Home Ambiente Pagina 59

Ambiente

Carabinieri forestali, per Giornata Alberi 5000 piante in 1000 località

ROMA (ITALPRESS) – In occasione della tradizionale Giornata Nazionale degli Alberi, che ricorre il 21 novembre, il Comando Unità Forestali, Ambientali ed Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con l’UNICEF e con l’EarthdayItalia, promuove la messa a dimora su tutto il territorio nazionale di piante autoctone per la valorizzazione e la riqualificazione delle aree urbane degradate.
L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sulla multifunzionalità e sulla fondamentale importanza del “verde urbano”, attraverso il recupero di aree abbandonate. La creazione di queste piccole oasi verdi permette di esaltare tematiche come la coesione sociale, il benessere collettivo, il rispetto degli spazi comuni e la consapevolezza dell’importanza delle funzioni ecosistemiche che gli alberi regalano anche in città.
Il 21 novembre, Giornata Nazionale degli Alberi, tutte le strutture periferiche del CUFA (gruppi, reparti, stazioni e nuclei) organizzeranno, con la collaborazione delle autorità locali, scolaresche e associazioni, una capillare messa a dimora di piante forestali autoctone messe a disposizione dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità e si svolgeranno attività di sensibilizzazione e divulgazione ambientale, con l’auspicio di essere presenti almeno in 1000 località con circa 5000 piante messe a dimora.
Il 22 novembre il CUFA, in collaborazione con le città metropolitane e gli altri capoluoghi di regione, in aree periferiche degradate precedentemente individuate, provvederà alla messa a dimora di alcune piante autoctone e all’installazione di alcuni arredi (una panchina, un tavolino e una bacheca illustrativa del progetto), tutti realizzati dalle maestranze del CUFA, con legname proveniente da alberi morti, per cause naturali, all’interno delle Riserve Naturali dello Stato gestite dell’Arma dei Carabinieri. L’intervento simbolico rappresenterà l’avvio di un processo di recupero e di restituzione alla collettività delle aree nelle quali svolgere attività di sensibilizzazione ai temi ambientali, con particolare riferimento all’importanza del verde urbano e del rispetto della natura.
Contestualmente, presso l’Auditorium della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, sarà organizzato un convegno nazionale di presentazione del progetto dal titolo “Alberi: linfa della Città” che verterà sull’estrema importanza degli alberi nei nostri centri urbani.
Al convegno parteciperanno, con i loro contributi, non solo le autorità istituzionali, ma anche esperti del settore scientifico e di educazione ambientale, insegnanti e personalità del mondo accademico, oltre alle associazioni ambientaliste, con cui confrontarsi sui temi del verde urbano come infrastruttura sociale e sugli influssi paesaggistici e qualitativi delle nostre città.
Saranno presenti rappresentanti del Comitato per lo Sviluppo del Verde pubblico, il Direttore del Dipartimento Amministrazione Generale, Pianificazione e Patrimonio Naturale del MASE, rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, professori universitari esperti del settore, architetti paesaggisti, giornalisti naturalisti, il Presidente di EarthdayItalia, membri dell’Istituto Superiore della Sanità, il Direttore Generale dell’UNICEF Italia e rappresentanti delle principali associazioni ambientaliste.
Durante il convegno, che potrà essere seguito anche in modalità webinar, saranno previsti brevi collegamenti con gli altri capoluoghi e città metropolitane che presenteranno sinteticamente i progetti di recupero delle aree degradate avviati in quella sede. In questo modo tutto il paese potrà sentirsi idealmente unito per il raggiungimento dell’obiettivo comune del miglioramento delle condizioni ambientali del pianeta.
Particolare importanza sarà attribuita alla premiazione di un ragazzo che si è distinto nell’affrontare tematiche ambientali nell’ambito di un Progetto UNICEF unitamente a EarthDay Italia. Durante il convegno, infatti, il Presidente di EarthDay Italia con rappresentanti Unicef affronteranno le delicate problematiche connesse agli effetti dei cambiamenti climatici sulla fascia più debole della popolazione rappresentata dai bambini.
Sarà anche l’occasione per i rappresentanti del Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica di illustrare il grande progetto di forestazione urbana finanziato nell’ambito del PNRR, per la cui attuazione è stato recentemente siglato un accordo di collaborazione con il CUFA che provvederà alla fornitura del materiale di propagazione necessario alla realizzazione delle piantine da mettere a dimora nelle 14 città metropolitane italiane.
Per quanto riguarda Roma ci sarà la messa a dimora delle piante con la consegna degli arredi presso l’Istituto Comprensivo Via Poppea Sabina – via Ratto delle Sabine 3.
I Centri Nazionale per la conservazione della Biodiversità dei Carabinieri di Peri (VR) e Pieve Santo Stefano (AR) che custodiscono un patrimonio genetico forestale di enorme valore strategico e che si concretizza in circa 2 miliardi di semi di quasi 200 specie arboree e arbustive della flora italiana, in collaborazione con il MASE, stanno già provvedendo alla raccolta, preparazione e caratterizzazione del materiale genetico necessario per realizzare nei prossimi tre anni circa 6.600.000 piantine da fornire alle città metropolitane.
All’esterno dell’Auditorium sarà allestito un vero e proprio Villaggio per la biodiversità dove, in un percorso ragionato, si svolgeranno alcune sessioni di educazione ambientale, alla scoperta degli habitat naturali della nostra penisola.
L’aumento delle piante nei centri urbani non solo valorizza da un punto di vista estetico il paesaggio, ma lo arricchisce di bellezze naturali e di nuovi organismi viventi. Numerosi studi scientifici confermano, infatti, l’effetto benefico del verde pubblico sul cittadino, riducendone lo stress, migliorandone l’umore e aumentandone la produttività. La semplice presenza e la cura di aree verdi in città eleva questi spazi, recuperati al degrado e all’abbandono, a speciale strumento di prevenzione, educazione, conoscenza e consapevolezza da parte dei cittadini, aumentando il loro senso di appartenenza e di coesione sociale.
Quindi non solo si conferma la straordinaria, e unica, capacità delle piante di stoccare e fissare il carbonio durante la loro crescita migliorando la qualità dell’aria e filtrando gli agenti inquinanti, ma anche il loro effetto regolatore e mitigatore sui cambiamenti climatici.
Questi piccoli nuclei arborei parteciperanno concretamente anche alla creazione di nuovi punti strategici per ampliare le reti ecologiche, per la conservazione della biodiversità animale e vegetale a livello locale e nazionale.
Lo scopo è realizzare tutti quegli “interventi verdi”, vitali e rivitalizzanti, per far tornare le nostre caotiche città ad una dimensione più naturale, più umana e più sana.
Mettiamo a dimora gli alberi e miglioriamo la vita in città.
Tutte le piante, così come negli anni precedenti, saranno fornite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità e saranno corredate di fascetta con QR CODE necessaria per la loro geolocalizzazione e il conseguente inserimento nel portale www.unalberoperilfuturo.it per la creazione e crescita di un grande bosco diffuso della legalità.
-foto Carabinieri-
(ITALPRESS).

