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Rapporto di sostenibilità IGT, crescono le iniziative ambientali

ROMA (ITALPRESS) – IGT pubblica il Rapporto di Sostenibilità 2021 per l’Italia. Il Rapporto, che delinea la migliore performance ambientale, sociale e di governance (ESG) dell’Azienda degli ultimi anni, ne racconta l’impegno nella creazione di valore nei territori che ospitano il suo business e il concretizzarsi della sua strategia di sostenibilità. In Italia, IGT gestisce le concessioni di tutte le lotterie italiane: una presenza consolidata nel mercato italiano grazie ai più alti standard di servizio, integrità e responsabilità. A partire dagli ultimi mesi del 2021, il Gruppo IGT ha lavorato allo sviluppo del Piano di Sostenibilità “IGT: Inspiring Global Transformation” con l’obiettivo di identificare, all’interno della propria performance di sostenibilità, le aree di miglioramento. Il Piano, che sarà approvato dal Comitato di Sostenibilità Globale durante il 2022, è costituito da quattro ambizioni, declinate in diversi obiettivi strategici.
Tali obiettivi, identificati a livello globale, sono stati poi calati nella realtà italiana, allo scopo di integrare ulteriormente la sostenibilità lungo tutta la catena del valore.
“Gli importanti risultati raggiunti sono il frutto dell’impegno e della dedizione che le persone di IGT hanno saputo dimostrare nonostante le imprevedibili discontinuità degli ultimi due anni – ha dichiarato Fabio Cairoli, CEO di IGT Lottery -. In questo nuovo scenario, abbiamo saputo cogliere delle opportunità inaspettate per continuare il nostro percorso di sostenibilità. Oggi possiamo dire di aver saputo raggiungere e mantenere un nuovo equilibrio, sul quale potremo contare per affrontare le sfide che ci attendono”.
Sono quattro le priorità su cui è basato l’impegno di IGT: la valorizzazione e protezione delle persone; la promozione della responsabilità; il supporto alla comunità; la sostenibilità lungo la catena del valore.
La valorizzazione e protezione delle persone: IGT in Italia si impegna a mantenere un ambiente sicuro, inclusivo equo e gratificante, in cui tutti dipendenti si sentano apprezzati, rispettati e incentivati a contribuire al business aziendale nel pieno rispetto delle politiche globali sui diritti umani. Nell’ambito del proprio impegno verso la costruzione di una cultura e una consapevolezza rispetto ai temi della diversità e dell’inclusione, l’Azienda sostiene, tra gli altri, progetti che supportano la Gender Equality e il miglioramento della qualità della vita lavorativa delle persone diversamente abili, costruendo un ambiente professionale che garantisca piena partecipazione. Con l’obiettivo di garantire la salute e la sicurezza fisica e mentale di tutte le persone sul posto di lavoro, IGT promuove un adeguato equilibrio vita personale-professionale. Sin dall’inizio della pandemia, l’Azienda si è preoccupata di come far evolvere le modalità di lavoro, considerando la flessibilità una componente essenziale.
Nel 2021, il progetto globale “Future Ways of Working” ha permesso di riorganizzare gli spazi destinati agli uffici, con un programma finalizzato a ottenere il massimo beneficio tra l’opportunità offerta dallo Smart Working e il progressivo ritorno al contatto fra colleghi.
La promozione della responsabilità: Etica e integrità sono i presupposti sui quali impostiamo le nostre attività. Garantiamo la correttezza delle operazioni con procedure costantemente aggiornate. La tutela e il trattamento dei dati personali rappresentano una sfida della digitalizzazione. Governiamo in modo etico e responsabile il rapporto tra innovazione e protezione dei dati, applicando misure di prevenzione e protezione con la migliore tecnologia esistente.
Il programma di Gioco Responsabile di IGT in Italia continua ad avere un ruolo di primo piano nella strategia di sostenibilità dell’Azienda. Il 2021 ha rappresentato la conferma degli impegni assunti da IGT a livello internazionale, con il riconoscimento del programma di gioco responsabile a tutela dei giocatori, ottenuto da World Lottery Association (WLA), e con la re-certificazione triennale da parte di European Lotteries, che posiziona IGT Lottery tra le prime lotterie europee ad aggiudicarsi per la quinta volta consecutiva la certificazione di Gioco Responsabile.
Il supporto alla comunità: IGT in Italia supporta le comunità in cui opera attraverso programmi che si allineano con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG) delle Nazioni Unite. Tali programmi sono progettati e condotti in modo da promuovere lo sviluppo delle comunità e creare valore per il territorio.
Formazione dei giovani, inclusione sociale, innovazione tecnologica e valorizzazione del patrimonio storico-artistico rappresentano i cardini dell’impegno aziendale verso la comunità. Nel 2021, IGT in Italia ha proseguito il percorso di valutazione dell’impatto sociale generato da alcuni dei suoi progetti più importanti, tra i quali “High Tech High School (HTHS)” e “Seguiamo la Cometa”; la continuità dell’impegno consente all’Azienda di migliorare i risultati delle attività a supporto della crescita formativa dei ragazzi e delle comunità coinvolte.
La sostenibilità lungo la catena del valore: Una relazione costante con la rete di vendita e con i clienti ci permette di concepire idee sempre innovative sui prodotti e di erogare servizi di assistenza innovativi e tempestivi attraverso diversi canali. IGT in Italia garantisce che i propri fornitori soddisfino elevati standard economici, etici e ambientali come indicato nel Codice di condotta dei fornitori. L’Azienda ha individuato nel contrasto al cambiamento climatico uno dei pilastri chiave della propria visione di crescita, dedicandosi alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente in un processo di continuo miglioramento della propria performance ambientale ed energetica, mettendo a disposizione adeguate risorse per perseguire una crescita sostenibile.
In questo contesto, IGT ha deciso di aderire all’iniziativa Science Based Targets (SBTi), impegnandosi ufficialmente a ridurre le proprie emissioni di gas serra e a contenere il proprio impatto ambientale. Infine, nel processo di miglioramento dei sistemi di gestione dei propri servizi, l’Azienda si impegna ad annullare, entro la fine del 2022, le emissioni CO2 legate all’approvvigionamento di elettricità, consumando nelle sedi italiane solo energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e certificata da Garanzie di Origine (GO).

