Home Ambiente Pagina 76

Ambiente

Emergenza microplastiche, tre progetti per proteggere i laghi

ROMA (ITALPRESS) – “Accendere un faro” sulle microplastiche nei laghi italiani, le comunità microbiche che ne colonizzano la superficie e valutare i rischi per gli ecosistemi, le specie ittiche e la salute. E’ questo l’obiettivo di tre studi condotti da un team di ricercatori di Enea e Cnr in collaborazione con Goletta dei Laghi e Legambiente diffusi in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno. Le indagini, condotte su alcuni dei laghi del territorio nazionale consentono di colmare il gap di conoscenze sull’impatto delle microplastiche sulle acque dolci rispetto ai numerosi studi condotti invece nei mari e negli oceani in tutto il mondo.
Gli studi si inseriscono nel più ampio contesto delle attività a tutela delle risorse idriche superficiali. Infatti, malgrado l’acqua ricopra quasi il 70% del nostro pianeta, quella dolce superficiale, maggiormente utilizzata per i diversi usi antropici, rappresenta solo l’1,2% del totale. Ed è proprio questa piccola percentuale, necessaria per sostenere e nutrire 7,9 miliardi di persone è quella sempre più a rischio: secondo le stime dell’ONU entro il 2050 saranno oltre 5 miliardi gli esseri umani a rischio di carenza di acqua pulita a causa di continui prelievi, inquinamento, cambiamento climatico, contaminazioni da metalli pesanti, sostanze tossiche ed anche in misura crescente microplastiche.
Per queste motivazioni, a partire dal 2016, Enea, in collaborazione con Legambiente, ha intrapreso un percorso di analisi, monitoraggio e studio del fenomeno delle microplastiche nei laghi, le microparticelle di plastica inferiori a 5 mm, considerate ormai inquinanti emergenti, presenti in modo diffuso e in stretta relazione con gli elementi naturali presenti in ciascun ecosistema.
“Le indagini che abbiamo realizzato con Legambiente nei laghi Maggiore, Iseo e Garda, hanno evidenziato un’abbondanza di microplastiche media per km2 rispettivamente di 39 mila, 40 mila e 25 mila simili a quelli riscontrati in alcuni grandi laghi americani e in alcuni laghi svizzeri – sottolinea Maria Sighicelli del Laboratorio Biodiversità e Servizi ecosistemici di ENEA -. Le indagini hanno mostrato la presenza dominante di frammenti (circa il 74%), di palline di polistirolo (quasi il 20% del totale) di polietilene (45%) e polipropilene (15%), con concentrazioni più elevate in prossimità di input fluviali e restringimenti del bacino idrico”.
Nelle successive campagne, si è aggiunta la collaborazione dell’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del Cnr di Roma (IRSA-CNR) per lo studio dei biofilm associati alle microplastiche, la cosiddetta platisfera, cioè l’insieme delle comunità microbiche che ne colonizzano la superficie, un tema di notevole interesse scientifico. Oltre ad alcuni dei laghi subalpini quali Iseo, Como, Maggiore e Garda sono stati indagati il Trasimeno in Umbria e quelli di Bracciano e di Paola nel Lazio.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