A Udine un nuovo bosco urbano da 3 mila piante

UDINE (ITALPRESS) – Arbolia, società benefit nata per sviluppare nuove aree verdi in Italia, ha realizzato un nuovo bosco urbano di oltre 3.000 piante nel Comune di Udine. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo di Accenture e a quello di Genertel, la Compagnia assicurativa diretta di Generali.
Il nuovo bosco urbano sorge nella periferia est del Comune di Udine. Oltre ad apportare benefici alla qualità dell’aria della città, grazie alla capacità degli alberi di assorbire anidride carbonica e polveri sottili, l’intervento ha permesso di sviluppare una cintura verde all’interno di un contesto fortemente agricolo e caratterizzato prevalentemente da coltivazioni, dando vita ad una nuova importante nicchia ecologica in grado di salvaguardare e incrementare la biodiversità della zona.
Nell’area individuata sono state messe a dimora complessivamente 3.271 piante di differenti specie arboree (tra cui olmi campestri, frassini, aceri campestri, tigli, carpini, ciliegi, perastri, ornielli, biancospino) e arbustive (tra cui nocciolo, fusaggine, ligustrello, prugnolo, lantane).
A regime, la nuova area verde consentirà di assorbire fino a 622 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 762 Kg di PM10 all’anno, restituendo all’ambiente fino a 456 tonnellate di ossigeno in 20 anni.
L’iniziativa prevede anche la manutenzione del nuovo bosco urbano per i primi due anni e consentirà di mitigare la temperatura durante le stagioni più calde. Il progetto sarà da subito un patrimonio per la comunità locale ed è essenziale che tutti ne abbiano cura.
Il bosco urbano è stato presentato oggi dal sindaco del Comune di Udine Pietro Fontanini, dall’Amministratore Delegato e General Manager di Genertel e Genertel Life Maurizio Pescarini, e dal Rappresentante di Arbolia Alessandro Vezzil.
“Con questo secondo lotto di oltre tremila alberi e arbusti del bosco urbano che verrà realizzato nella nostra città e che comprende complessivamente quattro lotti, il Comune di Udine compie un nuovo importante passo nella direzione di una sempre maggiore attenzione all’ambiente e della ridefinizione della vocazione di importanti aree verdi della nostra città, come quella oggetto dell’intervento che oggi andiamo a inaugurare. Queste aree infatti, essendo state trasformate da agricole a boschive, daranno un contributo importante alla lotta all’inquinamento. Desidero ringraziare Arbolia e gli sponsor per avere creduto in questo progetto e investito nella nostra città”, ha commentato Pietro Fontanini, sindaco di Udine.
“Quando abbiamo ridisegnato la Nuova Genertel, lanciata poco meno di un anno fa, ci siamo posti l’obiettivo di dare alle persone “tutto il buono dell’assicurazione” attraverso una relazione diretta con i clienti che permettesse di definire con loro un percorso continuativo, profondo e basato su valori di responsabilità e sostenibilità. Con Beegood, il nostro programma a supporto della comunità, interpretiamo in modo originale il meccanismo della mutua solidarietà, tipico dell’assicurazione, per dare un contributo concreto alle cause in ambito ambientale, sociale e sanitario, che stanno più a cuore a noi e, soprattutto, ai nostri clienti. Oggi siamo qui per dare concretezza a un progetto ambientale a cui teniamo molto, e che continueremo a sostenere”, ha dichiarato Maurizio Pescarini, Amministratore Delegato e General Manager di Genertel e Genertel Life.
Beegood è il programma di Genertel volto alla sostenibilità che coinvolge la comunità di clienti della Compagnia consentendo loro di scegliere progetti da sostenere in ambito ambientale, sociale e sanitario. Con l’adozione di comportamenti virtuosi, quali ad esempio uno stile di guida responsabile, la riduzione dei sinistri o la gestione autonoma della propria soluzione da app o sito, i clienti accumulano punti sotto forma di cuoricini che la Compagnia trasforma in contributi economici a sostegno dei progetti scelti: il 30% della community ha scelto di sostenere il nuovo bosco urbano di Udine.
Beegood rientra nell’azione di sostenibilità di Generali, principio ispiratore della strategia del Gruppo. La Compagnia vuole favorire la crescita e lo sviluppo sostenibile e salvaguardare il pianeta, integrando il suo business – con una continua innovazione dell’offerta di prodotti e servizi – e il suo impegno nelle comunità per generare un impatto positivo su società e ambiente. Tutto questo le permette di essere un vero e proprio Partner di Vita per tutti i suoi stakeholder.
“Con questo intervento Arbolia realizza il suo secondo bosco urbano in Friuli Venezia Giulia, grazie alla collaborazione con il Comune di Udine e al sostegno di due grandi aziende sensibili ai temi della sostenibilità ambientale, restituendo alla comunità un’area cittadina riqualificata. Ad appena due anni dalla sua nascita, Arbolia prosegue nella creazione di nuove cinture verdi in tutta Italia, migliorando gli ecosistemi e promuovendo la biodiversità”, ha dichiarato Alessandro Vezzil, Rappresentante di Arbolia.
Con il nuovo bosco di Udine, salgono a 24 le cinture verdi realizzate da Arbolia su tutto il territorio nazionale. Nei prossimi mesi la società benefit svilupperà iniziative in altri comuni italiani, da Nord a Sud del Paese.