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

Raccolta e riciclo di carta e cartone, nel 2021 Italia da record

MESSINA (ITALPRESS) – L’Italia è ancora una volta campione d’Europa, ma questa volta all’insegna della sostenibilità. A stabilirlo è il ventisettesimo Rapporto Annuale sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia presentato da Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base Cellulosica. Nel 2021, oltre 3,6 milioni di tonnellate di materiale cellulosico sono stati differenziati complessivamente in tutto il Paese. In particolare, il Sud Italia ha visto una crescita positiva del 4,3% grazie all’impegno di realtà come quella di Messina, classificata quest’anno capolista tra i comuni più virtuosi d’Italia, scelta proprio come sede della presentazione dei dati nazionali.
“Il 2021 è stato nuovamente segnato da una crescita positiva per il nostro Paese nella raccolta differenziata di carta e cartone: il 3,2% in più rispetto al 2020 – dichiara Alberto Marchi, presidente di Comieco -. Grazie all’azione coordinata di cittadini, Comuni e gestori, per la prima volta nel 2021 abbiamo superato i 60 chilogrammi di materiale raccolto per abitante a livello nazionale. Un risultato importante, impreziosito dal consolidamento dal tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici, attestatosi all’85% e che per il secondo anno ci permette di superare l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2030”.
Risultati frutto di un “dream team” affiatato, un gioco di squadra in cui Comieco opera da playmaker, ma dove ogni membro della squadra è chiamato ad un ruolo preciso da coprire per garantire la circolarità del settore. Risultati concreti che sono la base per ulteriore crescita nei prossimi anni: i margini ci sono e non sono trascurabili. Solo con un grande impegno condiviso sarà possibile raccogliere e avviare a riciclo 800.000 tonnellate di carta e cartone che ancora si stima finiscano nell’indifferenziato, con il duplice obiettivo di ridurre il gap del Sud con il Nord e sviluppare la raccolta sull’intero territorio nazionale.
Il Rapporto delinea una situazione italiana caratterizzata da un andamento ovunque positivo, i volumi complessivi di raccolta comunale crescono di oltre 110.000 tonnellate, segnale importante dopo lo stop registrato con i dati del 2020.
Al Nord i dati mostrano come si sia tornati ai livelli 2019 recuperando completamente il passo falso del 2020. La raccolta cresce di 36mila tonnellate (+2%), con Liguria e soprattutto Emilia-Romagna a trascinare la ripresa. Quest’ultima, con oltre 88 kg/anno di raccolta pro-capite, si colloca anche in testa alla graduatoria a livello nazionale. Una menzione particolare per la Lombardia che con oltre 570mila tonnellate è il bacino regionale più rappresentativo in termini di volumi raccolti.
Il Centro, che nel passaggio da 2019 al 2020 era sceso di oltre 20mila tonnellate, fa registrare un +37mila ton (+4,5%) recuperando con gli interessi quando era stato perduto. Anche in questo caso il traino viene da un territorio che ha il riciclo nel proprio DNA. La Toscana, grazie alla ripresa dei flussi turistici ma anche a interventi sui servizi, contribuisce per quasi il 50% alla crescita d’area e con oltre 85 kg/ab si posizione al secondo posto nazionale della raccolta pro-capite.
Il Sud conferma anche nel 2021 l’aumento della raccolta differenziata di carta e cartone e il suo percorso di recupero nei confronti delle macroaree Nord e Centro con 38.000 tonnellate in più: una crescita del 4,3%, migliore di quanto fatto l’anno precedente. Il salto più consistente è quello della Sicilia che con +14mila tonnellate supera i 40 kg/ab per la prima volta nella sua storia, contribuendo per ben 1/3 alla crescita del Mezzogiorno e per il 13% alla crescita complessiva nazionale. Il modello però è quello della Sardegna che con oltre 60 kg/ab guida la classifica pro-capite al meridione ed è in linea con il dato medio nazionale. Se tutto il Sud raccogliesse come l’isola dei nuraghi si arriverebbe ad una raccolta complessiva di oltre 1,2 milioni di tonnellate rispetto alle 940mila attuali.
Il trend di crescita nazionale deve svilupparsi su un doppio binario: più quantità, ma anche più qualità. Se, infatti, la raccolta del cartone presso le attività commerciali si conferma su standard di eccellenza (frazioni estranee = 0,79%), sul versante “famiglie” in media circa il 50% delle quantità gestite da Comieco necessita di una lavorazione industriale per il raggiungimento di livelli soddisfacenti, percentuale che al Sud arriva al 75%. Assicurare la migliore qualità già in fase di raccolta diventa quindi essenziale per migliorare l’efficienza e l’economicità lungo tutta la filiera del riciclo.
La prima parte del 2021 è vissuta ancora nel solco dell’incertezza per gli operatori della filiera, in particolare i convenzionati hanno puntato sul ruolo sussidiario di Comieco garante del riciclo affidando al Consorzio quote crescenti di materiale. Nella seconda metà dell’anno, la richiesta interna ed estera di materiale e quotazioni in crescita hanno invertito la tendenza e molti convenzionati hanno così ridotto il ricorso a Comieco e riciclato al di fuori della convenzione parti crescenti della propria raccolta. La filiera, attraverso Comieco e il sistema delle convenzioni, si conferma sussidiaria al mercato garantendo comunque la circolarità del sistema.
Come dichiara Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, “attraverso le 983 convenzioni attive, nel 2021 Comieco ha corrisposto ai Comuni 218 milioni di euro, con un aumento del 44% rispetto al 2020, per la presa in carico e l’avvio a riciclo di oltre 2,5 milioni di tonnellate, pari a circa il 70% della raccolta differenziata comunale in Italia: il picco massimo di quantità gestite in tanti anni di storia”.
Una crescita significativa (+67 milioni di euro rispetto al 2020) avvenuta in parte per i maggiori volumi presi in carico dal Consorzio, ma soprattutto per i nuovi corrispettivi per imballaggi (+24 milioni) e per le frazioni similari (+43 milioni) introdotti dal 1° maggio 2020 con l’entrata in vigore del quinto ciclo dell’accordo ANCI-CONAI, applicati per la prima volta nell’arco di 12 mesi. A questi vanno aggiunti oltre 46milioni di euro per i servizi di valorizzazione per un totale di risorse al territorio di 264 milioni di euro.
Dal Rapporto Comieco risulta come l’Italia per il secondo anno consecutivo abbia raggiunto l’obiettivo UE 2030 per il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato all’85%, sia attraverso le raccolte differenziate comunali, sia con i flussi di imballaggi intercettati presso aziende e grandi utilizzatori. Un risultato importante, raggiunto grazie alla capillarità del sistema industriale del Belpaese, pronto a ripartire dopo un periodo drammatico come quello vissuto in due anni di pandemia, non solo con i consumi, ma anche con i servizi alla base della cura del territorio. A partire dalle realtà considerate più periferiche, ma in grado di dare all’intera nazione un contributo enorme anche in termini ecologici.