Sogin, avanzamento attività decommissioning 7,2%

0

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Sogin, Società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, riunitosi ieri sotto la Presidenza di Luigi Perri, ha approvato il progetto del Bilancio d’esercizio e il consolidato di Gruppo 2021 illustrati dall’Amministratore Delegato Emanuele Fontani.
Gli obiettivi strategici di migliorare l’avanzamento nel decommissioning, di efficientare le risorse e di portare avanti il progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, nonostante il difficile contesto socioeconomico, sono stati pienamente centrati.
L’avanzamento fisico delle attività di decommissioning è stato del 7,2%, oltre mezzo punto superiore alle previsioni di budget del 6,6%, un risultato considerevole rispetto al 28,3% conseguito complessivamente nei 20 anni precedenti.
L’avanzamento ha generato attività per 118,3 milioni di euro, risultato superiore rispetto ai 110,9 milioni nel 2020 e rappresenta il miglior risultato di sempre.
Il valore della produzione è di 228,6 milioni di euro (196,1 milioni nel precedente esercizio).
L’EBITDA per 18,1 milioni di euro è sostanzialmente in linea con il 2020 (18,6 milioni di euro).
Il personale di Sogin, composto da tecnici altamente qualificati dimostra di saper operare anche in un contesto particolarmente complesso e in continua evoluzione come quello attuale, peraltro è sceso dalle 909 unità al 31 dicembre 2020 alle 867 unità ad inizio 2022, confermando il programma di decrescita del personale degli ultimi anni.
Si confermano le previsioni del piano industriale 2020-2025 e l’impegno di Sogin di accelerare le attività di dismissione, conseguire i risultati gestionali ed economici attesi e garantire la sicurezza degli impianti, anche grazie a una pianificazione efficiente e rigorosa in ogni fase dei lavori.
Nel 2021 Sogin ha gestito, con la massima trasparenza e completezza informativa, la consultazione pubblica per la localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, la più grande svolta finora in Italia per un’infrastruttura strategica a beneficio del Paese. Sulla base di quanto emerso durante la consultazione, durata oltre un anno e comprensiva di un Seminario Nazionale, Sogin ha elaborato la proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI), oggi all’attenzione del Ministero della Transizione Ecologica.
Dal punto di vista economico il risultato aziendale 2021 ha subito una flessione negativa che, tuttavia, consentirà di far fronte ai possibili esiti dell’istruttoria in corso da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), che si concluderà a luglio 2022, senza gravare sui prossimi bilanci.
A tale proposito, nel corso dell’anno l’attuale Governance ha proseguito l’indagine interna, avviata alla fine del 2020, per verificare la regolarità delle fasi di acquisizione e gestione dei contratti.
Nell’ottica della totale trasparenza, la Società ha inoltre garantito la piena collaborazione alle Autorità competenti e agli organi di controllo interno. L’approvazione del progetto Bilancio 2021 sancisce un punto importante nell’operazione di self-cleaning.
Alla luce di tali eventi non prevedibili e a garanzia della solidità dell’Azienda, nel progetto di Bilancio 2021 si è deciso di rettificare il valore dell’immobilizzazione per 3,1 milioni di euro e di creare un fondo rischi e oneri per un importo di 9 milioni di euro.
L’EBIT registra un valore negativo di 13,7 milioni di euro (-1,6 milioni del 2020) e l’esercizio 2021 chiude in negativo con una perdita di 10 milioni di euro a causa dei suddetti eventi straordinari in assenza dei quali si sarebbe registrato un risultato positivo stimato di circa 2 milioni di euro.
L’EBITDA del Gruppo risulta positivo e si attesta a 29,2 milioni di euro, mentre l’EBIT, al netto di ammortamenti e accantonamenti, registra un dato negativo di 4,4 milioni di euro.
La buona performance registrata a livello gestionale e operativo ha consentito di mitigare gli effetti degli eventi straordinari a cui ha dovuto far fronte Sogin consentendo di limitare l’effetto sui conti e di chiudere l’esercizio 2021 del Gruppo Sogin con una perdita di 7,4 milioni di euro.
Nella stessa seduta il Consiglio di Amministrazione Sogin ha approvato il Bilancio di Sostenibilità 2021 che rendiconta la performance ambientale e sociale del Gruppo e illustra il contributo per lo sviluppo sostenibile.
“Con questo esercizio – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani – portiamo a termine un’operazione di trasparenza dei conti che ci consente di perfezionare l’azione di discontinuità con il passato e di mettere in sicurezza il bilancio. L’aumento del valore della produzione all’insegna della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare – ha aggiunto Fontani – segnala l’accelerazione nell’avanzamento del decommissioning che finalmente siamo in grado di misurare attraverso parametri più affidabili e sostanziali. Peraltro, è un dato che evidenzia l’accresciuto impatto del lavoro delle donne e degli uomini di Sogin a beneficio del sistema economico dell’intero Paese”.
-foto ufficio stampa Sogin-
(ITALPRESS)

Rifiuti, Erion “Lo Stato sia garante dei bisogni della filiera dei RAEE”

MILANO (ITALPRESS) – Erion – Sistema multi-consortile di responsabilità estesa del produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici – si dichiara contrario alla proposta di emendamento presentata nei giorni scorsi dal senatore Andrea Cioffi, in merito alla Costituzione della società pubblica Miniera Nazionale S.p.a.
per l’estrazione di materie prime critiche dai RAEE.
“Da anni chiediamo alle Istituzioni di aprirsi all’ascolto delle esperienze di chi, con competenza, prova a ‘farè per migliorare la filiera dei RAEE – ha dichiarato Giorgio Arienti, direttore generale di Erion WEEE -. La proposta di istituire una Società interamente partecipata dallo Stato ci fa pensare che non solo questo dialogo continui a mancare, ma che non ci sia neppure la volontà di favorirlo. Ascoltare gli stakeholder, confrontarsi con loro, immedesimarsi nel loro punto di vista, valutare i pro e i contro delle proposte, e poi decidere: questo dovrebbe fare la politica. Lo Stato non dovrebbe farsi imprenditore, bensì regolare il mercato attraverso leggi semplici, chiare e immediatamente applicabili”.
Nel 2021 la filiera italiana dei RAEE ha dimostrato importanti risultati, con oltre 385mila tonnellate di RAEE avviate al corretto smaltimento, in crescita del 5,3% rispetto al 2020.
In questa filiera, Erion ha gestito 266.614 tonnellate di RAEE Domestici e 705 tonnellate di RAEE Professionali.
“Quello che manca al settore dei RAEE non sono gli imprenditori, ma iter semplificati e tempi brevi per le autorizzazioni dei nuovi impianti, certezze sull’end of waste delle frazioni, sostegni economici e fiscali per contrastare la pressione competitiva dei produttori di materie prime vergini – ha aggiunto -. Strumenti di controllo, un contrasto efficace del fenomeno dei flussi paralleli, il ripristino del Comitato di Vigilanza e Controllo, dimissionario e non sostituito da oltre due anni: queste sono le risposte che da tempo chiediamo alle Istituzioni”. “La creazione di un nuovo ente di proprietà dello Stato non porterebbe alcun valore a una filiera in cui già operano imprese private che rappresentano un’eccellenza a livello europeo in termini di competenze e know-how. Una filiera che funziona e che – se adeguatamente supportata – saprà innalzare i già ottimi risultati di riciclo che riesce a ottenere; una filiera che potrà inoltre rafforzarsi grazie ai 150 milioni di euro stanziati nell’ambito del PNRR per progetti Faro nell’economia circolare”, ha concluso Arienti.

