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Settimana del Pianeta Terra alla scoperta dei tesori geologici italiani

ROMA (ITALPRESS) – Dal 6 al 13 ottobre 2024 torna l’appuntamento con la XII edizione della Settimana del pianeta terra, il Festival nazionale delle Geoscienze che si propone, attraverso un centinaio di GeoEventi organizzati in tutte le regioni d’Italia, di divulgare il lavoro di geologi, vulcanologi e ricercatori. In programma escursioni fra montagne e boschi, discese nelle grotte, visite archeologiche, osservazioni notturne delle stelle, laboratori, incontri, che introducono nel mondo complesso e affascinante delle Geoscienze. Muovendosi tra alto e basso, con tanti eventi dai linguaggi e approcci differenti per raggiungere un pubblico eterogeneo, la Settimana del Pianeta Terra coinvolge studenti, appassionati, famiglie, curiosi.
Su un pianeta sempre più spesso flagellato da eventi climatici fuori dall’ordinario, i geoeventi organizzati durante la Settimana del Pianeta Terra vogliono fare conoscere al grande pubblico temi ed emergenze di cui è necessario essere consapevoli. Segnali dalla superficie e dalle profondità di un pianeta che conserva ancora tanti segreti e che, allo stesso tempo, ci ricorda di essere l’unico posto che abbiamo per vivere. Non esiste un piano B di sopravvivenza, insomma, se non rispettiamo i suoi meccanismi.
Il cartellone è ricco di spunti e proposte, con tante chicche in tutte le regioni italiane. Qualche esempio? A Siena, un geologo condurrà una visita come mai la penserebbero i turisti: palazzi, chiese e monumenti medievali raccontati attraverso le pietre che li compongono, per scoprire quali sono e perchè sono state scelte. All’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta e Planetario di Lignan, nel Comune di Nus (AO), gli astronomi guideranno i visitatori a scoprire le stelle a occhio nudo e al telescopio nel primo Starlight Stellar Park italiano riconosciuto dall’UNESCO. Nel Veneto, la Settimana propone un doppio appuntamento nella Grotta di Fumane, in provincia di Verona, un gioiello dell’archeologia preistorica: qui gli archeologi hanno organizzato un Laboratorio di scheggiatura della selce, per provare a creare uno strumento paleolitico imitando le tecniche e i metodi dei Neanderthal e i Sapiens e un Laboratorio per fabbricare dei colori preistorici, rivolto ai bambini, per insegnare loro l’utilizzo del colore e per creare un piccolo manufatto artistico ispirato alla preistoria. In Piemonte sarà possibile visitare il Parco Naturale dei 5 laghi d’Ivrea, la cui morfologia a conche e collinette rocciose, spiegano i promotori: “è stata generata dal ripetuto passaggio del Ghiacciaio Balteo nel corso delle nove glaciazioni del Quaternario e soprattutto dell’ultima: il risultato è una delle zone d’Italia dove, a bassa quota, sono meglio osservabili le forme di erosione subglaciale e nelle cui profonde depressioni sono ospitati i cinque laghi”. In Sardegna, nell’Oristanese, un doppio evento per conoscere la storia del territorio, tra mito e realtà: prima una visita nelle vecchie cave di perlite del Monte Arci, che ne rivelerà la formazione geologica, e poi un incontro con esperti per smentire i falsi miti della geologia sarda – dalle colline che nasconderebbero antiche piramidi agli eventi catastrofici come meteoriti e tsunami – e per interrogarsi sul ruolo della scienza laddove il mito complica la realtà.
“Proponiamo un’occasione di turismo lento, di prossimità, culturale e ambientale” spiegano gli organizzatori della manifestazione, il Paleontologo Rodolfo Coccioni e il Geologo Silvio Seno. Le Geoscienze in tutti i loro aspetti, dunque, come elemento fondamentale per comprendere la storia del nostro pianeta e per analizzare il nostro ruolo di passaggio sulla Terra. Le conseguenze del cambiamento climatico, la gestione del dissesto idro-geologico, la stabilità degli edifici, in base ai terreni sui quali sono costruiti, le attività dei vulcani e i necessari piani di evacuazione delle aree densamente popolate, ma anche l’energia, le infrastrutture, la produzione industriale, le tecnologie, la salute umana: tutto è legato alla conoscenza delle Geoscienze.
Nelle sue dodici edizioni, la Settimana del Pianeta Terra ha organizzato oltre 2000 GeoEventi e ha coinvolto migliaia di persone, aiutandole a scoprire l’immenso patrimonio naturale, paesaggistico e geologico di cui l’Italia è custode e responsabile.
Il calendario con tutte le istruzioni per partecipare ai geoeventi è disponibile sul sito ufficiale della manifestazione, nella pagina www.settimanaterra.org/geoeventi.

