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Enea nel progetto Ue da 2,5 mln per promuovere le comunità energetiche

ROMA (ITALPRESS) – Supportare il processo di diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) su scala locale, nazionale ed europea, identificando barriere, opportunità, misure e soluzioni tecnologiche specifiche per ogni contesto geografico. E’ l’obiettivo del progetto Ue COME RES, finanziato dal programma Horizon2020 con 2,5 milioni di euro, che vede ENEA tra i partner di ricerca per facilitare lo scambio di esperienze e il trasferimento di buone pratiche verso contesti territoriali ‘meno avanzatì. Nel progetto sono coinvolti 16 partner di nove Paesi europei; ognuno si trova in differenti stadi di recepimento della direttiva europea RED II sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e, di conseguenza, ad un diverso livello di sviluppo e diffusione delle CER. Per accelerare il processo, è prevista la presentazione di best practice nazionali a gruppi di esperti provenienti dalle cosiddette learning region, ovvero realtà estere in cui il processo di creazione delle CER è in una fase iniziale e, dunque, c’è l’interesse ad apprendere, da una ‘regione modellò, l’esperienza di successo.
“In Italia abbiamo individuato, come best practice da esportare in Europa, la comunità energetica ‘Energy City Hall’ di Magliano Alpi, in Piemonte, costituita nel 2020. Qui un impianto fotovoltaico da 20 kWp installato sul tetto del palazzo comunale produce l’energia che viene condivisa con la CER, per soddisfare i consumi della biblioteca, della palestra, delle scuole e di alcuni residenti che per primi hanno aderito al nucleo di partenza”, spiega Gilda Massa, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Cross Technologies per distretti urbani e industriali. “Allo stesso impianto saranno poi collegate due colonnine di ricarica elettrica, utilizzabili gratuitamente dai residenti. Il Piemonte si è dato l’obiettivo di una copertura del 10% del territorio con le comunità energetiche ma, in generale, l’Italia ha un grande potenziale di sviluppo di questa nuova forma di associazione ‘energeticà volontaria, che potrebbe arrivare a circa 130 mila comunità”, aggiunge la ricercatrice.
La best practice di Magliano Alpi è stata identificata dal transfer team della Lettonia come una realtà da cui poter partire per un’azione di trasferimento nel Paese baltico. “L’obiettivo principale delle attività che stiamo organizzando con i partner è quello di far conoscere, da un lato, la struttura di governance adottata, i problemi affrontati e le soluzioni adottate e approfondire, dall’altro, l’intero processo di recepimento delle direttive comunitarie nel contesto italiano. Non solo, queste attività di ‘tutoraggiò – spiega ancora Massa – permettono di affrontare anche argomenti più specifici, come le regole e l’attuazione pratica della condivisione dell’elettricità all’interno di un condominio, gli attori coinvolti e il loro ruolo nel funzionamento della comunità energetica stessa e i costi da sostenere per l’utilizzo dei servizi del sistema di distribuzione dell’energia”.
Attualmente a Magliano Alpi sono in via di costituzione due nuove CER per una potenza installata di 108 kWp e, grazie alle recenti modifiche del sistema normativo definitivo (legge 199/2021), le tre comunità saranno fuse in un’unica più grande. Inoltre, il Comune sta stipulando accordi con altre città (Matera in Basilicata, Collesalvetti in Toscana e la Comunità Collinare del Friuli) per trasferire il proprio modello di comunità energetica rinnovabile basato su: cinque elementi strategici (pianificazione, governance, costruzione, gestione e replica), una piattaforma digitale IoT per l’analisi e la gestione dei dati su GO-CER (Gruppo Operativo Comunità Energetiche Rinnovabili). Si tratta del primo network locale di competenze professionali per la realizzazione di CER, che agisce su tre livelli principali: verso i cittadini, per diffondere la consapevolezza dei vantaggi delle comunità energetiche e proporre loro aziende locali e professionisti in grado di realizzarle; verso le organizzazioni, come la PA, per sostenere e seguire il progetto nella sua interezza (dallo studio di fattibilità alla costruzione degli impianti al coinvolgimento dei cittadini) e, infine, verso i gestori delle comunità energetiche per supportare a diversi livelli le esigenze della comunità locale.
“Dopo l’incontro con il team di esperti della Lettonia, continueremo le attività di trasferimento, che comprendono attività di gemellaggio e di mentoring con visite accompagnate, di formazione e di supporto per la definizione del quadro regolatorio. A livello operativo, i gruppi di trasferimento e gli esperti di tutoraggio elaboreranno tabelle di marcia e proposte concrete su come adattare le misure alle regioni di provenienza tenendo conto – prosegue Massa – dei contesti giuridici, economici, sociali, politici, di governance e culturali di ogni Paese e della notevole varietà di soluzioni tecnologiche adottabili, tra cui il fotovoltaico comunitario, l’eolico, lo stoccaggio e l’idroelettrico. Alla fine del progetto verrà realizzato un report con le ‘lezioni appresè durante le attività di trasferimento che hanno coinvolto, solo in Italia, oltre 80 stakeholder interessati ad approfondire lo scenario normativo in corso di evoluzione e le diverse esperienze in campo”, conclude la ricercatrice.