– foto ufficio stampa Arbolia –

(ITALPRESS).

Conai, in calo i contributi ambientali per gli imballaggi

MILANO (ITALPRESS) – Conai, valutati lo scenario attuale della filiera del riciclo degli imballaggi e i pareri dei Consorzi Ricrea, Rilegno, Corepla, Biorepack e Coreve, ha stabilito nuove riduzioni del contributo ambientale (o CAC) per gli imballaggi in acciaio, legno, plastica, plastica biodegradabile e compostabile e vetro. Tutti i Consorzi di filiera che hanno la responsabilità sui materiali oggetto delle riduzioni, si trovano oggi nella condizione di poter attingere alle loro riserve economiche. Inoltre, i valori dei materiali riciclati sul mercato, pur presentando in alcuni casi una prima significativa flessione, si mantengono ancora alti, e continuano a generare effetti positivi per il sistema consortile, in particolare per acciaio, plastica e vetro. Una situazione che permette così a Conai di approvare nuove diminuzioni dei CAC per cinque materiali di imballaggio.
Le riduzioni saranno in vigore dal 1° gennaio 2023. Si stima che le riduzioni appena approvate porteranno alle aziende risparmi da CAC per quasi 170 milioni nel corso del 2023.
“Il contesto economico vede ovunque aumenti generalizzati, e i costi di produzione continuano a crescere per tutte le aziende del Paese”, commenta il presidente Conai Luca Ruini. “Pur in una congiuntura di mercato così delicata, un Consorzio di natura privata che persegue obiettivi pubblici riesce a ridurre i contributi ambientali per cinque materiali di imballaggio su sette. Conai – aggiunge – è garante del raggiungimento degli obiettivi di riciclo nazionali imposti dall’Europa, ed è un Consorzio sussidiario al mercato: interviene quando il mercato non ha interesse o non riesce ad avviare gli imballaggi a riciclo. Le variazioni dei contributi ambientali, quindi, sono fortemente influenzate dal mercato. Ma, quando il mercato lo consente, Conai fa la sua parte insieme ai Consorzi di filiera per andare incontro alle aziende: è quello che stiamo facendo oggi con queste riduzioni dei CAC”.
Il valore del CAC per l’acciaio si abbassa da 8 a 5 euro/tonnellata. Pur in presenza di un raffreddamento dei valori del rottame rispetto ai valori molto sostenuti del primo semestre, la politica di valorizzazione del prezzo di vendita da un lato e il ricorso al mercato da parte dei soggetti convenzionati dall’altro, per i primi mesi del 2022, hanno consentito un’ulteriore riduzione del contributo per l’anno prossimo. Dal 1° gennaio 2023 il risparmio previsto per gli utilizzatori di imballaggi in acciaio si stima in circa un milione e 600mila euro. Il valore del CAC per il legno si riduce da 9 a 8 euro/tonnellata. Una variazione legata alla positiva situazione patrimoniale del Consorzio Rilegno. Dal 1° gennaio 2023 il risparmio previsto per gli utilizzatori di imballaggi in legno si stima in 2,7 milioni. Entra in vigore dal 1° gennaio 2023 la classificazione degli imballaggi in plastica in nove fasce con differenti valori contributivi, come annunciato lo scorso giugno. Prosegue così il duplice impegno di Conai per legare sempre più i valori del contributo ambientale sia all’effettiva riciclabilità e al circuito di destinazione sia al deficit di catena, ossia al rapporto fra costi e ricavi delle attività di raccolta, selezione e riciclo degli imballaggi. La vecchia fascia A1, il cui CAC era pari a 60 euro/tonnellata, sarà divisa in due: A1.1 e A1.2, per separare gli articoli sui quali Corepla riconosce un corrispettivo per le attività di rigenerazione e riciclo (fusti e cisternette IBC, che saranno in fascia A1.2). Per la A1.2 il CAC resta invariato. Per la A1.1, invece, scende a 20 euro/tonnellata. Invariata la fascia A2, e invariato anche il suo CAC (150 euro/tonnellata). Segmentata in due fasce anche la B1: si divide in B1.1 e B1.2, con l’obiettivo di separare gli articoli in PET (in B1.2) dagli articoli in HDPE (che saranno in B1.1). Per entrambe le fasce il CAC rimane pari a 20 euro/tonnellata. Si scompone in tre fasce la vecchia fascia B2. I contenitori rigidi in polipropilene rientreranno in B2.1, per cui il CAC passa da 410 a 350 euro/tonnellata. Gli articoli riciclabili a base poliolefinica passano nella fascia B2.2, il cui CAC resta pari a 410 euro/tonnellata. Nasce invece la fascia B2.3 per accogliere quegli imballaggi con filiere di riciclo sperimentali e in consolidamento, che escono dalla fascia C. Per loro, un passaggio dai 560 euro/tonnellata della fascia C a 555 euro/tonnellata. La fascia C, pur assottigliata, resta in vigore per gli imballaggi non ancora selezionabili o riciclabili allo stato delle tecnologie attuali. Per loro il CAC non varia: 560 euro/tonnellata. Dal 1° luglio 2023 sono previsti aumenti per tre fasce del CAC plastica al fine di correlarne i valori sempre di più ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi in plastica incluse in quelle fasce. Il CAC della fascia A1.2 passerà da 60 a 90 euro/tonnellata.
Il CAC della A2 da 150 a 220 euro/tonnellata. E il CAC della B2.2 da 410 a 477 euro/tonnellata. Nonostante questi aumenti il contributo medio per gli imballaggi in plastica nel 2023 si conferma in diminuzione rispetto al 2022. “Tre aumenti che abbiamo deciso di far entrare in vigore solo nel secondo semestre” spiega il presidente Ruini. “Sono costi già necessari per avviare correttamente a riciclo quei polimeri plastici, ma abbiamo voluto questa dilazione per dare alle aziende un piccolo aiuto in vista dell’inverno complicato che ci aspetta”.
Il valore del CAC per la bioplastica compostabile si riduce da 294 a 170 euro/tonnellata. Il Consorzio Biorepack, riconosciuto nel novembre 2020, alla luce del primo biennio di attività, è entrato nel pieno dell’operatività; ciò consente una riduzione del contributo ambientale per le bioplastiche. Dal 1° gennaio 2023 il risparmio previsto per gli utilizzatori di imballaggi in bioplastica compostabile si stima in circa 9,4 milioni.
Il valore del CAC per il vetro passa da 29 a 23 euro/tonnellata.
Continua la forte richiesta di rottame di vetro, i cui valori di mercato rimangono molto alti. E, come per gli altri Consorzi coinvolti nelle nuove riduzioni dei contributi ambientali, anche per Coreve le riserve patrimoniali sono sufficienti a permettere una rimodulazione al ribasso del CAC per gli imballaggi in vetro.
Dal 1° gennaio 2023 il risparmio previsto per gli utilizzatori di imballaggi in vetro si stima in circa 16 milioni.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Conai-

