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Patuano “Salvaguardare i giovani per una transizione ecologica giusta”

ROMA (ITALPRESS) – A2A – in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Giffoni Innovation Hub – ha ospitato oggi un evento dedicato alla recente riforma dell’articolo 9 della Costituzione che ha introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella Carta e il principio di equità inter-generazionale – il diritto di chi deve ancora nascere a veder preservato il bene comune – che implica la necessità di uno sviluppo sostenibile e impone un ripensamento dei paradigmi istituzionali e giuridici e del fare impresa.
Con un approfondimento del paper “Nell’interesse delle future generazioni” realizzato con la collaborazione di Francesco Clementi – professore di Diritto Pubblico Comparato dell’Università la Sapienza – l’incontro è stato un’occasione di dialogo tra istituzioni, giovani, mondo accademico e aziendale sull’importanza e le implicazioni di questa riforma, che rispecchia pienamente l’identità del Gruppo A2A poichè comporta un impegno concreto a favore della sostenibilità intergenerazionale.
Partendo dalla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, con il nuovo testo il legislatore ha introdotto una chiave prospettica grazie all’inserimento della formula “anche nell’interesse delle future generazioni” che per A2A rappresenta il coronamento giuridico di una direzione ormai diventata identitaria: la scelta di definirsi una Life Company. L’impegno in ambito ESG, protagonista della strategia del Gruppo, è stato infatti confermato anche nell’aggiornamento del Piano industriale focalizzato su una transizione equa, ecologica e condivisa.
“La riforma dell’articolo 9 sancisce un imperativo che aziende, istituzioni e comunità non possono più ignorare – ha dichiarato Marco Patuano, presidente di A2A -. Affinchè ci sia una transizione ecologica davvero ‘giustà bisogna salvaguardare le nuove generazioni e il diritto degli esseri umani che devono ancora nascere. Questa istanza ha ispirato la nostra Life Company a sviluppare un dialogo con i giovani che riconoscesse loro il ruolo di stakeholder sui temi della sostenibilità aziendale: per questo abbiamo messo in campo iniziative di inclusione e valorizzazione del punto di vista dei ragazzi nei processi aziendali, come il nostro primo bilancio di sostenibilità dedicato alla Generazione Z”.
“Con il principio etico e giuridico sancito dall’articolo 9, la responsabilità intergenerazionale diventa un impegno quotidiano per chi fa impresa”, ha aggiunto.
Al dibattito hanno contribuito, oltre a Marco Patuano, Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Chiara Montanini, Project Manager Italy for Climate, Marco Frey, Professore Scuola Sant’Anna, Presidente UN Global Compact Network Italia, l’autore del paper, Filippo Sotgiu rappresentante di Fridays For Future Italia, l’illustratrice Marcella Onzo e Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale. L’evento ha inoltre visto la partecipazione di una delegazione di Legambiente e, in rappresentanza delle giovani generazioni, dei ragazzi di Giffoni Innovation Hub.

– foto agenziafotogramma.it –
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Giornata mondiale del suolo, Crea inaugura la prima pedoteca in Italia