– foto ufficio stampa Comieco –
(ITALPRESS).

Green Deal europeo, consumatori decisivi per l’obiettivo circolarità

MILANO (ITALPRESS) – Normative semplici e credibili per regolare lo smistamento e il riciclo dei rifiuti sono essenziali per educare i consumatori alla conoscenza del riciclo e dei materiali di packaging: ecco quanto è emerso dall’incontro di un gruppo di esperti invitati a partecipare a un dibattito organizzato in occasione della Green Week europea. La tavola rotonda, ospitata da Pro Carton, l’Associazione europea dei produttori di cartone e cartoncino, ha valutato l’impatto del Green Deal sull’industria del packaging e il ruolo giocato dal packaging a base di fibre nel perseguimento di un’economia circolare. Tutti i partecipanti si sono dimostrati concordi nell’affermare che la partecipazione dei consumatori è l’elemento più importante per consentire al settore di andare nella direzione definita dal Green Deal.
Con un panel formato da specialisti di ogni fase della supply chain, tra cui Tiina Pursula, SVP Sustainability, Division Packaging Materials, Stora Enso, Monika Romenska, Regulatory &
Public Affairs Manager, EXPRA; Klaus Hockl, Managing Director Cardbox Packaging, e Winfried Muehling, General Manager, Pro Carton, la discussione ha messo in evidenza come una mancata comprensione dei sistemi di riciclo da parte dei consumatori ostacoli fortemente l’industria nel raggiungimento degli obiettivo previsti dal Patto.
Secondo Winfried Muehling “il consumatore deve disporre di un sistema di riciclo chiaro e semplice, perchè altrimenti non potrà fare ciò che gli chiediamo e i nostri sforzi saranno vanificati”. Hockl ha aggiunto che “il coinvolgimento dei consumatori è al 100% la chiave del successo per migliorare ulteriormente i tassi di riciclo già elevati”, mentre per Romenska “i consumatori devono essere motivati e credere che i loro sforzi stiano contribuendo fattivamente a ridurre l’impatto ambientale”.
Tra gli altri temi, il dibattito ha sottolineato l’importanza dello sviluppo di sistemi di raccolta dei rifiuti a livello nazionale, regionale e locale. Tiina Pursula sostiene che “è assolutamente fondamentale riuscire a separare tutto il packaging dal resto della raccolta…questa è l’unica cosa che favorisce il riciclo rendendo il processo economicamente sostenibile”, mentre Hockl ritiene che i sistemi debbano essere coerenti in ciascun Stato membro: “Nel corso degli ultimi due anni molti Paesi hanno applicato molteplici regole, rendendo il Green Deal europeo poco chiaro e poco fattibile”.
A maggio, la Commissione Europea ha presentato i dettagli delle sue direttive sui rifiuti di imballaggio che mirano a introdurre una soluzione armonizzata. Un obiettivo, secondo Romenska, molto ambizioso, sia a causa della difficoltà insite nel tentativo di adottare le stesse modalità di raccolta del packaging in Paesi diversi, sia per il grande investimento economico che richiederebbe una modifica dei sistemi di raccolta e smistamento. Pur riconoscendone la difficile realizzazione, anche Muehling ha confermato che una soluzione armonizzata sarebbe auspicabile: “anche solo poter separare il packaging a base di fibre da altri rifiuti sarebbe un enorme vantaggio.”
Benchè il sentiero che porta al raggiungimento degli obiettivi del Patto sia disseminato di sfide, l’industria del packaging potrà cogliere questa occasione per migliorare. Secondo Pursula “saranno tante le opportunità di creazione di prodotti realmente circolari, che miglioreranno ulteriormente anche il sistema di riciclo delle fibre”. Romenska ha inoltre citato iniziative di vari Paesi. Per esempio, a Malta si sta sfruttando l’IoT per lo smistamento dei container: “Una prova concreta di come la digitalizzazione possa offire nuove prospettive”.
Anche funzionalità e sicurezza alimentare sono stati considerati tra i fattori fondamentali da prendere in esame per l’implementazione delle nuove linee guida. Per alcuni, come Pursula di Stora Enso, la funzionalità è il vero punto di partenza; il packaging serve a proteggere il prodotto e, pertanto, i materiali usati devono essere utilizzati tenendo presento lo scopo finale.
Anche Hockl si è mosrato d’accordo sull’importanza dei due temi, dichiarando che “la sicurezza del prodotto alimentare è assolutamente prioritaria, oltre che fondamentale per la credibilità dell’industria che propone al consumatore packaging capaci di proteggere adeguatamente il cibo”.
Durante la discussione sono state anche sottolineate le caratteristiche “green” del cartoncino che, in contrapposizione con altre tipologie di materiale, rendono questa fibra ideale per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo. Secondo Muehling “una delle maggiori sfide che i brand di oggi devono affrontare è legata proprio all’impatto che i propri prodotti hanno sull’ambiente. Se non si è attenti a questi aspetti il rischio più grande è quello di essere attaccati dalle associazioni di consumatori sempre più attente ai temi della sostenibilità ambientale”.
Le fibre cellulosiche possono essere riciclate più di 25 volte con una perdita minima o nulla di integrità, senza nessun effetto negativo sulle proprietà meccaniche. Tutto ciò diventa decisivo, ha aggiunto Muehling, se consideriamo che per il 60% dei consumatori l’impatto ambientale di un prodotto influenza le decisioni d’acquisto.
In conclusione, Muehling ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra industrie: “Non è possibile risolvere i problemi attuali agendo ognuno per conto proprio. E’ necessario il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti per rispondere alle sfide che ci troviamo ad affrontare. Un dialogo aperto e soluzioni efficaci sono proprio ciò di cui il nostro settore e l’ambiente hanno bisogno e sono certo che l’industria del packaging a base di fibre farà la sua parte”.
La tavola rotonda organizzata da Pro Carton è stata gestita in collaborazione con Packaging Europe e la discussione è stata moderata da Elisabeth Skoda.

– foto ufficio stampa Mediatyche –
(ITALPRESS).

Marchini “Tutela risorse e sostenibilità centrali per Sanpellegrino”

