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Ambiente

Città più verdi e aria più pulita con il software Airtree

ROMA (ITALPRESS) – Diminuire il livello di inquinamento, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e migliorare i servizi ecosistemici, selezionando in fase di progettazione del verde pubblico, tra le specie arboree più adatte allo specifico contesto pedoclimatico urbano, quelle più capaci di trattenere il carbonio e le polveri sottili. Questi gli obiettivi di uno studio nell’ambito del progetto Life, coordinato dal Crea in collaborazione con il Cnr, l’Enea, la società di consulenza Arianet, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Milano e l’Università politecnica di Madrid, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Atmosphere e promossi da Nature Italy.
La pianificazione dei parchi cittadini richiede di ponderare attentamente i servizi ecosistemici, come il miglioramento del microclima e l’aumento del valore estetico e paesaggistico, che sono offerti dalla vegetazione arborea e di valutare l’aiuto che gli alberi possono fornire nel migliorare la qualità dell’aria.
La ricerca in questo ambito offre conoscenze indispensabili alla progettazione del verde con modelli sempre più efficienti, che simulano la rimozione di inquinanti atmosferici (polveri sottili e ozono) sulla base delle proprietà strutturali ed ecofisiologiche degli alberi e dei dati meteorologici.
I ricercatori hanno testato nelle città di Bologna e Milano, esposte ad alti livelli di inquinanti atmosferici, il modello Airtree (Aggregated Interpretation of the Energy Balance and Water Dynamics for Ecosystem Services Assessment) un modello multistrato unidimensionale che accoppia suolo, piante e processi atmosferici per prevedere gli scambi di anidride carbonica (CO2), vapore acqueo (H2O), ozono troposferico (O3), particolato (PM10 e PM2.5) e biossido di azoto (NO2) tra le foglie e l’atmosfera e li integra attraverso cinque strati per ottenere flussi a livello della chioma. Gli studiosi hanno realizzato mappe della vegetazione delle due città, integrando le immagini ad alta risoluzione dei satelliti Sentinel 2 dell’Agenzia Spaziale Europea con i dati sul verde urbano forniti dai municipi di Milano e Bologna.
“Grazie all’integrazione di queste due fonti di dati, abbiamo ottenuto una copertura vegetale in questi Comuni pressochè completa – afferma Ilaria Zappitelli, ricercatrice del Crea Foreste e Legno e coautrice dello studio – e abbiamo inserito le mappe compilate nel modello AIRTREE”.
“Dopo aver simulato il più alto tasso di inquinamento nelle due città nell’ipotesi estrema di assenza totale di alberi – dichiara Alessandro Alivernini, ricercatore del Crea Foreste e Legno e coautore dello studio – abbiamo analizzato la capacità di assorbimento degli inquinanti atmosferici da parte delle diverse alberature presenti nei due tessuti urbani e abbiamo scoperto che quelle con il più alto tasso di assorbimento erano il bagolaro (Celtis australis), il platano comune (Platanus x acerifolia), l’olmo siberiano (Ulmus pumila) e la quercia rossa (Quercus rubra)”.
Il modello Airtree, che sarà reso disponibile a tutti mediante uno strumento open-source nell’ambito delle attività del nuovo National Biodiversity Future Center, può essere utilizzato per pianificare la riforestazione urbana, adattandola alle caratteristiche specifiche di ogni contesto ambientale e climatico. Infatti, capire quali specie di alberi inserire in un determinato agglomerato urbano è fondamentale per la conservazione della biodiversità, per il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo e per rendere le città e gli insediamenti umani dei luoghi sempre più inclusivi, sicuri e sostenibili.