ROMA (ITALPRESS) – “La Pedoteca Nazionale che oggi inauguriamo ha pochi eguali al mondo: in Europa ne esistono altre 4, ma quella del Crea può vantare il massimo quantitativo di campioni conservati. Ad oggi sono custoditi 32.612 campioni di suolo provenienti da tutta Italia, ma questo numero è in continua crescita, grazie ai progetti dei ricercatori del Crea e degli altri Enti di Ricerca che con essi collaborano. A questi campioni se ne possono aggiungere un altro migliaio, provenienti da uno dei primi studi del suolo, condotto tra gli anni ’30 e i primi anni ’50 del secolo scorso. Insomma, un patrimonio scientifico unico nel suo genere, che potrà dare importanti risposte sulla gestione agronomica della seconda metà del 900 e che attirerà numerosi qualificati ricercatori italiani e stranieri”. Così il presidente del Crea Carlo Gaudio alla cerimonia di inaugurazione della pedoteca del Crea, svoltasi oggi presso la sua azienda sperimentale di Fagna (Firenze), in occasione della Giornata Mondiale del suolo 2022, che si celebra nella settimana del 5 dicembre.
Un enorme banca dati vivente, che custodisce migliaia e migliaia di campioni di suolo, totalmente differenti l’un l’altro, fisicamente, chimicamente e anche prelevati in luoghi geograficamente lontani fra loro. Si tratta di un patrimonio di conoscenze e di dati relativi al suolo, una risorsa talvolta ancora misconosciuta e sottovalutata, ma dal valore inestimabile, attraverso cui passano la sicurezza alimentare, la tutela degli ecosistemi e il contrasto al cambiamento climatico. Proprio per tutelare una risorsa così fragile e per diffondere sempre più la cultura del suolo, il CREA con il suo centro di ricerca Agricoltura e Ambiente, ha inaugurato oggi 6 dicembre presso l’azienda sperimentale di Fagna (Firenze), la prima pedoteca in Italia, fra le poche esistenti al mondo. L’evento, che ha visto la partecipazione di Federico Ignesti, sindaco di Scarperia e San Piero e Paolo Omoboni, sindaco di Borgo San Lorenzo, ha coinvolto gli studenti degli Istituti Comprensivi di Scarperia e San Piero e di Borgo San Lorenzo in laboratori interattivi guidati dai ricercatori del CREA e finalizzati ad una più profonda comprensione dell'”universo suolo”.
A fare gli onori di casa, oltre a Giuseppe Corti, direttore del Crea Agricoltura e Ambiente, anche Carlo Gaudio presidente del Crea e Stefano Vaccari, direttore generale Crea.
La pedoteca del Crea. E’ tra le prime nel mondo per quantità di campioni di suolo conservati: 32.612 campioni, custoditi in appositi contenitori plastici in quantità variabili tra 100 grammi e 1 kg e provenienti da 13.156 scavi pedologici effettuati in Italia. Al momento ne sono esposti circa 5.500. I campioni di suolo conservati sono della più diversa natura e derivano da moltissimi usi del suolo (agrari, forestali, naturali). Sono già stati caratterizzati fisicamente, chimicamente e anche geograficamente. Tali informazioni costituiscono un database – in parte pubblicato sul sito di Zenodo lo scorso mese di settembre (https://zenodo.org/search?page=1&size=20&q=l%27abate) – disponibile per tutti i ricercatori che ne facciano richiesta e che avranno, quindi, l’opportunità non solo di accedere ai dati condivisi, ma anche di studiare i suoli già caratterizzati dai ricercatori italiani, prendendone una piccola porzione per svolgere ulteriori analisi non ancora effettuate.
“L’inaugurazione della pedoteca è solo il punto di partenza per nuove progettualità – ha spiegato Giuseppe Corti, direttore del Crea Agricoltura e Ambiente – Intendiamo, infatti, attraverso i campioni conservati, valutare e definire la reale diminuzione di sostanza organica del suolo, mettendola a confronto con nuovi campionamenti che saranno effettuati nei luoghi di precedenti prelievi. Ma abbiamo anche in mente – conclude Giuseppe Corti – di utilizzarli per studiare la radioattività naturale dei suoli d’Italia, strumento conoscitivo al momento assente alla scala di dettaglio alla quale possiamo arrivare con i campioni custoditi in pedoteca”.

– foto ufficio stampa Crea –
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Il suolo risorsa da tutelare, cruciale il ruolo del settore del biowaste