– foto ufficio stampa Enea –
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Al porto di Ostia raccolti più di mille chili di olio usato

ROMA (ITALPRESS) – Salvaguardare la flora e la fauna del litorale di Ostia e dare una nuova vita all’olio usato, promuovendo la consapevolezza ambientale dei cittadini, sui rischi di inquinamento che possono derivare da un improprio smaltimento degli oli lubrificanti usati prodotti dalle imbarcazioni.
E’ il senso della campagna “Lasciamo al futuro un mare vivo e pulito”, promossa dal Conou, il Consorzio nazionale degli oli usati, in collaborazione con Marevivo, e Assonat, Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici. Avviata lo scorso giugno con l’installazione di due nuovi serbatoi forniti dal Conou per raccogliere gli oli usati nell’area portuale di Ostia, si è completata oggi al Porto Turistico di Roma alla presenza delle autorità del Comune di Roma Capitale e del Municipio X.
Un bilancio più che positivo, visto che solo nel corso dell’estate, quando turisti e diportisti mettono in moto le imbarcazioni con il rischio di inquinare il mare, sono stati raccolti circa 1.085 chili di olio usato, con un sostanziale incremento, nei primi nove mesi dell’anno, raggiungendo i 3mila chili a fronte di 2.600 dello scorso anno.
La collaborazione del Conou con Marevivo, il Comune di Roma, le associazioni di categoria e l’autorità portuale ha permesso di raggiungere questo primo traguardo importante per il Porto Turistico della Capitale, rivelandosi un’esperienza significativa e di esempio anche per altre realtà del nostro Paese.
“L’esito di questa prima fase della campagna è senz’altro positivo. In soli tre mesi abbiamo raccolto oltre una tonnellata di oli, contribuendo a preservare il mare da un potenziale inquinamento – ha spiegato il presidente del Conou, Riccardo Piunti -. La cooperazione con il Porto e con il Comune di Roma ha dimostrato che dalla azione coordinata di diversi soggetti è possibile raggiungere ottimi risultati a beneficio di tutta la comunità. Il percorso iniziato lo scorso giugno a Ostia – ha aggiunto – ha confermato la necessità che le marine di tutte le coste italiane siano attrezzate per adeguarsi a pieno alla normativa sulla raccolta di questo pericoloso rifiuto. Il Porto romano in questo ha tracciato una strada replicabile per altri porti. Siamo a disposizione di altre realtà portuali, per assicurare la tutela ambientale in modo più uniforme possibile; anche a Ostia intendiamo fare ulteriori passi avanti nella automazione, sperimentando la fattibilità di attrezzare i nostri serbatoi di un controllo di livello a distanza in modo da rendere il recupero ancor più tempestivo ed efficace”, ha concluso Piunti.
Per Carmen di Penta, direttore generale di Marevivo, “è fondamentale e urgente ricordare a tutti l’importanza di assumere comportamenti sostenibili per l’ambiente marino. E’ importante mantenere alta l’attenzione sull’importanza di smaltire correttamente sostanze altamente inquinanti come l’olio minerale usato, invitando tutti a fare la propria parte”, ha aggiunto.
“Con il nuovo piano dei rifiuti – ha spiegato l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, Sabrina Alfonsi – presentato il 4 agosto dal sindaco Roberto Gualtieri in qualità di Commissario straordinario per il Giubileo e che sarà approvato una volta conclusa la fase di valutazione ambientale strategica, Roma volta pagina. Un piano complesso che, oltre alla realizzazione degli impianti necessari per assicurare alla capitale del Paese l’autonomia nella gestione del ciclo dei rifiuti, prevede anche obiettivi assai ambiziosi in termini di riduzione della produzione di rifiuti e aumento della percentuale di raccolta differenziata, che vogliamo portare al 65% nel 2030 e al 70% nel 2035”.
“Per realizzarli – ha aggiunto -, dobbiamo aumentare l’efficienza complessiva dei sistemi di raccolta delle diverse frazioni, per incrementare la percentuale di recupero di materiali e riciclo e fare un concreto passo in avanti verso l’economia circolare. Da questo punto di vista, i consorzi di filiera sono attori fondamentali per far crescere la differenziata, favorendo la raccolta di frazioni come la carta e il cartone, la plastica, il vetro e, come in questo caso, gli oli minerali usati. Inoltre, le loro competenze rappresentano una occasione di crescita sia per le Amministrazioni pubbliche sia per le aziende di servizi. Gli straordinari risultati ottenuti dal Conou qui al Porto di Ostia dimostrano che si può fare, che siamo sulla strada giusta e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. Auspichiamo una collaborazione con i consorzi anche per le nuove filiere obbligatorie, come Raee e tessile, rispetto alle quali il sistema della responsabilità estesa del produttore è assente o ancora poco strutturata”, ha concluso.
-foto ads –
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Gas, tra Snam e UnipolSai accordo per una polizza targata ESG

