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Ambiente

Pecoraro Scanio “Inserire art.9 Costituzione in statuto dei Comuni”

ROMA (ITALPRESS) – Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e tra i promotori dell’inserimento della tutela ambientale in Costituzione, ha consegnato al vicesindaco di Monte San Biagio, Arcangelo Di Cola, in rappresentanza del sindaco Federico Carnevale, la targa realizzata dalla Fondazione Univerde e destinata ai Comuni che si impegnano a inserire i principi del nuovo articolo 9 della Costituzione nel proprio statuto. La consegna è avvenuta in un luogo simbolico, la Torre di Portella, storica dogana tra regno delle due Sicilie e Stato della Chiesa sulla via Appia. “La vittoria storica della modifica della Costituzione con l’inserimento dei nuovi principi di tutela di ambiente, biodiversità, ecosistemi, future generazioni e animali deve ora concretizzarsi in atti attuativi nazionali e locali”, sottolinea Pecoraro Scanio. “Ecco perchè ho chiesto a governo e Parlamento di definire strumenti per adeguare le leggi al nuovo dettato costituzionale e chiedo ai comuni di inserire nel proprio statuto i nuovi principi. Sono contento che il rappresentante del comune di Monte San Biagio abbia preso già questo impegno, anche perchè è un comune situato in un’area di grande importanza ambientale tra un lago che è parco regionale e una delle più grandi sugherete dell’Italia peninsulare”, ha aggiunto. Il vicesindaco ha ribadito l’impegno a inserire nello statuto i principi del nuovo articolo 9 e ringraziato per il riconoscimento: “Siamo da sempre impegnati per la tutela del nostro territorio e rafforzare questa azione anche nel nostro Statuto comunale servirà a coinvolgere tutta la cittadinanza e pensare davvero anche alle future generazioni”.
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-foto ufficio stampa Fondazione Univerde-

