ROMA (ITALPRESS) – Sabato 2 aprile, le principali associazioni ambientaliste, i comitati di quartiere e i cittadini romani lavoreranno fianco a fianco per riordinare la città dai rifiuti, nel quadro dell’iniziativa “Roma cura Roma” lanciata dal sindaco Roberto Gualtieri e dall’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti Sabrina Alfonsi. Una giornata di riappropriazione della città da parte di chi la vive ogni giorno, grazie al coinvolgimento della cittadinanza attraverso un ampio programma di interventi di raccolta rifiuti e cura di strade, piazze e giardini. Per l’occasione Marevivo, insieme a Retake e Tevere Day, e con il supporto di Mondo Sommerso e TeleAmbiente, media partner ufficiali dell’evento, ha organizzato una mattinata di pulizia terra/fiume.
Le attività, in programma dalle 10 alle 13:30, si svolgeranno nel tratto compreso tra Ponte Matteotti e Ponte Margherita sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, dove è ormeggiata la sede nazionale dell’Associazione.
La raccolta di rifiuti galleggianti nel Tevere verrà effettuata dai canoisti e da un mezzo marino del Consorzio Castalia, con cui il MITE ha stipulato un accordo per la raccolta di rifiuti marini da coste, foci dei fiumi e aree marine protette.
Negli spazi dello Scalo de Pinedo, Marevivo allestirà inoltre un Blue Corner dedicato alle attività di educazione ambientale per i più giovani, in cui i volontari della Delegazione Regionale Marevivo Lazio forniranno ai presenti anche informazioni sull’ambiente marino e sulle varie iniziative portate avanti dall’associazione. Inoltre, alle ore 12:00, il giornalista Giuseppe Di Piazza, responsabile dell’edizione romana del Corriere della Sera, presenterà il libro “Il dio scontroso”, la prima opera letteraria interamente dedicata al Tevere, e realizzata grazie alla collaborazione di undici scrittori, romani, di nascita o di adozione, che hanno scritto ciascuno un racconto inedito ambientato sul fiume.
“Sarà un’occasione per riappropriarsi di strade, piazze e parchi che si trovano nei quartieri in cui viviamo ogni giorno”, ha affermato il sindaco Gualtieri durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, aggiungendo che “l’attenzione alla qualità della vita e alla cura dei beni comuni rappresenta il primo passo per definirsi cittadini”.
“I fiumi sono le grandi arterie del pianeta ma oggi si sono trasformati in “nastri trasportatori” di rifiuti di ogni genere che finiscono in mare – spiega la direttrice di Marevivo Carmen Di Penta -. Il Tevere è un fiume meraviglioso, che però sta soffrendo molto proprio a causa dell’inquinamento. Per questo, Marevivo, sempre in prima linea nelle attività di pulizia e sensibilizzazione, ha deciso sin da subito di aderire all’iniziativa “Roma cura Roma”. Vorremmo che la giornata di sabato fosse una lezione di educazione, per insegnare ai cittadini come un gesto di non curanza, appunto, fatto distrattamente possa ripercuotersi non solo sull’ambiente ma anche sul lavoro di molte altre persone”.
L’AMA, la municipalizzata romana dei rifiuti, metterà a disposizione il materiale utile per l’attività: scope, sacchi, rastrelli, pinze e personale con decespugliatore, mentre i partecipanti, che dovranno arrivare muniti di guanti protettivi, daranno il loro prezioso contributo alla pulizia. Per partecipare, basterà inviare una mail all’indirizzo: [email protected].
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Marevivo aderisce a “Roma cura Roma”, iniziativa per ripulire la città
Iveco ed Enel X sviluppano mobilità elettrica su veicoli commerciali
TORINO (ITALPRESS) – Iveco ha firmato un memorandum d’intesa con Enel X per una possibile collaborazione che sbloccherà il potenziale della mobilità elettrica per i veicoli commerciali in Europa, con particolare attenzione ai veicoli commerciali leggeri, a quelli pesanti e agli autobus. Le due società valuteranno come i mezzi elettrici Iveco possano supportare la transizione della flotta di Enel verso veicoli a emissioni zero, esaminando al contempo nuove opportunità congiunte in altri segmenti del trasporto. La collaborazione mira anche a sviluppare un’offerta congiunta rivolta alla mobilità elettrica delle flotte commerciali, che comprenda anche, ma non solo, le infrastrutture di ricarica per veicoli commerciali leggeri e pesanti.