SAN DONATO MILANESE (ITALPRESS) – Snam e UnipolSai hanno siglato un accordo per la creazione di una polizza di responsabilità civile che tenga conto degli obiettivi ESG (Environment, Social and Governance) dell’azienda di San Donato Milanese.
Attraverso il contratto assicurativo con Snam, UnipolSai riconosce – per la prima volta – la significatività delle politiche ed azioni legate alla sostenibilità, nella quotazione del rischio, ma soprattutto premia in logica di creazione di valore condiviso, l’impegno dell’assicurato nella prevenzione del rischio.
In quest’ottica, la polizza di Responsabilità Civile di UnipolSai prevede una riduzione sul premio annuo di Snam Rete Gas, al raggiungimento di determinati obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di metano che concorrono all’abbattimento delle emissioni “Scope 1” dell’azienda, grazie a investimenti per l’ammodernamento e monitoraggio dell’infrastruttura di rete gas.
Attraverso questa iniziativa, il Gruppo Unipol intende premiare la capacità di Snam di mettere in campo azioni orientate a ridurre i rischi ambientali, quale esempio di azienda virtuosa nel panorama italiano. Infatti, le aziende che traducono in azioni concrete i valori legati a tematiche ESG possono ottenere coperture assicurative più vantaggiose, in virtù della loro capacità di ridurre i rischi operativi associati al loro business.
“A fronte dello sviluppo di diversi format per modalità di investimento, collegate a specifici risultati in materia ambientale o sociale – si legge in una nota -, questa iniziativa concorre, in maniera significativa, allo sviluppo di primi strumenti assicurativi ESG-Linked che riconoscono un risparmio alle imprese in grado di dimostrare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile”.
Snam è stata la prima società italiana quotata a dotarsi di un comitato ESG all’interno del proprio consiglio di amministrazione. Ha definito una ESG Scorecard che si basa su 14 temi ESG che assumono rilevanza per l’azienda e i propri stakeholders in ottica di raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile che le Nazioni Unite hanno raccolto nella loro Agenda 2030. Snam ha dichiarato che raggiungerà l’obiettivo Net Zero per le emissioni di gas a effetto serra (GHG) nelle proprie attività operative al 2040, con 10 anni di anticipo rispetto ai target che la Ue ha fissato per gli Stati Membri.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Con la campagna Marevivo-BAT ridotto del 44% l’abbandono dei mozziconi