– foto ufficio stampa Crea –
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Economia circolare e transizione energetica un’unica sfida per il futuro

ROMA (ITALPRESS) – La transizione energetica e l’economia circolare, spesso considerate in modo distinto, sono in realtà legate tra loro, entrambe decisive per rendere sostenibile l’impatto delle attività economiche; rappresentano le due vie parallele per condurre l’Italia a una prospettiva di sviluppo positivo e duraturo. E’ quello che emerge dal convegno “Il ruolo dell’economia circolare nella politica energetica europea” promosso dal Conou, il Consorzio Nazionale Oli Usati, e da Aiee, l’Associazione Economisti italiani dell’energia, che si è svolto oggi a Roma presso la sede di Spazio Europa.
Un confronto che ha raccolto voci diverse di accademici, economisti, istituzioni e rappresentanti di alcuni dei principali consorzi ambientali nazionali, animando la riflessione sull’impatto benefico e la necessità del modello circolare nel percorso di transizione energetica per l’azione di contrasto della crisi climatica.
Ridurre la dispersione di rifiuti, migliorare la capacità di recupero e riciclo di materia e accrescere la sostenibilità dei prodotti sono gli interventi strategici da mettere in campo anche per consentire la riduzione del fabbisogno di energia.
In Italia le attività dei cinque Consorzi che hanno partecipato all’incontro – Conou, Ricrea, Co.Re.Ve, Erion, Ecopneus – rappresentano altrettanti esempi virtuosi di un’economia circolare realizzata, di una gestione ambientalmente efficace ed efficiente dei rifiuti che contribuiscono anche a ridurre l’utilizzo di materie prime energetiche fossili, con evidenti benefici nella mitigazione del “global warming” a livello complessivo nonchè nella indipendenza energetica per il nostro Paese.
Come oramai da anni il Conou nel 2021 ha avviato a rigenerazione oltre il 98% dell’olio usato, con un risparmio sulle importazioni di petrolio di oltre 80 milioni di euro; Ricrea, sempre nel 2021, ha riciclato 390mila tonnellate di rifiuti di imballaggio in acciaio; Co.Re.Ve, ha recuperato 2.182.858 tonnellate di vetro nel 2021; Erion, con la sua attività ha permesso di risparmiare oltre 375 milioni di kWh ed Ecopneus, nel 2022 ha recuperato 231.727 tonnellate di pneumatici fuori uso.
Questi dati illustrano con efficacia la posizione di eccellenza occupata dall’Italia in Europa quanto ad economia circolare. Come emerge dal Rapporto 2022 del Festival Circonomia sull’economia circolare in Italia e in Europa, il nostro Paese è leader nella Ue per circolarità ed efficienza d’uso delle risorse. In particolare, nel 2021 il nostro Paese ha avviato a riciclo quasi l’80% di tutti i rifiuti prodotti, sia urbani che speciali, contro il 56% della Francia, il 43% della Germania, e il 39% della Spagna (la media Ue è ferma al 38%).
L’Italia è prima tra i 27 Paesi dell’Unione nell’indice di economia circolare costruito su diciassette diversi indicatori, prima per percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti, più virtuosa di altri grandi Paesi europei per energia consumata/unità di Pil e consumo di materia/unità di Pil.
“L’economia circolare amplia la visione su ciò che serve per rendere concreta e sufficientemente rapida la transizione ecologica. Una prospettiva che non può basarsi soltanto su interventi di ‘sostituzione tecnologicà pure indispensabili, ma deve necessariamente investire anche la sfera dei comportamenti economici e degli stessi stili di consumo. In questo senso il passaggio dal modello economico lineare a quello circolare è uno snodo fondamentale anche in termini culturali. Se guardiamo al caso del CONOU, che rigenera pressochè la totalità dell’olio usato raccolto in Italia abbattendo inquinamento e alleggerendo il peso della nostra bolletta energetica, la strada da seguire appare chiara”, ha commentato il presidente Conou Riccardo Piunti.
“L’economia circolare costituisce da tempo uno dei pilastri sui quali l’Europa ha deciso di costruire la sua politica per la transizione ed i recenti eventi che hanno sconvolto i mercati dell’energia e delle commodities hanno ulteriormente accentuato l’impegno per il recupero e la valorizzazione dei residui e più in generale dei rifiuti – ha aggiunto il vicepresidente Aiee Carlo Di Primio – L’Italia, come paese tradizionalmente dipendente dalle importazioni di energia e di materie prime, è stato sempre costretto a fare di necessità virtù ed ha saputo acquisire una posizione d’avanguardia in questo campo. I consorzi come Conou sono uno degli esempi virtuosi di questa attitudine che coordina l’impegno dell’industria, dei consumatori, delle istituzioni. E devono costituire un fattore d’impulso e riferimento per il percorso che occorre ancora fare per una gestione efficace dei rifiuti”.