“Nel percorso che abbiamo intrapreso verso zero emissioni di CO2, l’elettrificazione è un facilitatore fondamentale per raggiugere gli obiettivi dell’intero settore dei veicoli commerciali”, ha commentato Luca Sra, president Truck Business Unit di Iveco Group. “Siamo pienamente impegnati in questa direzione e l’accordo firmato oggi con Enel X sancisce l’inizio di una collaborazione strategica fra Iveco e uno dei player più avanzati del settore energetico. Siamo certi che questo accordo creerà nuove opportunità per accelerare ulteriormente la transizione energetica che stiamo guidando”.
“Enel X mira a supportare la decarbonizzazione delle città e dei trasporti attraverso soluzioni innovative e sostenibili basate su due pilastri: elettrificazione e digitalizzazione. Abbiamo giocato un ruolo attivo per più di un decennio, in particolare per l’elettrificazione del trasporto pubblico, offrendo servizi a valore aggiunto per oltre 3.000 autobus elettrici”, ha commentato Valerio Vadacchino, Global Head di e-Bus in Enel X.
“Partnership come questa con Iveco Group – un leader globale nella produzione di veicoli a carburanti alternativi – sono per noi fondamentali per accelerare la transizione energetica del settore dei trasporti, che ancora contribuisce ad una gran parte delle emissioni nelle aree urbane”, ha aggiunto.
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Più rinnovabili per l’indipendenza energetica dell’Italia
ROMA (ITALPRESS) – Più rinnovabili per l’indipendenza energetica dell’Italia. Solare sulle coperture, eolico offshore, idroelettrico e geotermia sostenibili made in Italy per ridurre la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni di fossili dall’estero. Sono queste le proposte presentate e discusse al convegno “Italia e UE: indipendenza energetica e sfida EcoDigital”, promosso su iniziativa della Senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, Fondazione Homo Ex Machina, TeleAmbiente e Radio Radicale. “Noi rischiamo di spostare la dipendenza dalla Russia verso altri paesi instabili, se vogliamo l’indipendenza energetica dobbiamo puntare sulle rinnovabili che sono l’unica soluzione. Il sole e il vento sono gratis, siamo paesi che hanno grandi tecnologie e possiamo trasformarli in energia elettrica. Oggi è possibile davvero fare questa svolta e dobbiamo farla”, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, spiegando che oggi anche “un settore di Confindustria che si occupa di rinnovabili propone di tirar fuori 85 miliardi di tasca propria”.
Pecoraro ha inoltre sottolineato che oggi “bisogna innanzitutto vigilare che siano spesi bene i soldi della transizione ecologica e digitale che servono davvero all’indipendenza energetica del nostro paese, che si smetta di dare soldi a pioggia con vari tipi di bonus – ha proseguito – ma, per esempio, che si dia al milione di cittadini meno abbienti magari un pannello solare a testa per ridurre lo spreco energetico, diamo strumenti e non soldi a pioggia”. Anche per Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato e promotrice dell’evento, “ci sono molte questioni da affrontare, abbiamo una situazione complicata e sono anni che noi lavoriamo e spingiamo molto sull’accelerazione delle rinnovabili. Le risorse oggi vanno allocate su questo e non sulle spese militari”. Secondo la senatrice, con la tragedia della guerra l’indipendenza energetica duratura può essere garantita solo con “efficienza e rinnovabili. Dobbiamo mettere in rete tutti coloro che nelle forze politiche e sociali, nelle imprese e nella comunità scientifica condividono questa sfida”.