– foto ufficio stampa Master Communication –
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Sogin, a Donato Carlea il coordinamento del Cemex

ROMA (ITALPRESS) – Sogin affida a Donato Carlea, già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e fra i maggiori esperti nella gestione di appalti complessi, la guida del team di tecnici che supporterà la Società nella realizzazione del Complesso Cemex all’interno del sito Eurex di Saluggia (Vercelli).
L’ingegner Carlea, spiega una nota, sarà affiancato dalle migliori professionalità interne sui temi connessi a questo progetto. L’obiettivo sarà quello di definire una strategia per risolvere preventivamente tutti gli aspetti che potrebbero rallentare, ostacolare o bloccare i lavori, rendendo, pertanto, il processo praticamente irreversibile.
Donato Carlea, laurea in ingegneria civile, ha diretto i principali Provveditorati alle Opere pubbliche d’Italia, è stato Commissario Straordinario per le Grandi Opere, Direttore Generale del Servizio Ispettivo dell’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici e Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. E’ stato docente universitario in diverse facoltà universitarie, fra cui la facoltà di Ingegneria di Perugia, e la facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma. Fra le esperienze di successo più recenti, è noto il suo apporto determinante alla ricostruzione del ponte di Genova (ex Morandi) a tempo di record e con un approccio innovativo in Italia.
I lavori di realizzazione del complesso Cemex hanno avuto nel tempo una storia estremamente travagliata, con numerosi tentativi di avvio e susseguenti fermate, nel corso della venticinquennale vita di Sogin. Affidati nel 2010 ad Ansaldo Nucleare e bloccati nel 2011 in autotutela, furono riaffidati nel 2013 ad un Raggruppamento Temporaneo di Imprese, con capogruppo Saipem, e interrotti nel 2017, dopo quattro anni, con un avanzamento inferiore al 10%. Un ulteriore affidamento, nel dicembre 2020, andò ad un altro Raggruppamento Temporaneo di Imprese, con capogruppo Teorema Scarl, ma veniva risolto a distanza di 24 mesi dopo un avanzamento fisico dei lavori significativamente basso verso il preventivato (poco più dell’1% a fronte di un avanzamento temporale preventivato di oltre il 50%). Infine, un bando di gara, avviato il 5 aprile 2023, è stato annullato in autotutela il 31 gennaio scorso dall’attuale management, per evidenti vizi sostanziali che avrebbero bloccato in fase esecutiva i lavori di completamento della struttura.
L’entrata in esercizio del Complesso Cemex entro il 2029, come previsto dal Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è uno dei passaggi strategici nel programma di dismissione e messa in sicurezza dell’impianto Eurex di Saluggia, che consentirà di cementare i rifiuti liquidi stoccati nel sito. La gara per la sua realizzazione sarà lanciata entro il prossimo anno in parallelo ad altrettanto complesse attività industriali come lo smantellamento dei reattori delle centrali nucleari, che consentiranno di portare a compimento la dismissione degli impianti nucleari italiani.
“Abbiamo trovato con il Professor Carlea una piena condivisione della visione strategica e dei metodi per affrontare questo progetto complesso – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Sogin Gian Luca Artizzu – la grande esperienza, l’autorevolezza e il prestigio del Professore, saranno quell’ingrediente in più che farà fare, al progetto e a noi tutti, un salto di qualità”.

– foto ufficio stampa Sogin –
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Bottega Verde pubblica il suo secondo Bilancio di Sostenibilità

