Home Ambiente Pagina 66

Ambiente

Enea, al via la prima Summer School sull’idrogeno

ROMA (ITALPRESS) – Al via dal 21 al 23 settembre la prima edizione della Summer School sull’idrogeno organizzata dal Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA insieme a Sapienza Università di Roma e all’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di fornire a dottorandi, ricercatori e giovani professionisti una panoramica tecnologica e una base di confronto sulle sfide da affrontare per lo sviluppo e l’integrazione sostenibile dell’idrogeno nel sistema energetico italiano.
Il percorso formativo, che si concluderà con una sessione di prove al volante di una autovettura a idrogeno, si terrà presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia (Roma) nell’ambito dell’Hydrogen Demo Valley, il polo infrastrutturale finanziato con 14 milioni di euro dal ministero della Transizione Ecologica attraverso un accordo di programma dell’iniziativa Mission Innovation.
L’hub farà da cornice ai diversi momenti di formazione in aula, mettendo a disposizione impianti e laboratori dove verranno affrontati in modo sistematico aspetti di ricerca, sviluppo tecnologico, sicurezza nonchè le implicazioni legate all’iter normativo e autorizzativo.
Grazie alla partecipazione dei principali organismi di ricerca impegnati in Italia sul tema idrogeno, (tra cui Cnr, RSE e Fondazione Bruno Kessler), nonchè dei rappresentanti dell’industria nazionale di settore (tra i quali Total, Enel, Eni, Alstom, Iveco, Ansaldo, Fincantieri e Toyota), la scuola offre un programma formativo completo e punta alla promozione di una cultura dell’idrogeno favorendone l’accettabilità sociale.
“Ormai è un dato di fatto che l’idrogeno avrà un ruolo da protagonista nella decarbonizzazione del sistema energetico europeo. Chiaramente stiamo parlano di idrogeno verde, prodotto da fonti energetiche rinnovabili come solare fotovoltaico, eolico, biomasse – dichiara Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili dell’ENEA – Perchè questo traguardo si realizzi c’è ancora strada da fare: servono ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. Ci sono tematiche e aspetti su cui dobbiamo continuare a lavorare”. “Tuttavia abbiamo già raggiunto un grado di consapevolezza e know how che riteniamo fondamentale condividere con tutto il settore. Affinchè ci sia una transizione energetica economicamente e socialmente sostenibile, è necessario delineare piani operativi, ma anche prevedere misure di accompagnamento e percorsi formativi adeguati, coinvolgendo tutti i settori (energetico, industriale, civile, residenziale, trasporti) e l’intera filiera che va dalla produzione, distribuzione e accumulo, fino agli utilizzatori finali”, conclude Graditi.
Nel dettaglio, il corso si articola in lezioni frontali in aula, sessioni interattive tra allievi e docenti per lo sviluppo di progettualità, visite tecniche a laboratori e impianti e, grazie alla disponibilità di Toyota Italia, sarà anche possibile effettuare, all’interno del centro di Casaccia, un giro di prova a bordo di una delle prime vetture con celle a combustibile alimentate a idrogeno.
L’impegno dell’ENEA per la formazione in questo settore passa anche attraverso la diffusione della serie di mini-video dal titolo “Pillole di idrogeno” rivolta ai giovani delle scuole superiori e diffusa con cadenza periodica: un viaggio alla scoperta di questa risorsa che consentirà agli studenti di avvicinarsi a un settore energetico decisivo per la decarbonizzazione. Tra gli argomenti: come costruire una cella a combustibile, come si trasporta e si produce l’idrogeno, cosa s’intende per idrogeno verde, blu e grigio, come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno e tanto altro ancora. A partire da oggi online i primi due numeri “Che cos’è l’idrogeno?” e “Chi ha scoperto l’idrogeno? Un pò di storia”.
Inoltre, in tema di idrogeno, l’ENEA offre supporto tecnico-scientifico ai Ministeri della Transizione Ecologica e dello Sviluppo Economico per il raggiungimento degli obiettivi previsti in ambito PNRR, Mission Innovation e IPCEI. L’Agenzia è coinvolta con un proprio progetto nell’IPCEI Hy2Tech, approvato lo scorso luglio dalla Commissione europea, a sostegno della filiera europea dell’idrogeno attraverso attività di ricerca, innovazione e dimostrazione che favoriscano lo sviluppo e la riduzione dei costi dei processi produttivi e delle tecnologie legate al suo utilizzo nei diversi settori applicativi: industria, trasporti, civile e residenziale (quest’ultimo in blending con il gas naturale).

– foto ufficio stampa Enea –
(ITALPRESS).

