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Lo smart working fa bene all’ambiente, ridotte emissioni in 4 città

ROMA (ITALPRESS) – Il lavoro a distanza permette di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno per lavoratore (-40%), con notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km) e carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio). E’ quanto emerge dallo studio Enea sull’impatto ambientale dello smart working a Roma, Torino, Bologna e Trento nel quadriennio 2015-2018, pubblicato sulla rivista internazionale Applied Sciences.
“Nel nostro Paese circa una persona su due possiede un’autovettura, vale a dire 666 auto ogni 1000 abitanti, un dato che pone l’Italia al secondo posto in Europa per il più alto tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo”, spiega Roberta Roberto, ricercatrice Enea del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e co-autrice dell’indagine, insieme ai colleghi di altri settori dell’Agenzia Bruna Felici, Alessandro Zini e Marco Rao.
In Italia i trasporti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni totali nazionali di gas ad effetto serra e quasi tutte (93%) provengono dal trasporto su gomma, con le automobili a fare la parte del ‘leonè (70%). “Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, tra cui lo smart working, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento in grado non solo di migliorare la qualità di vita professionale e personale, ma anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino e di rivitalizzare intere aree periferiche e quartieri considerati dormitorio”, aggiunge Roberto.
In base alle risposte di un campione di 1.269 lavoratori agili della PA nelle quattro città prese in esame, che negli spostamenti casa-lavoro usano il mezzo privato a combustione interna, ogni giorno di lavoro a distanza permetterebbe di evitare 6 kg di emissioni dirette in atmosfera di CO2 e risparmiare 85 megajoule (MJ) di carburante pro capite.
Ma i benefici ambientali non si fermano qui: l’analisi ha evidenziato una riduzione anche di ossidi di azoto a persona al giorno (dai 14,8 g di Trento ai 7,9 g di Torino), monossido di carbonio (da 38,9 g di Roma a 18,7 g di Trento) e PM10 (da 1,6 g di Roma a 0,9 g di Torino), PM2,5 (da 1,1 g di Roma e Trento a 0,6 g di Torino). Inoltre, per gli spostamenti extra-lavorativi nei giorni di smart working il 24,8% del campione dichiara di aver optato per modalità più sostenibili (mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta), l’8,7% ha modificato le proprie scelte in favore del mezzo privato, mentre il 66,5% non ha cambiato le proprie opzioni di mobilità.
“Abbiamo scelto queste quattro città per due motivi: il primo riguarda le loro peculiarità legate al territorio e al profilo storico che fanno supporre impatti diversificati sulla mobilità urbana, mentre il secondo – e anche il più pratico – risiede nell’alto numero di risposte al questionario che abbiamo ricevuto dai dipendenti pubblici di queste quattro città che in media lavorano da casa 2 giorni a settimana”, sottolinea Bruna Felici, ricercatrice ENEA dell’Unità Studi, Analisi e Valutazioni.
Dai dati raccolti emerge che in media il campione percorre 35 km al giorno per una durata di 1 ora e 20 minuti. Roma si conferma la città più critica, con un tempo di percorrenza medio di 2 ore, probabilmente a causa delle maggiori distanze (1 lavoratore romano su 5 percorre più di 100 km al giorno) e del traffico più intenso. Infatti, nella capitale gli spostamenti giornalieri per motivi di lavoro e studio sono circa 420 mila mentre ogni persona trascorre nel traffico 82 ore all’anno.
Circa la metà del campione dichiara di viaggiare esclusivamente con mezzi di trasporto privati a motore (47% in auto e 2% su due ruote), mentre il 17% viaggia esclusivamente con i mezzi pubblici e il 16% con un mix di trasporto pubblico/privato. Trento risulta la città con il maggior ricorso a mezzi privati a combustione interna negli spostamenti casa-lavoro (62,9%), seguita da Roma (54,4%), Bologna (44,9%) e Torino (38,2%).
“La mobilità privata offre soluzioni flessibili in termini di risparmio di tempo e autonomia di movimento, soprattutto per chi ha figli in età scolare. Il trasporto pubblico, invece, viene scelto principalmente in un’ottica di risparmio denaro o in caso di mancanza di parcheggi”, conclude Alessandro Zini, ricercatore Enea dell’Unità Studi, Analisi e Valutazioni.

