BARI (ITALPRESS) – Si è svolta, nell’ambito della campagna nazionale di Marevivo “Adotta una spiaggia”, la pulizia di Baia Jalillo e della spiaggia di Peschici, un tratto di litorale adottato lo scorso anno dai volontari di Marevivo grazie al sostegno di Rilastil – in collaborazione con la Lega Navale, il Comune e la Pro Loco di Peschici e la Guardia Costiera.
Muniti di guanti, sacchi e rastrelli, i volontari di Marevivo Peschici coordinati da Matteo Iacovelli, i cittadini, gli operatori turistici e gli studenti della II A del Liceo Scientifico omnicomprensivo “Libetta” – accompagnati dai docenti delle aree umanistiche, scientifiche e sostegno – hanno setacciato tutto l’arenile della baia di Peschici per raccogliere i rifiuti spiaggiati.
Durante l’iniziativa, sono stati rimossi due quintali di rifiuti, tra cui plastiche, microplastiche, retine per la mitilicoltura e rifiuti ingombranti come sedie a sdraio abbandonate. Se lo scorso anno, il sostegno di Rilastil ad “Adotta una spiaggia” ha permesso l’installazione di tre pannelli informativo-divulgativi sulla spiaggia, quest’anno la rinnovata collaborazione ha visto il posizionamento di tre mini isole ecologiche lungo il tratto adottato, con l’obiettivo di contribuire a sensibilizzare turisti e cittadini sull’importanza di smaltire i rifiuti differenziandoli correttamente.
«Queste giornate non rappresentano solo un risultato importante dal punto di vista ambientale, ma anche uno straordinario lavoro di rete e di collaborazione fra associazioni, istituzioni, cittadini e aziende – ha dichiarato Laura Gentile, Coordinatrice nazionale di “Adotta una spiaggia” presente all’evento – La campagna “Adotta una spiaggia” è un progetto che ci sta particolarmente a cuore, proprio perchè vuole sensibilizzare le persone a guardare la spiaggia non come qualcosa da sfruttare solo nei mesi estivi, ma come un complesso ambiente naturale ricco di biodiversità da tutelare tutto l’anno. Per noi di Marevivo proteggere una spiaggia significa proteggere un intero ecosistema”.
«I mari e la pelle sono entrambi vitali per il nostro benessere e per quello del Pianeta in cui viviamo. Come le acque ricoprono il 70% del globo, così la pelle è l’organo più esteso del corpo umano. Da sempre Rilastil si impegna a proporre uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, grazie a formulazioni che proteggono al meglio la pelle dai raggi solari preservando l’ambiente marino – commenta Vittoria Ganassini, Responsabile Corporate Social Responsibility di Istituto Ganassini – La partnership con Marevivo Onlus contribuisce alla salute della Terra e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi di sostenibilità e inquinamento delle spiagge. Per noi essere responsabili significa impegnarsi giorno dopo giorno per migliorare il nostro impatto sul Pianeta, consapevoli che ogni innovazione, dal packaging alla formula, può fare la differenza”.
-foto ufficio stampa Marevivo-
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Marevivo, la baia di Peschici ripulita da 2 quintali di rifiuti
Yes-Europe con PoliEnergy a Torino, e-mobility in prima fila
TORINO (ITALPRESS) – Si è tenuta nei giorni scorsi, negli spazi dell’Heritage Hub di Stellantis a Torino, la conferenza annuale YES-Europe, organizzata insieme a PoliENERGY.
YES-Europe è un’associazione internazionale no-profit che dal 2016 unisce studenti universitari e giovani imprenditori appassionati dei temi di energia e sostenibilità e PoliENERGY è l’associazione studentesca no-profit del Politecnico di Torino.
L’evento rappresenta l’occasione per riprendere in presenza gli appuntamenti del programma di Academy, organizzati dalla e-Mobility Business Unit di Stellantis a partire dal 2019.
L’e-Mobility Academy di Stellantis nasce con l’obiettivo di promuovere la cultura legata alla mobilità elettrica fra i giovani, beneficiare del costante confronto con loro e raccogliere spunti su come la Generazione Z vive la mobilità del presente e vede quella del futuro.
Nel corso di due anni di attività sono stati coinvolti oltre 13.000 studenti in tutta Europa, secondo un modello che si fonda su un vero e proprio scambio di esperienze e prospettive: ne sono un esempio le challenge e gli hackathon che periodicamente e-Mobility organizza con gli studenti, utili per Stellantis ad avviare progetti multidisciplinari nell’ambito della mobilità sostenibile.
L’evento si è svolto in due giornate: il 22 aprile si è parlato di energia e tecnologie, il 23 di sostenibilità. Il primo giorno Stellantis è intervenuta con i suoi esperti per illustrare alcuni dei suoi progetti più innovativi come il Vehicle-To-Grid (V2G) nel comprensorio di Mirafiori che, grazie all’utilizzo di vetture elettriche per fornire potenza alla rete elettrica nazionale, supporta la diffusione delle energie rinnovabili. Durante il secondo giorno è stato invece illustrato l’approccio del Gruppo al tema della Circular Economy, con riferimento in particolare alla gestione delle batterie alla fine della loro vita a bordo vettura.
All’evento hanno partecipato circa 200 studenti in presenza, impegnati in workshop e discussioni con manager, ricercatori, giovani imprenditori e coordinatori delle associazioni studentesche.
“Nel perseguire l’obiettivo di Carbon Neutrality al 2038 annunciato durante il piano strategico di lungo periodo Dare Forward 2030, è più che mai importante il coinvolgimento delle nuove generazioni che sono attivamente impegnate nel proporre soluzioni innovative volte a favorire la diffusione di stili di vita più attenti all’ambiente”, afferma Anne-Lise Richard, responsabile globale della e-Mobility Business Unit di Stellantis. “Grazie alla partecipazione attiva degli studenti agli eventi dell’Academy di e-Mobility, stiamo raccogliendo spunti per proporre nuovi servizi ai clienti che scelgono di guidare elettrico, per migliorare la loro esperienza d’uso nel rispetto del pianeta”.