Al via “Stile Libero”, la cultura dell’acqua secondo Gruppo Cap

MILANO (ITALPRESS) – La cultura dell’acqua arriva a Milano e prende forma nella rassegna di appuntamenti Stile Libero, una serie di talk che apre ufficialmente al pubblico ARCA la nuova sede di Gruppo CAP in via Rimini, organizzati dall’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Si tratta di una serie di incontri gratuiti aperti a tutti, con filosofi, artisti, scrittori, ma anche chef e personaggi dello sport che affronteranno il tema dell’acqua, la risorsa più preziosa (e ricercata) dell’intero universo, raccontata di volta in volta da un punto di vista diverso che ne farà emergere aspetti ed elementi nuovi e sorprendenti. Elemento simbolico e fonte di ispirazione per artisti e poeti; principio di rigenerazione spirituale in tutte le tradizioni religiose; ma anche protagonista delle nostre cronache quotidiane e degli scenari presenti e futuri legati ai cambiamenti climatici l’acqua è davvero, come sosteneva Talete di Mileto nel VI secolo a.C. “il principio di tutte le cose”.
“Abbiamo appena inaugurato la nostra arca, la nostra nuova sede, proprio a partire da questa consapevolezza, e abbiamo voluto che sorgesse in questa zona della città per diventarne un punto di riferimento – spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP – Stile Libero vuole dare continuità al Patto di Collaborazione che abbiamo sottoscritto con la città di Milano, con una serie di partner sul territorio e con gli abitanti di questo quartiere, con cui abbiamo svolto in questi anni iniziative importanti nel segno della riqualificazione, della rigenerazione urbana, della condivisione e dell’inclusione”.
Il Patto di Collaborazione firmato da CAP con il Municipio 6 di Milano, Consorzio cooperative Lavoratori, Negro Servizi, Pcm Studio, Black Mamba, Super il festival delle periferie e Roberto Coda Zabetta, prevede tour conoscitivi del quartiere, laboratori in collaborazione con le realtà locali, installazioni artistiche ed eventi pubblici, per coinvolgere i cittadini che abitano nell’area. E proprio in questo quadro si inserisce un’importante opera di rigenerazione urbana, promossa da Gruppo CAP in collaborazione con Super, Festival delle Periferie, è il progetto artistico “Cantiere Scuola”, che vede protagonista l’ex scuola del Parco La Spezia, trasformata dall’artista Roberto Coda Zabetta in una sorta di opera d’arte “effimera” che vivrà fino alla primavera 2023 quando si darà il via alla riqualificazione dell’intera area.
“Con Super il festival delle periferie ho avuto il piacere di accompagnare Gruppo Cap in un lungo percorso, iniziato nel 2020, di relazione con il quartiere, le associazioni e le realtà che lo compongono: mappature, tour, un programma radio, laboratori e incontri hanno animato questo percorso con l’obiettivo di mettere in relazione gli spazi della nuova sede col quartiere e la città – spiega Federica Verona, presidente Tumb Tumb Festival delle Periferie -. Quando ho coinvolto Roberto Coda Zabetta, sapevo che il suo lavoro avrebbe potuto dare a quel pezzo di città una luce in più. Restituire temporaneamente una scuola abbandonata alla comunità e agli abitanti, in forma di scultura, significa portare l’arte dove molto spesso non arriva e donare bellezza agli occhi di chi la osserverà. Poi la scuola verrà demolita e ne rimarrà un documentario, girato da Henrik Blomqvist, a tracciare la memoria di quel che è stato e che poi non ci sarà più”.
La nuova sede di Gruppo CAP, una struttura concepita integralmente secondo i criteri dell’architettura sostenibile e che ospita nei suoi oltre 11 mila mq di superficie circa 500 persone, comprende anche un asilo nido (non esclusivamente aziendale, che ha già iniziato l’attività), uno spazio espositivo, una biblioteca, un bar caffetteria, e soprattutto un auditorium con una capienza di 200 persone. Tutti spazi, privi di barriere architettoniche, che sono stati concepiti per accogliere e comunicare coi cittadini attraverso iniziative e attività.
Stile Libero dà sostanzialmente il via a questo flusso di eventi, iniziative e relazioni che vede nella futura piazza d’acqua e nel quartiere circostante un bacino attorno al quale Gruppo CAP, con il contributo di artisti, architetti, paesaggisti e urbanisti, intende coinvolgere tutte le realtà possibili.
Gli appuntamenti di Stile Libero: si comincia mercoledì 14 settembre alle ore 20 con Vito Mancuso, teologo, filosofo ed editorialista del quotidiano La Stampa che terrà una lectio di apertura sull’acqua e sul suo valore simbolico e metafisico.
Giovedì 29 settembre, sempre alle ore 20, tocca all’attore Valerio Aprea che metterà in scena un monologo su acqua e sostenibilità.
Giovedì 13 ottobre è il momento di Michele Dalai, scrittore ed esperto di sport, che dialoga con la campionessa olimpica di canottaggio Valentina Rodini. Argomento: acqua e sport, naturalmente.
La settimana successiva, giovedì 20 ottobre, sarà il momento, molto atteso, di alcune letture sceniche su “acqua e letteratura”. Le protagoniste della serata saranno la scrittrice e conduttrice radiofonica Loredana Lipperini e l’attrice Sonia Bergamasco.
27 ottobre: acqua e salute. A parlarne ci saranno l’antropologo Marino Niola e lo chef Tommaso Melilli.
Infine, il 3 novembre, a chiudere la rassegna, arriverà nell’arca di Gruppo CAP, il divulgatore Jacopo Veneziani che parlerà di acqua e arte.
In occasione della partenza della rassegna Stile Libero, a breve sarà operativo anche il bar caffetteria Arca, che sarà presto aperto al pubblico, dalla prima colazione fino a notte fonda, e sarà gestito da Arca Milano. Si tratterà di un vero e proprio Cocktail Bar & Bistrot, completo di giardino, che offrirà la possibilità di mangiare a qualsiasi ora del giorno, e alla sera di consumare drink mentre si ascolta un deejay set o musica dal vivo o ancora mentre si assiste a uno spettacolo.
Ubicata in via Rimini, a pochi passi dalla fermata metropolitana Romolo, l’arca di Gruppo CAP vuole dare un importante contributo alla riqualificazione di un’area periferica della città prevalentemente residenziale ma già punteggiata dalla presenza di spazi significativi come l’Università IULM, NABA e Superstudio Maxi, e importanti aziende come Italgas, NTT, AON.

– foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS).

L’impatto dello smog sugli ecosistemi, al via progetto Life Modern Nec

TORINO (ITALPRESS) – Lo smog che affligge le nostre città impatta pesantemente sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini, ma i suoi effetti non si limitano a danneggiare chi vive nei centri urbani. Infatti anche gli ecosistemi naturali situati in aree remote subiscono effetti che possono modificarne la loro qualità e metterne a rischio la biodiversità. Per migliorare lo studio e il monitoraggio dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi naturali in Italia, è nato il progetto Life MODERn NEC, cofinanziato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di ampliare e migliorare la Direttiva Europea 2016/2284, ovvero lo strumento che legifera sulla riduzione di emissioni nazionali di alcuni inquinanti atmosferici. Uno degli aspetti della Direttiva riguarda il monitoraggio degli ecosistemi forestali e di acqua dolce, come strumento di controllo per la riduzione delle emissioni.
Le attività del Life MODERn NEC, che termineranno a settembre 2025, sono condotte da un gruppo di lavoro che vede come capofila l’Arma dei Carabinieri – Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari CUFAA, e come partner il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, il CREA Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di ricerca Foreste e Legno, l’ENEA Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, Legambiente, TerraData srl environmetrics e le Università di Camerino e di Firenze.
Le indagini preliminari effettuate dai ricercatori coinvolti nel progetto evidenziano l’impatto dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi presi in esame, in particolare: gli ecosistemi acquatici in ambienti remoti, tra cui quelli considerati dalla Rete NEC Italia, che ricevono gli inquinanti atmosferici trasportati con le masse di aria dalle regioni più antropizzate (come, ad esempio, la Pianura Padana), hanno mostrato nel tempo una risposta positiva alla diminuzione delle deposizioni di acidità e solfati, ottenuta grazie alla riduzione delle emissioni, soprattutto di ossidi di zolfo, le cui sorgenti principali sono il riscaldamento domestico e la produzione industriale e di energia da centrali termoelettriche.
Gli ecosistemi acquatici continuano però ad essere interessati dalle deposizioni di azoto, dovute alle emissioni generate dal traffico veicolare, dalle industrie e dalle attività agricole e zootecniche: l’azoto in eccesso può influenzare la qualità delle acque e la composizione delle comunità biologiche che le popolano. La sensibilità di questi ambienti è elevata soprattutto nel momento del disgelo, quando ricevono in un breve periodo di tempo l’apporto degli inquinanti accumulati nel manto nevoso durante l’inverno, con conseguenze come modificazioni nella composizione delle comunità e diminuzione della ricchezza in specie. Senza dimenticare che sui fenomeni monitorati agiscono sempre di più anche gli effetti dei cambiamenti climatici come il disgelo anticipato, lo scarso innevamento e l’aumento delle temperature delle acque.
In merito agli ecosistemi forestali, è stato rilevato come la defogliazione sia principalmente provocata da singoli eventi come tempeste di vento, attacchi parassitari, gelate tardive, prolungata siccità estiva. L’aumento del numero e dell’intensità di questo tipo di eventi e il contestuale incremento del numero delle aree interessate può essere, quindi, considerato come un segnale di cambiamento climatico.
Anche lo studio dei licheni, organismi altamente sensibili all’inquinamento atmosferico, fornisce importanti informazioni relative ai siti di monitoraggio della Rete NEC Italia. I siti appenninici del Lazio, Abruzzo e Calabria presentano comunità di licheni più ricche e mature in specie rispetto ai siti padani e prealpini (Emilia, Piemonte e Veneto), che risentono di un maggiore contributo di deposizioni atmosferiche derivanti dalle attività produttive della Pianura Padana. In particolare, i siti padani fanno registrare molte meno specie di licheni (17) ed una minore biodiversità (47) rispetto a quelli appenninici nei quali si registrano in media valori quasi doppi, con 37 specie rilevate ed un valore di biodiversità pari a 81.
