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Efficienza energetica degli edifici, per AV Group obiettivo impatto zero

TORINO (ITALPRESS) – AV Group, società consolidata nel settore degli investimenti immobiliari, si distingue sul mercato italiano per la sua strategia di compravendita immobiliare e messa a reddito, con progetti che puntano alla riqualificazione del patrimonio e che si sposano con la nuova Direttiva efficienza energetica edifici della Commissione Europea che sta generando dibattito nell’opinione pubblica. La Direttiva, spiega una nota, ha come obiettivo la riduzione dell’inquinamento degli edifici per giungere alla neutralità climatica entro il 2050, procedendo gradualmente verso un impatto energetico sempre minore: tutti gli immobili venduti o affittati, infatti, dovranno avere una classe energetica E nel 2030, D nel 2033 e a seguire, con l’obiettivo di arrivare almeno ad una classe C.
Per un Paese come l’Italia, culla europea di arte e architettura millenarie ma con un patrimonio immobiliare tra i più vetusti al mondo, il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva implicherebbe un’importante riqualificazione immobiliare (cappotti esterni, infissi, tetto, cambiamento caldaia) che interesserebbe più di 3 milioni di proprietari.
“Ciò che maggiormente preoccupa è l’incapacità di sostenere i grandi costi previsti e l’impossibilità di rispettare le scadenze imposte dalla Commissione Europea – si legge -. AV Group è pronta ad accogliere tale sfida ed agire in linea con le nuove disposizioni, in quanto ha come mission proprio il riposizionamento e la riqualificazione immobiliare del territorio ed è già operativa in diverse città italiane in conformità con l’attuazione della Direttiva su diversi fronti. Tra i suoi progetti più esemplari in corso spicca l’operazione di riqualificazione e ristrutturazione di uno stabile di inizio Novecento in corso Mediterraneo, nell’elegante zona Crocetta a Torino”.
Si tratta di uno dei progetti più importanti fin qui pianificati, sia per l’impegno finanziario che per il valore intrinseco e potenziale dell’immobile.
“Basti pensare – spiega ancora la nota – che parte dell’operazione è stata finanziata tramite una raccolta di crowdfunding andata sold-out dopo appena 24 ore dalla fase di pre-lancio. Con 650 mq di 5 piani fuori terra, la riqualificazione immobiliare prevede la realizzazione di un’unità residenziale per ogni piano, dal 1° al 4°, con una superficie di circa 100 mq ciascuna o con tagli frazionati in due unità per piano, a seconda delle specifiche esigenze dei potenziali acquirenti. Il piano terra verrà invece suddiviso in due parti per le quali si creerà un duplex su due diversi livelli, utilizzando lo spazio del seminterrato per creare locali di svago. Inoltre, sarà tutto completamente rifatto: tetto, scala, facciata, finiture di pregio e verrà anche inserito un nuovo ascensore – prima mancante – panoramico in vetro”.
“Società come AV Group sono un esempio tangibile di come apportare il proprio contributo alla missione mondiale di neutralità climatica, un traguardo fondamentale per la sopravvivenza dell’intero pianeta”, conclude la nota.

– foto ufficio stampa AV Group –
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Un anno di ambiente in Costituzione, Pecoraro Scanio “Attuare riforma”

