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Coop Brodolini festeggia 50 anni con numero dipendenti a +11%

FERRARA (ITALPRESS) – Cooperativa Brodolini, una delle più importanti realtà nel settore dei servizi di igiene ambientale attiva in Emilia-Romagna e Veneto, ha chiuso il 2021 con un valore della produzione di 58 milioni e 980 mila euro, il 10% in più rispetto all’anno precedente. L’incremento è stato accompagnato, inoltre, da una crescita del numero di dipendenti passati dagli 809 complessivi di fine 2020 agli 899 di fine 2021 (+11%) e da un posizionamento a quota 630 del numero di automezzi sempre più ecologici e a bassa rumorosità. Le tendenze positive vengono confermate anche dal numero di soci della Cooperativa, in crescita del 7% sul 2020.
“Sono risultati – ha dichiarato Enrico Strambini, presidente di Cooperativa Brodolini – che confermano il valore dell’intera squadra di Cooperativa Brodolini. Gli ultimi mesi hanno visto un altro importante risultato: l’aggiudicazione delle gare di concessione per la gestione dei rifiuti a Modena e Bologna ha sancito che Brodolini continuerà a lavorare per ulteriori 15 anni in questi territori proiettandoci con serenità e forza verso un futuro di investimenti e crescita”.
I risultati sono stati comunicati durante la conferenza stampa della Cooperativa organizzata per celebrarne i 50 anni di attività (1972-2022). Brodolini è oggi una realtà protagonista nella tutela ambientale, nella gestione dei rifiuti e nel futuro dei territori in cui opera (7 sedi tra la storica di Comacchio, Cassana (FE), Sassuolo (MO), Mascarino Venezzano (BO), Villanova di Castenaso (BO), Imola (BO) e Saonara (PD) e lo conferma attraverso una partnership di tre anni con l’Università degli Studi di Ferrara. Cooperativa Brodolini sosterrà UNIFE nella realizzazione di una rassegna culturale aperta a tutti che si svilupperà in appuntamenti di conoscenza e divulgazione legati ai temi della sostenibilità.
“La tutela dell’ambiente e del territorio è il valore che guida da sempre Coop Brodolini – ha aggiunto Strambini – e abbiamo scelto di celebrare questi primi 50 anni di attività legandoci a un’Istituzione come UNIFE che con noi condivide il valore della ricerca, della visione futura e della condivisione della conoscenza. Come nella nostra realtà aziendale, anche per raggiungere gli importanti e necessari obiettivi di sostenibilità ambientale è fondamentale il lavoro di squadra tra istituzioni, imprese e cittadini e crediamo che il sostegno all’Università vada in questa direzione”.

– foto ufficio stampa Cooperativa Brodolini –
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Campagna Fiume Sicuro, sanzioni per 437.800 euro e due arresti

ROMA (ITALPRESS) – I Carabinieri del Comando Tutela Forestale
a marzo, aprile e maggio 2022, nel territorio nazionale ha avviato e portato a termine nelle principali aste fluviali del reticolo idrografico italiano una campagna per la prevenzione e
repressione degli illeciti amministrativi e penali in ordine alle violazioni in materia di prelievi abusivi da corsi d’acqua e ambienti lacuali, prelievi abusivi da pozzi; deviazioni d’alveo per captazione abusiva; furti di inerti, escavazioni di alvei di fiumi e torrenti; sversamenti di rifiuti in corsi d’acqua;
scarichi illeciti. Effettuati 6.889 controlli, accertati 337 illeciti amministrativi con un importo totale di sanzioni elevate pari a circa 437.800 euro. Comunicati all’autorità giudiziaria competente 201 illeciti penalmente rilevanti, mentre 2 sono stati gli arresti.
I risultati dei controlli effettuati dai Reparti dei Carabinieri Forestale evidenziano comportamenti illeciti in particolare nelle Regioni del Nord. Tra le Regioni del Sud si evidenziano i dati relativi alla Regione Calabria che a fronte di 676 controlli ha elevato sanzioni pari a 202.261,46 euro contestando 65 illeciti di natura amministrativa e accertando 39 illeciti di natura penale. Per il Centro spicca il dato della Regione Lazio con 19.977,46 euro di sanzioni elevate a fronte di 18 illeciti amministrativi contestati e 13 illeciti di natura penale a seguito di un totale di 734 controlli effettuati.