“Heritage Hub è stato pensato sin dalla sua realizzazione come un luogo multiforme, un punto di collegamento e di “snodo”. In Hub non si celebra soltanto il passato glorioso dei marchi automobilistici torinesi del Gruppo, ma si scrivono nuove pagine di futuro della mobilità grazie ad appuntamenti formativi che coinvolgono le nuove generazioni”, ricorda Roberto Giolito, Head of Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Abarth Heritage. “Per questa ragione siamo particolarmente felici di aver ospitato gli studenti di YES-Europe e di aver avviato con loro un confronto proficuo e costruttivo sulle tematiche più attuali della sostenibilità e dell’energia, certi che si saranno lasciati ispirare da oltre un secolo di eccellenza automobilistica nell’immaginare il domani della mobilità”, prosegue.
– foto ufficio stampa Stellantis –
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All’Autodromo di Imola la massima certificazione ambientale Fia
IMOLA (ITALPRESS) – L’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari ha ottenuto dalla Fia la certificazione per il terzo livello ambientale, il più alto ottenibile. Il circuito romagnolo rientra così tra i primi al mondo ad aver conseguito la certificazione ISO 20121:2013 e ora l’accreditamento ambientale Fia. Un risultato che premia il forte impegno ambientale dell’Autodromo, che si è concretizzato soprattutto attraverso la realizzazione di un sistema di monitoraggio e contenimento del rumore, la dotazione di pannelli fotovoltaici a supporto del fabbisogno energetico rinnovabile, la pianificazione di una serie di attività concernenti la gestione della produzione di rifiuti e la riduzione della plastica monouso. Questo ambizioso traguardo è stato raggiunto grazie alla totale sinergia tra l’Assessorato all’Autodromo e l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Imola, Formula Imola e il Con.Ami. Il progetto “Autodromo Sostenibile” prevede iniziative per la mitigazione attiva e passiva del rumore, per la mobilità sostenibile da e verso l’autodromo con servizio bike sharing a flusso libero e installazione di colonnine di ricarica elettriche, azioni plastic free con l’istallazione di erogatori di acqua nelle aree comuni (uffici, sala stampa) e la distribuzione di borracce.
Attraverso la sinergia con l’Università di Bologna è stata sviluppata una tesi che permette di calcolare gli impatti dei grandi eventi, che potranno essere compensati grazie al progetto “Un bosco per l’Autodromo”: un intervento di forestazione all’interno di una strategia più ampia che ha permesso al Comune di Imola di vincere il bando del Ministero per la Transizione ecologica. Il bosco sarà realizzato alla fine dell’anno in un’ansa del fiume Santerno attraversata dall’omonima Ciclovia, nei pressi dell’Autodromo, e sarà dotato di pannelli illustrativi che racconteranno i benefici degli alberi nell’assorbimento di CO2. L’attestato è stato consegnato al presidente di Formula Imola, Giancarlo Minardi, dal presidente del Senato Fia, Carmelo Sanz de Barros, in rappresentanza di Mohammed Ben Sulayem. Erano presenti il presidente Aci Angelo Sticchi Damiani, il sindaco di Imola Marco Panieri e l’assessora all’Autodromo Elena Penazzi. “La Fia è lieta di riconoscere il forte impegno per l’ambiente dimostrato dall’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, uno dei pochi circuiti in Europa ad ottenere il più alto standard ambientale Fia con tre stelle”, il messaggio fatto arrivare dal numero uno della Federazione internazionale, Mohammed Ben Sulayem.
“Questo fa parte dell’impegno globale dello sport automobilistico per ridurre l’impatto ambientale e aprire la strada all’innovazione sostenibile – ha aggiunto -. Mi congratulo con tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato e auguro loro un Gran Premio di Formula 1 di successo”. Secondo Sticchi Damiani “per l’autodromo e per Formula Imola questo 2022 rimarrà una stagione indimenticabile. Dopo la conferma della presenza fino al 2025 nel calendario del Mondiale di Formula 1, per la quale Automobile Club d’Italia si è battuto con successo, e il clamoroso risultato nella vendita dei biglietti, arriva oggi l’ennesimo riconoscimento internazionale per l’autodromo. Un risultato che premia lo straordinario lavoro di Gian Carlo Minardi e di tutta la sua squadra”.
“Un risultato che ci riempie di soddisfazione, frutto della collaborazione con Luigi Di Matteo dell’Area Tecnica dell’Automobile Club d’Italia e il Comune di Imola attraverso l’Imola Living Lab, progetto realizzato dalle Assessore all’Autodromo, Elena Penazzi, e all’Ambiente, Elisa Spada, con la Prof.ssa Valeria Vignali dell’Università di Bologna – spiega
Gian Carlo Minardi, presidente di Formula Imola -. Insieme abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato ad avere già per il GP di F1 del 18 aprile 2021 il riconoscimento di una stella e quest’anno la terza stella, assegnata per la piena conformità al progetto FIA Sustainability Programme, che coinvolge gli autodromi internazionali e la cui certificazione sarà obbligatoria per ospitare le gare mondiali anche della F1″.
“L’Autodromo della nostra città che riceve la terza stella FIA per la sostenibilità è un grande orgoglio per tutti noi. Perchè indica una direzione di futuro ben precisa, che vogliamo essere in grado di costruire, e perchè riconosce il lavoro di un impianto che ha saputo adeguarsi alle migliori pratiche al mondo per ridurre le emissioni di CO2, l’inquinamento acustico e la produzione di rifiuti, oltre a lavorare sull’autosufficienza energetica”, sottolinea il sindaco di Imola Marco Panieri.
