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Engie inaugura in Sicilia il più grande parco agrivoltaico d’Italia

MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) (ITALPRESS) – Engie ha inaugurato oggi il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia: coniuga la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole del territorio. L’energia viene immessa nella rete nazionale italiana e serve, in larga parte, ad alimentare le attività di Amazon in Italia. La struttura è stata presentata oggi, a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, dalla CEO di Engie Italia, Monica Iacono e dal direttore delle Categorie del Largo Consumo per Amazon in Europa, Giorgio Busnelli, in un evento che ha visto la partecipazione del viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava.
Il parco agrivoltaico, la cui costruzione è stata annunciata nel 2021, si estende su 115 ettari. E’ stato costruito in Sicilia in un’area agricola situata tra Marsala e Mazara del Vallo, in provincia di Trapani ed è il primo dei due impianti di energia rinnovabile annunciati dalle aziende. Il secondo si trova a Paternò, in provincia di Catania e inizierà a produrre energia entro la fine dell’anno. In totale, i due impianti avranno una capacità produttiva di 104 MW Peak (83MW AC). Secondo le stime di Engie, le due strutture contribuiranno al risparmio di oltre 62.000 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno.
L’impianto di Mazara del Vallo è un esempio d’avanguardia: oltre a essere il primo parco agrivoltaico realizzato in Italia, è anche il primo concepito sulla base di un modello contrattuale Corporate PPA (Power Purchase Agreement) tra due aziende private.
“Nonostante il contesto di crisi globale, abbiamo proseguito il nostro percorso di decarbonizzazione verso la transizione energetica. L’impianto agrivoltaico di Mazara del Vallo per Engie è pienamente coerente con la strategia di sviluppo in Italia e nel mondo – afferma Monica Iacono, CEO di Engie Italia -. Attualmente contiamo su 500 MW di capacità installata rinnovabile e il nostro piano mira a raggiungere i 2 GW nel 2030 tra impianti eolici e fotovoltaici. Per conseguire questi obiettivi è fondamentale una relazione continua e costante con i territori e con le istituzioni centrali unitamente a un quadro normativo e regolatorio stabile, semplificato, che ci auguriamo venga presto definito”.
“Sono lieto di essere oggi a Mazara del Vallo per l’inaugurazione del primo parco agrivoltaico in Italia, che coniuga la produzione di energia rinnovabile con la preservazione del territorio coltivabile. Questo progetto ci consente di accelerare il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2040, contribuire alla transizione energetica del Paese e generare un impatto positivo nelle comunità in cui operiamo”, ha commentato Giorgio Busnelli, direttore delle Categorie del Largo Consumo per Amazon in Europa.
I parchi agrivoltaici aumentano l’efficienza nell’uso del suolo, posizionando i pannelli fotovoltaici in alto rispetto al terreno, al fine di consentire la coltivazione nei campi sottostanti. L’impianto di Mazara del Vallo è dotato di una tecnologia di ultima generazione: pannelli solari bifacciali montati su inseguitori monoassiali consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, agevolando in questo modo la produzione di energia. L’uso di pannelli solari bifacciali e di inseguitori minimizza l’area necessaria per l’impianto fotovoltaico e massimizza l’efficacia per la destinazione agricola. Per la costruzione dell’impianto di Mazara del Vallo sono state impiegate 150 persone. Nel parco agrivoltaico di Mazara del Vallo saranno coltivate principalmente colture foraggere oltre a viti, lavanda e piante aromatiche e officinali.
Sarà possibile garantire così la salvaguardia del paesaggio rurale e della biodiversità, e assicurare una ricaduta positiva anche per le realtà agricole locali coinvolte nella gestione delle coltivazioni.
Engie ha tra le sue principali sfide strategiche la produzione di energia da fonti rinnovabili. In Sicilia Engie possiede 5 impianti in esercizio (impianti eolici a Salemi/Trapani ed Elimi, impianti fotovoltaici a Lembisi e Santa Chiara e l’agrivoltaico di Mazara del Vallo) alimentati da fonte rinnovabile per circa 174 MW di potenza installata e sta costruendo nuovi progetti per ulteriori 68 MW: un impianto agrivoltaico di 38 MW Peak (33 MW AC) a Paternò e l’impianto eolico di 30 MW Rampingallo). Associato al parco eolico di Trapani Salemi sorge una “Fast Reserve Unit” da 12,5MW di capacità. Si tratta di un sistema di storage nato per supportare Terna nel garantire la stabilità della rete elettrica.
A livello mondiale, il Gruppo Engie detiene una capacità di energia verde installata di 38 GW, con l’obiettivo di raggiungere 80 GW entro il 2030.
Amazon oggi è il maggiore acquirente aziendale di energia rinnovabile a livello globale, grazie a un totale di oltre 400 progetti legati alle energie rinnovabili in 22 Paesi, tra cui 128 progetti solari ed eolici in Europa. In Italia, Amazon ha annunciato 22 progetti di energia rinnovabile, che includono anche 19 siti alimentati da impianti fotovoltaici su tetto, per una capacità complessiva di oltre 115 MW, sufficiente ad alimentare oltre 90.000 abitazioni italiane. Alla fine del 2021, l’azienda ha raggiunto un approvvigionamento dell’85% da fonti rinnovabili in tutte le sue attività ed è vicina all’obiettivo di alimentare tutte le sue attività con il 100% di energia rinnovabile entro il 2025.

