i Paesi UE.
“Tra le finalità di Erion Textiles c’è la volontà di essere protagonisti di un cambio di paradigma che metta l’ambiente al primo posto per una gestione corretta e trasparente del fine vita dei prodotti tessili, anticipando i prossimi obblighi normativi per la Responsabilità Estesa del Produttore – spiega Raffaele Guzzon, Presidente di Erion Textiles (nella foto) -. Siamo determinati a contribuire alla transizione del settore tessile verso l’economia circolare mediante una collaborazione con tutti gli attori della filiera che possa essere equilibrata e non guidata da interessi particolari, ma impegnata unicamente nel raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per promuovere un futuro sostenibile. L’esperienza del Sistema Erion costituirà la solida base da cui partire su temi quali la tracciabilità, la definizione di elevati standard di qualità, l’efficienza operativa ed economica, la sensibilizzazione dei cittadini e l’innovazione tecnologica. Per questo, invitiamo tutte le aziende che abbracciano questa vision a entrare a far parte di Erion Textiles per dar vita, insieme, a una sostenibilità vera che non sia solo di moda, ma un nuovo modo di fare tendenza”.
La volontà europea ed italiana di implementare la Responsabilità Estesa del Produttore anche nel settore del Tessile introdurrà nuovi obblighi e adempimenti per le aziende produttrici e importatrici (ovvero quelle che immettono per prime sul mercato italiano) di prodotti tessili finiti come – ad esempio – abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e tessili casa. In particolare, nei prossimi mesi la Commissione Europea lavorerà alla definizione di requisiti armonizzati secondo il principio di Responsabilità Estesa del Produttore, il quale prevede che tutti coloro che producono o importano Prodotti tessili finiti si facciano carico del ciclo di vita dei propri prodotti dal momento in cui li immettono sul mercato fino al momento in cui questi diventano rifiuti. Il Produttore dovrà quindi adempiere a questa responsabilità attraverso l’adesione ad un Consorzio per il finanziamento e l’organizzazione di un sistema di raccolta, recupero e riciclo dei rifiuti tessili post-consumo.
“Erion è lieto di accogliere Textiles – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization – come sesto Consorzio del nostro Sistema che da anni opera per sostenere i Produttori nell’applicazione dell’EPR in diversi settori e che, nel solo 2022, ha gestito complessivamente, per conto dei propri Soci, oltre 300.000 tonnellate di rifiuti. Erion Textiles rappresenta un’occasione per tutti i Produttori di intraprendere insieme un percorso virtuoso per guidare e realizzare l’economia circolare di una filiera di eccellenza come quella del tessile italiano”.
Secondo l’edizione 2022 del Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra, la raccolta differenziata complessiva relativa al settore del tessile nel 2021 è stata pari a 154.000 tonnellate, con una maggiore incidenza delle regioni del nord Italia dove si concentra il 50% della differenziata, seguite da quelle del Sud dove complessivamente sono state raccolte in maniera differenziata oltre 42.000 tonnellate di prodotti tessili, e del Centro (poco meno di 35.000 tonnellate complessive). Tra le regioni con livelli più elevati di raccolta differenziata dei tessili Lombardia (circa 27.000 tonnellate), Campania (15mila tonnellate) e Veneto (14mila tonnellate). Ancora particolarmente contenuto è anche il livello di raccolta differenziata pro-capite che, per la frazione tessile, nel 2021 è stata pari a 2,6 kg per abitante, con un leggero aumento rispetto ai 2,4 kg del 2020.

– Foto ufficio stampa Erion –

(ITALPRESS).

Legambiente e EY, parte la nuova edizione di “Puliamo il mondo”