– foto ufficio stampa Aci –
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Giovannini “La decarbonizzazione è una priorità”
ROMA (ITALPRESS) – In Italia, il settore dei trasporti è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2, a cui si aggiungono le emissioni nel settore dell’aviazione e del trasporto marittimo internazionali. Il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci, settore per il quale si registra un aumento del 3,2% delle emissioni tra il 1990 e il 2019, in controtendenza rispetto al calo del 19% delle emissioni totali durante lo stesso periodo. Per contribuire a raggiungere gli obiettivi europei, del pacchetto ‘Fit for 55′, che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050, è necessario accelerare il processo di decarbonizzazione, partendo proprio dal settore della mobilità. E’ questo uno dei passaggi chiave del Rapporto “La decarbonizzazione dei trasporti – Evidenze scientifiche e proposte di policy”, elaborato dagli esperti della Struttura Transizione Ecologica della Mobilità e delle Infrastrutture (STEMI) del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), presentato oggi nel corso di un evento online. Per ridurre le emissioni climalteranti del settore le soluzioni tecnologiche basate sull’elettrificazione risultano attualmente quelle più promettenti per diversi comparti, soprattutto quello del trasporto su strada.
Biometano, idrogeno verde, biocombustibili avanzati e combustibili sintetici, a causa dell’attuale scarsa capacità produttiva e degli alti costi ad essa collegati, potranno servire a decarbonizzare trasporti più difficilmente elettrificabili, come quelli marittimi e aerei. Inoltre, se per alcuni mezzi (automobili, furgoni commerciali, autobus, treni) le tecnologie alternative sono già adottabili in larga scala, per altri (navi, aerei e camion a lunga percorrenza) la sperimentazione è ancora in corso ed è quindi necessario continuare a investire in ricerca e sviluppo.
“L’obiettivo è accelerare la transizione ecologica, riducendo drasticamente le emissioni inquinanti e climalteranti nei trasporti nei prossimi otto anni. Per il Paese è una grande sfida verso un modello di sviluppo sostenibile e per le imprese una grande opportunità di innovazione e business”, sottolinea il Ministro Giovannini. “Il Rapporto STEMI offre considerazioni scientifiche e suggerimenti di policy a beneficio sia del settore pubblico sia di quello privato. Dal punto di vista degli interventi infrastrutturali – aggiunge Giovannini – date le condizioni tecnologiche attuali e ferma restando l’esigenza di continuare a sperimentare soluzioni alternative ai combustibili fossili, è fondamentale investire in sistemi di generazione elettrica da fonti rinnovabili e potenziare la rete di ricarica. Molti degli interventi del Mims, inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o finanziati con l’ultima legge di Bilancio, vanno nella direzione indicata dal Rapporto, ma ulteriori investimenti saranno necessari da parte del settore pubblico e del settore privato per raggiungere gli obiettivi europei”.
Il primo Rapporto realizzato dalla struttura istituita nel 2021 dal Ministro risponde alla necessità di fornire una base conoscitiva solida, fondata sullo stato della ricerca in tema di tecnologie per la decarbonizzazione dei trasporti, per assumere le decisioni politiche più opportune per accelerare la transizione ecologica e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ed inquinanti con il miglior rapporto costi-benefici, nonchè il rafforzamento della competitività dell’economia italiana e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, anche alla luce del dibattito europeo sul Pacchetto ‘Fit for 55’.
-foto Imagoeconomica-
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“Obiettivo Terra” 2022, Giuliano Zappi vince il concorso fotografico
ROMA (ITALPRESS) – E’ Giuliano Zappi il vincitore della XIII edizione di “Obiettivo Terra” 2022, il concorso fotografico dedicato alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali delle Aree Protette d’Italia, promosso dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana Onlus, per celebrare la 52esima Giornata Mondiale della Terra, che si festeggia oggi in tutto il mondo. La foto vincitrice ritrae il bacio romantico tra due volpi nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Abruzzo, Lazio, Molise), che quest’anno compie i suoi primi 100 anni insieme al Parco nazionale del Gran Paradiso.
Con questo fortunato scatto, immortalato nel cuore dell’area protetta, a Pescasseroli, il vincitore si è aggiudicato il primo premio di 1.000 (euro mille), la targa e la copertina del volume “Obiettivo Terra 2022: l’Italia amata dagli italiani”, oltre all’onore di veder la foto esposta al pubblico, fino al 1° maggio, sulla facciata di Palazzo Valentini, a Roma, insieme alla foto vincitrice della Menzione speciale “Obiettivo Mare”, scattata da Salvatore Ianniello. Al secondo posto si è classificata la foto del Parco naturale regionale del Beigua (Liguria), che ritrae un tritone alpino immortalato a Tigleto, scattata da Stefania Urbini, vincitrice della Menzione “Animali”.
Le 12 foto vincitrici, com’è consuetudine, saranno associate ai mesi del calendario 2023 e saranno riportate nella pubblicazione che verrà dedicata alla 13a edizione di “Obiettivo Terra”.
La cerimonia di premiazione, trasmessa in diretta phygital con collegamento da Palazzetto Mattei in Villa Celimontana, sede della Società Geografica Italiana, è stata aperta dai presidenti dei soggetti promotori.
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, sottolinea: “Dopo la riforma della Costituzione che ha inserito la tutela di ambiente, biodiversità e animali tra i principi della nostra Carta, quest’anno Obiettivo Terra assume un valore ancora maggiore. Il desiderio di natura e il rispetto degli ecosistemi passa attraverso la meraviglia degli scatti che in queste tredici edizioni del concorso hanno permesso di collezionare oltre 12mila fotografie da ogni angolo del Belpaese. Ma soprattutto di far conoscere l’importanza di curare le nostre bellezze. Ora subito norme che rafforzino la tutela di biodiversità, ecosistemi e animali e adeguare il Pnrr e la transizione ecologica e digitale al nuovo dettato costituzionale”.
Claudio Cerreti, Presidente della Società Geografica Italiana: “Il crescente successo di questo concorso fotografico è un segnale importante: l’attenzione per il patrimonio ambientale italiano è alta, sempre più alta. La Società Geografica Italiana studia e divulga da un secolo e mezzo i caratteri dell’ambiente italiano, e spesso ha dovuto registrare un’attenzione troppo tiepida, sia nell’opinione pubblica sia nella sfera politica. Si può forse essere più ottimisti, oggi, nel constatare la grande partecipazione a Obiettivo Terra. Molto è ancora da fare, ma questa iniziativa mostra che la sensibilità per l’ambiente è in crescita”.
Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat, Main Partner del concorso: “Non c’è modo migliore di celebrare la 52° Giornata Mondiale della Terra attraverso le immagini dei nostri meravigliosi paesaggi naturali. La bellezza delle aree protette, ci ricorda, ancora una volta, quanto resti urgente preservarne l’unicità attraverso scelte consapevoli, nei confronti dell’ambiente e della società. La circular economy, di cui Cobat è protagonista da oltre 30 anni, permette di preservare l’ecosistema, trasformando i rifiuti in nuove materie”.
Proprio in collaborazione con Cobat, è stata attribuita anche la Menzione speciale “Parchi dal cielo”. A vincerla, la foto scattata da Vittorio Emanuele Caccavallo (Vec Samoano) nel Parco regionale dei Monti Lattari (Campania) che ritrae una splendida veduta di costa a Positano, perla della costiera amalfitana.
Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti: “Nello spazio di una sola generazione l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne che storicamente rappresentano l’immagine del Belpaese nel mondo e garantiscono la sovranità alimentare in un momento così difficile. In Italia la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari e a causa della cementificazione e della scomparsa dei terreni fertili. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare con i progetti del Pnrr. Ma occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.
In un messaggio di ringraziamento agli organizzatori del concorso, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha espresso il proprio apprezzamento per “Obiettivo Terra” rinnovando il sostegno alla Fondazione UniVerde e alla società Geografica Italiana per lo straordinario impegno nella tutela della biodiversità e nella difesa del nostro prezioso territorio.
Federico D’Inca, Ministro per i Rapporti con il Parlamento: “Abbiamo un patrimonio straordinario che dobbiamo tutelare a beneficio delle prossime generazioni: per riuscirci è indispensabile l’impegno di tutti, istituzioni, operatori e associazioni che difendono il nostro ambiente. E’ altrettanto fondamentale vincere la sfida della transizione ecologica che deve accompagnarsi anche ad una nuova forma di turismo sostenibile, capace di valorizzare al meglio i nostri territori. Tutela e valorizzazione ambientale sono il fulcro del cambiamento di questo Paese e potere rafforzare questi aspetti grazie alla premiazione odierna in occasione della Giornata Mondiale della Terra è particolarmente significativo”.
Sono inoltre intervenuti: Loredana De Petris (Presidente Gruppo Misto, Senato della Repubblica), Rossella Muroni (Vicepresidente Commissione ambiente, Camera dei Deputati), Matteo Piantedosi (Prefetto di Roma), Maria Carmela Giarratano (Capo dipartimento DiAG, Ministero della Transizione Ecologica), Antonio Pietro Marzo (Comandante Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari – Arma dei Carabinieri), Francesco Tomas (Designato Capo Reparto Ambientale Marino, Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera); Alessia Pieretti (Consigliera della Città Metropolitana di Roma Capitale).
Madrina della XIII edizione del contest è stata la conduttrice televisiva Rita Dalla Chiesa. Alla diretta phygital, in presenza e in collegamento, hanno inoltre preso parte rappresentanti delle Istituzioni, delle aree protette italiane, delle associazioni ambientaliste e dei partners del concorso, gli autori delle foto vincitrici e alcuni componenti della Giuria di esperti e nonchè presidenti, direttori e rappresentanti delle realtà partners del contest, tra cui: Giampiero Sammuri (Presidente Federparchi), Giuseppe Trieste (Presidente Fiaba Onlus), Rosalba Giugni e Carmen Di Penta (Presidente e Direttore Marevivo), Elisabetta Montesissa (Direttore nazionale Terranostra), Fiorello Primi (Presidente I borghi più belli d’Italia), Giuseppe Gisotti (Presidente onorario SIGEA – APS, Società Italiana di Geologia Ambientale), Antonio Cianciullo (Giornalista e scrittore), Silvestro Serra (Direttore Magazine e Rapporto con i Media, Touring Club Italiano), Zeina Ayache (Giornalista e conduttrice Fanpage.it), Sergio Avallone (Consigliere federale Federazione italiana canoa kayak), Saul Ripamonti (Co-fondatore network Pixcube.it) e con la partecipazione di autori e autrici delle foto vincitrici e dirigenti delle Aree Protette immortalate tra cui: Giovanni Cannata (Presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise); Andrea Spaterna (Presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini); Gabriela Scanu (Commissario straordinario del Parco nazionale dell’Asinara); Silvia Lottero (Direttore ff Parco nazionale dell’Aspromonte); Alessandro Chiodelli (Vice presidente del parco Adda Nord); Francesco Maisto (Presidente parco regionale dei Campi Flegrei); Giulia Bonella (Direttore Tenuta presidenziale di Castelporziano).
L’evento è stato moderato da Gianni Todini (Direttore Askanews).
Oltre ai premi ai partecipanti, è stato attribuito il Premio “Parco Inclusivo” 2022, in collaborazione con FIABA Onlus e Federparchi all’Area marina protetta del Plemmirio (Sicilia) per gli interventi volti a favorire l’accessibilità e la fruibilità dell’accesso al mare alle persone con disabilità e a ridotta mobilità. Il riconoscimento è stato consegnato alla Direttrice, Sabrina Zappalà.