ROMA (ITALPRESS) – In tutto il mondo, ogni anno, 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente, generando circa 770 milioni di chili di rifiuti tossici. Solo in Italia ne vengono dispersi nell’ambiente circa 14 miliardi. Secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), i mozziconi rappresentano il 40% dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, ma non sono gli unici rinvenuti in spiagge, città o nei boschi. Accanto a questi sono spesso presenti altri rifiuti di piccole dimensioni come bottiglie, lattine, carte e piccoli imballaggi, il cui abbandono è definito con il termine inglese “littering”, che porta gravi conseguenze per l’ambiente sotto il profilo dell’inquinamento, con ricadute negative non solo dal punto di vista sociale, ma anche dei costi dei servizi di igiene urbana.
La campagna “Piccoli gesti, grandi crimini”, realizzata per il terzo anno consecutivo da Marevivo, in collaborazione con BAT Italia e con il Patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica, nasce proprio per contrastare questo fenomeno, che origina da un gesto spesso considerato “piccolo” da chi lo compie – abbandonare un mozzicone o un piccolo rifiuto nell’ambiente – perchè non ha contezza dei grandi danni che può provocare alla flora e alla fauna terrestre e marina.
Per la sua 3^ edizione la campagna ha coinvolto Trieste, Pescara, Salerno, Viareggio e Pordenone, e ha previsto oltre ad attività di informazione e sensibilizzazione dei cittadini anche un monitoraggio satellitare utile non solo a misurare l’efficacia di queste attività ma anche a fornire alle Amministrazioni locali dati utili per gestire in modo più efficiente il fenomeno del littering. A questo si è aggiunta anche un’indagine sulla sensibilità ambientale dei cittadini, sulla percezione dello stato di pulizia delle loro città e sulle principali cause del littering.
Per informare e sensibilizzare le persone, nelle principali piazze delle località coinvolte è stata realizzata un’installazione di grande impatto: una ‘scena del criminè in cui, accanto alle sagome delle vittime raffiguranti tartarughe, pesci o altri animali marini è stata posta la riproduzione gigante di un mozzicone, di un tappo di alluminio e di una bottiglietta di plastica come simboliche “armi del delitto”.
I volontari di Marevivo hanno inoltre distribuito oltre 50.000 portamozziconi tascabili in plastica riciclata nei luoghi più frequentati delle città. Inoltre, per potenziare l’attività di sensibilizzazione e misurare l’efficacia dello strumento, nell’edizione di quest’anno è stata effettuata un’ulteriore distribuzione all’interno e in prossimità delle tabaccherie.
La campagna ha registrato -51% di littering a Trieste, -41% a Salerno, -31% a Pescara e -53% a Viareggio. Poichè in 3 (Salerno, Pescara e Viareggio) delle 4 città essa si è svolta in concomitanza di grandi eventi musicali e flussi turistici “intermittenti”, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da JustonEarth è stato in grado di elaborare una stima di tipo previsionale che restituisce il risultato al netto degli eventi straordinari e dei flussi turistici “di giornata” che si sono manifestati nei giorni della rilevazione satellitare.
Attraverso il monitoraggio satellitare di JustonEarth la campagna ha osservato, misurato, raccolto ed elaborato i dati relativi al fenomeno del littering prima, durante e dopo le attività di informazione e sensibilizzazione, suddividendo il territorio urbano di ciascuna delle città in tre fasce di rischio (“alto”, “medio” e “basso”), incrociando i dati sul littering, le caratteristiche urbanistiche e la tipologia di attività presenti in ciascuna di esse.
Per la realizzazione di questa analisi JustonEarth si è avvalsa di una tecnologia particolarmente avanzata di monitoraggio e intelligenza artificiale che ha permesso di interpretare e trasformare le immagini fornite dai satelliti del progetto “Copernicus” dell’Agenzia Spaziale Europea, con un livello di precisione del 98,3%.
I risultati della campagna e le analisi svolte vogliono anche essere elementi preziosi a supporto delle Amministrazioni locali per implementare una serie di accorgimenti nelle loro politiche ambientali: da una più efficiente localizzazione dei cestini sul territorio urbano ad una pianificazione più efficace dei turni dei servizi di pulizia stradale, fino al rafforzamento dei controlli e delle sanzioni, tenendo in considerazione il grado di rischio delle differenti zone della città.
Ai risultati dell’attività di monitoraggio satellitare si aggiungono quelli delle rilevazioni demoscopiche effettuate dall’istituto di ricerca SWG e dalla start up RACHEL. Quest’ultimo ha un duplice scopo: da un lato, comprendere le motivazioni, le percezioni e i valori di senso comune legati al fenomeno del littering; dall’altro, monitorare l’interesse, le attese e le reazioni alla campagna di sensibilizzazione.
I cittadini delle 4 città coinvolte hanno dimostrato una diffusa sensibilità sulle tematiche ambientali. In particolare, i triestini si sono distinti per un alto livello di interesse ambientale, con 75 punti su 100 all’interno del cosiddetto “Green Index” elaborato da RACHAEL, seguiti dai salernitani (70 su 100), dai viareggini (69 su 100) e dai pescaresi (66 su 100). Da questo si comprende come in tutte le città sia stato alto il livello di attesa e soddisfazione verso la campagna “Piccoli gesti, grandi crimini” e si sia registrato un particolare ottimismo sull’utilizzo delle tecnologie ambientali e satellitari. Il “Campaign approval index”, cioè il livello di approvazione nei confronti della campagna, è pari a 64 punti su 100 a Trieste, 66 su 100 a Salerno, 64 su 100 a Pescara e 60 su 100 a Viareggio.
Positivo anche il giudizio sull’utilità del portamozziconi tascabile: a Trieste il 71% degli intervistati lo ritiene uno strumento di prevenzione dell’abbandono dei mozziconi utile, e il 65% sarebbe favorevole ad imporre l’obbligo di legge per i fumatori di averlo sempre con sè.
Sulla stessa linea anche i dati di Salerno, Pescara e Viareggio dove rispettivamente il 75%, il 73% e l’83% dei cittadini lo ritiene utile, mentre all’obbligo di legge sono favorevoli il 54% dei salernitani, il 33% dei pescaresi e il 30% dei viareggini.
Il monitoraggio ha infine evidenziato come non sempre la percezione dei cittadini sul livello di pulizia delle diverse zone delle città sia coerente con la realtà misurata. I cittadini di Viareggio mostrano una notevole corrispondenza tra percezione e rilevazione del numero di mozziconi a terra, esprimendo però giudizi leggermente ottimisti in alcune zone costiere, come la passeggiata, e, al contrario, pessimisti verso la periferia. Anche i cittadini di Trieste mostrano una discreta capacità di lettura dello stato di pulizia, rivelandosi ottimisti soprattutto in alcune zone del centro cittadino. Situazione simile a Salerno, dove i cittadini si mostrano forse ingenerosi nella valutazione del centro, riguardo cui i giudizi si fanno più severi nonostante una certa pulizia rilevata dai dati ambientali. Minore oggettività si riscontra tra i cittadini di Pescara, dove, pur a fronte di un’elevata pulizia delle zone analizzate, i giudizi sono solo modestamente positivi.
“Siamo giunti al terzo anno della campagna nazionale ‘Piccoli gesti, grandi criminì, felici di confermare un risultato decisamente significativo relativo alla riduzione del littering nelle città italiane coinvolte – ha dichiarato Raffaella Giugni, responsabile Relazioni Istituzionali Marevivo -. Marevivo, forte della sua esperienza soprattutto nell’ambito delle attività di sensibilizzazione, ha tra i suoi obiettivi la necessità di lavorare sulla percezione collettiva del problema. I piccoli gesti come l’abbandono di mozziconi e piccoli rifiuti sono spesso generati da mancanza di conoscenza del grave danno provocato, che rappresenta il punto focale del nostro impegno e l’obiettivo della campagna. Ci auguriamo di poter continuare a parlare ai cittadini, trasmettendo il rispetto e la cura per l’ambiente in cui viviamo. L’augurio è di poterlo fare ancora con il lavoro sinergico di Istituzioni, Imprese e Terzo settorè.
‘Con iniziative come ‘Piccoli gesti, grandi criminì BAT intende contribuire alla costruzione di ‘A Better Tomorrow’, un futuro migliore per consumatori, dipendenti e comunità in cui opera, riducendo l’impatto del proprio business sulla salute e adottando standard ambientali sempre più elevati in tutte le fasi della propria catena del valore – ha commentato Roberta Palazzetti, presidente e amministratore delegato di BAT Italia e Area Director per il Sud Europa -. Nel quadro della nostra agenda H- ESG, questa campagna ha saputo ritagliarsi un ruolo fondamentale, grazie ad un approccio scientifico basato sui dati, a partnership autorevoli, ad attività e impatti misurabili, in grado di stimolare una sinergia virtuosa tra Istituzioni pubbliche, aziende private e cittadinì. ‘I risultati che presentiamo oggi – ha aggiunto – esprimono infatti il nostro impegno nel perseguire importanti obiettivi di sostenibilità attraverso un confronto trasparente e costruttivo con il Ministero della Transizione Ecologica, le altre istituzioni competenti e gli stakeholder. Sono infine orgogliosa di sottolineare come ‘Piccoli gesti, grandi criminì sia ormai diventata una best practice a livello internazionale di BAT, con attivazioni anche in altri Paesi che ho il privilegio di coordinare, l’inclusione all’interno del nostro ‘ESG report’, e la predisposizione di un toolkit globale a disposizione di tutti i Paesi del gruppò.
‘Questo progetto, che Marevivo e BAT Italia portano avanti con grande impegno ormai da anni, ha il merito di affrontare in maniera pragmatica ed efficace un problema ambientale grave e spesso sottovalutato, attraverso l’implementazione di strumenti concreti e la misurazione del loro impatto positivo – ha sottolineato Vannia Gava, sottosegretario del ministero della Transizione ecologica -. E’ fondamentale che Associazioni e istituzioni continuino a lavorare insieme. Grazie ai fondi del PNRR, stiamo lavorando per avere un’economia circolare sempre più completa, che riduca al massimo gli sprechi, che consenta di riutilizzare più materia possibile. Le conoscenze che oggi abbiamo e le nuove tecnologie sono i nostri alleati per raggiungere l’obiettivo finale, che è quello di salvaguardare l’ambiente per lasciare ai nostri figli un mondo più pulito e sostenibile. Il vostro progetto è sicuramente l’esempio che la strada che stiamo percorrendo è quella giustà.
‘Il mio ringraziamento a Marevivo e BAT Italia per avere proseguito, anche nel 2022, il percorso virtuoso che ho il piacere di accompagnare sin dalla prima edizione – le parole di Maria Alessandra Gallone, segretario della Commissione Ambiente del Senato -. Esprimo particolare soddisfazione per i dati relativi alla distribuzione dei posacenere tascabili nelle tabaccherie, una sperimentazione che ho suggerito e che mostra trend di riduzione del fenomeno interessanti. L’auspicio è che le amministrazioni comunali comincino a prevedere la distribuzione di posacenere nei luoghi pubblici di maggiore transito di persone. Anche la politica può e deve dare un contributo concreto alla causa. La prevenzione può sicuramente fare la differenza ma deve essere affiancata al ricorso a controlli e a strumenti sanzionatori anche in chiave di dissuasione di un fenomeno così odioso e irrispettoso per le nostre città e per i nostri marì.
‘Piccoli gesti, grandi crimini ha il merito di lavorare su due direzioni, entrambe molto importanti: la sensibilizzazione dei cittadini e la raccolta di dati utili a costruire nuove policy multilivello per la prevenzione del fenomeno. La strada maestra è la collaborazione tra Istituzioni, terzo settore, industria e stakeholders. Il Ministero della Transizione Ecologica continuerà il suo impegno a promuovere e coordinare interventi congiunti di prevenzione del fenomeno del littering acquisendo spunti e proposte innovative per lo sviluppo di misure incisive ed efficientì, ha commentato Laura D’Aprile, capo Dipartimento per la Transizione ecologica e gli Investimenti Verdi (DiTEI).