– foto ufficio stampa Erion –
(ITALPRESS).

Sbarca a Trieste la campagna contro l’abbandono dei piccoli rifiuti

TRIESTE (ITALPRESS) – Parte da Trieste l’edizione 2022 di “Piccoli gesti, grandi crimini”: il progetto realizzato da Marevivo in collaborazione con BAT Italia e con il patrocinio del ministero della Transizione Ecologica, della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Trieste, che ha l’obiettivo non solo di sensibilizzare cittadini e Amministrazioni locali sulle gravi conseguenze dell’abbandono nell’ambiente di mozziconi di sigarette e piccoli rifiuti (il cosiddetto littering), ma anche di raccogliere dati utili per comprendere e prevenire il fenomeno. Dopo il lancio nazionale del 19 maggio scorso a Roma, Trieste è la prima tappa ad ospitare l’iniziativa, che nei prossimi mesi toccherà anche i Comuni di Pescara, Salerno e Viareggio.
“Piccoli gesti, grandi crimini” gioca sul concetto di crimine commesso da chi compie un gesto che può sembrare “piccolo” o trascurabile come quello di buttare a terra un mozzicone di sigaretta o il tappo di una bottiglietta. Gettati in strada, nei tombini, sulle spiagge e lungo gli argini dei fiumi, mozziconi e piccoli rifiuti finiscono in mare e scambiati per cibo vengono ingeriti da uccelli, pesci, tartarughe e altri animali marini, che possono arrivare anche a morire a causa di avvelenamento da tossine o soffocamento.
Secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) i mozziconi rappresentano ben il 40% dei rifiuti complessivi nel Mediterraneo davanti a bottiglie, sacchetti di plastica e lattine di alluminio. Se si pensa che ogni anno sono 4,5 i trilioni di mozziconi che finiscono nell’ambiente – di cui 14 miliardi[1] solo in Italia – e che si stima che circa il 65% dei fumatori non li smaltisca correttamente[2], si capisce quale sia la portata del problema.
Proprio con l’obiettivo di accrescere sensibilità e consapevolezza sulle conseguenze di quel “piccolo gesto”, in Piazza Unità d’Italia – fino al 1° giugno – una installazione rappresenterà una vera e propria “scena del crimine”, in cui, accanto alle sagome delle vittime raffiguranti tartarughe, pesci e altri animali marini, è posta la riproduzione di un mozzicone gigante, una bottiglietta di plastica e un tappo di alluminio come simboliche “armi del delitto”. L’installazione è stata svelata oggi alla presenza di Roberta Palazzetti, presidente e amministratore delegato di BAT Italia e Area Director Sud Europa, di tutti i partner del progetto e delle Istituzioni.
Inoltre, fino al 29 maggio i volontari di Marevivo distribuiranno per le strade della città 5.000 posacenere tascabili e riutilizzabili, in plastica riciclata. L’attività vede il coinvolgimento anche delle tabaccherie del centro, che distribuiranno altri 2.700 posaceneri tascabili tra il 28 e il 29 maggio. Per le vie cittadine saranno posizionate anche locandine informative, così come sagome di animali marini sul manto stradale, con un QR Code attraverso il quale le persone potranno interagire con il sistema di intelligenza artificiale “MARINA” e conoscere di più sul littering e sulle pratiche utili a contrastarlo.
Ma la campagna non ha solo l’obiettivo di sensibilizzare le persone su questo problema. Ha infatti anche quello di raccogliere, in modo scientifico, dati e informazioni utili a gestirlo più efficacemente, con la partecipazione attiva di cittadini e Istituzioni.
Grazie alla collaborazione con l’istituto di ricerca SWG, la campagna ha indagato opinioni e percezioni dei triestini sullo stato di pulizia di specifiche zone urbane della città e sull’efficacia delle iniziative anti-littering. Tra i punti chiave dell’indagine, figura come il 73% dei Triestini valuti positivamente le campagne di sensibilizzazione come “Piccoli gesti, grandi crimini”, ritenendole utili iniziative per combattere il fenomeno del littering sul territorio.
Il 75% degli intervistati, infatti, concorda nell’affermare che i cittadini di Trieste non dedicano sufficiente attenzione al problema dell’abbandono di mozziconi nell’ambiente, nonostante secondo il 72% questo costituisca un fattore rilevante per la comunità locale. Gesto, quello di buttare un mozzicone a terra, che denota una generale mancanza di sensibilità verso l’ambiente secondo molti (53%), ma anche collegato, per il 48% dei fumatori intervistati, alla scarsa distribuzione di cestini e posacenere sul territorio. Il 77% dei rispondenti ritiene inoltre che il littering a Trieste interessi in larga parte anche zone turistiche come il centro storico, e il litorale di Barcola (73%).
Preziose indicazioni che verranno in seguito verificate confrontando i dati raccolti con i risultati di un vero e proprio monitoraggio satellitare delle zone interessate, mettendo in evidenza potenziali relazioni tra la propensione dei cittadini all’utilizzo di posacenere tascabili e la presenza effettiva di mozziconi abbandonati nelle aree urbane.
La tecnologia gioca infatti un ruolo fondamentale nell’edizione 2022 di “Piccoli gesti, grandi crimini”, caratterizzata dal coinvolgimento di due start up italiane: la triestina RACHAEL, che realizza analisi di indagini demoscopiche integrate con i Big Data e fruibili con sistemi interattivi di visualizzazione dei dati, e JustOnEarth, specializzata in analisi dei dati e sostenibilità ambientale, che utilizza una sofisticata tecnologia di monitoraggio satellitare e un sistema di intelligenza artificiale che permette di interpretare e trasformare le immagini fornite dai satelliti del progetto “Copernicus” dell’Agenzia Spaziale Europea, con un livello di precisione che tocca il 98,3%.