– foto ufficio stampa Engie –
(ITALPRESS).

Crisi climatica, al via campagna Marevivo a bordo della nave Palinuro

ROMA (ITALPRESS) – Per affrontare la crisi climatica, Marevivo, nell’ambito dell’Accordo con la Marina Militare e la Fondazione Dohrn, ha lanciato, questa mattina presso la sua sede nazionale sul Tevere, la campagna internazionale “Only One: One Planet, One Ocean, One Health”, realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, in occasione della partenza della Nave Scuola Palinuro dal Porto di La Spezia per il suo viaggio d’istruzione in Italia e nel Mediterraneo.
La campagna, nata per sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’urgenza di attuare la transizione ecologica, è iniziata con incontri propedeutici nelle prestigiose scuole della Marina Militare, per coinvolgere e rendere protagonisti gli equipaggi e gli allievi che saranno a bordo delle navi e proseguirà con conferenze in alcune delle tappe del tour del veliero e una mostra itinerante di 11 pannelli, allestita sulla Nave Scuola Palinuro.
La mostra, visitabile anche presso la sede nazionale di Marevivo, è incentrata soprattutto sui temi della transizione energetica, ecologica e alimentare, sul concetto di economia circolare, sull’inquinamento da plastica e sul riscaldamento di mari e oceani. L’obiettivo è quello di creare sempre più consapevolezza sul fatto che la nostra salute, come quella di tutti gli esseri viventi, dipende dall’armonia tra il mondo vivente e quello non vivente e che le attività umane – come il prelievo di risorse alimentari, l’overfishing, gli allevamenti intensivi, la distruzione degli habitat e la deforestazione – hanno rotto questa armonia che possiamo ristabilire solo lavorando tutti insieme con un approccio olistico, a diversi livelli.
Hanno partecipato alla conferenza stampa Rosalba Giugni, presidente Marevivo, Aurelio De Carolis, Ammiraglio di Squadra della Marina Militare Comandante in Capo della Squadra Navale, Ferdinando Boero, vicepresidente Marevivo e presidente Fondazione Dohrn e alcuni rappresentanti del Comitato Scientifico Marevivo che, in collaborazione con Fondazione Symbola, Edible Planet Ventures e l’Università Campus Bio-Medico di Roma, nella persona del professor Antonio Ragusa, hanno curato i contenuti della mostra “Only One”. Il Comandante di nave Palinuro, Mario Esposito, ha salutato i presenti con un videomessaggio in diretta dalla Nave Scuola.
“Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella, diceva Galileo Galilei. Questo è il filo conduttore della campagna di comunicazione e sensibilizzazione “Only One” che abbiamo voluto creare insieme a partner di eccellenza – ha dichiarato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo. – Solo attraverso la consapevolezza possiamo pensare di affrontare il difficile futuro che l’umanità ha davanti.
Siccità e alluvioni, due facce della stessa medaglia, sono il prodotto dei cambiamenti climatici ai quali dobbiamo trovare una soluzione per mitigarne gli effetti e, nello stesso tempo, per mettere in atto la transizione ecologica, tema presente nella mostra che accompagna tutte le fasi della campagna. Dobbiamo cercare di arrestare quel conto alla rovescia che ci indica il tempo di non ritorno, che ci è dato da l’IPCC (il panel composto da migliaia di ricercatori di tutto il mondo che monitorano i cambiamenti climatici). Sei anni, circa due mesi e una manciata di ore che, con il riscaldamento del Pianeta di oltre 1,5 gradi, ci porterebbero alla catastrofe globale”.
“La Marina militare collabora da tempo con l’Associazione Marevivo, con cui condivide la grande attenzione verso tutti gli aspetti della dimensione marittima, da quelli ambientali a quelli legati alle transizioni alimentare ed energetica. Tutti temi che hanno diretto impatto sulla sostenibilità del pianeta e sulla sua sicurezza e stabilità a livello globale. In quest’ottica si inquadra il supporto della Marina militare all’iniziativa informativa “Only One: One Planet, One Ocean, One Health” che sarà divulgata anche in contesti internazionali nell’ambito delle campagne estive delle navi scuola a vela Amerigo Vespucci e Palinuro”, ha sottolineato l’Ammiraglio De Carolis.
“Se l’Unione Europea ci chiede l’alfabetizzazione marina, vuol dire che siamo analfabeti – ha affermato Ferdinando Boero, vicepresidente Marevivo e presidente Fondazione Dohrn – E noi con questa campagna, ci proponiamo di promuoverla a più persone possibile. Esistono buone norme di comportamento, ma queste devono essere inserite in un sistema che dobbiamo conoscere e comprendere, altrimenti non potremo valutare se quello che proponiamo funziona oppure no. Ci impegniamo moltissimo per esplorare lo spazio, ma non facciamo altrettanto per esplorare la biodiversità, che pur celebriamo e di cui riconosciamo, a parole, l’importanza vitale per la nostra stessa sopravvivenza”.
La campagna è realizzata con il supporto di Beko Italia srl, marchio internazionale di elettrodomestici che propone soluzioni innovative nel rispetto del Pianeta. All’insegna del claim “Live Like a Pro”, Beko abbraccia ogni ambito della quotidianità con prodotti progettati per offrire uno stile di vita più sostenibile, grazie all’alta efficienza energetica, all’utilizzo di componenti riciclate e alle emergenze globali come quella della lotta da inquinamento da microfibra che vede il brand impegnato in prima linea.
Altro partner della campagna è BAT Italia, azienda impegnata nella realizzazione di un futuro migliore, A Better Tomorrow, attraverso la riduzione del suo impatto ambientale e quello della propria attività sulla salute, con cui Marevivo già collabora attraverso il progetto “Piccoli gesti, grandi crimini”, per sensibilizzare cittadini e Amministrazioni locali sul “littering”, ovvero l’abbandono nell’ambiente di mozziconi e piccoli rifiuti come bottigliette, tappi e scontrini, e per raccogliere dati utili per capire e prevenire il fenomeno.

– foto ufficio stampa Marevivo –

(ITALPRESS).