– foto: ufficio stampa Carabinieri-Forestali

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Distretti industriali, nel 2021 fatturato +25,2%

MILANO (ITALPRESS) – Il fatturato delle imprese manifatturiere distrettuali, dopo un calo pari al 14,5% nel 2020 (a prezzi correnti e in valori mediani), secondo le stime di Intesa Sanpaolo nel 2021 ha registrato un rimbalzo del +25,2%, il 4,3% in più rispetto al 2019. Un contributo importante è venuto dalle esportazioni che nel 2021 hanno sfiorato i 133 miliardi di euro, toccando un nuovo record storico. Solo il sistema moda non ha ancora pienamente recuperato quanto perso nel corso del 2020. E’ quanto emerge dalla quattordicesima edizione del Rapporto annuale che la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali.
Il Rapporto è stato presentato dal Presidente del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, professor Gian Maria Gros-Pietro, dal Chief Economist Gregorio De Felice e dal Responsabile della Ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa.
A poco più di due anni di distanza dallo scoppio della pandemia, la quattordicesima edizione del Rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali descrive gli impatti della crisi del 2020 e il forte rimbalzo del 2021, si concentra sulle reazioni delle imprese distrettuali alla crisi pandemica e si sofferma sulle priorità da affrontare, anche alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.
L’invasione russa dell’Ucraina – spiega l’istituto di credito guidato da Carlo Messina – ha profondamente modificato lo scenario macroeconomico, che è complesso e incerto. Le imprese si trovano a operare con prezzi delle commodity volatili ed elevati che possono mettere in pericolo i loro equilibri economico-finanziari. E’ poi venuto meno, almeno momentaneamente, un mercato, quello russo e ucraino, che per i Distretti nel 2021 valeva 3,2 miliardi di euro, il 2,4% del totale.
In valore le regioni più esposte sono il Veneto (805 milioni di euro), la Lombardia (771 milioni) e l’Emilia-Romagna (531 milioni). In termini di incidenza spiccano Umbria (10,8%) e Marche (5,7%), seguite a distanza dall’Abruzzo (3,1%).
Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i Distretti italiani grazie alla presenza di filiere strutturate e di un buon nucleo di imprese resilienti.
Le evidenze emerse nel Rapporto confermano la centralità delle filiere produttive come fattore di competitività nei prossimi anni. Nei Distretti la distanza media degli approvvigionamenti è molto contenuta, benchè aumentata nel corso della pandemia: nel 2021 è stata pari a 116 chilometri, 24 in meno rispetto alle aree non distrettuali. E’ più elevato il numero medio di fornitori per azienda (29 vs 25).
La capacità di presidiare i mercati esteri è un altro punto di forza dei Distretti che storicamente presentano una maggiore internazionalizzazione, misurata dal numero di partecipate estere (29 ogni 100 imprese vs le 19 delle aree non distrettuali) e dalla quota di imprese che esportano (62,1% vs 52,2%).
I Distretti sono ben posizionati anche in termini di capacità brevettuale, con 70,7 brevetti ogni 100 imprese; le aree non distrettuali si fermano a 51,5.
I dati di commercio estero confermano l’elevata competitività dei Distretti a livello internazionale. Nel primo trimestre del 2022 l’export è aumentato del 19,3%, con punte superiori al 20% in molte regioni: tra queste la Lombardia (+25,5%), l’Umbria (+25,2%), il Friuli-Venezia Giulia (+24,5%), la Puglia (+24,1%), la Toscana (+23,3%). Il confronto con i livelli pre-pandemici mostra un progresso del 16%.
I Distretti possono poi contare su un nucleo di aziende trainanti che si sono dimostrate resilienti durante la pandemia. 845 imprese distrettuali, pari al 4,7% del totale, nel corso del 2020 sono cresciute, hanno registrato buoni livelli di EBITDA margin (oltre l’8%) e un grado di patrimonializzazione superiore al 20%, oltre ad aver mostrato un aumento degli addetti tra il 2018 e il 2020. Queste imprese particolarmente resilienti sono più diffuse tra i soggetti medio-grandi e in alcuni settori (mezzi di trasporto, agro-alimentare, meccanica e intermedi). Per numero di imprese champion, spiccano Lombardia (262) e Veneto (208), mentre per incidenza si sono messe in evidenza Trentino-Alto Adige (9,2%), Campania (6,4%) e Puglia (6%).