– foto ufficio stampa BAT –
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Atlantia entra tra leader mondiali nel rating di Moody’s Esg

ROMA (ITALPRESS) – L’agenzia di rating internazionale Moody’s ESG, specializzata nella valutazione degli aspetti ambientali, sociali e di governance delle principali aziende operanti nei diversi settori economici, ha assegnato ad Atlantia il livello massimo del rating, definito “Advanced”, collocandola nella fascia dell’1% delle migliori imprese valutate a livello globale, su un totale di circa 5.000 imprese monitorate. Atlantia si posiziona inoltre fra le tre società più performanti sul fronte ESG del settore trasporti. Il sensibile miglioramento del rating è dovuto agli avanzamenti effettuati sul fronte della sostenibilità ambientale e sociale, del modello di business, oltre che per le performance conseguite e per la qualità della governance. L’impegno alla trasparenza e alla responsabilità è stato confermato recentemente anche dall’organizzazione indipendente “Fair Tax Foundation” – che ha conferito ad Atlantia, prima azienda in Italia a ottenerlo, l’accreditamento al massimo livello (Gold) per la condotta fiscale responsabile della società – e dall’associazione “Transparency International”, che ha inserito la holding nel proprio Business Integrity Forum, a conclusione di una approfondita istruttoria.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Atlantia-