Materie prime strategiche, economia circolare sempre più decisiva

ROMA (ITALPRESS) – “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”. E’ il Position Paper – realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Iren – presentato a Roma presso la sede dell’Ara Pacis. L’evento di presentazione, moderato dalla giornalista Laura Tecce, ha visto la partecipazione Adolfo Urso (Ministro delle Imprese e del Made in Italy), Valerio De Molli (Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti), Luca Dal Fabbro (Presidente, Iren), Maria Siclari (Direttore Generale, Ispra) e Danilo Bonato (Direttore Generale, Erion).
“Le materie prime critiche sono centrali per l’industria europea e rientrano in tecnologie chiave per la politica energetica e digitale, in un contesto in cui l’Europa e l’Italia sono fortemente dipendenti da Paesi terzi. In Italia, in particolare, il fabbisogno di materie prime critiche strategiche è previsto crescere fino a 11 volte rispetto ad oggi, rendendo necessarie soluzioni di policy volte a garantire un approvvigionamento sicuro e resiliente”, dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.
“I risultati della ricerca – afferma il presidente di Iren Luca Dal Fabbro – dimostrano come l’incremento della dotazione impiantistica in termini di recupero e riciclo delle materie prime critiche sia l’azione più urgente da intraprendere a beneficio della sicurezza del sistema economico italiano. Al 2040 l’economia circolare potrà soddisfare fino al 32% del fabbisogno annuo di materie prime strategiche in Italia. Iren eserciterà un ruolo da protagonista in questo ambito, forte di un piano industriale che prevede al 2030 10,5 miliardi di Euro di investimenti con l’obiettivo di diventare il player di riferimento per l’economia circolare nel Paese”.
Durante la Tavola Rotonda sono stati condivisi i principali risultati dello Studio, con l’obiettivo di qualificare la centralità delle materie prime critiche per le produzioni industriali europee, mettendo in luce le potenziali criticità legate alla concentrazione delle forniture, e quantificare il fabbisogno attuale e prospettico per l’Italia identificando le opportunità derivanti dall’economia circolare.
Nel 2023 la Commissione Europea ha identificato 34 materie prime critiche per l’industria Europea (20 in più rispetto alla rilevazione effettuata nel 2011). La Cina è oggi il principale fornitore europeo per il 56% delle materie prime critiche con implicazioni significative per i target energetici al 2030: se la Cina interrompesse la fornitura di terre rare all’Europa, da qui al 2030 sarebbero a rischio 241 GW di eolico (47% del totale) e 33,8 milioni di veicoli elettrici (66% del totale), rendendo impossibile il raggiungimento degli obiettivi legati alle linee guida europee.
Il posizionamento della Cina sulle materie prime critiche non si basa solamente sulla produzione domestica, ma anche sulla capacità di raffinazione. La Cina, infatti, raffina oltre il 90% della produzione mondiale di terre rare, di manganese e di germanio. Non solo: tra il 2005 e il 2021 la Cina ha indirizzato oltre 80 miliardi di Euro di investimenti diretti esteri verso il settore estrattivo e della raffinazione. Si tratta di un valore pari a 2,3 volte gli investimenti pubblici europei in rinnovabili osservati nello stesso periodo di riferimento. I primi 3 Paesi in cui la Cina ha diretto gli investimenti sono Australia (26,6 miliardi di Euro), Repubblica Democratica del Congo (13,7 miliardi di Euro) e Perù (11,8 miliardi di Euro). Gli effetti di questa strategia sono visibili su materie prime critiche quali cobalto e litio, per cui la Cina detiene il 3% e l’11% della capacità mineraria globale, ma con quota che raggiunge rispettivamente il 25% e il 24% includendo le società a controllo cinese.