Oltre al Primo Premio “Mother Earth Day”, sono state attribuite 11 tra Menzioni e Menzioni speciali la cui decretazione è stata affidata direttamente alle realtà partner del contest: Alberi e foreste (in collaborazione con Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri); Animali (in collaborazione con Federparchi); Area costiera (in collaborazione con Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera); Fiumi e laghi (in collaborazione con Federazione Italiana Canoa e Kayak); Paesaggio agricolo (in collaborazione con Fondazione Campagna Amica); Patrimonio geologico e geodiversità (in collaborazione con Società Italiana di Geologia Ambientale – APS); Turismo sostenibile (in collaborazione con Touring Club Italiano); Parchi dal Cielo (in collaborazione con Cobat); Obiettivo Roma (alla più bella foto scattata nelle aree protette della Città Metropolitana di Roma Capitale); Borghi (alla più bella foto di un borgo in un’area protetta. In collaborazione con l’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”) e Obiettivo Mare (alla più bella foto subacquea scattata in un’area marina protetta, in collaborazione con Marevivo). Sono stati inoltre conferiti due premi extra-concorso, che sono i seguenti: Paola Limena, autrice dello scatto vincitore della Menzione “Paesaggio Agricolo” (in collaborazione con Fondazione Campagna Amica), si è aggiudicato un week end presso l’Agriturismo “Il Podere di Assisi” (PG) offerto da Terranostra Umbria. L’agriturismo fa parte della rete di Campagna Amica: mercati a Km0, delle aziende agricole, degli agriturismi e delle fattorie che sostengono l’agricoltura sostenibile e il cibo di qualità.
Premio “Pixcube_it” alla prima classificata conferito da Saul Ripamonti (Co-fondatore network Pixcube.it), intervenuto in collegamento video: un buono voucher speciale messo in palio dal network Pixcube.it per un viaggio-workshop-reportage a scelta tra i molti e prossimi eventi che si tengono nei parchi naturali d’Italia, disponibili online su Pixcube.it.
Inoltre, grazie alla rinnovata collaborazione con Pianeta Foresty, che fin dalle primissime edizioni del contest ha favorito la piantumazione di nuovi alberi, nel corso della diretta streaming sono state messi a dimora 10 alberi autoctoni nella Riserva naturale statale Oasi WWF “Cratere degli Astroni” ad Agnano (NA).
Obiettivo del concorso fotografico è quello di valorizzare il lavoro quotidiano delle Aree Protette d’Italia, orientato alla tutela ambientale, alla salvaguardia della biodiversità, alla difesa delle tipicità locali e permettere la diffusione di un modello di turismo veramente ecosostenibile e responsabile. La realizzazione di questo ambizioso progetto è stata supportata da Cobat (Main Partner del concorso) e Bluarancio (Digital Partner) e in collaborazione con: FIABA Onlus, Marevivo, Fondazione Campagna Amica, Touring Club Italiano, SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, Associazione “I Borghi più belli d’Italia”, Earth Day Italia, Federazione Italiana Canoa e Kayak, SOS Terra Onlus.
L’edizione 2022 di “Obiettivo Terra” ha ricevuto il patrocinio morale di: Senato della Repubblica; Camera dei Deputati; Ministero della Transizione Ecologica; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero della Cultura; Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Città Metropolitana di Roma Capitale; Roma Capitale; Prefettura di Roma; Federparchi; Federculture e di tutti i Parchi Nazionali d’Italia, con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri.
Media Partners: Askanews, Italpress, Teleambiente, LifeGate, Opera2030, Trekking.it, Eco in Città. Partners Tecnici: Pixcube.it, Pianeta Foresty, @racne.
-foto ufficio stampa Fondazione Univerde –
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Competenze green per 3,5 milioni di assunzioni
ROMA (ITALPRESS) – L’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale si conferma come un requisito di base per entrare nel mercato del lavoro: nel 2021 le imprese hanno richiesto al 76,3% delle assunzioni programmate – pari a oltre 3,5 milioni di posizioni – competenze green, e nel 37,9% dei casi con un grado di importanza per la professione elevato.
Il 2021, infatti, ha registrato il recupero degli investimenti delle imprese nella Green Economy: il 24,3% delle aziende dell’industria e dei servizi ha investito in tecnologie e prodotti green (+3 punti percentuali rispetto al 2019) e il 52,5% ha investito in competenze green, ripristinando la dinamica positiva che si osservava prima della pandemia. Questi risultati sottolineano l’impegno delle imprese verso la transizione green, fattore ancor più strategico oggi per superare le fortissime tensioni nel campo energetico dell’approvvigionamento delle materie prime per la guerra in Ucraina.
E’ questa la fotografia mostrata dall’ultima edizione del volume “Le competenze green” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne.
La domanda di competenze per la transizione verde pervade l’intera economia, sebbene con diversi gradi di intensità. Per l’industria, si evidenzia un’elevata richiesta di competenze green nel settore dell’estrazione minerali (sono necessarie per il 79,7% degli ingressi programmati), nel comparto del legno e del mobile (78,8%), nelle costruzioni (78,6%), nelle industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere (78,5%), per le public utilities (77,8%) e per la meccanica (76,8%). Nei servizi si rileva altrettanto strategica la green skill per la formazione (richieste all’84,6% delle entrate), commercio e riparazione autoveicoli e motocicli (84,4%), servizi avanzati e di supporto alle imprese (81,1%) e alloggio, ristorazione e turismo (80,9%).
Le competenze green sono dirimenti per gran parte dei mestieri legati al comparto dell’edilizia, quali ad esempio i tecnici e ingegneri delle costruzioni civili (competenze richieste con elevata importanza al 78,6% e al 71,2% delle entrate) e i tecnici della gestione dei cantieri edili (55%), chiamati a operare sia per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio già esistente, sia nella progettazione e costruzione di nuovi edifici ecosostenibili. Ma non solo, le competenze green sono decisive ai fini dell’assunzione di ingegneri elettronici e in telecomunicazioni (64,5%), tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (57,8%), spedizionieri e tecnici della distribuzione (56,4%), tecnici chimici (52,6%), insegnanti nella formazione professionale (52,3%).
Inoltre, il possesso di competenze verdi è strategico per tutti i livelli di istruzione: si osservano le richieste maggiori per la formazione tecnica superiore (è necessaria la green skill per l’88,2% delle entrate con ITS) e i laureati (82,7%), ma anche per chi consegue una qualifica e/o un diploma professionale o un titolo di studio di livello secondario l’attitudine al risparmio energetico e sensibilità ambientale è un requisito importante per entrare nel mondo del lavoro (domandato rispettivamente al 79,3% e al 76,6% delle entrate del livello di istruzione).