MILANO (ITALPRESS) – Bottega Verde pubblica il Bilancio di Sostenibilità 2023. Il documento è frutto di una cultura aziendale condivisa e di un approccio strutturato alla sostenibilità, che definisce gli ambiti di azione prioritari e l’integrazione dei diversi fattori strategici attraverso attività concrete e misurabili.
Uno dei traguardi rilevanti di Bottega Verde è quello di essere diventata nel 2023 Azienda Carbon Neutral sulle emissioni Scope 1 e Scope 2, risultato raggiunto con 2 anni di anticipo rispetto alle attese e con una Carbon footprint complessiva ridotta del 4% nel 2023. Il dato evidenzia non solo l’azzeramento delle emissioni legate all’uso di energia grazie all’acquisto di energia rinnovabile certificata, ma anche, a seguito di un importante investimento in fotovoltaico, l’aumento del 19% di autoproduzione di energia green. Altri interventi determinanti per il raggiungimento della Carbon Neutrality sono stati quelli volti ad una maggiore efficienza della rete dei 364 punti vendita, contribuendo a registrare -13% di consumi energetici complessivi fra sede, stabilimenti e negozi di proprietà rispetto al 2022.
Un altro progetto determinante nel percorso di sostenibilità è la collaborazione fra Bottega Verde e Università di Siena, già intrapresa dal 2019 con l’obiettivo di sviluppare insieme attività di ricerca nei settori della botanica, fitoterapia e cosmeceutica all’interno di Tenuta Bottega Verde, a Pienza in Val d’Orcia, una proprietà di oltre 300 ettari, cuore pulsante dell’Azienda, “Dove la Natura diventa Bellezza”, come recita il payoff di marca, e dove la biodiversità toscana trova piena espressione, mettendo a disposizione dell’azienda, piante, fiori, ricerca, innovazione e scienza, nel rispetto della natura e del territorio. Un luogo dove, dal 2023, si propaga anche la cultura della natura attraverso attività di educazione scientifica e divulgazione alle scuole e organizzazioni del territorio su fitocosmetica, botanica generale e identificazione delle specie: un impegno che Bottega Verde intende rafforzare e sviluppare, pensando ad un futuro più sostenibile e alle nuove generazioni.
Fra i risultati più indicativi documentati dal Bilancio di Sostenibilità 2023, cui hanno concorso le diverse risorse aziendali interne ed esterne, attraverso l’attuazione di molteplici progetti, emergono: una percentuale di plastica riciclata aumentata dal 4% del 2021 al 9% del 2023 a fronte di una produzione di oltre 14 MIO di pezzi; una riduzione del -9.5% dei rifiuti generati, una percentuale del 73,7% di rifiuti inviati a recupero e una diminuzione del -17% di prodotti e materiali legati alla vendita; una policy sul packaging, dove sono stati individuati i criteri affinchè gli imballaggi di Bottega Verde siano sempre più riciclabili e costituiti da materiale riciclato; una policy già in atto nel 2024 per la selezione di gadget più sostenibili, elementi che tradizionalmente accompagnano e arricchiscono le promozioni e idee regalo beauty di Bottega Verde, a Natale e nel corso dell’anno.
Con una particolare attenzione alle persone e alla vita in azienda, è stata creata l’Academy di Sostenibilità – un’area dedicata alle tematiche di sostenibilità all’interno della piattaforma e-learning, che è riuscita a coinvolgere il 100% dei dipendenti. Questo nuovo strumento affianca e potenzia il fitto programma di aggiornamento approntato da Bottega Verde nel 2023, con l’erogazione di oltre 24.000 ore di formazione complessiva tra corsi in aula, e-learning e webinar, un engagement che continua a diffondersi in modo crescente fra tutti i 919 dipendenti, di cui il 92% donne, all’interno di una realtà imprenditoriale dove l’83% dei contratti è a tempo indeterminato.
Nel 2023 sono stati donati 239.000 euro e oltre 30.000 prodotti ad enti benefici, destinati a progetti per l’accoglienza, il supporto umanitario e l’empowerment femminile.
Guardando al futuro, con un profondo rispetto per il passato, a testimonianza dell’eredità morale di Paolo Lavino, fondatore di Bottega Verde, nel 2023 è stata siglata una partnership con l’Università Bocconi di Milano attraverso la creazione del fondo Bottega Verde Talent & Need Awards, una borsa di studio per i futuri leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
Tenuta Bottega Verde, “Dove la Natura diventa Bellezza”, è un luogo sempre più vivo e ricco di progetti di ricerca a sostegno della continua innovazione di un modello di business che ha il suo perno nella natura per scelta.
La collaborazione con l’Università di Siena si focalizza sulla biodiversità con la ricerca scientifica e rilevazione delle diverse specie di flora presenti in Tenuta, alla scoperta di quelle poco conosciute nate spontaneamente, catalogandole all’interno dell’erbario per studiarne le loro proprietà cosmetiche. Questa collaborazione, che coinvolge giovani ricercatrici, ha anche vinto il bando “Giovani sì” della Regione Toscana, ottenendo un co-finanziamento dedicato ai progetti di valorizzazione del territorio toscano.
Il cuore della ricerca scientifica di Tenuta Bottega Verde è il laboratorio, fornito di tutte le strumentazioni e gli spazi per analisi ed estrazione di oli essenziali a km 0, di qualità e purezza molto elevate. Creato nel 2023, insieme a un giardino botanico, consente di svolgere attività di studio su idrolati e oli essenziali per far nascere cosmetici di nuova concezione. Ad oggi sono state raccolte e catalogate 150 specie appartenenti a 49 diverse famiglie. Nel corso del 2023 sono state distillate ed estratte diverse specie autoctone, come mirto ed elicriso, ed avviati altri studi sulle proprietà di un fiore molto particolare che promette un interessante sviluppo di principi innovativi, scientificamente rilevanti per la salute della pelle.
Una grande community di cosmetica naturale in Italia
Bottega Verde ha creato e sviluppato nel corso degli anni una imponente community particolarmente attiva e interattiva, grazie ad un avanzatissimo sistema di gestione delle relazioni con i clienti, una politica multicanale che conta una grande rete distributiva capillare di punti vendita fisici, vendita su catalogo, sviluppo dell’e-commerce tramite sito proprietario e diverse piattaforme digitali, oltre a canali di comunicazione della marca. Fra i dati più emblematici di questo movimento di Bottega Verde lovers, che offre preziosi input per affinare e migliorare prodotti e servizi: 20 milioni di visitatori/anno nei punti vendita – 10,5 milioni di accessi/anno al sito web – 1,5 milioni di clienti con carta fedeltà attiva – 1,6 milioni di followers sui social media.
“Il nostro Bilancio di Sostenibilità – dichiara Benedetto Lavino, Presidente Esecutivo di Bottega Verde – è il frutto di un importante cambiamento che ha coinvolto tutte le persone in azienda nel concretizzare ed attestare gli importanti risultati raggiunti sotto la guida del Piano di Sostenibilità Aziendale, strumento strategico per orientare e misurare ogni progetto ed il suo avanzamento, in linea con le esigenze del pianeta e della società. Continueremo a lavorare seguendo, misurando e implementando la nostra roadmap per generare valore per i nostri clienti, dipendenti, affiliati, fornitori e, più in generale, per tutti gli stakeholder con cui ci relazioniamo, mantenendo la salvaguardia ambientale come stella polare delle nostre attività”.