Il convegno ha visto anche la partecipazione, tra gli altri, del presidente del M5S, Giuseppe Conte, che ha evidenziato come “stiamo attraversando una crisi fortissima acuita dal conflitto in Ucraina e stiamo toccando con mano il problema del caro prezzi. E’ evidente che in contesto come l’attuale se non si sono fatte scelte in passato lungimiranti oggi si pagano con maggiore difficoltà. Purtroppo – ha proseguito – la situazione è complicata anche sul piano energetico, l’Ue non ha risposto in maniera univoca e il rinvio a maggio significa non aver trovato una soluzione. Dobbiamo concentrare degli investimenti senza precedenti su energie rinnovabili e non su una corsa al riarmo, non abbiamo gli spazi fiscale di Germania e Usa”.
Entrando nella discussione delle ultime settimane che riguarda le spese per gli armamenti e le fibrillazioni nella maggioranza, Conte ha chiarito che “siamo di fronte a un boom di mancati pagamenti, poi possiamo decidere di volgere lo sguardo altrove e in questi giorni il dibattito pubblico ci sta rendendo dotti di tutte le categorie di missili. Ecco perchè continuo a richiamare l’attenzione dicendo che ci sono filiere produttive che non hanno più materia prima, possiamo parlare anche di questo? Poi parliamo anche dei missili e carri. In questo contesto il M5S ha posto un problema, è quando lo fa vuol dire che vuole la crisi di governo?. Il M5S continuerà a lavorare non per le crisi di governo, ma per tutelare gli interessi dei cittadini, per fare delle scelte di buonsenso”, ha concluso.
Per Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, “in questa situazione in cui il gas questa mattina costa sei volte in più il prezzo della media normale, dobbiamo porci un problema oltre che di diversificazione delle fonti anche di costo dell’energia. E’ evidente che oggi le rinnovabili costano e meno e dobbiamo ragionare di farle. Come associazione di produttori abbiamo fatto la proposta per realizzare 60 giga watt nei prossimi tre anni – ha spiegato – lo si può fare e farebbero risparmiare le importazioni di gas e creerebbero circa 80mila posti di lavoro per i prossimi tre anni. L’unica cosa che manca per fare tutto ciò sono i permessi”. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha evidenziato la necessità di mettere in atto “un piano che mostri come risparmiare energia e come attraverso una forte spinta sulle rinnovabili si possono raggiungere gli obiettivi, altrimenti restiamo solo sul dichiarato. Prendiamo carta e penna e dimostriamo che si può, facciamo un piano credibile da qui al 2050. La buona notizia è che i sindaci di tutto il mondo la vedono allo stesso modo – ha aggiunto Sala – e le città possono mostrare che una serie di cose le hanno fatte”.
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Negoziati Onu sulla biodiversità, Wwf “I Governi fanno pochi progressi”
ROMA (ITALPRESS) – Si è chiuso a Ginevra il round di negoziati per concordare un piano globale contro l’escalation mondiale della crisi di natura e il Wwf resta preoccupato per i limitati progressi compiuti durante le due settimane e mezzo di negoziati.
Il meeting della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), ha riunito i negoziatori dei governi mondiali, per la prima volta in presenza dall’inizio della pandemia di Covid-19, per discutere la bozza di testo del quadro globale sulla biodiversità (Global Biodiversity Framework) post-2020. I paesi non si incontravano fisicamente dai colloqui tenutisi a Roma nel febbraio 2020.
Ora il piano finale dovrebbe essere adottato alla COP15 della CBD a Kunming, in Cina, entro la fine dell’anno e rappresenta un’opportunità irripetibile per raggiungere un accordo globale per affrontare la perdita e il degrado della natura.
“Il mondo ha finalmente compreso che la perdita di natura rappresenta un’enorme minaccia per salute e benessere umano. Eppure, nonostante i leader abbiano ripetutamente dichiarato il proprio impegno ad agire per proteggere la natura, a Ginevra abbiamo assistito solo a piccoli passi avanti”, afferma Marco Lambertini, direttore generale del Wwf Internazionale.