Grazie alla messa in campo di queste tecnologie, ogni cittadino può accedere, tramite smartphone o dispositivi digitali, alla piattaforma dedicata www.piccoligesti.eu, che contiene un’open data map digitale della città di Trieste dove poter segnalare la presenza di mozziconi o di piccoli rifiuti in specifiche aree. Dall’altra parte, saranno messi a disposizione dell’Amministrazione locale non solo i dati provenienti dall’open data map alimentata da cittadini, ma anche le informazioni derivanti dal monitoraggio satellitare, che consente di classificare il grado di rischio delle singole zone delle città e di confrontare il littering sul territorio prima e dopo la campagna. Un set di dati che darà ai Comuni l’opportunità di ottimizzare la pianificazione dei servizi di pulizia stradale.
Infine, per questa edizione, “Piccoli gesti, grandi crimini” prevede anche delle attivazioni dedicate ai dipendenti di BAT ITALIA, che nel mese di settembre saranno coinvolti da Marevivo in attività educative e nell’attività di pulizia in spiaggia sul litorale triestino.
‘Abbiamo scelto Trieste come prima tappa della campagna ‘Piccoli gesti, grandi criminì 2022 per confermare il nostro legame con la città, mettendo le nostre risorse al suo servizio per accompagnare cittadini e istituzioni in un percorso virtuoso di tutela dell’ambiente, facendo leva su quello spirito di innovazione che caratterizza sia BAT sia il territorio triestino – ha commentato Andrea Di Paolo, vicepresidente BAT Trieste e responsabile Affari Legali, Regolamentari e Compliance Area Sud Europa -. Come dimostra la campagna di quest’anno, siamo convinti che innovazione, tecnologia e ricerca giochino un ruolo chiave nella realizzazione di un A Better Tomorrow: un futuro migliore, più verde, sostenibile ed equo per tutti. Visione che intendiamo realizzare proprio a partire da qui, Trieste, il cuore del nostro nuovo Innovation Hub globale che sarà inaugurato entro l’anno”.
“Far conoscere, informare sensibilizzare, questa è la chiave per provocare il cambiamento e motivare le persone ad agire in modo responsabile per affrontare al meglio le sfide ambientali che ci aspettano è necessario, infatti, rendere sempre più consapevoli i cittadini del ruolo dei mari e degli oceani nella loro vita e salutè, dice Maria Cristina Pedicchio, responsabile della Delegazione regionale Marevivo Friuli Venezia Giulia.
‘L’ambiente marino – aggiunge – è un ecosistema fondamentale la cui condizione è seriamente minacciata quotidianamente dalle attività dell’uomo. Con questa campagna in particolare, Marevivo intende ancora una volta sottolineare non solo il danno che arreca un gesto così apparentemente trascurabile come il disfarsi impropriamente di un mozzicone, ma anche far riflettere la collettività sul ruolo che ciascuno di noi può giocare in questo percorso di tutela dell’ambiente e del marè.
‘In questi mesi siamo stati abituati a parlare di transizione ecologica come uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha dichiarato Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia -. Ciò ci induce a credere che la transizione ecologica sia un processo complesso che riguarda istituzioni nazionali e sovranazionali, grandi industrie o consumi energetici di massa. L’iniziativa Piccoli gesti, grandi crimini di Marevivo ha il pregio di far comprendere quanto invece la responsabilità di questo epocale cambiamento ricada su ciascuno di noi anche, appunto, con i piccoli gesti. Credo che il richiamo al comportamento individuale sia qualcosa di cui oggi, dopo l’esperienza della pandemia, siamo più consapevoli: così come la nostra salute personale dipende anche dal comportamento altrui, allo stesso modo la salute del pianeta in cui viviamo dipende da tutti noi, nessuno esclusò.
‘Ogni iniziativa di sensibilizzazione dei cittadini verso una sostenibilità ambientale degli usi e delle abitudini dei cittadini vedrà sempre il nostro plauso e la nostra gratitudine – ha commentato Fabio Scoccimarro, assessore all’ambiente ed energia della Regione Friuli-Venezia Giulia -. Infatti ho sempre ritenuto importante accompagnare famiglie e aziende, e perchè no anche gli enti pubblici, in quella che ho definito una rivoluzione culturale che non può per l’appunto essere calata dall’alto e tanto meno imposta a suon di sanzioni. L’iniziativa di BAT va proprio in questo senso e se consideriamo anche l’impatto economico e ambientale che hanno i mozziconi di sigarette nel sistema di depurazione pubblica, con un semplice gesto di civiltà potremmo tutelare l’ambiente e al tempo stesso ridurre la spesa pubblica per lo smaltimento di questi rifiutì.
‘Il rispetto per l’ambiente in cui si vive lo si vede da piccoli gesti, dalle attenzioni che adottiamo nel prenderci cura dei luoghi in cui viviamo. Tutto questo si chiama rispetto ed apprezzo molto questa campagna di sensibilizzazione ‘Piccoli gesti, grandi criminì contro l’abbandono di mozziconi e piccoli rifiuti nell’ambiente, realizzata da Marevivo in collaborazione con BAT Italia sotto il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica – ha dichiarato il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza -. Trieste è la prima città italiana per qualità della vita e da un’altra recente indagine è risultata essere anche la prima città nel Paese dove le persone vogliono venire ad abitare. Questi risultati si ottengono grazie al lavoro, ma soprattutto con l’attenzione che ognuno di noi ha per l’ambiente in cui vive. Come amministrazione ci stiamo impegnando molto sia nel mettere in città installazioni idonee nella gestione dei rifiuti, sia nel sensibilizzare tutti alla cura e rispetto dell’ambiente. Trieste è la nostra casa ed amiamo prendercene cura, anche attraverso queste iniziative che fanno ben comprendere quanto ogni piccolo gesto sia determinate per la qualità della vita di tuttì.
– foto ufficio stampa Marevivo –
(ITALPRESS).