ROMA (ITALPRESS) – Accoglienza, solidarietà e lotta alle disuguaglianze sono le parole chiave per realizzare un clima di pace e per accelerare sulla transizione ecologica. A ribadirlo, in occasione dell’edizione 2023 di “Puliamo il Mondo”, sono Legambiente e EY Foundation Onlus che uniscono nuovamente le forze con il progetto #betterWorld, lanciato insieme nel 2019 con l’obiettivo di rafforzare i legami tra colleghi, migliorare l’ambiente lavorativo e creare un ecosistema in cui l’efficienza professionale vada di pari passo con la sostenibilità ambientale.
EY riconferma, dunque, per il quinto anno consecutivo, il proprio impegno per la sostenibilità, partecipando alla campagna con 8 iniziative che hanno coinvolto oltre 300 dipendenti EY e i loro familiari in tutta Italia: Milano, Bari, Perugia, Genova, Bergamo, Napoli, Perugia e Bologna. Solo a Roma, Milano e Bari complessivamente sono state rimosse oltre 1,2 tonnellate di rifiuti.
Conosciuta a livello internazionale con il nome “Clean up the World” e nata sotto i principi di rispetto per l’ambiente e solidarietà, l’iniziativa “Puliamo il Mondo” è giunta alla sua trentunesima edizione nel 2023: un’occasione durante la quale Legambiente promuove e implementa la rigenerazione di siti urbani e periurbani sottratti dalle comunità locali al degrado e all’abbandono di rifiuti. Anche quest’anno l’iniziativa si arricchisce del messaggio “PER UN CLIMA DI PACE”, slogan coniato nel 2022 con l’intento di dimostrare come cittadini, volontari e comunità aziendali possano sostenere una società che promuove la pace e il rispetto della diversità, rifiutando la guerra, ogni forma di violenza, di odio e discriminazione.
“Legambiente e EY sono d’accordo nel sostenere che la tutela dell’ambiente non implica solo pulizia di spazi urbani ed aree verdi, ma anche tutela delle persone, senza alcun distinguo di razza, religione o cultura – dice Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Significa proteggere le classi sociali più deboli sulle quali gli effetti, tra gli altri, della crisi climatica si abbattono più violentemente. Solo realizzando una giustizia climatica, che deve essere inevitabilmente anche giustizia sociale, è possibile rispondere in maniera concreta a tali problematiche”.
“Sono orgoglioso del progetto che da 5 anni stiamo portando avanti come EY Foundation Onlus, in collaborazione con Legambiente, e che conferma l’impegno concreto delle nostre persone nel contribuire a costruire un mondo migliore – commenta Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West -.
Guardando alle nuove generazioni, vogliamo costruire un futuro sostenibile dove le persone possano dare un contributo importante. Grazie al programma di volontariato EY Ripples, in cui rientra anche l’adesione a Puliamo il mondo, abbiamo l’occasione di affrontare le grandi sfide sociali e ambientali del nostro tempo trasformandole in opportunità per costruire un futuro migliore”.

– foto ufficio stampa EY –
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Torna #IoLaButtoLì, campagna contro l’abbandono dei piccoli rifiuti

ROMA (ITALPRESS) – Torna più in grande l’appuntamento di Save the Planet e JTI Italia con la sostenibilità: è partita proprio in questi giorni la quarta edizione di #IoLaButtoLì, la campagna antilittering pensata per sensibilizzare le persone al corretto smaltimento dei piccoli rifiuti in modo divertente e scanzonato, attraverso video e contenuti social. Una campagna che ha saputo rinnovarsi nel corso del tempo, partendo dalla lotta al littering per poi adottare un approccio totale al tema della sostenibilità ambientale, e che quest’anno avrà per protagonisti, accanto ai volti storici del collettivo Casa Surace, le star del web Frank Gramuglia, Mandrake, Gabriele Vagnato e Casa Abis.
Scopo dell’iniziativa, che ha ottenuto anche per il 2023 il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, trasmettere il messaggio che tutti, nel proprio piccolo, possono dare un contributo per il bene all’ambiente, promuovendo comportamenti virtuosi da mettere in pratica nella vita quotidiana.
“Siamo davvero orgogliosi di questa nuova conferma della campagna #IoLaButtoLì – ha infatti commentato Elena Stoppioni, presidente di Save the Planet -. Essere arrivati al quarto anno di fila con la nostra iniziativa vuol dire aver portato avanti un progetto di assoluto valore, corroborato dal sostegno di importanti realtà che apprezzano il lavoro che la nostra associazione sta portando avanti. Avere il patrocinio del Ministero ci ripaga di tutti gli sforzi ed è motivo di enorme soddisfazione”.
La campagna, realizzata in collaborazione con l’agenzia cooperativa Pensieri & Colori e curata dal partner tecnico Lombardini22, affronterà la tematica del littering attraverso cinque storie diverse, toccando all’interno di esse anche il problema del cambiamento climatico.
I protagonisti si caleranno nella vita di persone comuni – bagnini, impiegati, camerieri – alle prese con personaggi maleducati e poco attenti all’ambiente: il loro compito sarà quello di farli riflettere e diventare più sostenibili, tra gag divertenti e situazioni improbabili.
“Siamo davvero orgogliosi di lanciare la quarta edizione di #IoLaButtoLì, una campagna che ha come punto di forza la capacità di sensibilizzare il pubblico a un tema complesso in modo leggero e divertente – ha commentato Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia -. Da sempre, siamo convinti che un approccio prescrittivo non sia la strada giusta da percorrere per generare un cambiamento positivo nelle abitudini delle persone, e che sia preferibile lavorare sulla loro consapevolezza. La grande scommessa di #IoLaButtoLì è proprio questa: sensibilizzare i cittadini alle buone abitudini della sostenibilità, con un metodo innovativo e diverso da quello convenzionale. Un approccio che si è dimostrato vincente e che ci ha spinti non soltanto a rinnovare questa campagna anno dopo anno, ma anche ad andare più in profondità, partendo dalla lotta al littering per arrivare a trattare il tema della sostenibilità ambientale in maniera integrale, a 360 gradi”.