“La Direttiva NEC 2016/2284 è un importante strumento normativo europeo che fissa obiettivi di riduzione degli inquinanti negli Stati Membri e monitora, attraverso la sua rete, il rispetto dei valori limite ed il raggiungimento degli obiettivi stabiliti – sottolinea il CUFAA -. Inoltre, la Direttiva introduce la necessità di un monitoraggio approfondito degli effetti che l’inquinamento dell’aria può avere sugli ecosistemi e proprio su questa esigenza si è impiantato il progetto Life MODERn NEC che nasce quindi dalla volontà di indagare ulteriormente l’impatto che l’inquinamento atmosferico ha sugli ecosistemi forestali e di acque dolci, soprattutto in alcune aree sensibili del Paese, in un momento particolarmente delicato considerando la velocità con cui si stanno manifestando i fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici. L’Italia, con l’Arma dei Carabinieri affiancata dai partner di eccellenza presenti oggi, è il primo paese ad aver avuto aggiudicato un finanziamento attraverso lo strumento europeo LIFE per adempiere alle richieste di questa Direttiva, vincolanti per i Paesi Membrì.
‘L’attuale Rete NEC Italia composta da 10 siti di monitoraggio (6 in ambiente forestale, 4 in ambiente di acque dolci) sarà ampliata fino a comprendere 20 siti (10 in entrambi i tipi di ecosistemi). Saranno studiati – si legge – 18 indicatori dello stato di salute degli ecosistemi sotto l’impatto dell’inquinamento dell’aria. Sono 30 i rilevatori dei Carabinieri Forestali che inizieranno una formazione specifica sulle nuove attività di campo dedicate allo studio degli effetti negativi che l’inquinamento atmosferico può avere sugli ecosistemì.
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, il progetto prevede molteplici azioni, tra cui attività di formazione per operatori di campo incaricati del monitoraggio dei siti, l’istituzione di un gruppo di lavoro permanente per aggiornare la Rete NEC Italia ed una campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione sull’importanza di una migliore qualità dell’aria.
Il progetto Life MODERn NEC è stato presentato oggi a Torino in occasione del primo Clean Air Day di progetto, una giornata di sensibilizzazione sulla qualità dell’aria che si svolgerà, a partire da quest’anno e per i prossimi 5 anni in occasione della giornata internazionale dell’aria pulita. All’incontro hanno partecipato il tenente colonnello Dell’Arma dei Carabinieri Stefano Testa, Aldo Marchetto del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Giada Bertini in rappresentanza di CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di ricerca Foreste e Legno, Ettore Petralia di ENEA Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile e Chiara Braschi per Legambiente.
In Piemonte, regione che ospita l’evento, sono localizzati un sito sullo studio degli ecosistemi forestali in Valsessera (BI) e i 4 siti di acqua dolce della Rete NEC Italia: i Laghi Paione Inferiore e Superiore, il Lago di Mergozzo e il Torrente Cannobino, situati in provincia di Verbania, che presentano un buon stato qualitativo delle acque pur rimanendo siti sensibili agli effetti della ricaduta degli inquinanti atmosferici e quinti ottimi indicatori ai fini degli obiettivi della rete NEC.
Oggi, in occasione della Giornata Internazionale dell’aria pulita, prenderanno il via diverse iniziative di sensibilizzazione e informazione che verranno realizzate dai volontari di Legambiente nell’ambito della campagna informativa prevista nel progetto. Al termine della presentazione del progetto, il Life MODERn NEC ha ospitato la Clean Cities Campaign con una tavola rotonda sul tema della qualità dell’aria e della mobilità sostenibile. Nella serata, a partire dalle ore 18:30, presso la sede dell’Associazione Culturale Comala in Corso Ferrucci 65/a si terrà un aperitivo scientifico in cui i partner del Life MODERn NEC incontrano cittadini, studenti universitari e associazioni locali per raccontare le attività e gli obiettivi del progetto. Nella giornata di domani, giovedì 8 settembre, a partire dalle ore 9:30 presso il CEA di Alpignano Cascina Govean si svolgerà un’attività di informazione e sensibilizzazione sui temi della qualità dell’aria e degli ecosistemi con i ragazzi del centro estivo ospite. Le iniziative per celebrare il Clean Air Day continueranno venerdì 16 settembre con il Giretto d’Italia che farà tappa a Torino per ribadire l’importanza di utilizzare la bicicletta e mezzi alternativi all’auto privata per gli spostamenti in città. Gli appuntamenti si concludono sabato 17 settembre con due iniziative al lago di Mergozzo che vedranno una pedalata e a seguire la pulizia della spiaggia.