– Foto ufficio stampa Bottega Verde –

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Sogin, l’assemblea approva il bilancio 2023. Utile di 1,2 milioni

ROMA (ITALPRESS) – L’Assemblea degli Azionisti di Sogin ha approvato il Bilancio di Gruppo al 31 dicembre 2023; si tratta del primo Bilancio del Consiglio di Amministrazione che si è insediato il 3 Agosto 2023, guidato dal Presidente Carlo Massagli e dall’Amministratore Delegato Gian Luca Artizzu.
Il bilancio d’esercizio di Sogin chiude con un utile pari a 1,2 milioni di euro (nel 2022 l’utile era pari a 0,9 milioni di euro); il valore della produzione si attesta a circa 212,9 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai circa 276,9 milioni di euro realizzato nel 2022 che, tuttavia, presentava un dato eccezionale e non ricorrente dovuto alle attività legate alla gestione del Ciclo del Combustibile. L’EBITDA si attesta circa su 19,1 milioni di euro (nel 2022 pari a 21,8 milioni di euro).
Anche Nucleco, la società controllata del Gruppo, chiude con un utile pari a 2,4 milioni di euro (-0,51 milioni nel 2022) ed il valore della produzione è pari a circa 39,8 milioni di euro, in aumento rispetto all’anno precedente (30,5 milioni nel 2022).
I risultati aziendali complessivi vedono, dunque, il Gruppo Sogin ritornare all’utile di esercizio, pari a 3,6 milioni di euro contro la perdita di 0,926 milioni di euro dell’esercizio precedente. L’EBITDA passa da 22,75 milioni di euro a 25,44 con un incremento di circa l’11,8% e l’EBIT, negativo nell’esercizio 2022, pari a -168 k€, ritorna in positivo a 2,59 milioni di euro.
Nel 2023 Sogin ha realizzato un volume di attività di decommissioning nucleare (costi di avanzamento) pari a circa 104,5 milioni di euro in aumento rispetto al 2022 di circa il 18 %, mentre l’avanzamento fisico cumulato al 31 dicembre 2023 del programma di decommissioning nucleare passa al 43,36 %, avanzando di 3,98 punti percentuali rispetto al 2022.
“Il 2023 è stato un anno di particolare complessità, per un insieme di fatti relativi al settore, da un lato, e, dall’altro, interni all’Azienda che ha vissuto un cambiamento di governance ed una conseguente revisione organizzativa – si legge in una nota -. Per quanto riguarda il settore in cui opera Sogin, si registra una ripresa importante dell’interesse pubblico sul nucleare civile, per effetto degli scenari energetici dettati dall’agenda energetica internazionale e grazie ad una serie di iniziative politiche alle quali si sono aggiunte iniziative da parte di associazioni private di sostenitori e cultori del tema, alle quali Sogin contribuisce per rappresentare il valore delle competenze tecniche che può essere naturalmente messo a servizio di questo rinnovato interesse verso il settore. Per quanto riguarda le attività legate al Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e al Parco Tecnologico (DNPT), dopo la consegna al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, a luglio 2023, della proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee alla localizzazione del DNPT è seguita, a dicembre 2023, la pubblicazione dell’elenco delle Aree Idonee con conseguente pubblicazione, a febbraio 2024, del decreto che introduceva la possibilità delle autocandidature. Il decreto-legge n.181/2023, inoltre, ha nei mesi precedenti, previsto che fosse Sogin a predisporre un programma di incentivazione diretto a beneficio delle collettività ospitanti il DNPT”.

– Foto ufficio stampa Sogin –

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UniVerde, esperti e istituzioni a confronto sulla water scarcity

ROMA (ITALPRESS) – Sistemi eco-digitali e tecnologie innovative, tecniche rigenerative in agricoltura, intelligenza artificiale, modelli matematici e di cloud computing si stanno rivelando i migliori strumenti per garantire la gestione sostenibile e resiliente della risorsa ‘acquà. Le informazioni elaborate dai presidi tecnologici consentono infatti di generare previsioni dei modelli idrologici degli invasi, sia in termini di scarsità idrica che di rischi ad alta intensità, come inondazioni o dissesto idrogeologico, potenziando i sistemi di allerta precoce e migliorando i tempi di risposta alle emergenze. Altre sfide ambientali e sociali riguardano nuovi approcci digitali e sistemici all’agricoltura rigenerativa, in grado di ottimizzare soluzioni efficaci di adattamento alla crisi climatica valorizzando l’impronta idrica nelle colture. Altri fattori chiave sono rappresentati dalle avanzate applicazioni di algoritmi, AI, IoT grazie ai quali è possibile attuare una via sostenibile, improntata al risparmio idrico in infrastrutture e reti.
Un potenziale che può supportare la programmazione dei Piani di gestione dei Distretti idrografici italiani, favorendo la transizione digitale degli strumenti operativi e gestionali attraverso i quali attuare politiche coerenti e sostenibili di tutela delle acque.
Questo il focus del convegno ‘Water scarcity e la sfida dei Piani di gestione dei Distretti idrografici nazionali. Digitalizzazione dei processi, AI e modelli matematici a supporto della gestione delle risorse idrichè che si è svolto mercoledì 11 settembre, alla Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, e in diretta streaming su Radio Radicale, promosso dalla Fondazione UniVerde con la collaborazione di UNESCO Chair on ‘Water Resources Management and Culturè e con il patrocinio di UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme, che dal 2018 rinnova la partnership con la Fondazione UniVerde per la realizzazione, sostenuta da partner virtuosi, della traduzione ufficiale in italiano dei Rapporti mondiali delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche. Un’iniziativa di altissimo valore che ha notevolmente contribuito alla diffusione di una maggiore informazione e a un più alto grado di sensibilizzazione intorno al tema dell’acqua a tutti i livelli, permettendo all’Italia di elevarsi verso le prime posizioni al mondo per numero di download del Documento e di stimolare i necessari interventi di istituzioni e imprese a favore della tutela della risorsa idrica e per il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 dell’Agenda 2030.
L’evento è stato organizzato con la main partnership di Almaviva, Gruppo italiano di innovazione digitale, con Bayer in qualità di event partner e con partner AWS.
Tra i media partner Italpress e TeleAmbiente.