Molte delle realtà imprenditoriali più resilienti sono attive nei Distretti che meglio di altri hanno affrontato la crisi pandemica. Quest’anno ai primi tre posti della classifica dei migliori Distretti italiani si posizionano le Macchine agricole di Padova e Vicenza, la Camperistica della Val d’Elsa e le Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena.
I punti di forza dei Distretti rappresentano risorse cruciali, ma non sufficienti per affrontare il difficile contesto economico che si sta delineando. Le filiere distrettuali potranno continuare a rappresentare un fattore di competitività solo se gli attori che le compongono sapranno rinnovarsi e rafforzare le loro relazioni strategiche, attraverso un’accelerazione degli investimenti in innovazione e tecnologia anche green, un consolidamento dimensionale e la formazione e l’inserimento in azienda di nuove competenze.
Dallo studio di alcuni settori del Nord-Est ad alta vocazione distrettuale, come l’agro-alimentare, il legno-arredo e la meccanica, emerge un quadro caratterizzato da un’accelerazione nell’adozione di tecnologie Industry 4.0 a partire dal 2017, grazie anche alla spinta delle iniziative di policy. Tuttavia, i dati mostrano come il fenomeno abbia sinora riguardato in larga parte aziende medio-grandi (tre su quattro hanno adottato tecnologie 4.0 vs poco più di una su cinque tra le micro).
? Anche sul fronte ambientale si può fare di più: in un settore come il legnoarredo ad alta intensità distrettuale, nell’ultimo triennio poco meno di 4 un’impresa su tre ha acquistato macchinari efficienti che riducono il consumo energetico. Si scende addirittura sotto il 6% quando si considera la quota di imprese che ha realizzato investimenti in impianti per la produzione di energia elettrica da rinnovabili o per la produzione di energia termica da rinnovabili o di cogenerazione e/o recupero di calore.
Un’altra area di miglioramento riguarda la governance. La capacità delle imprese di rinnovare e potenziare le proprie competenze e aprirsi con più facilità alla transizione tecnologica e green può anche essere facilitata dal passaggio generazionale.
Nel biennio 2020-21 il processo di rinnovamento generazionale sembra aver subito una frenata: la quota di imprese distrettuali che hanno apportato modifiche al proprio board è, infatti, scesa al 13,2% nel 2020 e al 12,2% nel 2021, dopo che tra il 2016 e il 2019 era stata sempre abbondantemente sopra il 14%, rimanendo comunque superiore alle aree non distrettuali.
Il PNRR rappresenta un’opportunità unica per il sistema economico italiano che può trovare un adeguato sostegno per rilanciare la sua propensione a investire, in tecnologia per migliorare i processi produttivi e la fase commerciale, nelle persone e nelle competenze, nella ricerca di nuove soluzioni, nell’economia circolare, nelle fonti rinnovabili.
Il PNRR dedica molta attenzione al rapporto tra scuola e imprese, al rilancio della ricerca di base e applicata in sinergia tra università e imprese, al sostegno dei processi di trasferimento tecnologico, alla valorizzazione del capitale umano, anche attraverso lo sviluppo degli ITS. E’ ancora alto il potenziale inespresso degli ITS: nel 2019 hanno ottenuto il diploma 3.761 studenti, contro i circa 486 mila diplomati nella scuola secondaria di secondo grado. Gli interventi previsti nel PNRR si pongono l’obiettivo di raddoppiare iscritti e corsi frequentati entro il 2030.
A favore della sostenibilità e del green, c’è la promozione delle comunità energetiche che sono coalizioni di utenti (cittadini, imprese, enti locali, ecc.), che aderiscono volontariamente a contratti di collaborazione per la produzione, il consumo e la gestione dell’energia attraverso impianti energetici locali alimentati da fonti rinnovabili, con la possibilità di utilizzo della rete di distribuzione nazionale per la condivisione dell’energia prodotta in eccesso. Si tratta di un fenomeno molto recente e ad alto potenziale soprattutto nei Distretti Industriali, visti gli elevati livelli di condivisione dell’energia prodotta che si possono raggiungere e l’intensità energetica più elevata nei Distretti (4,1% di imprese energivore vs 3%).