– foto agenziafotogramma.it –
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Yamaha sempre più verso un futuro a zero emissioni. In arrivo le e-bike

ROMA (ITALPRESS) – “Uno degli obiettivi che abbiamo è quello di diventare carbon neutral. Questo passa attraverso la diminuzione delle emissioni di CO2 nella supply chain, così come per mezzo dell’abbattimento delle emissioni sull’utilizzo dei nostri prodotti”. In un’intervista all’Italpress, Andrea Colombi, Country Manager di Yamaha Italia, ha fatto il punto sulle ultime novità da parte dell’azienda giapponese produttrice di veicoli motorizzati e motori marini, in particolare per quanto concerne i passi avanti verso l’obiettivo della sostenibilità ambientale e della carbon neutrality: “Questo non vuol dire che da domani tutti i nostri prodotti saranno elettrici – ha aggiunto – La direzione è in parte quella, ma lavoreremo in modo molto forte anche sulla riduzione delle emissioni dei veicoli termici, e anche sullo studio dei carburanti sintetici di cui si parla molto poco ma che possono essere una soluzione importante per il futuro”.
Tra le sfide principali da affrontare per Yamaha quella dell’autonomia delle batterie elettriche per veicoli a due ruote: “Il tema dell’elettrico è molto più complesso di quanto si creda, nelle due ruote ci sono spazi molto ridotti e questo ha un impatto sulle dimensioni delle batterie che possono essere inserite – ha spiegato Colombi – E quindi sull’autonomia che oggi ha un valore importante per il commuting urbano, mentre per i lunghi tragitti c’è ancora da fare”. A questo si affiancano gli atavici problemi infrastrutturali del nostro paese: “L’Italia non è assolutamente pronta dal punto di vista delle infrastrutture. Lo si vede già con le auto elettriche, per cui le persone devono cambiare stile di vita – ha ricordato – Per gli scooter l’utilizzo può essere un pò più smart, però le infrastrutture non sono abbastanza capillari da permettere un utilizzo massivo”.
Una spinta green da parte di Yamaha anche nel settore della nautica: “Come sempre interpretiamo la mobilità a 360 gradi in maniera trasversale, il tema della tecnologia è applicato su tutte le superfici e anche sull’acqua. Abbiamo presentato qualche anno fa Armo, il primo motore elettrico fuoribordo di Yamaha per essere green, ma anche dare alle persone una nuova esperienza di navigazione, cercando di unire l’immersività della vela al tipico spostamento di una barca con fuoribordo”. E sono tante le novità dell’azienda giapponese per quanto riguarda il mercato delle bici elettriche, in forte espansione: “Per le e-bike c’è una crescita enorme, tanto che hanno superato la vendita delle due ruote a motore. E’ un segmento molto importante, siamo stati i primi a brevettare il motore per le bici a pedalata assistita e a marzo usciremo con le nostre e-bike con motore e telaio Yamaha – ha concluso – E’ un altro step dopo l’uscita del Neos-50, il nostro ultimo scooter elettrico che completa un’offerta che si svilupperà sempre più nel futuro per quanto riguarda la nostra mobilità elettrica”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Ultimi giorni per iscriversi al concorso fotografico “Obiettivo Terra”