Biofertilizzanti e Bioplastica dai rifiuti con progetto Gruppo Cap

MILANO (ITALPRESS) – I fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti: da scarti a preziose risorse da cui trarre materie prime seconde applicando principi di economia circolare nel nome della transizione ecologica.
E’ questo l’obiettivo di Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, attraverso Circular Biocarbon, un progetto internazionale che coinvolge la BioPiattaforma di Sesto San Giovanni e l’impianto gemello di Saragozza che mira a recuperare biopolimeri e minerali da impiegare per la produzione di bioplastiche, fertilizzanti con proprietà biostimolanti e grafene da impiegare a livello industriale.
Circular Biocarbon è un progetto finanziato dal consorzio pubblico-privato BBI-JU, composto dall’Unione Europea e da aziende e istituti di ricerca di vari Paesi europei finalizzato all’applicazione di tecnologie e processi per il recupero di materie prime seconde.
“Queste tecnologie e questi processi si sposano perfettamente con l’idea che ha portato Gruppo CAP a realizzare la BioPiattaforma, primo esempio di sinergia industriale a emissioni zero, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. L’innovativo impianto integra infatti termovalorizzatore e depuratore, e consente in questo modo di trattare fanghi da depurazione e FORSU da cui estrarre preziose materie prime seconde che, grazie alle sinergie industriali che abbiamo costruito nel corso degli anni, possono trovare impiego immediato, chiudendo il cerchio dell’intero processo circolare”.
E proprio l’ambito delle materie prime seconde è al centro del progetto Circular Biocarbon. Partito un anno fa, ha coinvolto sia l’impianto di Sesto San Giovanni, sia un impianto gemello, situato a Saragozza, in Spagna, con un finanziamento totale di ben 23milioni di euro, di cui 2,5 assegnati a Gruppo CAP.
L’utility lombarda ha intrapreso la validazione di tecnologia già esistente per il trattamento dei fanghi di depurazione e della FORSU (la frazione umida dei rifiuti) conferita dai comuni presso i propri impianti per realizzare un processo di economia circolare per il recupero sia di un biopolimero, il polidrossialcanonato o PHA, da impiegare per la produzione di bioplastiche prive di petrolio e biodegradabili, sia di un minerale, la struvite, fondamentale per la produzione di biofertilizzanti.
Con il progetto Circular Biocarbon la BioPiattaforma di Gruppo CAP utilizzerà una parte delle 30.000 tonnellate all’anno di rifiuti umidi, raccolte nei 6 comuni lombardi: Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese e Cinisello Balsamo. Dopo una prima fase di studio, i processi diverranno operativi nel 2023, e a regime, dal 2024, si calcola che si potrà recuperare oltre 500 tonnellate all’anno di PHA. In questo modo, oltre a produttore netto di bioenergia, CAP diverrà anche il maggiore soggetto produttore di questo materiale, che verrà poi conferito a Novamont, nell’ambito di una partnership pluriennale iniziata nel 2018.
Novamont potrà impiegare il biopolimero anche per la realizzazione di teli biodegradabili da impiegare in agricoltura per la pacciamatura. La struvite invece verrà impiegata nell’ambito di una partnership con l’azienda francese Agro Innovation International per la produzione di fertilizzanti con proprietà biostimolanti.
Il progetto Circular Biocarbon mira a essere prima di tutto un modello efficiente ed efficace di economia circolare, che potrà poi essere replicato presso altri impianti del Paese. Il Modello BioPiattaforma mira, infatti, a sviluppare nuove opportunità di business basate su una innovativa concezione dell’End of Waste, per accompagnare le moderne smart city verso una bioeconomia sostenibile.
Circular Biocarbon è solo uno dei progetti di economia circolare di Gruppo CAP, secondo l’approccio definito fin dalla presentazione del proprio piano di sostenibilità nel 2019. Entro la fine del 2022, per esempio, Gruppo CAP sarà in grado di recuperare dai fanghi di depurazione e dalla FORSU trattata nei propri impianti oltre 10 milioni di metri cubi di biogas, da cui ricavare 5milioni di metri cubi di biometano, in grado di fornire 51milioni di kWh all’anno, bastanti per alimentare 15.500 automobili per oltre 172milioni di chilometri, più della distanza dalla Terra al Sole.