– foto agenziafotogramma.it –

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Enel X, un impianto fotovoltaico per lo stabilimento ABB di Frosinone

ROMA (ITALPRESS) – Al via una nuova collaborazione tra ABB, Enel X, la global business line di Enel dedicata ai servizi innovativi e Cogenio, piattaforma di servizi per l’efficienza energetica, che porterà all’installazione di un impianto fotovoltaico da 1.690 kWp presso lo stabilimento ABB di Frosinone. Il sito, come tutte le sedi del Gruppo ABB in Italia, è già alimentato da energia proveniente da fonti rinnovabili fornita da Enel Energia. L’installazione dell’impianto consentirà di evitare l’immissione in atmosfera di oltre 820 tonnellate di CO2, pari alla quantità assorbita da un bosco di circa 9mila alberi. Il parco solare verrà realizzato e gestito per l’intera durata dell’Energy Performance Contract da Enel X insieme alla società ESCo partner Cogenio. La formula Energy Power Contract prevede che l’investimento per la realizzazione e conduzione dell’impianto sia totalmente a carico della società ESCo; il cliente pagherà i soli vettori energetici prodotti dall’impianto stesso con una spesa energetica minore rispetto a quella precedente all’intervento.
“Con le nostre soluzioni di tecnologia avanzata nel settore dell’efficienza energetica offriamo ai nostri clienti l’opportunità di raggiungere gli sfidanti obiettivi di sostenibilità del business” dichiara Augusto Raggi, Responsabile Enel X Italia: “Ed è proprio in questo ambito che con ABB abbiamo una collaborazione nata nel corso degli anni e che oggi arricchiamo con l’installazione di un impianto fotovoltaico che consentirà di elettrificare parte dei consumi del sito di Frosinone, uno dei più importanti dell’azienda. Vogliamo continuare a essere un partner di riferimento in questo settore e l’accordo di oggi è la prova del nostro impegno quotidiano per consolidare questo risultato”. “Questo intervento si inserisce nella strategia di sostenibilità annunciata dal Gruppo ABB, che prevede la Carbon Neutrality delle proprie attività operative entro il 2030. Il nostro percorso verso questo obiettivo è ben tracciato – afferma Massimiliano Cifalitti, Hub Europe Manager ABB Electrification Smart Power – Lo scorso anno Frosinone ha raggiunto il traguardo di Zero rifiuti in discarica. L’installazione dell’impianto fotovoltaico si inserisce in un disegno più ampio che prevede la realizzazione di una microrete che, grazie alle tecnologie ABB di monitoraggio e ottimizzazione della distribuzione elettrica e a un sistema di stoccaggio dell’energia, aumenterebbe l’autosufficienza energetica del sito produttivo”.
L’impianto fotovoltaico che realizzerà Enel X consentirà ad ABB di autoprodurre volumi di energia che soddisferanno per circa il 30% dei bisogni energetici dell’intero sito. Inaugurato nel 1969, lo stabilimento di Frosinone rappresenta un centro di eccellenza di ABB per lo sviluppo e la produzione di interruttori di bassa tensione. Lo stabilimento di 150mila metri quadrati con 1000 dipendenti è altamente automatizzato e produce più di tre milioni di interruttori ogni anno. Riconosciuto dal Governo Italiano come stabilimento Lighthouse, modello per la trasformazione digitale e le strategie di Industria 4.0, Frosinone ha messo a punto attività operative smart, digitalizzate e connesse, aumentando l’efficienza in tutta la catena del valore.

– foto ufficio stampa Enel –
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Arbolia e Comune di Vicenza, messi a dimora 1.500 alberi