– foto ufficio stampa Epr comunicazione –
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Repower, al via la terza stagione del podcast “Rumors d’ambiente”

MILANO (ITALPRESS) – Un viaggio tra le grandi innovazioni, del presente e del passato recente, che stanno cambiando il mondo per renderlo più sostenibile: sarà online dal 7 marzo la terza stagione del podcast “Rumors d’ambiente – Alla ricerca della sostenibilità”, ideato e prodotto da Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile. Il podcast, nato nel 2020 e diventato uno dei più ascoltati sul tema della sostenibilità, quest’anno vedrà come conduttore l’autore e divulgatore Filippo Solibello, voce del programma “Caterpillar AM” su Radio 2, con una co-conduttrice d’eccezione: la forma di intelligenza artificiale più avanzata del momento, Chat GPT.
Focus della nuova stagione è l’innovazione applicata alla sostenibilità: proprio lo sviluppo sostenibile, infatti, è uno degli ambiti su cui si stanno concentrando innovatori, ricercatori, start up di tutto il mondo e uno dei settori più fertili per le nuove idee e le invenzioni del XXI secolo.
Dalla mobilità elettrica alle energie rinnovabili, dalla moda al food fino ai mondi virtuali, Rumors d’ambiente sarà un vero e proprio viaggio all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità. Il format prevede blocchi di due puntate, una a settimana, che dialogheranno tra loro: il “focus”, racconto di un’innovazione che ha fatto la storia della sostenibilità (dalla prima batteria al litio alla prima Fiat elettrica, presentata a Torino negli anni ’70, fino all’open source) e l’intervista a startup, imprenditori, ricercatori e protagonisti dell’innovazione che promettono di essere “the next big one” nel campo della sostenibilità.
Quest’anno il podcast sarà all’insegna dell’innovazione anche nella forma: come co-conduttrice, infatti, Filippo Solibello si avvarrà del supporto di Chat GPT, a cui si chiederà di trovare spunti di riflessione e nuove domande da porre agli ospiti. Un circolo virtuoso, da innovazione a innovazione, che proseguirà anche nella newsletter del podcast “Rumors Extra”: gli iscritti potranno infatti porre domande alla Chat sul tema della settimana, e leggere la risposta “personalizzata” nell’edizione successiva della newsletter.
Il podcast, online dal 7 marzo sul sito di Repower e su tutte le piattaforme di podcasting, parte già con una serie di puntate da ascoltare: un’intervista a Marco Frey, Direttore del Laboratorio di ricerca sulla sostenibilità della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, che farà il punto sui principali scenari di innovazione legati alla sostenibilità, a cui seguiranno la prima coppia di puntate dedicata ad un alleato chiave delle fonti rinnovabili: lo storage. Il “focus” racconterà la prima batteria al litio, ideata da John Goodenough, Stanley Whittingham e Akira Yoshino, vincitori del Premio Nobel per la Chimica nel 2016; l’intervista si concentrerà sui nuovi sistemi per conservare l’energia: Filippo Solibello ne parlerà con Matteo Mazzotta, CEO della start up Green Energy Storage, che ha sviluppato un’innovativa tecnologia ibrida idrogeno/liquido per lo storage del futuro.
Per Fabio Bocchiola, AD di Repower Italia, “la sostenibilità è una palestra perfetta per sperimentare e fare ricerca per gli “inventori” del XXI secolo, rappresentando la principale sfida di questi anni: per questo motivo la nuova stagione di Rumors d’ambiente torna a raccontare la sostenibilità puntando in modo deciso sull’innovazione e sui protagonisti che hanno dato un contributo chiave nel passato o che promettono di fare la differenza rispetto alle sfide che ci attendono. Con questo progetto Repower vuole dare un contributo di riflessione, racconto e divulgazione sull’innovazione applicata alla sostenibilità, valori chiave della storia e del futuro di Repower”.
“E’ un grande piacere per me salire a bordo di quest’avventura, perchè unisce tutte le mie passioni a partire dal mezzo, il podcast, che per noi che veniamo dalla radio è un approdo naturale – commenta il conduttore Filippo Solibello -. E poi l’innovazione e la sostenibilità, le sfide chiave per il nostro futuro. Sarà un modo per pensare, riflettere, imparare, e anche, naturalmente, divertirci”.
Quest’anno il podcast sarà anche integrato nella nuova edizione del White Paper di Repower sulla mobilità sostenibile, grazie a focus dedicati a Rumors d’ambiente nelle diverse sezioni del White Paper: dalla transizione energetica ai trend sulla mobilità sostenibile in Italia e nel mondo, fino alle principali innovazioni legate alla nuova mobilità.
Il podcast è disponibile sul sito dedicato e gratuitamente sulle principali piattaforme di podcast: Apple, Spotify, Google, Spreaker, Audible, Deezer, iHeart, Castbox, Podcastaddict, Podchaser.