foto: ufficio stampa Gruppo Cap

(ITALPRESS).

Un nuovo bosco urbano al Campus Bio-Medico di Roma

ROMA (ITALPRESS) – Al Campus Bio-Medico si è tenuta la presentazione della nuova piantumazione nella riserva naturale di Decima Malafede nel quartiere di Trigoria a Roma, realizzata dal Campus Bio-Medico SpA, in collaborazione con Arbolia e il supporto di RomaNatura. “Si tratta di un progetto innovativo inserito in un più ampio programma di iniziative ambientali, didattiche e sociali, il Social Green Masterplan, che rinnova nei prossimi anni il processo di trasformazione virtuosa di questa zona periferica in un luogo più vivibile per il presente e per assicurare salute e benessere alle generazioni future – spiega Domenico Mastrolitto, direttore generale di Campus Bio-Medico SpA -. Un modello di sostenibilità e sviluppo, inteso come spazio di pubblica utilità ed ecologicamente inserito, per un ricongiungimento tra Uomo e Natura e per migliorare la qualità di vita di cittadini, studenti, dipendenti e pazienti del Policlinico. Vogliamo, inoltre, dedicare la piantumazione ai colleghi del Campus Bio-Medico per l’impegno profuso durante la pandemia: un gesto che guarda al futuro con speranza”.
Nell’area del Campus Bio-Medico sono state piantate complessivamente 3.680 piante di differenti specie arboree (farnetto, cerro, sughera, sorbo domestico, orniello, acero campestre, ontano nero, frassino ossifillo, pioppo bianco, pioppo nero, salice bianco), arbustive (sambuco, biancospino, fusaggine, sanguinello, pruno selvatico, ligustro, melo selvatico, ginestra comune) e autoctone.
All’evento, tra gli altri, hanno preso parte: l’assessore all’Ambiente di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi; la presidente del IX Municipio di Roma, Titti Di Salvo; il presidente di RomaNatura, Maurizio Gubbiotti; il direttore generale di Campus Bio-Medico SpA, Domenico Mastrolitto.
Presente anche uno stand dell’Arma dei Carabinieri della Biodiversità con l’obiettivo di educare i più giovani verso il rispetto dell’ambiente, attraverso attività esperienziali per i bambini.

“Questo nuovo progetto ci ha permesso di creare un importante ecosistema all’interno di una riserva naturale protetta, contribuendo a promuovere e salvaguardare la biodiversità dell’area – ha commentato Mario Vitale, presidente di Arbolia -. L’intervento di forestazione, realizzato con cura ed efficacia nel giro di pochi mesi, rappresenta il risultato di una collaborazione virtuosa tra Arbolia, Campus Bio-Medico, istituzioni locali e aziende sostenitrici, con il comune obiettivo di dare vita a un’iniziativa concreta e duratura nell’interesse dell’ambiente, del territorio e della comunità”.

Tra i sostenitori del progetto anche Palazzi Gas. All’evento di inaugurazione hanno preso parte anche Andrea Pagliai, Life Sciences Lead di Accenture Italia, e Nicola Marotta di T.EN Italy Solutions (gruppo Technip Energies). “Siamo orgogliosi di aver partecipato alla realizzazione di questo importante e innovativo progetto di rigenerazione urbana – ha detto Marotta -. Le aree individuate per gli interventi di forestazione sono vicine alla nostra sede di Roma e limitrofe al Campus Bio-Medico, centro di eccellenza per la cura della persona e polo di ricerca avanzata in biomedicina e bioingegneria. Da oltre 10 anni, in T.EN Italy Solutions (società del gruppo Technip Energies con sede a Roma) lavoriamo ogni giorno per rendere i nostri progetti più sostenibili sotto il profilo ambientale: la collaborazione ad un’iniziativa come questa rappresenta un ulteriore passo avanti in questa direzione”.