Per Filippo Scerra (Questore della Camera dei Deputati), ‘parlare di siccità è quanto mai importante perchè è un tema che ha implicazioni enormi sulla vita dei cittadini in tutto il nostro Paese. Implicazioni di natura economica e sociale. Un tema legato chiaramente al cambiamento climatico ma rispetto a cui le istituzioni locali e nazionali devono intervenire. Servono investimenti importanti e lungimiranti, e serve affrontare il tema nel dibattito pubblico senza fare negazionismo climaticò.
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde) ha affermato: ‘Avvalersi di soluzioni tecnologiche eco-digitali è un aspetto fondamentale per affrontare i fenomeni della siccità, della scarsità d’acqua, alluvioni ed eventi estremi; gli effetti visibili della crisi climatica. Le best pratiche presentate oggi dimostrano che esistono sistemi intelligenti che ricoprono un ruolo fondamentale nella previsione delle carenze e nell’adattamento alle crisi idriche, tecniche innovative capaci di aiutare le colture a prosperare in condizioni climatiche più difficili, soluzioni di cloud computing per ottimizzare l’efficienza idrica nelle infrastrutture di raccolta dati. Anche nell’uso razionale della risorsa, con il digitale è possibile una misurazione costante, reale e forme di incentivazione come i certificati blu per il risparmio idrico possono diventare un ulteriore e indispensabile strumento di efficientamentò.
Secondo Lucio Ubertini (Titolare Cattedra UNESCO Gestione delle risorse idriche e Cultura presso l’Università per Stranieri di Perugia e il Centro H2CU Sapienza Università di Roma), ‘l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo con cui amministratori e tecnici interagiscono con gli stakeholders. Questa grande innovazione, frutto della ricerca scientifica applicata a metodi e strumenti sempre più performanti, ha una grande valenza anche sulla scienza dell’acqua e sul governo delle risorse idriche. Le interazioni tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, affrontate in un’ottica transdisciplinare, possono meglio analizzare i problemi cruciali posti a capo del governo e dall’amministrazione del patrimonio delle acque, sia attuali che soprattutto in un prossimo futuro animato da profonde incertezze legate al climà.
Antonio Amati (Direttore Generale Divisione IT, Almaviva): ‘Il Gruppo Almaviva ha sviluppato un ecosistema digitale avanzato per il monitoraggio e la governance dell’acqua, che fornisce strumenti innovativi per il controllo delle dighe e del dissesto idrogeologico. Grazie a sensori multiparametrici e strumentazioni meteo correlati a banche dati pubbliche, è possibile formulare previsioni sui rischi individuando zone di accumulo, frane, cedimenti di argini e onde di piena. La nostra soluzione per la water scarcity consente la simulazione di nuovi invasi e di scenari critici, permettendo costantemente il bilanciamento tra domanda e offerta idrica, ottimizzando il consumo, evitando sprechi, aumentando efficacia e sicurezzà.
Patrick Gerlich (Amministratore Delegato Bayer Crop Science Italia/Grecia): ‘L’impegno di Bayer sull’acqua si inserisce nel suo ampio programma di sostenibilità, volto a focalizzare l’attenzione alla gestione responsabile delle risorse idriche, sia nelle pratiche agricole sia nelle attività industriali. In campo agricolo, l’azienda promuove tecniche di agricoltura rigenerativa che hanno come obiettivo non solo la produttività sostenibile, ma anche la salute del suolo e una migliore gestione della risorsa acqua. Inoltre, Bayer è impegnata a contribuire agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU tramite progetti di partnership per migliorare l’accesso all’acqua, soprattutto nelle aree più vulnerabili agli effetti del cambiamento climaticò.
Marco Saccoccio (Senior Account Executive, Amazon Web Services): ‘Affrontare la scarsità di acqua è una delle maggiori sfide per uno sviluppo sostenibile. Il Cloud AWS, con soluzioni di machine learning, AI e GenAI può ottimizzare la gestione delle infrastrutture idriche, prevedere condizioni meteorologiche, essendo in grado di elaborare enormi quantità di dati provenienti da sensori, satelliti, droni, robotica e altre fonti. La digitalizzazione delle reti idriche attraverso l’IoT, l’AI, GenAI e l’analisi dei dati attraverso l’utilizzo di modelli matematici complessi rappresenta un passo cruciale per combattere la scarsità idrica e promuovere pratiche sostenibilì.
Vannia Gava (Viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica) nel keynote speech ha evidenziato: ‘La gestione della scarsità d’acqua è una sfida collettiva che ci vede tutti coinvolti, dalla più alta istituzione al singolo cittadino. In Italia stiamo intervenendo sul piano normativo, degli investimenti e della pianificazione strutturata, grazie anche all’importante lavoro svolto dalle Autorità di Bacino, oggi supportate dagli Osservatori permanenti, la cui azione abbiamo rafforzato con il Dl Siccità. Ma siamo attivi anche sui tavoli internazionali. Qui il Mase ha assunto il ruolo di promotore di iniziative coordinate con gli altri Stati per ricercare soluzioni condivise, come dimostra la Water Coalition, nata in seno al G7 Ambiente, che testimonia l’impegno del governo a livello globale sul tema. Occorre ragionare in termini di innovazione e di risorse adeguatè.
Per Chiara Braga (Presidente del Gruppo parlamentare PD – Italia Democratica e Progressista della Camera dei Deputati): ‘La questione acqua è stata spesso sottovalutata. Ma la crisi climatica impone oggi azioni concrete e rapide, specie su tre aspetti. Il primo rappresenta la garanzia dell’acqua come bene pubblico, accessibile a tutti; col giusto prezzo specie per i più fragili. Il secondo tema è quello dell’investimento nell’acqua, ossia ammodernare un sistema idrico purtroppo tra i meno efficienti in Europa; specialmente se pensiamo al suo trasporto e ai sistemi di depurazione. Il terzo è una questione di sistema: agire sui sistemi produttivi e sui costumi sociali per avere un impatto virtuoso sullo spreco idrico. Dalle filiere agricole, alle produzioni industriali, sino al lavaggio dei denti a casa chiudendo il rubinetto. L’acqua potabile non è più un bene a disposizione di tutti e senza esaurimentò.
Al panel ‘La pianificazione e la programmazione della risorsa idrica nei Piani di gestione dei Distretti idrografici nazionalì sono intervenuti i Segretari Generali dei Distretti idrografici d’Italia: Costantino Azzena (Segretario Generale dell’Autorità di Bacino e Direttore Generale dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna); Alessandro Bratti (Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po); Marco Casini (Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale); Gaia Checcucci (Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale); Marina Colaizzi (Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali); Vera Corbelli (Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale). Il coro degli interventi, aperti dalle presentazioni delle misure previste per la programmazione della risorsa idrica e la sua governance, è stato unanime sull’opportunità di adottare tecnologie eco-digitali alimentate dall’intelligenza artificiale a supporto dei Piani di gestione. Nell’era della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale, le infrastrutture idriche si trovano oggi ad affrontare una sfida trasformativa. Grazie alla capacità di rilevare un’ampia gamma di parametri, analizzare dati accurati e fornire avvisi tempestivi, questi dispositivi innovativi possono contribuire a una pianificazione più efficiente delle risorse idriche, migliorare l’ottimizzazione delle reti di distribuzione e la reattività agli estremi idrologici, offrendo un più alto livello di efficienza e configurandosi come strumenti chiave per la definizione di decisioni strategiche.
Al panel ‘La programmazione delle risorse idriche nell’agenda istituzionalè è inoltre intervenuta Laura D’Aprile (Capo Dipartimento sviluppo sostenibile, Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica).
L’evento si è caratterizzato come un’importante opportunità di riflessione sulle sfide presenti e future per contrastare il fenomeno della scarsità idrica, ma anche di confronto per creare nuove sinergie. In un’epoca così caratterizzata da una crescente variabilità del ciclo idrologico, previsioni accurate sono essenziali per salvaguardare vite umane, ambiente e paesaggio, coltivazioni e infrastrutture. Sfruttando il potenziale delle tecnologie eco-digitali e dell’intelligenza artificiale, si potranno colmare queste lacune critiche anche in ottica di pianificazione dei Piani di gestione dei Distretti idrografici italiani. Grazie alla presenza di importanti Istituzioni nazionali, oltre a players e stakeholders, l’incontro ha inteso promuovere, tra i suoi principali obiettivi, una collaborazione ‘di sistemà per porre le basi di sistemi resilienti e politiche di pianificazione a tutela dei territori e delle comunità più vulnerabili.