Green economy, per circolarità e rinnovabili Italia all’avanguardia

RIMINI (ITALPRESS) – Green economy: per circolarità e rinnovabili Italia all’avanguardia. Ecomondo e Key Energy di Italian Exhibition Group hanno chiuso i battenti oggi nel quartiere fieristico riminese con un +41% di presenze totali rispetto al 2021 (e un +15 sull’edizione record del 2019), segnando inoltre il raddoppio delle presenze estere (provenienti da 90 paesi) grazie alla politica d’internazionalizzazione avviata da IEG in questi anni e che attrae a Rimini nuovi e numerosi visitatori mondiali nel segno dell’eccellenza, qualitativa e numerica.
Dalle due manifestazioni, che alla data di oggi hanno ottenuto una copertura mediatica che sfiora i 550 milioni di contatti lordi Italia-Estero emerge forte e chiara la traiettoria green del futuro dell’economia del nostro Paese. Lo confermano sia la ricerca dedicata alla “Nuova sfida della transizione ecologica per le imprese italiane” presentata all’11a edizione degli Stati Generali della Green Economy, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in apertura di Ecomondo, sia lo studio “Scenari energetici dirompenti per l’Italia” per le filiere delle energie rinnovabili, in apertura di Key Energy.
Ecomondo e Key Energy rappresentano un vero e proprio “sistema”, una community, che deve la sua unicità all’intreccio virtuoso tra il business della parte espositiva, le relazioni istituzionali al più alto livello, dalla Commissione europea passando per il Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza energetica, fino alla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e ai Consorzi di filiera, e a un calendario convegnistico ricchissimo e articolato che offre a visitatori ed espositori la bussola per orientarsi nei cambiamenti in atto e uno stimolo constante per i decisori pubblici a proseguire nel cammino della sostenibilità.
Con l’86% delle imprese italiane che giudica elevato o buono il livello di attenzione per la transizione ecologica e con i 24 miliardi di euro di benefici stimati per i consumatori da qui al 2030 sulla scia dello sviluppo delle rinnovabili, l’economia italiana nel prossimo futuro si colora di verde.
Centinaia le storie di innovazione portate in Fiera a Rimini dalle start up e dalle aziende espositrici. Mentre sul versante dell’azione globale dei due saloni, sono 80 le associazioni internazionali che operano nella green economy con cui i saloni hanno stretto accordi di collaborazione; costante l’impegno a promuovere la “crescita blu” nell’area del Mediterraneo con le case history dei progetti internazionali di cooperazione per la tutela dell’ecosistema marino e del contrasto al cambiamento climatico nell’area; infine, con il progetto Africa Green Growth entra nell’agenda della sostenibilità sociale l’autonomia energetica dei Paesi africani.
Lo stato dell’arte del mercato, lo hanno testimoniato i 1.400 brand espositori presenti su 130mila metri quadrati in questa 25^ edizione di Ecomondo e 15ª di Key Energy che raccolgono il meglio delle tecnologie made in Italy e internazionali per i pilastri della green economy: bio-economia circolare, gestione e valorizzazione dei rifiuti e delle acque reflue, rigenerazione dei suoli e dei mari e crescita blu sostenibile e rischio idrogeologico, assieme alle soluzioni e tecnologie nel settore del solare, fotovoltaico e sistemi di accumulo, eolico on shore e off shore, efficientamento energetico nell’industria e negli edifici, ed un focus sulle città sostenibili e mobilità elettrica.
Filiere che hanno attratto in Fiera a Rimini 600 buyer esteri grazie alla sinergia con Agenzia ICE e Ministero degli Affari Esteri e che hanno generato 2537 business matching sulla piattaforma digitale. Mentre le visualizzazioni da parte degli operatori professionali dei profili espositori sulla piattaforma B2B GreenTechInsights superano le 270mila visualizzazioni.
160 gli eventi istituzionali curati dai due comitati scientifici di Ecomondo e Key Energy rispettivamente presieduti da Fabio Fava dell’Università di Bologna e Gianni Silvestrini direttore del Kyoto Club Italia.
“All’inizio, Ecomondo contava 3mila metri quadrati espositivi – ha dichiarato nel suo intervento di oggi in fiera a Rimini il Ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin -. Dopo 25 anni questo numero si è moltiplicato per 40, fino a 130 mila. Numeri che danno l’idea delle opportunità da cogliere sia per il futuro, sia per le tecnologie che ci permettono di guardare a una produzione energetica diversa”.
Ecomondo tornerà a Rimini dal 7 al 10 novembre del 2023, preceduta, dal 22 al 24 marzo 2023, dalla prima edizione di K.EY The Renewable Energy Expo (lo spin off da Ecomondo di KEY ENERGY che diventa autonomo, raddoppiando il suo spazio).