ROMA (ITALPRESS) – Era l’8 febbraio 2022 quando sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione che introducono la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Carta costituzionale. A un anno di distanza, l’appello a Parlamento e Governo è quello di adeguare la legislazione a quanto previsto dal nuovo dettato costituzionale con il lancio della campagna #AttuareAmbienteInCostituzione, presentata nella conferenza stampa che si è svolta presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, promossa su iniziativa del senatore Giuseppe De Cristofaro, in collaborazione con Fondazione UniVerde e TeleAmbiente, e trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del Senato.
“La riforma della Costituzione con l’inserimento della tutela dell’ambiente e degli animali tra i principi della Carta è un traguardo storico ma non basta – sottolinea Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, promotore della campagna e della petizione #AttuareAmbienteInCostituzione -. Ora serve applicazione: una bicamerale per attuare la riforma senza ritardi o subito altri strumenti efficaci. Occorre far sì che quegli stessi principi costituzionali non siano solo affermazioni teoriche ma tangibili valori fondanti della nostra società. Solo così si potrà davvero raggiungere il benessere complessivo della comunità e realizzare un progresso consapevole per le future generazioni contro crisi climatica, consumo di suolo e di risorse naturali. Per questi motivi ho lanciato su Change.org la petizione #AttuareAmbienteInCostituzione sostenuta anche da Loredana De Petris, Alessandra Maiorino, Gianfranco Amendola, Livio de Santoli e tanti altri per chiedere ogni iniziativa utile ad attuare il nuovo dettato costituzionale perchè non resti sulla carta”.
“L’inserimento della difesa dell’ambiente in Costituzione è stato un passaggio di portata storica – afferma Loredana De Petris, già presidente del Gruppo Misto al Senato -. Ora, a un anno di distanza, si tratta di tradurlo in pratica. Bisogna adeguare la legislazione e le normative agli art. 9 e 41 della Carta. Avanzeremo proposte in Parlamento per garantire il tempestivo adeguamento delle norme al dettato Costituzionale in difesa dell’ambiente”.
Alessandra Maiorino, Senatrice e relatrice della riforma Ambiente in Costituzione spiega che “con il riconoscimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi quale principio costituzionale inserito nell’art. 9, abbiamo fatto fare un balzo in avanti all’Italia, tanto più necessario oggi che le questioni legate al clima e all’ambiente sono così centrali per la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e per la nostra stessa sopravvivenza. Il braccio operativo di questo principio è l’art. 41, dove si stabilisce finalmente che l’impresa non può svolgersi a danno della salute e dell’ambiente, appunto. Ora occorre vigilare che questo principio venga osservato e rispettato nei fatti, per dare viva applicazione alla Costituzione e agire davvero nell’interesse della collettività e non solo per gli interessi economici di pochi soggetti”.
La petizione #AttuareAmbienteInCostituzione, lanciata su Change.org, è diretta ai Presidenti e ai Capigruppo di Camera e Senato e ai Ministri competenti. L’appello chiede: di attivare subito gli strumenti operativi per l’adeguamento della legislazione vigente alle nuove norme costituzionali e promuovere ogni attività di monitoraggio delle leggi da adeguare e di divulgazione del nuovo testo; l’istituzione di una Commissione parlamentare di vigilanza e proposta per l’attuazione dell’art. 9, terzo comma, e dell’art. 41 secondo comma della Costituzione;
di attivare anche indagini conoscitive e innovazioni regolamentari che accelerino gli adeguamenti legislativi necessari.
“Il miglior modo di festeggiare il compleanno costituzionale della difesa ambientale è applicare l’importantissima modifica approvata un anno fa – sottolinea Gianfranco Amendola, Magistrato ambientalista -. Esattamente il contrario di quanto sta facendo questo governo che ha appena approvato un decreto legge su ILVA e aziende strategiche in cui vuole ‘bilanciarè salute ed ambiente con le esigenze economiche della grande industria”.
“Con buona pace della tutela dell’ambiente e della salute anche nell’interesse delle future generazioni, nonchè del principio secondo cui l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla salute e all’ambiente”, aggiunge.
Secondo Livio de Santoli, Prorettore per la Sostenibilità presso la Sapienza Università di Roma, “la riforma della Costituzione è fondamentale per due aspetti che devono essere affrontati secondo un’evoluzione interpretativa e in base ai fini sociali. Il primo è che finalmente ambiente e paesaggio non sono più in contrapposizione. Il secondo riguarda invece la valutazione degli eventi dannosi per l’ambiente in riferimento all’attività economica privata. Occorre dunque che le nuove proposte vadano nella direzione di tutelare l’interesse e la salute pubblica, poichè i nuovi criteri potrebbero generare contenziosi che vanno regolamentati”.