– foto ufficio stampa Spencer and Lewis –
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Marevivo, con “Replant” ripopolati 100 mq di cymodocea nodosa a Trieste

ROMA (ITALPRESS) – La campagna nazionale di Marevivo “Replant – Dona ossigeno al Pianeta” ha raggiunto un nuovo obiettivo. Si è conclusa con successo, in collaborazione con l’Università di Trieste, la piantumazione nel Golfo di Trieste di 100mq di Cymodocea nodosa, una pianta della famiglia delle fanerogame di cui fa parte anche la Posidonia oceanica, con circa 2000 talee piantate. La nursery è in buono stato e viene monitorata costantemente per valutarne la crescita, il tasso di espansione e il livello di accrescimento di biodiversità. Si tratta di un piccolo ma importante passo: le foreste del mare sono preziose per la nostra sopravvivenza dal momento che assorbono una quantità di CO2 ben 35 volte maggiore rispetto a quelle terrestri. Il mare produce più del 50% dell’ossigeno che respiriamo: pensiamo che una prateria di solo 2mq rilascia in media al giorno una quantità di ossigeno pari a quella prodotta da un albero adulto. La nursery piantata dovrebbe, quindi, produrre nel tempo l’equivalente di ossigeno di 50 alberi.
Le minacce come le attività umane, la pesca a strascico e i cambiamenti climatici ci fanno perdere ogni trenta minuti un’area di piante marine grande come un campo da calcio. Per questo è importante prima di tutto proteggere e tutelare le praterie presenti ma anche sviluppare tecniche di piantumazione per ripopolare le zone danneggiate proprio come si fa sulla terra.
“Nel Golfo di Trieste le praterie di fanerogame, un tempo ampiamente diffuse lungo tutta la costa, si sono drasticamente ridotte o sono localmente estinte – sostiene la professoressa Annalisa Falace, biologa marina dell’Università di Trieste -. E si stima che questo fenomeno sia destinato ad accelerare a causa del riscaldamento del mare dovuto ai cambiamenti climatici. L’intervento pilota, coordinato da Marevivo, rappresenta una significativa opportunità per testare la fattibilità di ripristino di queste praterie nel Nord Adriatico, anche in vista di interventi futuri più estesi così come richiesto dalla Comunità Europea”.
“‘Replant’ nasce proprio da un’urgenza: l’immenso patrimonio di biodiversità nascosto sotto il livello del mare è di vitale importanza per la nostra sopravvivenza sul Pianeta – dice Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali Marevivo -. Il ripristino degli ecosistemi marini degradati è parte del PNRR ed è anche una delle priorità individuate dalle Nazioni Unite per il Decennio del Mare. Questo ci fa riflettere sull’importanza delle foreste marine che, proprio come quelle terrestri, devono essere tutelate e conservate”.
Questa fase sperimentale di piantumazione, resa possibile grazie al sostegno di aziende come Acer, Oknoplast, La Trappe, si è composta di più fasi: la prima ha previsto l’indagine sul territorio per identificare i punti per il prelievo delle piante e le aree ideali per il trapianto e l’attecchimento delle talee; la seconda ha riguardato la formazione degli operatori e quella finale il trapianto delle fanerogame sommerse e relativo monitoraggio. Durante l’attività è stato necessario utilizzare delle gabbie a protezione, successivamente rimosse, per evitare che i pesci erbivori della zona (Sarpa salpa) mangiassero le talee prima dell’attecchimento.
La campagna Replant continuerà le sue attività di tutela delle praterie sommerse, attraverso attività di comunicazione, interventi di rimozione di reti da pesca e altri rifiuti che le danneggiano e lavorando su progetti di piantumazione mirati a ripopolare le aree colpite.
Per saperne di più: https://marevivo.it/attivita/replant-piantiamo-le-foreste-del-mare/

– foto ufficio stampa Marevivo –
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Salgono a 4.300 gli alberi monumentali italiani