– foto ufficio stampa Ecomondo –
(ITALPRESS).

Con il Life Cycle Assessment risparmiate in un anno 150mila tonnellate di CO2

RIMINI (ITALPRESS) – Il Life Cycle Assessment 2022 del Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica a Ecomondo, la manifestazione dedicata all’economia circolare in scena alla Fiera di Rimini, che si chiude oggi, in contemporanea con Key Energy. I numeri che raccontano i risultati ottenuti da C.O.N.I.P., e certificati nel LCA (Life Cycle assessment 2022), ovvero nel documento annuale di Impatto Ambientale delle cassette CO.N.I., sono rilevanti: grazie al recupero di circa 65mila tonnellate di cassette di plastica in un anno, è stato possibile evitare l’emissione di 150 mila di Co2, risparmiare 2,3 milioni di Gigajoule di energia e oltre 600 milioni di litri di acqua e ridurre di 135mila tonnellate il fabbisogno di materia prima vergine.
Simone Fant ed Eugenio Montesano hanno ritirato, durante la quarta e ultima giornata di Ecomondo e Key Energy il premio Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane. Patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica e dall’Ordine dei Giornalisti, il riconoscimento è stato istituito per dare visibilità ai migliori servizi informativi sui temi dell’economia circolare e del riciclo, realizzati da autori di meno di quarantun anni. Ai vincitori è stata consegnata la statuetta, realizzata da un gruppo di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano, ideata CONAI in occasione dei suoi venticinque anni: una Fenice a sette code che spiega le ali, simbolo di rinascita anche per i materiali di imballaggio.
Comunicare, con consapevolezza ed efficacia, i temi ambientali è un fattore strategico. E allora perchè l’Italia non riesce a cogliere questa necessità? E perchè è così difficile comunicare le tematiche ambientali? A fare il punto sull’argomento giornalisti e comunicatori nel corso dell’incontro a cura di Ecomondo, FERPI (Federazione delle Relazioni Pubbliche Italiana) e Assoambiente, tenutosi nell’ultima giornata di Ecomondo.
L’evento, coordinato da Sergio Vazzoler, delegato dell’attuale CDN alla comunicazione ambientale e co-curatore del Libro Bianco sulla Comunicazione Ambientale e de “L’Anello Mancante – La comunicazione ambientale alla prova della transizione ecologica”, si è posto come obiettivo l’analisi di questo tema, colpevolmente sottovalutato, anche nelle prossime edizioni di Ecomondo, una volta all’anno, con esperti di comunicazione ambientale. Il filosofo e comunicatore scientifico Telmo Pievani ha sottolineato come sia fondamentale mescolare linguaggi diversi per far ricordare maggiormente messaggi legati all’ambiente attraverso la musica, il teatro, l’arte, raccontare storie positive e di successo come modelli da seguire e usare i dati per provare a smontare falsi argomenti che vengono usati come alibi per non intervenire nelle scelte strategiche e di prospettiva sull’ambiente. L’importanza di ascoltare i giovani, ma anche di parlare loro attraverso la divulgazione scientifica, la necessità di aprire le porte degli impianti e di mettere in circolo narrazioni veritiere, aprirsi all’innovazione.
Questi gli ingredienti che sono stati illustrati dai professionisti della comunicazione presenti: Elisabetta Perrotta, direttore Assoambiente, Matteo Colle, direttore Relazioni Esterne e CSR Gruppo CAP, Annalisa Corrado, responsabile Sviluppo Progetti Innovativi AzzeroCO2 e co-ideatrice del progetto GreenHeroes, Kyoto Club, Paolo Silingardi, presidente Achab Group, e Sofia Pasotto, Green influencer.
La necessità di rendere l’informazione scientifica comprensibile a tutti e i nuovi modi di interfacciarsi con il pubblico sempre più legati al digitale tra gli argomenti affrontati dai giornalisti che si occupano di tematiche ambientali Jacopo Giliberto, de Il Sole 24 Ore, Edoardo Vigna, del Corriere della Sera, Cristina Nadotti, de La Repubblica, Alessandro Beloli, di Geopop, e Roberto Zalambani, Presidente UNARGA FNSI, l’Unione nazionale dei giornalisti agricoli, alimentari, ambiente ed energie italiani.
Alla Fiera di Rimini si è parlato di materie prime, energia e della necessità di incentivare, in Italia, la diffusione di gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio come il biometano e il biogas, da produrre “in house”. La traiettoria delineata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si è d’altra parte tradotta nel Decreto biometano, tramite il quale sono stati stanziati 1,7 miliardi di euro di investimenti per favorire la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione degli impianti di biogas esistenti. Secondo le stime del CIC, in Italia, ad oggi, vengono immessi in rete 130 milioni di metri cubi di biometano e biogas ottenuto da Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), ma si stima che, grazie all’implementazione delle misure del PNRR dedicate al settore, entro il 2026 si potrebbe arrivare a una produzione di oltre 4 miliardi di mc di biometano agricolo, pari a circa il 30% del totale forniture di gas naturale importato dalla Russia.
L’Italia, già secondo Paese in Europa per produzione di biogas e tra i principali al mondo, con un adeguato sistema legislativo a supporto potrebbe però addirittura raggiungere una produzione di circa 8 miliardi di m3 di biometano al 2030.