A2a presenta il bilancio di sostenibilità territoriale di Bergamo

BERGAMO (ITALPRESS) – E’ stata presentata oggi dall’ad di A2a Renato Mazzoncini, alla presenza del Sindaco Giorgio Gori, l’ottava edizione del Bilancio di Sostenibilità Territoriale di Bergamo, che rendiconta le prestazioni ambientali, economiche e sociali del Gruppo sul territorio nel 2022 e i piani di attività previsti per i prossimi anni. “Nel 2022 il legame di A2A con Bergamo si è ulteriormente rafforzato: abbiamo aumentato gli investimenti, portandoli a 31,9 milioni di euro, per garantire infrastrutture e impianti efficienti e lavorato per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini con soluzioni sempre più innovative. Abbiamo avviato inoltre progetti per favorire la diffusione di una cultura della sostenibilità, promuovendo i vantaggi dell’elettrificazione dei consumi, dell’uso circolare delle risorse, del consumo consapevole dell’energia e della mobilità green” dichiara Renato Mazzoncini, ad di A2a. “Un impegno forte e convinto frutto anche del dialogo costante con le istituzioni e gli stakeholder locali. I risultati del Bilancio di Sostenibilità confermano la volontà del Gruppo di creare valore condiviso e promuovere la crescita del territorio, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del Paese” aggiunge. “La sfida dei prossimi anni, per la nostra città, sarà quella di azzerare completamente le emissioni di Co2 e migliorare ulteriormente tutti i propri parametri ambientali. Bergamo, infatti, è tra le 100 città europee e le 9 città italiane scelte per guidare la transizione ecologica del continente: diveniamo quindi laboratori del cambiamento e A2a rappresenta un player fondamentale nell’attuazione delle strategie che Bergamo è chiamata ad attuare nei prossimi anni” dichiara il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori “Parliamo di gestione virtuosa dei rifiuti, di implementazione del teleriscaldamento, di energie rinnovabili e mobilità a zero emissioni di Co2. Siamo al lavoro per moltiplicare le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici su tutto il territorio cittadino, lavoriamo sul collegamento tra la rete cittadina del teleriscaldamento e il Rea di Dalmine, operazione che da sola ci consentirà di riscaldare fino a circa 11mila appartamenti in più e ridurre le emissioni di anidride carbonica di oltre 14.500 tonnellate: si tratta della prosecuzione di un lavoro che parte da lontano e che ha già consentito a Bergamo di tagliare notevolmente le emissioni derivanti dal riscaldamento. Consideriamo che dal 2010, la città ha ridotto la produzione di CO2 del 23% e negli ultimi anni il trend di miglioramento dell’aria si è dimostrato costante per quel che riguarda alcuni inquinanti, come il PM10 e il Nox. Sappiamo che dobbiamo continuare così e, anzi, moltiplicare gli sforzi per raggiungere tutti gli obiettivi dell’agenda 2030. In questo senso, la multiutility A2a è un alleato importante per vincere la sfida della Carbon neutrality entro il 2030” aggiunge. In continuità con l’impegno portato avanti nell’ultimo triennio per l’ascolto e il dialogo con le comunità in cui il Gruppo opera, nel 2023 il percorso dei Forum Multistakeholder di A2A prevede il coinvolgimento di 11 territori in tutta Italia, attraverso momenti di confronto sulla costruzione di progettualità concrete e su misura, per contribuire sinergicamente allo sviluppo sostenibile del Paese. Applicando metodologie proprietarie testate, insieme agli stakeholder aderenti all’edizione 2022 del