– foto ufficio stampa Fondazione Univerde –
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Cresce l’attenzione degli italiani per la classe energetica delle case

ROMA (ITALPRESS) – La classe energetica degli immobili è uno tra i temi più dibattuti del momento, anche alla luce delle notizie riguardanti la bozza della direttiva europea sulle case green proposta dall’Unione Europea per ridurre l’inquinamento generato dagli edifici e che prevederebbe che negli Stati membri gli immobili rientrino nella classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e in quella D entro il 1° gennaio 2033. Casa.it ha analizzato l’offerta degli immobili in vendita e le ricerche effettuate dalle persone che hanno utilizzato il filtro relativo alla classe energetica. Per l’analisi dell’offerta sono stati considerati gli annunci di trilocali tra gli 80 e i 100 mq in vendita su Casa.it a gennaio 2023 a livello nazionale e in alcune delle principali città italiane (Roma, Milano, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze).
A livello nazionale il 75% delle abitazioni prese in esame appartiene alle classi energetiche meno efficienti, dalla G alla E, con una netta preponderanza degli immobili in classe G che rappresentano il 55% dell’offerta totale e con solo il 12% degli immobili in classe A.
A livello locale la fotografia cambia da città a città con Bologna che risulta la più virtuosa con la percentuale più bassa di trilocali appartenenti alle classi meno efficienti pari al 56% (con la Classe G al 27%) e la maggior quota di trilocali in Classe A (28%). Anche Torino mostra una quota contenuta di trilocali in Classe G (28%), ma qui il 65% dei trilocali appartiene alle classi meno efficienti dalla G alla E e solo il 7% degli immobili è in Classe A.
A Firenze il 71% dei trilocali appartiene alle classi meno efficienti di cui il 54% è la classe G, ma la percentuale di quelli in Classe A è tra le più alte nelle città analizzate (19%).
A Milano il 75% dei trilocali è nelle classi meno efficienti (la G rappresenta il 45% dell’offerta) e solo l’11% dei trilocali in vendita è in classe A.
Roma ha una quota molto elevata di trilocali nelle classi meno efficienti (84%) con il 72% in classe G; il 12% dei trilocali in vendita è in classe A.
A Palermo e Genova i trilocali in vendita nelle classi meno efficienti sono quasi la totalità, con il 96% nelle classi G, F, E a Genova e il 95% a Palermo. A Genova i trilocali in classe A sono soltanto l’1% e a Palermo il 2%.
Per quanto riguarda i prezzi dei trilocali in vendita tra gli 80 e i 100 mq, la differenza tra quelli in classe A e quelli in classe G è molto elevata. A livello nazionale, un trilocale di 80-100 mq in classe A costa mediamente il +68% rispetto ad un appartamento dello stesso taglio e metratura in classe G. A Torino e Palermo la differenza di prezzo tra i trilocali in vendita in classe A e quelli in classe G supera il +130%, il +148% a Palermo e il +134% a Torino. A Milano, dove i prezzi medi dei trilocali sono più alti, la differenza è del +38%, a Bologna del +25%, a Genova e a Firenze del +22% e a Roma del +14%.
“Già nel 2022 abbiamo rilevato una crescita importante della sensibilità verso la classe energetica delle case con un incremento del +27% delle ricerche di immobili in vendita o in affitto con l’inserimento del filtro relativo alla classe energetica. Anche la recente edizione della ricerca ‘La casa che immagino” di Casa.it ha confermato questo trend'”, commenta Daniela Mora, Head of Consumer & Brand Marketing di Casa.it.

– foto agenziafotogramma.it –
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Impatto dei cambiamenti climatici, nasce collaborazione tra Ibm e Nasa