– Foto ufficio stampa Fondazione Univerde –

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Clima, a Londra la mostra fotografica “The Cooling Solution”

LONDRA (INGHILTERRA) (ITALPRESS) – Esperti e accademici britannici, e diplomatici di diversi Paesi hanno partecipato all’inaugurazione della mostra fotografica “The Cooling Solution” all’Istituto italiano di Cultura di Londra. Il progetto scientifico, che nasce dalla ricerca dell’economista Enrica De Cian dell’Università Cà Foscari di Venezia, tiene nella capitale britannica la prima tappa del proprio percorso in Europa, proprio a pochi giorni della notizia che l’estate boreale 2024 è stata la più calda di sempre. Attraverso la fotografia d’autore di Gaia Squarci racconta come persone provenienti da diversi contesti socioculturali, in varie parti del mondo, si adattino a vivere a temperature sempre più alte, senza limitarsi ad utilizzare indiscriminatamente l’aria condizionata.
Belle fotografie ed efficaci infografiche offrono un percorso visivo tra Brasile, India, Indonesia e Italia, spiegando in maniera più comprensibile che mai il fenomeno dei riscaldamento globale e la necessità di contrastarlo con strumenti “normali” e non solo energivori come, appunto, l’aria condizionata.
“Molte persone – sostiene De Cian – non hanno accesso all’energia per i condizionatori. E poi anche chi se li può permettere si espone a nuove forme di vulnerabilità come quella legata ai prezzi energetici. Chi spende più del 10% del proprio reddito per energia è considerato povero energetico”. Da qui il bisogno di spiegare, di far “vedere” attraverso la fotografia che una “cooling solution” slegata dall’uso del condizionatore è possibile, e da qualche parte viene già praticata, con risultati che emergono dalle foto di Gaia Squarci, mettendo insieme la creatività espressa dall’arte fotografica e la divulgazione scientifica.
“Questa bella mostra – spiega Francesco Bongarrà, direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Londra – vuole stimolare la riflessione creare consapevolezza sul riscaldamento globale, uno tra i temi più rilevanti del nostro tempo. Siamo felici che abbia riscosso l’interesse di esperti che vivono a Londra, una città che si considera campione di sostenibilità”.
Dopo Londra – resterà aperta fino al 2 ottobre – “The Cooling Solution” verrà esposta allo Zoom Festival di Sauguenay in Canada, per tornare in Italia, a Trani.