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato pubblicato sul sito del Masaf l’Elenco aggiornato degli alberi monumentali d’Italia: nel 2023 entrano 320 nuovi ‘patriarchi verdì, per un totale di quasi 4.300 alberi o sistemi omogenei di alberi.
“Tuteliamo e valorizziamo lo straordinario patrimonio arboreo che contraddistingue l’Italia da Nord a Sud. Il censimento e l’inserimento degli alberi monumentali d’Italia nell’Elenco ufficiale rappresenta un’azione fondamentale di riconoscimento e tutela, che invita a conoscere il nostro territorio anche per far visita a questi ‘patriarchi verdì, così importanti e caratterizzanti per il nostro paesaggio e le nostre comunità e di cui siamo orgogliosi”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ricordando il recente protocollo d’intesa siglato con l’Associazione Nazionale Forestali che contribuirà, tra gli altri obiettivi, anche alla conoscenza e alla tutela degli alberi monumentali.
Gli esemplari inclusi nell’Elenco ufficiale degli alberi monumentali d’Italia si contraddistinguono per l’elevato valore biologico ed ecologico, come età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, ma anche per l’importanza storica, culturale e religiosa, per il loro stretto rapporto con elementi di tipo architettonico e per la capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.
Tra i nuovi ingressi c’è l’Acero di Caronia (ME), di circa 1.000 anni con una chioma di circa 550 metri quadri, tra i più grandi esemplari di acero montano d’Italia; il maestoso Castagno di San Francesco da Paola, dedicato all’eremita e Santo Patrono della Calabria vissuto nel XV secolo, censito nel Comune di Presilano di Celico (CS) e riconosciuto monumentale per l’età e le dimensioni (1285 cm di circonferenza), l’alto valore ecologico e la rarità botanica per fascia fitoclimatica; il Tiglio Sacro di Ospedaletto d’Alpinolo (AV), punto di riferimento per i pellegrini diretti al Santuario di Montevergine che, per imponenza, incute rispetto ed evoca un sentimento di pace e fede nel viandante; la sughera di Montalto di Castro (VT), ragguardevole per le sue dimensioni, sia per la circonferenza (520 cm) sia per l’ampiezza della chioma rigogliosa (19-20 m); la sequoia gigante di Villa Piazzo di Pettinengo (BI) dalle notevoli dimensioni del fusto (894 cm di circonferenza), inserita in un contesto di elevato pregio paesaggistico; il Platano di Scopoli, piantato nel 1778 all’interno dell’Orto botanico dell’Università di Pavia, il cui tronco ha raggiunto una circonferenza di 760 cm e giganteggia sulla città con i suoi 45 m di altezza.
I 320 nuovi alberi sono stati proposti dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Trento, Valle d’Aosta e Veneto. Tenuto conto di cancellazioni e delle nuove iscrizioni, la consistenza totale del patrimonio arboreo monumentale censito e inserito nell’Elenco è, ad oggi, di 4.288 alberi o sistemi omogenei di alberi.
Si confermano detentori dei record di altezza il platano comune di 55 metri situato nel parco del castello di Agliè (TO), la sequoia sempreverde di 54 metri a Reggello (FI) e la sequoia sempreverde di 51 metri a Biella. Tra gli esemplari di maggiore circonferenza, il fico magnoloide di 3600 cm a Villa Garibaldi a Palermo, il Castagno dei Cento Cavalli di 2200 cm di Sant’Alfio (CT) e il castagno di 1400 cm radicato a Grisolia (CS). I tre alberi più longevi d’Italia si confermano essere: l’olivastro di oltre 4000 anni di Luras (OT), il castagno di 3000/4000 anni sito a Sant’Alfio (CT) e il platano di 1870 anni radicato a Sacile (PN).
Complessivamente, le specie arboree monumentali più numerose sono la roverella (598 esemplari), il faggio (226 esemplari), il platano comune (200 esemplari), il leccio (198 esemplari), il castagno (126 esemplari), il larice (122 esemplari) e il cedro dell’Himalaya (115 esemplari).
Allo stato attuale, le Regioni con il maggiore numero di alberi monumentali sono il Friuli – Venezia Giulia (455 esemplari), la Sardegna (407 esemplari), la Lombardia (366 esemplari), il Piemonte (319 esemplari) e la Campania (305 esemplari). I Comuni d’Italia dove è stato censito il maggior numero di patriarchi verdi sono Napoli (52 alberi), Caserta (51 alberi), Priverno (48 alberi), Palermo (46 alberi) e Roma (42 alberi).
L’Elenco ufficiale degli alberi monumentali d’Italia è frutto di un’intensa attività di catalogazione realizzata, in modo coordinato e sinergico, dalla Direzione generale delle foreste del Masaf, dalle Regioni e Province autonome e dai Comuni.

– Foto ufficio stampa Masaf –

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