All’Ateneo di Brescia il laboratorio “Tecnologie per la sostenibilità”

BRESCIA (ITALPRESS) – Valorizzare l’economia circolare del e sul territorio: è con questo intento che Enea inaugura il Laboratorio “Tecnologie per la sostenibilità” ospitato presso l’Università degli Studi di Brescia all’interno del CSMT Innovative Contamination Hub, dando seguito all’Accordo di collaborazione siglato con la Regione Lombardia per contribuire al rafforzamento competitivo del sistema produttivo e scientifico regionale. Il Laboratorio, tramite il personale della Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli di Enea, in particolare del Laboratorio Valorizzazione delle Risorse nei sistemi produttivi e territoriali, opera in stretta sinergia con l’Università di Brescia e svolge attività di ricerca, servizio e trasferimento tecnologico sui temi relativi alla eco-innovazione di processi e prodotti, alla sostenibilità di aree industriali, alla bonifica e riqualificazione di siti industriali, servendosi di tecnologie informatiche e strumenti digitali, quali la Piattaforma Simbiosi Industriale sviluppata e implementata da Enea (Symbiosis).
Le attività, realizzate in connessione con il territorio della Regione Lombardia (quindi bresciano), riguardano, in particolare, lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni innovative e approcci integrati per l’uso efficiente e la gestione sostenibile delle risorse e del territorio a supporto della pubblica amministrazione e delle imprese nella transizione verso un modello economico e gestionale sostenibile e circolare.
Il presidente Dialuce ha affermato che “con l’apertura di questo Laboratorio, Enea intende mettere a disposizione del territorio lombardo le proprie competenze sulla transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili e circolari con particolare riferimento a: diagnosi delle risorse, ecologia e simbiosi industriale, gestione del fine vita delle risorse e relativi scenari di valorizzazione, misurazione e standard per l’economia circolare, analisi del ciclo di vita”.
Dialuce ha aggiunto che “oltre alla condivisione di tecnologie informatiche e strumenti digitali per l’economia circolare, quali ad esempio la Piattaforma Symbiosis, il Laboratorio agirà anche da interfaccia con i laboratori e le infrastrutture tecnologiche nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare dei Centri di Ricerca Enea presenti sull’intero territorio nazionale”.

– foto ufficio stampa Enea –
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Tecnologia cruciale per una gestione efficiente delle risorse idriche