ROMA (ITALPRESS) – “Da diversi anni abbiamo avviato delle pratiche di gestione delle risorse idriche estremamente virtuose, nel 2021 abbiamo ridotto del 22 per cento i consumi di acqua industriale, siamo riusciti a migliorare l’impronta idrica dei nostri prodotti riducendo del 38 per cento il consumo di acqua di processo, che ora è di 0,08 litri per ogni litro di acqua minerale imbottigliata”. Lo ha detto nel corso di un’intervista con l’agenzia Italpress, Fabiana Marchini, responsabile sostenibilità gruppo Sanpellegrino. “Nel 2020 – ha spiegato Marchini – abbiamo certificato lo stabilimento di San Pellegrino Terme secondo lo standard internazionale che certifica la virtuosa gestione della risorsa idrica, siamo in corso di certificazione dello stabilimento di Acqua Panna, ed entro il 2025 certificheremo tutti i nostri stabilimenti. Come gruppo Sanpellegrino – ha proseguito – crediamo molto nell’importanza di seguire un modello di business improntato alla condivisione di valore condiviso, che impatti positivamente nella comunità e nella società, perchè è fondamentale tutelare le risorse per le generazioni future”.
“Per questo motivo abbiamo preso l’impegno per il 2025 di sviluppare dei progetti che siano in grado di generare un impatto positivo, ovvero riuscire ad aiutare i territori dove operiamo a trattenere più acqua di quella che noi utilizziamo, con progetti che – continua – siano in grado di contrastare il deterioramento idrologico che è in atto, e che è conseguente al cambiamento climatico, alla maggiore urbanizzazione, al maggiore uso che si fa di acqua, e anche al cattivo stato delle infrastrutture”. “Quanto pesa il caro energia nel nostro settore? La situazione inflattiva è sotto gli occhi di tutti, però è anche vero – ha risposto Marchini – che attraverso una gestione virtuosa stiamo facendo fronte alla situazione contingente e ci impegniamo a costruire un percorso di crescita che sia sostenibile nel tempo: nel 2021 abbiamo comunque investito 58 milioni di euro sulle nostre fabbriche generando di fatto anche un valore per il territorio dove operiamo”.
Quanto incidono le acque funzionali in termini di sostenibilità? “E’ un trend mondiale in crescita, e rappresenta un driver di sviluppo della categoria. Nel nostro modello di business – ha affermato Marchini – che è volto alla creazione di valore condiviso, tre sono le aree in cui focalizziamo il nostro valore di business: la generazione di valore per le persone, per la comunità, e il pianeta. La creazione di valore per le persone passa anche attraverso l’offerta di prodotti che garantiscano una corretta idratazione, tra cui anche le acque funzionali. Con Levissima siamo leader nel settore e, attraverso anche tutta una serie di progetti come ‘A scuola d’acquà, riusciamo a dare la corretta informazione su quelle che sono le principali pratiche da implementare per una corretta idratazione”, ha concluso.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Pecoraro Scanio “Golfo di Napoli balneabile obiettivo possibile”