ROMA (ITALPRESS) – Valorizzare all’interno del piano strategico della nuova PAC nazionale il reintegro della sostanza organica nel suolo mediante l’uso di compost derivato dal riciclo dei rifiuti organici e dei fanghi di depurazione e adottare un sistema di Carbon Credits anche per chi restituisce sostanza organica nel suolo, rendendolo più sano. E’ l’appello ribadito dal CIC – Consorzio Italiano Compostatori in occasione della Giornata Mondiale del Suolo (5 dicembre), celebrata con l’annuale convegno “Dalla terra alla Terra”, giunto alla sua sesta edizione e realizzato in collaborazione con la Fondazione Re Soil Foundation.
Partendo dal tema del World Soil Day 2022 – “Soils, where food begins (Suoli, dove inizia il cibo)” – l’evento è stato un’occasione per riflettere sull’importanza del suolo per contrastare i cambiamenti climatici e sugli obiettivi da raggiungere per tutelarlo e preservarlo, e sul suo legame con il cibo: un suolo sano, è infatti strettamente collegato con una produzione di cibo ricco di nutrienti, mentre in assenza di questi requisiti, il rischio è quello di un futuro con scarsi raccolti e cicliche carestie.
L’incontro si è svolto in presenza a Roma e in versione digitale e ha visto la partecipazione di esperti ed operatori del settore
del biowaste, offrendo una panoramica a livello nazionale ma anche europeo e internazionale. Nell’incontro, moderato da Marco Scotti (responsabile della redazione economica di Affaritaliani.it), accanto a Lella Miccolis (Presidente CIC) e Massimo Centemero (Direttore CIC) sono intervenuti Andrea Vettori (Vice Capo Unità Uso e gestione del territorio – DG ENV, EU), Claudio Ciavatta (Professore Ordinario di chimica Agraria Alma Mater Studiorum Bologna), Luca Montanarella (Commissione europea, Joint Research Centre), Alberto Confalonieri (GDL Soil Organic Matter ECN – European Compost Network), Catia Bastioli (Presidente del Cluster italiano della Bioeconomia Circolare SPRING – AD Novamont Spa), Giulia Gregori (Fondazione Re Soil e Responsabile della Pianificazione Strategica di Novamont), Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati) e Riccardo Fargione (Coordinatore operativo Centro Studi Divulga).
Il suolo – ha ricordato il CIC – è una risorsa ambientale strategica da tutelare e in questo senso il settore del biowaste ha un ruolo cruciale. Ogni anno in Italia sono oltre 7 milioni le tonnellate di rifiuti organici che vengono raccolte e avviate agli impianti di compostaggio, producendo circa 2,2 milioni di tonnellate di compost di alta qualità. Essendo un fertilizzante organico, questo compost, restituito alla terra, contribuisce al nutrimento del suolo, garantendo sicurezza agricola resiliente, e alla decarbonizzazione. L’utilizzo corretto del compost può infatti aiutare a contrastare il cambiamento climatico, permettendo di rimuovere il carbonio dall’atmosfera e riportandolo al suolo, cui appartiene.
“Il suolo è uno dei beni più importanti e allo stesso tempo sottovalutati del Pianeta. Troppo spesso lo si dà per scontato e si dimentica il ruolo straordinario che ricopre come carbon sink: ogni anno sono 420.000 le tonnellate di carbonio organico che possono essere riportate al suolo fertilizzando con il compost”, ricorda Lella Miccolis, presidente del CIC.
Proprio per questi motivi, il CIC chiede che all’interno del piano strategico della PAC nazionale vengano previsti interventi economici per finanziare – ad esempio mediante la concessione di contributi diretti, sotto forma di credito d’imposta o in altre forme – misure di sostegno per il reintegro della sostanza organica nel suolo mediante l’utilizzo degli ammendanti compostati (derivanti dal riciclo dei fanghi di depurazione e dei rifiuti organici) prodotti in accordo con adeguati sistemi di garanzia e di assicurazione della qualità.
Allo stesso tempo, il CIC sottolinea la proposta di individuare il compost quale matrice organica rinnovabile che, utilizzata nelle pratiche colturali convenzionali, possa entrare negli schemi di Carbon Credits che si stanno sperimentando con grande successo in alcune parti del mondo.
“La Giornata Mondiale del Suolo è un’occasione importante per ribadire come a partire dalla tutela del suolo e dalla sua rigenerazione sia possibile dare impulso ad un reale cambiamento”, sottolinea Massimo Centemero, direttore del CIC.

– foto Italpress –
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Transizione ecologica, gap comunicativo tra imprese e tassonomia Ue