ROMA (ITALPRESS) – Le tecnologie emergenti per il monitoraggio intelligente dei consumi hanno un enorme potenziale per ridurre l’impronta idrica ed energetica. Fondamentale per estendere l’applicazione di tali processi strategici è la necessità di accrescere l’uso dell’innovazione digitale e l’apertura a collaborazioni intersettoriali. Solo favorendo l’allineamento delle competenze e delle buone pratiche nei modelli gestionali si può puntare davvero al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità in chiave smart city e verso i goal dell’Agenda2030 improntati dall’ONU. L’urgenza per una governance virtuosa della risorsa idrica ed energetica, e di come gestori dei servizi, istituzioni, aziende e associazioni vi stanno rispondendo, ha rappresentato il focus del convegno “Crisi climatica e siccità: la sfida del consumo sostenibile delle risorse idriche. Istituzioni, imprese e società civile per la tutela delle risorse idriche e il diritto all’acqua” promosso da Fondazione UniVerde, Gruppo CAP, ENEA con il patrocinio di UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme che si è svolto oggi a Milano presso l’Auditorium Gruppo CAP.
‘La crisi idrica e la crisi climatica che stiamo vivendo sono strettamente collegate e ci impongono di riflettere sui nostri modelli di gestione e sviluppo di reti, impianti e infrastrutture che devono essere improntati ai principi dell’efficientamento e della sostenibilità – ha detto Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato Gruppo CAP, vicepresidente Utilitalia -. All’innovazione tecnologica e digitale deve però associarsi anche una crescente sensibilità per proteggere la risorsa e consumarla in modo responsabile. Gruppo CAP si impegna ormai da anni su questi due fronti. Da un lato promuove un approccio strategico orientato all’efficienza operativa e all’economia circolare. Dall’altro la nostra azienda ha attivato diverse campagne di sensibilizzazione per informare studenti, cittadini e cittadine sull’importanza dell’acqua e del consumo responsabilè. ‘L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di incentivare comportamenti virtuosi che possano valorizzare il nostro impegno per la sostenibilità, anche e soprattutto per rispondere al grido d’allarme lanciato dalle nuove generazioni. I nostri giovani, infatti, chiedono a gran voce un cambio di passo nell’affrontare le sfide del presente. Proprio per questo, Gruppo CAP ha dato vita a ‘Tempi Sbagliatì, un podcast intergenerazionale che conduce gli ascoltatori in un percorso di riflessione su cosa significhi occuparsi di sostenibilità a 360 gradì.
Secondo Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde, ‘la crisi climatica ci mette di fronte a un’emergenza che impone azioni decise. La siccità di quest’anno è stata drammatica e la gestione delle acque dolci è sempre più una priorità per le istituzioni e per le imprese. Occorre aumentare le risorse del PNRR per investire sul monitoraggio e iniziare da subito la necessaria prevenzione per le future emergenze che, come molti esperti affermano, diventeranno ‘normalità’. Lo avevamo preannunciato alla Conferenza nazionale sul Clima che convocai da Ministro dell’Ambiente nel 2007 e ancora oggi attendiamo un efficace Piano per l’adattamento al cambiamento climatico, allo scopo di evitare lutti e danni. Serve mettere in pratica Certificati blu che permettano di lavorare sul risparmio idrico e sull’efficienza nell’uso dell’acqua, un Bene comune riconosciuto tale a livello internazionalè.
Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha sottolineato che ‘l’utilizzo attento della risorsa idrica e la sua ottimale distribuzione è uno snodo centrale delle politiche di transizione ecologica a livello UE e una tappa obbligata dell’Agenda 2030 promossa dalle Nazioni Unite. Proprio per questo e per la complessità del tema che stiamo affrontando è necessario un intervento corale non solo da parte delle istituzioni ma anche delle imprese e dei singoli cittadini, che devono essere chiamati ad operare in termini di responsabilità sociale. L’efficientemento delle reti idriche del nostro Paese, la promozione di una gestione sostenibile delle foreste e della produzione agricola, il sostegno di investimenti tecnologici in ambito agricolo, sono tutte componenti importanti nel percorso di salvaguardia della risorsa idrica, che stiamo portando avanti attraverso il PNRR e la nuova PAC ma anche attraverso la Gestione del rischio in agricoltura, fondamentale per dare solidità a un settore chiamato ad assicurare l’approvvigionamento alimentare al Paese di fronte alle sfide derivanti dai cambiamenti climaticì.
Teresa Bellanova, viceministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, in videomessaggio ha ricordato che ‘le drammatiche immagini dell’alluvione nelle Marche come quelle degli eventi catastrofali più recenti obbligano a un radicale cambio di paradigma che si impone come assoluta priorità nel nostro Paese. Grazie alle risorse del Pnrr e ai Fondi nazionali l’accelerazione e la mole di investimenti determinati negli ultimi mesi, che vedono il Mims nel ruolo di coordinamento strategico nella programmazione degli interventi infrastrutturali per l’approvvigionamento idrico primario, sono rilevanti ma siamo consapevoli di come ancora siano insufficienti, ad iniziare dalla realizzazione del Piano di piccoli e medi Invasi proposto da Anbi, ribattezzato Piano Laghetti, per recuperare la risorsa acqua piovana e garantirla quando e dove mancherà. Serve un Commissario per l’emergenza idrica. Per questo sono sempre più convinta della necessità di ripristinare una Struttura unica di missione, esattamente come avevamo fatto con Italia Sicura, per recuperare operatività e prevenzione, sbloccare risorse e cantieri grazie a procedure semplificaste e sburocratizzate, mettere in connessione Stato centrale, struttura preposte, amministrazioni regionali e territoriali, soggetti privatì.
In apertura dell’evento sono intervenuti Luigi Petta, responsabile Laboratorio ENEA SSPT-USER-T4W, Tecnologie per l’uso e la gestione efficiente di acqua e reflui e Responsabile scientifico del Laboratorio ENEA per l’Ambiente – LEA, e Michela Palestra, vicesindaca Città metropolitana di Milano, e proiettato il video “Acque sotterranee: rendere visibile la risorsa invisibile” con la sintesi del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2022 di UNESCO World Water Assessment Programme, la cui traduzione in italiano è stata curata dalla Fondazione UniVerde e dall’Istituto Italiano per gli Studi delle Politiche Ambientali. In evidenza sono le acque sotterranee, una risorsa essenziale non solo per gli usi civici e i settori industriali ma anche per l’agricoltura, l’allevamento e le attività ad esse collegate, tra cui la trasformazione agroalimentare. Dai giacimenti blu sotterranei proviene già la metà del volume dei prelievi idrici per uso domestico effettuati dalla popolazione globale e circa il 25% di tutti quelli destinati all’irrigazione, che alimentano il 38% delle terre irrigate a livello mondiale.
Associando le politiche di gestione sostenibile della risorsa idrica ed energetica ai nuovi strumenti applicativi garantiti dall’innovazione digitale, aziende e amministrazioni saranno in grado di identificare tendenze e costruire modelli qualitativi e prestazionali per l’efficientamento dei consumi. Di conseguenza, saranno in grado di calibrare al meglio la raccolta dei dati e i processi da mettere in atto, prendere decisioni proattive per aumentare il risparmio della risorsa e per massimizzare il taglio dei costi operativi, incidendo in maniera positiva sia in termini di tutela ambientale sia di miglioramento delle performance.
Al convegno Adriano Maroni, presidente Menowatt Ge, ha presentato SLIN, acronimo di Smart Lighting Network, basato su una tecnologia di radiocomunicazione che trasforma l’impianto di pubblica illuminazione in un’infrastruttura intelligente, partendo da progetti di efficienza energetica smart lighting fino ad arrivare ad applicazioni smart city e smart metering. Il punto di forza di SLIN è costituito dall’impiego della rete di pubblica illuminazione, già presente nel territorio in maniera capillare e strategicamente posizionata nel tessuto urbano, non richiedendo quindi interventi costosi di realizzazione.
L’infrastruttura esistente viene utilizzata per la creazione di una rete di telecomunicazione con scambi di dati. L’utilizzo della tecnologia radio e la presenza ramificata dell’infrastruttura di pubblica illuminazione rendono possibile, in maniera agevole, l’aumento della rete e degli oggetti connessi. Con l’architettura di SLIN si può aumentare lo standard e dare efficienza con risparmio agli enti locali, ai detentori dell’impianto di pubblica illuminazione, ai gestori dei servizi luce, acqua e gas o ad altri soggetti.
Alessandro Durante, segretario generale AVR – Associazione italiana costruttori Valvole e Rubinetteria, ANIMA Confindustria, ha annunciato la realizzazione di una linea guida per evidenziare le tecnologie più innovative ed efficienti e le tante possibilità che i gestori del servizio idrico, le amministrazioni comunali e gli enti, coinvolti nel sistema infrastrutturale, possono inserire nei piani e nei bandi che permettono di accedere alle risorse del PNRR: ‘E’ importante permettere anche a quelle realtà che non hanno un proprio Ufficio Tecnico specializzato nelle reti idriche di avere un supporto per meglio orientarsi nel momento in cui si trova a dover realizzare un capitolato tecnico specifico per le risorse idriche all’interno di un bando. In questo modo si avrà la certezza sia di rispettare le regole del PNRR, che prevedono di indicare anche l’approccio strategico del bando stesso e quale impatto può avere a livello generale, sia per identificare le migliori, più innovative ed efficienti soluzioni tecnologiche ed impiantistiche oggi disponibili che il nostro Paese si merità.
Nicoletta Gozo (Responsabile Roll out tecnologico e Coordinatrice progetto PELL – Divisione Smart Energy ENEA) ha presentato PELL, la soluzione metodologica e tecnologica sviluppata da ENEA per promuovere la digitalizzazione delle infrastrutture urbane particolarmente energivore, strategiche ai processi di transizione e critiche. In particolare, tramite la piattaforma PELL, il progetto propone uno standard minimo di conoscenza, valutazione e monitoraggio di tali infrastrutture mettendo a disposizione una loro fotografia statica e dinamica e una valutazione in merito alla sua consistenza, prestazioni elettriche ed energetiche e funzionali. Partito dall’infrastruttura della pubblica illuminazione, il progetto si sta estendendo alle Scuole Ospedali, Smart Services, uffici e musei. Sviluppato in collaborazione con tutti gli stakeholder, direttamente e indirettamente coinvolti nei processi gestionali di tali infrastrutture, è stato Energy Pilot nell’ambito del progetto europeo ELISE quale best practice italiana per la digitalizzazione dei dati delle infrastrutture energivore. PELL è un precursore degli obiettivi della transizione digitale.