“Sarà essenziale che nel prossimo round di negoziati ci sia una maggiore leadership se vogliamo raggiungere un accordo sulla strategia globale per la biodiversità a prova di futuro e in linea con le sfide che dobbiamo affrontare – aggiunge -. Accogliamo con grande favore il crescente consenso raccolto dall’approccio nature-positive per invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. A differenza del cambiamento climatico, la perdita di natura è ancora priva di un piano che sappia guidare le attività in tutti i settori. I paesi devono quindi garantire urgentemente un alto livello di ambizione alla COP15, assicurandosi che il piano finale contenga tutti gli ingredienti per realizzarlo. E’ fondamentale arrivare alla fine di questo decennio con più natura, non con meno. I governi dovrebbero agire concretamente per invertire la perdita di natura”.
Secondo il Wwf i negoziati a Ginevra non sono riusciti a compiere progressi in diversi settori chiave, come il piano finanziario e l’equa condivisione delle risorse genetiche, rendendo quindi necessario l’annuncio di un ulteriore ciclo di negoziati a Nairobi, dal 21 al 26 giugno. Il Wwf evidenzia “la mancanza di sostegno politico e leadership come fattori determinanti nelle difficoltà incontrate. I governi devono dare la giusta priorità ai negoziati di giugno affinchè sia evitato un possibile fallimento della stessa COP15”.
Un importante passo avanti è invece stato il crescente consenso sul fatto che l’obiettivo generale del piano debba essere quello di invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.
I target della bozza attuale dell’accordo ONU si concentrano sulla protezione degli habitat, sull’arresto della perdita di specie e sulla conservazione della diversità genetica.
L’obiettivo globale di protezione e ripristino del 30% della terra e degli oceani è stato ampiamente appoggiato durante i negoziati di Ginevra, sostenuto dal riconoscimento dei diritti e delle responsabilità dei popoli indigeni e delle comunità locali. Il Wwf sostiene fermamente questo obiettivo, ma sottolinea che un mondo nature-positive non sarà possibile senza agire sulle cause della perdita di biodiversità, come ad esempio l’agricoltura, la pesca, la silvicoltura e le infrastrutture.
Un elemento su cui porre particolare attenzione è l’obiettivo relativo alle specie, contenuto nella bozza di accordo. La precedente strategia per la biodiversità, adottato ad Aichi, impegnava i governi mondiali a fermare la perdita di specie entro il 2020. Con la formulazione molto ambiziosa, formulata a Ginevra, di porre definitivamente fine alla perdita di specie entro il 2030, il Wwf “è preoccupato che i governi non siano disposti ad anticipare l’azione”.
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Donnarumma “Pronti ad accompagnare la crescita delle rinnovabili”
ROMA (ITALPRESS) – Sulle rinnovabili “l’Italia ha sia le progettualità – sul nostro tavolo ci sono più di 150 GW di richieste di connessione per nuovi impianti – sia gli investitori pronti per realizzarle. Fondamentali, però, sono le autorizzazioni che ora grazie all’azione del Governo dovrebbero semplificarsi. E i primi segnali in tal senso già si vedono. Quanto a Terna, stiamo studiando potenziali acquisizioni nel settore della componentistica di impianti rinnovabili per favorire la produzione italiana. Terna non possederà nè gestirà gli impianti, ma potrà dare un suo contributo alla loro realizzazione con altri operatori industriali e finanziari, in un’ottica di responsabilità istituzionale”. Così l’Ad di Terna, Stefano Donnarumma, in un’intervista a Il Sole 24 Ore.