– foto ufficio stampa Repower –

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Accordo Gse-Intesa Sanpaolo per la crescita sostenibile delle imprese

MILANO (ITALPRESS) – GSE, Gestore dei Servizi Energetici S.p.A., società del Ministero dell’Economia per la promozione dello sviluppo sostenibile, e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione finalizzato a favorire l’integrazione delle tematiche ESG e dello sviluppo sostenibile nell’ambito finanziario e nel tessuto imprenditoriale nazionale.
Il Protocollo prevede l’avvio di attività congiunte tra il GSE e diverse strutture della Banca con l’obiettivo di facilitare la valorizzazione dei fattori ambientali nel settore finanziario e di sostenere iniziative di formazione e supporto alle imprese sui temi della transizione energetica e di modelli innovativi di crescita sostenibili. Tra le varie attività, verranno realizzati nuovi modelli per l’analisi e la valutazione dei rischi climatici e ambientali connessi alla transizione ecologica e le modalità più efficaci di integrazione nel modello di rischio aziendale della Banca.
“L’accordo con Intesa Sanpaolo rappresenta una conferma del rilievo che le attività di analisi dei rischi della transizione ecologica rivestono per le imprese finanziarie e industriali nazionali che dovranno affrontare nel modo migliore la sfida della decarbonizzazione posta dai mercati e dalla regolazione comunitaria – spiega Andrea Ripa di Meana, Amministratore Unico del GSE -. Quale società dedicata alla promozione dello sviluppo sostenibile, il GSE è lieto di affiancare la prima banca italiana per consolidarne il percorso verso la transizione ecologica”.
“L’accordo con GSE rientra nel più ampio impegno di Intesa Sanpaolo per sostenere la transizione ESG delle imprese inserito nel Piano d’Impresa 2022-2025 e riconosciuto dal posizionamento del Gruppo ai vertici mondiali per impatto ambientale e sociale. Come grande Banca, Intesa Sanpaolo contribuisce allo sviluppo di un’economia a ridotte emissioni collaborando con partner di alto profilo come GSE per accelerare la crescita sostenibile delle imprese italiane con opportunità e competenze diffuse”, spiega Paolo Bonassi, responsabile della Direzione Strategic Support Intesa Sanpaolo.
“La collaborazione con GSE – si legge in una nota – è profonda e articolata e si dipana su diversi ambiti della banca sotto il coordinamento della Direzione Strategic Support: lo sviluppo di analisi di scenario per la valutazione del rischio di transizione in base a caratteristiche settoriali, dimensionali e territoriali, evidenziando i fattori di mitigazione, in linea con le indicazioni della BCE con la Direzione Studi e Ricerche e la Direzione Crediti; lo studio dell’integrazione dei rischi climatici e ambientali nel modello di rischio aziendale, in particolare nel processo di erogazione del credito con l’Area Chief Risk Officer; l’avvio di iniziative di formazione alle imprese italiane sui temi della transizione energetica e della riduzione del carbon footprint e per favorire progetti di sviluppo e investimento sostenibile, anche in logica di valorizzazione delle filiere produttive con le divisioni Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking. Intesa Sanpaolo è riconosciuta a livello internazionale come una delle banche più sostenibili al mondo: con il Piano d’Impresa 2022-2025 si è impegnata a destinare 115 miliardi di euro alla comunità e alla transizione verde e circa 500 milioni di euro per supportare le persone in difficoltà, ma anche a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, entro il 2030 per le proprie ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti e per l’asset management e l’attività assicurativa”.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –

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La mostra itinerante Ocean&Climate Village arriva a Napoli

NAPOLI (ITALPRESS) – Dopo le tappe di Milano e Venezia, l’Ocean&Climate Village, la prima mostra interattiva ed educativa dedicata alla relazione tra oceano e clima, continua a viaggiare per l’Italia e arriva a Napoli, dal 6 al 12 marzo, nella Sala Italia di Castel dell’Ovo.
Realizzata dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (IOCUNESCO) con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Napoli, la mostra si inserisce nell’ambito delle attività del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021 – 2030), iniziativa che punta a mobilitare comunità scientifica, governi, settore privato e società civile attorno a un programma comune di ricerca ed innovazione tecnologica sulle scienze del mare per ottenere l’oceano di cui abbiamo bisogno per il futuro. Partner della tappa di Napoli, E.ON Italia nell’ambito di Energy4Blue, il progetto con cui l’azienda si impegna per la salvaguardia dei mari coinvolgendo in modo attivo partner, cittadini, dipendenti e istituzioni. Tra i partner scientifici dell’evento spiccano invece CNR Ismar, la Stazione Zoologica Anton Dohrn e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Ocean&Climate Village è un’esperienza multisensoriale e formativa dedicata al tema oceano e clima, ideata in un’ottica di co-creazione, collaborazione e condivisione di conoscenze per riconnettere le persone all’oceano. I visitatori potranno così “immergersi” in un emozionante viaggio negli abissi, e conoscere più da vicino l’importanza dell’oceano per il nostro pianeta e il nostro futuro.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 18, gratuitamente previa registrazione, ed è rivolta a tutti, grazie ad un programma che prevede visite libere o guidate – pensate anche per le scolaresche – in compagnia degli studenti e delle studentesse dell’Università di Napoli Federico II, oltre a laboratori didattici, dibattiti ed incontri con esperti, giornalisti e scienziati.
Il percorso espositivo si snoda attraverso 8 zone tematiche pensate per approfondire tutti gli ambiti legati al clima e all’oceano, ed è arricchito da infografiche, pannelli interattivi e laboratori illustrati dai giovani artisti e artiste del collettivo Design for the Ocean, nonchè gli scatti di Enzo Barracco e Giovanni Pellegrini e da campioni e strumenti di ricerca del CNR-Ismar. I pannelli e i complementi di arredo della mostra sono stati messi a disposizione da Grifal, che li ha realizzati con cArtù, innovativo cartone a onde variabili brevettato come alternativa alla plastica d’imballaggio.
Con l’arrivo a Napoli l’esposizione si arricchisce inoltre con “Feel the Change”, un percorso sensoriale che unisce il mondo fisico e digitale e pensato per avvicinare anche le persone non vedenti e ipovedenti alla scoperta dell’impatto della crisi climatica su diversi ecosistemi e organismi marini.
Realizzata in collaborazione con il designer Federico Girotto, l’esperienza permette ai visitatori di toccare le riproduzioni in 3D delle specie marine, rappresentate sia nel loro stato di salute sia dopo una situazione di forte stress che porta al danneggiamento dello scheletro duro, alla morte delle specie o alla perdita della complessità degli ecosistemi. Davanti a ogni opera, un audio riproduce automaticamente una spiegazione approfondita delle caratteristiche principali della specie e dell’ambiente in cui vive, nonchè le ragioni che ne determinano il danneggiamento o la morte.