– foto ufficio stampa Fondazione Univerde –
(ITALPRESS).

Da Iren premio ESG Challenge alle migliori tesi di laurea e dottorato sulla sostenibilità

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Gruppo Iren lancia il Premio ESG Challenge 2023, una nuova iniziativa dedicata a studenti universitari e dottori di ricerca e che intende coinvolgere il mondo accademico, ma anche imprese e istituzioni, per stimolare la conoscenza e la cultura della sostenibilità in Italia.
Il Premio si articola in un bando, aperto fino al 6 novembre 2022 e che selezionerà le dieci migliori tesi di laurea dedicate al tema della sostenibilità e delle sfide ESG: possono partecipare tutti i laureandi, i laureati (triennali o magistrali), i dottorandi e i dottori di ricerca presso un’università italiana che abbiano prodotto, consegnato o già discusso una tesi tra il 1° settembre 2021 e il 5 novembre 2022. A effettuare la selezione dei vincitori, a cui sarà riconosciuto un premio di 1.000 euro, sarà un Advisory Board di alto profilo, composto da studiosi ed esperti. Coerentemente con la propria mission di “dare forma al domani, ogni giorno”, Iren lancia quindi una sfida affinchè l’attenzione agli obiettivi di sviluppo sostenibile, così come definiti anche dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite, diventi sempre più concreta e trasversale. A questo scopo il Premio non si rivolge a una disciplina specifica, ma vuole stimolare una partecipazione più ampia e diversificata, che metta a confronto punti di vista e approcci eterogenei.
La premiazione delle tesi vincitrici avverrà a Genova il 1° dicembre all’interno di un evento dedicato ai temi ESG: il forum vedrà la partecipazione di esperti e ospiti italiani e internazionali, provenienti dal mondo delle istituzioni, dell’impresa e della finanza, ma coinvolgerà anche i giovani e la ricerca, in primis i vincitori del Premio, promuovendo uno scambio tra i due mondi. Per partecipare e caricare la documentazione necessaria è possibile collegarsi alla piattaforma dedicata: https://innovationlab.gruppoiren.it/sharm/thesis-form

-foto ufficio stampa Iren-
(ITALPRESS).