VICENZA (ITALPRESS) – Arbolia, la società benefit creata da Snam e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti per sviluppare nuove aree verdi in Italia, ha realizzato un nuovo intervento di forestazione urbana nel Comune di Vicenza con la messa a dimora di circa 1.500 alberi. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo di due realtà molto radicate nel territorio: Triumph-Adler Italia, storica azienda del settore ICT che intraprenderà con Arbolia un programma triennale di iniziative di forestazione urbana, e DBA PRO., società operativa di DBA Group, specializzata in servizi di consulenza, architettura, ingegneria, project management e soluzioni ICT, che con Arbolia ha già supportato la realizzazione di un bosco urbano a Udine.
Nell’area individuata, situata a Nord della città tra la zona residenziale e l’area naturalistica Risorgive Maddalene, sono state messe a dimora complessivamente 1.463 piante di differenti specie arboree (olmo campestre, farnia, frassino maggiore, frassino ossifillo, pioppo bianco, pioppo nero, tiglio, acero campestre, acero montano, carpino bianco, ontano nero, salice bianco, ciliegio, pero selvatico, nocciolo, salicone) e arbustive (biancospino, sanguinella, sambuco nero, viburno lantana, ligustro, fusaggine, prugnolo, rosa canina, corniolo, spino cervino, frangola).
A regime, la nuova cintura verde consentirà di assorbire fino a 120 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 280 Kg di PM10 all’anno. L’iniziativa prevede anche la manutenzione dell’area per i primi due anni a cura di Arbolia e successivamente da parte del Comune. Il progetto sarà da subito un patrimonio per la comunità locale ed è essenziale che tutti ne abbiano cura.
Oltre a questo intervento, a Vicenza Arbolia ha già realizzato un bosco urbano nel quartiere Sant’Agostino, dove sono state messe a dimora 2.852 piante.
“Prosegue il progetto di rimboschimento urbano che stiamo portando avanti con Arbolia per una città sempre più green e sostenibile – precisa l’assessore al verde pubblico Mattia Ierardi -. Il nostro grazie va a Triumph-Adler Italia e DBA PRO., i nuovi partner di questa importante iniziativa con la quale possiamo vedere crescere i tre preziosissimi polmoni verdi realizzati in altrettanti quartieri della città a beneficio dei residenti di Sant’Agostino, Maddalene e Gogna. Sommati agli interventi in atto nel tessuto urbano, daranno un significativo contributo all’assorbimento di CO2 e PM10”.
“Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di questo progetto da parte di Arbolia, tanto che renderemo partecipe tutti i nostri dealer certificati distribuiti lungo il territorio nazionale. Siamo consapevoli che il nostro business si basa sul consumo di carta; crediamo quindi che sia utile informare i clienti – attraverso la nostra rete vendita – che Triumph-Adler si muove in prima persona con iniziative di riforestazione del territorio italiano, con l’intenzione di dare un contributo attivo e misurabile nel riportare un equilibrio virtuoso nella disponibilità e nell’utilizzo delle materie prime. L’iniziativa inoltre porterà un beneficio a tutta la comunità locale, ulteriore elemento che ci rende orgogliosi di aver appoggiato l’iniziativa”, ha dichiarato Fabio De Martini, AD di Triumph-Adler Italia.
“Continua il nostro percorso nel segno della sostenibilità e siamo lieti di prendere parte a questo progetto in Veneto. Come progettisti, ingegneri e architetti abbiamo il dovere di far evolvere i nostri modelli verso i paradigmi della transizione energetica ed ecologica. Il nostro percorso come azienda esperta nei processi e nei servizi a supporto del ciclo di vita delle infrastrutture dovrà guardare al benessere ambientale e delle persone”, ha commentato Daniele De Bettin, fondatore e presidente di DBA PRO. S.p.A..
“Con questo intervento realizziamo una seconda area verde a Vicenza grazie alla costante collaborazione con il Comune e al sostegno di due aziende vicine al territorio e attente ai temi della sostenibilità ambientale. Arbolia prosegue nella sua missione di sviluppare iniziative di forestazione urbana in Italia, migliorando gli ecosistemi e promuovendo la biodiversità”, ha dichiarato Alessandro Vezzil, Consultant Renovit e Arbolia.
Con questo progetto, salgono a 23 le aree verdi realizzate da Arbolia in Italia. Nei prossimi mesi la società benefit svilupperà iniziative in altri comuni, da Nord a Sud del Paese.