ROMA (ITALPRESS) – Ancora pochi giorni per iscriversi alla 14^ edizione di “Obiettivo Terra” 2023, il concorso di fotografia geografico-ambientale promosso da Fondazione UniVerde e Società Geografica Italiana, dedicato alla difesa, alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio ambientale e, con essi, del paesaggio, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali dei Parchi Nazionali, Regionali, Interregionali, delle Aree Marine Protette, delle Riserve Statali e Regionali. Un omaggio all’Italia, Paese leader in Europa per la biodiversità di flora e fauna e a Madre Terra: obiettivo del contest è quello di promuovere la diffusione di un modello di turismo ecosostenibile e responsabile e la concreta transizione all’economia circolare.
La cerimonia di premiazione del concorso si terrà a Roma il 21 aprile 2023 in occasione della vigilia della 54a Giornata Mondiale della Terra (22 aprile 2023). Obiettivo Terra 2023 è promosso con la main partnership di Cobat, la grande piattaforma italiana dell’economia circolare, e con la digital partnership di Bluarancio.
I fotoamatori possono ancora partecipare entro il 3 marzo 2023 (data di chiusura del concorso, in concomitanza della 10° Giornata mondiale della Fauna selvatica), inviando un’immagine a colori scattata in un Parco Nazionale, Regionale, Interregionale, in un’Area Marina Protetta o in una Riserva, Statale o Regionale.
“Premio Mother Earth Day”: al vincitore di “Obiettivo Terra” 2023, oltre al primo premio di mille euro e all’onore di veder esposta al pubblico la gigantografia della propria foto in una delle piazze centrali di Roma, sarà donata una targa ricordo dai soggetti promotori e dedicata la copertina del volume “Obiettivo Terra 2023: l’Italia amata dagli italiani”.
Il contest. E’ aperto a tutti i cittadini, italiani e stranieri, residenti o domiciliati in Italia che abbiano compiuto i 18 anni di età entro il 3 marzo 2022. La partecipazione è totalmente gratuita, basterà registrarsi sul portale www.obiettivoterra.eu e caricare una fotografia a colori, secondo le caratteristiche tecniche previste dal regolamento del concorso. E’ ammessa la candidatura di una sola foto per partecipante.
Oltre al primo premio saranno selezionate, tra le foto ammesse, le vincitrici delle Menzioni per ognuna delle seguenti categorie: Alberi e foreste (in collaborazione con Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri); Animali (in collaborazione con Federparchi); Area costiera (in collaborazione con Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera); Fiumi e laghi (in collaborazione con Federazione Italiana Canoa e Kayak); Paesaggio agricolo (in collaborazione con Fondazione Campagna Amica); Patrimonio geologico e geodiversità (in collaborazione con Società Italiana di Geologia Ambientale); Turismo sostenibile (in collaborazione con Touring Club Italiano).
Per l’edizione 2023 sono istituite le seguenti Menzioni speciali: Borghi (Premio alla più bella foto di un borgo situato all’interno di un’Area Protetta italiana, in collaborazione con “I borghi più belli d’Italia”); Obiettivo mare (Premio alla migliore foto subacquea scattata in un’area marina protetta italiana, in collaborazione con Marevivo); Parchi da gustare (Premio alla più bella foto di un piatto tradizionale di un’Area Protetta italiana, in collaborazione con Euro-Toques Italia e Federazione Italiana Cuochi; ai finalisti sarà richiesta la ricetta); Parchi dall’alto (Premio alla più bella foto di un’Area Protetta italiana scattata da un punto panoramico, dal cielo o anche con droni autorizzati, in collaborazione con Cobat).
Oltre alle Menzioni e alle Menzioni speciali, la Fondazione UniVerde e la Società Geografica Italiana hanno istituito il premio extra dedicato al “Foliage” col quale sarà conferito un premio di € 100 (euro cento) alla foto più rappresentativa della variazione autunnale del colore delle foglie degli alberi (candidata nel mese di novembre 2022). La foto premiata andrà in finale per la Menzione “Alberi e foreste”, fermo restando la candidatura anche per il primo “Premio Mother Earth Day”.
E’ inoltre previsto il Premio “Parco Inclusivo” 2023, in collaborazione con FIABA Onlus e Federparchi, all’Area Protetta italiana che si sia maggiormente distinta attraverso iniziative concrete a favore dell’accessibilità e fruibilità per le persone con disabilità e a ridotta mobilità.

– foto ufficio stampa Fondazione Univerde –
(ITALPRESS).

Guardia Costiera ed Esa lanciano la “Space for Maritime Task Force”