– foto ufficio stampa Comando generale Arma dei carabinieri –
(ITALPRESS).

Energia, Pecoraro Scanio “La transizione ecodigital è l’unica soluzione”

ROMA (ITALPRESS) – La transizione ecologica e digitale è l’elemento fondamentale su cui l’Italia deve investire per una vera strategia nazionale di ripresa e resilienza, per contrastare il fenomeno delle bollette pazze, il cambiamento climatico e disinnescare i rischi di un Paese arretrato ed indebitato. Il prossimo Parlamento e il prossimo Governo sono dunque chiamati a un deciso e urgente cambio di passo su questioni cruciali come caro energia, ambiente, clima e innovazione tecnologica nell’interesse del Paese e dei cittadini. Una svolta equa e inclusiva che dovrà mettere al centro soprattutto i giovani nativi eco-digitali che con le loro competenze, capacità e attitudini sono chiamati al ruolo di protagonisti. Sono questi i principali temi affrontati alla conferenza stampa di Italia #EcoDigital “La sfida Ecologista e Progressista per la prossima legislatura” che si è svolta alla Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, presso il Senato della Repubblica, nel corso della quale sono state presentate le proposte di rilancio della transizione ecologica e digitale in vista della prossima legislatura.
Alla conferenza stampa, promossa su iniziativa della senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, TeleAmbiente, Radio Radicale, Fondazione Homo Ex Machina, sono state rilanciate le adesioni e le proposte di attivisti, giovani innovatori, imprenditori e amministratori locali per la costruzione di una rete di realtà virtuose capaci di essere da stimolo alla politica. L’obiettivo è quello di aggregare e valorizzare le buone pratiche e le migliori esperienze diffuse su tutto il territorio nazionale per favorire la vera transizione EcoDigital, mettendo a circuito quegli esempi positivi fondamentali per la trasformazione ecologica e digitale della società e dell’economia, secondo i principi di giustizia sociale e climatica. “La transizione ecologica e la massima accelerazione del passaggio alle energie rinnovabili sono la sfida principale del prossimo Parlamento, quella da cui dipenderà il futuro dell’Italia. Dunque è fondamentale che in Parlamento siano presenti persone capaci, per esperienza e competenza, di affrontare e vincere questa sfida. Se oggi ci troviamo in questa situazione drammatica, che ricade tutta sulle spalle dei cittadini e delle aziende, è perchè per anni abbiamo perso tempo invece di accelerare sulla riconversione ecologica e il passaggio alle rinnovabili. Bisogna evitare a ogni costo che la crisi energetica diventi un alibi per chi vuole tornare indietro. Al contrario, la sola via percorribile è fare quello che si sarebbe già dovuto fare da molto tempo e puntare tutto sulle rinnovabili. Bisogna contemporaneamente sostenere le aziende e le famiglie che pagano il prezzo altissimo del ritardo nella riconversione ecologica, della crisi energetica e di una speculazione gigantesca. E’ sin troppo evidente che le coperture per quei sostegni devono essere trovate tassando gli extraprofitti prodotti dalla speculazione sul prezzo del gas” ha dichiarato la De Petris.
“La transizione EcoDigital è la garanzia di vera indipendenza energetica e di benessere duraturo. La transizione ecologica per 100% rinnovabili e quella digitale, che consenta di controllare e ottimizzare consumi e verificare le spese, vanno coordinate e rese efficaci. Giuseppe Conte ha avuto il merito di ottenere i fondi necessari, ora occorre perseguire una spesa efficace e trasparente per opere coerenti e al servizio di tutti i cittadini e non di poche lobby rapaci. Credo che proprio la candidatura del prorettore Livio de Santoli è garanzia per la rete Italia #EcoDigital di vera competenza nella prossima legislatura” ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della rete Italia #EcoDigital. “E’ evidente il ruolo fondamentale delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica per un modello distribuito, autonomo, locale. L’impegno deve andare verso il processo di eliminazione di tutte le fonti fossili secondo quanto prospettato dall’Ue e che vede il nostro Paese in ritardo. Accanto alle misure strutturali devono essere previste misure emergenziali: eliminazione dei vincoli europei per gli aiuti energetici a famiglie e imprese, definizione delle aree idonee per l’installazione delle rinnovabili, sblocco urgente di 6 GW di autorizzazioni, verifica di un eventuale impegno europeo e nazionale per un price cap del gas, emanazione di tutti i decreti inspiegabilmente impanati riguardanti le rinnovabili” ha dichiarato Livio de Santoli, Ordinario di Energetica alla Sapienza Università di Roma.
“Stiamo vivendo un momento delicatissimo per quanto concerne il nostro futuro ma pare che nessuno se ne renda conto. Il tema principale da affrontare è, con ogni evidenza, la lotta al cambiamento climatico che non può essere considerata un fatto ‘tecnicò o un obiettivo ‘accessoriò che si aggiunge ad altri. Occorre un cambiamento culturale complessivo che riesamini criticamente il nostro modo di vivere, di svilupparci e di essere felici, oggi basato essenzialmente sul possesso e sulla quantità di beni e non sulle reali esigenze dell’uomo. E così, a Roma, la lotta ai rifiuti non si basa come impone la UE sulla riduzione alla fonte dei rifiuti (e dei consumi) ma su un megainceneritore che certamente produrrà energia neppure minimamente paragonabile a quella proveniente dalle fonti rinnovabili” ha detto Gianfranco Amendola, Magistrato ambientalista.