All’interno di questo mercato fortemente concentrato, il Critical Raw Materials Act, emanato a marzo 2023 dalla Commissione Europea stabilisce che, entro il 2030, estrazione, raffinazione e riciclo debbano soddisfare, rispettivamente, almeno il 10%, 40% e 15% del fabbisogno europeo di materie prime critiche, con l’obiettivo di rendere le filiere industriali più resilienti e meno dipendenti da Paesi terzi. Inoltre, al massimo il 65% delle materie prime critiche consumate potranno essere importate da un singolo Paese.
Sempre nel 2023 la Commissione Europea ha introdotto anche il concetto di materie prime strategiche, ovvero le materie prime necessarie per produzioni industriali che ricadono in settori di utilizzo strategici identificati in: energie rinnovabili, mobilità elettrica, digitale, aerospazio e difesa. Le analisi di The European House – Ambrosetti, basate su oltre 50 documenti di policy europei degli ultimi 5 anni, consentono di identificare le tecnologie sottostanti ai settori strategici (fotovoltaico, eolico, batterie, data storage e server, prodotti di elettronica, droni e satelliti) e conseguentemente di identificare il fabbisogno italiano, attuale e prospettico, di materie prime strategiche.
I risultati dell’analisi evidenziano come il fabbisogno odierno italiano di materie prime strategiche si attesti a circa 2.782 tonnellate nel 2020, con il rame che rappresenta il 44% del totale. Al 2040, inoltre, il fabbisogno è previsto crescere fino a 11 volte rispetto a tali volumi, nell’ipotesi di una specializzazione produttiva del Paese sugli ambiti dell’eolico e del fotovoltaico e di una espansione tecnologica coerente con i target energetici europei.
In generale, alla luce del crescente fabbisogno di materie prime critiche strategiche, esistono dei vincoli da considerare per soddisfare tali fabbisogni. Infatti, da un lato, le materie prime critiche strategiche hanno pochi materiali sostituti, parte dei quali sono a loro volta critici e con soluzioni a minor maturità tecnologica che rendono difficile performance comparabili. Dall’altro lato, l’estrazione di materiali minerali metallici in Italia è oggi sostanzialmente nulla, con tempi autorizzativi per valorizzare un nuovo sito minerario che raggiungono in Europa 15/17 anni.
In questo quadro, l’economia circolare rappresenta quindi una leva ad alto potenziale, anche alla luce dei volumi crescenti di tecnologie low-carbon che raggiungeranno il fine vita: lo stock di prodotti riciclabili da qui al 2040 è previsto crescere di 13 volte. In questo contesto, il riciclo potrà soddisfare nel 2040 dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuo di materie prime strategiche, con il target del 15% fissato dalla Commissione Europea che può essere raggiunto già nel 2030. Tuttavia, per raggiungere tassi di riciclo significativi e potenziare l’autonomia strategica italiana è necessario un incremento della dotazione impiantistica: The European House – Ambrosetti ha stimato che in Italia saranno necessari 7 impianti per valorizzare i prodotti che contengono materie prime critiche, per un investimento complessivo di circa 336 milioni di euro.
‘Diventa quindi fondamentale il ruolo delle multiutility come Iren, grazie al forte presidio territoriale, l’elevata capacità di investimento e la presenza radicata in tutta la filiera energetica e dei rifiuti – si legge in una nota -. Iren attiva nei settori strategici dell’energia, dell’acqua, dell’ambiente e delle reti fornirà un contributo sostanziale al raggiungimento dei target richiesti dal Critical Raw Materials Act grazie alla gestione diretta di circa 60 impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, fra i quali innovative linee di trattamento dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) per il recupero delle materie prime critiche contenutè.
Nel piano industriale Iren al 2030, che prevede circa 10,5 miliardi di investimenti, l’80% dei quali dedicati alla crescita sostenibile, è previsto un ulteriore sviluppo impiantistico, fra cui la realizzazione del primo impianto italiano dedicato esclusivamente al recupero dei materiali preziosi e materie prime critiche, la cui costruzione partirà entro il 2023 in Valdarno.