ROMA (ITALPRESS) – Il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno avviato, nel corso del 2022, un’attività di collaborazione per prevedere e valorizzare l’uso delle applicazioni spaziali tese alla promozione della innovazione sostenibile, rivolta all’ecosistema marino e al trasporto marittimo mercantile. Tale collaborazione, si legge in una nota, si è poi concretizzata nella creazione di un Comitato permanente, denominato Space for Maritime Task Force (SMTF), costituito dai rappresentanti delle Istituzioni ed Enti che, a vario titolo, sono direttamente coinvolti nello sviluppo delle progettualità connesse con tali ambiti: Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera; Agenzia Spaziale Europea (ESA); Agenzia Spaziale Italiana (ASI); Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT); Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità di sistema portuale, il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne.
L’attività della Task Force, spiega la nota, “intende contribuire agli obiettivi di sostenibilità e di sicurezza marittima, grazie ad un maggiore utilizzo di soluzioni innovative integrate, che sfruttino tecnologie digitali e spaziali, quali le comunicazioni, la navigazione ed osservazione della terra. Tale iniziativa farà leva su un coinvolgimento attivo delle istituzioni nazionali, che permetterà l’incontro con l’industria e la ricerca, permettendo un processo di trasformazione digitale dei servizi portuali (e-Navigation), ai fini di una maggiore sostenibilità dei trasporti marittimi, anche in termini di una semplificazione in senso generale dei processi; inoltre promuoverà l’uso innovativo delle tecnologie spaziali che riguardino il settore del cd. smart shipping (ad esempio nella sua transizione verso l’uncrewed shipping), così come lo sviluppo di applicazioni per l’implementazione della sicurezza della navigazione nel trasporto marittimo mercantile attraverso il monitoraggio delle aree e delle infrastrutture costiere ed a favore di attività di vigilanza marittima nei settori della tutela ambientale marina e della tutela della filiera ittica”.
I risultati delle azioni che saranno così individuate, saranno quindi portati nei contesti internazionali (IMO) ed Europei, in modo da contribuire ad una definizione delle attività di sviluppo, standardizzazione e normazione dei requisiti e delle tecnologie innovative, tese a migliorare i servizi marittimi al fine di consentire una crescita economica sostenibile per tutti gli attori coinvolti (sia a bordo che a terra).
Il metodo di lavoro del SMTF sarà articolato suddividendo le macro aree di interesse già individuate dall’advisory board, in sottocomitati, denominati Subsidiary task forces e di cui faranno parte i principali attori dello shipping nazionale e del cluster marittimo e che avranno, al momento, aree di specifico interesse concernenti la “Maritime sustainability”, “Green and smart ports”, “Safety at Sea and Maritime Security”.

– foto ufficio stampa Guardia Costiera –
(ITALPRESS).

Foggia, Arbolia e Leonardo realizzano bosco urbano con 1.600 piante

SAN DONATO MILANESE (MILANO) (ITALPRESS) – Arbolia, società benefit di Snam e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti attiva nella forestazione urbana, e Leonardo, azienda globale ad alta tecnologia tra le prime società al mondo nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, hanno realizzato insieme un nuovo bosco urbano da oltre 1.600 alberi nello stabilimento di Foggia della Divisione Aerostrutture del gruppo. La nuova area verde, concepita nell’ambito delle iniziative del Piano di Sostenibilità di Leonardo, ha previsto la messa a dimora complessiva di 1.650 piante di differenti specie arboree (tra cui roverella, orniello, pino d’Aleppo, pero selvatico, albero di giuda) e arbustive (tra cui bagolaro e leccio). L’intervento ha così permesso di rinaturalizzare uno spazio privo di copertura arborea attraverso la realizzazione di un bosco di tipo protettivo, progettato nel rispetto della sua naturale evoluzione. La nuova cintura verde, a regime, permetterà di assorbire fino a 367 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 16,6 tonnellate di PM10 in 20 anni, restituendo all’ambiente 267 tonnellate di ossigeno nello stesso arco temporale. Renata Mele, Senior Vice President Sustainability di Leonardo commenta “L’iniziativa promossa in collaborazione con Arbolia nello stabilimento Leonardo a Foggia è il primo intervento di riforestazione di un sito industriale del Gruppo. Un progetto concreto che si inserisce nella più ampia strategia di sviluppo sostenibile dell’azienda, volta a promuovere azioni per favorire la decarbonizzazione con l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030. L’intervento nel sito, dunque, è un passo importante sia in termini di miglioramento ambientale, sia di tutela della biodiversità per la salvaguardia degli ecosistemi e delle specie autoctone. Il progetto rappresenta, inoltre, un elemento distintivo dell’impegno assunto da Leonardo nel favorire il benessere dei propri dipendenti, espressione di un modello d’impresa centrato sulle persone”. Matteo Tanteri, amministratore delegato di Arbolia aggiunge “Grazie al supporto di Leonardo, abbiamo contribuito a rendere uno spazio aziendale più verde e vivibile. Con il nuovo bosco urbano di Foggia, tra le città pugliesi più green con circa 9.10 mq di verde per abitante, salgono a quattro le cinture verdi messe a dimora da Arbolia nella Regione, per un totale di circa 12.000 alberi piantati. Nel 2023 svilupperemo nuovi progetti, convinti che in un orizzonte sempre più tecnologicamente avanzato piantare un albero rimanga una delle azioni più efficaci per contrastare il cambiamento climatico”. In Puglia, Arbolia ha già sviluppato due interventi di forestazione a Taranto, nel Parco Archeologico delle Mura Greche e nel quartiere Paolo VI, e uno nell’Orto Botanico del Salento a Lecce, un’area particolarmente preziosa per la ricca biodiversità. Inoltre, è stato sottoscritto un accordo con il Comune di Bari per la realizzazione di un bosco urbano dedicato alle vittime del Covid-19 del capoluogo. Ad oggi, la società benefit ha realizzato ventisette boschi urbani per un totale di circa 60 mila alberi piantati su tutto il territorio nazionale. Arbolia è una società benefit creata alla fine del 2020 da Snam e Fondazione CDP per realizzare nuove aree verdi in Italia, contribuendo alla lotta al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile dei territori. Arbolia progetta, promuove e realizza iniziative di imboschimento e rimboschimento su terreni messi a disposizione dalla pubblica amministrazione e dai privati, con il sostegno economico di aziende e privati. Oltre che della messa a dimora, Arbolia si occupa anche della cura e manutenzione degli alberi per i primi due anni, sollevando la pubblica amministrazione dai relativi oneri.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Arbolia