ROMA (ITALPRESS) – IBM e il Marshall Space Flight Center della NASA annunciano una collaborazione che utilizza la tecnologia AI di IBM per scoprire nuove correlazioni dall’enorme mole di dati scientifici geospaziali e sulla Terra della NASA. Il lavoro congiunto applicherà per la prima volta la tecnologia AI dei foundation model ai dati satellitari di osservazione terrestre della NASA.
I foundation model sono tipi di modelli di AI che vengono addestrati su una vasta serie di dati non classificati e possono essere utilizzati per diverse attività e applicati a contesti diversi da quelli per cui sono stati originariamente allenati. Negli ultimi cinque anni, questi modelli hanno fatto rapidamente progredire il settore della tecnologia NLP (Natural Language Processing) e IBM sta aprendo la strada ad applicazioni di foundation model che vadano oltre il linguaggio.
Le osservazioni relative alla Terra che consentono agli scienziati di studiare e monitorare il nostro pianeta vengono raccolte a ritmi e volumi senza precedenti. Sono necessari approcci innovativi per estrarre conoscenza da queste vaste risorse di dati. L’obiettivo di questo lavoro è quello di fornire ai ricercatori un modo più semplice di analizzare e trarre informazioni da questa enorme mole dati. I foundation model di IBM hanno il potenziale per accelerare le scoperte scientifiche tramite l’analisi di questi dati, al fine di migliorare rapidamente la comprensione scientifica della Terra e la risposta ai problemi legati al clima.
IBM e NASA intendono sviluppare diverse nuove tecnologie per estrarre informazioni dalle osservazioni della Terra. Un progetto addestrerà un foundation model di intelligenza geospaziale di IBM sul set di dati Harmonized Landsat Sentinel-2 (HLS) della NASA, un insieme di dati sui cambiamenti della crosta terrestre e del suo utilizzo rilevati dai satelliti in orbita intorno alla Terra. Analizzando petabyte di dati satellitari per identificare i cambiamenti nell’impronta geografica causati da fenomeni quali disastri naturali, gli andamenti ciclici dei raccolti e degli habitat della fauna selvatica, la tecnologia di foundation model aiuterà i ricercatori a fornire un’analisi critica dei sistemi ambientali del nostro pianeta.
Un altro risultato di questa collaborazione sarà una raccolta facilmente consultabile di letteratura sulla scienza della Terra. IBM ha sviluppato un modello NLP addestrato su quasi 300.000 articoli di riviste sulla scienza della Terra per organizzare la letteratura e rendere più semplice la scoperta di nuove conoscenze. Il modello, che contiene uno dei più grandi software di AI addestrati finora su Red Hat OpenShift, utilizza PrimeQA, il sistema multilingue open-source di IBM per l’allenamento di modelli conversazionali (domanda-risposta). Oltre a fornire una risorsa per i ricercatori, il nuovo modello di linguaggio per la scienza della Terra potrebbe essere inserito nei processi di gestione e controllo dei dati scientifici della NASA.
“L’aspetto positivo dei foundation model è che possono essere potenzialmente utilizzati per molte applicazioni derivate”, ha dichiarato Rahul Ramachandran, senior research scientist presso il Marshall Space Flight Center della NASA ad Huntsville, Alabama. “La creazione di questi foundation model non può essere presa in carico da team di piccole dimensioni”, ha aggiunto. “E’ necessario che i team di diverse organizzazioni contribuiscano con le loro differenti prospettive, risorse e competenze”.
“I foundation model si sono dimostrati efficaci nell’elaborazione del linguaggio naturale ed è arrivato il momento di espanderli a nuovi domini e modalità importanti per il business e la società”, ha affermato Raghu Ganti, principal researcher di IBM. “L’applicazione di foundation model a dati geospaziali, sequenze di eventi, serie temporali e altri fattori non linguistici all’interno dei dati della scienza della Terra potrebbe rendere di colpo disponibili informazioni di enorme valore per un gruppo molto più ampio di ricercatori, aziende e cittadini. In definitiva, potrebbe rendere più facile l’attività di tutti coloro che lavorano su alcuni dei problemi climatici più urgenti”.
Altri potenziali progetti congiunti IBM-NASA includono la costruzione di un foundation model per previsioni meteorologiche utilizzando MERRA2, un dataset di osservazioni atmosferiche.
Questa collaborazione fa parte della NASA’s Open Source Science Initiative, volta a creare nel prossimo decennio una community scientifica aperta, inclusiva, trasparente e collaborativa.

– foto ufficio stampa Weber Shandwick –
(ITALPRESS).