Con questo intervento, salgono a 22 le cinture verdi realizzate da Arbolia in Italia, di cui due in Lazio. Nei prossimi mesi la società benefit svilupperà iniziative in altri comuni, da Nord a Sud del Paese.

– foto ufficio stampa Italcommunications –
(ITALPRESS).

Eni, Cnh Industrial e Iveco Group firmano intesa per la sostenibilità

SAN DONATO MILANESE (ITALPRESS) – Eni, CNH Industrial e Iveco Group hanno firmato un memorandum d’intesa per sviluppare potenziali iniziative congiunte negli ambiti dell’agricoltura, della mobilità sostenibile e dell’educazione, contribuendo, nei rispettivi settori di business, allo sviluppo sociale in Paesi di comune interesse.
Nel dettaglio, le parti si concentreranno sul potenziamento della catena del valore nel settore agricolo per promuovere la sicurezza alimentare, aumentare l’efficienza delle attività agricole e facilitare l’accesso al mercato da parte degli operatori del settore, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni sempre più innovative per una logistica e una mobilità di beni e persone più sostenibile. Un’altra importante componente della collaborazione prevede la formazione professionale rivolta a giovani, studenti e imprenditori, nonchè l’interazione con le comunità locali, attraverso un approccio improntato all’ascolto, al dialogo e a iniziative in favore delle specificità dei territori.
La partnership permetterà quindi di fornire un supporto sociale concreto grazie a investimenti nella realizzazione di percorsi formativi di alto livello, ampliando così le opportunità di formazione per i giovani in vista del loro inserimento nel mondo del lavoro.
“Questo memorandum mostra concretamente il ruolo chiave del settore privato nel finanziamento allo sviluppo, come sottolineato anche dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Addis Abeba nel 2015. Tre grandi attori privati mettono a fattor comune le proprie competenze ed esperienze nello sviluppo di progetti di cooperazione, nella formazione tecnica e nella meccanizzazione per promuovere l’accesso all’educazione e la diversificazione economica nei contesti di riferimento, dando impulso alla sostenibilità nella filiera agricola sia in ambito alimentare che energetico”, ha detto Guido Brusco, Direttore Generale Natural Resources di Eni.
“Nel contesto in cui operiamo oggi, l’iniziativa del singolo non sempre è sufficiente per realizzare in modo efficace gli obiettivi di sostenibilità posti dalla comunità internazionale. Come CNH Industrial vogliamo dare il nostro contributo per individuare e sviluppare soluzioni innovative e attuare pratiche sempre più sostenibili per l’agricoltura. Questo è un settore che trae forza dalla qualità, dalla produzione, dalla tracciabilità e dal legame con il territorio e che è protagonista delle sfide tecnologiche del nostro presente e futuro”, ha dichiarato Carlo Lambro, Brand President New Holland, che è un brand di CNH Industrial. “La crisi climatica, la transizione ecologica, la tutela dell’ambiente sono temi che impongono alle aziende leader come CNH Industrial di tracciare la rotta e di essere una forza motrice per affrontare queste sfide. Grazie all’accordo con Eni e Iveco Group siamo convinti di poter sviluppare ancor di più e in modo efficiente ed efficace le nostre azioni in questa direzione”, ha aggiunto.
“Le nuove soluzioni di trasporto sostenibili devono permettere di rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione e tutela dell’ambiente. E’ al contempo importante supportare iniziative di formazione continua che sappiano rispondere alle nuove sfide che dovrà affrontare tutta la filiera produttiva nei Paesi in cui operiamo”, ha commentato Michele Ziosi, Senior Vice President Institutional Relations & Sustainability di Iveco Group. “La sfida della transizione ecologica deve portare con sè opportunità di sviluppo economico e sociale. Con Eni e CNH Industrial uniremo le forze per far leva sulle reciproche competenze e proseguire il nostro impegno verso una mobilità sostenibile, accessibile ed inclusiva”, ha proseguito.
Il memorandum d’intesa, non esclusivo, aprirà opportunità di collaborazione innovative e concrete per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG).

– foto ufficio stampa Eni –

(ITALPRESS).