Bally entra in consorzio Cobat per la gestione del fine vita dei tessili

ROMA (ITALPRESS) – Sostenibilità, circolarità e ridotto impatto ambientale. Questi gli obiettivi di Cobat Tessile condivisi da Bally, brand del lusso che ha scelto di aderire al Consorzio, unendosi ai già numerosi produttori aderenti.
“L’impegno di lunga data di Bally verso pratiche commerciali responsabili è al centro dell’identità dell’azienda sin dalla sua fondazione nel 1851. Oggi siamo orgogliosi di aderire a Cobat Tessile. Siamo convinti che un’economia sempre più circolare, il rispetto per l’ambiente e l’attenzione ai prodotti che immettiamo sul mercato, possano davvero guidare il cambiamento”, afferma Nicolas Girotto, Ceo di Bally.
Cobat Tessile è il consorzio che sta accompagnando il complesso e variegato mondo del tessile nell’imminente sfida della gestione del fine vita di tessuti e prodotti tessili, dalla raccolta all’avvio al riciclo.
Nato a marzo 2022, Cobat Tessile opera nel settore dei tessuti, dello sportswear, dell’alta moda e degli accessori. Il Consorzio aiuta le aziende aderenti a perseguire uno sviluppo sostenibile che apporti benefici sia all’ambiente che all’intero sistema economico nazionale, “riducendo gli sprechi e investendo in ricerca e nuove tecnologie per il corretto recupero di materie prime da immettere nel mercato”, si legge in una nota.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’adesione di Bally – racconta Michele Zilla, General Manager di Cobat Tessile -. In attesa che il MASE, in linea con le Direttive Europee, emani il decreto che a breve regolerà le attività del comparto, Cobat Tessile è al fianco dei produttori che, come Bally, dimostrano di voler agire concretamente per la gestione del fine vita di quanto viene prodotto e divenire promotori, insieme a noi, di soluzioni innovative votate all’economia circolare”.
Allungare il ciclo di vita del bene e trasformarlo in nuova materia e/o energia, a partire da una raccolta selettiva, in grado di incrementare quantità e qualità dei materiali recuperati. Sono questi gli ingredienti della ricetta green alla base del Consorzio condivisa da Bally.
Per Bally “la sostenibilità è una missione trasformativa e trasversale che si basa sulla convinzione che l’azione collettiva possa guidare il cambiamento – prosegue la nota -. Nel 2019 la Maison ha identificato quattro pilastri di sostenibilità su cui concentrarsi: trasparenza, qualità, collaborazione e progresso. Il legame di Bally con la natura e la sostenibilità nasce anche grazie alle sue origini alpine e alla sua sua eredità pioneristica dal 1851”.
Lo stesso anno Bally è diventato membro di The Fashion Pact, impegnandosi a raggiungere, insieme agli altri membri aderenti, un nucleo comune di obiettivi ambientali chiave in tre aree: fermare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.
Inoltre, la Bally Peak Outlook Foundation (BPOF), istituita nel 2020, si impegna “a salvaguardare i fragili ambienti alpini dagli effetti negativi del riscaldamento globale” e mira “a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi che minacciano il futuro di questi paesaggi estremi, dando la possibilità alle comunità locali e ai partner affidabili sul campo di promuovere un cambiamento positivo e sostenibile”.