Bosch premia le migliori tesi di laurea sulla crescita sostenibile

MILANO (ITALPRESS) – Impegno sociale, ambientale e buone pratiche di governance per favorire una crescita sostenibile: questo il tema al centro delle tesi di laurea premiate durante l’XI Premio Gelmi, svoltosi presso l’Auditorium Bosch di Milano. L’evento è organizzato ogni anno da Bosch in ricordo di Maurizio Gelmi, HR Administration e Legal Manager del Gruppo Bosch in Italia, scomparso prematuramente nel 2012. Attraverso questo premio, Bosch ha erogato tre borse di studio agli autori delle migliori tesi di laurea triennale, magistrale e master basate sul tema “Le sfide della green economy nell’ambito sociale, ambientale e di governance”. Per la categoria lauree triennali si è aggiudicato il premio di 2.000 euro Martina Marzano, laureata in Economia e Management presso l’Università degli studi di Firenze, con una tesi dal titolo “Recupero e riuso solidale di farmaci in eccedenza: il caso del Centro Missionario Medicinali”.
Per la categoria tesi magistrali ha ottenuto una borsa di studio di 3.000 euro Alberto Pietro Damiano Baltrocchi, laureato in Ingegneria Ambientale conseguito presso Università degli Studi dell’Insubria, con una tesi dal titolo “Environmental Life Cycle Assessment and Life Cycle Costing of sawdust and cardboard waste briquetting in Bolivia”. Infine, per la categoria tesi di Master, i vincitori sono stati Mauro Casciu, Sveva Di Buò, Sidorela Kaci, Mara Mangili, Emanuele Tedesco, che hanno concluso il percorso di master in International Human Resource Management (XIV edizione) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi dal titolo “Great Resignation: challenges and solutions”, alla quale è stata assegnato un premio di 1.000 euro.
“Quest’anno, in ricordo del collega Maurizio Gelmi che si è sempre impegnato a favore dei giovani e del loro futuro professionale, abbiamo scelto di premiare le tesi dedicate al tema della green economy nei nuovi contesti organizzativi. Infatti, la nostra sfida è quella di migliorare la qualità della vita delle generazioni presenti e future, agendo in modo sostenibile a livello economico, ambientale e sociale”, ha dichiarato Roberto Zecchino, Deputy General Manager & Corporate Vice President Human Resources Bosch Group South Europe, durante la cerimonia di premiazione. Durante l’evento, la scuola di formazione Bosch TEC ha riservato un momento per i giovani partecipanti, dedicato alla sostenibilità sociale nelle sue varie declinazioni. Guido Stratta, Direttore People & Organization Gruppo Enel, ha spiegato il valore della “leadership gentile” che vede al centro le relazioni umane, con l’obiettivo di coltivare la motivazione delle persone, lasciarsi ispirare dalle loro idee e valorizzare le loro attitudini, così da raggiungere il benessere e, quindi, il successo. Nicola Fasani, in arte “Faso”, bassista della band Elio e le Storie Tese, ha invece parlato della sostenibilità sociale legata allo sport e, più in generale, alla passione, raccontando il progetto di riqualificazione del centro sportivo Saini di Milano che sostiene attivamente con l’obiettivo di realizzare al suo interno anche un’area dedicata alla musica dal vivo. Lo sport è stato anche il tema al centro dell’intervento di Simone Pianigiani, che vanta una lunga carriera nazionale e internazionale come allenatore di pallacanestro. Pianigiani ha raccontato quanto sia importante coinvolgere i futuri professionisti del mondo dello sport trasmettendo loro la passione e i valori che ruotano intorno a questo settore, rafforzando così il legame di un club sportivo con il territorio e il tessuto sociale. Barbara Imperatori, Professor of Organization Theory and HRM presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha sottolineato come il lavoro, parte integrante della nostra vita e della nostra identità, debba essere visto non solo come fatica, ma soprattutto come motivo di soddisfazione e orgoglio personale.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Bosch-