Gli indirizzi di laurea a cui è associata una domanda della green skill di grado elevato superiore alla media – pari al 45,5% – sono l’indirizzo agrario, agroalimentare e zootecnico (competenze green elevate richieste al 74,7% dei laureati), ingegneria civile ed architettura (61,5%), ingegneria industriale (55,9%) e statistica (54%).
Tra gli indirizzi di diploma di secondaria superiore, le imprese ritengono assolutamente necessario il possesso di competenze green per i diplomati a indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità (richieste con elevata importanza al 51,4% dei profili ricercati) e a indirizzo agrario, agroalimentare e agroindustria (48,1%).
I risultati del Sistema Informativo Excelsior evidenziano, inoltre, che il mismatch cresce all’aumentare dell’intensità dell’importanza con cui sono richieste le competenze green. Nello specifico, si rileva una difficoltà di reperimento delle competenze green per il 33,8% delle entrate, quota che arriva al 36,9% quando sono necessarie con elevato grado di importanza.
Oltre alle competenze green diffuse, il Sistema Excelsior mette in evidenza le assunzioni programmate dalle imprese per le professioni caratteristiche della Green Economy. Nel 2021 sono stati previsti dalle imprese 1,6 milioni di contratti per veri e propri Green Jobs, pari al 34,5% del totale delle entrate, ritornando ai livelli pre-pandemia registrati nel 2019. Rientrano tra i Green Jobs i tecnici del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, il responsabile delle vendite di prodotti verdi, l’analista e progettista di green software, l’esperto legale ambientale.
I settori dell’industria – che assorbono in misura maggiore i profili coinvolti attivamente nella produzione e nello sviluppo di tecnologie e processi della Green Economy – evidenziano un’incidenza di Green Jobs maggiore (68,6%) rispetto ai servizi (20,9%).
Le costruzioni si confermano al primo posto per quota di Green Jobs (86,7% sul totale delle entrate del settore), seguite dalla meccanica (84%), dalle industrie della gomma e delle materie plastiche (82,8%). Per quanto riguarda i servizi, presentano incidenze di Green Jobs superiori alla media logistica (72,4%), servizi avanzati di supporto alle imprese (52,5%), servizi finanziari e assicurativi (40,6%) e ICT (40,2%).
I Green jobs sono caratterizzati – rispetto alle altre professioni – anche da una richiesta più intensa di problem solving, di capacità di gestire soluzioni innovative e di competenze matematiche e informatiche. Inoltre, è accentuata la difficoltà di reperimento, riscontrata nel 40,6% dei casi.
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Rifiuti, in Italia 13 mld di fatturato ma gestione frammentata
ROMA (ITALPRESS) – Il settore dei rifiuti in Italia sta affrontando una serie di importanti riforme strutturali, ma restano ancora numerose difficoltà da superare, soprattutto in termini di abbattimento dei tempi e snellimento delle procedure autorizzative, di accettazione sociale e governance locale: tutto ciò al fine di attivare gli investimenti necessari a colmare il fabbisogno impiantistico e di superare la frammentazione gestionale. Questa la fotografia scattata dal Green Book 2022, il rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani in Italia, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, realizzato quest’anno in collaborazione con ISPRA e presentato oggi a Roma alla vigilia della Giornata della Terra. Il Rapporto evidenzia come la produzione italiana di rifiuti urbani e assimilati nel 2020 sia ammontata a circa 29 milioni di tonnellate, in calo rispetto al 2019 a causa dell’emergenza relativa al Covid-19 che, per effetto della chiusura di numerosi esercizi commerciali, ha determinato una diminuzione di oltre 1 milione di tonnellate. Il tasso di effettivo riciclaggio dei rifiuti urbani è compreso tra il 54,4% (utilizzando la Metodologia 2 della Decisione 2011/753/UE inizialmente adottata dall’Italia) e il 48,4% (usando la metodologia 4 che considera i rifiuti urbani senza distinzioni merceologiche), in entrambi i casi al di sopra della media europea del 47,8%. Il conferimento in discarica è stimato al 20%, un valore leggermente migliore rispetto alla media europea del 23%. Resta ancora importante il deficit impiantistico al Centro-Sud, dove i quantitativi di rifiuti raccolti superano quelli trattati, e dove il ricorso alla discarica rimane ancora la principale destinazione (oltre il 60% per il rifiuto urbano residuo).
Il comparto ha fatto registrare un fatturato di oltre 13 miliardi di euro (in linea con i valori 2018) circa lo 0,8% del PIL, in gran parte determinato dalla tariffa rifiuti, e un numero di addetti che supera le 95mila unità. A livello comunitario, secondo Eurostat, nel 2019 si è registrato un volume della produzione pari a circa 167 miliardi di euro. Come annunciato nel Piano d’Azione per l’Economia circolare, la Commissione europea ha presentato a marzo 2022 un pacchetto di proposte ad attuazione del Green Deal Europeo; le misure aggiuntive, oltre a prevedere il raggiungimento di un’economia completamente circolare entro il 2050, sono mirate a promuovere modelli imprenditoriali circolari e responsabilizzare i consumatori nella transizione verde. Saranno quindi necessari ulteriori investimenti nei prossimi anni, per raggiungere gli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti solidi urbani (65% di riciclaggio effettivo e ricorso alla discarica non superiore al 10% dei rifiuti urbani prodotti). In particolare, come indicato in uno studio della Commissione Europea (2019), si stima che gli investimenti necessari dal 2020 al 2035 per raggiungere i target previsti ammontino a 31,5 miliardi di euro, con una spesa media annua di 2,1 miliardi di euro.
In quest’ottica, il PNRR rappresenta un’opportunità per gli investimenti che mirano a incentivare la circolarità delle risorse e, nello specifico, a migliorare i sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti in tutto il territorio nazionale, per i quali sono stati stanziati 2,5 miliardi di euro.