– foto ufficio stampa Cobat Tessile –

(ITALPRESS).

San Marino, Pedini Amati riceve vertici Guardia Nazionale Ambientale

SAN MARINO (ITALPRESS) – Il Segretario di Stato per il Turismo di San Marino Federico Pedini Amati ha ricevuto questa mattina Alberto Raggi, Presidente e Dirigente Superiore della Guardia Nazionale Ambientale che, accompagnato dal Dirigente Intermedio Giorgio Contini ha presentato le iniziative e le attività che l’Organizzazione Nazionale non lucrativa di utilità sociale non governativa svolge per la protezione dell’ambiente italiano.
La Guardia Nazionale Ambientale si occupa di ecologia e umanità, vigilanza zoofila, zootecnica e ambientale, vigilanza ittico-ambientale e venatoria e protezione civile. E’ un ente nato nel 2001 fatto di volontari che, liberamente e senza alcuna differenza, hanno scelto di dedicare una parte del proprio tempo libero agli altri e alla natura in tutte le sue espressioni.
Attualmente la Guardia Nazionale Ambientale è presente in 19 regioni italiane ed è riconosciuta dallo Stato italiano come ente di protezione ambientale.
Al termine dell’incontro è stato conferito al Segretario di Stato per il Turismo Federico Pedini Amati il ruolo di Dirigente Generale di Settore Fondamentale della Guardia Nazionale Ambientale.
-foto ufficio stampa Repubblica San Marino-
(ITALPRESS).

Corepla, Conai, Unionplast e Ippr uniti per plastica più riciclabile

ROMA (ITALPRESS) – Rispondere al crescente bisogno di sostenibilità degli imballaggi in plastica promuovendo la cultura del riciclo. Sono questi alcuni dei principi ispiratori del patto siglato dai principali attori della filiera della trasformazione e del riciclo delle materie plastiche – i Consorzi Conai e Corepla e le associazioni Unionplast e Ippr – che stabilisce una sinergia finalizzata alla creazione di un nuovo schema di certificazione per attestare la riciclabilità degli imballaggi in plastica e un’azione di maggiore coordinamento e supporto per le attività di divulgazione scientifica, culturale e di ricerca per la diffusione di buone pratiche di sostenibilità ed economia circolare. Gli esperti di Conai, Corepla, Unionplast e Ippr lavoreranno quindi alla stesura di un disciplinare di certificazione, che si affianchi a strumenti nuovi o esistenti, per consentire alle aziende di raggiungere livelli sempre più alti di riciclabilità,così come richiesto anche dalla proposta di nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi, che prevede che nel 2030 possa essere commercializzato solo packaging riciclabile. Il disciplinare prevederà anche tutti i test di laboratorio necessari per verificare la conformità ai requisiti previsti. “Un patto che dimostra nuovamente quanto sia importante favorire una seconda vita per gli imballaggi – commenta il presidente Conai, Luca Ruini. – Mettere insieme esperienze e competenze è essenziale per sviluppare strumenti concreti che aiutino le imprese del nostro Paese, sempre più attente a considerare il riciclo uno strumento chiave del passaggio a un vero modello di economia circolare”.
“L’intesa raggiunta – ha spiegato il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – amplia ulteriormente lo sforzo di coordinamento che tutti i soggetti impegnati concretamente nell’affermazione di una cultura dell’economia circolare praticano da tempo. Con questo patto mettiamo a fattor comune non solo avanzati sistemi di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica ma anche una visione generale di lungo periodo che supporti le imprese nella ricerca di una progettualità di base improntata a standard di sostenibilità ambientale sempre più elevati e estesi a tutta la filiera produttiva”, aggiunge.
“Siamo felici che Ippr sia stato scelto come veicolo per traguardare questo importante obiettivo strategico per l’intera filiera delle materie plastiche, impegnata nella realizzazione concreta dell’economia circolare”, commenta il presidente di Ippr, Libero Cantarella. “Un segnale importante di sostegno alle imprese del nostro settore, che credono fortemente nella sostenibilità della plastica e che lavorano quotidianamente per realizzare imballaggi al contempo riciclabili e altamente performanti”, aggiunge il presidente Unionplast, Marco Bergaglio.
(ITALPRESS).
-foto Corepla-