– foto ufficio stampa Istituto italiano di Cultura di Londra –
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Rifiuti tessili, l’Italia raccoglie solo 2,7 kg per abitante all’anno

MILANO (ITALPRESS) – L’Italia è tra i paesi che immettono sul mercato il maggior numero di prodotti tessili a livello europeo, con 23 kg per abitante ogni anno a fronte di una raccolta di soli 2,7 kg pro capite, che corrispondono a circa 160 mila tonnellate (di cui 80mila raccolte al Nord, 33,5mila raccolte nel Centro Italia e 46,7mila al Sud). Dal 1° gennaio 2025 tutti i Paesi membri affronteranno la grande sfida della gestione dei rifiuti tessili, che dovranno essere raccolti separatamente rispetto all’indifferenziato, ma che ad oggi registrano un tasso di riciclo mondiale pari solo all’1%. Considerando che il settore tessile è il quarto per maggiore impiego di materie prime e acqua, responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra, più dell’intero trasporto aereo e marittimo insieme, c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto in Italia.
“E’ necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori per riuscire ad implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita, discutendone i requisiti con il MASE e Il MIMIT e allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei Produttori – afferma Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion -. A seguito del Trilogo riceveremo le indicazioni definitive dall’Europa, è fondamentale essere presenti ora ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme al Governo quello che sarà il sistema del futuro arrivando a regole condivise. Ne parliamo giovedì 26 settembre dalle ore 15.30 al webinar organizzato da Erion Textiles: “Tessile a un passo dalla norma EPR. Gli impatti economici e organizzativi per le aziende”.
“Promuovere una gestione efficiente dei rifiuti tessili” – E’ il ruolo principale dei Consorzi nati su iniziativa volontaria dei Produttori come Erion Textiles. Sarà importante definire il modello di raccolta e selezione dei rifiuti tessili, così come chiarire il ruolo della distribuzione, sia tradizionale sia online. I Consorzi dovranno, poi, fornire supporto ai produttori per l’adesione alle regole del decreto, ma anche per identificare e sviluppare soluzioni innovative per migliorare la riparabilità, la riutilizzabilità e il riciclo dei materiali.
Inoltre, organizzeranno campagne di sensibilizzazione verso il consumatore finale per la corretta dismissione dell’abbigliamento a fine vita e favoriranno il dialogo con tutti gli attori della filiera (comuni, rivenditori, selezionatori, riciclatori) per la definizione degli accordi di programma per migliorare la raccolta e garantire standard di qualità della selezione e del riciclo dei rifiuti tessili.
I produttori finanzieranno i consorzi tramite gli eco-contributi. Ad esempio, nel mercato francese, che è stato il primo a introdurre la normativa EPR per il settore tessile, un’azienda che commercializza 1 milione e mezzo di prodotti (tra abbigliamento, calzature, accessori e tessile per la casa) contribuisce ai costi di gestione del Consorzio Refashion per più di 100.000 euro. Considerati gli importi in gioco, Erion Textiles insieme ai suoi produttori sta svolgendo le simulazioni e gli scenari del mercato italiano per definire gli eco-contributi che i produttori dovranno prevedere a budget nelle collezioni dei prossimi anni.
A luglio 2023 la Commissione Europea ha proposto un regime di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) con l’obiettivo di responsabilizzare i produttori sull’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’Ue. Oltre a ciò, i produttori saranno anche invitati ad aumentare la circolarità dei prodotti progettandoli meglio fin dall’inizio: il Parlamento Europeo ha introdotto l’eco-modulazione degli eco-contributi che dovranno tenere in considerazione gli standard in materia di durabilità, riparabilità e riciclabilità. Questo permetterà di fare leva sulla condivisione delle criticità della gestione del fine vita dei prodotti per migliorarne la progettazione, la riciclabilità e l’impatto ambientale.
E le istituzioni? Secondo Erion “ad oggi manca una forte governance per la gestione dei rifiuti tessili: nonostante esistano esperienze per la raccolta e la selezione non è stato costruito un sistema industriale per il riciclo. E’ in via di definizione la norma europea alla quale seguiranno i decreti nazionali che permetteranno agli attori della filiera di operare e agire attivamente. Quali sono le mancanze più gravi? Si potrebbe dire che non è ancora avvenuto un confronto franco con le istituzioni, i Comuni e gli operatori della filiera sul modello di gestione dei rifiuti tessili. Considerate le pochissime esperienze di riciclo della frazione di rifiuti tessili non riutilizzabili sarà necessario investire in ricerca per trovare soluzioni di riciclo. Sarà necessario – conclude la nota – garantire trasparenza e tracciabilità del percorso dei rifiuti tramite standard minimi di qualità per le attività di selezione e infine sensibilizzare i consumatori sulla corretta dismissione dei loro capi a fine vita”.