‘Il Green Book – commenta il presidente della Fondazione Utilitatis, Stefano Pareglio – è una monografia di riferimento nel settore dei rifiuti urbani, e sottolineo perciò con soddisfazione la collaborazione avviata quest’anno con ISPRA. I dati presentati mostrano alcuni segnali di miglioramento del settore, ma evidenziano soprattutto i limiti che si incontrano in Italia nell’affermare una piena e diffusa logica di circolarità. Guardiamo dunque con grande attenzione al ruolo del legislatore e del regolatore affinchè si avvii un percorso per promuovere un servizio di maggiore qualità e più omogeneo sul territorio nazionalè.
Sul fronte gestionale, il settore si caratterizza per l’elevata dispersione sia orizzontale, con un elevato numero di operatori, sia verticale, con la presenza di numerosi gestori specializzati nelle fasi a monte o a valle della filiera. Sono dunque pochi i grandi operatori in grado di assicurare la chiusura del ciclo. Il numero di aziende attive nel settore dei rifiuti supera le 650 unità (escluse le gestioni in economia): il 52% è specializzato nelle fasi di raccolta e trasporto, il 20% è operativo sia nelle fasi di raccolta sia nella gestione diretta di uno o più impianti di recupero e smaltimento, mentre il restante 28% è specializzato nella gestione impiantistica.
Nel settore, molti enti locali gestiscono in economia il servizio: secondo i recenti dati pubblicati da ARERA, i Comuni attivi in una o più fasi del servizio sono più di 6.300, per un totale complessivo (tra aziende e enti locali) di 7.253 soggetti attivi nel comparto; il 70% di questi dichiara di svolgere soltanto un’attività (per gli enti locali tipicamente la riscossione della Tari), mentre il ciclo integrato è svolto solo dal 2,4% dei soggetti.
‘Lo studio – commenta il vicepresidente vicario di Utilitalia, Filippo Brandolini – evidenzia l’importanza di una gestione industriale dell’intero ciclo dei rifiuti, la necessità di realizzare impianti soprattutto al Centro-Sud e l’urgenza di superare le frammentazioni gestionali. Si tratta di tre elementi fondamentali per la piena affermazione dell’economia circolare, che consentirebbero inoltre di risparmiare materia prima e di produrre energia rinnovabile, offrendo un importante contributo nel percorso verso la decarbonizzazione. Il Green Book sicuramente fornisce una base di conoscenze importante anche per la definizione, attualmente in corso, del Programma nazionale di gestione dei rifiutì.
La sezione curata da ISPRA fornisce informazioni aggiornate relative ai flussi transfrontalieri di rifiuti urbani e speciali per il biennio 2019-2020. Nel 2020 sono state esportate oltre 4,2 milioni di tonnellate di rifiuti (4,4 milioni nel 2019) a fronte di un’importazione di circa 7 milioni di tonnellate (nel 2019 erano 7,2 milioni). Tra i rifiuti urbani esportati, molti sono quelli prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani, mentre tra i rifiuti urbani importati, le principali categorie sono rappresentate da vetro e plastica. La Germania è il Paese che riceve la maggiore quantità di rifiuti italiani (20,5% delle esportazioni) e che ne invia in Italia il quantitativo più rilevante (29% delle importazioni).
Dall’analisi di ISPRA si evince che i rifiuti urbani importati in Italia sono destinati totalmente al recupero di materia, per alimentare l’industria manifatturiera nazionale, mentre oltre il 36% di quelli esportati è destinato a recupero energetico, ad ulteriore conferma del deficit impiantistico che affligge il paese. ‘Il Green Book – spiega Valeria Frittelloni, responsabile del Centro Nazionale Rifiuti ed Economia Circolare dell’ISPRA – ci fornisce un quadro sull’efficienza del servizio di gestione dei rifiuti nel nostro Paese e rappresenta, in questo momento, una baseline sulla quale misurare i progressi che il sistema saprà attuare a seguito delle importanti misure che il Governo sta varando sul tema della gestione dei rifiuti. La prossima adozione della strategia nazionale sull'economia circolare integrata dalle azioni del Programma nazionale di gestione dei rifiuti e dai finanziamenti previsti dal PNRR, costituiranno una enorme spinta all’evoluzione del sistema che siamo pronti a misurare, a cominciare dalla qualità del servizio reso ai cittadinì.
I costi del servizio variano in base alla distribuzione territoriale. Per una famiglia tipo (3 componenti in un’abitazione di 100 metri quadrati) nel 2021 la spesa per il servizio è stata pari a 318 euro, con forti differenze tra le aree del Paese: 282 euro al Nord, 334 euro al Centro, 359 euro al Sud. Differenze che si sono conservate lungo un arco temporale di 8 anni (2014-2021): al Nord la spesa si è mantenuta mediamente pari a 272 euro, al Centro si è ridotta da 336 euro a 329 euro, mentre al Sud è passata da 360 a 356 euro. La principale causa della spesa più alta per le famiglie del Centro-Sud è relativa ai costi sostenuti per il trasporto dei rifiuti fuori Regione, per effetto di un assetto impiantistico non adeguato.
La regolazione, che nel settore rifiuti è stata introdotta nel 2018, ha avviato il secondo periodo regolatorio (MTR2) che completa lo scenario con la definizione dei criteri per le tariffe di accesso agli impianti di trattamento e smaltimento e con l’emanazione del testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani (TQRIF). Si configura un quadro unico tra qualità ambientale del servizio, qualità contrattuale e qualità tecnica. Una prima stima della Fondazione Utilitatis fissa tra i 10,3 e i 12,6 miliardi di euro le entrate tariffarie del servizio integrato di igiene ambientale assoggettate a regolazione.
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Nasce il patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo
ROMA (ITALPRESS) – Definire la road map per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del settore del trasporto aereo. E’ questo l’obiettivo del Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo promosso da Aeroporti di Roma con il supporto scientifico del Politecnico di Milano che presenterà i risultati della ricerca “La sostenibilità nel comparto del trasporto aereo” a luglio in un evento che ha il patrocinio del ministero della Transizione ecologica, del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e con il supporto dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac). Il Patto è composto da un Comitato di Indirizzo al quale stanno aderendo rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria, di grandi aziende italiane e dell’associazionismo per la sostenibilità.