NAPOLI (ITALPRESS) – Dopo il lancio della XII edizione al Circolo Canottieri Roma, è iniziato il tour lungo le coste italiane di Mediterraneo da remare. Questa mattina la campagna itinerante promossa dalla Fondazione UniVerde, in collaborazione con Marevivo e con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, ha fatto tappa a Napoli presso il Reale Yatch Club Canottieri Savoia. “Il Golfo di Napoli disinquinato, balneabile e plastic free è un obiettivo ambizioso ma possibile, e oggi rilanciamo questo messaggio – ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde -. La campagna Mediterraneo da remare #PlasticFree si connette sempre più a quella per la transizione EcoDigital perchè è possibile monitorare, attraverso l’uso intelligente dell’innovazione tecnologica, l’effettività di un percorso virtuoso di economia circolare e di tutela dei nostri mari usando per esempio nuovi motori elettrici o le navi dissalatrici”.
“Il tema del disinquinamento del Golfo di Napoli è pluridecennale e deve trovare soluzione. Ecco perchè l’azione dei sindaci e di tutti gli amministratori locali delle città campane che su questo tratto di costa si affacciano, ma anche quelle dell’entroterra, è importante – ha aggiunto -. Senza iniziative concrete sui territori non si possono conseguire gli obiettivi nazionali ed internazionali di miglioramento della qualità ambientalè.
‘Confermiamo ed implementiamo il nostro impegno a favore della sostenibilità, del rispetto del mare e dell’ambiente – ha sottolineato Carmine Esposito, responsabile Marevivo Campania -. Le calamità e le catastrofi naturali degli ultimi mesi ci mettono sempre più di fronte alla realtà della mancanza di tempo per agire. Il profitto deve essere sostenibile, così come gli investimenti nel fare impresa. Non solo perchè è eticamente corretto e perchè ci è richiesto anche dagli SDGs dell’Onu, ma anche perchè il prezzo da pagare nelle vite umane è un sacrificio troppo grande per non correre ai ripari”.
Fabrizio Cattaneo della Volta, presidente Reale Yatch Club Canottieri Savoia, ha affermato che “siamo sempre stati molto vicini ai temi della sostenibilità ambientale e siamo felici di scendere in campo con i nostri atleti contro la plastica in mare. Tra i valori che cerchiamo di tramandare ai tesserati ci sono anche quelli del rispetto della natura, del mare e di ciò che ci circonda. In passato, fin dal 1993 come Circolo nautico abbiamo dato vita a numerose iniziative di pulizia dei fondali nel porto di Santa Lucia, oggi ci impegniamo ad essere un circolo plastic free, sensibilizzando anche soci e armatori, ben conoscendo le problematiche di questo aspetto”.
Felice Casucci, assessore al Turismo della Regione Campania, in un messaggio agli organizzatori dell’iniziativa ha sottolineato che “la Regione Campania attribuisce un particolare rilievo al turismo sportivo e a quello nautico. Innumerevoli sono le Feste del Mare organizzate in ambito regionale, con la fattiva partecipazione della componente pubblica. I temi della portualità e dei trasporti marittimi incidono in maniera significativa sull’offerta turistica regionale. Un mondo ricco, variegato ed economicamente rilevante muove interessi che possono coniugarsi con le strategie del partenariato territoriale”.
“Nella Delibera della Giunta Regionale della Campania n. 324 del 20 luglio 2021, con la quale si è sostenuta la progettualità di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, è riservata una particolare attenzione anche al turismo sportivo – ha spiegato -. E, non da ultimo, la vocazione mediterranea del nostro sistema regionale ci rende strategici in una logica di turismo internazionale, anche di alta gamma. Alla luce di tutto ciò appare evidente che l’iniziativa Mediterraneo da remare ha una valenza fortemente attrattiva per i modelli di turismo sostenibile a cui la Regione Campania ispira la propria azione”.
Per Flavia Sorrentino, vicepresidente del Consiglio comunale di Napoli, “la campagna Mediterraneo da remare promuove la transizione dai vecchi modelli turistici a un turismo sostenibile e responsabile, una sfida necessaria a dare un contributo per prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico in atto. Dobbiamo impegnarci per applicare questa visione al ‘sud’, un territorio in grado di combinare arte, cultura, archeologia, ma anche tutte quelle attività in perfetto equilibrio tra natura e cultura. Il nuovo turismo dovrà essere il più grande alleato della sostenibilità ambientale e una risorsa per le nostre città. Un patrimonio culturale, ambientale e sociale da incentivare e valorizzare”.