La crisi energetica rende urgente anche la necessità di incrementare gli stoccaggi di energia elettrica. “A regole vigenti – spiega l’Ad -, Terna può intervenire solo in condizioni di fallimento di mercato. Noi, però, pensiamo che bisogna partire al più presto e abbiamo chiesto alle istituzioni, con spirito di servizio, di essere coinvolti direttamente, anche con una piccola percentuale, perchè riteniamo che, senza storage energetico, sia impossibile garantire l’equilibrio di un sistema che abbia prevalenza di rinnovabili”. Cruciali saranno anche i collegamenti con gli altri Paesi. L’Italia ha già oggi 26 interconnessioni elettriche e nei prossimi anni se ne aggiungeranno 4 nuove già pianificate con Francia, Austria, Grecia e Tunisia. “Penso che le linee transfrontaliere non si esauriranno con questi collegamenti: la posizione dell’Italia al centro del Mediterraneo è talmente interessante che, man mano che il sistema evolverà, nasceranno nuove opportunità”, osserva. Per quanto riguarda le attività all’estero, negli Stati Uniti Terna “punta a costruire delle alleanze con importanti ‘sviluppatorì americani e con uno o più partner finanziari e industriali per portare avanti dei progetti che riguardino connessioni, anche offshore – un comparto in cui Terna ha una specifica expertise – o interconnessioni tra gli Stati. Rispetto ad eventuali asset da acquisire negli Usa, più che nuove reti è probabile che nei prossimi anni ci concentreremo su produttori di componenti tecnologiche, come abbiamo fatto in Europa con Brugg o Tamini”, conclude Donnarumma.
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Pnrr, dal MiTe via libera alla digitalizzazione delle aree protette
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha approvato con decreto la Direttiva per la digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette. Il provvedimento è previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con l’Investimento M2C4-3.2 “Digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette”. La dotazione è di 100 milioni di euro. L’obiettivo è mettere a disposizione degli enti gestori nuove strumentazioni digitali, a partire già dalla fine del 2022.
La Direttiva consentirà da un lato lo sviluppo di servizi digitali ai visitatori, su mobilità sostenibile, informazioni meteo, naturalistiche, culturali, logistiche e di sicurezza. Dall’altro lato, permetterà la digitalizzazione e semplificazione delle procedure amministrative, con la riduzione e la certezza dei tempi istruttori per le istanze, i pareri e le autorizzazioni, oltre all’accesso facilitato alle documentazioni.
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Gas, con il teleriscaldamento -10% importazioni dalla Russia
ROMA (ITALPRESS) – Il settore del teleriscaldamento, rilanciato negli ultimi anni dall’avvento dei sistemi di quarta generazione, può fornire un supporto importante per la riduzione dell’import di gas dalla Russia e per il contrasto ai cambiamenti climatici. Questi temi sono stati al centro oggi del convegno “Teleriscaldamento, il calore che unisce” organizzato da AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) in occasione del quarantesimo anniversario della propria fondazione.
Ad oggi, in Italia, sono attivi soprattutto sistemi di terza generazione: quelli di quarta generazione sono maggiormente efficienti nel convogliare l’energia termica di scarto e rinnovabile disponibile sul territorio. Il teleriscaldamento assume quindi un ruolo cruciale nella decarbonizzazione del riscaldamento civile.
Uno studio realizzato nel 2020 per AIRU dai Politecnici di Milano e di Torino, aveva evidenziato per l’Italia un potenziale di sviluppo del teleriscaldamento efficiente di quarta generazione di 38 TWh (4 volte il livello attuale), pari al 12% del fabbisogno civile: le principali fonti di energia sono il calore di scarto industriale e l’energia geotermica, recuperabile anche con pompe di calore.
La ricerca “Il teleriscaldamento: efficienza e rinnovabili a servizio della decarbonizzazione”, realizzata da Elements per AIRU e presentata oggi, dimostra che lo sviluppo dell’intero potenziale migliorerebbe l’indipendenza energetica Italiana grazie ad una riduzione di 2,12 miliardi di Sm3 di gas naturale importato, equivalenti a quasi il 10% del gas importato dalla Russia. Al contempo, sarebbe poi possibile ottenere una riduzione annua delle emissioni di CO2 pari a 5,7 milioni di tonnellate e una riduzione notevole del particolato nei maggiori centri urbani.