Parte del percorso è poi l’installazione digitale e interattiva UpSea Down, realizzata a scopo didattico e divulgativo dal digital designer Federico Girotto, in collaborazione con l’art developer Davide Santini e l’oceanografa Valentina Lovat. Unendo scienza, design e comunicazione, UpSea Down spiega il fenomeno dell’espansione del volume dell’oceano dovuto al riscaldamento globale. Attraverso un’esperienza sonora, tattile e visiva, il visitatore può decidere di viaggiare nel tempo dal 1940 al 2100, vivendo in prima persona il fenomeno dell’aumento del livello del mare.
L’esposizione, inoltre, è fruibile anche online, da ogni parte d’Italia e del mondo, grazie alla piattaforma del Decennio del Mare: sul sito dedicato è infatti possibile visitare “virtualmente” l’Ocean&Climate Village, esplorando le aree della mostra e ascoltando gli approfondimenti e i racconti di illustratori, esperti e scienziati e lasciarsi ispirare dalle numerose voci della Generazione Oceano.
“Uno degli obiettivi più importanti del Decennio del Mare è quello di creare una Generazione Oceano che conosca veramente l’oceano e sia emotivamente connessa ad esso. In questo senso, è fondamentale promuovere, anche grazie a iniziative come l’Ocean&Climate Village, l’Educazione all’Oceano (Ocean Literacy), che si riferisce proprio alla comprensione dell’influenza che l’oceano ha su di noi e viceversa: l’oceano è intrinsecamente legato a grandi questioni globali come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare, la salute umana e l’economia globale. Comprenderne il valore può migliorare la protezione, la conservazione e l’uso sostenibile dell’oceano e delle sue risorse, contribuendo oltre a contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, sottolinea Francesca Santoro, Senior Programme Officer della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO.
“La partnership con IOC-Unesco è per noi motivo di grande orgoglio perchè rende concreto ed evidente il valore delle collaborazioni tra aziende e istituzioni a favore delle comunità e dei territori. Il nostro impegno per la salute del Pianeta e degli ecosistemi marini contribuisce a realizzare la nostra missione per rendere l’Italia più verde”, commenta Frank Meyer, CEO di E.ON Italia. “Abbiamo l’ambizione di creare un movimento attivo e partecipativo per diffondere buone pratiche e consapevolezza in tutto il Paese e dare vita ad uno sviluppo veramente sostenibile, a livello economico, sociale e ambientale a vantaggio delle generazioni future”, conclude Meyer.
Con il progetto Energy4Blue, tra i temi centrali dell’evento, E.ON Italia si impegna da anni a dare una risposta concreta all’emergenza dei mari, tra gli ecosistemi più importanti per il benessere del Pianeta. In questo senso, dal 2022 E.ON, insieme a IOC-UNESCO ha attivato il progetto Save The Wave, con il duplice obiettivo di preservare e ripristinare gli ecosistemi di Posidonia oceanica e sensibilizzare le comunità locali sull’importanza di partecipare attivamente alla salvaguardia del mare. Il progetto ha visto la riforestazione di due praterie di Posidonia oceanica nel Golfo di Mondello a Palermo e alle Isole Tremiti, sulle coste pugliesi, con l’obiettivo di rigenerare l’ecosistema esistente. La Posidonia oceanica da un lato favorisce la biodiversità, dall’altro produce ossigeno e cattura biossido di carbonio dall’atmosfera, contribuendo alla lotta al cambiamento climatico. Dal 2020, inoltre, sempre nell’ambito del progetto Energy4Blue, E.ON è al fianco di Filicudi Wildlife Conservation, associazione no profit impegnata nello studio e conservazione delle risorse marine dell’Arcipelago Eoliano, con una particolare attenzione verso le popolazioni di cetacei e tartarughe marine. La collaborazione ha previsto un programma integrato di azioni concrete sul territorio e il sostegno al Pronto Soccorso dedicato alla cura delle tartarughe marine.
L’Ocean&Climate Village sarà visitabile gratuitamente dal 6 al 12 marzo, dalle 10 alle 18.