– foto ufficio stampa Arbolia –
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Utilitalia, filiera rifiuti organici decisiva per l’economia circolare

ROMA (ITALPRESS) – “La corretta gestione dei rifiuti organici è centrale per lo sviluppo dell’economia circolare nel percorso verso la transizione energetica, e può contribuire a ridurre la dipendenza dall’estero e a fronteggiare la crisi di approvvigionamento delle materie prime”. Lo rileva Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) in occasione dei 30 anni del Consorzio Italiano Compostatori; una realtà, sottolinea Brandolini, “che ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo e alla crescita del settore, con la quale Utilitalia e le imprese associate portano avanti da anni un rapporto di proficua collaborazione”.
I target europei al 2035 prevedono il raggiungimento del 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota inferiore al 10%. In quest’ottica, “alla luce dell’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti organici entrato in vigore all’inizio di quest’anno, l’ulteriore sviluppo dell’intera filiera anche dal punto di vista impiantistico sarà fondamentale per consentire al Paese di centrare quegli obiettivi”. “Un futuro”, evidenzia il vicepresidente di Utilitalia, “che continuerà a vedere la produzione contestuale di energia (biogas e biometano) e compost come elementi complementari: si tratta, d’altronde, di un valore aggiunto recentemente confermato dalla proposta di Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, nonchè dalla Tassonomia europea”.
Se, da un lato, sfruttando a pieno il potenziale di produzione di biometano da rifiuti a matrice organica “si potrebbero ridurre di oltre il 3% le importazioni di gas dalla Russia e soddisfare le necessità energetiche di circa 950.000 famiglie”, al contempo “il compost prodotto dagli impianti è fondamentale per l’agricoltura, perchè è in grado di restituire sostanze organiche ai terreni”. Si tratta, conclude Brandolini, di un prodotto nazionale e rinnovabile, “che aumenta la fertilità dei suoli, sicuro e certificato, di qualità confrontabile a quella dei prodotti di importazione di origine fossile o sintetica, come dimostrato da vari autorevoli studi, e ancora più utile in una fase di crisi di approvvigionamento aggravata dal conflitto in Ucraina, e rispetto al quale il Consorzio Italiano Compostatori svolge una fondamentale funzione di garanzia”.

– foto agenziafotogramma.it –
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Clima, Parlamento Ue chiede azioni rapide e indipendenza energetica

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato la sua posizione negoziale su tre importanti atti legislativi dell’UE che fanno parte del pacchetto “Pronti per il 55% nel 2030” (Fit for 55). Si tratta del pacchetto legislativo dell’Unione europea che ha lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e conseguire la neutralità climatica entro il 2050, secondo quanto previsto dalla legge europea sul clima. Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con i governi UE sulla forma definitiva delle norme.
Il pacchetto è anche un passo verso l’indipendenza da combustibili fossili costosi e inquinanti provenienti dalla Russia, da raggiungere prima del 2030.
L’obiettivo del Parlamento è incentivare le industrie a ridurre ulteriormente le loro emissioni e investire in tecnologie più verdi. I deputati propongono quindi di riformare il sistema di scambio di quote di emissione (ETS), ad esempio attraverso: l’istituzione di un nuovo ETS II per gli edifici e il trasporto su strada – con l’esclusione degli edifici privati almeno fino al 2029; l’aumento dal 61% (proposto dalla Commissione) al 63% dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030; la graduale eliminazione delle quote gratuite dal 2027 e loro completa eliminazione entro il 2032; un sistema bonus-malus da introdurre a partire dal 2025 per favorire le imprese più ecologiche; entrate di bilancio da utilizzare esclusivamente per l’azione per il clima nell’UE e negli Stati membri.
I deputati chiedono un campo di applicazione più ampio e una più rapida attuazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) dell’UE, che serve a sostenere la riduzione delle emissioni nei paesi non UE e prevenire la rilocalizzazione delle emissioni. Fra le proposte approvate figurano: l’introduzione graduale e anticipata del CBAM entro il 2032, in concomitanza con l’eliminazione delle quote gratuite ETS; l’estensione del campo di applicazione ai prodotti chimici organici, alla plastica, all’idrogeno e all’ammoniaca, nonchè alle emissioni indirette; l’utilizzo di un importo equivalente alle entrate del CBAM dal bilancio UE per sostenere la transizione verde nei Paesi meno sviluppati; l’istituzione di un’autorità CBAM a livello UE.
Il Parlamento ha sostenuto la creazione di un Fondo sociale per il clima (SCF) per aiutare le persone più colpite dalla povertà energetica a far fronte all’aumento dei costi della transizione energetica.
Il Fondo dovrebbe includere: misure temporanee di sostegno diretto al reddito (come la riduzione delle tasse e delle tariffe energetiche) per far fronte all’aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile per riscaldamento; investimenti nella ristrutturazione degli edifici, nelle energie rinnovabili e per passare dal trasporto privato a quello pubblico, al car-pooling e car-sharing e all’utilizzo di modi di trasporto attivi quali la bicicletta. Le misure potrebbero prevedere incentivi fiscali, voucher, sovvenzioni o prestiti a tasso zero.