MILANO (ITALPRESS) – C’è un forte disallineamento tra i dati ESG forniti dall’industria europea e i parametri indicati dalla Tassonomia europea, la classificazione introdotta nel 2020 nel contesto del Piano d’Azione per la Finanza sostenibile dell’Unione Europea, per individuare le attività economiche eco-sostenibili del vecchio continente e accelerarne la transizione ecologica al fine del raggiungimento degli obiettivi clima-energia. E’ il messaggio lanciato dal Primo Rapporto annuale di O-Fire, (“Osservatorio sulla Finanza d’Impatto e sue Ricadute Economiche”), l’Osservatorio sulla finanza sostenibile lanciato un anno fa dall’Università di Milano-Bicocca insieme a Banca Generali Spa e Aifi-Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt. Dal titolo “”Simplified reading” of the European taxonomy and first assessment of its implications”, il Rapporto è stato presentato all’Auditorium “Guido Martinotti” dell’Università di Milano-Bicocca.
Nel Rapporto, i ricercatori partono dallo stato di attuazione della Tassonomia e dall’attuale contesto economico, ambientale ed energetico, per valutarne il possibile impatto e le criticità. I ricercatori dell’Osservatorio hanno estratto, dal database MSCI a disposizione dell’ateneo milanese, un campione di aziende europee di grandi dimensioni (1.391 con fatturato complessivo di 10mila miliardi di dollari), per le quali sono disponibili oltre 800 variabili ESG di cui 370 relative all’ambiente (per esempio le emissioni, l’impronta di carbonio, le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, i consumi di acqua, la biodiversità e l’uso del suolo).
Tuttavia quello che i ricercatori hanno riscontrato è stato un disallineamento tra queste variabili e quelle contenute nei criteri di vaglio tecnico della Tassonomia, quei criteri che identificano le attività sostenibili, in grado quindi di dare un contributo sostanziale alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. “Non si tratta degli stessi parametri – puntualizzano i ricercatori di O-Fire – oppure si tratta degli stessi, ma il grado di dettaglio non è paragonabile a quello richiesto dalla Tassonomia”.
Se le variabili disponibili nel database consentono di stabilire, per esempio, quante aziende europee hanno implementato negli ultimi due anni un programma definito di efficienza energetica o hanno fissato dei target di abbattimento delle emissioni, non rendono tuttavia possibile quantificare la percentuale di imprese che possano ad oggi ritenersi compliant con la Tassonomia.
“Considerando che i dati divulgati dalle aziende non sono sovrapponibili a quelli contemplati nella Tassonomia e richiesti dalla nuova direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) – aggiungono i ricercatori – verrebbe da dire che nessuno ad oggi può considerarsi allineato con la Tassonomia, nè con i conseguenti obblighi di rendicontazione non finanziaria. C’è un grande gap da colmare, che richiede uno sforzo considerevole da parte dei destinatari della Tassonomia, sia di tipo comunicativo, sul fronte delle attività di rendicontazione e reporting non finanziario d’impresa, sia di tipo economico-finanziario, legato agli investimenti necessari affinchè le attività economiche possano considerarsi sostenibili secondo i criteri del regolamento europeo”.
L’analisi contenuta nel Rapporto ha d’altro canto evidenziato una maggiore resilienza degli investimenti sostenibili rispetto al mercato e una certa correlazione tra le performance ambientali e quelle finanziarie delle imprese, in particolare quelle energetiche. Dall’analisi di diverse fonti (Morningstar, Bloomberg e Ocse), l’Osservatorio ha rilevato come nel terzo trimestre del 2022 i fondi sostenibili abbiano avuto afflussi netti per 23 miliardi di dollari contro i 35 del trimestre precedente e i circa 80 del primo trimestre; gli investimenti convenzionali (fondi del mercato generalizzato), invece, hanno subito deflussi pari a circa 280 miliardi nel secondo trimestre e 200 miliardi nel terzo. I fondi sostenibili si sono mostrati dunque più resilienti alla crisi economica in atto.
“La sostenibilità è una delle tematiche fondamentali del piano strategico del nostro ateneo – afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni – e per questo, un anno, fa abbiamo voluto dare vita all’Osservatorio O-Fire, che, grazie alla collaborazione tra Università di Milano-Bicocca, Banca Generali e Aifi, si propone come organismo scientifico di riferimento per la green finance in Italia. Con il Primo Rapporto, che è stato presentato oggi, l’Osservatorio ha deciso di focalizzare l’attenzione sulla recente Tassonomia Europea al fine di innescare un dibattito tra le parti interessate e portare un contributo importante al processo decisionale ancora in corso. L’analisi dei ricercatori ha evidenziato uno scenario assai composito tra le imprese e ha individuato gli effetti attesi dalla nuova regolamentazione, lo strumento introdotto dalla Comunità Europea per accelerare e rendere possibile la transizione ecologica”.
“Serve grande responsabilità e coordinamento da parte delle istituzioni per incanalare nella corretta direzione gli sforzi delle imprese nella transizione sostenibile – dichiara Andrea Ragaini, Vice Direttore Generale di Banca Generali -. Dopo una prima fase di forte crescita delle sensibilità ambientali e dell’offerta di investimenti ESG dagli asset manager che hanno coinvolto in modo variegato le attività economiche e produttive, serve ora focalizzarsi sulla definizione delle best practices e indirizzare in modo ancora più costruttivo questo percorso virtuoso. Gli operatori finanziari stanno esprimendo forte impegno in questa direzione e la collaborazione dei partner dell’Osservatorio testimoniano la determinazione in tal senso. Ringraziamo l’Università di Milano-Bicocca e tutte le persone coinvolte nel progetto per lo straordinario e meticoloso lavoro di analisi che traccia una linea importante su cui riflettere per le sfide future dell’industria degli investimenti sostenibili”.

– foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca –

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Il 92% degli italiani è preoccupato dal cambiamento climatico

ROMA (ITALPRESS) – Il 92% degli italiani è preoccupato dal cambiamento climatico e l’82% reputa necessario accelerare la transizione EcoDigital, anche con misure drastiche, per raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici che le Nazioni Unite e l’UE chiedono ai rispettivi Stati membri. Il 71% ritiene assolutamente prioritario contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi. Si conferma la necessità che i grandi impianti solari siano dislocati sulla copertura di grandi edifici come centri commerciali e stazioni ferroviarie (44%, +5%), oppure a terra ma solo in aree agricole senza valore naturalistico (22%). L’84% (+6%) ritiene importante per l’Italia incentivare l’eolico offshore e il 58% lo giudica positivo a patto che si rispetti la fauna marina, che si salvaguardino le rotte degli uccelli migratori e che si sostenga l’economia locale.
E’ questa la fotografia che emerge dal 20° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green&Blue economy” con focus su “Indipendenza energetica e cambiamenti climatici” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati oggi nel corso del convegno “Mediterranean Day: le best practice Made in Italy per la tutela del mare” organizzato con la Main partnership di Renexia e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale. L’evento è stato promosso nell’ambito dell’Agenda ufficiale delle iniziative che celebrano l’odierna Giornata del Mediterraneo, istituita dall’Unione per il Mediterraneo. Media partners: Radio Radicale, Askanews, Italpress, La Notizia, TeleAmbiente, Canale Energia, Opera2030.
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Il 92%, la quasi totalità degli italiani, è preoccupato per il cambiamento climatico. Un’emergenza drammaticamente collegata al disastro di Ischia, come anche all’alluvione nelle Marche e al fiume di acqua e fango a Formia. Per il 76% degli italiani è prioritario aumentare la produzione da fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico offshore, per garantire energia al Paese senza aggravare ulteriormente la crisi climatica. Nonostante la propaganda a favore di un nucleare cosiddetto ‘pulitò, oltre l’80% ritiene che questa energia non sia la risposta al climate change. Considerato anche lo scandaloso fallimento della COP27, chiediamo al Governo un impegno per favorire la transizione energetica ed EcoDigital, come richiesto dagli italiani, evitando di impantanare Parlamento e Paese in un dibattito su centrali nucleari o trivellazioni petrolifere che ha già fatto perdere anni importanti all’Italia, invece di farla affermare quale leader delle rinnovabili e della green&blue economy”.
Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia, sottolinea: “Con Renexia abbiamo creato un nuovo modello di imprenditoria: un metodo basato sull’inclusività e la sostenibilità e questo comporta il rispetto dei territori e la condivisione con le economie locali di ogni progetto; sin dalla nascita, come nel caso di MedWind, il primo parco eolico offshore flottante del Mediterraneo di grandi dimensioni. La ricerca presentata oggi mostra l’importanza di un dialogo continuo anche con i cittadini, che dimostrano di avere una consapevolezza crescente sul ruolo delle energie da fonti pulite. E’ un percorso importante che tutti gli addetti ai lavori devono sostenere per ottenere un consenso diffuso e partecipativo alla transizione energetica”.
Dopo il saluto di benvenuto da parte di Esma Cakir, Presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia, è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione a Ischia. A seguire, i dati del 20° Rapporto sono stati presentati da Antonio Noto, Direttore di Noto Sondaggi. Cresce costantemente la quota degli italiani sicura che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili, arrivando al 90% (+6% rispetto alla precedente rilevazione e ben +26% negli ultimi 6 anni). E’ in aumento il consenso degli italiani per quanto riguarda la messa in opera di grandi impianti eolici, sia dislocati sulle colline (76%) che a mare (off-shore) ma lontani e invisibili dalla costa (39%). In un videomessaggio di sostegno all’iniziativa, Tatjana Hema (Coordinatrice United Nations Environment Programme, Mediterranean Action Plan – UNEP-MAP) ha ricordato che “per quanto riguarda i rifiuti marini e i rifiuti generati dal trasporto via mare, l’ecologizzazione del trasporto marittimo è una delle priorità dell’UNEP-MAP. Sarebbe opportuna una riflessione sul controllo delle emissioni di NOx nell’area mediterranea. In particolare, ci aspettiamo che nel mese di dicembre l’International Maritime Organization (IMO) approvi il Mediterraneo come area di controllo delle emissioni di anidride solforosa, a seguito del successo dei negoziati e dell’accordo dei contraenti della Convenzione di Barcellona”.
In occasione del convegno, moderato da Valerio Rossi Albertini (Primo ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e divulgatore scientifico), sono state presentate le best practice made in Italy per la difesa del mare.
Michele D’Amico (Direttore Generale LogiProject) ha presentato le soluzioni di logistica e trasporto del player LogiProject che racchiude in un’unica sigla l’esperienza di MSC Sicilia, la professionalità di Portitalia e la competenza di Progetto Contract, tre realtà affermate e consolidate nel mercato della logistica e dello shipping. La best practice presentata è la capacità logistica che consente di accompagnare i progetti in campo eolico offshore. Non solo trasporto o messa in mare, ma anche progettazione, analisi, rilievi, autorizzazioni passando per operazioni portuali, lavori edili e opere civili, fino all’interconnessione alla rete.
Lorenzo Barone (Direttore Generale Castalia) ha illustrato l’efficienza della flotta in capo alla società consortile che raggruppa 33 aziende italiane specializzate nel settore marittimo ambientale che operano nel mare territoriale e offshore. Castalia è attiva da oltre 30 anni in Italia e all’estero, con lo scopo di tutelare e salvaguardare l’ambiente marino. Le attività principali che vedono impegnato il Consorzio Castalia riguardano l’antinquinamento, le bonifiche ambientali di acque, fondali e litorali oltre che il recupero di rifiuti tossici e nocivi dal fondo marino. La best practice presentata è un sistema antinquinamento, il floating marine litter collector, composto da barriere galleggianti che consentono di catturare le plastiche lungo il corso dei fiumi, prima che esse raggiungano il mare.
Ferdinando Esposito (Direttore Tecnico Marnavi) ha presentato la best practice del dissalatore mobile marino che, a differenza dei dissalatori fissi, consente di rifornire di acqua potabile sostenibile, le isole minori e i comuni costieri che hanno problemi di approvvigionamento idrico. La tecnologia presentata consente di evitare il devastante cuneo salino dovuto allo scarico concentrato di salamoia in un singolo punto, tipico degli impianti fissi. La salamoia viene riversata gradualmente in mare durante la navigazione. Marnavi è una compagnia di navigazione che, da oltre 100 anni, opera nel mercato mondiale dei trasporti, con una flotta costituita da 38 unità di recente costruzione.
All’evento, sono inoltre intervenuti: Livio de Santoli (Prorettore alla sostenibilità, Sapienza Università di Roma); Roberto Danovaro (Professore Ordinario, Università Politecnica delle Marche); Rosalba Giugni (Presidente Marevivo); Salvatore Quinci (Sindaco Mazara del Vallo) che ha sottolineato il ruolo attivo e propositivo delle comunità locali alla transizione energetica.
-foto ufficio stampa Fondazione Univerde-
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A Roma un evento per celebrare la Giornata del Mediterraneo