foto: Ufficio Stampa Fondazione UniVerde

(ITALPRESS).

Dal Mise 750 mln per “Green new deal”, da 17/11 le domande delle imprese

ROMA (ITALPRESS) – Prende il via il programma di investimenti del Ministero dello sviluppo economico per realizzare progetti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e innovazione negli ambiti di intervento del “Green new deal italiano”. Dalle ore 10 del 17 novembre 2022 tutte le imprese che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, potranno richiedere agevolazioni e contributi a fondo perduto per realizzare nuovi processi produttivi, prodotti e servizi, o migliorare notevolmente quelli già esistenti, al fine di raggiungere gli obiettivi di: decarbonizzazione, economia circolare, riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi, rigenerazione urbana, turismo sostenibile, adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico. Con 750 milioni di euro – a valere sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS), gestito da Mediocredito Centrale, e sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI), gestito da Cassa depositi e prestiti – verranno finanziati i progetti che prevedono investimenti, non inferiori a 3 milioni e non superiori a 40 milioni, da realizzare sul territorio nazionale. “Con strumenti diversi ma appartenenti ad un’unica strategia di politica industriale messa in campo dal Mise, sosteniamo le imprese italiane negli investimenti di decarbonizzazione e riconversione industriale puntando a realizzare una transizione ecologica che sia guidata dal buonsenso e non dall’ideologia”, dichiara il ministro Giancarlo Giorgetti. “La trasformazione green dei processi produttivi – aggiunge – è certamente un obiettivo strategico da perseguire e raggiungere, soprattutto in questo periodo dove gli effetti del conflitto in Ucraina, dal caro energia alla mancanza di materie prime, stanno mettendo a rischio la sostenibilità produttiva della nostra industria. Per questo motivo è importante avere un approccio pragmatico e costruttivo per tutelare le nostre imprese e individuare soluzioni che siano in grado di garantire un equilibrio in termini ambientali, sociali ed economici”. “E’ nostro compito – sottolinea Giorgetti – mettere a disposizione tutte le misure, anche quelle finanziate con il PNRR, che agevolino gli investimenti in ricerca e sviluppo di tecnologie innovative per accelerare i processi di riconversione industriale e ridurre l’impatto delle emissioni di C02 e i consumi in settori particolarmente energivori come la siderurgia e l’automotive”. Le imprese, anche in forma congiunta tra loro, potranno presentare le domande esclusivamente online attraverso il sito https://fondocrescitasostenibile.mcc.it , dove sarà attivata una fase di precompilazione a partire dal prossimo 4 novembre.
(ITALPRESS).

– credit photo agenziafotogramma.it –

Fiume Po, le piogge hanno attenuato gli effetti più gravi della siccità

ROMA (ITALPRESS) – Nonostante le piogge recentemente cadute in modo copioso, talvolta violento e distruttivo (fino a 150 mm) sull’intero territorio della pianura Padana, la siccità permane e in conseguenza il livello di severità idrologica emerso al termine dell’ennesimo incontro stagionale dell’Osservatorio sugli Utilizzi Idrici nell’area distrettuale del fiume Po rimane ancorato al colore rosso che si traduce, più semplicemente, in uno scenario complessivo di severità ancora elevata. Del resto il deficit pregresso, accumulato in svariati mesi senza alcuna precipitazione degna di particolare nota, ha creato un differenziale quasi incolmabile o comunque del tutto insufficiente a compensare, entro l’anno, le quote medie disponibili di risorsa idrica e, dunque, i pur immediati benefici all’indomani dei temporali dei giorni scorsi si sono velocemente esauriti.
Certo, si legge nella nota dell’Autorità, le registrazioni nelle diverse stazioni di rilevazione lungo l’asta del Grande Fiume proiettano un quadro parzialmente rigenerato, soprattutto se si considera che la stagione dei prelievi dell’irrigazione si sta rapidamente avviando alla conclusione anche con le anticipate raccolte di alcune colture come, per esempio, quella del pomodoro. Se si considera infatti la misurazione effettuata a Pontelagoscuro nel Delta alla fine del mese di luglio la quota non superava i 114 mc/s, mentre si è attestata a 540 mc/s subito dopo le ultime piogge (quindi ben sopra i 450 di portata minima storica) ed ora staziona abbastanza stabilmente attorno ai 400 mc/s; un dato che risulta essere assai rilevante e che consente di abbattere drasticamente la risalita delle acque salmastre. Il cuneo salino alla foce è passato dai 38-40 km di fine luglio ai 16-18 km attuali verificati da Arpae sul Po di Pila e ai 18-20 sul Po di Goro, una lunghezza diminuita che, conseguentemente alle previsioni meteorologiche, che indicano pioggia nel prossimo weekend, dovrebbe rimanere confinato a circa 22-24 km dalla costa Adriatica.
Sul fronte Grandi Laghi alpini le recenti piogge hanno consentito di aumentare, seppur sensibilmente, il livello di acqua invasata: il Lago di Como e quello di Iseo sono ancora prossimi ai limiti di regolazione, mentre il lago d’Idro è superiore alla quota di minimo invaso. Il lago Maggiore, dopo una immediata ripresa dei volumi, è nuovamente in vistoso calo con un riempimento al 19%, il Garda ha una percentuale al 28%.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