Pietro Giuseppe Vella, direttore marittimo della Campania e Comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, ha evidenziato che “la tutela dell’ambiente marino e costiero costituisce, da sempre, una delle attività primarie del Corpo. Una Amministrazione competente, più di ogni altra, a questa forma di tutela che si sviluppa in maniera diversificata, con una azione di vigilanza e controllo ampia sull’applicazione delle leggi nazionali e che coglie l’essenza della cooperazione internazionale quando rivolta ad assicurare il rispetto delle convenzioni internazionali. Le Capitanerie sono presenti anche in un momento diverso, quando partecipano ed animano le iniziative per promuovere la cultura del mare e contribuire ad una rinnovata coscienza ambientale, al fianco di istituzioni, enti ed associazioni”.
All’evento sono inoltre intervenuti Carmen Di Penta (Direttore Generale di Marevivo), Sergio Avallone (Consigliere Nazionale Federazione Italiana Canoa e Kayak – FICK), Bruno Mascarenhas (Campione olimpico di canottaggio e testimonial della campagna #MediterraneoDaRemare) e Mariagrazia Cesaria che ha portato i saluti e il sostegno all’iniziativa di Andrea Annunziata (Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale).
La XII edizione della campagna Mediterraneo da remare vede rinnovata la Main partnership con Castalia Consorzio Stabile S.C.p.A., che da oltre 30 anni opera in Italia e all’estero per la salvaguardia e la tutela del mare ed è impegnata nella costante ricerca e sperimentazione di nuove soluzioni e tecnologie innovative volte alla salvaguardia dell’ambiente marino, delle risorse del mare e allo sviluppo del turismo nautico. La tappa a Napoli è stata promossa in partnership con: Reale Yatch Club Canottieri Savoia, Federazione Italiana Canoa e Kayak, Marnavi, Consorzio Servizi Integrati, Opera2030 e SOS Terra Onlus.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere la transizione dai vecchi modelli turistici a un turismo sostenibile e responsabile sui litorali marini, fluviali e lacustri; disincentivando l’uso di natanti inquinanti a favore di quelli ecologici e contrastando l’inquinamento da plastiche e microplastiche nei mari, fiumi e laghi, con il focus #PlasticFree.
Finalizzata al contrasto di altre forme di inquinamento e danneggiamento degli ecosistemi marini è la rinnovata partnership con Marnavi, compagnia di navigazione che con lo scopo di proporre una soluzione innovativa al problema dell’approvvigionamento di acqua potabile alle isole ed alle aree costiere ha unito i concetti di sostenibilità ambientale, efficienza del servizio, contenimento dei costi e qualità dell’acqua destinata al consumo dei cittadini mediante la progettazione di un dissalatore marino mobile che consente di evitare la devastazione prodotta dagli impianti di dissalazione fissi, soprattutto nei punti di scarico della salamoia, e che peraltro ben si presta anche al trasporto di acqua potabile, in questo grave e prolungato periodo di siccità.
Nell’ambito dell’incontro si è tenuta una remata simbolica con i canoisti e canottieri della Federazione Italiana Canoa e Kayak e del Reale Yatch Club Canottieri Savoia per promuovere l’uso di natanti ecologici e sensibilizzare al contrasto dell’inquinamento da plastica nei mari.

– foto ufficio stampa Fondazione Univerde –
(ITALPRESS).

Sostenibilità, Atlantia confermata nell’indice Ftse4Good

ROMA (ITALPRESS) – Atlantia è stata confermata nel FTSE4Good Index Series, collocandosi fra il 10% delle migliori aziende del settore “Industrial Goods and Services”. FTSE4Good è un indice internazionale, pioniere nelle valutazioni ESG da oltre vent’anni, che valuta tramite metriche trasparenti e uniformi le performance ambientali, sociali e di governance (ESG) di oltre 7.000 aziende in tutto il mondo.
Sempre sul fronte della sostenibilità, Atlantia è stata confermata anche nella revisione semestrale dell’indice MIB ESG, che include le 40 società del listino italiano più impegnate a tradurre con azioni concrete e misurabili la sostenibilità sociale, ambientale e le buone prassi di governance nel proprio business e lungo la catena del valore. Sempre nel corso del 2022, la holding è entrata a far parte per la prima volta nel Bloomberg Gender Equality Index e ha visto migliorare il rating ESG misurato da Sustainalytics per due volte in un semestre.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Atlantia-