– foto ufficio stampa Ecomondo –
(ITALPRESS).

Iren e Politecnico Torino siglano accordo per transizione energetica

TORINO (ITALPRESS) – E’ stato siglato oggi, alla presenza del Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, e del Presidente del Gruppo Iren, Luca Dal Fabbro, l’accordo di partnership tra l’ateneo e la multiutility per l’implementazione e la valorizzazione di progetti green anche in chiave internazionale. Gli obiettivi della collaborazione mirano a porre in evidenza il know how sul tema della transizione energetica all’estero e a diffondere le esperienze ad elevato contenuto tecnologico all’interno del tessuto locale.
L’accordo, dalla durata di tre anni, vuole infatti favorire una collaborazione continuativa, strutturata ed efficace tra le due realtà, puntando su alcune questioni cruciali per la transizione energetica quali la ricerca sull’idrogeno come vettore di energia green, le tecnologie di decarbonizzazione, la mobilità elettrica e il teleriscaldamento.
In particolare sul teleriscaldamento, Iren ed il Politecnico costituiranno un gruppo di lavoro congiunto per sviluppare ed integrare nuove soluzioni tecnologiche per l’integrazione delle fonti rinnovabili termiche nelle reti di distribuzione del calore con l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 gli obiettivi di totale decarbonizzazione delle reti.
Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e formazione sono invece i driver della sinergia avviata tra Iren e il Politecnico di Torino. I due partner collaboreranno negli ambiti dell’ingegneria, dell’architettura e del design, con una forte spinta all’internazionalizzazione: tra gli obiettivi dell’intesa, infatti, vi è il potenziamento delle attività congiunte di partecipazione a bandi e programmi di ricerca, oltre che regionali e nazionali, europei e internazionali.
L’impegno per l’alta formazione e la didattica si concretizzerà in diverse iniziative come la realizzazione di tesi e progetti di laurea, l’organizzazione di conferenze, attività di tirocinio e il finanziamento, da parte di Iren, di borse di studio e dottorati di ricerca, oltre alla progettazione di Master universitari.
Favorendo uno scambio continuativo tra la ricerca universitaria promossa dal Politecnico di Torino e l’innovazione tecnologica e di processo realizzata da Iren nell’ambito delle proprie attività, si intende creare una cultura dell’innovazione diffusa che coinvolga studenti, ricercatori, tecnici e manager.
Altro punto qualificante dell’accordo, la conferma dell’insediamento di Iren negli spazi dell’Energy Center del Politecnico: una condivisione di spazi, ma anche di progetti e gruppi di ricerca congiunti.
Le azioni e le strategie verranno implementate da un Comitato Guida costituito dal Rettore e da un rappresentante di Iren e da un Comitato Tecnico di Coordinamento.
“Questo accordo nasce dalla volontà di rafforzare il nostro impegno per la decarbonizzazione dei nostri asset e per la transizione e sicurezza energetica, stabilendo un’alleanza significativa e duratura con il mondo accademico e della ricerca, commenta Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren. “Grazie alla sinergia con un’eccellenza come il Politecnico di Torino, con cui consolidiamo una partnership pluriennale, possiamo valorizzare congiuntamente le nostre best practice aziendali e quelle presenti nei dipartimenti dell’ateneo, con l’obiettivo di affiancare al lavoro sul territorio anche una forte spinta all’internazionalizzazione e alla innovazione”.
“La collaborazione su tematiche di grande attualità come l’energia, le fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile con una grande azienda del settore come Iren rappresenta una ulteriore spinta alla ricerca in questi settori”, commenta il Rettore del Politecnico Guido Saracco. “Inoltre, la condivisione di spazi fisici nel nostro Energy Center garantisce una effettiva collaborazione su iniziative di ricerca e di divulgazione, nelle quali in nostro Ateneo intende essere sempre più punto di riferimento per le realtà del nostro territorio, anche in chiave internazionale”.
-foto ufficio stampa Iren-
(ITALPRESS).