“In Italia gli ostacoli al pieno sviluppo del teleriscaldamento – spiega il presidente di AIRU, Lorenzo Spadoni – sono principalmente di natura regolatoria, economica ed autorizzativa: le normative del settore non hanno ancora accompagnato l’innovazione tecnologica che lo ha investito, mentre non esistono meccanismi incentivanti per gli operatori e per i consumatori definiti appositamente per il teleriscaldamento, capaci di favorirne lo sviluppo”.
Senza un supporto di natura economica, meno del 30% del potenziale individuato ricerca sarebbe effettivamente realizzabile: una soluzione potrebbe arrivare dall’attesa attuazione delle norme recenti sui Certificati Bianchi, anche se soluzioni alternative basate sull’erogazione di contributi in conto esercizio e/o capitale potrebbero rappresentare un supporto più efficace.
Per il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, “l’attuale congiuntura geopolitica ha evidenziato in maniera netta l’importanza strategica del raggiungimento dell’indipendenza energetica; questo obiettivo potrà essere raggiunto sia tramite l’incremento delle fonti rinnovabili, sia grazie alla riduzione dei consumi tramite l’efficienza energetica. Per raggiungere questo importante traguardo occorrerà puntare su tutte le tecnologie e le soluzioni disponibili, tra le quali figura anche il teleriscaldamento, che è a tutti gli effetti uno dei vettori fondamentali per la transizione verde. Oggi più che mai, è necessario comprenderne l’importanza e la crescita potenziale che deriva anche dal recupero del calore di scarto e dalle rinnovabili, e supportarne la centralità nel percorso verso la decarbonizzazione intrapreso dal nostro Paese”.
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Il Conai festeggia 25 anni, Ruini: “Tanti successi raggiunti”
ROMA (ITALPRESS) – Conai festeggia 25 anni di attività, un percorso di impegno per la promozione di una corretta raccolta differenziata degli imballaggi e il loro riciclo, un lavoro che ha anticipato tutto il tema dell’economia circolare. Il primo quarto di secolo del Consorzio per il recupero e per il riciclo dei rifiuti da imballaggi è stato celebrato con il convegno “La storia e il ruolo nella transizione ecologica del sistema Conai”.
“Sono molto orgoglioso di poter festeggiare i 25 anni del Conai, ne ho seguito la nascita e oggi ne possiamo trattare un bilancio: se allora era soltanto il 30% di imballaggi che avevano una seconda vita, oggi sette imballaggi su 10 trovano una seconda vita – ha detto il presidente del Consorzio, Luca Fernando Ruini -. La carta torna ad essere carta, come il legno torna, in alcuni casi, a diventare degli armadi, o il vetro torna ad essere bottiglie in vetro, se guardiamo all’alluminio, le lattine possono diventare una bicicletta, se pensiamo alla plastica queste tornano ad essere bottiglie di plastica o maglioni di pile. Le ultime arrivate sono le bio plastiche, questo materiale segue tutta una filiera dell’umido, una volta raccolto entra nell’attività di compostaggio per generare fertilizzante che può fornire nuovamente nutrienti al terreno”.
Oggi al sistema consortile aderiscono circa 760.000 imprese.
“L’economia circolare è una risposta per la transizione ambientale e anche per rendere i nostri modelli produttivi più sostenibili”, ha spiegato Chiara Braga, responsabile nazionale Ambiente del Pd, per la quale “la storia di Conai per il riciclo della materia è una storia di successo a livello italiano e penso si debba continuare a lavorare in questa direzione anche con strumenti normativi adeguati per il pieno sviluppo delle potenzialità che ci sono”.
“Festeggiamo questi 25 anni importanti di Conai, se vediamo gli anni dal 1997 al 2020 sulla produzione dei rifiuti urbani in Italia notiamo che c’è stato qualche miglioramento nella produzione ma non eccessivo – ha ricordato Alessandro Bratti, direttore generale di Ispra -, abbiamo avuto una riduzione della produzione dei rifiuti negli anni 2019-2020 ma questo trend è legato al periodo pandemico, diciamo che su questo versante c’è ancora da fare. Meglio è andata per l’incremento della raccolta differenziata”.
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