programma, l’azienda ha realizzato l’iniziativa “Il potere delle buone abitudini”. A partire da un’indagine SWG sono state offerte attività di interpretazione dei risultati, con l’obiettivo di ottenere un quadro di riferimento tra cittadini e sostenibilità nel territorio, al fine di diffondere in modo capillare consigli e buone pratiche anche grazie al sostegno delle Reti di Quartiere di Bergamo. Nel contesto dello stesso programma, A2A ha anche promosso la costituzione dell’Advisory Board Consumi Sostenibili per Bergamo. Ai lavori hanno preso parte i principali stakeholder della Città, tra Enti e Associazioni, con l’obiettivo di andare a definire soluzioni condivise per consumare meno e consumare meglio. Con 24 ore di ascolto e quattro incontri, l’Advisory Board ha definito priorità e azioni per i consumi sostenibili di cittadini e imprese, raccolti all’interno della Carta dei Consumi Sostenibili, che fissa i principi per una transizione sostenibile e calata nel contesto territoriale. Le iniziative di ascolto degli stakeholder hanno già coinvolto anche Cremona, cui si aggiungeranno nel corso dell’anno altri 9 territori: Calabria, Sicilia, Valtellina, Brescia, Milano, Seregno, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Puglia.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa A2a

UN Habitat, il futuro della sostenibilità urbana al centro del dibattito

ROMA (ITALPRESS) – Si svolgerà a Nairobi, dal 5 al 9 giugno, la Seconda Sessione dell’Assemblea del Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani “UN Habitat”. A rappresentare l’Italia, ci sarà il Sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Claudio Barbaro. L’Assemblea, che vedrà la partecipazione di numerosi capi di Stato e di Governo, ministri, viceministri e sottosegretari, affronterà le tre crisi planetarie che minacciano il futuro del pianeta: cambiamenti climatici, perdita della biodiversità e inquinamento, mettendo al centro il ruolo delle città e della dimensione territoriale, da intendersi sia come sede di innovazione e sperimentazione di azioni e politiche per la sostenibilità, ma anche in quanto luoghi maggiormente colpiti dagli effetti negativi delle crisi globali.
“Le città generano l’80% della ricchezza mondiale – spiega Barbaro – e rappresentano i luoghi nei quali vive oltre la metà della popolazione mondiale, una cifra che dovrebbe aumentare al 70% entro il 2050, rendendo l’urbanizzazione uno dei mega trend del 21esimo secolo. L’incontro di Nairobi sarà un’occasione importante per coordinare le azioni a livello internazionale sul futuro della sostenibilità urbana”.
L’Assemblea riunirà i delegati degli Stati Membri: 193 i Paesi aderenti. Presenti anche altri organismi e agenzie specializzate, organizzazioni intergovernative, società civile, settore privato, università e istituti di ricerca e reti a livello globale delle autorità locali.