– foto xb1/Italpress –

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Bonincontro “Con presidenza Urso al via battaglia culturale”

ROMA (ITALPRESS) – La Federazione Italiana Pesistica è stata protagonista dell’evento “ESG: S come Social, S come Sport” che si è svolto al Salone d’Onore del Coni, nell’ambito del Festival della Sostenibilità organizzato da PTS Clas moderato da Alberto Miglietta. Il segretario generale Fipe, Francesco Bonincontro, ha presentato il percorso della federazione negli ultimi 18 anni proprio dal punto di vista della sostenibilità culturale e sociale, un concetto sconosciuto nel 2005, quando Antonio Urso divenne presidente di questa Federazione. “Fu allora che iniziò la nostra battaglia culturale – dice Bonincontro – che, come tutte le battaglie culturali non sono ‘misurabilì nell’immediato nè con i parametri ordinari di valutazione. La particolarità delle nostre discipline e più in generale delle nostre attività, trova oggi, ancor prima di una forma di sostenibilità ambientale, verso cui in ogni caso concretamente tendere, effettiva e concreta attuazione in un tema di inclusione sociale e di riscatto culturale, in territori disagiati, in ambiti geografici ostici, in realtà economiche e sportive complesse. L’intenso lavoro su questi temi, oltre che su formazione tecnica, su attività di reclutamento e avviamento alla disciplina sportiva e sulla valorizzazione dei giovani talenti, ha consentito di centrare risultati importanti quali le medaglie conquistate alle Olimpiadi di Tokyo e l’avvio del progetto Sthenathlon Young. La federazione ha l’opportunità di porre al centro la valorizzazione della persona, promuovendo lo sport come strumento educativo e di promozione sociale – conclude Bonincontro – che può portare benefici concreti nella qualità della vita, nella salute e nel benessere delle comunità”.
– Foto Ufficio Stampa Fipe –
(ITALPRESS).