ROMA (ITALPRESS) – Si svolgerà a Roma, lunedì 28 novembre, alle ore 15, presso la Sala della Stampa Estera (via dell’Umiltà, 83C), il convegno di presentazione del 20° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green & Blue economy” dal titolo “Mediterranean Day: le best practice Made in Italy per la tutela del mare”. L’evento, inserito nell’Agenda delle iniziative promosse per le celebrazioni della Giornata del Mediterraneo istituita dall’Unione per il Mediterraneo, è organizzato da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi con la main partnership di Renexia e sarà trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.
Il caro energia e il boom delle bollette rappresentano una situazione emergenziale cui porre rimedio urgentemente. Per fronteggiarla, occorre spingere con convinzione sulle rinnovabili accelerando una transizione energetica competitiva, equa e democratica, in linea con i target previsti dall’UE.
Il Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green & Blue economy”, promosso dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, giunto alla 20^ rilevazione, fornirà un importante aggiornamento, in una fase delicatissima per il nostro Paese, sulle opinioni degli italiani in materia di indipendenza e sicurezza energetica. Saranno aggiornati anche i trend di gradimento degli italiani non solo su energia solare ed eolico off-shore, efficienza e autoconsumo ma anche integrazione architettonica delle rinnovabili, economia circolare e green & blue economy. La transizione energetica ed EcoDigital sono improcrastinabili per raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici che le Nazioni Unite e l’UE chiedono ai rispettivi Stati membri e con essi la salvezza delle specie viventi che popolano il Pianeta, genere umano compreso.
Altrettanto improcrastinabile è lo sviluppo di tutte le tecnologie innovative per difendere mari e oceani che, come ricordato anche in occasione del ciclo di incontri promossi dalla Fondazione UniVerde per la Settimana di Educazione alla Sostenibilità del CNESA2030, sono la principale fonte di ossigeno del Pianeta e soffrono per l’acidificazione, le plastiche ormai entrate nella catena trofica, l’utilizzo di tecnologie obsolete come i dissalatori fissi e l’eccesso di CO2 in atmosfera e di altri inquinanti dovuti al massiccio utilizzo globale di fonti fossili.