foto: agenziafotogramma.it

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La sostenibilità sempre più decisiva per mercati finanziari e imprese

MILANO (ITALPRESS) – La sostenibilità è sempre più sentita. Non solo dal mercato finanziario ma anche dai consumatori e quindi dal sistema produttivo. In tutti i settori. Alcune banche hanno approntato dei fondi dedicati per aiutare le aziende a diventare più sostenibili in tutte le dimensioni, quella ambientale, sociale e di governance in virtù della misurazione oggettiva attraverso prima uno score e poi un rating di sostenibilità. Tra le realtà bancarie più impegnate a tal fine, il Gruppo ICCREA, quarto italiano, che nel suo Statuto persegue la crescita responsabile, come ha sottolineato nella puntata 7 di Focus ESG Felicita De Marco, Responsabile Group Sustainability & ESG Strategy, a cui sono poi seguite le interviste con i due direttore generali di CentroMarca Banca Claudio Alessandrini e di RivieraBanca Gianluca Conti. Entrambe queste realtà bancarie, fortemente radicate nel territorio, che muovono oltre 5 miliardi di euro, hanno messo a disposizione plafond importanti, 40 milioni, ma soprattutto offrono un programma di accompagnamento che può non solo aiutare ad essere più sostenibili ma anche ad aumentare la redditività. Nella puntata 7 di Focus ESG si è entrati nel merito non solo sottolineando l’opportunità ma anche il modo in cui si deve operare e quali opportunità si presentano. Nel turismo, ad esempio, che in Italia si prevede quest’anno cresca a due cifre superando così i 150 milioni di presenze, è alta l’attenzione alle strutture plastic free, a quelle che offrono materiali per la spiaggia compostabili, a chi offre servizi a basso impatto ambientale e che faccia uso di energia pulita. Ebbene tutte queste richieste chiedono impegno economico ma oggi questo può essere ben supportato anche grazie a costi del denaro contenuti per la sostenibilità.

– foto Italpress –

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Ignazio Capuano è il nuovo presidente di Conai

MILANO (ITALPRESS) – Ignazio Capuano è il nuovo presidente di CONAI. Lo ha eletto durante la sua prima riunione a Milano il nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio Nazionale Imballaggi, che aveva già designato i nuovi consiglieri lo scorso 11 maggio a Roma, in occasione dell’assemblea annuale.
Laurea in ingegneria e master in economia alla New York University, Capuano è amministratore delegato di Burgo Group e di Burgo Ardennes. E’ membro del consiglio direttivo di Assocarta e fa parte del consiglio di amministrazione della Confederazione europea dell’industria cartaria (Cepi).
E’ stato direttore generale di Saffa, poi amministratore delegato di Reno de Medici. Ha lavorato anche nel campo delle utilities come amministratore delegato di RWE Italia, nel comparto bancario con la Manufacturers Hanover Trust of New York (oggi JP Morgan Chase) e in quello della consulenza strategica con KPMG.
E’ stato presidente di COMIECO dal 2012 al 2016 e presidente di Cepi da gennaio 2020 a dicembre 2021.
Capuano prende ora il testimone da Luca Ruini: guiderà CONAI per il triennio 2023-2025.
“Un onore e una responsabilità – commenta il presidente Capuano -. Il mio mandato inizia in una fase che vede l’Italia ai vertici delle classifiche europee per riciclo pro-capite di imballaggi, ma in cui il nostro tessuto imprenditoriale si trova di fronte obiettivi di circolarità sempre più sfidanti. CONAI è oggi un modello di sostenibilità che fa scuola a livello internazionale: sono entusiasta di assumerne la presidenza e di portare avanti un’attività di tutela ambientale che si rivela sempre più essenziale. Ringrazio il consiglio di amministrazione per la fiducia, e il direttore generale Valter Facciotto e il presidente uscente Luca Ruini per il lavoro che hanno svolto, mantenendo così solide la vitalità e la proattività del Consorzio”.
Ad affiancarlo come vicepresidenti saranno Angelo Tortorelli, in rappresentanza delle imprese del commercio e della distribuzione, e Antonio Feola, in rappresentanza degli utilizzatori industriali.
“Siamo felici di dare il benvenuto al presidente Ignazio Capuano, pronti a una collaborazione che renda ancora migliori i risultati italiani nel campo dell’economia circolare e del riciclo degli imballaggi”, dichiara il direttore generale di CONAI Valter Facciotto. “A lui gli auguri per un triennio di successi e di obiettivi raggiunti”, aggiunge.