Sviluppo sostenibile, le aziende virtuose del 2022 premiate a Ecomondo

RIMINI (ITALPRESS) – Ad Ecomondo e Key Energy, le manifestazioni di Italian Exhibition Group dedicate all’economia circolare e alle energie rinnovabili, in corso fino a domani alla fiera di Rimini, oggi ha fatto visita il viceministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica, Vannia Gava: “Torno a Ecomondo e Key Energy ogni anno – ha detto – e anche in questa edizione a rappresentare il Governo, perchè so che in questo settore i cambiamenti sono molto rapidi, cambia la tecnologia che, soprattutto in questo settore, fa passi da gigante in pochi mesi. Questa è una fiera che sta crescendo molto, proprio perchè diventa ogni anno più interessante, perchè c’è tanta tecnologia, c’è tanta innovazione e soprattutto c’è tanto orgoglio italiano. Perchè l’Italia è all’avanguardia in questo settore e dobbiamo farlo sapere di più al mondo”.
L’industria del tessile ancora al centro dell’attenzione di Ecomondo. Torna l’Osservatorio Tessile, appuntamento giunto alla seconda edizione e nato come hub di riflessione per comprendere quali siano le strade che la filiera della moda deve percorrere per abbracciare le potenzialità di un’economia all’insegna della sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione di manufatti tessili, durante l’intero ciclo di vita dei prodotti. Due i punti di partenza: i cambi normativi sul riciclo dei tessili e la necessità di creare una responsabilità condivisa tra tutti gli attori della filiera per creare un nuovo concetto di ecodesign da un lato, e la consapevolezza che la circolarità non si riduce solo a buone pratiche, ma rappresenta una risorsa economica dal potenziale enorme dall’altro. Ne hanno parlato, con la moderazione di Alessandra de Santis e Raffaele Lupoli di EconomiaCircolare.com, Michele Zilla, General Manager di Cobat Tessile, che ha sottolineato l’importanza di raccolta selettiva, tracciamento del rifiuto e formazione continua, Carmine Guanci, Alleanza delle Cooperative Italiane Sociali, Filippo Bernocchi, Presidente di Ancitel Energia & Ambiente, Andrea Falchini, Direttore del centro di ricerca Next Technology Tecnotessile, Massimo Pisaneschi, Direttore vendite di Dell’Orco & Villani Francesco Marini, Gruppo Marini Industrie Prato e Giulia de Rossi, CEO e fondatrice di Nazena.
Presentati questa mattina all’interno della fiera di Ecomondo, i dati della XV Edizione di Comuni Ricicloni, l’analisi annuale di Legambiente sui dati ISPRA per valutare la performance dei Comuni dell’Emilia-Romagna sul versante dei rifiuti urbani. Per quanto riguarda le percentuali di rifiuti differenziati, i risultati di questa edizione mettono in luce gli esempi virtuosi che raggiungono e, in alcuni casi, sorpassano gli obiettivi fissati dalla Regione all’interno del nuovo piano. Sebbene sia positivo che nel nuovo PRRB l’obiettivo al 2027 sia stato fissato a 80% di differenziata sulla quantità totale, dall’elaborazione dei dati forniti da ARPAE a cura di Legambiente emerge che oltre 110 comuni hanno già raggiunto questo obiettivo, con picchi che raggiungono il 90%.
Il futuro dell’agroalimentare è a Ecomondo, che nella terza giornata di fiera ha promosso, in collaborazione con Federalimentare, Confagricoltura ed Enea Ecomondo un appuntamento dedicato alle filiere agroalimentari rigenerative, food security, competitività economica: “Farm to Fork 2.0”.
Caratterizzato da un approccio pragmatico, orientato a fornire linee guida per affrontare le sfide del settore con una visione moderna innovativa, il convegno ha visto susseguirsi presentazioni di case history e tavole rotonde per fare cultura e promuovere la produzione agricola e lo sviluppo di sistemi agroalimentari all’insegna della sostenibilità dei processi, della mitigazione degli effetti e della lotta al cambiamento climatico. All’evento erano presenti le principali istituzioni e stakeholder del settore, tra cui segnaliamo: Maurizio Notarfonso, Federalimentare, Massimo Iannetta, Enea, Pierre Bascou, Commissione Europea DG Agri (Director Sustainability and income support), Denis Pantini, Nomisma, Giuseppe Blasi, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Giovanni Toffoli, Presidente Federchimica Assofertilizzanti, Riccardo Vanelli, Presidente Federchimica Agrofarma, Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura, Ivano Vacondio, Presidente Federalimentare, Elena Sgaravatti Vicepresidente Federchimica Assobiote.
Consegnato oggi il Premio sviluppo sostenibile 2022, a cura di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Italian Exhibition Group, in collaborazione con il Circular Economy Network, WWF, CREA – RETE RURALE NAZIONALE, Italy for Climate e STEP. Il premio Economia Circolare è stato assegnato a Caviro Extra per la realizzazione del progetto “Lègami di Vite”, che riunisce importanti aziende vitivinicole dell’Emilia-Romagna per la gestione e valorizzazione circolare dei sottoprodotti di produzione. Il DRAGO APS si è aggiudicato il premio Capitale naturale, per la realizzazione del progetto a sostegno dell’agricoltura biologica e l’agroecologia. Il premio Start up per il clima è stato infine vinto da ENERGY DOME per lo sviluppo del progetto CO2 Battery: una tecnologia di accumulo di energia elettrica. La Commissione che ha selezionato i vincitori è composta da Edo Ronchi, Alessandra Astolfi, Andrea Barbabella, Giuseppe Dodaro, Franco Jamoletti, Stefano Leoni, Riccardo Luna, Roberto Morabito, Andrea Agapito Ludovici, Alessandro Monteleone.

– foto ufficio stampa Ecomondo –

(ITALPRESS).