– foto ufficio stampa Fondazione Univerde –
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Dal Gse un premio ai 7 Comuni più efficienti e sostenibili

BERGAMO (ITALPRESS) – Giunge alla sua terza edizione il “Vivi – Premio Territorio Vivibile”, promosso dal GSE e assegnato quest’anno a sette Comuni nell’ambito della XXXIX Assemblea annuale dell’Anci. La cerimonia di premiazione si è tenuta questa mattina presso lo stand del GSE alla Fiera di Bergamo, dove si svolge l’evento. Un riconoscimento importante per le città che si distinguono nell’implementazione delle energie rinnovabili e dell’efficientamento energetico, con un lavoro innovativo sugli edifici pubblici, ma anche con una grande attenzione alle attività produttive, all’occupazione e alla riduzione dei consumi e dell’impatto ambientale.
I Comuni selezionati sono divisi quest’anno in tre categorie: “Comuni piccoli/borghi”, “Comuni medi” e “Comuni capoluogo”. Questi Enti locali si sono contraddistinti per aver attivato almeno due servizi del GSE nei settori dell’edilizia, dell’illuminazione, dello sviluppo e mantenimento FV in autoconsumo, delle Comunità energetiche e della formazione.
Il GSE dall’inizio del meccanismo del Conto Termico sino ad oggi ha riconosciuto alla Pubblica amministrazione quasi 270 milioni di euro di incentivi (a fronte di circa 15.500 richieste), dei quali circa 200 milioni di euro sono stati destinati ai Comuni (a fronte di quasi 4.600 richieste). Nel 2022 il GSE ha già riconosciuto quasi 41 milioni di euro di incentivi ai Comuni Italiani (a fronte di circa 700 richieste).
Il Comune di Vitulano (Benevento) ha costituito la prima Comunità energetica rinnovabile in Italia che è stata certificata dal GSE, oltre ad aver attivato i servizi di Scambio sul posto e Ritiro dedicato. Il Comune di Amandola (Fermo) è stato premiato per aver fondato una Comunità energetica rinnovabile e per aver attivato contratti di Scambio sul posto e Conti energia, traguardi raggiunti dopo aver partecipato ai programmi di formazione gratuita dedicati erogati dal GSE.
Il Comune di Montevarchi (Arezzo) ha riqualificato due edifici pubblici con il Conto Termico – il GSE ha riconosciuto circa 120 mila euro di incentivi in particolare il 58% per interventi di coibentazione degli involucri – e ha richiesto assistenza per la realizzazione di una Comunità energetica rinnovabile in partenariato pubblico e privato.
Il Comune di Abano Terme (Padova) è tra i pochi Comuni italiani ad aver rinnovato l’intero impianto di illuminazione pubblica con il meccanismo dei Certificati Bianchi. Inoltre ha riqualificato cinque edifici pubblici con il Conto Termico e ha attivato il servizio di Scambio sul posto: il GSE ha riconosciuto oltre 650 mila euro di incentivi, in particolare il 70% per interventi di coibentazione degli involucri.
Il Comune di Cavriglia (Arezzo) si è contraddistinto invece per aver reso tre edifici scolastici nZEB (a emissioni quasi zero) con il Conto Termico (sono stati riconosciuti dal GSE oltre 1,3 milioni di euro di incentivi) e per aver attivato i contratti di Scambio sul posto e di Ritiro dedicato.
Il Comune di Bergamo ha efficientato un edificio comunale con il Conto Termico – il GSE ha riconosciuto circa 200 mila euro di incentivi, in particolare il 68% per infissi – e ha attivato contratti di Scambio sul posto e di Conto Energia. Inoltre, ha pianificato un programma di più ampio di efficientamento – per il quale è in via di definizione un accordo con il GSE – beneficiando anche dei fondi del PNRR.
Infine, il Comune di Treviso ha attivato più di dieci contratti di Conto Energia e Scambio sul posto. E’ inoltre in fase di progettazione la riqualificazione di un’intera area industriale grazie alla combinazione di diversi fondi.
Ai vincitori di tutte e tre le categorie del premio sarà proposto un percorso di assistenza sperimentale, volto a sviluppare e testare nuovi servizi per la valorizzazione delle fonti rinnovabili sulle proprietà comunali, per la mobilità sostenibile e per l’informazione ai cittadini.