– foto ufficio stampa Conai –

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Nasce a Bergamo “Legami Dreamland”, un parco per proteggere la natura

BERGAMO (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato primo Legami Dreamland, il parco naturale nella città di Bergamo destinato al ripristino e alla protezione della natura. Tre ettari con 2600 tra piante e arbusti, 40 specie arboree autoctone e 250 mq di area umida che l’azienda, per festeggiare i primi vent’anni di attività, ha voluto regalare alla sua comunità. L’obiettivo del progetto è rendere alla natura ciò che le è stato sottratto e costruire insieme un futuro più sostenibile. Dreamland è stato ideato e finanziato da Legami, azienda che ha rivoluzionato il mondo della cartoleria e degli articoli da regalo, in collaborazione con il Comune di Bergamo, ed è parte integrante del percorso intrapreso anni fa da Alberto Fassi, fondatore, direttore creativo e CEO dell’azienda, che da anni è impegnato in prima persona in azioni dall’impatto sostenibile positivo, sia ambientale che sociale.
Contrastare la perdita di biodiversità e di capitale naturale urbano, mitigare la temperatura, favorire il miglioramento della qualità dell’aria, sono obiettivi che verranno raggiunti grazie a questa iniziativa unica nel suo genere.
E l’inaugurazione ne è stata la prova: nessun taglio del nastro ad aprire lo spazio, ma l’effettiva chiusura dell’area perchè possa preservarsi dalle intrusioni e violazioni umane e diventare il nuovo polmone verde di Bergamo, dove flora e fauna potranno rigenerarsi e crescere. Dreamland non è e non deve essere inteso come uno spazio chiuso, ma è un’area aperta alla flora e alla fauna che contribuirà attivamente al futuro sostenibile di tutto il territorio, la Lombardia. Questa area geografica, infatti, presenta i peggiori valori di inquinamento in Europa e da decenni soffre scelte di sviluppo e di sfruttamento del territorio anacronistiche e autolesioniste. Il progetto del parco inizia da lontano e rientra nelle molte iniziative che Legami ha attivato negli anni per contribuire a ridurre la propria impronta climatica (dal 2021 l’azienda ha raggiunto la Carbon Neutrality per aver ridotto e compensato le emissioni di CO2 generate, azzerandole) e ha coinvolto tutti i dipendenti nella piantumazione di arbusti e siepi nell’area protetta per la realizzazione di questa visionaria iniziativa. Ma nemmeno a loro sarà concesso accedervi, la presenza umana all’interno del parco sarà solo quella degli addetti alla manutenzione del verde, sempre a carico di Legami, che con un investimento che ha già superato il mezzo milione di euro si impegna a superare la neutralità carbonica e a diventare un contributore positivo nella generazione di aria pulita nel proprio territorio.
“Dreamland rappresenta un sogno che si avvera – dichiara Alberto Fassi – l’idea che sia ancora possibile decidere di fare un passo indietro e lasciare più spazio alla natura per aiutarla a crescere e aiutarci a rigenerare gli habitat in cui viviamo. Questo progetto rappresenta un messaggio alla nostra comunità e una forte presa di responsabilità della nostra impresa. E’ solo l’inizio, l’intenzione è ingrandire il parco per sottrarre aree al consumo del suolo e regalarle alla natura. Serve un cambio di mentalità, dobbiamo pensare alla nostra presenza non come protagonisti di ogni luogo, ma come manutentori per prenderci tutti cura di un ‘ambientè del quale siamo parte integrante”. Diversi i progetti già attivati per la salvaguardia dell’ambiente, oltre alla Carbon Neutrality: dalla sede aziendale autonoma dal punto di vista energetico grazie all’installazione di pannelli solari e all’acquisto di energia verde certificata, al parco auto aziendale elettrico o ibrido, all’introduzione degli scontrini blu smaltibili nella carta e delle shopper riciclabili o compostabili nei negozi monomarca.
Molte altre iniziative sono state inserite nel primo bilancio di sostenibilità, presentato durante questa giornata, e rappresentano un impegno concreto per creare un futuro più sostenibile. Ogni anno l’azienda destinerà il 5% dell’utile aziendale per il sostegno di progetti di sostenibilità ambientale e sociale. La volontà di immaginare soluzioni positive, tipiche dei sognatori, di una Legami che si racconta semplicemente con “we are dreamers”. “L’iniziativa di Legami – commenta il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori – è assolutamente encomiabile e rappresenta un esempio di responsabilità d’impresa nella tutela del nostro territorio. Un segnale forte, che spero possa essere raccolto da altri imprenditori della nostra città e che cade in concomitanza con la stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio di Bergamo, un documento che punta a tagliare oltre 1,1milioni di metri cubi di previsioni edificatorie, ma anche a incrementare di ben 3,5 milioni di metri quadrati l’estensione del Parco dei Colli, con particolare attenzione alle zone a sud della nostra città, non distanti, cioè, dalla Dreamland che oggi Legami e Alberto Fassi regalano a tutti i nostri concittadini. La nostra città è chiamata a guidare la transizione ecologica del nostro continente: Bergamo è entrata a far parte delle 100 città europee che puntano alla decarbonizzazione entro il 2030. Molto è stato fatto, come il miglioramento costante della qualità dell’aria della nostra città o la diminuzione del 23% delle emissioni negli ultimi 15 anni, ma è chiaro che tanto lavoro ancora è da fare e che tutti noi siamo chiamati a una maggiore responsabilità verso l’ambiente in cui abitiamo”.

foto: ufficio stampa Legami

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Conou, nel 2022 con l’olio lubrificante rigenerato risparmiati 130 mln