– foto ufficio stampa E.ON Italia –

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Open Fiber sempre più sostenibile, arriva la certificazione ESG

ROMA (ITALPRESS) – Open Fiber è stata la prima azienda in Italia a ottenere la certificazione ESG (Environmental, Social, Governance) da SGS, leader nel mondo per i servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione. L’importante riconoscimento è arrivato dopo un’attenta analisi delle politiche e delle prassi implementate per la gestione dei temi Ambientali, Sociali e di Governance e conferma dell’impegno profuso in questi anni da Open Fiber nel campo della sostenibilità. Lo comunica Open Fiber.
La creazione e l’attuazione di strategie sostenibili sta diventando un tema sempre più centrale per le organizzazioni. In tal senso, Open Fiber adotta da sempre misure volte a minimizzare l’impatto sull’ambiente e sul territorio privilegiando il riutilizzo di infrastrutture esistenti per portare in tutta Italia la rete ultra-broadband.
“La continua ricerca di soluzioni tecnologiche innovative ha permesso all’azienda di realizzare un’infrastruttura di rete performante ed ecosostenibile, utilizzando prodotti con un ciclo di vita più esteso, impiegando materiali più sostenibili e facilmente riciclabili e implementando tecniche di realizzazione degli scavi a ridotto impatto ambientale – si legge -. Sostenibilità ambientale, ma anche sociale: Open Fiber crede nella potenzialità della fibra ottica come strumento per superare il digital divide, livellando così le disuguaglianze, distribuendo più equamente le opportunità e favorendo la trasformazione sostenibile verso uno sviluppo digitale che tuteli l’ambiente e le persone”.
“Questa certificazione ci rende orgogliosi e conferma l’impegno dell’azienda nel campo della sostenibilità – dice Ivan Rebernik, direttore Personale Organizzazione e Servizi di Open Fiber -. Tale riconoscimento non rappresenta un punto di arrivo, ma ci motiva a proseguire il nostro percorso di integrazione dei temi ESG nel business aziendale innovando continuamente le nostre pratiche e ricercando soluzioni tecnologiche che possano contribuire allo sviluppo digitale del Paese”.

– foto ufficio stampa Open Fiber –

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Siccità, cabina di regia a Palazzo Chigi e campagna sensibilizzazione

ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuto oggi a Palazzo Chigi un tavolo sulla crisi idrica, presieduto dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ne hanno preso parte i ministri Matteo Salvini, Francesco, Lollobrigida, Raffaele Fitto, Gilberto Pichetto Fratin, Roberto Calderoli, Nello Musumeci, il viceministro Vannia Gava, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli.
Nel corso della riunione si è convenuto di affrontare la questione idrica, a fronte della siccità in corso: istituendo a Palazzo Chigi una cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie; lavorando a un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità; avviando una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica; individuando un Commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla Cabina di regia.
-foto agenziafotogramma.it-
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Inwit e Legambiente monitorano l’inquinamento atmosferico

ROMA (ITALPRESS) – Inwit e Legambiente si alleano per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. La collaborazione prevede l’utilizzo delle torri di Inwit per misurare e monitorare, attraverso sensoristica IoT, alcuni parametri ambientali, relativi alla qualità dell’aria, a tutela della biodiversità, tra cui anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili. Le aree naturali oggetto del monitoraggio dell’inquinamento atmosferico saranno: Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale della Maiella, Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, e Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.
“La partnership con Legambiente testimonia il valore aggiunto della distribuzione capillare delle nostre torri sul territorio, in questo caso per la tutela della biodiversità – dichiara Michelangelo Suigo, direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit -. Le torri di Inwit sono infrastrutture digitali, condivise e sostenibili, a disposizione degli operatori di telecomunicazione mobili e in grado di ospitare tecnologia avanzata IoT per effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria e misurare gli impatti dei cambiamenti climatici, a beneficio dei territori e delle comunità nei quali operiamo”.
“L’inquinamento, insieme alla crisi climatica, alla perdita di frammentazione degli habitat, al sovra sfruttamento delle risorse, all’introduzione delle specie aliene invasive – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – rappresenta una delle principali minacce per la biodiversità e gli ecosistemi naturali. Per questo abbiamo deciso di affiancare Inwit in questo nuovo monitoraggio sperimentale che ci permetterà da un lato di fare il punto sulla qualità dell’aria in alcune aree protette italiane, dall’altra di capire al meglio le strategie e le misure da adottare per far fronte, in primis, al problema dell’inquinamento dell’aria, per tutelare la biodiversità e raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030”. Il progetto parte dalla consapevolezza che l’Italia è considerata un hotspot di biodiversità preziosa e da proteggere dai sempre maggiori rischi posti dal cambiamento climatico. La tutela della biodiversità è stata identificata come uno dei temi rilevanti per Inwit nel Piano di Sostenibilità, con la valutazione degli impatti e delle opportunità delle infrastrutture, riportati all’interno di un position paper dedicato.
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-foto agenziafotogramma.it-