Dalla Commissione Ue un piano per industria a zero emissioni

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione europea ha presentato un piano industriale del Green Deal per migliorare la competitività dell’industria europea a zero emissioni e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica. Il piano mira a fornire un ambiente più favorevole per il potenziamento della capacità produttiva dell’UE per le tecnologie e i prodotti net-zero necessari per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa. Il piano si basa su iniziative precedenti e si basa sui punti di forza del mercato unico dell’UE, integrando gli sforzi in corso nell’ambito del Green Deal europeo e di REPowerEU. Si basa su quattro pilastri: un ambiente normativo prevedibile e semplificato; accelerazione dell’accesso ai finanziamenti; miglioramento delle competenze; commercio aperto per catene di approvvigionamento resilienti.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Abbiamo un’opportunità unica nella generazione di indicare la strada con velocità, ambizione e determinazione per garantire la leadership industriale dell’UE nella tecnologia net-zero in rapida crescita settore. L’Europa è determinata a guidare la rivoluzione della tecnologia pulita. Per le nostre aziende e le nostre persone significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l’innovazione in produzione di massa, grazie a un framework più semplice e veloce. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie di tecnologia pulita di crescere rapidamente”, ha aggiunto.
Il primo pilastro del piano riguarda un quadro normativo più semplice. La Commissione proporrà una legge sull’industria netta zero per identificare gli obiettivi per la capacità industriale netta zero e fornire un quadro normativo adatto alla sua rapida attuazione, garantendo autorizzazioni semplificate e rapide, promuovendo progetti strategici europei e sviluppando norme a sostegno della portata sviluppo delle tecnologie in tutto il mercato unico. Il secondo pilastro del piano accelererà gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa. Nell’ambito della politica di concorrenza, la Commissione mira a garantire condizioni di parità all’interno del mercato unico, facilitando nel contempo agli Stati membri la concessione degli aiuti necessari per accelerare la transizione verde. La Commissione faciliterà inoltre l’uso dei fondi dell’UE esistenti per finanziare l’innovazione, la produzione e la diffusione di tecnologie pulite. La Commissione sta inoltre esplorando strade per ottenere maggiori finanziamenti comuni a livello dell’UE per sostenere gli investimenti. Per sviluppare le competenze per una transizione verde incentrata sulle persone, la Commissione proporrà di istituire accademie industriali Net-Zero per avviare programmi di miglioramento delle competenze e riqualificazione nelle industrie strategiche. Il quarto pilastro riguarderà la cooperazione globale e il funzionamento del commercio per la transizione verde, secondo i principi della concorrenza leale e del commercio aperto, sulla base degli impegni con i partner dell’UE e del lavoro dell’Organizzazione mondiale del commercio. A tal fine, la Commissione continuerà a sviluppare la rete dell’UE di accordi di libero scambio e altre forme di cooperazione con i partner per sostenere la transizione verde.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Poste si conferma leader globale nella lotta al cambiamento climatico

ROMA (ITALPRESS) – Poste Italiane conferma il suo ruolo nelle politiche di contrasto al cambiamento climatico e raggiunge per il terzo anno consecutivo la fascia “Leadership” della classifica internazionale stilata annualmente da CDP (ex Carbon Disclosure Project), ottenendo il rating “A-“. Il punteggio “A-“, su una scala da D- ad A, è superiore alla media regionale europea e alla media del settore trasporto intermodale e logistica.
Il giudizio sul Gruppo Poste Italiane ha messo in evidenza la sua capacità di adottare soluzioni di pianificazione strategica e di gestione dei rischi legati al clima, di rendicontare le proprie emissioni e di dare vita ad iniziative di riduzione degli impatti ambientali lungo tutta la catena del valore. In particolare, Poste Italiane si è distinta per la sua trasparenza nella rendicontazione e per la definizione di politiche e strategie di business sostenibili. “Siamo particolarmente fieri del riconoscimento ottenuto – ha detto l’ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante (nella foto) – sia perchè conferma la capacità di adottare soluzioni strategiche nelle nostre politiche di sostenibilità ambientale e di contrasto al cambiamento climatico, sia perchè l’affidabilità e la trasparenza dei nostri numeri innalzano ulteriormente la reputazione internazionale del Gruppo”.
“La permanenza in classifica per il terzo anno consecutivo nella fascia Leadership – ha aggiunto – conferma quindi che Poste Italiane è sulla strada giusta per tagliare il traguardo delle zero emissioni nette entro il 2030, in largo anticipo rispetto ai tempi stabiliti dagli accordi internazionali”.
“Il punteggio ricevuto – ha commentato il condirettore generale di Poste Italiane Giuseppe Lasco – attesta nuovamente l’efficacia e la lungimiranza delle strategie sostenibili del Gruppo che contrastano la crisi climatica. Misure che integrano la sostenibilità ambientale con lo sviluppo del business grazie ad una oculata gestione dei rischi e a una attenta valutazione delle opportunità di crescita. Questo permette a Poste Italiane di tutelare la salute e il lavoro dei nostri dipendenti, il benessere delle comunità e dei territori e di creare valore condiviso a beneficio dei nostri stakeholder e del Paese”.