Smog, Aci Milano “Bene Regione a Bruxelles, no decisioni ideologiche”

MILANO (ITALPRESS) – “La proposta di revisione della Direttiva sulla qualità dell’aria al vaglio della Commissione europea produrrebbe danni ingenti innanzitutto al sistema produttivo nazionale e, più specificatamente, a tutti i cittadini che possiedono un veicolo nell’area del bacino padano e in particolare a Milano e in Lombardia. Bene ha fatto, quindi, il presidente Attilio Fontana, con alcuni rappresentanti della sua Giunta, a recarsi a Bruxelles per portare avanti le istanze di un territorio che, ricordiamolo sempre, orograficamente è nettamente penalizzato rispetto a tutto il resto d’Europa”. Così Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club di Milano, commenta la presa di posizione da parte della Regione Lombardia, in missione al Parlamento Europeo, per sostenere come eventuali restrizioni in discussione a Bruxelles produrrebbero quelli che Geronimo La Russa non esita a definire “danni ingenti e inaccettabili”. “Bisogna uscire da retaggi ideologici che, fra l’altro, nel caso della Lombardia, non tengono conto di aspetti decisivi come il posizionamento geografico” aggiunge il presidente La Russa. “Nella nostra regione, come in tutto il resto del Paese – conclude – da anni si lavora per cercare di ridurre le emissioni inquinanti. Giusto, dunque, porre in essere politiche di contenimento. Ma non è possibile che ciò avvenga, come vorrebbe Bruxelles, penalizzando sempre gli stessi, ovvero Milano la Lombardia e l’Italia intera”.(ITALPRESS).

Photo credits: ufficio stampa Aci Milano

Pichetto “La biodiversità è un valore di crescita per l’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “La biodiversità è uno straordinario valore di crescita per l’Italia: la sua tutela e conservazione sono state un asse fondamentale della Presidenza italiana del G20 e lo saranno anche in occasione del G7 nel 2024”. Lo afferma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto, nella Giornata Mondiale della Biodiversità indetta dalle Nazioni Unite.
“L’Italia – aggiunge il ministro – sta per dotarsi di una rinnovata Strategia al 2030, con la quale contribuire a invertire l’attuale tendenza alla perdita di diversità biologica e al collasso degli ecosistemi: un percorso che stiamo rafforzando anche attraverso investimenti del PNRR come la diffusa opera di rinaturazione lungo le aree del Po, il progetto MER per il ripristino degli ecosistemi marini e quello per la digitalizzazione delle aree protette”.
“Il riconoscimento in Costituzione della ‘tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemì – conclude Pichetto – rende ancor più stringente un impegno che, a livello di negoziato globale, ha posato una pietra miliare con l’accordo di Montreal raggiunto lo scorso dicembre. Il ruolo dell’Italia – conclude Pichetto – è stato molto attivo nel raggiungimento di quell’intesa e lo sarà ancor di più nella sua attuazione”.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