– foto agenziafotogramma.it –

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Siccità, in un libro di fantascienza il futuro dell’Italia senz’acqua

MILANO (ITALPRESS) – I cambiamenti climatici ispirano gli scrittori emergenti italiani in un’antologia di fantascienza che racconta un’Italia del futuro assetata dalla siccità e dalla catastrofe climatica. Esce in questi giorni la raccolta di racconti The Source – Scrivere sull’Acqua, antologia curata da De Agostini Libri che si avvale della prefazione di Paolo Zardi e che è il frutto dell’iniziativa promossa da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico della Città metropolitana di Milano, che ha lanciato la sfida agli scrittori italiani di misurarsi con il macro-genere della climate fiction.
“Oggi in Lombardia mancano all’appello tre miliardi di metri cubi d’acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quella del clima non è solo un’emergenza ambientale, ma anche economica, sociale e culturale – scrive Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP, nell’introduzione al volume -. Ed è proprio per divulgare quanto più possibile questo messaggio che Gruppo CAP ha deciso di investire nell’ideazione, realizzazione e diffusione di nuovi format creativi, per avvicinare il pubblico al mondo dell’acqua”.
Nei racconti dell’antologia troviamo un’Europa desertificata dal surriscaldamento in cui moltitudini di persone si trasformano in migranti climatici in rotta verso nord. In un altro un anziano sopravvissuto all’Armageddon climatico si avventura con la sua barca in cerca di cibo e trova la compagnia di una cagnolina che condividerà il suo destino. Un altro ancora è ambientato in un futuro apocalittico in cui l’umanità è costretta a vivere dentro delle altissime torri e in cui ciascuno non deve mai oltrepassare il piano cui è stato destinato.
Il concorso letterario The Source (letteralmente La Fonte), partito a settembre 2021, ha visto la partecipazione di 134 racconti appartenenti a quel filone della fantascienza che affronta il grande tema del cambiamento climatico attraverso la narrazione di un mondo futuro che fa drammaticamente i conti con i danni prodotti dall’uomo sull’ambiente. Un filone che ha ispirato, tra gli altri, autori come James G. Ballard, Ian McEwan, Margaret Atwood e Cormac McCarthy.
“I racconti di questa raccolta compiono quella piccola magia che è appannaggio solo della narrativa, spostare avanti di qualche anno la lancetta degli orologi e poi guardare cosa è successo al mondo – come è cambiato, cosa è diventato, scrive Paolo Zardi nella prefazione. E’ un modo per prendere le distanze dalla quotidianità e dalla sua stretta contingenza, liberarsi dalle pastoie del presente, con il suo rumore di fondo e l’inestricabile groviglio di voci e interpretazioni, e concentrarsi sugli aspetti essenziali: è quello che la letteratura prova a fare da più di un secolo, da Wells e Verne in poi”.
Una curiosità: tra i racconti prescelti spicca la presenza di Dea, scritto da un quasi-esordiente, Mario Izzi, romano ma residente a Collecchio, che ha appena compiuto 78 anni. Izzi, ex consulente aziendale attualmente in pensione, aveva pubblicato in formato self-publishing un romanzo sempre di genere climate fiction intitolato 2025 I sopravvissuti, e successivamente, per una piccola casa editrice, un romanzo giallo, ma il successo del suo racconto si può considerare una piccola consacrazione e un grande riconoscimento.
Tre dei dodici racconti di The Source – Scrivere sull’Acqua sono scritti da donne, tra queste c’è Assunta “Sissi” Decorato, classe 1988, diplomata alla Scuola Holden, e autrice di uno dei racconti più poetici dell’antologia intitolato Abbiamo occhi per la fine del mondo.

– foto ufficio stampa Gruppo Cap –
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