Per 3 imprese su 4 l’Italia deve puntare sulla transizione ecologica

RIMINI (ITALPRESS) – Come ricordato durante il convegno “Tessile come opportunità: sfide e coinvolgimento degli Stakeholders del settore”, che si è tenuto oggi nel corso della seconda giornata di Ecomondo, manifestazione dedicata all’economia circolare in scena alla Fiera di Rimini fino a venerdì, in contemporanea con Key Energy , l’industria della moda oltre a essere uno dei pilasti dell’economia europea, rappresenta uno dei settori a più alto impatto ambientale. Una filiera che è costituita da 400 mila realtà, e che genera 55 miliardi di euro di fatturato, pari al 31% del giro d’affari complessivo in Europa, come ha spiegato Eleonora Rizzuto, direttore dello Sviluppo Sostenibile di LVMH Italia. Al convegno sono intervenute Roberta De Carolis, Ricercatrice ENEA-ICESP e Paola Migliorini, Deputy Head of Unit, European Commission, DG Environment, Sustainable Production, Products and Consumption, che hanno tracciato una fotografia del comparto in Italia.
Un’istantanea che racconta di un settore già recettivo rispetto ai temi della circolarità, che ha anticipato in molti casi gli interventi che la Comunità Europea sta implementando per abbassare l’impatto ambientale e sociale dell’industria del fashion. Parole chiave della riconversione green della moda sono riciclabilità dei capi (oggi solo l’1% degli scarti tessili sono riutilizzati, e l’85% della produzione finisce in discarica), ecodesign (e normative condivise per tracciarne i parametri), trasparenza e controllo della filiera. Anche l’educazione di tutti gli stakeholder diventa un catalizzatore importante di questo processo, per coinvolgere non solo la produzione e la distribuzione ma anche i consumatori, che con le proprie scelte d’acquisto hanno un ruolo estremamente importante nell’orientare l’industria. Proprio nell’ottica di creare conoscenza di settore e di promuovere la diffusione di best practice da emulare, all’evento hanno portato la propria testimonianza anche gruppi e brand iconici dell’industria del fashion tra cui LVMH, Fendi e OTB, e realtà di primo piano nel settore del second hand fashion, che hanno sottolineato l’importanza del fenomeno della riscoperta dei capi vintage e dell’upcycling, come Humana.
Una importante sessione internazionale sulle opportunità delle green technologies in Messico, organizzata da Italian Exhibition Group in collaborazione con AEMI – Associazione Economica del Messico in Italia si è svolta questa mattina nella seconda giornata di Ecomondo e Key Energy a Rimini.
Con lo speech di apertura di Corrado Peraboni, CEO Italian Exhibition Group, che ha invitato gli espositori a cogliere le opportunità offerte dal grande mercato green messicano grazie ad Ecomondo Messico (2° edizione), l’evento che IEG organizza nel 2023 a Guadalajara, dal 26 al 28 aprile, sul palco si è alternato un parterre di ospiti d’eccezione moderati da Emanuele Bompan direttore di Materia Rinnovabile: Luis Anaya Imazio, Chief of Economic -Commmercial Department, Embassy of Mexico in Italy, Letizia Magaldi, President of the Economic Association of Mexico in Italy (AEMI)/CaMexItal, Alejandro Ruiz, Country Manager Italy Greening-E, Cecile De Mauleon, Director – AEMI Economic Association of Mexico in Italy/ CaMexItal, Paolo Malfitano, Trade Analyst ICE Trade Agency Messico, Luca Tosi Chief Sales Officer Gruppo Manni, Luisa Macchion, Head of Marketing Department Forrec Spa, Giovanni Silvestri, International Market Sales, Director di Veolia Water Technologies Italia Spa, Luca Passariello, Head of Business Promotion SACE – Italian Export Credit Agency, Bernd Rohde, IGECo, CEO.
L’evento ha messo in luce il vasto potenziale che un paese come il Messico vanta nella circular economy ed energia, per il PIL la 15° economia mondiale e il 2° più importante partner di business per l’Italia nel Nord America.
Il 76% delle aziende italiane è convinto che il nostro Paese debba farsi promotore della transizione ecologica, una scelta che, secondo il campione intervistato, ci collocherebbe all’interno del gruppo avanzato delle economie mondiali. E’ quanto emerso dalla ricerca presentata in occasione della sessione plenaria internazionale degli Stati generali della green economy 2022. Secondo l’indagine, uno dei principali ostacoli per le aziende italiane che stanno affrontando la sfida della transizione ecologica è la burocrazia (indicata dal 50% del campione), mentre tra le ragioni che stanno spingendo un numero sempre maggiore di imprese verso modelli di business green ci sarebbero gli alti prezzi dell’energia e l’incertezza sul futuro dell’economia: il 62% delle imprese vede quindi nella transizione ecologica un’opportunità strategica.
Interessante il dato sulle aspettative degli imprenditori sugli effetti delle misure per la transizione sostenibile: il 51% ritiene che contribuiranno a migliorare il posizionamento dell’azienda e il 60% che promuoveranno investimenti per le innovazioni, ma c’è circa un quarto delle imprese che manifesta ancora incertezza sugli effetti di queste scelte e circa un terzo teme che un aumento dei costi di produzione.
Durante l’evento il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, in collegamento video da COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, ha sottolineato come tra le principali sfide del prossimo futuro ci sia il surriscaldamento del pianeta e l’utilizzo di combustibili fossili, sottolineando l’impegno dell’Italia, dimostrato dallo stanziamento di 2 miliardi di fondo PNRR. La lettura della lettera inviata da Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, conferma l’impegno del Governo nella promozione di politiche per l’ambiente a livello nazionale e internazionale, con investimenti in ricerca e innovazione per l’approvvigionamento di materie prime critiche, a difesa del tessuto produttivo del made in Italy.
“Una corretta e avanzata gestione dei rifiuti, in linea con gli obiettivi fissati a livello europeo, può fornire un contributo concreto alla soluzione del problema dell’autosufficienza energetica del nostro Paese e del caro materie prime: grazie al riciclo si possono risparmiare consumi energetici pari a quelli di 7 milioni di famiglie; grazie al trattamento dei rifiuti organici si può ottenere l’1,5% del fabbisogno nazionale di gas; con la valorizzazione energetica dei rifiuti si possono generare ingenti quote di energia elettrica, pari ai consumi medi di 2,6 milioni di famiglie”. Sono queste le principali evidenze che emergono dall’analisi “Dalla gestione rifiuti una spinta verso l’autosufficienza energetica”, illustrata da Assoambiente – l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento di rifiuti, nonchè bonifiche, nel corso di Ecomondo.
La crisi energetica e delle materie prime di questi mesi ha reso evidente come il raggiungimento degli obiettivi ambientali in materia di gestione rifiuti può contribuire in modo significativo al superamento dell’attuale situazione critica, estraendo dal flusso dei rifiuti (circa 30 mln di tonnellate di urbani e 150 di speciali ogni anno) tutta l’energia contenuta e i materiali possibili e limitando al minimo la dispersione in discarica.
“Dai rifiuti può e deve arrivare parte della soluzione al problema energia – ha commentato Chicco Testa, presidente Assoambiente -. Occorre porre questo settore al centro dell’agenda nazionale per sfruttarne a pieno le potenzialità e limitare la crisi energetica. Per questo serve alleggerire il carico burocratico-amministrativo per le imprese, realizzare gli impianti, completare il quadro degli end of waste e mettere a punto tutti gli strumenti economici di supporto al mercato del riciclo, come previsto dal Programma nazionale di gestione dei rifiuti e dalla strategia nazionale per l’economia circolare”.

– foto ufficio stampa Ecomondo –
(ITALPRESS).