Il Patto nasce per dare una svolta radicale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nel settore del trasporto aereo nel contesto degli SDGs e dell’Agenda 2030 e in tale ambito l’obiettivo di Net Zero Emissions entro il 2050. Il trasporto aereo produce circa il 2% delle emissioni globali di CO2, ma è comunque fortemente impegnato per raggiungere livelli sempre più elevati di sostenibilità e per ridurre le proprie emissioni. Considerando che il settore aeronautico è un elemento centrale per lo sviluppo economico e sociale a livello mondiale, del quale non si può fare a meno, come chiaramente evidenziato durante il periodo pandemico, c’è la chiara esigenza di definire un percorso che renda compatibile lo sviluppo della connettività a livello planetario e la tutela dell’ambiente.
L’Osservatorio quindi raccoglierà e diffonderà conoscenza scientifica mettendo a sistema risorse e competenze di diversi settori e realtà accademiche italiane che sono parte attiva del processo di decarbonizzazione, con l’obiettivo di fornire risposte concrete a una serie di domande che il settore si deve porre e a cui è necessario replicare nel modo più rigoroso possibile, come ad esempio definire il contesto metodologico nell’ambito del quale perseguire obiettivi “science-based”, individuare i termini temporali per implementare le soluzioni individuate, delineare gli interventi necessari per garantirne la praticabilità operativa, tecnologica ed economica all’interno di precisi framework normativi europei e nazionali.
“L’ENAC ha fra i suoi mandati istituzionali – ha dichiarato il presidente dell’ENAC Avvocato dello Stato, Pierluigi Di Palma – anche l’attenzione alla tutela ambientale. Tutto il sistema aeronautico è vitale per lo sviluppo e dunque una sua regolamentazione in termini di sostenibilità è necessaria e
improcrastinabile per contribuire alla riconciliazione tra trasporto aereo e ambiente. La decarbonizzazione del trasporto aereo, promossa da Aeroporti di Roma grazie al supporto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e con la partecipazione dell’ENAC, deve vedere tutti gli attori del comparto convintamente impegnati a perseguire le soluzioni migliori e più innovative a tutela delle esigenze dei cittadini, garantendo, appunto, una crescita sostenibile del settore nel rispetto degli impegni internazionali assunti dall’Italia”.
“La decarbonizzazione del trasporto aereo – ha sottolineato Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma – è una sfida chiave rispetto alla quale il settore può e deve farsi trovare pronto. Tuttavia, la complessità del percorso, caratterizzato anche da soluzioni tecnologiche ancora immature o da costi oggi proibitivi, richiede un’attenta riflessione. E’ quindi necessaria una fase di analisi, che poggi su solide basi tecniche, che traduca auspici in piani di azione concreti con tappe sfidanti ma realistiche, che garantisca coerenza dei target con quanto la scienza ci indica come necessario e realmente fattibile, ed infine che definisca la necessaria cornice di policies che supporti la transizione”. “A tal fine – ha aggiunto – il Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo è un’iniziativa aperta che si propone di coinvolgere tutti gli attori di riferimento per definire una roadmap condivisa”.
“Nei prossimi anni – ha sottolineato Alfredo Altavilla, presidente esecutivo di Ita Airways – il nostro settore sarà impegnato nella realizzazione di una ambiziosa trasformazione tecnologica e culturale, con l’obiettivo di raggiungere i più elevati livelli di sostenibilità e decarbonizzazione. Siamo quindi lieti di far parte di questa importante iniziativa e poter contribuire alla definizione di azioni innovative che permetteranno al trasporto aereo italiano di cogliere gli obiettivi di riduzione delle proprie emissioni, preservando la competitività dell’industria. ITA Airways ha già avviato il percorso verso un futuro più sostenibile attraverso il rinnovo della propria flotta, con il progressivo ingresso di aeromobili moderni ed environment-friendly, dotati di tecnologie all’avanguardia, che consentiranno di ridurre, nell’arco di piano 2022-2026, le emissioni di CO2 di 750 mila tonnellate”.
Nell’ambito dell’Osservatorio verranno pertanto analizzate e valutate in maniera organica tutte le iniziative disponibili per ridurre le emissioni del settore tra cui ad esempio lo sviluppo di carburanti sostenibili e delle infrastrutture necessarie, l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, nuove tecnologie per la propulsione degli aeromobili, l’implementazione di intermodalità ferro-aereo integrata in tutti i suoi aspetti – da quello infrastrutturale, a quello commerciale e dei servizi ai passeggeri. In tale ambito verranno anche valutate le misure transitorie di compensazione da utilizzarsi in attesa della piena implementazione delle soluzioni individuate.
Il Patto prevede lo sviluppo di una ricerca accademica curata dal gruppo Energy&Strategy del Politecnico di Milano, i cui contenuti saranno discussi in alcune tavole di lavoro tematiche a cui prenderà parte il Comitato di Indirizzo. Antonio Lobosco, Chief Operating Officer: “Per far fronte all’incremento nelle emissioni di GHG, l’Unione Europea ha fissato degli obiettivi di decarbonizzazione con diversi orizzonti temporali (2020, 2030, 2050), riportati in diversi provvedimenti normativi come il Climate Energy Package (-20% di GHG al 2020 rispetto al 1990) ed il Green New Deal (-55% di GHG al 2030 rispetto al 1990). Lo scopo ultimo è di raggiungere la neutralità emissiva al 2050. In tale contesto verrà discusso nei prossimi mesi da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo il pacchetto di provvedimenti ‘Fit for 55’. Esso include anche alcuni provvedimenti rivolti al trasporto aereo, tra cui il progressivo innalzamento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 dal 43% (target ETS attuale) al 61% (rispetto ai valori del 2005), e la ReFuelEU Aviation Initiative, per introdurre l’impiego di ‘Sustainable Aviation Fuel’ e ‘Synthetic Aviation Fuel’ negli aeromobili”.
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