Alstom, 14 treni Coradia iLint sulla prima tratta 100% a idrogeno

ROMA (ITALPRESS) – Il Coradia iLint, il primo treno a idrogeno al mondo, ha oggi raggiunto un altro traguardo storico a Bremervòrde, in Bassa Sassonia, Germania. D’ora in poi verrà infatti utilizzato per il trasporto passeggeri sulla prima tratta al mondo al 100% a idrogeno. Questo treno regionale, a bassa rumorosità, emette soltanto vapore e acqua condensata. I 14 veicoli con propulsione a celle a combustibile appartengono alla Landesnahverkehrsgesellschaft Niedersachsen (LNVG), che si è occupata di cercare alternative ai treni diesel fin dal 2012 fornendo così l’impulso decisivo per lo sviluppo dei treni in Germania. Lo rende noto Alstom, azienda leader a livello internazionale nel campo della mobilità intelligente e sostenibile. Altri partner del progetto per questo debutto internazionale sono l’azienda ferroviaria e dei trasporti Eisenbahnen und Verkehrsbetriebe Elbe-Weser GmbH (evb) e la Linde, azienda di gas e di engineering.
“La mobilità a emissioni zero è uno degli obiettivi principali a garanzia di un futuro sostenibile e Alstom punta a diventare leader mondiale nei sistemi a propulsione alternativa per veicoli ferroviari. Il Coradia iLint, il primo treno a idrogeno al mondo, testimonia il nostro preciso impegno per una mobilità green abbinata a una tecnologia all’avanguardia. Siamo molto orgogliosi di poter includere questa tecnologia nel funzionamento di serie come parte di un’anteprima mondiale in collaborazione con i nostri straordinari partner” ha affermato Henri Poupart-Lafarge, CEO e presidente del Consiglio di amministrazione di Alstom.
Sulla tratta tra Cuxhaven, Bremerhaven, Bremervòrde e Buxtehude, 14 treni regionali Alstom a idrogeno verranno resi operativi da evb per conto di LNVG e andranno gradualmente a sostituire 15 treni diesel. Verranno riforniti quotidianamente e h24 dalla stazione di rifornimento d’idrogeno di Linde. Grazie a un’autonomia di 1000 km, le diverse unità Alstom del modello Coradia iLint a emissioni zero possono operare tutto il giorno con un solo serbatoio d’idrogeno sulla rete evb.
Nel settembre 2018 è stata effettuata, con successo, una prova di quasi due anni con due treni pre-serie. Nonostante numerosi progetti di elettrificazione in diversi Paesi, una parte significativa della rete ferroviaria europea è destinata a rimanere non elettrificata ancora molto a lungo. In diversi Paesi, il numero di treni diesel in circolazione è ancora elevato, in Germania ad esempio si contano più di 4000 vetture.
Alstom ha siglato attualmente quattro contratti per treni regionali alimentati a celle a combustibile a idrogeno. Due di essi in Germania: il primo per 14 treni Coradia iLint nella regione della Bassa Sassonia e il secondo per 27 treni Coradia iLint nell’area metropolitana di Francoforte.
Il terzo contratto coinvolge invece l’Italia, per la quale Alstom sta fabbricando 6 treni a idrogeno Coradia Stream da utilizzare nella regione Lombardia, con l’opzione di ulteriori 8 veicoli, mentre il quarto è di matrice francese e prevede 12 treni a idrogeno Coradia Polyvalent condivisi tra quattro diverse regioni del Paese. Inoltre il Coradia iLint è stato testato con successo in Austria, nei Paesi Bassi, in Polonia e Svezia, solo per citarne alcuni.
Il Coradia iLint è il primo treno passeggeri al mondo azionato a celle a combustibile a idrogeno che genera energia elettrica per la propulsione. Questo treno a emissioni zero è silenzioso ed emette solo vapore acqueo e condensa. Vanta anche diverse innovazioni: conversione in energia pulita, accumulo flessibile di energia in batterie e gestione intelligente della potenza motrice e dell’energia disponibile. Sviluppato specificamente per l’uso su linee non elettrificate, consente un funzionamento pulito e sostenibile a fronte di prestazioni comunque elevate. Sulla rete di evb, il treno viaggia a velocità comprese tra 80 e 120 riuscendo a raggiungere la velocità massima di 140 km/h.
iLint è stato progettato dai team Alstom di Salzgitter (Germania), nostro centro di eccellenza per treni regionali, e a Tarbes (Francia), centro invece di eccellenza per sistemi di trazione. Il progetto è stato promosso dal governo tedesco e lo sviluppo di Coradia iLint finanziato da quest’ultimo come parte del National Innovation Program for Hydrogen and Fuel Cell Technology (NIP).
Il Coradia iLint è stato inoltre premiato con il 2022 German Sustainability Design Award. Questo riconoscimento viene assegnato a soluzioni tecniche e sociali particolarmente efficaci nel promuovere la trasformazione verso prodotti, produzione e consumi sostenibili o uno stile di vita in linea con l’agenda delle Nazioni Uniti 2030. Lo stabilimento Linde di Bremervòrde contiene sessantaquattro serbatoi ad alta pressione da 500 bar per una capacità totale di 1800 kg, sei compressori a idrogeno e due pompe del combustibile. L’utilizzo di idrogeno come combustibile per treni riduce considerevolmente l’inquinamento ambientale, in quanto un chilogrammo di idrogeno sostituisce circa 4,5 litri di combustibile diesel. E’ inoltre in programma una produzione di idrogeno in loco tramite elettrolisi ed elettricità prodotta in modo rigenerativo, per cui sono già disponibili corrispondenti aree di espansione.
Il progetto è finanziato dal Ministero federale dei trasporti e dell’infrastruttura digitale come parte del National Hydrogen and Fuel Cell Technology Innovation Programme. Il contributo del governo federale ammonta a 8,4 milioni di Euro a copertura dei costi dei veicoli e a 4,3 milioni di Euro a copertura di quelli per la stazione di rifornimento. La direttiva sul finanziamento è coordinata da NOW GmbH e implementata dal Project Management Jùlich (PtJ).