– foto Italpress –
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Lavoro, il 24 novembre a Bologna convegno sulle grandi transizioni

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Ambiente, Salute, Sicurezza e Lavoro nelle grandi transizioni: nuove sfide e prospettive di partnership pubblico-privato”. Questo il tema del Convegno in programma giovedì 24 novembre presso la Fiera di Bologna che si pone come obiettivo una riflessione approfondita sulle grandi transizioni (ecologica e digitale), il PNRR, l’evoluzione dei modelli di organizzazione del lavoro e la crisi economica – pandemica prima ed energetica poi – che stanno imponendo un ripensamento delle tecniche di gestione e di regolazione in materia di Ambiente, Salute, Sicurezza e Lavoro. Se da una parte è necessario rafforzare le prospettive di tutela integrata tra i tre pilastri della sostenibilità – lavoro, salute e ambiente -, dall’altra è necessario sostenere il mondo dell’impresa anche attraverso la mitigazione dei costi e dei meccanismi di responsabilità civile e penale del management aziendale nell’attuazione delle norme prevenzionistiche e di tutela ambientale, specialmente quando lo stesso intraprenda percorsi virtuosi di compliance, nonostante le difficili contingenze economiche e produttive. Da questa consapevolezza nasce anche l’ambizioso progetto della creazione di un Osservatorio permanente che accompagni gli stakeholders pubblici e privati nella congiunta progettazione delle nuove tutele per imprese, lavoratori e ambiente, nel solco della sostenibilità.
A discuterne saranno i più autorevoli esponenti del mondo istituzionale, produttivo, accademico e professionale tra i quali Franco Bettoni (presidente Inail), Bruno Giordano (direttore. Inl), Paolo Pennesi (capo ufficio legislativo Ministero del Lavoro), Walter Rizzetto e Chiara Braga (rispettivamente presidente e membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati) Cesare Damiano (presidente Associazione Lavoro&Welfare), Maria Giovannone, (professoressa aggregata in Diritto della Sicurezza Sociale e Global Economy and Labour Rights all’Università degli Studi di Roma 3), Luigi Golzio (già professore ordinario di Organizzazione Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia, Comitato Scientifico Fondazione Universitaria “Marco Biagi”), Francesca Re David (Cgil), Angelo Colombini (Cisl), Giuliano Zignani (Uil Emilia Romagna), Fabio Pontrandolfi (responsabile Salute e Sicurezza Confindustria) Barbara Gatto (responsabile dipartimento Politiche ambientali e sicurezza Cna). L’appuntamento è nella sala Concerto, blocco D, primo piano, dalle ore 9.30 alle ore 12.30. L’evento si svolgerà in occasione della 22ª edizione di Ambiente Lavoro – il salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che avrà luogo a Bologna dal 22 al 24 novembre 2022 – D.E.A.L. s.r.l., Ambiente Lavoro, Lavoro&Welfare e Studio Labores, in collaborazione con AIAS, A.N.CO.RS, Assolavoro, De Fusco Labour & Legal, Ellegi s.p.a., Epar, Federforma, FonARCom, Senaf s.r.l., Tharsos, Tecnologie di Impresa s.r.l. e con il patrocinio della Fondazione Universitaria “Marco Biagi”.

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