ROMA (ITALPRESS) – Sono oltre 181 mila le tonnellate raccolte di olio lubrificante usato, la totalità del raccoglibile. Oltre il 98% è stato rigenerato, con la produzione di ben 118 mila tonnellate di nuove basi lubrificanti e di oltre 38 mila tonnellate di bitumi e gasoli. L’attività ha avuto effetti positivi in termini economici e sociali: un risparmio di circa 130 milioni di euro sulla bolletta petrolifera per importazioni di greggio evitate, un impatto economico rilevante e lavoro per 1.216 persone tra occupazione diretta e indotto. Questi alcuni dati che emergono del Rapporto sostenibilità 2022 del Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, presentato nel corso dell’evento “La transizione energetica e la circolarità sono davvero il futuro dell’economia?”.
“I processi di circolarità per l’uso efficiente delle risorse nello sviluppo di tecnologie e know-how organizzativo applicati nella Filiera del CONOU hanno permesso di creare una catena di valore per l’ambiente, l’economia e la salute umana senza eguali in Europa. Grazie al ruolo svolto dal Consorzio come bilanciatore, arbitro e controllore della sua filiera di 60 Aziende sul territorio nazionale, neppure una goccia di un rifiuto pericoloso viene dispersa nell’ambiente, ma tutto viene rigenerato e trasformato in una nuova preziosa risorsa”, ha affermato Riccardo Piunti, presidente del CONOU, nel descrivere il Sistema Consorzio.
Questi risultati sono il frutto dell’impegno di una rete capillare di raccoglitori col marchio che ha ritirato l’olio da circa 103 mila siti tra officine e industrie, distribuiti su tutto il territorio nazionale, e delle due aziende di rigenerazione che danno i loro contributo decisivo alla chiusura del cerchio. Il Rapporto di Sostenibilità 2022 conferma ancora una volta come la Filiera CONOU si posizioni come un’eccellenza dell’Economia Circolare non solo in Italia ma anche in Europa, dove mediamente si rigenera appena il 61% dell’olio usato raccolto e una grande parte viene bruciata.
“L’Italia è uno dei Paesi d’Europa, in questo caso del mondo, che ha una capacità di riciclo elevata, e questo è nato dall’attenzione ai livelli locali, alla raccolta differenziata; è nato dall’iniziativa di fare meglio ciò che noi riusciamo già a fare. Siamo un Paese che non ha materie prime, un Paese che fa dell’ingegno la propria forza. Ebbene il CONOU credo sia la dimostrazione di come si possa costruire un qualcosa di importante per il Paese, che ci porta a primeggiare in ambito europeo”, ha commentato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente.
Secondo il Rapporto 2022 – predisposto con il supporto di Deloitte Italia e la revisione di Ernst & Young – nel 2022 grazie al Sistema CONOU è stata evitata l’immissione in atmosfera di 64 mila tonnellate di CO2 equivalente rispetto al modello alternativo (cioè la estrazione e raffinazione di petrolio vergine come materia prima), sono stati ottenuti, sempre in rapporto al modello alternativo, un minore sfruttamento del suolo del 77%, un minore impatto in termini di unità tossiche cancerogene dell’84% e un beneficio in termini di minore incidenza di malattie. Nel 2022 le Imprese del Sistema CONOU confermano un tasso di rigenerazione vicino al 100% sul totale dell’olio raccolto. La leggera diminuzione della quantità di olio raccolto rispetto al 2021 è in linea con il trend nazionale che ha visto una progressiva riduzione del consumo di oli lubrificanti (-41% dal 2000 al 2022), principalmente dovuta all’evoluzione tecnologica e, per il comparto industriale, anche al rallentamento della produzione industriale, alla crisi pandemica e al conflitto russo-ucraino. Delle 181 mila tonnellate raccolte nel 2022, ben 86 mila (47% del totale) sono derivate dalla cosiddetta micro-raccolta, ossia da quei prelievi di piccoli quantitativi di olio usato che, pur non sempre remunerativi, vengono sempre recuperati (sempre a titolo gratuito) grazie ai sistemi contrattuali che legano i Concessionari raccoglitori al CONOU. L’88% della richiesta di raccolta dell’olio usato è pervenuta, appunto, dalle officine (prelievi molto più frammentati), mentre il 12% dall’industria. La media di olio raccolto è pari a circa 3 Kg per abitante, giungendo a 3.9 Kg/ab. al Nord, 2.6 Kg/ab. al Centro e 2.1 Kg/ab. al Sud e isole: Se la raccolta è importantissima nell’attività del Consorzio, fondamentale è anche la rigenerazione, perchè grazie agli impianti tecnologicamente evoluti del Sistema si assicura una qualità dei lubrificanti rigenerati pari a quelli prodotti in modo tradizionale dal petrolio. Inoltre, grazie al modello circolare, nel 2022 il Sistema CONOU ha permesso di conseguire una serie significativa di benefici in termini di tutela ambientale e salute umana rispetto al sistema alternativo che parte dall’estrazione e raffinazione del petrolio per produrre basi lubrificanti: 86% di combustibili fossili risparmiati, 29% di acqua risparmiata, riduzione del 77% di sfruttamento del suolo, 84% di unità tossiche con effetti cancerogeni evitate, abbattimento del 91% dell’incidenza di malattie dovuta all’emissione di particolato, infine, 84% in meno di emissioni di anidride solforosa (responsabile delle “piogge acide”) e 90% in meno di emissioni di clorofluorocarburo 11 (gas responsabile dei danni allo strato di ozono).