Vino, le “Ri-Generazioni” di Caviro nel segno della sostenibilità

ROMA (ITALPRESS) – “RI-GENERAZIONI. Uniti dal fil vert della sostenibilità” è il titolo dell’evento del Gruppo CAVIRO, tenutosi alla Fabbrica del Vapore di Milano, per la presentazione della Terza Edizione del Bilancio di Sostenibilità del Gruppo. L’evento, moderato da Federico Taddia, ha visto la partecipazione di più voci, esperienze, e generazioni: tra gli ospiti, l’Europarlamentare Elisabetta Gualmini, il Professor Attilio Scienza, il direttore scientifico di LifeGate Simone Molteni, il fondatore di ZeroCO2 Andrea Pesce, e la direttrice editoriale di Innesti, Martina Liverani.
Un dialogo aperto su come diverse realtà operano e comunicano per lasciare alle generazioni a venire un pianeta migliore e su come la responsabilità, soprattutto per le aziende, debba essere la guida principale nelle azioni quotidianamente intraprese.
“Sostenibilità è responsabilità. E’ occuparsi di lasciare le cose in ordine per chi viene dopo. Vogliamo comunicare in trasparenza il nostro modo di essere cooperativa e condividere con le persone, gli enti e le istituzioni che vengono in contatto con noi la volontà di creare Valore dove sembra non esserci”, ha detto il presidente del Gruppo CAVIRO, Carlo Dalmonte, che aprendo l’iniziativa ha sottolineato l’importanza di cooperare per un obiettivo comune.
Il racconto è proseguito sul Bilancio di Sostenibilità del Gruppo, giunto alla sua terza edizione e quest’anno certificato, che racchiude in sè tutto l’impegno e i risultati raggiunti da CAVIRO, che è ormai una Best Practice per il settore, in Italia e all’estero.
Con 12.000 soci, 27 cantine in 7 regioni d’Italia – dal Veneto alla Sicilia -, 35.200 ettari vitati e ben 660 mila tonnellate di uva prodotta (quasi il 10% di quella dell’intero territorio nazionale), il Gruppo CAVIRO rappresenta la più grande cantina vitivinicola d’Italia.
I 390 milioni di ricavi nel 2021 e un approccio che unisce visione strategica, innovazione e vicinanza al territorio, sono le basi che permettono al Gruppo di operare delle scelte, e seguire il fil vert della sostenibilità perseguendo strade, spesso pionieristiche, che pongono al centro il rispetto per le persone e per l’ambiente.
Un impegno che ha portato a diversi riconoscimenti nazionali e internazionali come il Premio Impresa Ambiente, il più alto riconoscimento italiano destinato alle imprese che nella gestione della propria attività danno un contributo innovativo in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, la menzione di Index Future tra le 44 imprese italiane che meglio illustrano la propria governance o il recente European Award for Cooperative Innovation per la categoria “Bioeconomia e Circolarità”, che riconosce a CAVIRO lo status di cooperativa tra le più innovative a livello europeo.
L’adozione di modelli di produzione sostenibili e circolari, l’attenzione per gli stakeholders, la promozione della sicurezza e del benessere di dipendenti e consumatori, il supporto al territorio anche dal punto di vista economico con un’attenzione particolare alle realtà locali: tutti temi fondamentali per il Gruppo faentino che, in linea con gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile del pianeta, attraverso iniziative e progetti tangibili e di ampio respiro esercita un’azione concreta su 7 Sustainable Development Goals (SDGs).
“In CAVIRO la sostenibilità si esprime in ogni passaggio della filiera: dal vigneto all’imbottigliamento, dagli scarti alla loro trasformazione in prodotti nobili, perchè “dell’uva non si butta via niente” – commenta SimonPietro Felice, Direttore Generale del Gruppo CAVIRO -. Abbiamo strutturato un modello di economia circolare che oggi è tra le più importanti case history a livello europeo. Decine di milioni di euro sono stati investiti, altri sono in budget per azioni atte a preservare il valore delle risorse naturali, operare il riciclo e la rigenerazione dei prodotti e dei materiali, che ci permettono di ridurre alla fonte l’impiego di materie prime ed energia”.
Le sustainability manager del Gruppo CAVIRO – un team di sole donne già alla guida di altri settori di CAVIRO, costituito da Sara Pascucci, Head of Communication Gruppo CAVIRO, Silvia Buzzi, Health Safety and Environment Manager CAVIRO Extra ed Elisa Massimiani, Financial Planning & Analysis Manager Gruppo CAVIRO – hanno raccontato i diversi aspetti in cui il Gruppo opera la sostenibilità.
Sostenibilità dal punto di vista sociale, con 27 certificazioni ottenute (tra cui SA8000, Standard Equalitas, Sostenibilità biometano e bioetanolo), e la creazione di una cultura della sostenibilità diffusa tra tutti gli stakeholder con diversi progetti: dalle etichette ai canali di comunicazione (sito, social network, e-magazine Innesti).
Sostenibilità sociale anche per l’attenzione verso i soci, con la garanzia di condizioni migliori di quelle sul libero mercato, e verso i dipendenti, con ad esempio le oltre 17.000 ore di formazione erogate nel 2021.
Sostenibilità dal punto di vista ambientale, con l’impegno nell’attività di recupero e valorizzazione pressochè totale degli scarti di filiera per la produzione di energia elettrica, termica, di biocarburanti e di fertilizzanti naturali.
Sostenibilità anche dal punto di vista economico. L’Italia costituisce il principale mercato di riferimento (70% della composizione dei ricavi per l’anno fiscale 2020/21) e il Gruppo è primo nel settore vino a livello nazionale per quota di mercato a volume e valore. Nel fiscal chiuso al 31 agosto 2021, il valore economico generato dal Gruppo è stato di 396 milioni di euro, con un incremento di 28,8 milioni di euro (pari al+8%) rispetto all’esercizio precedente.
Il 93,5% è stato distribuito agli stakeholders, principalmente soci (22%), altri fornitori di beni e servizi e lavoratori (a cui è andato un 7,4%), mentre il 6,5% dell’importo è stato reinvestito internamente.

– foto ufficio stampa Caviro –

(ITALPRESS).