Conou, il 98% degli oli usati raccolti è stato avviato a rigenerazione

MILANO (ITALPRESS) – Portare l’economia circolare in testa alle agende politiche è una priorità per l’Italia e una risposta concreta alle crisi globali in atto. Questa è anche la formula vincente che ha adottato il Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati da oltre 40 anni, che comporta benefici tangibili sia per l’ambiente sia per l’economia del nostro Paese. Di tutto questo si è parlato durante la presentazione del Rapporto di Sostenibilità 2021, redatto dal CONOU con il supporto di Deloitte Italia e revisionato da Ernst&Young.
Con 186mila tonnellate di olio minerale usato raccolte nel 2021, pressochè la totalità della quantità raccoglibile, il CONOU ha confermato il traguardo del massimo raccoglibile nel Sistema, risalendo la china provocata dalla caduta dei consumi a causa della pandemia (+8% rispetto al 2020).
Dell’olio raccolto, in continuità con l’anno scorso, oltre il 98% è stato avviato a rigenerazione, confermando una sostanziale “circolarità” completa da cui è venuto un significativo alleggerimento della bilancia energetica del Paese. Grazie al sistema CONOU è stata infatti ottenuta una riduzione di circa 82,6 milioni di euro sulle importazioni di greggio in Italia (dato che riportato alle quotazioni del petrolio attuali equivarrebbe a un risparmio di oltre 150 milioni di euro).
“Le previsioni ottimistiche di un 2021 con trend di attenuazione della crisi pandemica e di ripresa del mercato, sono state bruscamente impattate dall’aumento dei prezzi dell’energia. In questo difficile scenario – sottolinea Riccardo Piunti, presidente del CONOU – il prezioso ruolo di bilanciamento del Consorzio realizzato nella Filiera ha permesso non solo di salvaguardare ma addirittura migliorare l’attività di raccolta e rigenerazione, rendendoci paradigma di eccellenza e punto di attenzione in Europa”.
“Nel biennio 2020-2021 possiamo vantare una sempre miglior gestione della qualità degli oli usati, che ci ha permesso di concentrare solo in quell’1,5% di olio usato inviato a combustione una buona parte di inquinanti che un tempo venivano diluiti. Al tempo stesso – ha aggiunto – si è consolidato il nostro impegno rispetto alla salute dell’uomo e alla integrità dell’ecosistema: con la nostra sola attività di un anno, abbiamo contribuito a preservare oltre 13mila anni di vita ‘sanà e ad evitare la scomparsa di oltre 9 specie viventi”.
Lotta al cambiamento climatico, salvaguardia degli ecosistemi e delle risorse naturali, risparmio energetico e innovazione tecnologica: sono questi i temi-chiave del Rapporto di Sostenibilità 2021, presentato oggi alla presenza di autorevoli rappresentanti delle istituzioni – il Capo Segreteria Tecnica del Ministero della Transizione Ecologica, Renzo Tomellini; Maria Alessandra Gallone, segretaria della Commissione Ambiente del Senato; Chiara Braga, Membro della Commissione Ambiente della Camera -, di Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, di Monica Palumbo, Partner di Deloitte Sustainability, e Giuseppe Calonico dell’Azienda Rosso.
Il documento racconta i risultati raggiunti dalla Filiera CONOU che, dalla raccolta alla rigenerazione, si occupa dell’olio lubrificante usato: un rifiuto altamente pericoloso che se gestito correttamente può trasformarsi in una importante risorsa. Anche quest’anno, l’attività del Consorzio si conferma come un’eccellenza assoluta a livello europeo: in Europa mediamente si raccoglie poco più del 41% dell’olio immesso al consumo (in Italia siamo a 46%) e, di questo, se ne rigenera solo il 61% (vs il ns 98%).
Inoltre il CONOU si pone in Europa come esempio avanzato e rodato per quasi 40 anni di applicazione del sistema EPR (Responsabilità Estesa del Produttore), suscitando interesse e attenzione da parte di Paesi che, al momento, non hanno ancora completamente imboccato questa direzione.
Nel 2021 l’attività del CONOU ha portato vantaggi concreti e misurabili all’ambiente, alla salute umana, all’economia, mostrando la superiorità del proprio modello “circolare” rispetto ai sistemi tradizionali che prevedono la produzione di basi lubrificanti dal petrolio.
Ecco di seguito alcuni numeri degli impatti ambientali evitati: 89,5 mila tonnellate di emissioni di CO 2 eq evitate, con un impatto inferiore del 49% rispetto al sistema alternativo; 1,2 milioni di tonnellate di impoverimento di carbonio nel suolo risparmiate all’anno; 38 milioni m 3 di acqua risparmiata all’anno, con un impatto inferiore del 74%; 97% di tonnellate di clorobenzene equivalente (tossico per l’uomo) prodotte.
Il Rapporto di Sostenibilità 2021 del CONOU evidenzia anche importanti effetti positivi sulla salute dell’uomo e sulla qualità dell’ecosistema. In particolare, applicando indicatori specifici per misurare l’effetto positivo di produzioni “sostenibili” sulla salute umana in termini di giorni di vita “sana” restituiti per persona (il DALY, Disability-Adjusted Life Year) e sull’ecosistema in termini di specie preservate (lo SPECIES.YR), dal Rapporto emerge che il Sistema CONOU ha contribuito a preservare oltre 13mila anni di vita “sana” e a evitare la scomparsa di 9,45 specie viventi.
L’attività di recupero degli oli usati ha impatti positivi sull’economia italiana, soprattutto grazie alla riduzione del fabbisogno di materie prime: le circa 184mila tonnellate di oli usati complessivamente rigenerati in Italia nel 2021 hanno consentito, come detto, un risparmio di circa 82,6 milioni di euro sulla bilancia commerciale del Paese per importazioni di greggio evitate.
L’attività del Consorzio ha generato un impatto economico totale pari a 68 milioni di euro e dato lavoro a 1.231 persone (compreso l’indotto) lungo la filiera.
“Si pensa sempre che un cambio di modello da lineare a circolare nel mondo del lavoro possa essere distruttivo e creare disoccupazione, ma la nostra esperienza ci dice esattamente il contrario – ha detto il presidente Piunti – Sia la qualità che la quantità dell’occupazione che deriva da un sistema di economia circolare funzionante è crescente e non decrescente. La nostra filiera, come tutte le Filiere del riciclo, si è andata via via arricchendo di competenze sempre più sofisticate, necessarie a chi deve gestire rifiuti industriali nel momento in cui ci si pone il traguardo di una sempre maggior qualità. Abbiamo negli anni contribuito a creare professionalità con qualificate green skill che oggi più che mai servono nel mondo del lavoro per guidare il processo di crescita sostenibile, in termini ambientali, economici e sociali”.