Installati alveari sulla terrazza del ministero dell’Agricoltura

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E’ la prima e più elevata installazione di ape italiana in una sede istituzionale nazionale e farà parte del Progetto ApinCittà, ideato e gestito dalla Federazione Apicoltori Italiani (FAI). Si tratta del primo apiario della storia del ministero dell’Agricoltura, inaugurato stamani dal ministro Francesco Lollobrigida sulla terrazza del dicastero di via XX Settembre, curato proprio dalla FAI. Gli alveari avranno una finalità di impollinazione, biomonitoraggio e mappatura della biodiversità di un ampio quadrante della Capitale: un’iniziativa che vuole celebrare, dandole continuità e concretezza, la Giornata mondiale delle Api. “Quest’anno – sottolinea il presidente della FAI, Raffaele Cirone – sarà per noi la ‘Giornata Mondiale dell’Ape mellifera per un’agricoltura produttiva e sostenibile’. Rappresenta il primo impollinatore degli ambienti rurali, urbani, peri-urbani e naturali”.
L’ape mellifera italiana è un fondamentale fattore di produttività del cibo necessario al Pianeta: la presenza di alveari sul territorio genera in Italia 2 miliardi di valore della produzione agroalimentare, cui si deve aggiungere l’apporto ecosistemico che le api garantiscono alla biodiversità, stimato in 150 miliardi. “Nel nostro Paese – rimarca Cirone – assistiamo a un incremento costante del patrimonio apistico: l’ultimo censimento 2022 indica 1.800.000 colonie di api che sopravvivono e producono, sia pure tra infinite difficoltà, grazie all’impegno di 72.000 apicoltori: un capitale naturale, quello della Repubblica Italiana, di oltre 100 miliardi di api, il cui valore è stimato in ben 500 milioni”. Numeri che collocano l’Italia in testa alle classifiche dell’Unione europea.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Fai-

Intesa Havas Pr-Karma Metrix per supportare la comunicazione sostenibile

MILANO (ITALPRESS) – Havas Pr, società di consulenza per la reputazione, e Karma Metrix, digital company specializzata nella misurazione dell’impatto ambientale dei siti web, hanno sottoscritto una partnership finalizzata a supportare le imprese nell’adottare scelte di comunicazione sostenibili. Comunicare la sostenibilità trasferendo il proprio impegno a rendere processi, prodotti e servizi più sostenibili, sta diventando una priorità per le aziende. In questo contesto, trasparenza e semplificazione sono le parole d’ordine per il futuro affinchè gli strumenti di comunicazione diventino anche strumenti di engagement efficaci.
La rapida migrazione verso il digitale di moltissime attività di marketing e comunicazione ha avuto conseguenze importanti sull’aumento di emissioni di CO2, con ricadute di cui molti player non sono ancora del tutto consapevoli e che rischiano di impattarne la reputazione. La collaborazione tra Havas Pr e Karma Metrix va dunque nella direzione di integrare le competenze verticali delle due realtà per offrire al mercato soluzioni volte a ricalibrare le scelte di comunicazione in ottica più sostenibile, tanto nei linguaggi quanto nello sviluppo degli strumenti.
“Questo accordo, che coniuga la vocazione smart e digitale di Karma Metrix al nostro know-how in reputazione e difesa della marca, arricchisce di nuove prospettive e di valore aggiunto l’attività di consulenza che offriamo alle imprese sui temi ESG – afferma Caterina Tonini, Ceo di Havas Pr -: all’interno di un contesto di grandi variabili e certamente non immune da rischi, di fronte a stakeholder che si aspettano coerenza, trasparenza e concretezza da chi parla di sostenibilità, vediamo una grande opportunità per strutturare strategie di intervento sempre più efficaci”.
Un approccio che riafferma la centralità del ruolo dei reputation manager all’interno delle aziende, oggi sempre più concentrati nel diffondere una cultura della sostenibilità che vada dal top management fino a tutte le linee organizzative.
Ale Agostini, Ceo di KarmaMetrix.com, sottolinea che “per anni le aziende hanno piantato alberi per compensare; è giunta l’ora anche di risparmiare risorse. Le attività digital sono molto energivore, contribuiscono al caro bollette ed emettono enormi quantità di CO2. Secondo il Global Carbon Project, il Web si classifica infatti come il 4° paese al mondo per emissioni di anidride carbonica. Sono felice che Havas PR, come altri grandi brand innovatori (tra cui Valentino, UnipolSai e Infocamere), abbia sposato il primo percorso di sostenibilità digitale sul panorama europeo”.
Un focus specifico della partnership si concentrerà sulle properties digitali delle aziende, grazie all’implementazione di un servizio di misurazione, miglioramento e monitoraggio dell’impronta carbonica del sito web che potrà fare leva sull’algoritmo proprietario di Karma Metrix e sulle competenze interne al Gruppo Havas anche in materia di design etico.

– foto ufficio stampa Havas Pr –
(ITALPRESS).