– foto xb1/Italpress –

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Bioplastiche compostabili, vola il riciclo. Obiettivo 2030 già superato

MILANO (ITALPRESS) – Vola il riciclo delle bioplastiche compostabili in Italia. Come emerge dalla relazione annuale relativa alle attività 2022 di Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile, il nostro Paese viaggia con oltre 8 anni di anticipo rispetto agli obiettivi: la quantità di imballaggi riciclati nei circa 155 impianti di trattamento italiani ha infatti raggiunto nel 2022 quota 60,7% (46.600 tonnellate a fronte di 76.800 immesse sul mercato, quasi 9 punti percentuali in più rispetto al dato 2021). Dieci punti in più rispetto all’obiettivo fissato per il 2025 (50%) ma, soprattutto, cinque punti in più rispetto a quello del 2030 (55%).
“Questo risultato è motivo di grande orgoglio per tutta la filiera – ha commentato il presidente di Biorepack, Marco Versari -. Essere riusciti già oggi a raggiungere e superare l’obiettivo 2030, peraltro dopo appena 18 mesi dall’inizio delle attività del nostro consorzio, dimostra l’impegno della nostra organizzazione e la sinergia virtuosa che siamo riusciti a innescare con le pubbliche amministrazioni e i soggetti deputati alla raccolta dei rifiuti”.
I risultati avrebbero potuto peraltro essere ancora più significativi se la frazione umida raccolta fosse stata qualitativamente più pura. La presenza di materiali non compostabili (soprattutto prodotti e imballaggi in plastiche tradizionali, vetro e metalli) erroneamente conferiti nell’umido domestico, oltre a costituire un grave problema per la raccolta, rimane un fattore di penalizzazione dei risultati di riciclo. L’eliminazione di questi materiali estranei, infatti, comporta sempre uno scarto anche delle bioplastiche compostabili in ingresso negli impianti, che nel 2022 si è attestato intorno al 14%.
Ma la relazione 2022, presentata a Milano durante l’assemblea dei consorziati di Biorepack, contiene molti altri numeri significativi: le imprese consorziate – rappresentative di produttori, trasformatori, utilizzatori e riciclatori – hanno raggiunto quota 218 (+8% rispetto all’anno precedente). Inoltre, al 31 dicembre scorso sono pervenute 353 richieste di convenzionamento che portano a 3.777 i Comuni serviti (47,8% di tutti i Comuni italiani), nei quali risiedono oltre 38 milioni di persone, pari al 64,4% della popolazione nazionale (3 punti percentuali in più rispetto al 2021).
Per i soggetti convenzionati un vantaggio anche economico non di poco conto: grazie alla convenzione con Biorepack sono stati infatti riconosciuti nel corso del 2022 corrispettivi economici pari a 9,3 milioni di euro, a copertura dei costi di raccolta, trasporto e trattamento degli imballaggi in bioplastica compostabile conferiti insieme ai rifiuti organici (1,8 milioni di euro in più rispetto al 2021).
“Questi numeri, indubbiamente positivi, devono però rappresentare solo un punto di partenza per raggiungere rapidamente ulteriori traguard – ammonisce Versari -. Le differenze di copertura regionale sono ancora troppo marcate, nonostante la raccolta differenziata dell’umido urbano (con all’interno le bioplastiche) sia obbligatoria in tutta Italia dal 1° gennaio 2022”.