– foto ufficio stampa Erion –
(ITALPRESS).

Una Terra VC, accordi per raccogliere 200 mln per la circular economy

ZURIGO (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Il fondo di Venture Capital Una Terra annuncia oggi la firma degli accordi di contribuzione con il Governo Italiano, tramite il Fondo per la Transizione Verde del PNRR gestito dall’Istituto di Promozione Italiano Cassa Depositi e Prestiti tramite CDP Venture Capital, e con la Fondazione Principe Alberto II di Monaco, insieme a Monaco Assets. I futuri investitori possono continuare a partecipare a questa iniziativa trasformativa unendosi al Final Close, che mira a raccogliere almeno 200 milioni di euro.
“Questi accordi di investimento sottolineano l’impegno di Una Terra nella rapida espansione delle soluzioni di economia circolare che affrontano il 45% delle emissioni di CO2 e il 90% dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità”, spiega una nota.
“Crediamo nel Successo Sistemico e nella Creazione di Valore Sostenibile – afferma Luca Zerbini, CEO e Managing Partner di Una Terra (nella foto) -. Il nostro impegno si estende nel garantire rendimenti superiori alla media degli investimenti, catalizzando al contempo le industrie a trasformarsi in potenti nuovi ecosistemi, dove la sostenibilità non è solo un concetto, ma una realtà monetizzata”.
Una Terra, continua la nota, si dedica infatti attivamente al supporto di soluzioni ambientali come lead investor, grazie al suo ecosistema unico e alla sua rete, promuovendo un futuro finanziariamente sostenibile dove il cambiamento sistemico e la crescita redditizia si combinano per il benessere a lungo termine delle persone e del pianeta. Una Terra è per leader nell’accelerare e scalare le aziende nei settori europei target del packaging, gestione dei rifiuti, alimentazione, agritech, abbigliamento, moda e finanza pulita.
Tra gli altri, Una Terra “può contare nel suo ecosistema sul supporto locale e sulle opportunità di investimento di EIT Climate-KIC (la più grande comunità europea di accelerazione e innovazione, co-finanziata dall’UE), sulle capacità di co-investimento di fondi come CDP e il ReOcean Fund sull’esperienza di marketing innovativo per l’ accelerazione della crescita di The Shed 28, sulla forza comunicativa di We Don’t Have Time, una piattaforma social (con oltre 200 milioni di follower), sui consigli del suo Comitato di Impatto che include membri del Cambridge CISL e della Ellen MacArthur Foundation, sulla competenza in redesign aziendale rigenerativo di Nativa, sulla società di consulenza per il talento Dynamis Group e su programmi educativo sviluppati con università chiave e ONG in Europa per supportare le aziende del portafoglio”, si legge.
Inoltre, attraverso la campagna “Stand Up for the Planet”, culminata nel libro recentemente pubblicato dalla Bocconi University Press, che presenta 45 contributi di “donne straordinarie che stanno cambiando il mondo”, Una Terra “ha anche coinvolto i principali agenti di cambiamento per accelerare l’agenda di investimenti con una prospettiva di genere, portando a compimento un altro leva di crescita e redditività sostenibile sottoutilizzata”. Una Terra, si legge ancora, “ha già identificato un solido flusso di investimenti ad alto impatto e a rendimento rapido in linea con la sua missione di affrontare le sfide urgenti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. Il Comitato Investimenti è pronto ad approvare ulteriori investimenti rispetto ai quattro già realizzati dal fondo, garantendo un attivo dispiego di capitale e sviluppo del portafoglio in un mercato europeo favorevole, oltre a un immediato vantaggio per gli investitori.
“Una Terra” “funge da grido di battaglia strumento per l’eccezionale impegno che il fondo ha ottenuto di governi, fondazioni, dotazioni, attori del settore aziendale, banchieri di primo piano, fondi pensione, assicurazioni ed imprenditori per accelerare la transizione ambientale e sociale sistemica e tracciare una roadmap verso un futuro migliore attraverso straordinarie innovazioni e soluzioni di economia circolare: tutti hanno indicato Una Terra come il loro partner preferito di venture capital, preparando il terreno per una chiusura pari o superiore al target originale di 200 milioni. Il focus di crescita di Una Terra – spiega ancora il comunicato – ruota attorno alla scalabilità rapida delle soluzioni per prepararli a maggiori investimenti di capitale attraverso la collaborazione strategica con aziende leader e fondi privati che cercano di integrare tecnologie sostenibili, approcci e modelli di business al centro dei loro percorsi di trasformazione”.
“Una Terra è nata da un’aspirazione condivisa: rendere il mondo un luogo più sostenibile. L’ambizione di Una Terra non è solo investire capitale, ma anche fornire supporto diretto, competenze, educazione e leadership alle aziende che mirano a trasformare interi settori attraverso tecnologia e innovazione commerciale. Utilizzano modelli asset-light che possono essere scalati tramite marketing, introduzioni commerciali, partnership, ingresso in nuovi mercati e strategie di go-to-market accelerate”, conclude la nota.

– foto ufficio stampa Una Terra VC –
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