foto: ufficio stampa Alstom

(ITALPRESS).

Incendio a Pantelleria, Pecoraro Scanio “15 anni di carcere per i piromani”

ROMA (ITALPRESS) – “Pantelleria è un’isola meravigliosa e merita un sostegno del Governo nazionale per la tutela e la valorizzazione ma anche per scovare e arrestate i criminali incendiari di questo incendio ma anche di quello del 2016 che sono ancora ignoti. Vanno usati i migliori strumenti investigativi di cui l’Italia dispone. Ma voglio anche ringraziare la protezione civile e tutti gli operatori e i volontari che subito hanno agito per circoscrivere il fuoco e limitare il danno”. Così all’Italpress il presidente della
fondazione Univerde ed ex ministro dell’ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in merito all’incendio che ieri sera ha investito l’isola.
Il decreto legge “Pecoraro Scanio” del 4 agosto 2000 introdusse il reato di incendio boschivo con l’aggravante del danno ambientale grave nelle aree protette. In pratica una pena aumentata con minimo 6 anni e un massimo di 15 anni. Ma sembra che non basti a dissuadere gli autori di questi roghi quasi sempre dolosi. “Era l’estate del 2000 con numerosi incendi e da ministro dell’agricoltura e delle foreste – spiega Alfonso Pecoraro Scanio – presi l’iniziativa e in una seduta molto dura del consiglio dei ministri mi assunsi la responsabilità di proporre io l’introduzione del 423 bis nel codice penale”.
“La natura – sottolinea – era considerata non meritevole di una tutela adeguata contro questi criminali. Introdussi invece proprio un’aggravante per il danno ambientale grave e le aree protette”. “Ora con le norme – aggiunge – le forze di polizia e la magistratura hanno gli strumenti e proprio dopo il decreto legge istituii anche i nuclei investigativi del corpo forestale e quello antincendi e mi avvalsi di validi ufficiali come gli attuali generali Giuseppe Vadalà, oggi commissario di governo per le bonifiche o Sergio Costa divenuto poi ministro. In questi anni sono stati arrestati tanti incendiari ma purtroppo servono processi veloci e condanne esemplari”, conclude Pecoraro Scanio che volle da ministro dell’ambiente il parco nazionale di Pantelleria nella finanziaria 2007 e solo dopo il grave incendio del 2016 si sbloccò l’iter di istituzione del parco.
credit photo Fondazione UniVerde
(ITALPRESS).