– foto ufficio stampa Conou –
(ITALPRESS).

Più autonomia e sostenibilità con il piano rifiuti in Friuli Venezia Giulia

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TRIESTE (ITALPRESS) – “Con la prossima adozione definitiva del nuovo Piano di gestione dei rifiuti urbani il Friuli Venezia Giulia prosegue nel percorso che porterà la nostra Regione a essere sempre più autonoma nel trattamento sostenibile di questi materiali di scarto. Oggi abbiamo fatto un ulteriore importante passo verso una vera economia circolare”.
Lo afferma l’assessore alla Difesa dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro, commentando l’approvazione da parte della Giunta, ai sensi dell’articolo 13, comma 4 della legge regionale 34 del 2017, del “Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani” comprensivo del Rapporto ambientale e della Sintesi non tecnica.
“Questo Piano – spiega Scoccimarro – si occupa del ciclo di gestione dei rifiuti urbani in modo esaustivo: produzione, raccolta, trasporto, recupero e smaltimento finale. Il fine ultimo è quello mettere in campo tutte quelle azioni in grado di ridurre al minimo l’accumulo di questi materiali e sostenere i progetti che si occupano del loro riciclaggio”.
“Nel dare risposte puntuali alle finalità dettate dalla vigente normativa nazionale e regionale, il documento – precisa l’assessore – rappresenta il migliore strumento che potevamo mettere a disposizione dell’Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti. L’Ausir deve infatti predisporre il Piano d’ambito, affidando la gestione dei rifiuti urbani a livello regionale”.
“In base al principio di prossimità, il trattamento dei rifiuti indifferenziati in una determinata area deve ricadere sotto la responsabilità dello stesso territorio che li ha prodotti. Grazie a questa autonomia – aggiunge Scoccimarro – anche in Friuli Venezia Giulia puntiamo infatti a essere indipendenti rispetto la necessità di utilizzare impianti che si trovano all’estero o fuori Regione con il vantaggio di ridurre i costi di recupero e trasporto. Un sistema che inoltre ci mette nelle condizioni di generare energia dalle cosiddette fonti rinnovabili”.
Gli obiettivi del nuovo Piano di gestione dei rifiuti urbani si soffermano sul prolungamento del ciclo di vita dei beni tramite la preparazione per il loro riutilizzo; sull’incremento della raccolta differenziata; sul miglioramento della qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato; sul potenziamento e sulla regolazione della raccolta differenziata della frazione tessile e di quella biodegradabile, dei rifiuti domestici pericolosi e degli oli alimentari esausti.
Tra le finalità anche la diminuzione della produzione pro-capite dei rifiuti urbani residui; lo sviluppo di una rete integrata di impianti per la produzione e il recupero energetico; la minimizzazione del conferimento in discarica; la riduzione dell’abbandono e della dispersione; la razionalizzazione del sistema di trasporto dei rifiuti urbani; l’utilizzo del biometano ricavato dal trattamento della frazione biodegradabile.
“Il complesso e articolato iter di aggiornamento di questo Piano – ricorda Scoccimarro – è iniziato nel novembre del 2018 con l’avvio del procedimento di valutazione ambientale strategica al quale hanno fatto seguito le diverse fasi di consultazione pubblica”.
“Questo documento – conclude l’assessore – diventerà efficace dopo l’adozione dell’apposito decreto del presidente della Regione e la successiva pubblicazione sul Bur”.
-foto agenziafotogramma.it-
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