– foto ufficio stampa Poste Italiane –
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Volksbank tra le cento “Aziende più attente al clima 2023”

BOLZANO (ITALPRESS) – Efficientamento energetico, mobilità sostenibile, progetti di riforestazione: Volksbank vede ulteriormente premiato il proprio impegno trasversale e a lungo termine sulla sostenibilità. La Banca ha ricevuto oggi il sigillo delle “Aziende più attente al clima 2023”, nell’ambito dell’indagine condotta da Pianeta 2030 del Corriere della Sera e dalla piattaforma tedesca Statista, relativa alle aziende italiane con la maggiore capacità di riduzione delle emissioni di CO2 in relazione al fatturato.
In un elenco di 130 realtà imprenditoriali virtuose, Volksbank compare al 6° posto nella classifica dedicata alle banche italiane, superando tutti i più grandi istituti di credito e classificandosi come prima Banca regionale focalizzata sul Triveneto. Obiettivo della ricerca è identificare le aziende che nell’arco temporale 2019-2021 sono state in grado di ridurre le proprie emissioni di CO2 aumentando i ricavi. La classifica finale è stata pubblicata oggi sul sito web del Corriere della Sera.
Volksbank ha intrapreso un lungo percorso nell’ambito della sostenibilità, sancito nel Piano industriale “Sustainable 2023” e poi tradotto in iniziative concrete per il territorio del Nord Est e per il tessuto economico e sociale.
Sul fronte della riduzione delle emissioni di CO2, la Banca, dopo una prima fase di misurazione delle emissioni, attua azioni concrete per ridurle e catturarle attraverso: – efficientamento energetico: progetto che coinvolge tutte le 160 filiali e la sede di Bolzano e volto a ridurre sensibilmente ed ottimizzare i consumi energetici; mobilità green: è in corso di rinnovo il parco auto e di recente è stato deliberato il piano spostamenti casa-lavoro (PSCL), per promuovere ed incentivare la mobilità sostenibile dei collaboratori; fornitura di elettricità: Volksbank ha di recente rinnovato l’impegno per l’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili esclusivamente del territorio; progetto di riforestazione: anche per aumentare il livello di cattura di CO2, a novembre 2022 la Banca ha dato vita al “Bosco Moranzani – la foresta accessibile di Volksbank”, il primo bosco in Italia progettato per essere accessibile ed inclusivo.
“La sostenibilità è uno dei valori cardine che guidano le nostre scelte strategiche perchè coinvolge diversi ambiti di attività della Banca, dai finanziamenti, alla gestione dell’azienda, fino ad arrivare agli investimenti ed ai prodotti transazionali – commenta Alberto Naef, direttore generale di Volksbank (nella foto) -. Come Banca regionale fortemente radicata su di un territorio con forte attenzione all’ambiente, abbiamo una grande responsabilità sociale verso il tessuto imprenditoriale, i clienti e le famiglie del Nord Est”. “Anche in futuro, il nostro impegno sarà quello di continuare ad essere da esempio e da volano per supportare le comunità ad uno sviluppo sostenibile. Il sigillo che ci è stato conferito dimostra la bontà e l’efficacia del nostro operato, indirizzato con un piano pluriennale verso la neutralità carbonica”, conclude Naef.

– foto ufficio stampa Volksbank –
(ITALPRESS).