Dalla relazione 2022 emerge infatti che, a livello regionale, le performance migliori sono quelle della Valle d’Aosta (100% della popolazione coperta), Emilia-Romagna (99%), Veneto (97%), Toscana (94%) e Puglia (93%). Ma la percentuale di Comuni convenzionati con Biorepack oscilla tra l’81% del Nord Est e appena il 23% delle Isole. Allo stesso modo, le convenzioni coprono il 90% della popolazione delle regioni nord-orientali, mentre nelle regioni meridionali si fermano al 53% e nelle isole scendono addirittura al 30%.
“Stiamo lavorando quotidianamente – ha aggiunto Versari – per colmare questo gap nelle regioni meridionali. Va infatti ricordato che convenzionarsi significa poter accedere a risorse economiche importanti, che possono aiutare molte realtà territoriali a migliorare la qualità e quantità della raccolta differenziata della frazione umida”.
Proprio per sensibilizzare gli enti locali ma anche per aiutare i cittadini nel corretto conferimento degli imballaggi in bioplastica compostabile insieme ai rifiuti umidi, il consorzio Biorepack ha investito importanti risorse in campagne di comunicazione e iniziative di informazione ed educazione. L’ultima, in ordine di tempo, è stata presentata all’assemblea dei consorziati: una campagna integrata per TV, radio, stampa, social e digital firmata dall’agenzia Connexia. Gli spot televisivi, della durata di 15 secondi, saranno in onda fino al 17 giugno sui canali televisivi di RAI, Mediaset, CairoRCS Media, SKY, Warner Bros, Discovery e Netflix mentre lo spot radiofonico, in formato 30″, sarà emesso sulle frequenze radiofoniche del Gruppo Editoriale GEDI e sul circuito CNR. Lo spot sarà anche veicolato sulle piattaforme Google e Meta. Nei prossimi mesi sono inoltre previste pagine pubblicitaria sui maggiori periodici e quotidiani nazionali.
Inoltre, consapevole del tema della riconoscibilità degli imballaggi in bioplastica compostabile, il Consorzio nel 2022 ha avviato un progetto finalizzato a individuare la fattibilità di un marchio di riconoscibilità che in maniera univoca e immediata (attraverso un pittogramma) possa comunicare l’esatto riciclo del rifiuto di imballaggio in bioplastica compostabile assieme ai rifiuti organici. Obiettivo: rendere sempre più facile distinguere tali imballaggi, per aumentare non solo la quantità della raccolta ma soprattutto la sua qualità. I corrispettivi economici garantiti ai Comuni convenzionati infatti aumentano al diminuire delle frazioni estranee non compostabili che “sporcano” la raccolta della FORSU.
Altrettanto importanti, nell’ottica di ottimizzare la raccolta e il riciclo delle bioplastiche, sono le iniziative di contrasto all’illegalità. Un problema tutt’altro che marginale, visto che ancora oggi sono molto diffusi gli imballaggi – buste della spesa, in primis – in plastica tradizionale o contraffatti senza le caratteristiche tecnico-ambientali richieste dalla legge. Oltre ad arrecare danni economici alla filiera, in termini di concorrenza sleale e di aggravio di costi industriali, i fenomeni illeciti producono un chiaro impatto negativo sull’ambiente. Per questo, Biorepack ha sviluppato una piattaforma in collaborazione con l’associazione di categoria Assobioplastiche: i cittadini e le imprese possono utilizzarla per segnalare i fenomeni illeciti e permettere al Consorzio, dopo i doverosi controlli e l’istruttoria giuridica, di presentare denuncia alle autorità competenti.

– foto ufficio stampa Barabino & Partners –
(ITALPRESS).